E se fossi tu
il sibilo del vento,
che vibra, forte, nell'aria
e volge alla luna il suo respiro più profondo.
Anelo la caduta delle foglie
e che la mia anima resti nuda
dinnanzi ai tuoi occhi.
Lacera la notte
spogliandomi d'ogni velo,
e permetti alle tue tenebre
di incendiare la mia luce.
Sii il silenzio che canta
e raccontami ciò che di me ancora non so
assaporando piano il grido che tiene celate le mie paure.
Cado e danzo sotto la stessa pioggia di sempre
che è balsamo e veleno sulle mie ferite,
raccogli il sangue con la forza delle tue braccia
e tingilo con il nero più scuro,
spezzami il fiato
e riportami alla vita.
Fammi ardere
e lascia che ogni cosa di me si consumi e poi rinasca.
Sii la mia redenzione e la mia condanna,
il mio peccato e la mia purezza.
Feriscimi con un'altra carezza,
incatenami e rendimi libera,
distruggimi con la promessa di altre cento primavere.
Sussurra il mio nome
un attimo prima che muoia
e vivrò, Eterna, nel grigio di ogni inverno.