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Autore: EmmaStarr    23/08/2016    2 recensioni
Davanti a lui, un paio di occhi che lo fissano.
Kagami non vede nulla a parte quelle luci azzurre che lo osservano con intensità. Dura un'istante, poi gli occhi si chiudono e il pozzo ritorna oscuro.

* * *
Kuroko è uno dei maghi più potenti di Teiko, ma da un po' di tempo a questa parte c'è un sogno che non riesce a togliersi dalla mente: un cavaliere dai capelli del colore del fuoco, rinchiuso in una prigione.
La situazione si evolve quando Kuroko scopre che il cavaliere è reale, il suo nome è Kagami ed è tenuto prigioniero delle segrete del suo castello. Ma perché continua a sognarlo? Cosa lega due persone così diverse tra loro?
Riusciranno i due a sconfiggere l'Occhio dell'Imperatore, o verranno eliminati nel tentativo?
* * *
Prima Classificata al Lucky Star contest indetto da BlackIceCrystal sul forum di Efp
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiseki No Sedai, Seirin, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kagami non può negarlo: è davvero contento che Kuroko sia venuto a Seirin. Intendiamoci: sa essere irritante e fastidioso, specialmente quando appare all'improvviso dal nulla o lo riprende per le sue bravate, ma in generale è un tipo a posto. Ormai vive a Seirin da due settimane, ma è come se fosse lì da sempre. Ha legato subito con gli altri generali, e si è dimostrato un mago potentissimo, forse il più potente di tutto il castello. Ma nonostante l'evidenza non si è mai vantato, anzi, sembra quasi non esserne nemmeno consapevole. «Kagami-kun è molto più forte di me» dice sempre. «In un duello magico mi batterebbe senza problemi.» Ed è verissimo. Perché il potere di Kuroko non è fatto per gli attacchi diretti. Ma il suo sapersi fondere con le ombre, per nascondersi alla vista e nascondere anche gli altri, è una capacità da non sottovalutare. Oltretutto ci sono altre cose che Kuroko sa fare, cose spaventose che annullano la percezione dei sensi all'avversario e lo lasciano scoperto a possibili attacchi.

Ma il tempo che passano ad esercitarsi con la magia è pochissimo paragonato a quello che spendono insieme, in giro per il regno di Seirin. Kagami ha appreso con sgomento che Akashi non permette ai suoi maghi di uscire dal castello se non per missioni da lui autorizzate, e comunque sempre per pochissimo tempo. Appena lo ha sentito ha deciso di portare Kuroko letteralmente dappertutto: dalle cascate nel folto della foresta alla cima innevata della vicina montagna; dai campi di grano inondati d'oro alle grotte più profonde delle miniere abbandonate. Ogni giorno ha una nuova proposta, e Kuroko accetta sempre con un sorriso.

Non hanno più sperimentato quello strano flashback di una vita mai vissuta, sebbene ci siano stati altri- ehm, contatti. Sempre casuali, ovviamente. Insomma, Kagami è molto confuso, in tutti i sensi: con Kuroko è tutto così nuovo, così diverso, che non sa spiegarsi cosa siano quelle farfalle nello stomaco ogni volta che lui sorride, o quei brividi che sente lungo la schiena quando si sfiorano. La verità è che gli piace passare il tempo con Kuroko: lo fa sentire pieno, soddisfatto, a casa. E non vuole che questo cambi in seguito a nuove rivelazioni sconvolgenti. Sa benissimo che la guerra contro Teiko non è archiviata, e che la loro fuga non è certo passata inosservata: sa che dovranno combattere di nuovo molto presto, ma per adesso preferisce non pensarci.

«Ehi, Kuroko! Muoviti, dobbiamo sbrigarci!» esclama Kagami quella mattina.

