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Autore: kleis87    22/08/2016    4 recensioni
Dopo l'aggressione a Saint Antoine la consapevolezza di Oscar sui suoi sentimenti per Andrè, che come una furia abbattono il muro di freddezza dietro il quale si era nascosta per tanto tempo. Come affronterà tutto quello che ne deriva? Una rivisitazione senza pretese della storia originale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora, salve a tutti ed eccoci con il secondo capitolo! Volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto la mia storia e anche tutte quelle che hanno speso un momento in più per recensirla! Grazie davvero!Io ho sempre scritto solo ed esclusivamente per me, la pubblicazione di questa storia è un pò un “ colpo di testa “ chiamiamolo pure così , e devo ammettere che mi spaventava parecchio!Tuttavia , nemmeno nelle mie visioni più speranzose avrei mai immaginato di avere un riscrontro così positivo!Quindi ancora grazie anche per i preziosi consigli , che aiutano sempre a crescere... Vi lascio al secondo capitolo, questa volta dal punto di vista di Andrè! Baci e buona lettura.

 

Il posto delle fate

 

 Riesco distintamente ad avvertire il peso di ogni mio respiro.E’ profondo e affrettato, l’aria è così pesante che fatico a tirarla fuori dai polmoni.Devo provare a calmarmi se voglio sopravvivere , o morirò in questo stesso istante.

“Maledizione!”

E’ un’imprecazione la mia,tanto ovvia quanto inutile.Cosa è successo in quella stanza?Batto un pugno contro la porta ma il dolore che ne ottengo è nulla in confronto alla frustrazione che mi assale.Non riesco a stare in piedi e non riesco a sedermi.Mi avvicino alla scrivania , unico vezzo della mia stanza di servo colto,immergo le mani nell’acqua gelida della bacinella di porcellana e getto ripetutamente l’acqua fredda sul mio volto, più e più volte, passandomi le mani bagnate tra i capelli.

Qualche goccia sfugge, sfiora il collo e percorre la schiena lasciando una scia fredda che ha il merito di calmarmi.Appoggio le mani e guardo dritto nello specchio.

Ciò che vedo è un uomo prostrato dall’amore.Non mi reggono le gambe, devo sedermi.Mi stendo sul letto raccogliendo le mani dietro la nuca.

Cosa è successo in quella stanza? Possibile Oscar , che dopo tutti questi anni tu ti sia davvero accorta di me?Chiudo gli occhi e sospiro.Ho paura di sperare,dopo tutto questo tempo... Se la nonna non c’avesse interrotti io l’avrei baciata,nulla me lo avrebbe impedito.Anche tu volevi baciarmi Oscar? E se avessi interpretato male? Non sarei riuscito a fermarmi, la bestia che giace in me è troppo potente per essere domata. La verità è che io sono nato per proteggerti , ma il pericolo più grande per te Oscar, sono proprio io.

Bere. L’alcool è l’unica cosa che può aiutarmi in questo momento , mi alzo e chiudo la camicia al collo, ma qualcosa mi fa contrarre lo stomaco, mi gela il sangue: il tuo profumo.Porto le mani al volto e inspiro profondamente, è sulle mie mani e dentro al mio cuore. E’ come averti qui.. Inspiro ancora e ancora.Mi alzo di scatto dal letto, sono sempre più convinto che bere sia l’unica soluzione per placare il mio animo in questo momento.

Inutile prendere una candela, un risolino sfugge dalle mie labbra.Invece di preoccuparmi della mia imminente cecità, l’unica cosa a cui riesco a pensare sono le labbra della mia compagna di giochi.Svolto l’angolo del corridoio dopo averlo percorso con passi sicuri, e mi ritrovo sotto l’arcata che divide gli appartamenti della servitù dalla cucina.C’è una luce accesa, cosa molto strana a quest’ora della notte, ma da questa posizione non riesco a vedere di chi si tratti.Avanzo nella luce e quello che mi ritrovo davanti è uno spettacolo che mi riempie di tenerezza.

