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Autore: AndreMCPro    21/08/2016    2 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Prima di iniziare a leggere:

1. Prendete lunghi e profondi respiri​
2.Non mangiare pesante prima di intraprendere questa avventura
3.Tenersi vicino al bagno (in caso non aveste rispettato il punto 2)
4.Munirsi di secchio perché ci sarà da vomitare dalle risate (nel caso il punto 3 non sia attuabile)
5.
Lasciate ogne speranza, o voi ch’intrate
 

Ai deboli di cuore: è consigliato leggere a piccole dosi, per non incorrere in effetti collaterali o anche gravi.
Leggere attentamente il foglio illustrativo.
 
Ci vediamo alla fine… se ce la fate.
 
Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.99 Il Mondo Folle di Max - Il Delirio ha Inizio
 
I nostri amici sono ormai partiti da molti giorni e l’avvento della magia ci ha dato non poche gatte da pelare… per non parlare dei soliti spacconi che si vanno a fare grossi con cose che nemmeno conoscono. Ad ognuno di loro è stato regalata una settimana nelle nostro albergo preferito, quotato cinque stelle –a detta di Massimo che lo ha già provato una o due volte, con vitto e alloggio gratis con tutti i comfort… la nostra cara prigione del Lupo Ululante. Per fortuna anche Massimo inizia a capire come utilizzare al meglio i suoi poteri e soprattutto la sua trasformazione, che terrorizza anche il sottoscritto. Sì, quando me lo ritrovo alle spalle, anche se inizio a credere che lo faccia apposta.
I festeggiamenti per il quarto anno di vita del regno si avvicinano e alcuni bambini delle città vicine sono venuti in visita alla città in piena evoluzione.
I ragazzi di oggi arrivano da Vulcan City, e visto che l’accompagnatrice è Debora è impossibile non indovinare chi mi ritrovo alla mia destra… il caso ha voluto poi che il nostro Re e amico Sparklez abbia rimediato un paio d’ore di buco tra un impegno e l’altro e ha fatto un salto a salutare il gruppo in visita alla sua bella villa invitandoli a fare colazione con lui. Io araldo della compagnia non posso far altro che accompagnarli.
Ora vi racconterò una storia, qualcosa che i tre protagonisti hanno deciso di cancellare, eliminare, sovrascrivere nei propri ricordi… sempre se una cosa del genere è possibile.
La storia inizia così…
 
Andrea: Era mezzanotte…
Ettore: Era l’una, Andrea
Spark: L’una e mezza
Andrea: Insomma, avete detto che la devo raccontare io quindi voi due silenzio
Spark e Ettore: Va beneee….
 
Andrea: Riprendiamo, era… l’una e un quarto di notte… i fratelli costruttori sono in città sotto richiesta di Seth per riportare l’ordine dopo l’avvento della magia. L’apparizione di strane figure e nuovi mostri ha terrorizzato le persone, ma già dopo una settimana le cose sembrano migliorare. Messaggeri inviati in ogni angolo del regno comunicano situazioni simili entro e fuori i confini e solo dopo un via libera del Re i due sono stati autorizzati a superare i confini per aiutare e scambiare informazioni con i regni vicini.
Ettore: Andrea, stai divagando.
Spark: Lascialo fare, in fondo sta parlando bene del suo Re!
Andrea: Insomma, posso? Bene… ricapitolando, la situazione è abbastanza chiara. In quella fatidica notte sento un rumore strano provenire dalla camera di Massimo. Come minimo stava facendo qualche strana prova, ma a quest’ora proprio no. Mi alzo e vado da lui innervosito, apro la porta.
«Insomma, vuoi finirla?» Ma lui e sdraiato sul suo letto e sta beatamente dormendo, solo che nel sogno si è trasformato in Signore Innaturale e ha distrutto il suo letto.
«Cavolo, e adesso? Come faccio a farlo svegliare senza che distrugga tutto? Ma tu guarda se deve succedere quando Seth non è a casa… almeno se succedeva qualcosa non se la prendeva con me»
Provo a pensare a chi chiedere aiuto, ma la soluzione non è delle migliori.
«L’unico dopo massimo e Seth è Spark…» Mi dico. «Cavolo, tanto vale far saltare tutto in aria»
Spark: Ehi, che vorresti dire?
Ettore: Hai quasi fatto saltare in aria la tua stessa casa. A mio parere è stato anche abbastanza buono … Sire. Andrea, prosegui, dai.
Andrea: Arrivo alla villa di Spark in piena notte. Mi lasciano passare senza problemi, non sono nell’esercito ma sono comunque un loro superiore.
«Buonasera ragazzi, tutto tranquillo da queste parti?»
«Sissignore, nessuno dei nuovi mostri in zona. La purificazione dei nodi oscuri sembra sia stata completata»
«Io vado a trovare il Re»
«Le serve qualcosa di urgente signore?»
«Purtroppo sì, e mi serve il suo aiuto»
Il soldato mi lascia passare ed entro in casa. Scendo nei sotterranei invece che andare nelle camere.
«Andrea ma che ci fai qui a quest’ora?» Chiede Spark vedendomi arrivare.
«TU piuttosto, che ci fai a quest’ora di notte con il banco da lavoro arcano davanti? I tuoi servitori mi hanno detto che sei qui sotto da tre ore»
«Ma no, mentono, sono appena arrivato» Poi si volta verso l’orologio che batte un colpo. L’una e mezza.
Spark: Vedi? Era l’una e mezza!
Andrea: Non ti caccio solo perché sei il re, te ne rendi conto vero?
Comunque… l’orologio batte un colpo. L’una e mezza.
«Ops, credo che siano stati anche troppo buoni… ne sono passe quattro»
«Dormire? Non ti farebbe male, lo sai?»
«Divertente detto da uno che se ne va in giro per la città a quest’ora. Mi devo preoccupare?»
«Non lo so… non credo a quello che sto per dire, ma… credo che mi serva il tuo aiuto»
Spark mi guardo sorpreso, e quando gli spiego quello che stava succedendo raccoglie subito un diario e una penna, e tutto rimpettito mi dice: «Andiamo allievo»
Vi dico solo che mi sono dato una pacca sulla fronte da solo… parecchio rumorosa.
 
