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Autore: Altair4    20/08/2016    1 recensioni
SEQUEL di “Storia di una Niana”.
Benvenuti nel mio mondo parallelo dove Marte non è più il pianeto rosso ma è diventato viola e dove le nostre tartarughe e gli alieni del pianeta Ni ne combineranno delle belle!
Grazie ad un portale inventato da Donatello, questa storia sarà ambientata anche sulla Terra… e ad un migliaio di anni-luce da noi, nella fascia di Orione.
Non mancheranno personaggi ben conosciuti e totalmente nuovi.
Storia ispirata principalmente alla mitica serie del 2003.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sulla stazione spaziale intorno a Ni era in atto una rivoluzione, furono risvegliati dall’ibernazione i migliori
 
matematici, fisici ed ingegneri per realizzare i favolosi macchinari inventati da Donnie. Con le nuove nozioni
 
sarebbero stati in grado di creare i cristalli e ricaricarli il doppio con la sola luce della loro stella Niha. Frel si vantava
 
del suo amico tartaruga davanti a quei pezzi di ghiaccio dei prescelti.       
 
            -Ve lo avevo detto che non dovevo sforzarmi per convincervi che è un genio! -
            -Devo dire che è stato davvero in gamba, è stato capace di ricreare le esatte condizioni che avevamo su Ni quando si formarono i cristalli Enerzon milioni di anni fa. Che dire del condensatore di energia luminosa polarizzata che ha inventato….è migliore di quelli che abbiamo nella base, il suo è addirittura più piccolo e può stare nelle navette di piccole dimensioni- commentava Gead anche se la sua voce era totalmente priva di emozione.
 
            -E chissà cos’altro sta inventando! Da quando sono partito sono passati già due anni, la sua mente è sempre in fermento non si ferma mai!- Commentò Frel.
            -Ma quel Tartunnel… quella sorta di portale che ha costruito, tu lo hai mai usato Frel?- chiedeva Gead.
            -No, ma lo hanno usato gli altri, che io sappia, per andare da Terra a Luna-
            -So che sono molto vicine…con le nostre capsule ci mettiamo pochissimo- diceva Ulil il geologo.
            -Donnie mi ha detto che la differenza, come per tutti i viaggi, consiste nella distanza per cui più uno è distante maggiore è l’energia che serve. Aveva calcolato che con i cristalli avrebbero potuto usarlo da Terra a Marte, ma per venire qua servirebbe un’energia enorme che non possiamo sviluppare…al momento-
            -Noi potremmo migliorare il portale ed andare direttamente su Marte da qui- Disse Gead appoggiando la mano al mento.
            -Sarebbe fantastico! Non dovremmo viaggiare per anni nello spazio e tutta la popolazione di Ni potrebbe usarlo e smantellare piano piano la base orbitante-  commentò emozionato Frel.
            -Certo tu ti agiti per tutto…- gli disse la psichiatra Farad.
            -Acciderbolina, se non ti sembra qualcosa per cui essere agitato, la strana sei tu, anzi voi!-
            -A cosa serve agitarsi? Tanto non sappiamo se è possibile, ci vorrà tanto tempo per capire se possiamo realizzarlo concretamente. Credo che dovremmo partire comunque per la missione- commentò Gead che era ingegnere e sapeva che non era uno scherzo andare a trovare tutta quella energia,  anche con cristalli illimitati e carichi il doppio.
 
