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Autore: Tem_93    25/08/2016    22 recensioni
Lexa Woods è la giovane CEO di una società di costruzioni, fredda come il ghiaccio e bella come la neve.
Clarke Griffin è un'artista mancata e una barista che ha appena perso il proprio lavoro. Ora come ora ha davvero bisogno di soldi ed è disposta a tutto per guadagnarli.
[AU Clexa]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~Epilogo~


 

Clarke sorrise prendendo posto di fianco ad un'anziana signora che già si stava lamentando, prima ancora di essere partiti. Ma a Clarke non importava, non quel giorno.

Quel giorno tornava a casa. Tornava alla sua New York, al suo appartamento dove l'aspettavano le amiche di sempre, con suo padre a circa un'ora di macchina.

Ma, soprattutto, quel giorno tornava da Lexa.


 

Erano passati sei lunghi mesi, alcuni più veloci di altri, ma erano passati.

Il suo corso sulla comunicazione e la didattica dell'arte le era piaciuto molto e per sua fortuna era tenuto nella sua lingua madre. Firenze l'aveva amata, come ogni altra città italiana che aveva avuto la possibilità di visitare, così diverse da quelle che conosceva. Con i suoi insegnati era subito andata d'accordo e anche i suoi compagni di corso non erano niente male.


 

Nel complesso era stata un'ottima esperienza.

L'unica pecca erano giusto giusto quei 7000 km tra lei e la Signorina Woods. Quelli sì, erano stati complicati da gestire, ma dopotutto ce l'avevano fatta.


 

Anzi, forse quei sei mesi in qualche modo l'avevano aiutata. Per lo meno a capire quanto fosse irrimediabilmente e perdutamente innamorata di Lexa Woods. Aveva conosciuto ragazze molto carine, ragazzi divertenti e con tutte le carte in regola, ma mai aveva trovato in loro quello che aveva trovato in Lexa. I loro occhi non erano mai abbastanza verdi, le loro labbra mai abbastanza piene, i loro bronci mai abbastanza adorabili, i loro modi mai abbastanza gentili, il loro sorriso mai abbastanza mozzafiato. Aveva capito che Lexa era tutto ciò che le serviva e forse anche di più.


 

Non c'era stato giorno in cui non si erano sentite per una lunga chiamata. Bè, a parte quel giovedì di Novembre, quando Lexa si era rifiutata di sentirla. Perché non solo la sua ragazza - le piaceva molto sottolinearlo- era idiota, ma pure gelosa. Quando aveva visto una foto di Clarke in compagnia di una bella fiorentina le aveva tenuto il muso per giorni.


 

In realtà Clarke non si sarebbe mai aspettata da Lexa una simile reazione, ma più imparava a conoscerla, più si accorgeva che c'era sempre qualcosa di nuovo da scoprire in lei.


 

Come a Natale, quando l'aveva trovata nel suo appartamento, vestita in un modo che Babbo Natale non avrebbe mai approvato, inserendola senza dubbio nella lista dei cattivi. Clarke per poco non aveva avuto un infarto a trovarla in casa in quella mise, che a lei era decisamente piaciuta. Lexa era stata il primo regalo da scartare.


 

Avevano passato tutta la settimana assieme. Avevano fatto diverse passeggiate per le strade illuminate, avevano visitato i mercatini di Natale e avevano provato tanti ristoranti italiani. Ma soprattutto erano rimaste in casa a coccolarsi sul divano e a magiare cioccolata calda con biscotti. Lexa, nonostante non ne fosse troppo felice, non le aveva regalato nulla, come Clarke le aveva chiesto più e più volte. Clarke invece le aveva comprato un largo maglione di lana con sopra la stampa di nientemeno che il mostro di Loch Ness. La faccia che aveva fatto Lexa appena l'aveva vista era stato il miglior regalo di sempre.


 

Da quella settimana non si erano più viste e i 7000 km erano pesati più che mai. Ma quel giorno Clarke quegli odiosi chilometri li salutava col sorriso.


 

Scese dall'aereo febbricitante, non era nemmeno riuscita a dormire tanto era emozionata. In realtà sarebbe dovuta tornare il giorno seguente, ma all'ultimo aveva comprato un biglietto ed era partita. Non vedeva l'ora di vedere la sorpresa negli occhi di Lexa.


