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Autore: kleis87    17/08/2016    12 recensioni
Dopo l'aggressione a Saint Antoine la consapevolezza di Oscar sui suoi sentimenti per Andrè, che come una furia abbattono il muro di freddezza dietro il quale si era nascosta per tanto tempo. Come affronterà tutto quello che ne deriva? Una rivisitazione senza pretese della storia originale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 C’è stato un tempo in cui credevo che l’onore e la gloria sarebbero stati, per sempre, le colonne portanti della mia vita.L’unico stendardo da portare con orgoglio,l’unico obbiettivo da perseguire.Non c’era tempo per inutili vaneggiamenti della mente, i sentimenti non erano contemplati in questo spettro di esistenza che chiamavo vita.Ma è bastato un attimo, un millesimo di secondo tormentato per sgretolare quella maschera di freddezza e integrità che ho faticato così tanto a costruire intorno a me, intorno al mio cuore.

 

Sei tu il mio cuore Andrè. “Il mio Andrè”, come ho potuto essere così cieca.In questa fredda stanza non c’è altro pensiero se non il mio per te.

“Oscar, ho saputo che il conte di Fersen ha fatto ritorno nei suoi alloggi sano e salvo”

Sei qui con me adesso.Non riesco a fermare il tremore delle mie mani.

“Ne sono felice Andrè.Ma dimmi come stai? Le ferite ti fanno male?”

“No Oscar davvero, non è nulla.Potrò tornare in Caserma tra tre giorni.”

Sei freddo Andrè, e lontano.Sono io che ti ho fatto questo, ma tu non ascoltarmi ti prego, non andare via.Ti prego ascolta il mio cuore invece, almeno tu fallo per entrambi,visto che io sono stata così cieca e sorda al suo richiamo.

“Bene Oscar se è tutto, io andrei.” Aspetti il mio congedo, che non arriva.Non ho la forza di farti restare, ma nemmeno di farti andare via.

“Vuoi del cioccolato Andrè?” La mia voce trema, anni di allenamento e sono sconfitta dal mio cuore di donna in una sola , banale richiesta.Ma ne sono felice.

“No Oscar ti ringrazio, buonanotte”

Ho gli occhi chiusi.Devo calmarmi se voglio trovare la forza.Non andare, non andare te ne prego.

“Aspetta Andrè!!!” C’è un urgenza nella mia voce che mi stupisce, e stupisce anche te.

“Dimmi Oscar , hai forse bisogno di qualcosa?”

Ti sei voltato nel dirmi questo, i nostri occhi si sono incrociati adesso.Oh amore mio, non vi leggi tutta la disperazione e lo smarrimento? Come puoi non vedere tutto questo amore? Tu , proprio tu che per tutti questi anni hai letto dentro di me meglio di come io stessa abbia mai fatto con i miei sentimenti.

“Se non ti va il cioccolato, c’è del vino nel mio scrittorio.Lo tengo nascosto lì per le emergenze.....” ti sorrido.E’ lo stesso posto dove nascondevamo le cose da bambini. So che lo ricordi anche tu.

Continui a scrutarmi Andrè.Non capisci cosa succede vero?Mi sorridi, sospiri. Quanto vorrei sentirli su di me quei sospiri.

“Va bene Oscar. Di certo non posso dire di no al vino segreto delle emergenze!”

La tua risata riempie l’aria, scalda il mio cuore. Devo avere una faccia da ebete mentre ti guardo nella tipica posa che assumi quando ridi, il braccio appoggiato dietro la testa si tende lasciando intravedere i muscoli scattanti del braccio,abbasso il volto imbarazzata e sorrido per la mia felicità  e per la mia fragilità.Basta così poco per rendermi vulnerabile al tuo fascino.Come ho fatto a non vederti per tutti questi anni Andrè?

Hai smesso di ridere e ti dirigi verso lo scrittorio per prendere la bottiglia con due bicchieri. Li appoggi al tavolino di fronte a me , versi la borgogna e mi porgi il bicchieri, nel farlo le mie dita sfiorano le tue.Scariche elettriche attraversano il mio corpo, il corpo trasale a tale contatto, e te ne accorgi amore mio... sarebbe impossibile non farlo.

“Oscar... hai , hai forse freddo? “

No tutt’altro Andrè,sento il volto in fiamme invece...

“Oh no... no certo che no. Deve essere la stanchezza, sono ancora sotto shock per quello che è successo, immaginavo che la situazione fosse critica, ma non fino a questo punto. Ho temuto per la tua vita Andrè come mai, temo che ormai la Francia sia arrivata ad un punto di non ritorno.”