            -In effetti se era facile ci sarebbe riuscito anche Donnie già da un pezzo-
            -Allora Farad, Frel venite ad allenarvi con me?- chiese ad un certo punto il soldato Tredil, non il tono ma le parole tradivano un po’ la sua impazienza, evidentemente come Lisad e Raph era molto concreto e stare a teorizzare non faceva per lui.
            -Quando volete- disse Farad, tranquilla come se le avessero chiesto di andare a fare le compere di tutti i giorni al supermercato, se fossero stati terrestri.
            -Per me anche subito, mi mancava un po’ l’allenamento. Ma chi è il tuo sensei? Il mio si chiama Splinter è un ratto terrestre mutato che si comporta come un umano giapponese, è veramente in gamba!-
            -Un ratto? Quei mammiferi sono così brutti- commentò la bella e luccicante Kerad.
            -Allora sai provare disgusto!- Affermò Frel.
            -Non so se questo è disgusto, potrei tollerare la presenza di questo Splinter senza problemi, ma resta brutto-
            -Se lo conoscessi non penseresti più che è un brutto ratto peloso…è così saggio e molto forte, atterrerebbe Tredil ad occhi chiusi-
            -Tu non mi hai mai visto combattere, coma fai a dirlo?- rispose il soldato quasi offeso.
            -Insegna ninjutsu da trent’anni, non credo che tu lo possa sorprendere in nessun modo! Ma un giorno te lo farò conoscere e vedrai se non ho ragione-
            -Io sono più giovane e molto rapido-
            -Ok vedremo…comunque se parliamo di me… mi batterai senza problemi, ho fatto imprinting e tre mesi di allenamento, non sono sufficienti, tu invece ti alleni da una vita- commentò Frel.
            -Però in effetti siete…impreparati tu e Farad… non so se il mio sensei vorrà perdere tempo dietro a voi…non so se vi riceverà- rispose Tredil.
            -Non sarebbe meglio essere seguiti? Io ho fatto solo imprinting, potreste passarmi nozioni errate e viziate dalla vostra inesperienza- commentò Farad.
            -Grazie mille Farad sempre gentile…comunque deve essere un gran simpaticone anche il tuo sensei Tredil, quasi quasi non me ne importa se ce lo presenti o no…-
            -Hai sempre questo modo di parlare strano, usi le parole che hanno un determinato significato,  ma ne intendi un altro- disse Farad con fatica.
            -Imparate! Si chiama ironia! Dovrebbe tenere allegri-
            -Non ne capisco l’utilità…- commentò Farad.
            -A volte può salvarti la vita…l’ironia. Al momento sta salvando la mia, siete così noiosi da morirne!-
            -Non si può morire di noia- disse Zarel che era biologo e medico.
            -Se non facciamo subito qualcosa forse sarò il primo caso. Chiamo Leiad, voleva allenarsi anche lei con noi-
 
Così Frel, Leiad, Farad e Tredil si recarono nel dojo, ma il sensei Niano non si fece vivo e non degnò i nuovi arrivati
 
nemmeno di uno sguardo.
 
            -Bene Frel, perché non ti metti la cintura e mi fai vedere cosa hai imparato dai terrestri?- Chiese Tradil quasi strafottente.
            -Volentieri! L’arma che prediligo è la katana, è una spada terrestre, giapponese per la precisione…trovo che sia molto elegante-
            -Anche a me piace la spada ma preferisco la fattura Niana, l’elsa è molto più bella-
            -Farad, non staremo solo a guardare mi auguro!- Disse Leiad.
            -No…però non amo le armi…-
            -Anche Astrid non le amava, adesso maneggia ben due katane come se non avesse fatto altro nella vita- commentò Frel, la sua adorazione per Astrid era molto evidente.
            -Leiad 2…possiamo cominciare con calma?- Chiese Farad.
            -Come desideri…ma perché hai fatto l’impriting per le arti marziali Niane e terrestri, proprio non capisco!-
            -Vorrei essere pronta a tutto, fino a qualche giorno fa non sapevamo che saremmo andati direttamente su Marte, mi stavo preparando per il pianeta Terra. Si raccontano storie orribili sugli umani, che si uccidono tra di loro, anche tra consanguinei e di solito per soldi. Cosa potrebbero fare ad un essere diverso da loro come me?- Le parole erano drammatiche ma il tono della voce calmo come se disquisisse del tempo, a Frel questo modo monotono di parlare faceva venire sonno.
            -Non hai tutti i torti, ma hai sentito Frel? Gli umani non sono tutti così, però tu hai fatto bene a prepararti a tutto, gli altri prescelti avrebbero dovuto imparare da te…ma non vi lasciavano interagire tra voi…è un grave errore…- Commentò Leiad.
            -Sto studiando le interazioni tra umani, ammetto che è molto faticoso comprenderle, però capisco l’utilità di scambiarsi nozioni-
            -Adesso però basta parlare, non sono mai stato così contento di combattere- Frel aveva cominciato a sbadigliare, Farad era davvero soporifera.
 