«Kagami-kun, sai che ore sono?» sbadiglia una voce assonnata poco distante. Kuroko ha preso possesso di una piccola casetta proprio di fianco a quella di Kagami, così mangiano insieme praticamente ogni giorno: Kuroko non avrà le tremende capacità culinarie di Aida, ma non si avvicina nemmeno lontanamente all'abilità di Kagami.

«Dobbiamo vedere un posto speciale» risponde Kagami, ignorando le sue lamentele.

Kuroko si veste in fretta e lo segue, sbadigliando sonoramente. I suoi capelli sono così buffi che Kagami non riesce a trattenere una risata: quindi è così che appare appena sveglio? È davvero uno spettacolo.

«Kagami-kun è proprio maleducato» commenta Kuroko scuotendo la testa con aria delusa, iniziando a incamminarsi dietro di lui.

«Ehi, non prendertela. Vedrai dove ti porto!» ghigna Kagami. Ha tenuto questo posto per una mattinata come quella, limpida, senza nuvole.

«Ma era necessario alzarsi così presto? Il sole non è ancora sorto» obietta Kuroko, arrancando dietro al passo veloce di Kagami.

«Ci siamo alzati fin troppo tardi!» è la risposta di Kagami. «Dai, non è molto lontano.»

Kuroko annuisce e continua a camminare dietro di lui, in silenzio. È piacevole, la compagnia di Kuroko. Non è un tipo invadente, sa quando non è il caso di parlare a vanvera, e la sua presenza è sempre tranquillizzante. Sì, è stato davvero fortunato ad incontrarlo, storia del salvataggio a parte.

«Siamo arrivati» annuncia alla fine. Si trovano in cima a una collina, e si sono lasciati la foresta alle spalle: davanti a loro si trova una sgangherata ringhiera di legno, che dà su un panorama spettacolare. «È bellissimo» mormora Kuroko osservando in tutta la sua vastità la valle dove si trova il castello di Seirin.

«Aspetta, manca pochissimo» ghigna Kagami, le braccia incrociate al petto.

«Manca pochissimo a cos... oh.» Il sole sorge da dietro le montagne davanti a loro, inondando il punto in cui si trovano di luce dorata. È l'alba più spettacolare che Kuroko abbia mai visto, con i raggi del sole che abbracciano tutta la valle, in contrasto col colore scuro delle montagne da cui sta facendo capolino.

Kagami osserva con soddisfazione gli occhi di Kuroko farsi enormi per la meraviglia, mentre le labbra si schiudono in un “oh” silenzioso. «Questo è uno dei posti più belli di tutta Seirin» spiega Kagami. «Si chiama “la Residenza del Sole”, e l'alba vista da qui, beh... è un'altra cosa» commenta con un moto d'orgoglio. Il suo paese non sarà potente o grande come Teiko, ma di certo è più spettacolare.

«Kagami-kun» lo chiama Kuroko. Non sta più guardando l'alba, ma ha lo sguardo incastrato nel suo. In questo momento Kagami lo trova bello da mozzare il fiato. «Stavo pensando che a breve dovremo tornare a combattere.»

Kagami indietreggia, alzando le braccia. «Lo so, ma non è il caso di pensarci adesso, non...»

«Io sono un'ombra» lo interrompe Kuroko. «E più divampa il fuoco, e la luce è intensa, più l'ombra si fa netta. Io sarò la tua ombra, e insieme vorrei che sconfiggessimo Akashi.» C'è una tale determinazione nel suo sguardo, sul suo volto illuminato dalla luce dell'alba.

Kagami ghigna. «Cretino. Non è “vorrei”.» Prende fiato e lo guarda dritto negli occhi. «Noi sconfiggeremo Akashi.»

Kuroko sgrana leggermente gli occhi, sorpreso, poi si riprende e sorride, un sorriso genuino, ampio. «Hai ragione» risponde. E davvero, in questo momento Kuroko è così dannatamente perfetto che Kagami non ha più scuse: glielo deve dire.

