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Autore: EllynPhilips    25/08/2016    1 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò di soprassalto, mettendosi diritta. L'aveva sognato un altra volta. Più che sognarlo aveva sentito la sua voce, che le ripeteva insistentemente la stessa cosa: "Ti proteggerò da tutto e da tutti" . Era una delle promesse che le fece un giorno in cui era accaduto qualcosa che l'aveva fatto preoccupare per lei, le disse che non voleva che accadesse di nuovo, e che avrebbe fatto tutto il possibile per non farlo ricapitare.
Ma quella era un altra storia.
Il punto è che le fece quella promessa. Ne aveva fatte troppe che non era stato in grado di mantenere. Ma non voleva pensarci, non doveva pensarci.
Da oggi in poi sarò positiva, non penserò al passato.
"Se ce la fai ti stimerò a vita."
E' come se stimassi te stessa.
"Appunto." disse la vocina.
Simpatica.
Da ora in poi non penserò più al passato, mi godrò il presente. Questa sarà la mia vita. In un posto dovremo pur ricominciare. E questo sarà quello perfetto. Deve esserlo.
Così ti voglio!
Si alzò dal letto, troppo grande e vuoto per i suoi gusti. Il corridoio era deserto, e lei cercò di non fare rumore mentre scendeva le scale e si recava in cucina.
Rufolando nei vari scomparti riuscì a trovare un bicchiere di vetro.
- Ehi, una ladra! - disse una voce.
Sobbalzò dalla sorpresa, e il bicchiere le cadde dalle mani. Prima che cadesse a terra, una mano l'afferrò. - Stai attenta, non vorrai mica romperlo. - disse Frits guardandola divertito. - Sei proprio sbadata. -
- Io non sono sbadata. Mi hai solo presa in contropiede, ecco tutto. -
Le sorrise e le verso l'acqua nel bicchiere, poi glielo porse. - Ce la fai a bere da sola o ti serve aiuto? -
Lo guardò male, e prese il bicchiere dalla sua mano. La sfiorò di sfuggita per alcuni secondi, ma le bastarono per sentire il calore che emanava. Preoccupata gli appoggiò la mano sul braccio, tastandoglielo. - Perchè sei così caldo? -
Lui alzò la mano vuota senza dire niente. Sul palmo di essa comparve una palla di fuoco. Lo guardò stupita, non credeva fosse in grado di comandare il fuoco.
Avvicinò la mano alla fiamma, ma lui la fermò. - Non farlo, potresti bruciarti.- Lei scosse la testa, e posò la mano sulla sua. La palla di fuoco sparì lentamente sotto il suo tocco, producendo del fumo. - Tu...L'acqua? - Prisca annuì.
- Ma il fuoco non spiega il tuo calore. E' insolito. -
- Come fai a dirlo? -
- Constant non è così caldo. -
Nemmeno io lo ero stata.
- Solo perchè sono più potente nell'usarlo. Io mi alleno continuamente con il potere, e più lo uso, più diventiamo una cosa sola. -
- Non lo sapevo. -
- Per essere un vampiro non sai molte cose. -
- Nessuno mi ha mai detto niente, nemmeno su come funzionano i poteri. Mi sono sempre dovuta arrangiata da sola. - disse.
- Se hai qualche dubbio su qualcosa, chiedi pure a me.-
- Grazie per quello che stai facendo. - disse stringendogli la mano. - Non sono in molte le persone che l'avrebbero fatto. -
- Quando mi trovo di fronte a certe situazioni, cerco di mettermi nei loro panni e penso che se io fossi al loro posto, vorrei che qualcuno mi desse una mano. Non si sa mai, potrebbe capitare davvero, e nel caso spero ci sia qualcuno ad aiutarmi. -
- Lo spero anche io. - Prese il bicchiere dalla sua mano e bevve l'acqua con gusto. Essa le scese lungo la gola, fresca e dissetante.
- Stavo pensando....- disse guardandola. - Dato che resterete qui per un po, perchè non vi iscrivete a scuola con noi? -
- A scuola? - disse sgranando gli occhi. - Stai scherzando? -
- Per niente. Potreste essere dei nostri amici che hanno deciso di trasferirsi qui, le persone conoscono me e mia sorella, non si faranno domande su chi siete, che cosa ci fate qui. Vi accetteranno e basta, perchè siete nostri amici. -
- Ma davvero vai ancora a scuola? Quanti anni hai? -
- Ne ho fatti diciannove un mese fa. Sono all'ultimo anno, perchè? -
- Pensavo fossi più grande! - disse ridendo.
