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Autore: Lady I H V E Byron    28/08/2016    1 recensioni
Ispirazione tratta dal film "Signori il delitto è servito", ispirato a sua volta da Cluedo, il gioco investigativo da tavolo.
E se i membri dell'OrganizzazioneXIII mandati al Castello dell'Oblio fossero stati uccisi in un altro modo?
L'atmosfera, nel Castello Che Non Esiste, sembra essere adatta per dei delitti...
Genere: Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note dell'autrice: finalmente riesco a finire una storia! Alleluia! Comunque, qui vengono spiegati dettagliatamente tutti i delitti. Mi scuso se la parte finale è stata scritta in modo frettoloso, ma avrei dovuto spiegare tutta la saga e il capitolo sarebbe venuto lunghissimo... dico solo che da questa parte in poi tutto ritorna canon.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e non dimenticate di commentare (che non avete fatto) e di leggere almeno i primi capitoli di "Unbreakable Connection". Ringrazio almeno chi ha seguito la storia e chi l'ha messa tra le preferite!
P.S.: oh, beh... tanto lo sapete tutti cosa accade in 3D, vero?


 
Mistero risolto!



-Non c’è mai stato un clandestino nel castello!- dichiarò Xemnas, avvicinandosi al numero II -Xigbar, tu sapevi benissimo che Vexen era ancora vivo! Anche uno come Demyx riconoscerebbe la differenza tra una persona viva e una morta!-
-Ehi!- esclamò Demyx, offeso.
-E poi veramente credevi che avessimo bevuto la tua storia sulla tua pistola rubata? Andiamo, Xigbar! Sei l’unico in grado di usare le tue pistole. Per farci credere che qualcuno te l’avesse rubata hai solo usato i tuoi poteri dello spazio. Hai cercato di sparare a Vexen, approfittando dell’oscurità, ma lo hai mancato. Poi ci hai fatto credere che fosse morto per avere, poi, l’occasione di ucciderlo di nuovo. Ma non potevi farlo tu, o i sospetti sulla sua morte sarebbero caduti su di te. La cosa migliore da fare era, infatti, chiederlo ad uno dei tuoi allievi: Axel.-
Xigbar e Axel si guardarono l’un l’altro e risero.
-E’ assurdo!- commentò il secondo, divertito – E dove sarebbero le prove?-
Anche Xemnas sorrise, in modo strano. Si avvicinò al giovane.
-Le prove, mio caro…- mormorò, scrutando una sua tasca –Stanno tintinnando proprio qui dentro.-
Aveva tirato fuori un borsello e lo scosse un po’: dovevano esserci circa duemila munny all’interno.
L’uomo con la benda rivolse uno sguardo furioso al numero VIII e gli diede uno schiaffo sulla nuca.
-Idiota! Ti avevo detto di nasconderli!-
-E secondo te, genio, quando ho avuto il tempo di farlo?- si giustificò Axel, massaggiandosi la parte lesa.
Roxas era sconvolto come non mai da tale rivelazione.
-Axel, come hai potuto…?-
-Mi dispiace, Roxas, ma lo sai che non so mai dire di no ai munny…-
Demyx si mise a riflettere.
-E’ vero!- esclamò, indicando Axel –Era lui a non essere con noi quando abbiamo trovato Lexaeus!-
-Però erano entrambi coi noi nel corridoio quando abbiamo trovato Xion.- si ricordò Luxord –Se Lexaeus è stato ucciso in quel momento come hanno fatto?-
-Infatti io non l’ho fatto.- rispose il numero VIII
-E nemmeno io.- aggiunse Xigbar.
Xaldin aggrottò le sopracciglia.
-Beh, non vi aspetterete che vi crediamo, vero?-
Xemnas si voltò verso di lui.
