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Autore: Solare1723    25/08/2016    1 recensioni
I fratelli Bellamy e Octavia Blake sono i ragazzi più popolari della scuola. Lui bello e dannato, lei socievole e stupenda. Le migliori amiche di Octavia sono Raven Reyes e Clarke Griffin. La prima appassionata di motori, la seconda già destinata a un futuro brillante da medico. C'è solo un piccolo problema: Bellamy e Clarke non si sopportano. Ma dietro al carattere scontroso di Bellamy si cela altro e sarà proprio la giovane Clarke Griffin a scoprire il fardello del maggiore dei Blake.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bellamy si svegliò lentamente. Scalciò le lenzuola e si sedette a bordo del letto. I suoi amici ancora dormivano. Sospirò e si prese la testa tra le mani. Le immagini di quella notte si susseguivano velocemente davanti le sue palpebre chiuse. Clarke che si presentava alla sua porta. Clarke che piangeva. Clarke che lo baciava. E lui che rispondeva al bacio. Era per quel motivo che non aveva voluto baciarla durante il gioco della bottiglia,perché sapeva che non sarebbe riuscito a non volere di più. Perché sapeva che il suo dannatissimo orgoglio sarebbe andato miseramente perso. Cazzo se l'amava. Ma non riusciva a perdonare e dimenticare. E sembrava essere riuscito ad uscire dal limbo dei suoi sentimenti verso Clarke,almeno fino a quel bacio. Non riusciva a pensare. Si tirò uno schiaffo in fronte abbastanza forte come a voler far funzionare il cervello di nuovo. Sospirò pesantemente e prese il cellulare. Erano le otto di mattina e nessuno si sarebbe svegliato prima delle nove. Era talmente confuso. Una parte del suo cuore gli indicava un'unica direzione. Gli urlava di cancellare tutto e andare a bussare a quella porta. Ma l'altra,quella in frantumi,quella dolorante,gli diceva di correre il più lontano possibile. Aveva bisogno di aria. Si vestì velocemente e mise un paio di scarpe ed uscì dalla stanza. Girovagò per l'hotel con le mani in tasca e lo sguardo vuoto. Uscì dalla porta principale e inspirò a pieno l'aria che lo circondava. Camminò sul manto nevoso che lo circondava con assoluta tranquillità. Rientrò dopo qualche minuto,con la testa più leggere ma il cuore ancora pesante come un macigno. Non riusciva ancora,per quanto volesse, a perdonare quella ragazza a cui aveva dato tutto ma che lo aveva deluso. Come tutte le persone che aveva amato. Sbuffò e si sedette su uno dei divani della Hall,nel completo silenzio,assaporando la quiete che lo circondava.









