Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Shi no hana    20/08/2016    1 recensioni
Noi siamo i fautori del nostro destino...
Sono nata libera e morirò così...

Un'antica lotta. Un ricordo sepolto nel tempo. Lacrime nascoste nell'anima.Una ragazza e il suo destino
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Chi sono io? No, questo è uno scherzo!








Perché quell’affresco mi aveva così turbato? Per quale motivo?
Per quale mistero aveva risvegliato in me, un’atavica paura di un lontano passato sepolto nelle sabbie del tempo?
Sì, avevo paura. Ma di cosa?
Presto il futuro me lo avrebbe rivelato sciogliendo questi dubbi.



Quell’uomo vestito di bianco mi aveva destato da quello stato d’ansia.
“Vedo che il quadro dove, è dipinta l’antica e sacra guerra ha urtato la vostra sensibilità. Chiedo venia”.
Sospirai e scossi il capo abbozzando un sorriso.
“Non si preoccupi”.
Dissi, mentre osservavo le persone che erano accanto a lui. Anche se la mia attenzione era rivolta a quella donna seduta sul trono.
Era così familiare. Perché? Chinai il capo leggermente di lato cercando di comprendere il perché, ma di nuovo quell’uomo richiamò la mia attenzione.
“Sembrerò ripetitivo nel chiedervi scusa, ma mi ricresce di non essere stato in grado di evitarvi quel terribile incidente”.
Chinai il capo verso i miei polsi e infine posai l’indice destro sul labbro offeso. Si riferiva all’incidente di due sere prima.
Sospirai, mentre la mente ritornava su quell’uomo lascivo sopra di me. Digrignai i denti. Ero furiosa verso di lui.
Verso me stessa.
“Comprendo la vostra rabbia, mia cara Clarissa, ma non temete siete stata vendicata egregiamente”.
Lo guardai stranita. Mi avevano vendicata?
Ottimo”.
Pensai, mentre sentivo una piacevole sensazione dentro di me, ma poi mi trovai a pensare di nuovo.
“Sanno il mio nome. Ma come? Forse dai miei documenti…sì, deve essere così. Che sciocca,  infondo hanno perfino avvisato la mia famiglia  evitando così, il caos emotivo di mia madre. Un altro punto a loro favore…ma non devo fidarmi del tutto. Devo essere cauta e scoprire il perché mi trovo qui? Come anche il perché di quell’aggressione”.
“La ringrazio signor…mi scusi, non so il suo nome. Infondo mi sembra giusto e cortese sapere il nome del mio interlocutore, giacché è a conoscenza del mio”.
Dissi con un mezzo sorriso. Dovevo pur sapere il nome di quest’uomo e infine di questa gente.
“Giusta osservazione”.
“Già”.
Mi dissi continuando a sorridere.
“Io sono il Sommo Sacerdote della Divina Athena”.
Ricordo ancora la sua voce rimbombare nella grande sala mentre si presentava, intanto le mie due ancelle accanto a me si erano inginocchiate in segno di rispetto.
Alzai gli occhi al cielo, mentre mi dicevo mentalmente.
“Anche questo qua è un fanatico! Andiamo bene! La pazzia è di moda qui”.
Sospirai.
“Spero che, come in Italia i manicomi qui non siano stati chiusi”.
“Piacere Sommo Sacerdote della Divina Athena, io non ho bisogno di presentarmi, giacché è a conoscenza del mio. Comunque almeno so il nome…nome oddio! Diciamo carica…della persona che mi sta parlando perché, colloquiare con qualcuno senza sapere almeno come si chiama un po’, mi secca. A dire il vero mi da fastidio”.
Finii la frase leggermente alterata. Quella situazione non mi piaceva per nulla.
“Comprendo il vostro fastidio, come anche le vostre future domande che vi ronzano in testa”.
“Domande?”.
Domandai, curiosa.
“Mi scusi, di quale domande che mi ronzano in testa, parla?”.
Mi irrigidii. Intanto lui continuò calmo.
“Del perché vi trovate qui, come anche dell’aggressione, del conoscere il vostro nome e famiglia e…”.
Lo sentii sospirare e riprendere a parlare.
“…del fatto che non siamo dei folli fanatici che hanno un bisogno urgente di un aiuto psichiatrico”.
Sgranai gli occhi. Come sapeva di quello che avevo pensato.
“Oddio”.
Biascicai, mentre deglutivo. Quell’uomo non piaceva per nulla, anche se in futuro sarebbe stato una sorta fratello maggiore per me, ma in quel frangente mi faceva davvero paura.
“È umanamente impossibile sapere quello che una persona pensa. No, no e poi no! Mi rifiuto di credere a un’assurdità del genere!”.
Alzai la voce, mentre cercavo di calmarmi. Mi rifiutavo di credere, ma il bello doveva ancora venire, infatti, lui riprese.