-Io me l’aspettavo, invece, Xaldin…- disse, con sguardo serio –Perché sei stato tu ad uccidere Lexaeus. Voi due siete sempre stati in competizione per qualsiasi cosa, tutte competizioni che vinceva quasi sempre lui. E cosa volevi dimostrargli oggi, eh? Di essere più forte di lui piantandogli un coltello tra le scapole fino all’impugnatura? Avevi architettato tutto da molto tempo. Anzi, molti di voi, in occasione di questo giorno, avete consultato la piantina del castello. Ti sei procurato uno dei coltelli di Larxene nel cuore della notte, senza farti sentire. E approfittando delle urla di Xion sei andato in cucina e lo hai ucciso. Mentre esaminavamo il corpo di Lexaeus, hai commesso un imperdonabile errore. Hai detto che per piantare un coltello così a fondo in un corpo come quello di Lexaeus serviva una forza sovrumana e a quanto mi risulta, siete solo in due ad averla, escludendo Lexaeus, ovvero tu e Saix, quando è in stato Berserk. Ma ogni volta che Saix entra in stato Berserk è percettibile anche ad un miglio di distanza, quindi il campo si è ristretto a te, chiaro?-
Xaldin strinse i denti dalla rabbia che gli sembrava di provare.
-Dannazione, mi sono tradito…-
-E vi ricordate quando Marluxia ha accusato Luxord di aver usato i suoi poteri per uccidere sia Vexen che Lexaeus?- continuò Xemnas, avvicinandosi a Luxord –Beh, non è una teoria da scartare, perché lui è ricorso proprio ai suoi poteri per uccidere Zexion!-
Il numero X si mise a ridere.
-E quando lo avrei fatto?-
-In qualsiasi momento. Sappiamo tutti che ti basta uno schiocco di dita per fermare il tempo.-
Xigbar e Xaldin ricordarono improvvisamente del discorso di Luxord sull’effetto farfalla: effettivamente, aveva schioccato le dita.
-Brutto imbroglione ossigenato!- esclamarono entrambi.
L’uomo biondo sospirò.
-Il tuo movente è persino più infantile di Xaldin, Luxord.- rivelò il Superiore –Sei sempre stato invidioso di Zexion, soprattutto perché le sue strategie e le sue ipotesi erano più plausibili delle tue. Anche tu hai studiato la piantina del castello. Hai fermato il tempo, sei entrato nel passaggio segreto della serra, sei entrato nella biblioteca, hai preso il fermacarte e hai colpito Zexion sulla testa, così! Con la sua morte, saresti diventato tu il nuovo stratega dell’Organizzazione.-
-Stava per risolvere questo mistero molto prima di me.- dichiarò Luxord –Non potevo permetterlo. Ne andava della mia dignità.-
-E quindi la morte di Zexion e Lexaeus non ha niente a che vedere con il complotto…- notò Roxas.
-Esattamente. Proprio come la morte di Larxene.- continuò Xemnas –Dopo la nostra seconda discussione sui moventi, Demyx non torna nella sala dei videogiochi, preferendo, invece, giocare a poker. Ma sarà veramente così? Inizialmente può essere così, ma è solo un diversivo dal suo vero piano. Approfittando del fatto che tutti noi ci eravamo divisi in gruppi ed eravamo al sicuro dentro alcune stanze, hai staccato la corrente, indisturbato e senza la presenza di alcun testimone. Sapevi benissimo che Larxene sarebbe accorsa subito, per scoprire il problema che ha causato il black out. Tu ti sei nascosto nell’oscurità e hai atteso il momento giusto per strangolarla con il cavo che hai bagnato con i tuoi poteri prima di causare il black out. Eri geloso della storia che aveva con Marluxia. Sappiamo tutti che hai sempre avuto una cotta per Larxene, ma lei ti respingeva sempre, ecco perché l’hai uccisa. E se avessi avuto il tempo, avresti ucciso anche Marluxia, ma eri troppo impegnato ad abusare di lei.-
Xigbar si mise a ridere, scettico.
-Ma andiamo, Xemnas! Demyx che uccide qualcuno?! E’ impossibile! E’ già qualcosa se riesce a concludere una missione e fare un rapporto decente! Ahahahah!-
Anche Demyx si mise a ridere, ma non per accompagnare la risata del collega. Era una risata diversa dal solito, quasi malefica.
