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Autore: blu992    22/08/2016    11 recensioni
Dalla storia:
Lydia Martin e Stiles Stilinski sono lieti di invitarvi alla loro festa di fidanzamento che si terrà nella casa della famiglia Martin il giorno 26 Maggio
[Sterek-All the way.] [Parte Text!fic]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due giorni dopo la conversazione con Scott, Stiles era al centro della propria camera, addosso un pantalone di una tuta che gli stava anche un po' largo, una t-shirt rosso scuro, e il cellulare in una mano. Stava giusto per chiamare Scott per chiedergli a che ora sarebbe passato a prenderlo, quando il suono di un messaggio lo fece sobbalzare.  

 

(Ore 11:03) Ho già preso Lydia e Kira, comincia a scendere. SM 

 

Scott era riuscito a convincere Derek dell'allenamento solo la sera prima. Aveva raccontato a Stiles che l’Alpha non si era mostrato per niente d'accordo dicendo che non vedeva alcuna necessità di farlo soprattutto perché lui e i suoi beta erano perfettamente allenati. Scott, che era andato alla villa con Liam, l'aveva convinto attaccando quest'ultimo davanti ai suoi occhi e dimostrandogli quanto non fosse preparato ad un combattimento. Forse Derek aveva accettato mosso da un sentimento di pena.  

 

Dieci minuti dopo, Stiles era nell'auto nuova di Scott, seduto sul sedile posteriore con la propria fidanzata e con un enorme dubbio. 

“Scottie. Sanno che ci siamo anche noi umani, vero? Cioè io umano e Lydia” 

Si era corretto poco prima di ricevere una gomitata nel fianco. 

“Credo sia scontato, non gli ho mandato la lista dei partecipanti. Comunque lo sapranno presto, eccoci arrivati” 

 

Nonostante avesse visto già quella casa ricostruita e fosse passato qualche volta anche durante i lavori, a Stiles faceva sempre un certo effetto rivederla. Si aspettava sempre di trovarsi di fronte a rovine annerite e invece ora c'era una bellissima villa bianca, con le tende alle finestre. Scesi dall’auto, Scott gli aveva detto che gli altri stavano per uscire, quindi si era appoggiato al cofano incrociando le braccia. 

La prima ad uscire fu Raven che con un cenno della mano salutò tutti. Fu subito seguita da Thomas che, invece, abbracciò le due ragazze e diede una amichevole pacca sulla spalla ai ragazzi. Il ragazzo era seguito a ruota da Cora, che urlò uno “Ciao!” generale, per poi lanciarsi letteralmente su Stiles e abbracciarlo. Nonostante non si sentissero spesso, anzi, erano anni, entrambi si sentivano molto legati all'altro. Stiles era convinto che Cora fosse una delle poche persone a capirlo davvero, si sentiva a suo agio con lei.  

Stava ancora stringendo le braccia intorno alla vita della ragazza quando dalla porta di ingresso vide uscire Derek. Il lupo aveva la solita espressione…non aveva espressioni, aveva sceso le scale del portico e si stava avvicinando. Mentre nel suo campo visivo, Stiles stava osservando Scott avvicinarsi all'Alpha sorridendo, alle sue orecchie arrivo un impercettibile commento di Cora. 

“Ricorda che qui siamo tutti lupi” 

Impercettibile forse solo per orecchie umane, dato che allo stesso tempo gli occhi di Derek si erano puntati su loro due. 

 

.                            ------ 

 

Il sorriso smagliante che gli stava rivolgendo Scott aveva già fatto pentire Derek di aver accettato in meno di tre secondi. Quel ragazzo era sempre di buonumore, fin troppo, quasi gli urtava i nervi. Raven e Thomas però erano stati subito d'accordo e nel loro branco aveva sempre vinto la maggioranza, se poi ci si aggiungeva Cora saltellante per casa che gli urlava “Tipregotipregotiprego”, Derek non aveva avuto scampo.  

