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Autore: EllynPhilips    20/08/2016    1 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ris corse nella casa a fianco, trovando Cam in pochi secondi. Doveva assolutamente raccontargli dei due bambini. Di cosa gli era successo. E se fosse accaduto anche a loro due? Non voleva che accadesse. Doveva fare qualcosa prima che fosse troppo tardi.
- Oggi ho visto due bambini litigare. E' stato orribile! Avevano detto di non essere più amici. Prometti che a noi non succederà mai? -
- Come potremo mai smettere di essere amici? Non posso stare senza di te! -
- Promettilo. -
- Lo prometto. Saremo per sempre amici.- disse convinto. Per lui era una cosa ovvia, non c'era bisogno di farglielo promettere. Se la bambina era più felice in quel modo però, l'avrebbe rassicurata in tutti i modi possibili.
- Sempre? - disse speranzosa, sedendosi sul divano a gambe incrociate e voltandosi verso Cam.
- Sempre.-
- Prometti che non mi metterai mai da parte? -
- Lo prometto. -
- E che non vorrai mai bene a nessuno come lo vuoi a me? -
- Mai! Nessuno sarà mai importante come, o più di te. -
- E prometti che non mi abbandonerai mai. Mai. Qualsiasi cosa accada? -
- Lo prometto. Saremo io e te. -
- Per sempre sempre? -
- Si. Sempre sempre, che più di così non si può. -
- E prometti anche di non lasciarmi andare via? - chiese poco dopo, quando le venne in mente che forse, per chissà quale motivo, avrebbe potuto arrabbiarsi con lui, e non parlargli più. Le sembrava impossibile, ma nessuno poteva essere sicuro del futuro.
- Lasciarti andare via? - chiese lui confuso, non capendo la sua richiesta assurda.
- Si. Prometti che, se proverò ad andarmene, o ad allontanarmi da te, mi convincerai a restare? Anche se dirò di non volerti più bene, di non volerti più con me, prometti di convincermi a restare? -
- Questo no. Non posso prometterlo. Se vorrai restare dovrà essere una tua decisione. Solo tua. Non cercherei mai di convincere una persona cara, che restare con me sia una decisione migliore di lasciarmi. -
- E perchè? Non dovresti lottare per tenere vicino a te le persone che ami? -
- Si, ma fino a un certo punto. Potrei tentare, ma alla fine solo loro a dover decidere. Poi sono un tipo orgoglioso. Non pregherò la persona che amo più di chiunque altro a non lasciarmi. -
- Io però ti ho fatto promettere di non lasciarmi. -
- Si, perchè tu sei più forte. Io non sarei mai in grado di chiederti una cosa del genere. E non avrei mai il coraggio di lasciarti andare, non totalmente. Sei e resterai una parte di me. E' inevitabile. -
- Quindi non prometti di convincermi a restare? - chiese ancora.
- No. -
- Perchè? -
- Perchè voglio che sia tu a scegliere di restare con me, oggi, domani. E il giorno dopo ancora. -


E l'aveva fatto. Lo aveva scelto anche se la trattava male, anche quando la faceva soffrire. Lo aveva scelto persino quando solo la sua vista le faceva male al petto. Lo aveva scelto ogni giorno in cui non la considerava. Lo aveva scelto quando tutti quanti credevano che lo odiasse. Lo aveva scelto quando lo vedeva con altre ragazze. Quando la notte non dormiva per evitare di sognarlo. Quando piangeva per lui. Il suo cuore lo sceglieva sempre e comunque, senza che lui, o nessun, altro lo sapesse.
Alcuni giorni prima avrebbe detto che l'aveva scelto in passato, che lo sceglieva tutt'ora e che l'avrebbe scelto sempre. Nonostante tutto.
Ma era giunto il momento di scegliere un altra persona.
Se stessa.
Era questo che pensava Prisca appena atterrata all'areoporto di Berlino.
La prima cosa che fece fu quella di chiamare Frits.
Rispose al secondo squillo. - Pronto? - disse una voce in tedesco all'altro capo della linea.
- Frits? - chiese esitante. Aveva fatto bene a telefonargli? Insomma, era stato lui ad averglielo scritto.
Non disse nulla per alcuni secondi, in sottofondo si sentì un “torno subito.” - Sapevo che saresti venuta. E che mi avresti chiamato. -
- Beh, mi hai lasciato il numero. -
- Ci speravo tanto. -
- Non fare lo scemo! - disse ridendo. - In che città siete? Possiamo venire a stare da quelle parti? Sai se ci sono case libere, in affitto...-
- Calma, calma. Vi vengo a prendere io, dove vi trovate? -
- Fuori dall'aeroporto di Berlino. -
- Che fortuna, sono proprio qua vicino! -
- Si, che casualità. - disse ironica.
