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Autore: ten12    22/08/2016    1 recensioni
Curare qualsiasi malattia con un infusione. Ciò è possibile a Yharnam, la città dei Grandi Antichi e del sangue curativo, e stranieri da ogni dove giungono alla città dalle lunghe guglie portando con loro i propri demoni. Perciò sappi questo: a nessuno, a Yharnam, interessano gli orrori che hai commesso tu o quelli di qualunque altro viandante. Forse può sembrarti un bene fintantochè non arrivi durante una notte di caccia.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'La caduta di Yharnam'
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Marmellata di girasoli. Era dolce ed un po' pastosa. Sembrava di masticare della passata. "È molto buono" disse Gaenoph seduto sulla poltrona  masticando pane e marmellata e guardando Yharnam dalla finestra. Afferrò la tazzina ricolma di vino con la mano libera. "Sono felice che ti piaccia. Viggo ne va pazzo. Scusa se non ti posso dare altro da bere ma la roba buona l'abbiamo mollata nella vecchia casa e "qualche marito" non la riprende" disse Hilda mentre lavava i piatti nel catino con acqua piovana sulla superficie di pietra della cucina. Viggo, cupo fin dal suo ritorno a casa, era prossimo a diventare tutt'uno con le ombre dell'angolo in cui si trovava. "Non si preoccupi Hilda. Lei è stata fin troppo gentile, e poi a me il sangue non piace" rispose Gaenoph.

Doveva farlo andare via e Hilda sarebbe stata una grana. Essendo la maggioranza delle informazioni riguardo alla caccia ed alla malattia secretate dalla chiesa e disponibili solo alla ronda ed, unilateralmente e con vie diverse, ai vari ordini di cacciatori, sua moglie cercava di ottenere conoscenze parlando con i concittadini o tartassando gli"addetti ai lavori" su cui riusciva a mettere le mani. Viggo cercò un modo per eliminare Hilda dall'equazione e doveva sbrigarsi.

Gaenoph valutò la situazione velocemente. Si era svegliato nella nuova casa di un neo-capitano della ronda di caccia. Per ottenere quel rango o aveva ammazzato una bestia da solo o aveva avuto un aiuto e Jogo era facile a dare promozioni: anche se l'istituzione da cui doveva provenire la promozione stessa non era la sua. Di Finch nessuna traccia e Viggo puzzava di colpevole da un chilometro. Hilda era partecipativa in una conversazione che aveva fatto virare fin troppo spesso sulle bestie e sulla caccia. Era evidente che Viggo la teneva all'oscuro e lei tentava di recuperare facendo domande a lui. In tutto questo il marito non faceva che starsene nell'angolino buio della cucina a pensare. Gaenoph doveva cercare di capire che stava succedendo fuori di lì. "E lei come è diventato capitano, Viggo?" Chiese Il cacciatore. Viggo fu preso in contropiede ed alzò lo sguardo su Gaenoph cercando di riorganizzare le idee e rispondere. Riuscì solo a balbettare "io..ecco...noi...forse dovrei, o meglio, dovremmo..." Poi si bloccò, chiuse gli occhi, inspirò, espirò e disse con un tono tra il supplichevole e l'urgente "Gaenoph noi dobbiamo andare" Il cacciatore guardò la scena sorpreso ed inarcò un sopracciglio alla dichiarazione di Viggo. "La prego. Ho bisogno del suo aiuto e non possiamo perdere altro tempo" Aggiunse. Gaenoph capì al volo il motivo del nervosismo dell'uomo. Avevano catturato e torturato Finch, l'amico non ce l'aveva fatta, aveva dato il suo nome ed ora lo stavano cercando. Gli passo per la testa una possibilità però. Viggo e la moglie erano cittadini di ceto medio-basso ed avendo lui degli evidenti tratti nobili che interesse aveva l'uomo a salvarlo invece che a venderlo.
 
Viggo era fermo ad aspettare la risposta del sognatore pregando che non mangiasse troppo della foglia. Si era buttato. Non aveva pensato. Era stato un atto di totale disperazione il cui sviluppo era catalizzato dalla follia che erano stati quei giorni di assedio. Hilda aveva smesso di lavare i piatti e guardava il marito sorpresa. Non l'aveva mai sentito così nervoso. Nel cuore della donna nacque un filo di timore. Gaenoph continuava a guardare Viggo, silenzioso, con uno sguardo sempre più freddo e calcolatore ogni secondo che passava.
 