-Credici, invece…- mormorò, sorridendo in modo strano –Ho ucciso io Larxene. Oh, sì, signori… il piccolo, inetto, fifone e sciocco Demyx è un assassino. Quella stronza… mi ha spezzato il cuore. Il che è tutto dire, visto che non dovremo averlo… Ha preferito quell’effemminato a me… Dovevano pagarla… Non sapete quanto ho atteso, prima di farlo… E quando l’ho uccisa ho provato una tale gioia che nemmeno quando suono il sitar… Da viva non me l’ha mai data… almeno da morta mi sono tolto uno sfizio…-
Xaldin e Luxord scossero la testa, disgustati.
-Sei veramente un mostro…- mormorò il secondo.
-E scommetto che volevi uccidere anche Marluxia per la tua gelosia.- aggiunse Xaldin.
-Sì, è così.- fu la risposta, con tono gelido –Ma come ha detto Xemnas, ero troppo impegnato a scoparmi Larxene per farlo.-
-Infatti non sei stato tu, perché Marluxia è stato ucciso in quello stesso momento.- tagliò corto Xemnas, osservando Saix –Saix… per quello che hai fatto non so se lodarti o essere deluso. Anche tu hai approfittato del black out per girare indisturbato nel castello. Quando hai osservato quei negativi, oggi, sei venuto a conoscenza del complotto di Marluxia e Larxene contro l’Organizzazione. Hai solo dovuto attendere il momento giusto per impedire che ciò avvenisse.-
-Marluxia avrebbe compromesso tutto ciò per cui abbiamo sempre lavorato!- si giustificò Saix, prendendo un registratore –E ho anche le prove certe del suo tradimento! Voleva usare sia Naminé che il custode del Keyblade per rovesciare l’Organizzazione!-
Lo accese e la voce di Marluxia venne trasmessa:
“Non sarà facile portare il custode del Keyblade dalla nostra parte, ma usando i poteri di Naminé le cose si faranno più semplici… Sì… faremo breccia nelle debolezze del custode del Keyblade e uccideremo finalmente Xemnas, per poi governare l’Organizzazione… e Kingdom Hearts sarà mio!”
Le stesse parole che aveva detto prima di essere ucciso da Saix.
-Almeno io ho agito per l’Organizzazione e non per interessi personali!-
-Questo ti fa onore, Saix, ma non spettava a te decidere della sorte del traditore.- ribatté Xemnas.
Roxas si mise a riflettere.
-Quindi, ricapitolando, tutti questi omicidi non sono completamente riconducibili ad un complotto contro l’Organizzazione. Sono stati quasi tutti di natura personale. Ma c’è ancora una cosa che non mi è chiara: Vexen, allora, perché è stato ucciso? E Xion?-
-Perché non lo confessi tu, ragazzino?- domandò Luxord, con tono severo.
-Io? E per cosa?-
-Per l’omicidio di Xion, ovvio.-
-E cosa ti fa pensare che l’abbia uccisa io? E perché avrei dovuto farlo? La mia migliore amica?-
-Semplice. Primo, non è rimasto nessuno. Secondo, ultimamente Xion stava diventando più abile di te nel combattere con il Keyblade. Potresti averla uccisa per invidia.-
-E dove sono le prove, eh? Secondo voi questa ferita può essere infliggibile con il Keyblade?-
-Roxas ha ragione…- tagliò corto Xemnas –Infatti l’ho uccisa io.-
Tutti gli sguardi furono rivolti verso il Superiore.
-Tu?!-
Roxas serrò le labbra.
-Ah, è così, eh?- mormorò –Ma perché?-
-E’ molto semplice, Roxas…- dichiarò il Superiore, con aria fredda –E credo sia finalmente giunto il momento di mettere tutto a nudo.-
Demyx assunse uno sguardo disgustato.
-Ergh! Per cortesia, va bene che siamo tutti uomini, però evitiamo…-
Senza curarsi della risposta del ragazzo, Xemnas continuò il suo discorso.
-Vexen aveva assolutamente ragione a dubitare di me, come Marluxia a complottare contro di me. Sarebbe stata questione di poco tempo che i miei piani avrebbero vacillato. Ebbene sì, miei cari. Uccidendo Vexen, Lexaeus, Zexion, Marluxia e Larxene non ha solo risolto le vostre questioni personali, ma avete anche aiutato me. Vi sono grato di esservi sbarazzati dei miei oppositori. Mi avete tolto un sacco di problemi.-
A tale frase, Xigbar e Saix si misero accanto a Xemnas.