 

*


 

«Senti» esordisce Kagami dopo qualche istante. «Volevo dirti una cosa. Se andremo in guerra, cioè, a questo punto quando andremo in guerra...» Kuroko annuisce, incoraggiante. «Beh, ho bisogno di sapere se... Voglio dire, mi piacerebbe... Oh, quello che sto cercando di dire è che...» sbuffa, evidentemente in difficoltà. Kuroko non riesce a fare a meno di sorridere, trovandolo adorabile. «Sono successe un mucchio di cose, la maggior parte delle quali vanno oltre le mie capacità di comprensione. Ma passare il tempo con te mi piace, a parte quando sbuchi fuori all'improvviso dal nulla e mi fai prendere un colpo, ed è da un po' di tempo che penso che... Insomma, vorresti...»

Kuroko non resiste più: è sempre stato uno che sa quello che vuole, e non si fa problemi a riconoscerlo. Sono due settimane che vuole una cosa in particolare, e ora può darsi che anche Kagami provi lo stesso. Sorride inclinando la testa da un lato e dice solo: «Sì.» Poi si alza in punta di piedi e appoggia le labbra su quelle di Kagami, il volto inondato dal calore del sole appena sorto e gli occhi pieni di luce.

 

*

 

Kagami è così sorpreso che per un istante si dimentica di respirare. Perché andiamo, non è possibile! Quello è Kuroko e lo sta baciando ed è così dannatamente bravo e Kagami potrebbe morire di felicità. Dopo il primo istante di sorpresa gli viene naturale rispondere al bacio con passione, allungando la mano dietro la testa di Kuroko e stringendolo a sé, godendo del gemito di sorpresa di Kuroko, subito soffocato dalle sue labbra. Oh, Kagami potrebbe passare ore a parlare delle labbra di Kuroko, così sottili, delicate, lisce. Le accarezza con la lingua e sente un brivido di piacere lungo la spina dorsale. Le cose stanno per farsi ancora più intense quando Kuroko si lascia scappare un grido.

«Cos...» balbetta Kagami, temendo di avergli fatto inavvertitamente male, e si separa. Ma la mano di Kuroko ha raggiunto la schiena, nel punto in cui si trova il sigillo. Kagami non ha il tempo nemmeno di lamentarsi che il mondo intorno a sé scompare, e si ritrova in una stanza scura.

 

*

 

«Di nuovo? Il regno di Teiko ha di nuovo attaccato un paese confinante?» Un ragazzo dai capelli rossi sbatté a terra un rotolo di pergamena, irato.

«È la terza volta solo questo mese. Di questo passo, saranno a Seirin prima del prossimo inverno» mormorò il ragazzo di fianco a lui.

«Questa storia deve finire» esclamò Kagami, prendendo a camminare avanti e indietro con foga. «Questa è la nostra casa, non hanno nessun diritto di strapparcela!»

Kuroko annuì. «E pensa a tutti i cittadini dei paesi conquistati. Quell'Akashi è un mostro.»

Kagami smise di camminare e lo fissò negli occhi. «Dobbiamo fermarli, Kuroko. Prima che sia troppo tardi.»

Per chiunque altro, quella sarebbe stata solo l'ennesima sparata di un ragazzino troppo giovane per sapere di cosa stesse parlando. Ma Kuroko lo fissò con attenzione, prendendo sul serio le sue parole. «Credi davvero che potremmo farcela? Ho sentito grandi cose sui maghi di Teiko. Ricorda che la mia magia e quella degli altri non è nemmeno lontanamente paragonabile alla tua.»

Lo sguardo di Kagami non vacillò. «Non sottovalutarti» lo redarguì. «Tu sei forte. Hai il controllo delle ombre.»

Kuroko sospirò. «Sai che non mi riesce ancora bene.»

«Non è vero! E comunque, non siamo soli.» ribatté Kagami.

Kuroko sospirò di nuovo, poi lo fissò dritto negli occhi. «Sei sicuro?» chiese soltanto.