I due Niani si misero uno di fronte all’altro con le spade sguainate e le cinture settate in modo da non ferirsi, ma
 
avrebbero sentito dolore. Il soldato Tredil attaccò per primo, Frel si difese prontamente da un colpo diretto alla sua
 
testa, era cambiato molto dopo il condizionamento di Astrid, non rimase lì a subire, attaccò senza paura e si dimostrò
 
veramente in gamba.
 
            -Hai mentito, non ti alleni da soli tre mesi…non è possibile- diceva Tredil stupefatto.
 
Intanto Leiad se la vedeva con Farad che si muoveva come fosse ingessata da capo a piedi, non le mancava il
 
coraggio di attaccare, ma Leiad era rapida e non aveva ancora sferrato un colpo, ma schivava quelli della sua
 
avversaria senza la minima fatica.
 
            -Sei troppo rigida e ti manca un po’ di convinzione, coraggio, più puliti quei colpi, sei sbilanciata con il corpo, devi essere più salda al terreno-
 
Leiad sfiorò appena Farad che cadde a terra a causa della sua postura errata. Per un attimo un lampo di rabbia passò
 
attraverso gli occhi della giovane prescelta, ma si ricompose subito si alzò e ricominciò ad attaccare.
 
            -Sei tenace…-
            -Voglio imparare…ti volevo chiedere…perché non sono stata scelta per essere il numero 1? Ho la forza psichica maggiore…o almeno avrei potuto essere il numero 2 dopo di te-
            -Perché Gead ha un quoziente intellettivo più alto, di poco, ma più alto del tuo. Quello che i membri del Consiglio non hanno tenuto conto è la somma del tuo quoziente intellettivo con quello emozionale che è maggiore di quello di Gead…del resto per loro e per voi non sono importanti le emozioni…-
            -Vuoi dire che sono troppo emotiva? E non me ne rendo conto?-
 
Farad sfiorò il bel viso di Leiad per un soffio.
 
            -Sì-
 
Leiad la colpì sonoramente, Farad cadde di nuovo a terra allibita.
 
            -Ti sbagli- la mano della giovane prescelta era appoggiata sulla guancia arrossata, per un attimo la sua voce tremò.
            -Non sbaglio, l’ho visto dentro di te…ma non devi considerarlo qualcosa di negativo, dovrai imparare a non farti sopraffare dalle emozioni, dovrai farle diventare uno strumento, prima ti rendi conto della loro importanza, prima ti torneranno utili!-
 
Leiad tese la mano a Farad che aveva un gran pregio, imparava in fretta, dopo poco che combattevano riuscì
 
finalmente a colpire di striscio la sua avversaria.
 
            -Brava, trasforma la rabbia in energia-
 
Farad era sorpresa, aveva provato un’emozione perché stava perdendo, aveva reagito migliorando la sua performance,
 
i sentimenti non erano sempre negativi.
 
Intanto Frel faceva la sua bella figura contro Tredil, in poco tempo si rese conto che tutti i suoi amici Niani e terrestri
 
erano molto meglio dell’ottuso soldato Niano e non mancò di sottolinearlo.
 
