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Autore: Marauder Juggernaut    23/08/2016    3 recensioni
Alfred e Ivan sono legati da sensazioni potenti e indomabili quanto loro. Fanno ciò che vogliono perché la loro condizione di superpotenze glielo consente. Per l'opinione del mondo loro sono rivali in una continua lotta per l'assoluta supremazia; ma oltre l'astio, oltre il puro desiderio di vedere l'uno sottomesso all'altro come nazioni, ci sono anche i sentimenti umani che li hanno portati a legarsi in modo indissolubile tra loro, a cercare un appiglio per non cadere in quel baratro verso l'autodistruzione dove stanno inesorabilmente precipitando.
[ Prompt 30: Facendo qualcosa di hot ]
[ CONCLUSA ]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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22 In battaglia fianco a fianco - Divisione

 

18 Maggio 1945

Berlino era fango e cenere, era calcestruzzo crollato sull’asfalto divelto dai cingoli dei carri armati di perdenti e vincitori. Berlino era una città infernale, era una nuova Gomorra sulla quale non si era abbattuto il giudizio divino, quanto più quello degli uomini che tenevano in mano il destino del mondo.
Gli aerei degli Alleati avevano rombato per giorni, vomitando tonnellate di esplosivo che si era abbattuto imparziale su militari e civili ignari.
Notti intere passate con la paura che comprimeva il petto, per poi liberarsi in puro terrore negli sguardi persi dei cittadini che vedevano la capitale invasa dalle forze sovietiche che la reclamavano come propria.
Ivan aveva ancora nelle orecchie le parole di Stalin e di Konev.
Dunque chi prende Berlino? Noi o gli Alleati?
Saremo noi a prendere Berlino e la prenderemo prima degli Alleati!
Lo slavo aveva quasi riso della rassegnazione negli occhi celesti di Germania e il disgusto in quelli carminio di una nazione destinata a scomparire da lì a breve. Rideva e sentiva bruciare di sangue amaro le ferite che i fratelli teutonici e i loro compagni gli avevano inflitto. Tre fori di proiettile all’altezza del cuore lo avevano quasi condotto per mano verso la morte, ma lui si era rifiutato di seguire quella direzione, testardo come l’inverno che gli scorreva nelle vene. Coi geloni alle dita, il sangue rappreso in bocca e lo sguardo carico d’odio, aveva dimostrato che nessuno al mondo poteva comandare nella sua terra. In tanti avevano provato, chiunque aveva fallito.
Se ne stava seduto su un cumulo di macerie mentre ascoltava il rumore ovattato delle sue bandiere rosse che dominavano il cielo di Berlino ormai cobalto e striato dalle tracce di gasolio degli aerei americani.
Eccolo che si avvicinava, fiero nel proprio portamento, col bomber di pelle graffiato dai proiettili evitati al millimetro.
Lo osservava dal basso, per poi scalare lui stesso quella montagna di detriti, tastandosi le tasche alla ricerca di uno spiegazzato pacchetto di sigarette. Ce n’era una sola dentro.
Col viso ancora annerito dal fumo, ma con gli occhi sempre brillanti e puri come quelli di un bambino, gliela porse dopo averla accesa con il metallico scatto dell’accendino: « Ce la dividiamo? ».
Dalla posizione seduta, il sovietico alzò la testa per osservare meglio i lineamenti dell’americano, deturpati appena da graffi e piccole bruciature: occhi di un bambino sognatore, il viso di un uomo che ha consumato l’ultima dose di speranza, vedendola realizzata.
« Chi fuma tabacco vale meno di un gatto… ».
Alfred si sedette accanto a lui, espirando il fumo inghiottito, passandogli poi la stecca di tabacco: « Infatti io e te siamo due poveri cani… ».
Ivan la accetto, portandola alle labbra: due vincitori, ma esausti di un mondo bieco che li metteva sempre a capo di squadroni di morte.
Espirò il fumo che per un istante gli offuscò la visione su i resti di una Germania stremata e in ginocchio. Una Germania ai loro piedi.
Il sovietico si passò la lingua sulle labbra impregnate di tabacco, non sorprendendosi nemmeno di sentire le delicate dita di Alfred tentare di sfilare la sigaretta dalle sue mani.
Gliela cedette, invitando col lo sguardo l’americano a osservarsi attorno: « Ce la dividiamo? »
America annuì: « Prendo il territorio a Sud-Est ».






N. d. A.
Ed eccoci col 22esimo capitolo. Da qui fino al 25esimo ci saranno digressioni storiche fino ai nostri giorni, che verranno trattati appunto nel capitolo numero 25.
Piccole precisazioni stroriche: nella battaglia di Berlino non parteciparono gli americani in maniera fortemente attiva. Si parla solo di sparsi raid aerei, ma nemmeno così tanti. Le forze in campo furono Naziste da una parte e Sovietiche dall'altra, in una battaglia che si dilungò dal 16 aprile del '45 fino all'8 maggio dello stesso anno, quando ci fu la resa definitiva del Terzo Reich e la conclusione della guerra in Europa.
Ho cercato su internet, ma in un giorno non sono riuscita a trovare una data effettiva in cui le truppe americane sono entrate a Berlino, perciò la data in alto è inventata e il primo incontro tra Alleati e Sovietici avvenne il 9 aprile del '45 a Torgau... ma io ho trovato più significativo farli incontrare a Berlino pochi giorni dopo la fine della guerra in Europa, in quanto la fine ufficiale della WWII è datata 2 Settembre del 1945 con la resa dell'Impero Giapponese.
Quando verso la fine parlano della divisione, non si stanno riferendo alla città, ma all'intera Germania.

Detto questo ringrazio _Akimi, Dani-dianime e TwoSpecialUnicorns per aver recensito gli scorsi capitoli e ci vediamo domani con 23 Litigando.

Marauder Juggernaut.
   
 
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