Kagami annuì. «Possiamo farlo solo noi, Kuroko. Sarai al mio fianco?» E gli porse la mano stretta a pugno.

Kuroko non poté fare a meno di sorridere. «Sempre, Kagami-kun» promise, prima di battere il suo pugno contro quello dell'altro.

 

*

 

«Ahia!» Kagami ebbe uno scatto, ma Kuroko non mollò la presa e continuò la medicazione.

«Kagami-kun è stato troppo avventato. Quei soldati ci superavano di almeno tre volte» commentò Kuroko senza alzare lo sguardo dal suo operato. Dal suo tono non traspariva alcuna emozione, ma Kagami riusciva a capire che era arrabbiato nero.

«Ehi, abbiamo vinto lo stesso, no?» tentò di difendersi.

Kuroko sollevò lo sguardo, mortalmente serio. Kagami deglutì. «Saresti potuto morire, Kagami-kun» scandì lentamente. «Ho accettato di seguirti in questa missione. Abbiamo fondato un movimento di Rivoluzionari, abbiamo addirittura riconquistato un buon numero di territori che Teiko aveva conquistato.» Prese fiato e continuò. «Ma non ho intenzione di seguirti in missioni suicide come questa, Kagami-kun, mai più. Non hai ragionato a mente fredda e ti sei fatto provocare come un ragazzino.»

Kagami incassò tutto, ben consapevole di essere nel torto. E poi, Kuroko sembrava sinceramente preoccupato per lui. Riusciva ancora a vedere i suoi occhi spalancati e colmi di terrore nel momento in cui si era ritrovato accerchiato dai nemici, un istante prima che le ombre di Kuroko lo avvolgessero quel tanto che gli bastava per recuperare la sua spada e liberarsi di quegli scocciatori. È vero, si era buttato nella mischia senza preoccuparsi delle conseguenze perché era sicuro di avere Kuroko che gli copriva le spalle, ma doveva smetterla di essere tanto impulsivo. «Hai ragione, scusami» mormorò, lo sguardo rivolto verso l'alto. «Starò più attento.»

La rabbia era scomparsa dagli occhi di Kuroko, sostituita dalla stanchezza. «Lo spero bene» borbottò prima di stringere con forza la bendatura. «Ecco fatto.»

Kagami si massaggiò il polso e non si lasciò scappare nessun gemito di dolore. «Grazie» disse a bassa voce.

Kuroko alzò gli occhi al cielo. «Se lo fai di nuovo, Kagami-kun...» minacciò.

L'altro ridacchiò. «Cosa mi farai?»

Kuroko gli tirò un pugno. «Probabilmente questo» iniziò.

«Ehi! Ma cosa...» iniziò a protestare Kagami.

«E questo» aggiunse però Kuroko, lasciando scivolare la mano lungo il fianco di Kagami. Quello si immobilizzò. «E... questo» disse poi, nascondendo la testa nell'incavo della spalla di Kagami.

«Ma... Kuroko» mormorò, indeciso su come reagire. Doveva essersi davvero spaventato, realizzò con un moto di colpevolezza. Lentamente, sollevò il viso di Kuroko tenendogli il mento tra le mani. Il ragazzo aveva gli occhi lucidi, ma non stava piangendo. «Ehi. Lo so che è dura» iniziò, senza sapere bene dove andare a parare. «Ti stiamo sottoponendo tutti a un sacco di pressione, e hai moltissime responsabilità. Ma io non me ne andrò da nessuna parte, te lo prometto.»

Kuroko inarcò un sopracciglio. «Ah, sì?»

«Esattamente» confermò Kagami. «Altrimenti, come farai a stare “sempre al mio fianco”?» Kuroko sorrise, leggermente rincuorato, e appoggiò la fronte contro quella di Kagami.

«Vedi di mantenere la promessa, allora» sussurrò.

«Ma certo.»

Non seppero mai chi dei due avesse iniziato il bacio, ma tutto sommato, non importava.