“Mia cara Clarissa, non dovete temere noi, come anche la Nostra Signora. Come ben vedete nessuno nuocerà alla vostra persona perché, il nostro compito è di proteggerla”.
“Proteggermi?”.
Inclinai il capo curiosa.
“E già vi riferite a quei due lestofanti giusto?”.
Il Sommo Sacerdote annuii.
“Ma non li avete già puniti? Non li avete denunciati? Quindi non ho bisogno di essere protetta! Piuttosto accompagnatemi all’Ambasciata Italiana, così chiudiamo questa sorta di teatrino”.
Ero davvero furiosa, mentre il Sacerdote sospirava.
“Mi ricresce farvi alterare ancora, ma non potete allontanarvi dal Grande Tempio”.
“E come mai, se non chiedo troppo?”.
Ero sempre più alterata, mentre incrociavo le braccia al petto e picchiettavo il piede sinistro a terra in segno di stizza.
“Siete ancora in grave pericolo, perché voi siete la reincarnazione di un’antica divinità ellenica molto cara alla Nostra Signora”.
Chiusi gli occhi e poggiai la mano sul viso. Quella conversazione stava cadendo nel ridicolo e nel folle.
“Andiamo bene”. Pensai.
“E chi sarei?”.
Domandai, mentre una forte emicrania mi martellava il cervello.
“Nike”.
Aprii di colpo gli occhi facendo scivolare la mano dal viso, mentre ancora quella parola riecheggiava nella sala.
Ero allibita. Esterrefatta.
Ma d’un tratto mi trovai a ridere come una pazza.
“Chi sarei io? La divinità che simboleggia la vittoria? Chi io? Io che sono una vera sfortunata…basta vedere cosa mi è successo…ora dovrei essere la sua rincarnazione? Ma siete matti! Anzi no? Siete un gruppo di comici mentecatti che è riuscito a farmi ridere! Complimenti!”.
Ridevo perché il tutto mi sembrava una vera burla, ma non lo era.
Mi asciugai gli occhi, mentre sentivo il ventre farmi male dal troppo ridere.
“Okey, ora basta con gli scherzi. Siamo seri”.
Dissi cercando di darmi un contegno. Intanto sentivo nella sala un brusio di voci, non certo amichevoli. Mi definivano una sciocca ingrata che aveva insultato, con il mio atteggiamento, la loro grande carica.
“Mi dice chi è lei veramente? Chi è quella donna dietro di lei che non si è neanche degnata di parlare? E fine questi dodici cristi che portano quelle armature dorate ridicole?”.
Li avevo insultati, infatti, uno di loro inveì contro di me.
“Come osate! Il vostro comportamento ci offende! Siete solo una stupida e ingrata mocciosa che, non meritava l’essere salvata!”.
Digrignai i denti, mentre la rabbia ribolliva in me.
“Io vi ho offeso? Come osi tu offendere me! E togliti quella sorta di elmo dalla testa brutta copia di Mazinga! Quando si parla con una persona, lo si fa guardandola in faccia! Brutto cafone che non sei altro!”.
Strillai. Intanto in sala era calato un pesante e pericoloso silenzio. Lo avevo insultato e anche pesantemente.
Ricordo ancora il tremore delle mie ancelle perché, sapevano bene chi avevo fatto infuriare.
“Tu! Come hai osato! Ti meriti un’atroce punizione insulsa mocciosa!”.
Sibilò furente, mentre si muoveva minaccioso verso di me. Alzai il mento in segno di sfida, questa volta mi sarei difesa con le unghie con i denti, ma una voce femminile lo fermò.
“Ora basta Saint di Gemini!”.
A parlare era stata quella donna dai lunghi capelli viola. Infatti, si era alzata e stringeva nella sua mano quella sorta di scettro, intanto l’uomo si era inginocchiato di fronte a quel richiamo.
Rammento ancora il rumore del metallo della sua armatura, mentre si piegava, come anche il frusciare della veste di quella donna che loro chiamavano Athena.
Ma chi era in realtà quella donna? Perché asserviva di essere una Dea? E perché definiva anche me un’antica Divinità?
Ma presto ogni cosa in cui credevo sarebbe crollato…come anche la mia pazienza.





Continua….



_________________________________
Dopo un mesetto eccomi. Chiedo scusa, specialmente per come ho chiamato il cavaliere dei Gemelli.
Beh, il termine non mi appartiene. Infatti, fu coniato da un youtuber (credo che si scriva così) MisterMassy81. Vi posso assicurare che questo termine mi ha fatto cadere dalla sedia dal ridere. Non temete lui adora Saint Seiya e specialmente il cavaliere già citato.
Un bacione e tutti!
 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Shi no hana