Mia nonna addormentata su una sedia accanto al camino quasi spento, con ancora in mano quella che sembra una mia camicia .Mi inginocchio al fianco di questa donna che è stata tutto per noi.Le accarezzo piano una guancia e lei apre immediatamente gli occhi, sobbalzando con aria sorpresa.

“Oh Andrè sei tu! Devo essermi addormentata!”

Si agita e fa cenno di rimettersi subito al lavoro, ma la blocco immediamente.

“ Nonna è normale che tu sia crollata, è piena notte e dopo la giornata che tutti abbiamo avuto devi essere distrutta, su va a letto ora...”

Faccio per aiutare ad alzarla dalla sedia ma la mia cara e cocciuta nonnina a quanto pare non vuole saperne.

“ No Andrè non posso! Devo rammendare le tue camicie altrimenti non saranno pronte e poi... domani oh bhè domani ho tantissime cose da fare io...”

Le tolgo letteralmente la camicia dalle mani.So che questo suo comportamento altri non è che la dimostrazione di un profondo affetto, e le sarò riconoscente per tutta la vita per essersi presa cura di me, di noi; ma adesso è il turno di sdebitarmi, seppur in piccolo, e di prendermi cura di lei per quanto mi è possibile.

“Non se ne parla nonna. Le camicie le rammendi domani, avrai sicuramente qualche povera ragazza da comandare , no?”

Le sorrido e mi guarda tra l’offeso e il divertito

“E va bene! Ma bada a come parli sai! Posso sempre usare il mio mestolo!”

Sorrido ancora più vistosamente , l’aiuto ad alzarsi e le accendo una candela , cosicchè  possa farsi strada per il corridoio buio .La prende e mi strofina la spalla in una lenta carezza che vuole essere una buonanotte.La osservo andare via , è sotto l’arco quando il suo passo rallenta , si gira e mi guarda.E mi spiazza.

“Andrè è successo qualcosa in camera di madamigella stasera?”

Guardo nella sua direzione , annichilito,  e la mia mente non può fare altro che andare al TUO viso che arrossisce, e a TE stretta tra le mie braccia che mi guardi come non mi hai mai guardato, al tuo fiato mescolato al mio.

“No nonna, certo che no! Niente di particolare comunque... Ad ogni modo...” provo ad avere un tono neutro, abbasso un secondo lo sguardo e prendo fiato prima di tornare a parlare “ Come mai questa domanda? Oscar... lei.. ti ha forse detto qualcosa? Io...”

“C’ho provato a separarvi sai...” M’interrompe all’improvviso, ma non sta guardando nella mia direzione.I suoi occhi osservano un punto indefinito.

“Ti ripetevo in continuazione che dovevi restare al tuo posto.Che non avevi il diritto di volerle così tanto bene .Ma il vostro continuo cercarvi, il vostro stare sempre insieme, il vostro proteggervi....”

La nonna sospira e mi guarda.Non so cosa dire, la mia mente è in un limbo, imprigionata tra ciò che vorrei e ciò che non oso sperare. Mi sento così confuso. Così perduto. Cosa sta cercando di dirmi?

“Nonna io, non credo di capire . Se ti preoccupi ancora di dover tenere le distanze tra me e Oscar puoi fare sonni tranquilli.Quello che c’era, se qualcosa c’è stato per davvero, fa parte di un tempo ormai lontano..”

C’è un’amarazza nella mia voce che mi stupisce.Sono talmente abituato a non parlare più di questo, a non parlare più di noi, che esprimere a parole i miei pensieri dopo tanto tempo , lo rende reale ed incredibilmente crudele.Il mio cuore ne risente. Devo girare il viso, potrei cedere e piangere. Non voglio dare questo dispiacere a mia nonna.Per oggi ne ha avuti abbastanza.