- Tu quanti ne hai? -
- Diciotto. -
- Beh, sono sempre più grande di te. -
Prisca gli fece una linguaccia. Non aveva tutti i torti.
- Insomma, non ti dispiace aver interrotto gli studi per vagare a destra e a manca per tutto il mondo? -
- Io non li ho interrotti. -
- Non sei mai andata a scuola? - disse guardandola con gli occhi sgranati.
- Certo che si, ma l'ho già finita qualche anno fa. -
- Stai scherzando? -
- Affatto. Da me la scuola finisce presto. Verso i quindici, sedici anni abbiamo appreso tutto quello che ci serve sapere. -
- Da dove vieni tu? -
- Da un posto fuori dal mondo. Mi piacerebbe tu lo vedessi, ma temo di non poterci tornare. -
- Non fa nulla, forse un giorno....- e si interruppe a metà sfrase.
Prisca sapeva cosa volesse dire. Forse un giorno tutto questo finirà, i tuoi inseguitori si stancheranno di cercarti per il mondo, e lasceranno perdere. Sperò avesse ragione.
- Allora, accetti la mia proposta? - Lei alzò le spalle. - Perchè no? Tanto non avrei niente da fare tutta la mattina. -
- Allora Lunedì verrete con noi. Sistemerò un paio di cose e non ci saranno problemi. -
- Tempo ci sia un problema che non hai preso in considerazione. -
- E quale? - - Constant ha venticinque anni, non può fare le superiori! - disse ridendo. Non ce lo vedeva in mezzo ai banchi di scuola, o alla mensa. Solo a pensare alla scena di lei e Constant che andavano a scuola le veniva da ridere come una pazza. Sarebbe stata una cosa assurda.
- Beh...- disse Frits grattandosi la testa. - Potrebbe passare per un ragazzo di vent'anni. Il povero ragazzo è stato bocciato un anno fa per motivi personali - ipotizzò.
- Potrebbe funzionare. -
- Funzionerà. -
Posò il bicchiere nel lavandino, e si voltò a guardarlo. - Grazie per l'acqua....e per aver preso il bicchiere al volo! -
- Figurati. Non volevo certo che tu lo rompessi, chi l'avrebbe sentita poi Rey? -
Gli sorrise e, uscendo dalla porta, le scompigliò i capelli.
- Ehi ragazza. - la richiamò.
- Si? - chiese girandosi.
- Belle gambe. Vieni a fare un giro in camera mia quando hai tempo. -
- Buonanotte, Frits. - disse scuotendo la testa e salendo le scale.
Attraversò il corridoio, ed arrivò alla porta della sua camera, ma si girò verso quella di Constant, mettendo una mano sulla maniglia della porta del ragazzo, ma poi ci ripensò. Doveva smetterla, stava diventando un abitudine intrufolarsi nella stanza del suo migliore amico quando non riusciva a dormire bene. Aveva diciotto anni, non era più una bambina, doveva imparare a cavarsela da sola. Brutti sogni e solitudine non erano nulla, in confronto a quello che la vita poteva riservare. C'erano cose peggiori.
Così fece dietro-front e tornò in camera sua, infilandosi sotto le coperte. Si stava per addormentare, quando provò una sensazione strana. Era sicura che dietro la sua porta ci fosse qualcuno. E pensava di sapere chi fosse. Era possibile? Di solito era lei che andava da lui per cercare conforto, e non il contrario. Lui teneva i suoi sentimenti nascosti, soprattutto quelli che lo affliggevano.
Quando lo sentì allontanarsi, si alzò velocemente dal letto e andò ad aprire la porta. Se Costant aveva bisogno di lei, non si sarebbe tirata indietro. Faceva sempre il forte, ma forse soffriva più di tutti.
- Ti ho sentito. - gli disse.
Il ragazzo si girò a guardarla sorpreso.
- Pensavo di aver fatto piano! -
- E l'hai fatto. Non mi sono alzata per il rumore, ma perchè ho percepito la tua presenza dietro la porta. -
- Mi dispiace di averti svegliata.- si scusò.
