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Autore: nikita82roma    21/08/2016    5 recensioni
E’ passato circa un mese dalla fine di Always Again. Kate lavora al distretto, Rick segue i suoi progetti. Ma si stanno avvicinando delle date importanti, delle occasioni che Castle vuole festeggiare con Kate, riprendendosi il tempo sottratto dalla sorte e da loro stessi. Sarà un momento per avvicinarsi ancora di più, ma anche per chiarire tante situazioni rimaste in sospeso, guardarsi indietro per andare avanti. Insieme.
Una storia breve di 3 capitoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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- Non ti ho mai visto lavorare così tanto!
Kate era entrata nello studio di Castle e lo scrittore era alla sua scrivania, intento non a scrivere ma a leggere, quella mattina, la sceneggiatura dei primi e due episodi di Nikki Heat mentre appuntava freneticamente a mano le sue annotazioni. La serie tv si sarebbe fatta. Aveva parlato anche con il network che aveva già ordinato il pilot, avrebbero fatto i casting finali a giorni e lui aveva messo come condizione imprescindibile che partecipasse alla scelta dei protagonisti e alla revisioni degli script. Non poteva permettere che rovinassero la sua creatura.
Si era a mala pena accorto della presenza di Kate alle sue spalle che lo aveva abbracciato facendo scendere le braccia sul suo petto, accarezzandolo dolcemente. Lasciò cadere la matita che teneva in mano per portarla sopra quella della moglie.
- Vieni qui... - le disse allontanando la sedia dalla scrivania e convincendola senza sforzo a sedersi sulle sue gambe. Kate appoggiò la testa sulla sua spalla tenendo le braccia intorno al suo collo e giocando con i suoi capelli e con il lobo dell'orecchio.
- In realtà non credo di averti mai visto lavorare. Sembri quasi una persona seria. - gli disse prendendolo in giro e lui fece una faccia un po' imbronciata. Lo adorava così. Gli afferrò la mascella con una mano per avvicinare le labbra di Rick alle sue baciandolo, quanto adorava baciarlo ed essere baciata da lui! Il cellulare di Kate li interruppe facendo sbuffare Castle che grugnì per il disappunto.
- Non rispondere... - Si lamentò cercando di catturare di nuovo le sue labbra mentre lei arretrava per guardare lo schermo e capire chi fosse, ma Rick aveva bloccato la schiena di Kate con le sue grandi mani avvicinandola a se e baciandola sul collo e sulle clavicole lasciate scoperte dalla camicia con i primi bottoni lasciati provocatoriamente aperti. - ... Non rispondere - disse ancora aumentando l'intensità dei suoi baci
- Castle ti prego è il distretto... - provò a sottrarsi con poco successo fino a quando fu lui a fermarsi appena lei rispose, non senza sottolineando il suo disappunto.
- Babe, devo andare... - disse con voce veramente dispiaciuta dopo averlo baciato ancora. - ... Hanno fermato il nostro sospettato e lo stanno portando al distretto, lo devo interrogare.
- Finirà che dovrò uccidere qualcuno per vederti un po' di più - Si lagnò Castle. Kate fece una smorfia di disappunto, non poteva dargli torto. Nelle ultime tre settimane aveva ripreso a lavorare a pieno ritmo, c'erano stati una serie di casi molto complessi e lei era stata molto impegnata, più di quando avesse voluto. Però si conosceva e la conosceva anche Castle. Sapevano entrambi che lei era una che non si risparmiava e fino a quando non risolveva i suoi casi non riusciva a staccare. Rick sapeva dall'inizio che la storia dell'orario ridotto con Beckett non avrebbe retto. Sì, era stato così in quei giorni senza casi particolari che richiedevano la sua attenzione, ma appena gli omicidi si erano accavallati, uno più intricato dell'altro, Kate aveva ricominciato a stare troppe ore al distretto, tornando a casa sempre troppo tardi e troppo stanca, faceva appena in tempo a cenare, farsi una doccia e poi crollava a dormire esausta e la mattina dopo appena suonava il telefono scappava di nuovo al dodicesimo. Castle era riuscito a strappare un compromesso: andare ad un orario umano al distretto, fare colazione insieme prima che lei uscisse così da assicurarle almeno un paio di pasti regolari al giorno, anche se lui cercava di ritagliarsi sempre dei momenti durante la giornata per passare da lei a portarle il pranzo o qualche dolce per fare uno spuntino, così aveva anche la scusa per vederla e farla staccare qualche minuto facendole prendere una pausa forzata passando del tempo insieme in sala relax.