 

Appena recuperò i bagagli afferrò il telefono e compose un numero. Bastarono due squilli.

-Hey – mormorò Lexa dall'altro capo.

-Indovina dove sono! – esclamò la bionda, attortigliandosi una ciocca intorno all'indice.

-Persa tra tutta la tua roba mentre cerchi disperatamente di chiudere le valige - tentò l'altra in tono scherzoso.

-No- dissentì lei, ridacchiando poiché era un'opzione davvero valida.

-A far merenda al bar? - azzardò ancora.

-Nemmeno- continuò Clarke, trattenendosi a fatica dal rivelarle la sua vera locazione.

-E io, secondo te, dove sono? - chiese però Lexa, spiazzandola. Clarke sollevò un sopracciglio controllando l'orologio.

-In ufficio- disse fermamente.

-Acqua- rispose però l'altra.

-A casa? Stai poco bene? - chiese preoccupata.

-Ancora moooolta acqua. Diciamo anche... oceano – ridacchiò quella, aspettando che l'altra capisse. Clarke sbarrò gli occhi. Lexa era a Firenze. Era a Firenze mentre lei era appena atterrata a New York.

-Sei a Firenze- sputò velocemente.

-Proprio così- cantilenò con una vocetta felice. Clarke lasciò cadere i bagagli e pure le spalle, desolata.

-Ma come? Dimmi che stai scherzando- borbottò infelice, ma Lexa non le disse proprio nulla perché riattaccò.

Clarke corrugò le sopracciglia e provò a rifare il numero, ma in quel preciso momento qualcuno l'afferrò e la strinse da dietro.

-Sto scherzando – sussurrò Lexa nel suo orecchio, baciandole affettuosamente la guancia. Clarke sbatacchiò le ciglia, non sapendo se essere contenta o irritata. Si girò e Lexa la tirò a sé per baciarla, ma Clarke si oppose.

-Come facevi a sapere che ero qui?- le domandò sconvolta, mentre i suoi occhi però scorrevano sulla ragazza e le ricordavano quanto fosse bella.

-Ho controllato i movimenti sul tuo conto e ho visto che avevi comprato un biglietto. Poi dal tuo account della compagnia ho imparato il resto – spiegò lei, come se fosse la cosa più banale del mondo. Clarke la guardò sconvolta.

-Sei una criminale!- affermò, incrociando le braccia e imbronciandosi poiché la sua sorpresa era stata sabotata. Lexa sorrise melliflua e annuì. Certo, avrebbe potuto dirle che in realtà era stata avvertita da Jake, ma non sarebbe stato altrettanto divertente.

La bionda rimase lì ancora un poco, fingendosi falsamente arrabbiata, dopodiché dovette cedere agli occhietti verdi che continuavano a cercare i suoi. Si buttò infine tra le braccia della ragazza, baciandola più e più volte.

-Mi sei mancata da morire – mormorò, ispirando il suo profumo e giocando con i suoi capelli.

-Anche tu- rispose Lexa, lasciandole un dolce bacio sulla nuca. Clarke si fece un po' indietro per vederla bene negli occhi.

-E ti amo- aggiunse sorridendo.

-Anche se sono una criminale? - chiese Lexa, sorridendole.

-Eh.. che ci posso fare. Ti porterò dolci in carcere - ridacchiò, stringendo poi la donna a sé, prima che entrambe scoppiassero a ridere.

Non era la prima volta che le diceva di amarla e non era la prima volta che Lexa non ricambiava a voce. Anzi, Lexa non lo aveva mai detto. Clarke non sapeva se era un suo blocco, se non le piaceva dirlo o se forse ancora non era convinta di provarlo. Sapeva che non le importava, perché quello che vedeva nei suoi occhi era sicuramente amore e non le servivano due stupide parole in conferma.


 

Poco dopo caricarono le valige nella macchina di Lexa, cosa che lasciò Clarke di stucco tanto era convinta di trovare una limousine ad attenderle. Ma non quel giorno. Quel giorno Lexa voleva Clarke tutta per sé. Infatti non si diresse al piccolo appartamento della giovane, ma la portò invece a casa sua.


