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Autore: ten12    27/08/2016    1 recensioni
Curare qualsiasi malattia con un infusione. Ciò è possibile a Yharnam, la città dei Grandi Antichi e del sangue curativo, e stranieri da ogni dove giungono alla città dalle lunghe guglie portando con loro i propri demoni. Perciò sappi questo: a nessuno, a Yharnam, interessano gli orrori che hai commesso tu o quelli di qualunque altro viandante. Forse può sembrarti un bene fintantochè non arrivi durante una notte di caccia.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'La caduta di Yharnam'
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Le immagini, i luoghi e l'ambiente descritti sono proprietá intellettuale, protetta da copyright, di Sony entertainment e FromSoftwer games. Nessuna violazione é voluta. Questo testo di finzione é da intendere come tale. I personaggi descritti nella storia sono, principalmente, creati dall'autore. Nel caso appaiano personaggi non creati dall'autore è un avvertimento non sia presente mi scuso, nessuna violazione era intesa.

"VIGGO CHE CAZZO HA FATTO!!!" Urlò Gaenoph con sgomento. Il capitano della ronda non lo guardò nemmeno. Lasciò cadere il braccio floscio, il dito ancora sul grilletto, e tornò a guardare per terra. Gaenoph teneva ancora il cadavere tra le mani e fissava allibito l'uomo che l'aveva raccolto dalla strada e che aveva coperto la sua fuga. Nella sua testa Viggo era un brav'uomo. Una convinzione che ora vacillava terribilmente. Il cacciatore divenne aggressivo "PERCHÉ DANNAZIONE!!!" "ORA NON SAPREMO CHI HA FATTO IL SUO NOME!!!" "Quel porco ha ucciso la mia Hilda" Rispose Viggo calmissimo "E chi sa quanti altri. Ho fatto solo il mio dovere di cittadino" Gaenoph capì improvvisamente qualcosa di piuttosto ovvio. Viggo l'aveva fatto per vendetta, non per salvare lui. "Incapacità di capire gli altri", "Psicopatico" risuonò la vocina nella sua testa. Il sognatore cercò di ricomporsi e lasciò il cadavere del Canarino con le spalle  al muro più vicino. Gaenoph si guardò le mani cercando tracce di sangue. "Perché é tornato sognatore" Gaenoph alzò lo sguardo e si trovò a sostenere quello freddo di Viggo su di lui. Il cacciatore tentennò. Non era il miglior momento per chiedergli quell'aiuto. "Viggo lei è un volontario della ronda e questo...omicidio é violento persino per un cacciatore ebbro" Viggo inarcò un sopracciglio e rispose piatto "Io sono un capitano della ronda. Non più un volontario. Quest'uomo..." disse indicando il canarino con il mento "era un barbaro. Detto questo, lei non mi sta rispondendo. Cosa fa qui Gaenoph? Perché è tornato?" Il cacciatore, guardandosi le mani, rimase silenzioso e serio per qualche secondo. Alla fine rispose "Ho bisogno del suo aiuto. Ho bisogno di qualcuno che mi faccia entrare in quella prigione senza svegliare la città. Lei è l'unico che conosco che può darmi quest'aiuto" Viggo rimase fermo continuando a fissare Gaenoph. Di punto in bianco si asciugò le lacrime rimastegli sul volto con la manica e si alzò in piedi dicendo " Gaenoph mi dia una mano con il corpo di quel mostro per favore". Il cacciatore lo guardò avvicinarsi e tentennò dinuovo, poi annui e prese il Canarino per i piedi. Viggo tirò su il corpo tenendolo per le ascelle.
 
"Cosa devo vedere Hector!" Disse Jogo con il suo classico tono rabbioso. "Mi segua comandante" rispose l'amico di Viggo con la voce di un fumatore. Svoltarono l'angolo, illuminato solo da una lampada ad olio attaccata al filo per i panni sopra di loro. Un gruppo di quattro volontari della ronda formava un circolo intorno a quello che un cacciatore bianco della chiesa doveva esaminare. I sottoposti di Hector si accorsero dell'arrivo del comandante e si fecero da parte per lasciare che vedesse. Il cacciatore bianco stava estraendo del sangue dal braccio dell'uomo. Jogo inarcò un sopracciglio quando lo vide. Aveva una pelle olivastra, tipica delle città ad est di Yharnam, folte sopracciglia nere, labbra carnose, capelli ricci e neri come la pece ed occhi di un colore tra il marrone e l'oro scuro. Il naso, da cui scendevano due tracce di sangue rappreso, era a patata. Non si vedevano stranieri di pelle scura da vent'anni e quello era l'ultimo dei problemi. Sul torace dello sconosciuto c'era un simbolo, una runa, una cicatrice. Jogo non era capace di leggerla ovviamente, in realtà nessuno in quella città, tranne una persona, sapeva leggerle.
 
"Uno" disse Viggo. Il corpo del Canarino oscillò. "Due" continuò lasciando trasparire lo sforzo nella voce. "Tre!" Gaenoph e Viggo lasciarono andare il corpo. Il cadavere del Canarino volò oltre la ringhiera, avviluppandosi e rigirandosi come una marionetta per poi sfracellarsi con un tonfo sul pavimento buio e sporco  delle fogne. Entrambi guardarono la traiettoria e aspettarono che il suono confermasse l'arrivo a destinazione. Viggo raccolse la lanterna ai suoi piedi e la mise all'altezza del suo viso, venti centimetri sotto a quello di Gaenoph. Il capitano fissò nuovamente il cacciatore "Ti darò la mano di cui hai bisogno" disse "Ma domani. Ora è troppo tardi" Gaenoph annuì poi rispose con il volto serio "Grazie" "Ora andiamo a seppellire Hilda" disse Viggo che si incamminò senza aspettare che il sognatore rispondesse. Gaenoph sospirò e seguì il capitano della ronda pensando "notte in bianco".

Rinuncio definitivamente a fare pace con l'html.

   
 
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