- Rick non dire scemenze. 
- Passi più tempi con presunti assassini che con me. - il suo disappunto andava oltre lo scherzo, lo percepiva dai lineamenti tesi e dallo sguardo basso.
- Ehy, Castle. Un mese. Poi avrai tutto il tempo di vedermi anche troppo. - mancava solo un mese a quando sarebbe andata in maternità. Avevano concordato che ai primi di dicembre avrebbe lasciato il distretto per pensare solo a se e alla sua bambina.
- Non è mai troppo. - Kate si piegò a dargli un bacio e stava per uscire dallo studio di Castle quando lui la richiamò. - Beckett, ti ricordi cosa c'è settimana prossima? - Kate sospirò. Erano un paio di settimane che Castle glielo ricordava quasi tutti i giorni, anche volendolo dimenticare era impossibile, ma era altrettanto impossibile che adesso non ricordasse la data del loro matrimonio.
- Castle posso dimenticare il nostro anniversario?
- Vorrei farti notare che ti sei dimenticata molto di più! - Castle sorrise e lei scuotendo la testa uscì
- Ciao Castle, ci vediamo dopo, tanto so che verrai al distretto.
Kate era da tempo che ci pensava. Ormai era più di un mese che aveva recuperato la memoria ed era più di un mese che con Castle parlavano di tutto tranne che di quello: non quello che era accaduto tra loro in quei mesi, non come era stato lui, non come era stato lei. Kate sentiva la necessità di chiarire alcune cose, Rick non voleva nemmeno accennare a quel periodo ed ogni volta che lei lo faceva o che il discorso involontariamente cadeva lì, Castle faceva finta di niente o se poteva si allontanava. Erano stati d'accordo per i primi giorni ad evitare di parlarne e dedicarsi solo a loro, a ritrovarsi solo attraverso i propri sensi. I giorni però passavano e Kate tornava spesso con la memoria a quei mesi vissuti nel suo personale oblio, ripensando a quello che avevano fatto o detto.

Quando Castle era arrivato al distretto Kate era di nuovo in sala interrogatori. Ci aveva passato tutta la mattina, facendo solo brevi pause. Questo tizio era impertinente e imperturbabile, stava veramente facendo fatica ad ottenere qualcosa e questo la spazientiva oltremodo perché non era una cosa che accadeva spesso.
Rick aveva portato il pranzo e quando Kate uscì per l’ennesima volta, frustrata per quella situazione, vide i contenitori sulla sua scrivania ma non lui ad aspettarla. Si sedette pensando che si fosse allontanato con Ryan ed Esposito, ma lo vide tornare da solo, poco dopo con un gran sorriso sul volto.
- Ti vedo felice Castle… 
- Perspicace Capitano Beckett
- C’è qualcosa in particolare che ti fa stare così?
- Avere una splendida moglie la consideri una ragione sufficiente?
- Uhm… abbastanza lusingante. - disse Kate maliziosa e Castle le diede un fugace bacio che la colse di sorpresa, non aveva mai amato troppe smancerie al distretto, perchè era sconveniente e perchè non voleva farsi vedere dai suoi uomini così, ma in quel periodo gli perdonava tutto, anche troppo pensava lei. 
- Hai tempo per mangiare con me? - Gli chiese Rick prendendo una sedia e mettendosi vicino a lei prima di attendere una risposta.