            -Sei più forte di me, ma non ci sarebbero storie con i miei amici! Basta pensare che io sono il peggior studente di Splinter!-
 
Appena pronunciate quelle parole, Frel colpì Tredil ad un braccio, senza cintura forse glielo avrebbe portato via. Il
 
soldato Niano gridò, spuntarono le scaglie, la coda, i suoi aculei e cominciò a colpire a ripetizione Frel che si
 
difendeva a malapena con la sua katana.  In pochi secondi lo disarmò e con crudeltà affondò la sua spada nel corpo
 
dell’avversario. Frel gettò un grido, non era mai stato colpito così, senza cintura sarebbe morto. Leiad accorse subito,
 
Tredil era come inebetito e balbettava:
 
            -S-scusami…n-non volevo…n-non so perché l-l’ho fatto…n-non ho mai colpito n-nessuno così-
            -Sei stato addestrato ad uccidere, Tredil? Perché non mi era sembrato quando abbiamo fatto la fusione- chiese Leiad sorpresa -avevo capito che il Consiglio ci era andato piano con te e che non avevi subito torture come Lisad e Beal…-
            -E’ così…io sono stato addestrato solo a ferire ed immobilizzare l’avversario, non ad uccidere, se non in casi estremi…questo non era un caso estremo…sono malato…subirò la lobotomia!-
 
Farad guardava Tredil esterrefatta, non solo era stato oltremodo violento, ma stava provando paura e balbettava pure,
 
segni tipici della follia per qualunque Niano. Frel si alzò da terra, sentiva ancora dolore, ma era tutto intero, per cui
 
disse tranquillamente.
 
            -Non sei pazzo! Potevi andarci più piano, ma sapevi che non sarei morto. La tua reazione è del tutto normale!
Ti ho fatto arrabbiare, non potevi credere che un pivello come me avrebbe potuto metterti in difficoltà, ma te lo avevo detto che ho avuto un grande sensei, pensa a cosa potrebbe fare con te…-
            -Frel sono confuso…non mi reputi pazzo? E nemmeno tu Leiad? Farad?-
            -Per me lo sei- disse Farad era tornata subito impassibile, ma aveva provato stupore e ancora pensava a quella sensazione.
            -Non sei pazzo, sei un soldato, cosa ti ha insegnato fino ad ora il tu sensei? A falciare i cereali nella serra?- Commentò Frel e subito Leiad aggiunse:
            -Concordo! Quelli del Consiglio hanno travisato i consigli che gli ho dato quando sono arrivata sana e salva da Terra. Passano da un estremo all’altro con la vostra educazione, continuano a volervi freddi ed insensibili, quando invece dovete imparare a conoscerli i sentimenti non ignorarli. Guarda la tua reazione Tredil, ti ha fatto vincere ma a quale prezzo?  E se invece di provare rabbia tu avessi provato paura e fossi scappato? Potrebbe succederti con i terrestri!-
 
Leiad era molto saggia, Frel ci vide Astrid e purtroppo pensò che avrebbe tanto voluto rivederla. Per la verità  gli
 
mancavano tutti i suoi amici Niani e terrestri, nessuno escluso, voleva tornare da loro, non si sentiva a casa nella base.
 
            -Penso che il tuo sensei dovrà considerarci mio caro Tredil, se non lo farà sarò costretta ad avvertire il Consiglio- sentenziò Leiad.
            -Non occorre, ci parlerò io, siete tutti degni di essere allenati, anche tu Farad- Rispose Tredil.
            -Adesso però io ho bisogno di riposo, non fa nemmeno bene cominciare a combattere senza scaldarsi un po’… vado… il mio letto mi reclama- disse Frel che agli occhi dei prescelti sembrava più un terrestre che un Niano.
            -Perché il suo letto lo reclama? E’ una versione robotica multifunzione?- Chiese Farad.
            -No, è ironia-
Rispose Leiad e ridendo si avviò verso la serra, le andava di vedere qualcosa di vivo che non parlasse in modo
 
monotono, il silenzio era di gran lunga preferibile. Farad tornò nel suo alloggio determinata a capire meglio le
 
emozioni ed imparare a fare ironia. Tredil invece si mise a fare esercizi, per migliorarsi ma anche per autopunirsi, il
 
suo animo di Niano moderno non tollerava quello che era appena accaduto, si sentiva colpevole, anche se non
 
avrebbe mai ammesso che provava emozioni.
 