“Ricorda che qui siamo tutti lupi” 

La voce di sua sorella l'aveva raggiunto nitida, nonostante lei stesse quasi bisbigliando, e l'aveva portato automaticamente a concentrare la sua attenzione sul ragazzo a cui quella frase era stata rivolta. 

Stiles stava sciogliendo l'abbraccio e stava guardando Cora con un'espressione interrogativa, ma Derek aveva capito a cosa si riferiva sua sorella. Il battito cardiaco del ragazzo era più accelerato del normale e, forse in modo inconsapevole, si stava anche mordendo il labbro inferiore. Derek non si era reso conto di essersi fermato ad osservarlo fino a quando non lo vide passarsi una mano sul volto e rivolgersi a Lydia. 

“Lyds! Facciamo vedere a questi lupacchiotti che anche noi due siamo ben allenati!” 

 

Mezz'ora dopo erano ancora in cerchio, al centro del giardino, mentre Raven aveva preso a spiegare come, di solito, si allenavano loro tre.  

“Derek ci spezza le ossa e noi reagiamo” 

L’Alpha si era sentito in dovere di ribattere. 

“Vi spezzo le ossa quando abbassate la guardia, non per divertimento” 

Non aveva quasi terminato la frase che una voce al limite dalla riserva l'aveva interrotto. 

“Ha ragione, io una volta mi ero distratto perché mi suonava il cellullare. Mi spezzò le dita delle mani, tutte e dieci. Ora però non mi distraggo dai combattimenti nemmeno se sento le cannonate. Ciao a tutti!” 

Derek non se lo sarebbe mai aspettato. Era sicuro che nessuno avesse cchiamato Isaac per invitarlo quel giorno, Scott glielo aveva assicurato. Girando la testa alla sua sinistra, però, aveva capito tutto. Cora, nonostante fosse arrossita, se ne stava diritta con uno sguardo fiero e puntato sul nuovo arrivato, che ricambiava con un sorriso sghembo. Vide chiaramente anche Stiles sporgersi verso sua sorella e dirle “Non servono mica i poteri da lupo per capire quello che sta succedendo”. Cora gli aveva tirato il naso stringendoglielo tra le dita. 

“Ciao Derek. Spero non ti dispiaccia se sono venuto” 

Isaac aveva continuato a parlare sorridendo, e Derek gli aveva risposto cercando di essere meno freddo possibile.  

“Non mi dispiacerà romperti anche le dita dei piedi” 

Il biondo aveva allargato ancora di più il sorriso, ma Raven aveva deciso che il momento dei saluti era terminato e si era messa al centro del cerchio.  

“Ok, benvenuto riccioli d'oro. Possiamo cominciare? Bene. Credo sia opportuno decidere le regole. Noi di solito cominciamo con il corpo a corpo, sempre il più esperto con il meno esperto, così che questi possa apprendere. Credo siamo d'accordo col fatto che Derek sia il primo caso. Tra noi tre non c'è nessuno meno esperto, Scott? Chi è il più incapace del tuo branco?” 

Derek aveva visto Scott guardarsi intorno, come a valutare i ragazzi che lo circondavano. Stava per parlare quando Thomas lo interruppe. 

“Immagino sia lui, Liam, no? È il beta più giovane” 

A Derek era sembrato che Scott stesse per acconsentire, fino a quando non sembrò avere un'idea. 

“No, il più incapace è Stiles” 

 

.                          ------ 

 

Stiles era subito scattato a quella affermazione. 

“Siamo qui per far allenare cucciolo Liam, a me va bene imparare qualche mossa in più da Cora, Scottie” 

“Nah, lui starà con Raven o Thomas. Tu hai bisogno di riprendere gli allenamenti, non ti muovi da secoli e già lo facevi male, posso solo immaginare cosa potresti combinare” 

Stiles stava ponderando in che modo uccidere il proprio Alpha, quando la voce di Lydia lo distrasse da pensieri omicida. 

“Ok, Stiles con Derek, Liam con Thomas e io con Raven. Scott con Kira e Cora con Isaac. Cominciamo?” 