- Qualche minuto te lo posso concedere. - Kate mosse il collo con movimenti circolari sbuffando un po'
- Sei stanca, vero? - non era una vera e propria domanda quella di Rick mentre apriva per lei uno dei due contenitori e glielo porgeva insieme alle bacchette. 
- È un osso duro. Non cede.
- E non vuoi farlo nemmeno tu. - osservò lui sapendo esattamente come era sua moglie.
- Sai che non lo farò.
- Lo so. - Le disse passandole un pezzo di pollo con le sue bacchette e sorridendole bonariamente mentre lei prendeva il cibo in modo fin troppo provocante facendo diventare il sorriso di suo marito sempre più compiaciuto - Spero solo che finito questo caso ti prenderai un po’ di riposo. 
Kate non gli rispose, ma gli sorrise solamente. Non voleva promettergli qualcosa che non era certa di poter mantenere. Si tuffò sul suo cibo mangiandolo con gusto. Appena ebbero finito Castle andò a prepararle un caffè mentre lei godeva di ancora qualche minuto di relax. Il suo sospettato era stato ricondotto nella cella del distretto in attesa che lei lo interrogasse di nuovo e non riusciva a staccarsi da quello che doveva fare. Rick le appoggiò la tazza davanti e lei se ne accorse solo per l’aroma che arrivava alle sue narici, anche se decaffeinato il caffè di Castle rimaneva comunque il migliore che potesse bere.
Rick si portò dietro la sua sedia, poggiandole le mani sulle spalle e muovendole dolcemente ma con fermezza. Kate si lasciò sfuggire un sospiro troppo accentuato al tocco del marito.
- Sei un po’ troppo tesa Kate… Avresti bisogno di rilassarti un po’, non solo per il tuo bene. - Tolse le mani dalle sue spalle con un po’ di disappunto della donna. Quello era il segnale che Castle si preoccupava per la sua salute più di quanto volesse ammettere, oramai aveva imparato a riconoscere i suoi segnali, ogni volta che metteva di mezzo la loro bimba era il suo segnale per dirle di rallentare e farle venire i suoi sensi di colpa. Ci riusciva perfettamente ogni volta.
- Cercherò di fare il prima possibile. - Gli disse alzandosi per tornare nella sala interrogatori, dopo aver fatto un cenno ad un agente, gesto per tutti loro eloquente che voleva di nuovo quell’uomo sotto le sue grinfie. - Però devi promettermi che continuerai quel massaggio… - Gli ammiccò mordendosi il labbro e lui non avrebbe detto di no a qualsiasi richiesta
- Agli ordini capitano Beckett - Sorrise Castle, lasciandole un bacio sulla guancia ed accarezzandole dolcemente il ventre prima di tornare a casa.

Kate tornò al loft molto più tardi di quanto avesse voluto e di quanto Castle si fosse aspettato. L’aveva però aspettata per mangiare insieme e dopo cena si dedicò amorevolmente a massaggiare le sue spalle ed il suo collo mentre lei era seduta sul divano tra le sue gambe. Era stanchissima, avrebbe voluto solo dormire, ma non poteva anche quella sera, trascurare suo marito. Si rilassò talmente tanto che finì comunque per addormentarsi sul divano tra le sue braccia e Rick la tenne stretta a se fino a quando, indolenzita per la posizione non fu la stessa Kate a risvegliarsi ed andarono finalmente a letto.
Beckett avrebbe voluto riposare molto volentieri la mattina successiva, lasciandosi coccolare dalle braccia del suo scrittore che la tenevano vicino a se, ma qualcuno aveva deciso di uccidere un uomo e nascondere il corpo nel portabagagli di un auto abbandonata in un parcheggio multipiano.