-Sempre pronti a servirti, capo…- disse il primo, sorridendo in modo furbo.
I presenti erano sempre più confusi.
-Perché…? Cosa significa…?- domandò Roxas.
Xemnas fece un sorriso malefico.
-Davvero vi siete bevuti la mia storia di aver creato Kingdom Hearts per rivedere una mia amica che nemmeno è esistita? O che abbia creato Kingdom Hearts per un solidale desiderio di farvi tornare umani? Allora siete davvero degli sciocchi. C’è molto di più dietro…-
Era l’ora della verità. Xemnas rivelò tutto, camminando avanti e indietro, mentre gli sguardi dei suoi sottoposti erano tutti rivolti verso di lui.
-Una parte di quello che vi ho detto, effettivamente, è vero, che ho costruito Kingdom Hearts per farvi tornare umani, ma l’Organizzazione è solo una mascheratura per il mio vero obiettivo: altro non è, invero, che una selezione per scoprire chi è degno di far parte di un progetto più grande, una volta che il nostro Kingdom Hearts verrà completato. Raccontarvi l’intero piano sarebbe solo una perdita di tempo, per questo  passerò subito al punto: conoscete la leggenda della guerra dei Keyblade? L’inizio di tutto? C’era un Keyblade particolare, anzi, più che particolare, il padre di tutti i Keyblade, il χ-Blade, la chiave per accedere al vero Kingdom Hearts. Durante la guerra si spezzò in venti frammenti, sette di luce e tredici di oscurità. Ebbene, noi dovremo essere i tredici pezzi di Oscurità. Tuttavia, tra i presenti, siamo solo in tre a dimostrarci tali, o in quattro, contando “Ansem”. Pensavo che sarebbe bastato ancora un po’ di tempo, prima di rendervi TUTTI i tredici cercatori dell’Oscurità che combatteranno contro i sette guardiani della Luce per forgiare nuovamente il χ-Blade, scatenare una nuova guerra dei Keyblade e scoprire cosa accadrà. Ma suppongo che posso fare ancora qualcosa con voi cinque, quindi il piano va avanti.
Perciò suggerisco di immolare i cadaveri come sacrificio per Kingdom Hearts e fare finta che tutto questo non sia mai successo.-
Roxas guardò un attimo fuori dal corridoio. Era ancora sconvolto da quanto gli era stato rivelato. Non poteva permettere che il sacrificio di Xion fosse stato vano.
-E poi cosa accadrà?- domandò, con aria minatoria verso Xemnas –Continuerai ad usarci per il tuo folle piano?-
Xemnas sorrise di nuovo, sicuro.
-Beh, mi sembra ovvio. E cos’altro, sennò?-
Il ragazzo biondo sfoderò il Keyblade.
-Beh, ti dirò io cosa!-
Dalla punta partì un raggio di luce fortissimo che illuminò tutta la stanza, facendo quasi accecare i presenti.
Svanì dopo pochi secondi. Il tempo adatto per Roxas di fuggire.
-Dannazione, è scappato!- ringhiò Xemnas –Trovalo, Xigbar, ma non ucciderlo! Saix, tu conduci loro verso l’Area Grigia e tienili a bada, affinché non escano!-
-Agli ordini!-
-Sì, Lord Xemnas!-
Axel stava continuando a guardare Saix in cagnesco.
Il ragazzo biondo era già sul Belvedere sul Crepuscolo, cercando una via di fuga.
Tuttavia, poco prima di raggiungere l’Area delle Vacue Melodie, dei Simili gli bloccarono la strada.
Non gli rimaneva altro che tornare indietro e cercare un’altra strada. Tuttavia, appena si voltò, un proiettile luminoso gli sfiorò un piede.
Il numero due si stava avvicinando a lui, sorridendo, camminando a testa in giù, con le pistole puntate in avanti.
Roxas si mise in posizione di combattimento, attendendo un nuovo attacco da parte del collega.