- Ci vediamo tra quindici minuti. - e riattaccò.
- Non resta altro che aspettare. - disse Constant che aveva sentito tutta la conversazione.

Esattamente quindici minuti dopo, un'alfa romeo nera parcheggiò accanto al marciapiede dove si trovavano loro due, e una testa coperta di capelli biondi spuntò dalla portiera. - Non Hope, che piacere rivederti! - disse prendendola in braccio come un orso e girandola. - Quando tempo. -
- Proprio tanto. Tipo due giorni fa. - disse ridendo. - Frits, Lorenzo. - disse indicando il suo amico, e viceversa. - Lorenzo, Frits. -
I due si salutarono con un cenno del capo. - Non Hope, che ti ho detto l'altro giorno? -
Lei alzò gli occhi al cielo. - Di non fare nomi se devo dirli falsi. -
- Esattamente. -
Alla fine Frits li portò a casa sua, la quale risultava essere una villetta poco fuori Berlino.
- Potete restare qua fino a quando non troverete una sistemazione migliore. - disse aprendo il portone di casa.
- Grazie per l'ospitalità, ma mi sembra troppo. Ce ne andremo domani mattina. -
- Nessun problema, figurati! Non disturbate di certo. La casa è grande e siamo solo io e mia sorella. - Non fece cenno ai loro genitori, o a qualche parente, e Prisca e Constant non gli chiesero nulla.
- Non saprei...insomma siamo praticamente degli sconosciuti. Potremo uccidervi nel sonno. -
- Lo credo difficile. Siamo ben addestrati. - disse convinto.
Sentì chiaramente Constant trattenere una risata. Il suono che uscì dalle sue labbra sembrava un grugnito. - Perchè ridi? Non ci credi? - chiese Frits.
- Non metto in dubbio niente, ma se lei volesse uccidervi, ci riuscirebbe eccome. -
- Perchè ne sei così convinto? -
- Non esiste nessuno più forte di lei. - disse semplicemente.
- Non esagerare. - continuò Prisca. - Sai quanto è grande il mondo e quanti vampiri potenti ci sono che sono su questa terra da migliaia di anni? -
Lui alzò semplicemente le spalle, come a dire "Se lo dici tu" , ma era chiaro non ci credesse molto.
- Sei così forte? - chiese il ragazzo guardandola. Ora fu il turno di Prisca alzare le spalle. Che poteva dirgli? Che controllava tre poteri, e altri extra? Non ancora...Almeno, non tutto insieme.
- Avanti allora, fatti sotto. -
- Stai scherzando spero. -
- Per niente. Scommetto che vincerò io. - disse convinto.
- Attento alle parole che usi ragazzo. Che scommetti? - disse divertita.
Lui ci pensò un attimo, poi le rispose. - Se vinco io, farai una doccia con me. -
- Che cosa? - per poco non si strozzò con la sua saliva. La reazione di Constant fu molto simile alla sua. - Stai scherzando spero. -
- Per niente. - disse guardandola da capo a piedi.
- Non ho ancora decifrato che tipo di ragazzo tu sia. uno bravo e tranquillo, o un che lo sembra solo in apparenza. Credo di essere nella casa di un pervertito! -
- Non sono un pervertito. Sono solo un ragazzo. - disse giustificandosi. - Allora, ci stai? -
- Bene, ma se vinco io andrai per tutte le case del vicinato in mutande, e busserai alle loro porte e chiederai : "Mi scusi, ha per caso visto i miei vestiti?" -
- Ma conosco tutti qui attorno! -
- Ti stai forse tirando indietro? - disse lei con un sorriso divertito. - Non me l'aspettavo proprio. -
- Per niente. Ci sto. - disse stringendole la mano.
- Frits, hai già perso. - gli sorrise.
Per lottare andarono nel giardino posteriore. Constant diede il via. - Tre, due uno...- Il ragazzo partì a tutta velocità verso di lei. Prisca rimase ferma e lo fissò intensamente. Frits si bloccò. - Non riesco più a muovermi. - disse allarmato.
- Niente di cui preoccuparti. - disse lei avvicinandosi. Quando gli fu davanti gli appoggiò una mano sul petto, e interrompendo il contatto visivo lui fu libero di muoversi, ma Prisca prima che potesse anche solo fare un altro passo lo buttò a terra, facendo il gesto di pugnalarlo al petto. - E' stato facile. -
- Ehi, ma così non vale!- protestò rialzandosi.
- Certo che vale. -
- Non mi avevi detto di esserne capace. -
Sapessi quante cose non sai... - Il nemico che attacca non lo sa. Comunque ho vinto io. Domani ci divertiremo un mondo, eh Constant? - disse prendendolo a braccetto.