 

*

 

Kagami sbatte le palpebre, frastornato. «E questo... questo che cos'era?»

Kuroko sembra confuso quanto lui. «Ancora questi ricordi.»

Kagami sembra sul punto di scoppiare. «Cosa significa? A cosa si riferiscono?» Nonostante il tono incalzante, le guance debolmente colorate di rosso mostrano che ancora pensa al bacio di prima.

«Io... credo di saperlo» risponde Kuroko, senza guardarlo. Già dopo la prima volta ha avuto la sensazione di sapere cosa fossero quei ricordi, ma si era detto che doveva essere solo un'impressione. Ora invece quest'idea è così radicata nella sua mente che non può essere un caso.

«Tu... cosa?» chiede Kagami, spiazzato.

«Qualche anno fa, Momoi-san ha scoperto che possiedo un potere assopito» inizia Kuroko lentamente. «Sai, uno di quelli che funzionano una volta ogni vent'anni.» Kagami annuisce con ammirazione: sa di cosa parla, ma sono poteri estremamente rari. «Ovviamente, è impossibile sapere di quale potere si tratti prima del risveglio, ma io credo...» prende un profondo respiro. «Credo di essere in grado di viaggiare nel tempo.» Kagami sbarra gli occhi, ma è così sorpreso che non riesce a parlare e Kuroko ne approfitta per proseguire. «La mia teoria è questa: io e te ci siamo davvero conosciuti a undici anni a Seirin, abbiamo davvero fondato un movimento Rivoluzionario e tutto il resto. Solo che, a un certo punto, per qualche motivo...» esita un istante, ma Kagami lo incita con lo sguardo a proseguire. «Per qualche motivo sono tornato indietro nel tempo e ho cambiato il corso della storia, impedendo che ci incontrassimo e sigillando tutti i ricordi di quel futuro» conclude, fermo. Non sa da dove gli venga tutta questa sicurezza, ma sa che non sta sbagliando: ne è certo, per quanto assurdo sia.

Kagami lo fissa con gli occhi sbarrati, ma non sembra avere l'aria di uno che sta per mandarlo al diavolo. «Beh, in qualche modo ha senso» riflette. «E non mi sembri il tipo da inventarsi una storia del genere di sana pianta.» Prende un profondo respiro. «Ti credo. Ma allora, perché hai dovuto fare una cosa del genere? Perché cancellare dalla storia il fatto che ci siamo incontrati?»

Kuroko non ha risposte. «Il sigillo non è ancora del tutto rimosso» riflette. «Possiamo ancora scoprire qualcosa.»

Kagami scuote la testa. «E come facciamo ad aprirlo del tutto? Funziona quando vuole lui!»

«La prima volta è stato quando ci siamo tenuti per mano, poi quando ci siamo baciati... riflette Kuroko senza un briciolo di imbarazzo, mentre Kagami arrossisce furiosamente. «Forse dovremmo passare al prossimo stadio?» domanda allora Kuroko con fare angelico.

Kagami fa per replicare, probabilmente strozzandolo, ma un suono agghiacciante li fa congelare sul posto: si tratta di una tromba di battaglia. «Dev'essere Akashi» mormora Kuroko, l'atteggiamento malizioso immediatamente sostituito da uno terrorizzato. «Sono tornati a prenderci.»

 

*

 

Tornano di corsa al castello, ma si accorgono che è decisamente tardi: l'esercito avversario è già arrivato, e l'avanguardia si sta scontrando con i soldati rimasti al castello. «Com'è possibile che siano già qui?» ringhia Kagami, afferrando una spada. «Com'è possibile che nessuno li abbia notati?»

Kuroko assume un'espressione colpevole: non avrebbe senso nasconderglielo, a questo punto. «Temo sia colpa mia» dice, cauto. «Kise-kun mi ha chiesto di insegnargli alcuni trucchi con le ombre, e Akashi deve avergli ordinato di nascondere l'esercito in movimento. Non è molto difficile, se si tratta di così poche unità.» A occhio e croce non possono essere più di duecento uomini. Non è una missione di conquista.