Castle si lamentò molto e la lasciò andare estremamente contrariato ricordandole come doveva riposarsi, stava lavorando troppo e se i primi giorni ci scherzava, ora era diventato molto più serio. Le aveva ricordato ancora che sarebbe stato il loro anniversario da lì a pochi giorni, chiedendole di prendersi qualche giorno per andare via insieme, ma Kate aveva ancora una volta declinato l’invito: non aveva voglia di fare viaggi anche perché se poi fosse accaduto qualcosa a lei o alla bambina voleva essere sicura di poter essere seguita al meglio, e tra poco avrebbe lasciato il suo lavoro per la maternità.
Rick, però, non si diede per vinto. Anche in quegli ultimi giorni Kate aveva lavorato tanto, troppo. Però avevano quasi risolto, a detta sua, il caso di quel cadavere nel portabagagli. Era il pomeriggio del giorno del loro anniversario quando si presentò presto al distretto. La mattina Rick si era svegliato prima di lei, portandole la colazione a letto e si concessero qualche minuto di coccole in più del solito. Gli aveva anche chiesto di non farle nessun regalo, perché “il mio regalo sei tu ed essere tua moglie” facendolo commuovere come poche volte lo aveva visto. Kate non era solita a queste esternazioni per questo avevano ancora più valore, ma tutto quello che era successo qualcosa aveva cambiato anche lei e capiva che aprirsi di più con la persona che ama era una cosa positiva non solo per lui, ma anche per se stessa.
Beckett nel vederlo rimase sorpresa ed anche un po’ infastidita. Erano rimasti d’accordo che sarebbero andati a cena insieme, ma era veramente troppo presto.
- Dai Beckett andiamo - Le disse interpretando il suo sguardo interrogativo e prendendo il suo cappotto appoggiato dietro di lei.
- Castle, dove dobbiamo andare? - Rispose fin troppo acida.
- A festeggiare il nostro anniversario, dove se no?  - Castle aveva uno di quei suoi sorrisi soddisfatti che le faceva venire voglia di prenderlo a schiaffi. Era una di quelle situazioni che le faceva ricordare benissimo perché appena lo aveva conosciuto una cose che pensava più spesso era che gli avrebbe sparato.
- Rick ma… devo finire, ho ancora da fare… - Protestò ancora Kate.
- No, Capitano Beckett, può andare. - La Gates era uscita dall’ufficio e la guardava appoggiata al muro con le braccia conserte ed un sorriso inusuale mentre ancora in modo più inusuale si scambiava occhiate complici con Castle. Kate li guardava entrambi allibita. - Poi le spiegherà il signor Castle. Per ora pensi solo a riposarsi. E lei - disse indicando Rick - non la faccia stancare troppo! 
La Gates li liquidò con un sorriso più che allusivo che lasciò entrambi a bocca aperta. Rick mostrò il braccio a sua moglie invitandola a seguirlo e lei, dopo essersi messa il cappotto e presa la borsa, non potè fare altro che seguirla, sotto lo sguardo divertito di Ryan ed Esposito che li salutavano con la mano sbeffeggiandoli.

- Allora? - Gli chiese Kate impaziente una volta salita in macchina. Rick per l’occasione aveva preso la Ferrari e lei non capiva proprio le sue intenzioni. - In qualunque posto pensi di portarmi con questa macchina, prima dovrei andare a casa a cambiarmi, non credi?
- Avrai tutto il tempo per cambiarti, ma non è necessario. Puoi anche toglierti tutto e mi vai benissimo, anzi anche meglio - Disse lui facendogli l’occhiolino e lei sbuffò e si voltò guardando fuori. Poi minuti dopo fermò l’auto e scese ad aprirgli la portiera.
- Allora Beckett, andiamo? - Rick le porse la mano e la invitò ad uscire. Erano davanti al Four Season e Kate sembrava non capire. Era stata lì con lui quel giorno che avevano discusso, non certo un bel ricordo, perché andare lì?
- Castle, ma…. - Provò a protestare, ancora presa in contropiede, ma meccanicamente uscì e lo seguì ed un ragazzo andò a parcheggiare la sua auto.