- Hai barato. - disse ancora Frits mettendo il broncio e seguendoli a dentro casa.
- No, sei solo stato battuto da una ragazza, ma non devi vergognartene. Non sei certo il primo - gli rispose Prisca.
Sbuffò attraversando la porta di casa. - Ragazza! - disse un'aitante bionda correndole incontro e saltandole addosso. - Mio fratello me l'ha detto che saresti venuta! Lui non sbaglia mai! -
- Sono così prevedibile? - chiese staccandosi un po da Rey e grattandosi la testa.
- A quanto pare. - disse Rey nello stesso istante in cui Constant disse - Si. -
- Ehi, non esagerate! Quando voglio sono molto misteriosa. -
- Non ne dubito...- intervenne Frits.
- Mi sono dimenticata di presentarvi! - disse Prisca all'improvviso. - Rey, lui è Lorenzo, Lorenzo lei è Rey. -
- Davvero, Lorenzo? Se proprio devi inventare un nome, tesoro, sii un po più fantasiosa! -
"Che dici, possiamo fidarci? Gli riveliamo i nostri nomi?" chiese al suo amico.
"Mi sembrano brave persone" disse guardandoli.
"Brave persone....O belle? Soprattutto qualcuna..?!?!!" disse alzando un sopracciglio maliziosamente.
"Prisca! E piantala!" disse alzando gli occhi al cielo.
- Ehi voi due, che state facendo? - chiese Frits.
- Niente perchè? -
- Vi guardavate fisso negli occhi, era un po inquietante. -
- Vi stavate leggendo nel pensiero? - disse Ray riedendo, come se lo trovasse divertente, e pressoché impossibile.
- Si. - risposero lei e Constant all'unisona. I due amici scoppiarono a ridere insieme, tornando a guardarsi. Quanto gli capitava di rispondere insieme, o di pensare le stesse cose non facevano altro che ridere, il che succedeva spesso.
- Ripeto, i-n-q-u-i-e-t-a-n-t-e. - disse Rey.
- Confermo sorella. -
- Io sono Constant. - disse, porgendo la mano sia a Frits che a Rey.
I due ragazzi lo guardarono sbalorditi, e strinsero la sua mano un po confusi. Poi si voltarono verso di lei.
- Prisca. - disse. Dal loro sguardo capì che questa volta ci avevano creduto.
- Wow. - Frits fu il primo a interrompere il silenzio che si era creato nella stanza. - Non credevo ce lo avreste detto davvero. -
- Siete stati gentili con noi, dirvi il nostro nome è il minimo...Ma non dovete usarlo mai.-
- Vi va di spiegarci il perchè? - chiese Rey.
- Magari un giorno vi racconterò tutta la storia. Sappiate solo che se ci trovano, siamo finiti. Nessuno deve sapere i nostri veri nomi, o da dove veniamo. Si spargerebbe la voce, e nel giro di pochi giorni i nostri inseguitori ci troverebbero subito. -
- Credo difficile che che i vostri inseguitori riescano a trovare il preciso paese in cui siete! Il mondo è così grande!. -
- Rey...Tu non lo conosci. Lui è in grado di fare tutto. - disse guardando un punto indefinito fuori dalla finestra. - Quando si mette in testa una cosa non lo ferma nessuno. Sono convinta che anche questa città sarà solo di passaggio. Non durerà a lungo. -
- Lui chi...? - chiese una voce.
- Un ricordo che si ostina prepotentemente a tornare nel presente. - disse solo.
- Ma perchè vi inseguono? - chiese Frits esitante.
- Non oggi. - disse Constant rispondendo al posto suo. Prisca sentì un braccio circondarle le spalle, e il profumo di Constant le invase le narici.
Chiuse pochi secondi gli occhi appoggiandosi affettuosamente a lui.
- In che stanza possiamo sistemarci? - - Al piano di sopra a sinistra, infondo al corridoio ci sono due camere per gli ospiti. Sono una di fronte all'altra. Quella a destra è più grande e ha un letto matrimoniale, l'altra è un po più piccola, ma sempre spaziosa, e ne ha uno singolo. Ce n'è anche un altra dalla parte opposta, poco lontano dalle nostre. Anche in quella c'è un letto singolo. Potete sceglierne due qualunque. - gli informo Rey.
- Grazie. - disse Constant. - Allora noi andiamo, buonanotte. -
- Notte. - risposero i due fratelli.
- Notte. - disse Prisca distrattamente. Non seppe esattamente come arrivò in camera, ma pochi minuti dopo si trovò tra le lenzuola morbide di un letto molto grande.

Buonasera lettori! Il capitolo non è lunghissimo, ma spero che comunque vi piaccia. Fatemi sapere!
Un bacio,
Ellyn.
   
 
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