Nel viaggio di rientro incrociamo Ettore che corre verso l’agenzia, la mia casa.
«Ehi, Ettore, dove vai di corsa?» Urlo facendo abbaiare più di un cane.
Lui si volta e ci aspetta. Il suo sguardo era perplesso.
Ettore: per forza, mi avevi appena chiamato da casa tua e poi ti ritrovo dietro di me ignaro di tutto.
Bambino: perche il signor Andrea è veloce!
Ettore: Si lo so, ma la casa di Spark… ehm… di RE Spark è dall’altra parte della città!
Andrea: Tranquillo ragazzo, ora ci arrivo…
Bambini: *Silenzio assoluto*
???: *bassissima voce, da fuori la porta* Sangue! Sangue! Sangue! Sangue!
Andrea: Ehm… dicevo… ci avviamo verso l’agenzia. Nel mentre Ettore ci spiega che è venuto verso casa nostra perché ha ricevuto una chiamata da parte mia giusto un minuto prima. Io gli spiego che è impossibile, che non ho neppure toccato il mio comunicatore, ma lui mi mostra il suo con la notifica di chiamata ricevuta. Rimango confuso, ma poi gli dico: «Poco importa, una persona in più può sempre tornare utile. La situazione potrebbe degenerare…»
«In che senso?»
Arriviamo proprio in quel momento in vista dell’agenzia, e gliela indico come per dirgli di vedere lui stesso. in lontananza sembra tutto tranquillo, ma raggiunto il cancello di ingresso notiamo qualcosa di strano: l’edificio sembra ondeggiare come quando guardi qualcosa di lontano sotto l’arsura estiva.
«Cavolo, questo è Massimo!»
Corriamo dentro la villa, e più ci avviciniamo più sembra che tutto ondeggi, come se fossimo ubriachi. Entriamo nella camera, e come immaginavo Massimo è l’origine di tutto.
«Presto, fai qualcosa Spark!»
«E cosa vuoi che faccia?»
Ettore gli passa una bacchetta. lui lo guarda euforico e poi lancia una scarica elettrica… o per lo meno ci prova, perché per quanto il focus è grezzo e mal fatto dalla bacchetta partono palline di ghiaccio.
«Stupido focus, perche non funzioni?»
Agita la bacchetta e parte una scarica che colpisce in pieno Massimo, che non reagisce. Nepure il minimo contraccolpo.
«Ok, e adesso?» Chiede Spark voltandosi verso di me. Io alzo le mani. Pochi istanti dopo si forma un vortice dal corpo di Massimo che diventa sempre più forte e sembra voglia risucchiarci.
«Cosa diamine hai fatto Spark?» Grida Ettore tenendosi alla porta, ma lui non fa in tempo a rispondere che viene risucchiato dentro.
«SPARKLEZ!» Urlo io con tutta la forza che ho. Ettore mi guarda confuso da quello che sta succedendo, ma poi il suo sguardo torna deciso. Punta il vortice e si lascia tirare dentro.
«No Ettore, non…» Ma lui è già stato preso. Il vortice sembra puntarmi e diventa ancora più maledettamente forte.
«MASSIMO SVEGLIATI!» Ma lui non mi sente e pochi secondi dopo sono dentro anche io.
 