- Fidati di me, Kate.
Andarono diretti all’ascensore, Rick selezionò il piano e poi la condusse con sicurezza alla porta della stanza. Non era quella dell’altra volta, era diversa sia nell’arredamento che nella composizione. Aveva sempre un’ampia zona pranzo, dei divani molto spaziosi, ma una sola camera con uno dei letti più grandi che avesse mai visto e soprattutto un bagno grande almeno quanto la stanza, dove troneggiava un’enorme vasca idromassaggio vicino alla vetrata panoramica da dove si poteva godere di una vista sulla città e, infine, la grande terrazza
- Spero che le due camere da letto non servano. 
- Castle, perché? - Chiese Beckett
- Non volevi viaggiare, volevi essere sicura che se fosse accaduto qualcosa eravamo vicino e qui siamo a 10 minuti dal tuo ospedale, fidati, l’ho fatta molte volte quella strada, con la Ferrari ce ne possiamo mettere anche meno. - Le sorrise con aria innocente - Ho parlato con la Gates qualche giorno fa. Hai tutta la settimana libera. Hai lavorato un po’ troppo in questi giorni… 
- Castle! - Lo riprese
- Però ha detto che devi lavorare il prossimo fine settimana, ho accettato io al posto tuo. Così potremo festeggiare il nostro anniversario ed il tuo compleanno! Non è grandioso Kate?
- In vacanza a New York, quindi…
- Beh, tanta gente ci viene, c’è un sacco di cose da fare, da vedere… Guarda - Disse tirando fuori dalla tasca della giacca un mazzetto di opuscoli - troveremo qui qualcosa di interessante da fare!
- Castle, ma sono cose da turisti!
- Beh, tu le hai mai fatte? - Kate guardò alcune di quelle brochures
- Io… no… credo di no… 
- E allora faremo i turisti a New York! 
- Castle tu sei totalmente pazzo, lo sai? - Disse sciogliendosi infine e allacciando le sue braccia intorno al collo dello scrittore
- Sì, di te. Anche se ormai non ti posso più abbracciare come vorrei… - Sorrise poggiando una mano sulla sua pancia e beccandosi un’occhiataccia ferale. 
- Ti amo Richard Castle - Gli sussurrò prima di baciarlo

Kate trovò in camera una valigia con tutte le sue cose ed un porta abiti con un vestito.
- Di solito non avevo problemi ad indovinare la tua taglia, spero di riuscirci anche ora - Rick sorrise ironico e Kate stette al gioco
- Cosa vuoi dire, Castle? Vuoi insinuare ancora che mi sono ingrassata troppo? - Beckett sapeva che non era vero, anzi, si era mantenuta in perfetta forma.
- Non sto insinuando questo, è un dato oggettivo e non potrebbe essere altrimenti! - Kate sbuffò dandogli le spalle, sapendo esattamente quello che lui avrebbe fatto e lui prevedibilmente lo fece, andando subito ad abbracciarla avvolgendola da dietro tra le sue braccia - E non sei mai stata così bella come in questo periodo. Sei assolutamente perfetta Kate, lo è ogni parte di te.
Si lasciò coccolare dal suo abbraccio, Rick era sempre stato un uomo ironico e divertente, ma allo stesso tempo anche estremamente dolce ed attento a tutti i suoi bisogni. Con lui riusciva a ridere e commuoversi nel giro di pochi minuti. Nessuno era mai riuscito a farle provare emozioni così forti, nessuno sapeva esattamente quali erano le corde della sua anima da toccare in modo così preciso per farla vibrare. Lui la conosceva meglio di quanto si conoscesse lei stessa.
Disse a Castle di prendere le sue cose ed andarsi a cambiare di là. Protestò un po’ perché aveva sempre trovato estremamente eccitante vederla vestirsi e prepararsi, anche se in realtà Rick la trovava così sempre, e poi gli sarebbe piaciuto vedere il suo volto mentre scopriva il vestito che aveva preso per lei. 