“Sai una cosa bambino mio?”

La sua voce mi riporta a forza alla realtà.La guardo , come a volerle dire di continuare, ma credo solo di stare mostrando un uomo sconfitto da se stesso.

“Siamo talmente tanto abituati a guardare le cose nella loro consuetudine che purtroppo, spesso siamo ciechi ai cambiamenti.”

Spalanco gli occhi, ecco che il nodo in gola torna prepotentemente.Perchè mia nonna vuole confondermi ancora?Cosa è successo in quella stanza, cosa è successo nel cuore di Oscar?Sono spazientito.

“Nonna, cosa vuoi dire?!Cosa è successo ad Oscar? Perchè mi dici queste cose .. io non capisco... ti pregherei di essere più chiara io....”

“Buonanotte Andrè, non attardarti troppo , il medico si è raccomandato di farti riposare..”

Quando la nonna fa così vuol dire che non ammette repliche.La conversazione è finita.Mi lascia da solo e basito in cucina. L’alcool mi sembra ancora la soluzione migliore.Prendo il vino dalla dispensa, a cena stasera non è stato propio consumato, me ne verso un bicchiere e vado nel salotto verso la grande vetrata.

Ogni volta che passo per queste stanze non posso fare a meno di pensare a quelle fredde serate passate a bere vino, magari in silenzio. Non c’era bisogno di parlare, è sempre stato così tra noi due.Mi avvicino alla finestra e noto che ha smesso di piovere.Farò due passi in giardino, adoro l’odore dell’aria dopo un temporale, è come una rinascita, una rigenerazione.Prima di uscire prendo il mantello e  lo porto con me, nel caso ricominci a piovere.Esco e c’è profondo silenzio fuori e dentro di me.

Inspiro profondamente l’odore della tempesta passata e socchiudo gli occhi prima di espirare.Un brivido mi percorre la schiena e mi giro, attratto da una forza invisibile in direzione del terrazzo di camera tua.

E ti vedo. Sei bellissima Oscar, seppur pallida ed evanescente ai miei occhi.La camicia da notte che indossi ti va larga, riesco ad intuirlo dalla porzione di pelle sulle spalle lasciata scoperta dallo scollo troppo largo. I capelli ti ricadono ribelli e sciolti fin sui fianchi. Quanto darei per tuffarci le mani .Mi osservi. Non distogli lo sguardo ed io morirei pur di non chiuedere i miei occhi : non sparire, fatti guardare amore mio, ancora un pò.

Non so dire quanto tempo sia passato ,forse un’ora , forse un minuto e poi l’incanto si rompe. Trasali mia Oscar, ed entri in camera , quasi correndo.Questo silenzio deve essere il rumore dei sogni che si infrangono. Brindo al balcone ormai vuoto e sorseggio un po’ del vino che ancora non ho toccato.Ottima annata, come sempre il generale ha buon gusto.

“Andrè...”

Quasi mi spavento quando mi volto e ti guardo. Avevo ragione, la camicia ti va larga ed è scesa su una spalla, lasciando nude le clavicole in maniera talmente sensuale da farmi ribollire letteralmente il sangue nelle vene.

Curioso come spesso non metta a fuoco praticamente nulla fin sotto il mio naso ed invece poi mi appaiano chiari particolari del corpo di Oscar.

Mi rendo conto di non aver ancora proferito parola e tu mi guardi con gli occhi sbarrati di chi non sa quello che deve fare.Mi ridesto dal mio stato di torpore, infondo l’uomo qui, sono sempre stato io.

“Oscar, fa freddo ; metti questo...” faccio un po fatica. Ti passo il bicchiere e ti poggio il  mantello sulle spalle, indugiando un momento di più sulle braccia.

“Ecco fatto...”concludo chiudentotelo un pò sul davanti. Meglio evitare tentazioni, sopratutto dopo stasera.