Bambino: Ma che storia è? Siete tutti morti…
Spark: Magari Bambino… magari.
 
Andrea: Mi risveglio. Sia Spark che Ettore sono lì con me.
«State bene?» chiedo tirandomi su con il loro aiuto
«Sì ma non capisco dove siamo…» Risponde Ettore. «Non ho punti di riferimento, e la bussola… Guarda gira a vuoto come nel Nether»
Mi guardo intorno e quello che vedo è tutto al di fuori del Nether poi alzo gli occhi al cielo e quello che vedo è un cielo violaceo.
«Ma che cosa significa…? Dove diamine siamo?»
Ci iniziamo a guardare in giro alla ricerca di qualche indizio, ma la pianura sembra deserta. Dopo circa una mezz’ora di cammino intravediamo una figura davanti a noi… un mob ma assolutamente strano. Ci avviciniamo per capirci qualcosa e quando questo ci sente arrivare si volta e quello che vediamo e assolutamente sconvolgente.
«Massimo, sei tu?»
l’essere di fronte a noi è vestito in abito nero da sera con un lungo mantello nero di colore scarlatto all’interno. Il volto è quello di Massimo, ma bianco, con denti da vampiro e filo di sangue che scende su di un lato… ci guarda, poi si avvicina di scatto.
«Attenti!»
Tutti proviamo a prendere le nostre armi, ma queste non sono più nei nostri inventari… che sono completamente vuoti. il vampiro Max si avvicina. Poi si ferma ad un passo da me, mi ride in faccia con una risata soffiata tipo serpente e poi si trasforma in un pipistrello, lasciando dietro di se’ una nuvoletta grigia che svanisce subito dopo. Il pipistrello ha sempre il volto del vampiro, più piccolo ma sempre lui che se la ride volando via.
Io cado all’indietro senza parole.
«Andrea… ma che significa…?»
Guardo Ettore… ma non so dargli una risposta perche non ne ho la più pallida idea.
«Andrea, alzati e cerchiamo qualcosa per armarci»
«Non c’è problema»
Inizio a digitare sulla mia pulsantiera. «Con questa riavremo le nostre armi in un attimo»
Digito il codice per far apparire tre spade in diamante e premo invio
Andrea ha ricevuto: [Papavero] x 3
«Ma che…? forse ho sbagliato io, un attimo ancora ragazzi»
Digito nuovamente stando attento a quello che premo
L’oggetto è stato evocato
«No un momento cosa…?»
Davanti a me appare un serpente che  subito scappa via. Io rimango a fissarlo ammutolito. Dopo qualche metro il serpente si volta e sulla sua testa vedo un sorrisino malefico e un’altra volta una risata soffiata.
«Muori brutta serpe!»
Digito kill. La serpe muore… Ma per un attimo, perché subito genera altre due serpenti che scappano via.
«Ma che stai facendo?» Chiede Spark.
«Io non lo so, i codici sembrano sbagliati, eppure li sto scrivendo bene…»
«Forse si è rotto con la caduta» Azzarda Ettore.
«Ma no, è impossibile, aspettate ci riprovo »
Provo a digitare qualcosa di diverso, come… due rose, magari appaiono le spade, ma sullo schermo appare questo:
 
Sto dormendo.
Non rompere.
 