Kate tirò giù la zip della porta abiti e sorrise nel vedere un abito fucsia, con il collo leggermente alto ma che le lasciava scoperte le spalle, che le segnava appena il punto sotto il seno e poi scendeva morbido che arrivava poco sopra il ginocchio. Si truccò senza esagerare e lasciò i capelli sciolti sulle spalle, come piaceva a Rick.
Kate uscì dalla stanza e Rick la stava aspettando con due flutes di champagne, in un completo nero Armani, con una camicia bianca con delle sottilissime righe tramate grigio perla.
Le porse il bicchiere squadrandola da capo a piedi. Era perfetta ed il vestito le stava perfettamente. Sorrise soddisfatto di non aver perso il suo occhio.
- Capitano Beckett, ha degli occhi splendidi - Fece appena tintinnare i loro bicchieri e se lo portò alle labbra senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso. Anche lei assaporò lo champagne solo per brindare con lui. - Anzi, mi correggo, sei tutta splendida.
- Non è casuale questo vestito, vero Castle? Quanto tempo hai impiegato per trovarlo?
- Me lo sono fatto fare. - Le regalò un sorriso malandrino e lei scosse la testa, era incorreggibile.
- Perché proprio questo? 
- Se ti dico perché quella sera avrei voluto togliertelo è poco romantico?
- Decisamente poco romantico Rick - Kate fece una buffa smorfia
- Ok, allora perché il fucsia ti sta benissimo. Però era vero che avrei voluto togliertelo!
- Castle! Finiscila! - Gli diede una leggera gomitata e poi lui la prese sottobraccio.
- Allora, signora Castle, andiamo a cena?
- Volentieri signor Castle.

Cenarono nel ristorante dell’hotel ed anche lì Kate ci mise poco a notare l’intervento di Castle, perché non poteva essere un caso che in tutta la sala, l’unico tavolo isolato era il loro. Non ebbe nemmeno bisogno di ordinare, perché Rick aveva già ordinato il loro menù, tutti piatti che Kate amava particolarmente o che per loro avevano un significato speciale. Durante la cena non parlarono molto, lasciarono che fossero i loro sguardi a farlo e le loro mani che si cercavano continuamente sul tavolo. 
- A cosa stai pensando? - Le chiese Castle vendendola improvvisamente soprappensiero mentre teneva lo sguardo basso e giochicchiava con la verdura rimasta nel piatto
- Al giorno del nostro matrimonio. - Kate alzò lo sguardo e Rick vide i suoi occhi brillare, come facevano solo quando era veramente felice.
- Non è stato molto convenzionale Beckett.
- Cosa abbiamo fatto noi di convenzionale Castle? - Rick rimase a pensare alla domanda della moglie, provò a parlare ma poi si interruppe da solo
- No, non mi viene in mente niente, decisamente no, Beckett… - Sorrise di loro e lo fece anche lei.
- Però è stato perfetto. C’era tutto quello che ci doveva essere, eravamo io e te.
- Veramente non ti è dispiaciuto non aver avuto un matrimonio tradizionale, con tutti gli amici, i parenti e tutto il resto?
- Castle, ascoltami. - Kate si sporse più avanti per prendergli entrambe le mani - Del nostro matrimonio tradizionale l’unica cosa che mi è dispiaciuta è stato che tu non ci fossi, non la cerimonia o la festa, ma solo che non sapevo che fine avevi fatto per due mesi e quella è stata l’unica cosa terribile. Il resto lo sai, non era importante. Certo non ti dico che mi sarebbe dispiaciuto, ma l’unica cosa importante del nostro matrimonio eri tu. Potevamo anche essere io e te in uno scantinato, avrei avuto tutto, perché avevo te. Non cambierei il nostro matrimonio con nessuna festa perfetta al mondo.
- Ti devo sempre una luna di miele come si deve Kate.
- Me ne ricorderò Castle.