- Non stavo dormendo. E poi se anche tu mi avessi svegliata non sarebbe stato un problema. Non so se ti ricordi tutte le notti in cui venivo da te e ti svegliavo. -
- Comunque non importa, torna pure a letto, ci vediamo domani. - poi guardò l'orologio. - Si insomma, tra diverse ore. Sono le 4. - e si voltò.
Prima che se ne andasse via lo prese per un braccio e lo tirò dentro la stanza, chiudendo la porta.
- Non fare lo stupido. - disse una volta dentro. - Si vede che non stai bene. Sei un po scosso. -
- Ti ho detto che non importa, sto bene. - Tirò via il braccio dalla sua presa, ed esso ricadde lungo il fianco di Prisca. Perchè non voleva parlarle? O raccontarle quello che gli era successo? Era sua amica, era suo compito consolarlo, o farlo stare meglio.
Costant andò verso la porta, pronto ad aprirla. Non l'avrebbe fatto andare via. Così senza pensarci, lo abbracciò da dietro, posando la testa sulla sua schiena.
- Lo so che non stai bene. Lasciami fare quello che tu hai fatto per me tutte le notti in cui stavo male, ti prego. - lo supplicò. - Constant, l'amicizia non è a senso unico, non puoi pretendere che venga da te ogni qual volta ho un problema se tu non fai lo stesso. L'amicizia è sorreggersi a vicenda, esserci sempre e comunque, nei momenti belli e in quelli tristi. E' festeggiare insieme in quelli belli, e tenersi per mano per darsi conforto quando tutto va male. Lascia che mi prenda cura di te, come tu hai fatto con me. -
Constant tolse la mano dalla maniglia e la mise sulla sua, che era posata sul suo petto. Lo sentì annuire, così si staccò dall'abbraccio, e lo portò sul letto. Il ragazzo ci si fece condurre silenziosamente, senza sire una parola, poi si stese accanto a lei e le appoggiò la testa sulla pancia.
- Hai fatto un brutto sogno? - chiese Prisca interrompendo il silenzio.
Lui annuì ancora.
- Cosa hai sognato? -
- La sera in cui arrivarono gli Altri in casa mia. - disse solo.
- Oh tesoro, mi dispiace. Deve essere stato orribile. -
- Prisca...-
- Si? -
- Non mi va di parlarne. -
- Scusami...Io volevo...-
- Lo so. - disse interrompendola. - Ma in questo momento vorrei solo che mi stringessi. - Si spostò più in su, faccia a faccia con lei, puntando gli occhi in quelli della ragazza. Prisca allora gli prese un braccio e se lo portò dietro la schiena, poi fece lo stesso con il suo, abbracciandolo, stringendolo a se. Constant avvicinò il viso a quello di Prisca, e le diede un casto bacio sulle labbra.
Prisca accennò un sorriso. Quello non era un bacio che voleva dire "Mi piaci" o "Ti voglio".
Era il suo modo per ringraziarla e farle sapere che apprezzava il suo aiuto, le sue attenzioni. Lei non disse nulla, si limitò a stringerlo ancora di più a se, sperando di cacciare i ricordi dalla sua mente, sperando che il dolore che provava si trasferisse in lei. Continuò ad accarezzargli i capelli fino a quando non sentì il respiro del ragazzo diventare regolare.
Poi lo seguì a ruota.

Qualcuno stava bussando insistentemente alla porta, disturbando il suo sonno. Chi era che rompeva di mattina presto? Prisca si svegliò, aprendo lentamente gli occhi.
Dalla finestra entrava molta luce, e dedusse che non era così presto come credeva. Accanto a lei Constant si stava stiracchiando.
Prisca scese dal letto e andò ad aprire la porta.
Si trovò davanti un Frist già lavato e vestito. - Alla buon ora belle gambe!- disse Frits guardandola sbadigliare.
- Non è mica poi così tardi...-
- No, sono solo le undici. - disse alzando le spalle.
- Che cosa? -
- Hai capito bene. -
- Non ho mai dormito così tanto. - disse sorpresa.