Il bracciale si sgancia, da solo. Si sgancia dal braccio, atterra su delle piccole zampette metalliche e come se avesse vita propria prende e scappa via come un piccolo ragno.
«M-ma che diamine sta succedendo? Dove siamo finiti?»
Ettore e Spark sono senza parole… Il mio dispositivo è sparito dietro a un masso scappando via come un granchio, di lato… sempre che quel coso abbia un lato.
«Ma si può sapere in che diavolo di mondo siamo finiti?» Mi chiede Spark, che ancora non riesce a spiegarsi quello che vede.
«E lo chiedi a me? Io che ne so?»
«È colpa tua, Andrea! Ci hai chiamato tu e guarda in che guaio siamo finiti! Forse quando farà buio riuscirò ad avere qualche punto di riferimento, ma fino ad allora?» Mi grida contro il povero Ettore, visibilmente innervosito dalla situazione.
Tutta colpa di mio fratello. Se lo prendo…
«Ehi, guardate, un maiale! Prendiamolo, almeno mangeremo qualcosa questa notte!»
Ci avviciniamo lentamente alla nostra cena, accerchiandola per non lasciarla scappare
«Vieni qui, piccola braciola di maiale arrosto…»
«Braciola di maiale ci sarai tu»
La voce ci blocca. Ci guardiamo tutti e tre come se avessimo avuto una allucinazione e cercassimo conferma, e la conferma è nei nostri sguardi… Il maiale ha veramente parlato. Torniamo a fissare il maiale, che si alza sulle sue zampe posteriori prendendo una forma umanoide e si volta. I suoi occhi hanno una maschera in stile Zorro, e quello con un gesto fulmineo ci manda a quel paese scappando via a tutta velocità. Noi siamo allibiti. Guardo di nuovo i miei compagni e anche loro non sano che dire.
«Ragazzi… io non ho fame» Affermo.
«Nemmeno noi» Rispondono in coro Ettore e Spark.
Decidiamo di proseguire il nostro viaggio verso nord… o ovunque stiamo andando.
Nel frattempo si fa’ buio ed iniziano ad uscire le stelle. Un altro spettacolo che ci toglie il fiato… ma non per lo stupore.
«Ehi, ma che razza di costellazioni sono quelle? Non le riconosco» Inizia Ettore.
«Ma come no?» Alzo gli occhi e subito riconosco Orione. Lo indico. «Quello è Orione, quindi da questa parte c’è l’orsa minore e l’orsa maggiore, detti anche grande e piccolo carro. Verso sud ovest ci dovrebbe essere il toro, e il leone credo che non si veda. Forse il sagittario…»
Abbasso la testa indicando il nord ma i miei amici mi guardano perplessi.
« Beh, che c’è?»
«Ma che razza di costellazioni hai nominato? Tu riconosci queste stelle?» Chiede Ettore.
«Beh, sì, me le ha insegnate un po’ il professore e qualcosa Massimo, perché?» E mi rendo conto: queste stelle sono nel mio mondo.
«Ehm… dobbiamo trovare Massimo»
«Sì, forse è l’unico che ci può aiutare»
Continuiamo a camminare e dopo un’altra mezzora troviamo un grande albero.
«Ottimo, legna! Almeno riusciremo a fare qualche arma, anche se debole» Spark tira il primo pugno per rompere la pianta ma questa non si muove di una virgola.
«Ahi! Ma di cosa è fatta questa pianta? Di pietra?»
«Perché Spark?»
«Non si rompe!»
Ma subito dopo sentiamo un fruscio tra le foglie, ci voltiamo verso destra, ossia la direzione da cui arriva il rumore, e quello che vediamo è un ramo della pianta, bello grande, che si è piegato e ci sta venendo addosso a tutta velocità. Abbiamo giusto il tempo di imprecare.
«OH MIO DIO!» Grido, e veniamo catapultati tutti e tre in direzione… uh… sinistra rispetto a dove stavamo andando prima… da un colpo secco della pianta, come se fossimo delle palle da baseball, scagliati alla velocità della luce più in alto che mai.
«UN PLATANO PICCHIATOREEEEeeeee…»
 
Il nostro volo finisce su di una nuvola, che arresta la nostra folle corsa prima di finire fuori dall’atmosfera. Incagliati come su di una ragnatela, incapaci di muoverci, tentiamo inutilmente di liberarci.
«Ma che diavolo significa? Queste non sono nuvole, ma ragnatele!»
Spark tenta di liberarsi, ma peggiora solo la situazione. Poi ad un tratto sentiamo un gran rumore sopra le nostre teste. Allzando lo sguardo vediamo che le stelle si muovono, e sembrano stiano giocando a flipper con una stella cadente.
«Me ne voglio andare da qui, subito!» Ettore inizia ad avere paura, è non è il solo.
«Credo che ti abbiano sentito» risponde Spark irrigidendosi di colpo. Un ragno gigante sta venendo nella nostra direzione.
«No, vai via!» Urla Spark, e a quel punto… l’imprevedibile. Il ragno alza la testa mostrando il suo muso e quello che vediamo è un volto, quello di Massimo, che ci fissa serio.
«Massimo, sei tu? Liberaci, per favore!» Gli chiedo supplicandolo, ma era meglio stare zitto perché quel maledetto ragno-Max estrae da chissà dove un paio di forbici e facendo il suo sorriso malefico e ridacchiando sotto i baffi inizia a tagliare la ragnatela… liberandoci sì, ma tenendoci appesi per un filo.
 
Ettore: non hai detto come ha fatto a impugnare le forbici
Andrea: perché forze me lo sto ancora chiedendo?
Spark: senza parlare poi del tipo di forbici, erano davvero grandi! Poteva potare un grandalbero come se fosse un ramoscello!
Andrea: non esagerare, Spark, ok erano grandi ma non fatte di interi bloccki. Comunque, dove ero arrivato? Ah, sì, dicevo…
«Massimo ma cosa vuoi fare?» Grido. Lui inizia a sghignazzare e con un taglio netto ci fa precipitare nel vuoto.
«IO TI AMMAZZOOOOO!» Grido, e questa è l’ultima cosa che quel ragno ha sentito dalle mie labbra
  
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