-Clarke?-
Raven e Octavia erano pronte per uscire quando notarono la quasi inesistente presenza dell'amica,rannicchiata tra le lenzuola,con il viso coperto.
-Ehi? Va tutto bene?- chiese Raven sedendosi sul letto. Di tutta risposta Clarke fece un mugugno indefinito.
-Che è successo?- 
-Niente- sussurrò lei.
-Clarke...- 
Clarke sbuffò e si rivelò alle amiche. Occhi arrossati,viso pallido e l'aria di chi possa svenire da un momento all'altro.
-Che bella cera che hai!- commento sarcastica Octavia.
-Oggi non esco. Dite ai professori che non sto bene. E che vengano a controllare!- disse ributtandosi nel letto. 
-Ci vuoi dire che è successo?- 
-Ieri notte...- indugiò parecchio tempo osservando i visi curiosi delle amiche.
-Non riuscivo a dormire e...- 
-Arriva al punto,Griffin!- esclamò esasperata Raven,alzando gli occhi al cielo. 
-Ho baciato Bellamy!-disse tutto d'un fiato.
Le due ragazze si guardarono per qualche secondo per poi rivolgere lo sguardo all'amica.
-Hai fatto che?- chiesero in coro.
-Dopo quello che è successo col gioco della bottiglia non riuscivo a riprendermi dal suo comportamento. Perciò ieri notte sono andata alla porta della sua stanza e ho bussato. Mi ha aperto e cercava di capire cosa fosse successo. Io non ho fatto nient'altro che baciarlo e scappare via. Mi è sembrato che abbia corrisposto il bacio...-  Sospirò riportandosi le coperte sul viso.
-Non voglio uscire da questa stanza. Per favore lasciatemi stare.- disse con la voce attutita dal piumone. 
Raven e Octavia si lanciarono uno sguardo e dopo sparirono oltre la soglia della camera.
Una volta fuori sospirarono alzando gli occhi al cielo. 
-Non crederà davvero che la lasceremo crogiolarsi nel dolore,vero?-
-Non credo. Non può essere così stupida.- 
Detto questo scesero le scale parlando tranquillamente.
Una volta scese notarono immediatamente Bellamy seduto ad un divanetto con accanto la ragazza dai capelli rossi. Octavia sbuffò indispettita per poi lanciarsi un occhiata di intesa con Raven. 
Si allontanò dalla ragazza per dirigersi dal fratello e instaurare con lui una semplice conversazione. Mentre parlavano,Raven corse da loro con aria preoccupata. 
-Octavia! Vieni devo dirti..-
-Puoi dirmelo anche qua- rispose lei con finta innocenza,guardando con la coda di un occhio il fratello che sembrava assorto nei suoi pensieri e non degnava di uno sguardo la rossa al suo fianco.
-Clarke sta veramente male.. Dovremmo chiamare un dottore?- 
Bellamy al sentir pronunciare il nome di Clarke si svegliò dallo stato in cui era caduto per osservare corrucciato le due ragazza che gli si paravano di fronte. 
-Non credo serva. Facciamola riposare e dopo controlliamo.- Raven annuì un paio di volte e se ne andò. Octavia continuò a parlare con un Bellamy palesemente assente,quando intravide Lincoln e gli corse incontro. Il maggiore dei Blake cominciò a picchiettare con le dita nervosamente sul bracciolo del divano. 
-Bellamy,tutto apposto?- chiese Lucy osservando il suo comportamento strano. Il ragazzo si alzò velocemente dal divano, come se quelle parole lo avessero scottato.
-Devo andare.- disse per dirigersi alle scale e salirle velocemente. Quando si trovò davanti alla porta in legno,sospirò. Non voleva trattare Lucy così, solo che più la guardava,più capiva che l'aveva avvicinata per avere un rimpiazzo per Clarke. Non voleva illuderla,ma più passava del tempo con lei, più si trovava bene e più si sentiva in colpa. Quella ragazza spuntata dal nulla che avrebbe potuto salvarlo dal suo dolore,se lui si fosse fatto salvare da chiunque e non stesse aspettando quella ragazza dalla folta chioma bionda. Ogni volta che guardava Lucy negli occhi,vedeva Clarke. E tutto quello faceva male. Sospirò di nuovo e bussò diverse volte alla porta che si trovava di fronte. Nessuna risposta. Era preoccupato e doveva sapere come stava Clarke. La ragazza era immersa nelle coperte e sospirò al sentire il bussare costante alla porta. Era convinta fossero le sue amiche che voleva costringerla ad alzarsi e quindi lasciò correre i secondi. 
-Clarke. Stai bene? Mi sto preoccupando!- La giovane Griffin perse almeno tre battiti quando sentì la voce di Bellamy estremamente tesa e preoccupata.
-Clarke,sfondo la porta se è necessario!- 
-No! Bellamy,sto bene!- gridò la ragazza per farsi sentire.
-Sei sicura?- Clarke si alzò dal letto per arrivare alla porta. Aveva la mano sulla maniglia ma non riusciva ad abbassarla per quanto volesse.
-Si...- disse abbastanza forte da potersi fare sentire. Sentì il ragazzo tirare un sospiro di sollievo. Lei poggiò la fronte sul legno della porta inconsapevole del fatto che lui avesse fatto lo stesso. 
-Bellamy sei ancora lì?- 
-Si.- 
-Perché sei venuto?-
-Io... Pensavo avessi bisogno di sostegno... Pensavo stessi male e mi sono preoccupato...- Una lacrima scese sul viso di Clarke.
-Ti preoccupi ancora per me?-
-Sempre. Tu sei e resterai la mia principessa.- 
-Il bacio di ieri sera..- 
-Non preoccuparti...- 
Clarke stava abbassando completamente la maniglia per lasciare entrare Bellamy nella stanza, per lasciarlo ritornare da lei.
-È... È meglio che vada...- la ragazza fermò la mano e la ritrasse velocemente.
-Certo,hai ragione...- lui si spostò dalla porta e fece per allontanarsi quando tornò indietro.
-Clarke.- la ragazza era rimasta alla porta e quando sentì il ragazzo rispose immediatamente.
-Sai che il bacio con Lucy non è stato niente.-
-Non mi devi spiegazioni...-
-Lo sai che il mio amore per te non cambierà mai e che non guarderò,toccherò o bacerò mai nessuno come con te... Ciao principessa.- disse prima di sparire nella sua stanza. Clarke appena sentì la porta della stanza 220 sbattere iniziò a piangere,un pianto liberatorio. Le mancava da impazzire eppure non aveva avuto il coraggio di aprire quella dannata porta. Perché tutto sarebbe stato più facile senza guardarsi negli occhi. Nonostante facesse dannatamente male.