Ma Xigbar non sembrava intenzionato a combattere: tornò con i piedi per terra, continuando a sorridere come suo solito.
-Davvero ingegnoso il tuo piccolo diversivo per provare a scappare, ragazzino…- disse, con tono subdolo –Ma ora fa’ il bravo e torna a fare il tuo lavoro.-
-Non ci vengo!- fu la risposta, secca –Non puoi obbligarmi!-
Il suono delle pistole mentre venivano caricate fecero sobbalzare il ragazzo.
L’uomo ne puntò una sulla sua fronte.
-Oh, sì, che posso…- sibilò –Xemnas mi ha ordinato di non ucciderti, ma non di farti male… E tu non lo vuoi, vero? In fondo, sei l’elemento più importante del nostro piano… Quindi, ti consiglio di venire con me, senza fare storie, ragazzino.-
Roxas si sentì strano, come se qualcosa stesse pulsando continuamente dentro il suo petto. Era il suo cuore, seppur inesistente.
Avere un fucile puntato sulla fronte non lo faceva sentire a suo agio, ma non poteva cedere alla tentazione.
Era bloccato.
Xigbar di fronte a lui e i Simili dietro di lui.
Tuttavia, c’era un’altra via di fuga: le ringhiere.
Non c’era nessuno a sorvegliarle, tantomeno a bloccarlo lì.
Era una scelta azzardata quanto rischiosa, ma non ne aveva altre.
-Non vi aiuterò a completare il vostro folle piano!- esclamò, scostando la pistola di Xigbar con il Keyblade.
Senza pensarci due volte, si buttò dalla ringhiera. Sembrava quasi scomparire tra il bianco del castello.
Il numero II cercò di scovarlo, ma non lo trovò più. Dalla delusione batté un pugno sulla ringhiera.
Xemnas lo raggiunse.
-Xigbar!- esclamò –Dov’è Roxas?-
-Rrrrh…! L’ho perso!-
-L’HAI PERSO?!-
-Quell’idiota si è gettato da qui e non l’ho più trovato! Forse è morto!-
I due Nessuno si affacciarono, allarmati: nessuna traccia di Roxas. Forse era veramente deceduto durante la caduta.
Un Simile si avvicinò a loro e sussurrò qualcosa nell’orecchio di Xemnas.
-Cosa?! E’ arrivato in città?! Vivo?!- si stupì l’uomo e il Simile annuì.
Infatti, dall’Altare del Niente, Xemnas e Xigbar riuscirono a vedere Roxas mentre correva verso il Grattacielo della Memoria, inseguito dai Simili, alcuni eliminati da lui.
Il numero II unì le sue pistole e mirò verso il ragazzo, pronto a premere il grilletto.
Xemnas scostò il fucile, come segno di dissenso.
-No, Xigbar…-
-Ma, Xemnas…!- protestò l’uomo con la benda –Potrebbe rivelare i nostri piani a qualcuno!-
-Lascialo fare…- proseguì il numero I, con tono calmo –Percepisco che sta tornando da Sora. Abbiamo perso sia Roxas che Xion, ma il piano non andrà in frantumi. Vorrà dire che ci serviremo dell’Eroe del Keyblade. Non importa se Sora scoprirà il nostro vero intento, lui non farà a meno di usare il Keyblade per proteggere le persone, i mondi, dagli Heartless. In un modo o nell’altro, Kingdom Hearts verrà completato e il piano del Maestro proseguirà senza intoppi.-
Xigbar sorrise in modo malvagio.
-Come direbbe Luxord: “La partita continua”…-
 
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̴Gli eventi descritti fin qui sono diversi da quanto è accaduto veramente, ma quanto successe restò invariato alla storia vera: Roxas riuscì a fondersi con Sora, con l’ausilio di Riku, di Ansem e di Naminé, accompagnando, poi, il suo vero “io” nelle sue nuove avventure, liberando i cuori intrappolati nel Kingdom Hearts di Xemnas e viaggiando nel mondo dei sogni; presto avrebbe assistito Sora anche nella battaglia con Master Xehanort, il vero architetto della nuova Guerra dei Keyblade.  ̴
   
 
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