Leiad entrò nella grande serra, un sole artificiale attaccato al soffitto mimava il colore rosso-dorato della loro stella
 
Niha quando era in piena attività, le piante erano curatissime e degli insetti simili alle coccinelle terrestri ronzavano
 
operosi. Si sdraiò su una sorta di prato formato da vegetali che potevano sembrare crescioni e chiuse gli occhi. Il
 
ronzare degli insetti le fecero credere per qualche secondo di trovarsi su Ni quando era ancora vivibile, il tempo tornò
 
indietro a quasi quattrocento anni fa, quando era solo una bambina e non avrebbe mai immaginato che l’avrebbero
 
ibernata per i suoi poteri e che avrebbe vissuto così a lungo.
 
            -Quei poveri Ratrizix sotto di te dovevano essere il mio pranzo! Ma pazienza, vorrà dire che mangerò i soliti intrugli elaborati-
Era Yal che a volte veniva nella serra. Lì aveva una specie di piccolo orto personale che curava quando poteva.
 
            -Oh scusami Yal…sono così morbidi…non pensavo che li mangiasse qualcuno…-
            -Certo però sei crudele a spiaccicarli così, cosa ti avevano fatto?-
            -E tu che li vuoi mangiare?-
            -Almeno sarebbero stati immolati per una giusta causa!-
Leiad sorrise.
            -Non peso poi tanto, guarda-
Si alzò ed i Ratrizix tornarono alla forma originale.
            -Lo sapevo! Li ho fatti crescere troppo, ora non sono più teneri-
            -Meglio per loro!-
La Niana si risdraiò sul quel prato morbido.
            -Ma cosa fai qui?-
            -Avevo bisogno di silenzio…sono così tristi questi prescelti, meno male c’è Frel che ogni tanto mi fa sorridere con le sue battute…e vedessi gli altri, non capiscono mai quando scherza, Farad è andata in camera sua a studiare l’ironia, come se fosse una materia scolastica!-
 