“Posso bere un pò di vino?...” me lo chiedi stranamente esitante. Penso che se non sono morto oggi tra la folla, lo farò stasera , stramazzando al suolo di fronte a te per il troppo amore.

“Certo, anzi se rientriamo te ne verso subito un bicchiere , vieni.”Faccio per entrare ma vengo bloccato dalla tua mano sul mio braccio. Fuoco sulla pelle, distinguo perfettamente ogni dito che mi stringe e il tuo profumo ritorna prepotente in me come uno schiaffo, devo trattenermi per non tremare.

“No, ne voglio davvero solo un sorso. “ e bevi , ti bagni solo le labbra, socchiudendo gli occhi.Dio mio sei così bella.

“Ecco” Mi porgi il bicchiere e non posso fare a meno di notare che non lasci il mio braccio.Prendo il vino tra le mie mani , senza davvero rendermene conto, ho gli occhi fissi sulla tua piccola mano immobile. É così piccola e bianca, le lunghe dita affusolate sono state spesso oggetto dei miei sogni più tormentati.

“Ti andrebbe di fare due passi?” Le tue parole mi riportano alla realtà.

” Sono ancora così confusa da quello che è successo... fatico a prendere sonno... che ne dici , mi fai compagnia?”

 Per un attimo non capisco se sei confusa per le botte che abbiamo preso o per il bacio che ti ho quasi (ahimè ) dato, ma ad ogni modo , sappiamo entrambi che qualsiasi sia la risposta non farebbe differenza, io non potrei mai negarti nulla.

“Certo Oscar, ero uscito proprio per questo... per..... Schiarirmi le idee...” ti guardo dritto negli occhi, sfacciatamente.

Te lo getto in faccia questo mio cuore Oscar , stasera proprio non riesco a  fingere di non essere innamorato di te, e Dio del cielo posso morire quando sento la tua mano che scivola via dal mio braccio, lenta. Mi stai accarezzando Oscar? E’ davvero così?

Mi sorridi e mi precedi lungo il sentiero , stringendoti nel mio mantello.Ti seguo , in silenzio mi affianco a te. Camminiamo e si sente solo il rumore dei nostri passi sulla ghiaia.Siamo entrambi come sospesi, il tempo è percezione irreale nel mio immaginario in maniera talmente assoluta, da non rendermi conto che dobbiamo aver camminato davvero a lungo, perchè ci ritroviamo al limitare della tenuta, dove sorge un piccolo boschetto su una lieve altura capeggiata da un Salice imponente, secolare; con al di sotto una panchina in fine marmo bianco.Sorrido al pensiero di Nanny e due bambini che ascoltavano una storia; proprio ai piedi di questo stesso albero.

“Ricordi Andrè?La storia della fata .. e del mio prozio..”

Mi hai letto nel pensiero e mi dici questo quasi correndo verso l’albero. Correndo verso la te bambina, che forse alberga davvero ancora in questo luogo, ne è rimasta imprigionata.

“Certo che la ricordo. Si innamorò di lei , nonostante sapesse di non poterla mai avere veramente.”

Sorrido, io non sono tanto diverso da lui .

“ Veniva qui tutte le notti per incontrarla e fece costruire questa panchina per sentirla cantare.La nonna diceva che se si è talmente pazienti da essere per lungo tempo sileziosi, la si può ancora ascoltare.”

Bevo altro vino, e noto che mi guardi. Ti porgo il bicchiere.

Bevi , e lo fai apposta lo so, dallo stesso punto da cui ho bevuto io. Oh Oscar , a che gioco stai giocando? Stasera davvero potrei morire per il troppo amore, ne sono certo ormai.

“Tu ci credi Andrè....?”Mi chiedi, con gli occhi sbarrati e luminosi nel buio della notte.

“In cosa  Oscar, nelle fate?Credo che sia stata tutta un’invenzione della nonna per  tenerci buoni almeno per un pò!”