Ho slittato la domanda, sono sempre stata brava nella diplomazia,ho fatto pratica eludendo a domande riguardarti il mio sesso, il mio essere così femminile nonostante i miei abiti da uomo.

“ Lo temo anche io Oscar, spero che i nostri sovrani riescano a trovare una giusta soluzione, equa per tutti, per far risplendere finalmente il sole sulla nostra nazione.”

E’ risoluta e ferma la tua voce, ma non sei sincero. Mi parli con circostanza, eviti di dirmi la verità; ma io non voglio più sentirti così distante da me. No , non voglio più.

“Tu sei dalla loro parte Andrè , vero? Tu ci credi nell’uguaglianza.”

Non è una domanda la mia , ho il viso rivolto alla finestra,ma adesso mi giro e ti guardo.Sei bellissimo. Hai una gambia piegata appoggiata sull’altra , e il braccio muscoloso è adagiato sul bracciolo della poltrona.

“Perchè Oscar, tu no ?”

Sbarro gli occhi.Mi spiazzi.Come al solito sai più tu di me, che io stessa.

“Non credevi forse nell’uguaglianza quando hanno sparato al piccolo Pierre? “ sorseggi un pò di vino e chiudi gli occhi “ non ci credevi forse, quando hai liberato Bernand? O quando hai rischiato la tua vita per salvare la mia dopo l’incidente a cavallo dell’allora principessa Maria Antonietta...? Per salvare me , infondo sono solo un servo.”Calchi l’ultima parola con sprezzante amarezza. Riapri gli occhi e ostenti il tuo sguardo indagatore su di me.

Hai ragione , ci credo. Ma su qualcosa hai sbaglaito amore mio. E te lo dico, senza paura. Il coraggio si conquista passo dopo passo ,ed io ho paura di aver timore dei miei sentimenti , di me stessa. La corazza dell’algido comandante l’ho lasciata li, in quel lurido vicolo di Parigi mentre gridavo il tuo nome.Stasera voglio rinascere, e come un infante imparare a piccoli passi come si arriva al tuo cuore.

“ Si hai ragione ,ma su di una cosa ti sbagli Andrè.Per me non sei mai stato un servo, lo sai. Il fatto stesso che tu sminuisci la tua figura nella mia vita, che la cataloghi in quella stupida etichetta sociale , fa di te un contradittorio Grandier... non credi?”

E’ un sorriso di soddisfazione quello che si dipinge sul mio viso, sorseggio l’ultimo goccio rimasto nel bicchiere, passandomi la lingua sulla labbra per non farne andare sprecato nemmeno un po’.Alzo lo sguardo soddisfatta e ti guardo ,ma tu subito distogli il tuo , come colto in fallo.Sospiri, bevi fino in fondo il tuo vino e appoggi i gomiti sulle ginocchia e mi guardi intensamente, facendomi morire l’anima in gola.

“ E allora Jarjayes ..dimmi tu cosa sono io ..per te....”

Un sorrisetto beffardo illumina il tuo sguardo, io devo essere essere diventata di mille colori perchè sento che tutto il sangue del mio corpo sia defluito , per qualche arcano mistero, tutto sulle mie gote.Torno a guardare le mie mani e poi rialzo lo sguardo su di te, il tuo sorriso  è ancora più luminoso ed io , io non so cosa rispondere, o meglio non ho il coraggio di rispondere la verità... resto in silenzio. Temo che questa sfida l’abbia vinta tu.

“Allora Oscar? Sto aspettando...”Insisti.

“ Bhe......” provo a biascicare, con gli occhi puntanti nel bicchiere come se dentro ci fosse qualcosa di estremamente interessante, ma dove è andato a finire tutto il mio coraggio?Alzo gli occhi, il tuo sguardo su di me è rassicurante , come lo è sempre stato. Non devo avere paura, non devo averne più.

“ Non credo sia definibile sai?”Butto così di getto.

“ Ne vuoi ancora?” Ti sei alzato per prendere la bottiglia, ti faccio cenno di si e mi versi alto liquido rosso nel bicchiere per poi versarne nel tuo.Poggi la bottiglia sul tavolo , torni a sederti e accavalli le gambe.

“Continua pure, spiegati meglio , che vuoi intendere con indefinibile? Ogni cosa ha un propria identità , ogni persona ha un peso nella vita di ognuno. Io so che peso ha Gilbert il giardiniere nella mia vita, così come so  cosa sei tu  per me, so il tuo peso nella mia esistenza, dai spiegami il tuo....” Parole sospese.