Yal sorrise, non aprì bocca per qualche secondo, fissò Leiad, si fece serio e poi disse:
            -Non vedi l’ora di partire, vero?-
            -Sì! Vedrò la mia Astrid! Deve essere bellissima, credo assomigli tanto a Sol o almeno così mi è apparsa nella mente di Frel…l’ho vista da bambina e per pochi minuti mentre dormiva…-
            -Il bello dell’ibernazione totale è che i pensieri che hai prima che ti surgelino restano con te e ti svegli come se fosse passato un secondo, la vedrai prestissimo, relativamente parlando ovviamente!-
            -Già…mancano solo venti giorni alla partenza…-
            -Cercate di fare presto…voglio mettere il mio orticello su Marte…-
            -Farò tutto quello che è in mio potere, te la senti di aspettarmi fuori dall’ibernazione? Non sono tranquilla con Redol ancora in giro, secondo me aspetta che abbassiamo le difese…-
            -Cosa può farci?-
            -C’è una parte di lui, della sua vita che nasconde da tempo… come ti spieghi che nemmeno tu sai chi è la madre di Meredol eppure Redol non ha mai nascosto di esserne il padre…tu hai accesso ai computer, hai riconosciuto Astrid, come ti è sfuggita questa informazione-
            -Non lo so, semplicemente il nome di questa fantomatica donatrice di ovuli è stato cancellato completamente, non c’è nessuna traccia, mentre nel tuo caso ho dovuto faticare un po’ ma sono riuscito a recuperare i dati… nel caso di Meredol è stato impossibile-
            -Vorrei riavere i miei pieni poteri e aprirgli la mente in due!-
            -Adesso che è stato smascherato, tu non puoi usare il tuo potenziale psichico, che rabbia!-
            -A chi lo dici…sono furiosa…poi non mi sento più io…né fisicamente, né mentalmente-
            -Va bene, non c’è bisogno che fai la tragedia terrestre, starò fuori dall’ibernazione, anche perché un giovane biofisico ha teorizzato un sistema per rallentare le funzioni biologiche senza entrare in ibernazione, non è così efficiente come il surgelamento allo zero assoluto, ma almeno i prossimi quattro anni non invecchierò troppo…ho fatto un po’di analisi generali…sembra che mi sia scongelato e ricongelato troppe volte, le cellule rischiano di invecchiare comunque! Userò quella sorta di stasi quando vado a dormire, sarà come se fossi veramente sveglio solo per metà del tempo che ci vorrà per la missione-
            -Ho come l’impressione che anche tu come me sia stanco di vivere in eterno…vero?-
            -Sì…e poi mi sono stufato di vedere tutte queste generazioni di prescelti che si sacrificano per noi…molti di loro li ho creati io…e sono morti prima di me…- Disse Yal abbassando tristemente lo sguardo.
            -Hai ragione…non dovremmo vivere così a lungo…vorrei andare a vivere su Marte e partecipare al suo sviluppo, creare qualcosa insieme a mia figlia, deve essere molto stimolante inventare nuovi esseri viventi…e poi un giorno morire lì…magari pianta anche dai miei nipoti-
            -Chissà cosa verrebbe fuori da un incrocio tra una tartaruga terrestre ed una lucertola Niana- Yal cercava di immaginare, aveva delle basi di zoologia terrestre e quindi sapeva cosa fosse una tartaruga, su Ni c’erano dei piccoli animali ricoperti di grosse scaglie che li proteggevano come un guscio, ma non avevano gli arti retrattili.
            -Vedremo…spero!-
 
Yal si sdraiò anche lui sui Ratrizix e si mise a guardare il triste sole artificiale.
 
            -Però sono proprio comodi questi vegetali dovremmo usarli per fare dei letti naturali!-
 
La Niana che amava era sdraiata vicino a lui e stava per partire per una missione molto pericolosa per un tempo
 
indefinito, avrebbe voluto abbracciarla, perché no baciarla alla maniera terrestre, non chiedeva altro. Rappresentava
 
la perfezione per lui perché in lei c’era non solo la stessa Leiad ma anche il suo migliore amico Sol, pensava che non
 
avrebbe mai potuto amare di più una persona, per questo fece finta di addormentarsi e la lasciò libera di godersi un
 
po’ di silenzio in mezzo a quello che rimaneva di vivente del loro pianeta ormai deserto.
 
 
P.S. Ciao a tutti! ;-)
I nuovi prescelti sono degli imbranatoni quando si tratta di emozioni, Farad è la prescelta più sensibile, mentre Tredil è più soggetto alla rabbia…bè…vedrete cosa combineranno una volta su Marte.
Leiad non vede l’ora di abbracciare la figlia Astrid, chissà se quelle due andranno d’accordo…
Il povero Yal è malato d’amore, Leiad nemmeno si rende conto di quanto soffra per lei, non è più in grado di provare interesse romantico è tutta presa dalla missione e dall’amore materno per Astrid…
Nel prossimo capitolo saremo sulla Terra, i nostri eroi preparano un piano per arrivare a Vertel ed i suoi cyborg.
Faccio i complimenti a chi riesce ancora a seguire, soprattuto ad Eyes che mi ha fatto anche una bella recensione…se arrivate in fondo vi meritate una laurea ad honorem ;-)
 
Altair4
   
 
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