- C'è sempre una prima volta. - rispose lui. - A proposito, hai visto Constant? Nella sua camera non c'è. Pensi che se ne sia andato? -
- No. - disse Constant spuntando dietro di lei e mettendole un braccio sulle spalle. - Sono ancora qui. -
Vide il sopracciglio di Frits alzarsi maliziosamente, spostando lo sguardo dall'uno all'altra. Guardò la camicetta da notte di Prisca spiegazzata, il petto nudo di Constant e i suoi capelli scompigliati. - Qualcuno stanotte si è divertito. -
- Non dire cavolate. - disse dandogli una patta. - Sei sempre il solito pervertito. -
- Ammettilo amico, vorresti esserci tu al mio posto. - disse Constant con un sorrisetto furbo.
- Non sai quanto hai ragione. -
- Constant! Ora gli dai anche corda? E dove hai messo la tua maglietta? Quando sei venuto ce l'avevi. -
- Voi fate sesso con i vestiti? - chiese Frits. - Questa non me l'aspettavo da te Constant. Hai una ragazza del genere tra le mani e la tieni vestita? -
- Non intendevo quello. - disse alzando gli occhi al cielo. - Intendevo dire che ce l'aveva quando è entrato. -
- Quindi dopo che è entrato l'ha levata. - continuò con quel sorrisetto.
Ah. Ah. Ah. Era davvero simpatico.
- La mattina sei sempre così simpatico? - gli chiese infatti ironica.
- E te appena sveglia sei sempre così bella? -
- Si, lo è. - rispose Constant scompigliandole i capelli. - Anche dopo una nottata del genere. -
- Ok, adesso basta. Uscite dalla mia camera, tutti e due! - si scansò dal braccio di Constant e lo spinse fuori dalla camera, seguito a ruota dalla maglietta che, dopo aver trovato a terra vicino al letto, Prisca gli lanciò.
I due ragazzi si guardarono negli occhi e risero come degli idioti. Chi li capiva era davvero bravo. I due ragazzi si avviarono lungo il corridoio.
- Amico, - sentì dire da Frits poco più in la. - tu si che hai capito tutto dalla vita! Fai a metà con me? -
- Neanche per sogno! - disse Constant ridendo.
Perchè doveva assecondarlo in quel modo? Non era divertente! Prisca chiamò a se l'acqua e la guidò sopra le loro teste, poi la fece cadere bagnandoli completamente.
Li sentì urlare dalla sorpresa.
Chi è che rideva adesso?
Prese i vestiti puliti per andare a fare una doccia, e passando accanto ai due ragazzi gli fece una linguaccia.- Ben vi sta! -
Quando tornò al piano di sotto il profumo del caffè le invase le narici. Lo stomaco di Prisca brontolò solo a sentirlo. I tre ragazzi erano seduti al tavolo della cucina a berlo.
- E' odore di caffè quello che sento? Ce n'è anche per me? - disse leccandosi i baffi solo al pensiero.
- Grazie per la doccia di prima.- disse Frits ignorando la sua domanda.
- Figurati. -
- Certo che c'è del caffè anche per te, tieni. - disse Rey porgendole una tazza fumante.
- Io.Ti.Amo.- disse alla ragazza, portandosi la tazza subito alla bocca.
Era buonissimo, amaro come piaceva a lei.
- Ho saputo che alla fine Constant era in camera tua. - disse Rey ridendo.
- Non iniziare anche tu, ti prego. Mi sono bastati questi due prima. -
- Se volevate stare insieme in camera, bastava dirlo! - disse Frits guardandola seriamente. - Non ci sarebbero stati problemi. -
Rey alzò le braccia in segno di resa. - Lascia perdere mio fratello, è uno scemo. -
- E un pervertito. - aggiunse lei.
- Non sono un pervertito. Come ti ho già detto, sono un ragazzo. Non è colpa mia se vai a giro con le gambe scoperte e una maglietta che ti copre a malapena il sedere. Si, ho visto anche quello quando ti sei abbassata a prendere la maglietta di Constant. Devo dire che è veramente bello, complimenti.-
Prisca arrossì. Che cosa imbarazzante! Le aveva davvero visto il fondo schiena? Sperò che stesse scherzando. La sua camicetta non era così corta.
- Pervertito. -
- Comunque non è un problema. Per me puoi anche andare a giro in biancheria intima, se ti senti più a tuo agio. - Avrebbe potuto essere divertente se non stesse capitando a lei, o se lui stesse scherzando.