Bevo un goccio, prendo aria e sospiro.Coraggio Oscar, coraggio.

“ Non si definisce così facilmente una persona che per tutta la tua vita è stata lì. Che ti ha sentita anche quando eri inudibile anche te stessa. Sei stato il mio migliore amico, mio fratello , qualsiasi figura di conforto che mi viene in mente tu l’hai adempiuta alla perfezione, ma mai come un dovere.Non mi hai mai giudicata , mi hai appoggiata , salvata , mi hai fatto ridere e crescere; tu stesso sei cresciuto e diventato uomo mentre io .....”

“Donna Oscar, sei diventata una donna...” mi interrompi , ed io ti guardo. Avevi paura che io non osassi pronunciare tali parole?

“ Si Andrè “ continuo , puntando sfacciatamente il mio sguardo nel tuo “ sono diventata una donna con libertà che le altre donne nemmeno possono immaginare. E se lo sono diventata lo devo a te, che ci sei sempre stato. Ed è per questo che sei indefinibile.”

Non so più cosa dire, non riesco più a parlare, un nodo mi sale in gola, non riesco a trattenerlo e non voglio farlo, non più. Distolgo lo sguardo dal tuo, appoggio nervosamente il bicchiere sul tavolo e mi alzo, dandoti le spalle.Non devo piangere, non devo farlo proprio ora che io.... Ma non ci riesco , appoggio la fronte alla finestra e non posso impedire a lacrime silenzione di bagnarmi il viso, non riesco..... ma infondo forse non voglio.

Sento che ti sei alzato.Poggi una mano sulla mia spalla, e mi volti.

“Perchè piangi Oscar?” mi chiedi con quella dolcezza disarmante, colonna portante della mia esistenza .Guardo la punta dei miei stivali tra le nebbie degli occhi.

“ Ho avuto paura Andrè.... tanta paura! “ Mi copro gli occhi con le mani e scoppio in singhiozzi, si adesso lo so, non voglio fermarmi , queste lacrime segnano l’abbandono, l’addio a quella Oscar che tutti hanno conosciuto fino ad ora , e danno il benvenuto alla nuova che solo tu Andrè , hai sempre conosciuto. Rinasco qui nel tuo abbraccio , si perchè non hai resistito mi hai stretto a te , è la tua camicia che sto bagnando e non riesco a fermare le parole , che come le lacrime fluiscono libere dalla mia bocca.

“ Ho avuto paura di perderti Andrè! Non mi importava niente della mia vita , niente! Ma tu no, non dovevano prenderti!Ti ho trattato così male e non lo meritavi , potrai mai perdonarmi Andrè? Perdonare la freddezza , la cattiveria gratuita con la quale ti ho calpestato Andrè? “

“ Oh Oscar... non dire così , non hai nulla da perdonarti. Ho avuto paura anche io sai? Ma adesso siamo qui, è tutto passato, abbiamo un’altra occasione per ricominciare Oscar.” Mi alzi ilviso ed asciughi le mie lacrime con le dita.

Non ci sono più parole. Si sono esaurite, ma tremo tra le tue braccia, stai cercando di guardarmi dentro Andrè , hai paura di ingrannarti ma non lo stai facendo. Siamo sospesi , mi accarezzi una guancia con le nocche della mano , lentamente ed io chiudo gli occhi a questa dolce premura, tremando forse più di prima prendo la tua mano che si è fermata sulla mia guancia e bacio il palmo , stupendomi della mia stessa audacia....

“ Non hai paura di me  Oscar? Di quello che ti ho fatto? Io si sai , ne ho tanta paura...”

“ Quella notte è passata Andrè. Avevo più paura di me stessa che di te , devi credermi.....” e ti guardo negli occhi.

Stringo forte la tua mano nella mia , sento scariche in tutto il corpo, un dolce languore mi pervade i tuoi occhi mi chiamano, non riesco a staccare lo sguardo dalla tua bocca così invitante, la schiudi e ti guardo negli occhi, sento come un onda magnetica che mi guida , è un dolce andirivieni tra il guardare le tue labbra e i tuoi occhi,il mio respiro è affannoso come il tuo , il mio seno si alza e si abbassa velocemente come dopo una lunga corsa , così come il tuo ; è così poco lo spazio ormai che divide la mia bocca dalla tua e chiudo gli occhi....

“ Oscar , bambina! Sono venuta a cambiarti le fasciature!”

  
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