 Incrocio le braccia divertito, perchè infondo alla fate ci credo. Ma indossano pantaloni e sguainano spade.

“No Andrè, nell’amore.. in quello che , nonostante il tempo , non si affievolisce...”

 Ti giri e mi dai le spalle.Non me lo stai chiedendo davvero!Cosa vuoi Oscar? Sentirti dire che ti amo ancora? Che ti amerò per sempre? Si maledizione si, ti amerò per sempre.Ma continuo a non capire il tuo gioco. Non giochi mai a carte scoperte vero? La strategia militare fatica ad uscire dal tuo cuore di donna.Ma ti ricordo , mia amata, che ho ricevuto la tua stessa educazione.

“Certo Oscar, come potrei non crederci?”

Ti giri, speranzosa. Si la leggo la speranza nei tuoi occhi.Ma voglio giocare, come non ho mai potuto fare nella mia vita con te.

“Esistono varie forme di amore Oscar, molte delle quali infinite; a dispetto anche del tempo. L’amore di una madre per i propri figli non svanisce mai. Resiste alle delusioni, alle morti. Non credi anche tu che sia così?”

Sei arrabbiata. Oh si che lo sei , sei frustrata, perchè questa battaglia la vinco io Oscar.E tu non sei abituata a perdere ma se provi qualcosa per me , devi dirmelo Oscar. Senza giochetti. Senza trabochetti.Voglio essere sfacciato nel mio gioco irrazionale verso di te, per fare di te una donna, una donna che vuole arrivare al cuore dell’uomo che.... non oso pensarci .

“Si hai ragione.... ma....” esiti, sospriri, sono quasi sussuri i tuoi.

“Ma?..” ti incoraggio.Combatti Oscar.Combatti per noi!

“Ma io parlavo di amori trascendenti all’affetto consaguineo. Qualcosa di , diverso... non tra parenti..”

Sorrido. Te l’ho detto Oscar, stasera non mi batti.

“Capisco... è eterno anche quello Oscar a volte...Per esempio...”prendo volutamente una pausa.

“Per esempio?...” mi esorti a continuare.

“Per esempio la nonna Oscar, la chiami nonna anche tu , a volte, ma non è realmente tua nonna; questo lo sai bene. Ma lei ti amerà sempre , incondizionatamente!”

Scacco matto. Colpita. Non puoi ribattere all’ovvietà della mie parole.Mi sorridi e abbassi gli occhi.

“ Già , hai proprio ragione...”

Mi guardi , ci scrutiamo per un tempo indefinito, e sento che il mio respiro si fa pesante, insieme al tuo.Non riesco a distogliere lo sguardo. Vorrei corredere da te e baciarti fino a toglierti il respiro contro quell’albero che ci ha visti crescere.Affondare le mani in quella chioma dorata e respirare il profumo che sento ancora addosso e stringerti talmente forte da imprimerti dentro di me , ancora più di quanto tu non ci sia già.

Ma non posso farlo, non adesso. Non dopo tutto quello che è successo. Adesso ho bisogno di capire cosa sta succedendo nel tuo cuore.Distolgo lo sguardo , e guardo lontano , le stelle nel cielo.Sospiro ancora, ma il fiato esce tremolante dalle narici.

“ E’ meglio rientrare Oscar adesso, si sta facendo davvero tardi e abbiamo entrambi bisogno di riposare...”

La voce mi è uscita più roca di quanto volessi.Non mi rispondi, continui a guardarmi. Stai combattendo vero Oscar? Anche io. Distogli lo sguardo da me , impercettibilmente annuisci e lasci l’albero contro il quale ti eri rifugiata.

Insieme ci dirigiamo a passo svelto verso il palazzo , io resto un pò indietro e non posso fare altro che pensare che si , l’amore vero esiste , è eterno, indissolubile e brucia l’anima fino a consumarti il cuore.

 

 

  
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