«Non ti preoccupare, non potevi saperlo» taglia corto Kagami, incamminandosi verso il luogo della battaglia. «Adesso andiamo!»

Kuroko annuisce e lo segue. Non sa cosa succederà, ma una cosa è certa: non permetterà a nessuno di toccare Kagami.

 

*

 

La battaglia infuria già quando Kagami e Kuroko arrivano. Subito iniziano a combattere fianco a fianco, e si stupiscono di quanto i loro corpi si muovano in sintonia: ancora più che durante gli allenamenti, è come se sapessero in anticipo l'uno le mosse dell'altro. Come se avessero imparato insieme a combattere. Come se quel futuro non gli fosse mai stato strappato.

«Attenti!»

Non hanno neanche il tempo di voltarsi, dopo che Furihata ha lanciato questo grido, che Kuroko si sente violentemente arpionato da dietro, e viene sollevato in aria. Alza lo sguardo, terrorizzato, e incontra gli occhi fieri e terribili di un'aquila reale rosso fiammante. Kuroko riconoscerebbe questa trasformazione anche senza averla mai vista prima: gli occhi di Akashi sono inconfondibili.

Non va bene, Tetsuya, rimbomba la voce di Akashi nella sua testa. Credevi davvero di sfuggirmi?

Quasi involontariamente, Kuroko lancia un'occhiata a Kagami sotto di loro.

È inutile, Tetsuya. So già tutto su te e il tuo amico. Ma non sono qui per lui. Sbatte le ali e si libra ancora più in alto, tenendo sempre Kuroko stretto tra gli artigli. Adesso torniamo a casa. Se credevi che ti avrei lasciato andare tanto facilmente, ti sbagliavi di grosso.

Sotto di lui, Kagami grida il suo nome. Kuroko risponde con tutta la disperazione di cui è capace, perché non può perdere Kagami (non di nuovo), Kagami non può abbandonarlo (non di nuovo), non può vivere senza di lui (vi prego tutto ma non questo, non di nuovo). La schiena brucia come se stesse per spezzarsi in due e il mondo scompare.

 

*

 

«Kuroko!»

Nella stanza ormai la battaglia sembrava ormai decisa: tutti i soldati di Seirin erano stati letteralmente spazzati via dalla furia dei generali di Teiko. Venivano chiamati “Miracoli”, ma a Kagami sembravano dei demoni più che degli esseri inviati dal Signore. Con l'azione combinata di Kagami e Kuroko erano riusciti a battere Kise e Midorima, ma contro Aomine se la stavano vedendo davvero brutta, mentre Murasakibara era impegnato a distruggere completamente Teppei.

In pratica, avevano perso. Non c'era nulla che potessero fare.

«Basta così, Daiki» disse qualcuno dietro di loro. Kagami raggelò: anche la semplice voce di quel ragazzo riusciva a mettergli i brividi. Era quello Akashi Seijuro, principe di Teiko?

«Non vincerai mai!» esclamò Kagami in un impeto di coraggio, lanciandosi nella sua direzione.

«Kagami-kun!» lo chiamò però Kuroko, e l'altro riuscì all'ultimo secondo ad evitare di venire ucciso sull'istante. Ma quanto era veloce Akashi? Sembrava quasi che sapesse leggere il futuro...