 

 

Stiles si era ritrovato quindi, sempre al centro del giardino, ma questa volta da solo, di fronte a Derek, mentre gli altri si erano sistemati a coppie alle estremità. Si sentiva abbastanza agitato, non aveva alcuna voglia di prenderle da quell'energumeno e in più cominciava ad avere anche caldo. Avrebbe preferito di gran lunga sedersi sotto uno di quegli enormi alberi magari con un libro tra le mani. Magari anche con la testa di Lydia poggiata su una spal- 

“Hai intenzione di startene lì fermo o facciamo qualcosa?” 

Appunto. Che poi Derek gli sembrava anche più nervoso del solito, non voleva proprio essere il suo sacco da boxe. Già si vedeva appeso ad un ramo mentre il lupo lo prendeva a pugni, magari con tanto di artigli.  

“Cosa dobbiamo fare? Le tecniche di difesa base le conosco e non le ho dimenticate. Sei tu l'esperto qui” 

Mostrarsi forti, non sembrare una preda. Era questa la prima regola tra quelle di Stiles, ma forse funzionava poco dato che Derek gli era saltato a cinque centimetri di distanza con un solo balzo, facendolo quasi cadere all'indietro.  

“Se io fossi un pericolo e mi avvicinassi così tanto a te, come reagiresti?” 

Vuoto. Stiles poteva giurare di avere il cervello completamente vuoto. Esisteva una risposta a quella domanda, lo sapeva, ma in quel momento non gli veniva in mente e non riusciva a spiegarsi il perché.  

 

.                         ---- 

 

Derek si era ritrovato a cinque centimetri da Stiles, con le braccia incrociate sul petto, senza nemmeno rendersene conto. Appena aveva capito che il ragazzo stava cercando di mostrarsi più forte di quanto invece non era, aveva sentito il suo lupo spingerlo ad agire e l'aveva fatto prima ancora di pensarci su. Gli era capitato poche volte di lasciar andare i freni, sempre in situazioni di pericolo in cui gli sarebbe stato letale pensare e perdere tempo. In quel momento, però, l'unico pericolo era che Stiles si trasformasse in qualche essere sconosciuto e lo uccidesse, quindi non c'era motivo di reagire in quel modo, in più quel ragazzo sembrava sul punto di svenire. Aveva preso ad aprire e chiudere la bocca come se non riuscisse a decidere se parlare o meno, in più una leggera patina di sudore gli stava ricoprendo la fronte e le guance gli si erano arrossate. Derek si ritrovò ad avanzare di un passo senza prima decidere di muovere le gambe. 

“Allora, ragazzino?” 

Eccitazione. Un’ondata di eccitazione l'aveva investito così in pieno che per un momento si era guardato intorno per controllare se gli altri l'avessero avvertita. Probabilmente no, dato che le altre coppie continuavano a muoversi come se nulla fosse successo.  

Riportando gli occhi sulla figura davanti a sé, però, Derek si rese conto che Stiles si era allontanato di almeno un metro, le mani chiuse a pugno nelle tasche del pantalone che gli scendeva già abbastanza largo sui fianchi, mostrando una striscia di pelle di quello destro. Sul viso un'espressione che Derek, nella propria mente, aveva registrato velocemente come ferita.  

“Smettiamola con le chiacchiere e insegnami qualcosa, altrimenti me ne torno da dove sono venuto” 

 

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Stiles sperava sinceramente che le sue emozioni non fossero percepibili ai nasi lupeschi degli altri. Sperava che non fossero percepite nemmeno da quello di Derek, ma quello era troppo. Quando l'Alpha aveva fatto quell'ulteriore passo si era sentito andare a fuoco. Non era stupito della propria reazione, in fondo aveva ancora degli occhi e aveva ancora le capacità di apprezzare la bellezza dell'uomo che aveva di fronte, ma lo era stato per l'atteggiamento di Derek. Non riusciva a spiegarselo Stiles, ma si era sentito in trappola. E a giudicare dall'espressione dell'altro, non era l'unico ad esserne rimasto stranito. In più, oltre a reputare strana la situazione, non aveva potuto fare a meno di sentirsi arrabbiato. La scossa di eccitazione che l'aveva attraversato era stata sostituita rapidamente da rabbia. Non voleva che Derek si comportasse così, non voleva che gli parlasse in quel modo, non voleva essere chiamato ragazzino. Per questo gli si era allontanato e aveva ripreso in mano le redini di quella pseudo conversazione. Erano lì per allenarsi? E allora avrebbero fatto quello.  