 

Clarke entrando nella camera da letto vide ancora la foto di Lexa e Costia nello stesso posto, quasi al centro della parete. La prima volta che l'aveva notata aveva sentito un pizzico di gelosia, avrebbe quasi voluto chiederle il perché dopo tanto fosse ancora lì, anche ora che lei era la sua ragazza. Ma aveva ben presto capito che sarebbe stata una richiesta stupida ed egoistica. Lexa una volta le aveva detto che una parte di lei era morta con Costia, quasi tre anni addietro, e che quel pezzo le sarebbe mancato sempre. Però più sentiva parlare di Costia, più Clarke aveva capito che la verità era che ancora una piccola parte di lei viveva in Lexa, anche se quest'ultima forse non lo sapeva. E Clarke non voleva assolutamente cambiare nulla di tutto ciò, perché quella era una cosa che apparteneva a Lexa soltanto e mai avrebbe voluto portargliela via.

Si accorse però che al muro si era aggiunta una sua foto a Firenze, mentre rideva e aveva il naso sporco di panna montata, un cappellino azzurro in testa e uno spiedino di frutta caramellata in mano. Non sapeva nemmeno di essere stata vittima di quello scatto. Guardò l'altra con fare inquisitorio e lei scrollò le spalle.

-In una sola settimana ho scattato almeno mille tue foto. Non ce n'è una in cui tu sia bellissima, o buffissima - rise - ma in quella vedo proprio la vera Clarke – ammise, arrossendo appena. Clarke avvampò a sua volta. Poi le si avvicinò per baciarla e la invitò a seguirla sul letto.

Quando un'ora dopo erano sdraiate sotto le lenzuola e Lexa l'abbracciava dolcemente Clarke si sentì finalmente a casa e pensò che la sua vita non era mai stata migliore che in quel momento.

-Clarke? - la chiamò Lexa in un sussurro, cercando di capire se fosse sveglia. Clarke si voltò per guardarla negli occhi e le sorrise, allungandosi appena per stampare le labbra su quelle dell'altra.

-Sei il mio infinito – rivelò tesa, senza sorridere, guardandola con tanta intensità che quasi la bionda sentiva il tocco del suo sguardo. Vide una lacrima correre veloce dall'occhio destro di Lexa. L'ammirò per qualche secondo a sua volta, poi si avvicinò a lei, lentamente, prima di far incontrare le loro labbra.

La baciò con passione e amore, mentre sentiva il cuore scoppiarle in petto, chiedendosi se era davvero possibile sentirsi così dannatamente felice. Quello che le aveva appena confessato valeva più di ogni “ti amo” mai detto.

-E tu sei il mio, Lexa Woods-


 


 


 



 

 

Ebbene sì, questa è la fine. Come per ogni fine c'è sempre un po' di amaro (almeno per me), ma devo dire di essere felice di essere riuscita a terminarla. Scriverla è stato divertente e lo è stato anche grazie al supporto di tutti quelli che mi hanno accompagnato con bellissime recensioni, consigli e incitazioni. Grazie a tutti quelli che si sono affezionatati alle mie Clarke e Lexa!

Grazie a tutti quelli che hanno messo questa storia tra i preferiti o ricordati . Un grazie particolare va a :

_Ackerman_, ValexGrey, Sharkie, strapelot, graziuccella, AlessiaCo, mpeace, marcex90, Clexa_forver, yui_, Kikkella, Westminister, octopus3, marina scafuro, HarukaPai, DarkJessy94, Wanheda90, Zara_phoebe, _xhiLauren_, Keira Lestrange, sam foster, Onaila, Itsragusa, Jenns, scrawl_, blu panda, hacky87, SweetNaya, Sally1989, Verdinamangiasassi, Roxy2015, Khaleesi95, Camyglee, JusDreinJusDaun, IlaMills, Manu83Nali, gocciadoceano, SoWanderlust, katia9025, inevitable_vale, Lamp04, lucatortora

per aver lasciato una o parecchie recensioni (spero di aver citato tutti). Grazie davvero, siete il motivo che mi ha spinto a continuare e a cercare di migliorare.

Un abbraccio e a presto!

Tem_93


 

Ps: appena avrò revisionato tutta la storia inserirò un link per scaricarla completa in pdf, come mi aveva chiesto strapelot. Se qualcuno è interessato mi faccia sapere ;)

  
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