"Va bene" disse alla fine con tono calmo il sognatore, iniziando a togliersi i tutori e le medicazioni. Viggo rimase sollevato per un secondo, poi pensò che non era riuscito a capire bene la reazione del cacciatore e, pur riuscendo a controllarsi, deglutì ed ebbe paura. Gaenoph si alzò in piedi ed afferrò la sua mannaia dopodichè si bloccò e chiese "C'era un lanciafiamme con me?" Viggo fece un gesto di diniego con la testa. "Va bene" Disse Gaenoph dirigendosi verso la porta. Hilda aveva evitato di intromettersi fino a quel punto, rimanendo ferma vicino al catino ed alla cucina. La donna si avvicinò al marito e gli strinse dolcemente la mano destra con la sua. Viggo si voltò. Hilda era preoccupata, Viggo l'aveva capito quando, invece di lamentarsi perché portava via la sua unica fonte di informazioni, la moglie era ammutolita ed era rimasta a guardare. Il capitano della ronda sorrise rassicurante "È tutto a posto tesoro. Torno con il sangue d'alce stasera" Al di là del fatto che quel comportamento era forzato per l'introspettivo marito, Viggo non si accorgeva di quanto i suoi baffi facessero sembrare il suo sorriso e la sua affermazione falsi al contempo. Hilda, che si sarebbe rosa l'anima in silenzio fino alla sera, annuì assecondandolo e sapendo che indagare oltre sarebbe stato semplicemente inutile. Viggo allargò ancora di più il sorriso e si diresse verso la porta.
 
 
Scesero le scale in silenzio, guardando entrambi solo in avanti. Uscirono in strada. L'entrata della nuova casa di Viggo era in un vicolo cieco illuminato solo da un lampione a gas, poiché la luce del sole non arrivava fino al livello della strada e si fermava al secondo piano del palazzo opposto. Il selciato era sconnesso e qualche arbusto spuntava ai lati. Gaenoph aspettò, con le braccia conserte e la mannaia poggiata sulla gamba destra, che Viggo chiudesse il portone a chiave poi chiese "Perché mi ha fatto scendere qui?" L'altro si voltò e lo fissò. S'era ingobbito in avanti e si appoggiava con l'avambraccio destro alla maniglia del portone. Prese fiato e disse "Lei è ricercato da tutte le forze della Chiesa Della Cura, noi della ronda compresi, ed il suo amico è stato arrestato come eretico poco dopo il suo svenimento" Gaenoph rimase impenetrabile e disse "Quindi lei mi sta allontanando per paura che qualcuno mi associ a lei e venga a cercare da voi. E chi ha fatto il mio nome?" Viggo scosse la testa mentre diceva "Io non lo so. Il suo amico forse" 
 
Quell'uomo si faceva troppi scrupoli. No, non aveva pensato di venderlo. Gaenoph prese la mannaia e si incamminò verso l'uscita del vicolo.
 
"Mi dispiace non poterla aiutare di più" disse Viggo bloccando il cacciatore che gli dava già le spalle. Gaenoph si girò e sorrise. La cappa di freddezza scomparsa. "Non si preoccupi. Grazie per avermi salvato la vita" Gaenoph fece per andarsene, poi si bloccò, si girò nuovamente e chiese "Potrei avere bisogno di qualche informazione riguardo a dove tengono il mio amico" Viggo scosse ancora la testa e disse "Mi dispiace ma so solo che lo tengono nelle celle vicine all'entrata di Yharnam vecchia. Non sono mai stato lì. Provi a vedere se negli archivi di Cathedral Ward ci sono dei vecchi progetti. Un altra cosa. Yharnam sta diventando una zona di guerra. Un numero ogni notte più nutrito di bestie scala dalle fogne fino alle strade. Faccia attenzione quando ve ne andrete da qui" "Va bene. Grazie mille per il consiglio" disse il cacciatore allontanandosi. Viggo rimase fermo al portone e rispose sottovoce "Prego"
   
 
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