Per fortuna anche Derek sembrava averlo capito.  

“Ti attaccherò velocemente da più punti. Dovrai avere i riflessi pronti e girarti dal lato giusto. Nel caso in cui ti girassi dalla parte sbagliata, ti atterro” 

“Mi atterri?” 

“Si, finirai a terra” 

“Ok, comincia” 

 

.                         ------- 

 

Quindici volte su venti, nell'ultima ora, Stiles era riuscito a capire da che punto stesse arrivando l'attacco. Le altre cinque, Derek aveva deciso di andarci piano, agganciando una sua gamba con la propria per farlo finire in ginocchio. Tutte e cinque le volte Stiles aveva gonfiato le guance sbuffando e si era rialzato senza lamentarsi.  

Avevano deciso di provare per l'ultima volta, dato che Cora era rientrata in casa per preparare il pranzo con Kira, Scott Isaac e Thomas si erano seduti a chiacchierare sul portico e Raven e Liam si erano messi poco distanti da loro per osservare l'ultimo combattimento in atto.  

Derek stava girando in cerchio intorno a Stiles, gli occhi accesi di rosso erano l'unico tratto da lupo che aveva assunto, mentre il ragazzo era fermo e osservava i suoi movimenti.  

Concluso il terzo giro, era scattato in avanti per attaccare Stiles di fronte, ma quest'ultimo si era improvvisamente girato di spalle prendendolo alla sprovvista e costringendolo ad avvolgergli le braccia intorno. Un braccio a circondargli le spalle e l'altro la vita. Purtroppo, però, Derek non si era reso conto che il braccio destro del suo avversario era ancora libero, ma se ne accorse appena sentito il gomito conficcarsi con forza tra le sue costole. Non aspettandosi quella mossa, abbastanza forte, aveva perso la presa con le braccia e nello stesso momento aveva sentito una gamba di Stiles farsi indietro tra le sue.  

Due secondi dopo era con la schiena a terra e Stiles a cavalcioni sullo stomaco con sguardo duro e un sorriso di scherno.  

“Credo che questa sia comparabile alle mie cinque sconfitte. Siamo pari, Sourwolf” 

Derek stava per perdere di nuovo il controllo e fare qualcosa di cui si sarebbe davvero pentito, non come il balzo fatto in precedenza, ma Raven per fortuna decise che era il momento di interrompere l'incontro. 

“Ehi, capo! Non credi che dentro ci sia bisogno di controllare Cora? Non vorrei mangiare la stessa schifezza di ieri!” 

 

.                          ----- 

 

Aveva davvero messo al tappeto Derek? Derek Hale? L’Alpha? Stiles nel suo cervello stava ballando la samba, ma, da persona matura e composta, in realtà si stava già rialzando per raggiungere Scott che gli stava rivolgendo uno dei suoi sorrisi. Non aveva guardato Derek e l'aveva lasciato da solo a rialzarsi.  

“Scottie! Vedo che hai pochi graffi!” 

Scott, con la maglietta fatta a brandelli, ma le ferite già rimarginate, gli aveva rivolto una matura linguaccia. 

“Io almeno non sono finito col culo a terra per cinque volte, Stiles” 

“Tu no, ma Isaac si” 

Il biondo l'aveva guardato un po' male prima di rispondere. 

“Non pensi che io l'abbia fatta vincere?” 

“MAGARI UNA VOLTA, NON TUTTE!” 

La voce di Cora, proveniente dalla cucina, aveva scatenato una risata generale, e il conseguente arrossarsi delle guance del biondo. Mentre stava ancora battendo una mano su una spalla di Scott ridendo, Stiles si sentì chiamare dall'interno della casa.  