Rick prese la sedia e si spostò da davanti a lei al suo fianco, così da potergli essere più vicino. Quando il cameriere venne a togliere i piatti, spostò le sue posate dove era seduto ora Rick, che fece un cenno di approvazione con il capo.
Kate abbassò di nuovo lo sguardo, Castle, ormai vicino a lei, le sollevò il volto invitandola a guardarlo.
- Che altro c’è Kate? Questo non è uno sguardo da bei ricordi…
- Pensavo all’anno scorso.
- Non ci pensare. 
- Non doveva andare così, Rick.
- Abbiamo solo festeggiato con un giorno di ritardo, ricordi? Direi che abbiamo anche festeggiato alla grande, no? - Rick le fece un’occhiolino malizioso e Kate arrossì sorridendo. Lui impazziva nel vederla così, tanto si imbarazzava in quelle situazioni quanto non aveva alcun imbarazzo quando più contava per lui.
- Castle io vorrei una cosa, per noi.
- Quello che vuoi.
- Aspetta a dirlo, potrei prenderti in parola. Vorrei che non ci fossero più cose non dette. Che quello che ci ha fatto star male, che abbiamo dentro, possiamo trovare il coraggio di dircelo. Per non avere più zone d’ombra.
- Kate, per favore, non roviniamo questa serata… - La supplicò Rick
- Non voglio farlo. Non ti dico di cominciare ora, però voglio che mi prometti che lo faremo. Rick, amore mio… Se c’è qualcosa che ti fa star male io voglio che tu sia libero di parlarne con me, che tu non ti debba tenere tutto dentro e voglio sentirmi libera di fare lo stesso con te. 
Kate prese la mano sinistra di Rick e la strinse tra le sue. Il suo tono divenne più basso, quasi un sussurro che potesse sentire solo lui.
- Ti amo, Richard Castle. La mia vita è diventata straordinaria da quando ci sei tu e lo è sempre di più, nonostante tutto quello che abbiamo affrontato anche in questi due anni. Ma tu sei sempre la mia certezza, il mio porto sicuro dove posso sempre tornare ed il tuo abbraccio è sempre il posto migliore in assoluto per ripararmi da tutto il resto mondo. Sei l’amore della mia vita e tutto quello che ho e che avrò di bello - si fermò solo un’istante per avvicinare le loro mani al suo ventre - lo devo a te. Grazie per esserci sempre stato e per essere così come sei, splendidamente perfetto per me, con tutti i tuoi difetti. - Sorrise infine, ma gli occhi erano velati di lacrime e la voce incrinata dall’emozione difficile da trattenere. Accarezzò più volte la fede sul suo dito e poi la baciò.
- Beckett, dimmi la verità, te lo eri preparato questo discorso? - Lei scosse la testa ridendo e gli accarezzò il volto per cancellare quelle due lacrime scese dai suoi occhi color del mare, poi fu lui a prenderle la mano tra le sue.
- Ti Amo Katherine Beckett e so con certezza che nella mia vita non potrei mai amare nessuna donna che non sia tu. In te c’è tutto quello che amo e che amerò. Sempre. Sei quello che ho cercato per tutta la vita in tutte le donne che ho incontrato, ma nessuna era te. Sei la sola ed unica, perchè solo tu hai saputo farmi diventare un uomo migliore, degno di te. Sei la luce che illumina tutti i miei giorni. Non mi stancherò mai di accoglierti tra le mie braccia e farti rifugiare tutte le volte che vorrai e proverò sempre ad amarti come tu meriti e non mi stancherò mai di esplorare il tuo mistero.