«Avete causato abbastanza danni ai miei territori, voi due» li riprese il giovane, camminando lentamente in mezzo ai combattenti. Aomine, un istante prima così preso dal combattimento, era immobile. Kagami e Kuroko non sapevano cosa fare. «Ma non siete mai stati alla mia altezza. Non costituirete mai una reale minaccia, perché non siete abbastanza forti.» Puntò lo sguardo in quello di Kuroko. «Kuroko Tetsuya. Ti avevamo chiesto di venire a Teiko, se non sbaglio, quando compisti undici anni. Peccato, con noi avresti potuto rivelare il tuo vero potenziale.» Passò oltre a Kagami senza degnarlo di uno sguardo. «Questa farsa è durata anche troppo. Nessuno può battermi, e nessuno mai potrà: io sono Assoluto!» Un lampo di malvagità gli passò negli occhi, e per un istante Kagami riuscì ad avvertire una presenza diversa nella stanza, qualcosa di sbagliato che non riusciva a spiegarsi. «Daiki, finiscili» ordinò freddamente Akashi. «Prima questo qua» aggiunse, alludendo con la testa a Kuroko.

Kagami non ebbe il tempo di pensarci troppo: appena vide Aomine sollevare la mano con un gesto quasi annoiato si lanciò letteralmente davanti a Kuroko, che non accennava a muoversi. Riuscì solo a sentire la voce dell'uomo che amava chiamare disperatamente il suo nome, mentre la mente si faceva sempre più leggera e il corpo prendeva a formicolare. «No, ti prego, no...» La voce di Kuroko sembrava lontana mille miglia. «Ti prego...»

E poi il vuoto.

 

*

 

Kuroko gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Tastò freneticamente il petto di Kagami alla ricerca di un battito, un segno di vita, qualsiasi cosa. Ma era inutile: gli incantesimi di Aomine non fallivano mai.

«Che scena romantica» commentò Akashi con un velo di divertimento. «Peccato che sia stata completamente inutile. Che idiota.»

«Non ti azzardare a parlare di lui in questo modo!» ruggì Kuroko, gli occhi imperlati di lacrime. È colpa mia. Io l'ho assecondato in questa pazzia, io gli ho detto che ce l'avremmo potuta fare. Se solo non lo avessi mai incontrato, questo non sarebbe successo.

Come vorrei poter cambiare tutto.

Gli bastò pensarlo, che improvvisamente una luce accecante si sprigionò dal suo petto, avvolgendo lui e il corpo di Kagami che Kuroko ancora stava disperatamente abbracciando. Akashi e Aomine sgranarono gli occhi: «Ma cosa...» balbettò il primo, un istante prima che il mondo si trasformasse in una grande stanza bianca.

 

*

 

«C-che succede?» balbettò Kuroko asciugandosi rozzamente le lacrime. Era stato lui a sprigionare quel potere, ma... di che potere si trattava? Dove si trovava?

Si guardò intorno: nella stanza fluttuavano innumerevoli sfere traslucide, e dentro ciascuna riusciva a intravedere delle figure che si muovevano. Esitante, sbirciò in quella più vicina: vide sé stesso sistemare l'armatura di Kagami nella tenda dei generali. Corrugò la fronte: quella scena era avvenuta poche ore prima. Si alzò, appoggiando con delicatezza infinita il corpo di Kagami accanto a lui e ricacciando indietro le lacrime: avrebbe voluto soltanto raggomitolarsi in un angolo e piangere, ma si disse di aspettare: forse c'era qualcosa che poteva fare. «Dove mi trovo?» chiese ad alta voce, cercando di mostrarsi più sicuro di quello che era.

«Questa è la Stanza del Tempo» rispose una voce femminile che risuonò in tutta la stanza. Kuroko fece un balzo indietro, terrorizzato. «È passato molto tempo dall'ultima volta che un mortale è stato qui.»

«I-io voglio salvarlo» si fece forza Kuroko, indicando la figura stesa a terra di Kagami. «Se posso, vorrei tornare indietro e fare in modo che non ci incontriamo mai.» Come risposta, una sfera fluttuò davanti a lui. Kuroko la osservò, e rimase senza fiato: al suo interno vide la figura di Kagami, ancora bambino, che entrava nel castello di Seirin.

«Grazie» sussurrò piano, allungando una mano verso la sfera. Lanciò un'ultima occhiata a Kagami e lo fissò con una dolcezza infinita. «Perdonami» mormorò prima di affondare la mano nel ricordo.