“Arrivo Lyds!” 

 

“Ehi, dimmi” 

Lydia era appoggiata ad un mobile della cucina, stava osservando Cora, Derek e Kira destreggiarsi tra i fornelli. 

“Nulla, assaggia” 

La ragazza gli aveva porto una specie di crackers con sopra qualcosa di bianco. 

“Cosa sarebbe?” 

“Crostino con un formaggio, ho sentito anch'io il tuo stomaco brontolare e, a meno che non siano segnali di una tua morte imminente, immagino tu abbia abbastanza fame” 

Stiles aveva sorriso per poi afferrare il crostino e metterlo interamente in bocca. 

“Cofe farefi senfa di fe” 

Lydia a quel punto si era staccata da mobile e gli aveva stampato un bacio a labbra chiuse su una guancia, prima di dirigersi di nuovo verso l'esterno. 

“Non resisteresti un giorno, Stilinski!” 

 

Stiles stava per raggiungerla, quando si sentì afferrare un braccio. Si girò e Kira lo stava guardando con i suoi occhietti a mandorla. Stava per chiedergli qualcosa, Stiles la conosceva. 

“Spara, kitsune” 

“Vedi…dovrei finire di preparare questo arrosto, ma Scott era un pochino ammaccato e-“ 

“Vai, vai, ci pensa Stiles. Cura il lupacchiotto” 

Così si era sbracciato le maniche, pur non avendo le maniche lunghe e aveva esclamato. 

“Su! Al lavoro fratelli Hale! Cora, cosa faccio?” 

“Kira stava tagliando le verdure, puoi cominciare da lì e aggiungerle alla carne che sta preparando Derek” 

“Oooookay!” 

Cora aveva fatto per parlare, poi però era arrossita e aveva boccheggiato un paio di volte. Alla fine aveva raddrizzato le spalle e gli si era rivolta. 

“E comunque Isaac non mi ha fatta vincere, che sia chiaro!” 

Stiles aveva sorriso intenerito e le aveva amichevolmente schiaffeggiato un braccio. 

“Lo so che hai tanta forza lupesca qui dentro, tranquilla, non gli ho creduto nemmeno un po'” 

Poi Stiles si era girato verso Derek e prima di avere il tempo di sconvolgersi perché lui stava rivolgendo un sorriso a sua sorella, aveva rischiato sicuramente un infarto per il gesto che l'aveva seguito. Ancora con le mani impegnate a preparare il pranzo, si era sporto verso di lei baciandole teneramente i capelli. Derek Hale aveva appena baciato teneramente.  

“STILES!” 

Eh? Perché ora entrambi gli stavano gridando contro? E cos'era quel dolore al dit- 

“SANGUINO! STO MORENDO!” 

Mentre cercava di non dare di matto e svenire, Stiles era riuscito a vedere Derek parlare con Cora e lei uscire dalla stanza, poi lui gli si era avvicinato e gli aveva preso il dito ferito stringendolo, forse per non farlo sanguinare, o per staccarlo definitivamente. 

“Non è profonda, se ti fa schifo il sangue, non guardare” 

Ma Stiles aveva già guardato. Non gli faceva impressione il sangue, almeno non quello di altri. Il proprio si, molta impressione. 

“Stiles! Smettila di guardarti il dito” 

Con la mano libera Derek gli aveva stretto il mento tra le dita e l'aveva obbligato a guardarlo negli occhi. 

“Guarda me” 

E quello avrebbe dovuto calmarlo? Stiles aveva sentito il proprio cuore schizzare alle stelle senza motivo. Forse era ancora per lo spavento, ma Derek aveva uno sguardo calmissimo, gli occhi verde bosco fissi nei suoi e forse si, si stava un po' calmando. Stava prendendo lunghi respiri, la mano di Derek ancora ferma a tenergli il viso alzato, quando Cora irruppe di nuovo nella cucina. 

“Ho i cerotti, le bende, il kit di pronto soccorso, un antobio-“ 

Derek si era girato leggermente verso sua sorella, lasciandogli il mento e allungando una mano verso di lei. 