La baciò teneramente ed avrebbero continuato se il cameriere dietro di loro non si fosse schiarito la voce per richiamare la loro attenzione. Si staccarono sorridendo imbarazzati mentre il ragazzo rosso in volto poggiò i piatti davanti a loro augurandogli buon appetito e congedandosi rapidamente. Poi risero di gusto entrambi e in quella risata scaricarono anche tutta la tensione e le emozioni accumulate. Risero fino ad avere le lacrime agli occhi e i crampi allo stomaco e non sapevano nemmeno loro perché, risero perché erano semplicemente felici, felici come da tempo non erano. Felici e liberi di esserlo. E si imboccarono a vicenda prendendo pezzettino per pezzettino da quei piatti di dolci misti, un po’ di tutto quello che piaceva ad entrambi, così come gli piaceva sempre aspettare che fosse l’altro a passargli il cibo, la trovavano una cosa divertente e intima allo stesso tempo.
Quando si alzarono finita la cena, il cameriere li osservava ancora imbarazzato da lontano: Rick gli lasciò una generosa mancia sorridendogli prima di uscire dal ristorante tenendo sottobraccio Kate e sarà stato il vestito appariscente o semplicemente perché era sempre più affascinante con quella camminata sensuale innata, in molti si voltarono a guardarli e lui si sentì estremamente orgoglioso.
Arrivati in camera, Castle fu finalmente libero di fare quello che voleva da quando l’aveva vista prima di andare a cena: toglierle quel vestito. Kate a distanza di anni non riusciva ad abituarsi ancora a quello sguardo su di se: Rick ogni volta la guardava come la prima volta che era stata sua. Si sentiva completamente a nudo sotto il suo sguardo e non perché era senza vestiti, ma perché quello che lui riusciva a spogliare era la sua anima: quello di Castle non era solo uno sguardo carico di desiderio e passione, quella sarebbe stata la cosa più normale in quella situazione. Lui la accarezzava con gli occhi, ovunque il suo sguardo si posasse, lei sentiva tutto il calore del suo amore, perché Rick non la guardava come un uomo guarda una donna, lui la venerava, letteralmente e Kate ancora non riusciva a capacitarsene di come potesse essere lei il destinatario di tali attenzioni.
- Rick… - Lo chiamò per cercare di farlo smettere di osservarla così e allungò una mano verso di lui. Lei era rimasta immobile fino ad ora come se lo sguardo di suo marito l’avesse paralizzata. Lui prese la sua mano, facendola avvicinare a se e Kate scavalcò il vestito ancora adagiato ai suoi piedi e raggiunse le braccia di Castle ancora completamente vestito. Era così strano appoggiare il suo corpo nudo sulla sua morbida camicia di cotone e seta. Rick la allontanò poco da se, con il dorso della mano le accarezzò un braccio: Kate rabbrividì e lui percependo la sua reazione si lasciò scappare un sospiro.
- Dio mio Kate, sei perfetta.
Beckett sorrise amaramente scuotendo la testa, portandosi istintivamente una mano su quella nuova cicatrice sul suo corpo. Castle gliela prese e l’accarezzò lui, con quella dolcezza che solo le sue mani potevano avere sul corpo di lei.
- Non scherzare Castle… - Gli disse Kate in un sussurro.
- Fanno parte di te Kate, di quello che hai vissuto, di come siamo arrivati qui. Sono tue e tu sei perfetta così e non sarà nessun segno sul tuo corpo a farmi cambiare idea. Ognuno di questi segni mi hanno fatto capire di più quanto ti amo. 
Kate fece una smorfia e Rick la guardò perplesso. Poi gli sorrise scuotendo la testa, vedendo la preoccupazione che già aveva invaso il volto di suo marito.
- Tua figlia… non sta molto ferma… - Rick si precipitò a sentire ed avvertì chiaramente i suoi movimenti, guardando estasiato sua moglie negli occhi. Si emozionava sempre, ogni volta.
Andarono in camera seminando i vestiti di Castle e quel che rimaneva di quelli, pochi, di Kate e poi passarono il resto della notte uno tra le braccia dell’altra, ad amarsi e coccolarsi per poi dormire e ricominciare quando si risvegliavano. Non avrebbero potuto chiedere nulla di più a quel giorno.

   
 
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