«Arrivederci» soffiò come un'eco la voce di prima, dopodiché Kuroko si trovò catapultato nel castello dove, nove anni prima, aveva incontrato l'amore della sua vita.

 

*

 

Vedere quel luogo così com'era tanti anni prima fu doloroso, per Kuroko. Ma ancora più dolorosa fu la figura di Kagami, undicenne, che camminava nella sua direzione borbottando qualcosa sull'inaffidabilità dei castelli così grandi. Dall'altro lato della stanza, inosservato, stava venendo verso di loro il Kuroko del passato, lo sguardo fisso sul pavimento. Se Kuroko avesse lasciato le cose come stavano, ora i due si sarebbero incontrati. Ma non poteva lasciare che accadesse.

«Ti sei perso?» chiese gentilmente a Kagami, fermandolo.

«Eh? No, no, stavo solo... visitando il posto, ecco» borbottò Kagami, evitando il suo sguardo.

Nonostante la situazione, Kuroko non poté fare a meno di sorridere. «Se prosegui dritto e poi svolti a sinistra, troverai la sala del trono. Lì dovrebbero essere riuniti tutti i maghi per dare i benvenuto ai nuovi allievi» spiegò.

Il ragazzino annuì, concentrato. «Dritto, poi a sinistra. Grazie mille!» disse, ma Kuroko non lo guardava più: dietro di loro, in quell'istante passò il Kuroko del passato, sfiorando appena le spalle di Kagami, ma senza fermarsi.

Kuroko osservò la scena come al rallentatore, e sentì il cuore spezzarsi in mille pezzi. Il Kuroko del passato continuò a camminare, mentre Kagami si allontanò nella direzione opposta.

«Il passato è stato cambiato. Tu non esisti più, adesso» sussurrò la voce che Kuroko aveva sentito nella Stanza del Tempo.

Il giovane sentì il corpo formicolare, e sobbalzò, preso dall'orrore. E che ne sarà di tutti i ricordi che ho? Scompariranno? si chiese, terrorizzato. Come farò a ritrovarlo? Alzò lo sguardo e vide la schiena del sé passato che si allontanava. Colto da un'idea, scagliò un incantesimo contro quella schiena, sigillando per sempre la sua memoria in un sigillo nero come un'ombra. «Non preoccuparti, Kagami-kun» sussurrò. «Io creo questo sigillo perché nasconda i ricordi della nostra vita» iniziò a pronunciare, sebbene le forze iniziassero a mancargli. «Se uno sarà in pericolo, l'altro lo sentirà, finché non vi rincontrerete. Gli stringerai la mano, e ricorderete come vi siete conosciuti. Lo bacerai, e ricorderete come vi siete baciati.» Esitò, ma doveva farlo. «Lo perderai, e ricorderai come vi siete perduti» concluse, trattenendo i singhiozzi.

Si fissò i piedi e realizzò che erano già scomparsi. Alzò lo sguardo e gli sembrò di rivedere il suo amato proprio davanti a sé, che gli sorrideva e gli tendeva la mano. Andava tutto bene, ce l'aveva fatta. Aveva aggiustato le cose. «Adesso andrò a Teiko e diventerò più forte. Dopodiché, quando sarà il tempo, io... farò di tutto pur di ritrovarti» promise, prima di svanire. Sul volto, l'ombra di un sorriso finalmente sereno.

 

*





Angolo autrice:
Ciao a tutti! Scusate il ritardo, in vacanza è sempre un po' complicato trovare internet...
Che ne pensate del capitolo? ^^ Finalmente abbiamo scoperto tutto: e adesso, cosa succederà? Riuscirà il nostro amato cavaliere Kagami a salvare Kuroko? Cosa farà Akaashi?
Grazie a tutti quelli che sono arrivati fin qua!
Un abbraccio, vostra
Emma

  
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