“Passami solo le bende, non è nulla di che, è solo spaventato per il sangue” 

“Devo chiamare Scott? O vuoi che chiami Lydia?” 

Stiles aveva risposto probabilmente perché era ancora troppo sconvolto. 

“Derek va bene” 

 

 

“Derek va bene” 

Era stato inevitabile scattare di nuovo con lo sguardo verso Stiles, mentre stava già cominciando ad armeggiare con le bende, ma il ragazzo si era portato una mano sugli occhi. Derek non capiva se l'avesse fatto per non guardare mentre veniva medicato, o per la frase che aveva appena pronunciato.  

Aveva sentito Cora avvicinarli e l'aveva vista mettersi alle spalle di Stiles passandogli le braccia intorno al collo in un goffo abbraccio. Il ragazzo si era un po' rilassato permettendo a Derek di finire prima, aiutato dal fatto che la mano aveva smesso di tremare.  

Finita la fasciatura, Derek aveva guardato sua sorella, Stiles aveva ancora una mano a coprirsi gli occhi, e le gli aveva rivolto un leggero sorriso e muovendo le labbra Derek ne aveva potuto leggere il labiale. 

“Finirà male” 

 

 

Derek non aveva dato peso alla frase di Cora, anzi, aveva cercato di dimenticarla. Il pranzo, almeno quello, invece era finito bene. C'erano state chiacchiere, battibecchi tra Raven e Thomas come ogni giorno e tutti sembravano aver legato un po’ di più. Sparecchiata la tavola, Isaac insieme a Scott e un più in disaccordo Liam, avevano lavato i piatti e risistemato la cucina, lasciando il compito ai beta di Derek di sparecchiare insieme a Lydia. La ragazza poi era uscita sul portico e Derek l'aveva sentita bloccarsi vedendo lui seduto sulle scale, poi gli si era avvicinata.  

“Grazie per il pranzo, Derek, e per la compagnia” 

Derek, non sapendo cosa risponderle, aveva solo annuito in sua direzione. La banshee era rimasta ancora un po’ ferma al suo fianco, in piedi, poi aveva ripreso a parlare.  

“Scott ti ha mai raccontato il primo anno dalla tua partenza?” 

Nonostante non sapesse dove volesse andare a parare, Derek aveva annuito ancora una volta.  

“Ti ha raccontato solo i fatti, vero?” 

Ancora una volta un muto Si. 

“È stato difficile, per tutti noi. Scott ti avrà detto semplicemente che abbiamo cercato di rimettere insieme i pezzi, ma non è stato poi così semplice e non sono nemmeno sicura che ci siamo riusciti del tutto” 

Derek aveva continuato a starsene immobile e zitto, ma aveva sentito come dentro la casa fosse calato il silenzio, tranne che per Stiles che chiedeva cosa stesse succedendo. 

“Io, personalmente, ho provato a tenerli…vivi? Non nel senso fisico, ma morale. I primi giorni dopo il Messico a stento ci parlavamo, avevamo sguardi quasi vuoti. So che avevamo già vissuto di peggio, ma forse eravamo solo stanchi di tutti quei guai. Dopo una settimana li costrinsi ad andare al bowling, su due lupi e una kitsune con coordinamento impeccabile, il punteggio più alto fu il mio, seguita da Stiles. Con l'inizio della scuola cominciò ad andare meglio, avevamo qualche pensiero da gente normale. Scott e Kira avevano ripreso ad uscire insieme, avevano anche qualche problema di coppia, pure se oggi non si direbbe. Liam, soprattutto grazie a Mason, forse è quello che ne è uscito prima, ora sta anche uscendo con una ragazza, molto carina” 

Lydia a questo punto aveva fatto una pausa, prendendo un grande respiro. Derek sapeva cosa stava per dire, mancava solo un'altra persona. 