- Frits smettila. - disse Rey - La stai mettendo in imbarazzo.- Poi, guardandola. - Non credo ti abbia visto davvero il sedere. -
- Oh si invece, e non sono l'unico. - disse facendo un cenno con la testa a Constant, che si trovava proprio davanti a lui. Il ragazzo sputò tutta l'acqua che aveva in bocca addosso a Frits. - Che cosa? - esclamò quasi soffocando.
- Dai amico, la doccia me l'ha già fatta lei prima. - si lamentò l'altro ragazzo, prendendo un tovagliolo e asciugandosi la faccia.
Prisca non lo considerò e si girò verso Constant, guardandolo male.
- Ti giuro che non l'ho fatto. - disse. - Hai ragione Prisca, è un pervertito. -
- Dimmi che non ci hai mai fatto un pensierino su. - disse guardandolo maliziosamente.
- Siamo solo amici. -
- Si certo. - disse Frits alzando gli occhi al cielo.
- Sta dicendo la verità. - intervenne Rey. - Il suo filo è tutto argentato, e brillante come quello di Prisca. Il colore che predomina intorno è il blu, ma c'è anche molto rosa. - disse osservando un punto del suo corpo.
- Cosa vuol dire il blu? - chiese Prisca.
- Riconoscenza. Gli hai per caso salvato la vita o qualcosa di simile? - le chiese curiosa.
- No. - rispose nello stesso istante in cui Constant disse "E' come se lo avesse fatto" .
Prisca lo guardò interrogativa.
- Quello che facevo non era vivere. Mi limitavo a guardare i giorni trascorrere senza fare niente, o aver voglia di fare qualcosa per migliorare o dare un senso alla mia vita. Non avevo una famiglia che mi volesse bene, ne una ragazza, ne un amico. Poi è arrivata lei, e sono tornato a vivere. Avevo un senso per farlo. E' come se mi avesse salvato. - disse guardandola e sorridendole dolcemente.
- Cos'è il rosa? - chiese senza distogliere gli occhi da Constant.
- In una coppia di fidanzati può essere inteso come adorazione più profonda, mentre nel vostro caso è l'amore che c'è tra due migliori amici.-
- Questo lo sapevi già. - disse Constant. Come faceva la sua famiglia a non volergli bene? Lui era la persona più vera e bella che avesse mai conosciuto. Leale, gentile...Strano che non avesse avuto nessun amico ad Azalea. Forse era lui che non ne aveva voluti mai avere. Si sentiva onorata per essere stata scelta.
"Anche io ti voglio bene, non immagini quanto. Non riesco a immaginare la mia vita senza di te."
"Per me è lo stesso, quindi vedi di non andartene."
"Come potrei? Siamo solo io e te dal giorno in cui siamo scappati. Non ho certo intenzione di abbandonarti e scappare per il mondo da sola. Non sarebbe divertente."
"Speriamo" le disse accennando un sorriso.
"Nemmeno per scherzo." poi gli diede un dolce bacio sulla guancia.
- Lo state facendo ancora. - disse Frits.
- Cosa? -
- Quella cosa inquietante di guardarvi negli occhi come se riusciste a parlare così.-
- Infatti ci riusciamo, cioè, è lei che ci riesce, e quando si connette a me posso parlarle anche io. - disse Constant.
- Davvero? - dissero i due fratelli insieme.
- Si. -
- Che figata! Puoi farlo con tutti? - chiese Rey.
"Certo" le disse nella mente.
Vide la ragazza tapparsi la bocca con gli occhi fuori dalle orbite. - Oh.Mio.Dio. E' stupendo! -
- Ci credi davvero Rey? -
- Mi ha parlato, certo che ci credo! -
- Non credo sia possibile...-
"Oltre a essere pervertito sei anche malfidato. Vergognati." gli inviò, facendogli una linguaccia.
- Notevole. - disse chiaramente colpito. - Sei veramente forte ragazza. -
- E' il mio terzo nome dopo belle gambe. - disse. - Il tuo invece è, e resterà pervertito. - disse ridendo.


Buongiorno! Come avevo detto ho aggiornato presto. Come capitolo non è niente di speciale, è solo un capitolo di passaggio, ma spero che comunque vi piaccia.
Un bacio,
Ellyn.
   
 
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