I ragazzi erano a cena. Clarke non era scesa a mangiare e Bellamy si stava davvero preoccupando. Quando la vide arrivare insieme a Raven e Octavia sembrò sollevato,ma evitò in qualsiasi modo il contatto visivo. Dannazione,quella era la sua Clarke e si stava comportando da bambino. Lucy provava a parlargli ma lui non le dava retta,tenendo lo sguardo fisso sulla sua carne. All'ennesimo tentativo della rossa,il ragazzo si alzò prendendola per un braccio e trascinandola fuori dalla sala da pranzo. 
Clarke osservò la scena e sentì gli occhi bruciare. Iniziò ad osservare il suo piatto pieno senza provare neanche ad assaggiare qualcosa.  
Octavia la fissò per tutto il tempo.
-Clarke?- la ragazza alzò gli occhi limpidi sull'amica.
-Perché oggi che potevi dirgli la verità,non gliel'hai detta?- Clarke sussultò.
-Io... Non lo so... Non lo sentivo così vicino da troppo tempo e non volevo rivangare il passato... Un passato che mi ha lacerato dentro...- 
-Avresti dovuto dirglielo... Probabilmente le cose sarebbero risolte...- Clarke sospirò e si alzò.
-Vado in camera...- sussurrò per poi dirigersi verso le scale. Mentre saliva sentì alcune persone urlare non troppo forte,ma abbastanza da sentire che cosa stessero dicendo. Clarke si avvicinò lo stesso e spiò la scena da uno spiraglio della porta.
-Bellamy,perché?-
-Lucy,non voglio farti soffrire! Sei una ragazza davvero eccezionale e io sono una persona orribile per averti illusa e sfruttata.. Avevo bisogno di qualcuno per non essere solo, perché per quanto dica che mi piace la solitudine, non è vero. Mi mancava Clarke e per quanto mi illudessi non riuscivo a dimenticarla. Tu sei stata quella persona che arriva per caso e che potrebbe salvarti se non fosse che tu vuoi salvato da qualcun altro. E lo so, sono una persona orribile ma avevo bisogno di lei, ma il mio orgoglio mi impediva ogni movimento nei suoi confronti.- Bellamy cadde in ginocchio. Per quanto volesse sembrare forte,da quando aveva lasciato Clarke mangiava poco e raramente. Era estremamente debole e il solo parlare così tanto lo
aveva stancato. Lucy si inginocchiò e lo circondò con le esili braccia. 
-Sei debole Bellamy. Devi mangiare.- 
-Non posso farcela...- il ragazzo si alzò lentamente.
-Vado in camera- disse mentre si dirigeva all'uscita. Clarke si nascose e quando lo vide passare notò quei dettagli in lui che nessuno aveva potuto notare per l'isolamento che si era autoimposto: era dimagrito e sembrava un'anima di un combattente morto prima di finire la sua missione. Vederlo così la distrusse.










Tutti i ragazzi erano usciti per la città in cui si trovava l'hotel. Solo Bellamy e Clarke non andarono. Il ragazzo era sul suo letto a guardare un po' di televisione quando sentì bussare alla porta. 
-Chi è?- 
-Bellamy...- il ragazzo fece un'espressione accigliata.
-Clarke?- disse mentre si alzava e si dirigeva alla porta. La aprì e trovò Clarke seduta per terra con due piatti colmi di cibo accanto.
-Che..- 
-Non hai cenato... E neanche io.- disse prendendo un po' di pane. Lui la guardò con un sopracciglio alzato. Si accovacciò e le prese il piatto dalle mani poggiandolo per terra e dopo le porse la mano.
-Blake,ma che fai? Stavo mangiando!- lui indicò la mano con un cenno della testa e lei la prese. Quando si alzò si trovarono faccia a faccia. Si guardarono per quelle che sembrarono ore prima che lui prendesse i piatti lasciati per terra ed entrasse in camera seguito da lei. Si sedettero sul letto del ragazzo e iniziarono a mangiare.
-Come mai questa improvvisa voglia di condividere? Avresti potuto prenderlo solo per te...- 
-Mi preoccupavo per te.- 
-Ti preoccupi ancora per me?- chiese lui sorridendo. Era da tanto che non sorrideva in maniera così reale,vera. 
-Sempre.- disse lei citando le parole del ragazzo di quella mattina. 
-Bellamy... Perché non stai mangiando?- Clarke lo aveva saputo da Octavia indirettamente tempo prima,ma non aveva dato molto peso alla questione. Almeno finché non lo aveva visto crollare davanti a quella ragazza.
Bellamy sgranò gli occhi.
-Dannata Octavia...-
-Bellamy...-
Il ragazzo sospirò.
-Non c'è una vera ragione... Per favore evitiamo l'argomento...- 
Clarke gli prese il piatto che aveva fra le mani e lo posò in un angolo insieme al suo. Gli prese il viso tra le mani e lo guardò dritto negli occhi. 
-Tu sei forte. Promettimi che non farai mai più una cosa del genere.- disse col viso solcato dalle lacrime.
-Ehi,ehi. Te lo prometto.- disse lui asciugandogliele. La ragazza si staccò da lui. Avrebbe voluto baciarlo più di ogni altra cosa,ma nonostante ciò che aveva sentito,non lo fece. Voleva fosse lui a fare il primo passo. Se lo avrebbe mai fatto. Avrebbe aspettato e rispettato i suoi tempi. 
Quando l'accompagnò fuori dalla porta ancora non era rientrato nessuno dei loro amici.
-Buonanotte Bellamy.-
-Buonanotte principessa.- disse lasciandole un bacio sulla fronte. Lei sorrise e scomparve oltre la soglia della sua camera.









   
 
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