“Stiles ci ha messo più tempo di tutti. Lo so che ora ti sembra un'altra persona, ma avresti dovuto vederlo cinque anni fa. Non parlava, davvero, nessuna parola” 

E Derek davvero avrebbe fatto fatica a credere a quella versione dell’umano, se non avesse visto quei cambiamenti con i propri occhi. 

“Andavo a casa sua ogni giorno, ma lui nemmeno se ne accorgeva, fortunatamente anche per lui arrivarono i miglioramenti con la scuola. Dopo qualche mese, quando anche Scott stava molto meglio, cominciammo ad uscire di nuovo tutti insieme. Poco dopo Stiles ed io ci siamo messi insieme, era passato un anno” 

Derek aveva ascoltato tutto con attenzione, ma aveva una domanda da fare alla ragazza. 

“Perché mi stai raccontando tutto questo, Lydia?” 

Lei si era mossa di poco, mettendoglisi di fronte. 

“Ho notato una cosa” 

Il sopraccigli alzato di Derek le diede il permesso di continuare. 

“Sono passati altri quattro anni e per me, per noi, sembrava tutto normale, ma mi sono accorta che ci sbagliavamo. Già alla festa di fidanzamento, quando sei arrivato, è stato come se avessi riunito il nostro branco intorno al tuo. Scott ti vede davvero come un fratello, sei un punto di riferimento fondamentale per lui e, credimi, sta trasmettendo lo stesso atteggiamento a Liam. Kira ti ammira e ammira anche i tuoi beta. Come lei, nemmeno io ti conoscevo benissimo, ma so che sei stato oggettivamente indispensabile molte volte e sei una guida per il mio Alpha. E Stiles… L'ho visto parlare con te durante gli allenamenti, ho visto come sorrideva ai tuoi beta e come questo suo buono umore, dovuto all'unione di questi due branchi, abbia influito su tutti noi. È sempre stato il cuore del nostro branco, cinque anni fa e ora. Sono convinta che se lui sta bene, stiamo meglio tutti. Sto con lui da quattro anni, abbiamo riso, siamo stati bene e anche male, ma questo Stiles mi piace di più, vorrei vederlo sempre così, credimi. Vorrei vedere il mio branco sempre così felice. RAGAZZI, USCITE FUORI, SO CHE STATE ASCOLTANDO!” 

Derek non si aspettava quel grido quasi da banshee e si portò le mani alle orecchie, la porta ai aprì subito, lasciando uscire tutti e dando modo a Lydia di rivolgersi a Scott.  

“McCall, prima chiedi a Derek quello che gli devi chiedere. Poi puoi ringraziarmi” 

Derek, alzatosi dalle scale, si era girato verso l'altro Alpha, in attesa. Scott, mentre si stritolava le mani, alzò gli occhi verso i suoi.  

“Volevo chiederti, e penso di parlare a nome del mio branco…” 

Derek aveva seguito lo sguardo dell'altro osservando a sua volta i membri del branco McCall, sorridevano tutti, tranne Stiles che aveva preso a mordersi il labbro inferiore. 

“…se.. Se ti andrebbe di restare a Beacon Hills. Non per sempre, anche se lo vorrei tanto, almeno fino al loro matrimonio, poi deciderai meglio cosa fare” 

Derek, nonostante sapesse già cosa rispondere e sentisse già le emozioni dei propri beta e di sua sorella, li guardò negli occhi. Quelli di Thomas erano speranzosi e limpidi, Raven gli stava rivolgendo uno sguardo di una che sa più di quello che dimostra, mentre Cora era quasi raggiante, nonostante un sentore di preoccupazione. Derek, anche se non avrebbe dovuto, si girò a guardare anche Isaac e stranamente lo vide sorridergli e fare un cenno di assenso col capo.  

Rivolto di nuovo verso Scott, Derek diede la sua sentenza, probabilmente di morte certa. 

“Va bene” 

E mentre tutti esultavano, Derek notò solo due cose. La mano di Raven che gli scompigliava i capelli mentre la sua testa gli si poggiava ad una spalla, e un forte odore di angoscia emanato da Stiles. 

 

.                          ----- 

 

Lydia era impazzita. Scott gli aveva riassunto brevemente il discorso della ragazza a Derek, ma Stiles non riusciva a coglierne pienamente il senso. Non era stupido, aveva notato anche lui i cambiamenti di quel pomeriggio, i sorriso rilassati, il senso di unione, ma perché raccontare quelle cose successe cinque anni prima? Perché raccontare del suo periodo di totale mutismo? 

Il pomeriggio era finito presto e ora Stiles era sdraiato sul letto nella propria camera, non aveva avuto modo di parlare con la sua fidanzata perché lei aveva degli impegni quella sera, ma ora poteva mandarle un messaggio. 

(Ore 23:04) Lyds, perché l'hai fatto? SS 

Lei avrebbe capito, sapeva a cosa si stesse riferendo Stiles.  

(Ore 23:06) Perché il vecchio Stiles era migliore. Dovevo provarci. LM 

(Ore 23:09) Se stiamo insieme da quattro anni, vuol dire che anche questo qui ti piace. SS 

(Ore 23:10) Stilinski, abbiamo già avuto questa discussione. Non ho mai detto che non mi piacevi prima, anzi. Eravamo più piccoli, io ero diversa, non era il nostro tempo. Ci siamo avvicinati mentre eravamo entrambi fuori di testa e ne siamo usciti insieme. Però da quando loro sono qui, ho visto pezzetti del vecchio te e non mi dispiacerebbe riaverlo indietro. Dopo quello che ci è successo nell'ultimo anno, poi, puoi biasimarmi? LM 

(Ore 23:15) Io sto bene. SS 

(Ore 23:16) Ma si può sempre stare meglio. Ti amo, sono qui per questo. LM 

(Ore 23:17) Ti amo anch'io e mi fido di te e della tua testa, ma mi sembra comunque una cazzata. Gli avvenimenti ci cambiano, non è sempre bene tornare indietro. SS 

(Ore 23:19) Shhh! LM 

 

.                          ------ 

 

Derek, sdraiato sul letto, si era coperto la faccia con le braccia in un gesto di esasperazione nello stesso attimo in cui la mano di Raven aveva abbassato la maniglia per aprire la porta ed era entrata in camera. 

“Raven” 

Raven taci. Raven va via. Raven non fare nulla. Era tutto rinchiuso in quel nome, ma lei non si sarebbe fermata, Derek lo sapeva.  

“Si, ciao capo. Allora? Cosa ci fai qui a rimuginare? Cosa abbiamo imparato? Agire, non pensare. Su!” 

A volte la odiava. Le avrebbe facilmente staccato il collo in tre secondi. 

“Derek!” 

Indifferenza. Probabilmente sarebbe sparita. 

“Ok, parlo da sola allora, fatti più in là. Bene. Cosa stavi per combinare quando Stiles ti ha messo spalle a terra?” 

“Niente, Raven” 

“Si, e io sono bionda. Ok, partiamo dal principio e analizziamo la situazione. Stiles è fidanzato” 

Aveva alzato l’indice. 

“Syiles si sposa tra un mese, circa” 

Si era aggiunto il medio.  

“Ti attrae fisicamente, tra l'altro ti capisco, e qualcosa di lui ti fa arrabbiare” 

Anulare e mignolo.  

“Raven, non ne voglio parlare” 

“Va bene, fatti le tue seghe mentali, ma sappi che stava per entrare Cora qui prima di me. Se continui così nessuno ti toglierà la chiacchierata con la sorellina minore che ha capito le mie stesse cose. Ora fa la nanna, domani prendiamo il sole” 

“Il sole?” 

“Ovvio! Non vedi quanto sono pallida? Ci rilassiamo, scambiamo la protezione di Thomas con quella alla carota che lo fa diventare arancione e lo sfottiamo per tutto il giorno. Si prospetta una grande giornata, capo!” 

Derek non aveva neppure avuto il tempo di afferrarle il braccio per ordinarle di non farlo, che lei era già scesa dal letto ed era uscita dalla stanza. 

Due ore dopo ancora non stava dormendo.  

 

 

 

 

 

   
 
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