Fanfic su attori > Cast Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lolli89    29/08/2016    2 recensioni
James Phelps e la sua ragazza Italiana si trovano di fronte a scelte importanti, che potrebbero cambiare la loro vita... oppure no, potrebbero addirittura dividerli. Cosa sceglieranno di fare? Cosa sarà mai, questo ostacolo tra loro? E se lo supereranno, quali sorprese riserverà la loro storia? Saranno belle, o dovranno superare le avversità? Sarà tutto rosa e fiori, o troveranno anche spine, nel mezzo? Come sempre, quando trovate Xx metteteci il vostro nome, così la storia, spero, sarà più realistica!
Per ora vi lascio nel dubbio, se siete curiosi, leggete!
lolli89
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Oliver Phelps
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 << È… it’s a Girl!! >>, fece euforico, mentre dai suoi occhi scendeva qualche piccola lacrima di commozione.
 
 
 << Una bambina… >>, fece Xx felice, mentre si commuoveva anche lei.
 
 
 << Controlla tu stessa, sei stata brava! >>, le disse Oliver, dandole la bambina in braccio con delicatezza.
 
 
 << Ciao… ciao bellissima! Oh, guardati… Jay, avevi ragione tu, è una femminuccia… >>, gli disse radiosa: trovò molto naturale mettere le mani al posto giusto, senza esitazioni, iniziando a cullarla appena.
 
 
 << Ciao piccola miniPhelps… sono la mamma. È stata dura, ma finalmente sei arrivata. James… è nostra veramente? L’abbiamo creata noi?>>, gli sussurrò sfiorandole una guancia paffuta, dandole un bacio sulla fronte, guardando James, gli occhi che brillavano.
 
 
 << È nostra, si… non ce la porterà via nessuno >>, le disse James, carico di amore.
 
 
James e Oliver si commossero.
 
 
 << And i’m daddy… ciao piccola mia… sei bellissima >>, le sussurrò sfiorandole anche lui la guancia, mentre era perso nella contemplazione della sua bambina paffuta.
 
 
 << Concordo in pieno >>, fece Oliver, che non riusciva a smettere di sorridere.
 
 
 << James, guardala… guarda cosa abbiamo messo al mondo. È perfetta.  Cosa… cosa dici? Eravamo indecisi sul nome… ma ora che la vedo ne sono sicura. Però cambierei qualcosa, ascolta, e poi decidiamo insieme >>, gli disse bisbigliandogli qualcosa all’orecchio: Oliver era troppo occupato a guardare sua nipote per stare ad ascoltarli.
 
 
 << Sarebbe un grande regalo… è perfetto. Ma ne sei sicura? Poi è per sempre >>, le sorrise James.
 
 
 << Sicurissima. È quello giusto. Suona bene… e poi le si addice, guardala! >>, confermò Xx incantata.
 
 
 << Cosa borbottate? Comunque, com’era il nome? Amelia Lexie? O Agata… qualcos’altro. Le si addicono entrambi >>, fece Oliver.
 
 
 << Certo. Ma sarà per la prossima girl. Lei è Amelia Hollie Susan Phelps >>, fece James fiero.
 
 
Oliver li guardò e cominciò a registrare l’informazione dopo qualche secondo.
 
 
 << Amelia… Hollie… Susan… Hollie… >>, borbottò.
 
 
 << Ma… ma… >>, stava cominciando a capire.
 
 
 << Si. Tu l’hai aiutata a nascere. Mi sei stato vicino… non ce l’avrei mai fatta da sola, non hai mai permesso che mollassi, e mi hai tenuta su di morale. Meriti un posto speciale nella sua vita. Inoltre tu non lo sai, ma sarai il suo padrino al battesimo. Mi sembra il minimo che potessimo fare darle un nome in tuo onore, e in onore di tua madre, che ci dava suggerimenti su cosa fare da fuori l’ascensore… anche lei ha contribuito, vogliamo omaggiare anche lei. E quando poi sarà più grande… molto più grande, le racconteremo della sua nascita, e capirà da dove arrivano i suoi nomi >>, gli sorrise Xx.
 
 
 << Ma… sul serio, non è necessario. Io le vorrò molto bene anche con un nome diverso… le voglio già molto bene. Avete deciso p… >>, balbettò imbarazzato, ma anche orgoglioso.
 
 
 << Noi vogliamo farlo. E poi guardala… le dona molto, e ha già una faccia da birichina. Suona molto bene >>, lo interruppe James.
 
 
 << Oh… allora grazie. È una bambina bellissima… l’ho già detto?  Complimenti… >>, sorrise ai tre Oliver.
 
 
 << E ha un bellissimo nome >>, aggiunse di cuore Xx.
 
 
 << Amelia Hollie Susan Phelps… è un nome molto dolce. Do you like it? >>, domandò James alla bambina, rannicchiata tra le braccia della mamma: e in risposta lei si mosse.
 
 
 << Credo che sia d’accordo con noi >>, fece Xx radiosa, nonostante la stanchezza, il dolore, i capelli appiccicati alla faccia e tutto il sudore che si sentiva addosso.
 
 
James avvicinò una mano tremante ad accarezzare la testolina di sua figlia.
 
 
 << Vuoi prenderla in braccio? Dopotutto nella pancia aveva un debole per te… >>, gli domandò dolcemente.
 
 
 << C- cosa? Io? Oh, no, n- non so come si fa! >>, rispose, terrorizzato di farle male: si era dimenticato di tutto il corso pre- parto, in quel momento.
 
 
 << Amore… ti verrà naturale, fidati. Devi mettere la mano sotto la testolina… >>, gli disse passandogli la bambina, che prese un po’ goffamente… ma si riprese subito.
 
 
 << Wow >>, fece piano: intanto Oliver era intento a scattare un sacco di foto di quei momenti.
 
 
 << Per il vostro album >>, diceva.
 
 
 << Hello love of daddy… you’re beautiful. Benvenuta al mondo… Sapete, stavo pensando che dovrò iniziare ad appostarmi fuori casa con il fucile molto presto, per tutti I ragazzi che oseranno uscire con lei, toccarla, baciarla… o peggio spezzarle il cuore >>, disse James… che si rese conto che sua figlia gli stava stringendo un suo dito tra le sue piccole manine… e gli sembrava il gesto più dolce del mondo.
 
 
 << Addirittura? Credo che abbiamo ancora qualche anno per prepararci a quello… >>, gli rispose sorridendo la ragazza.
 
 
 << Io non ci conterei troppo: guardala! È già così carina! Comunque ovviamente, in qualità di zio e padrino, mi apposterò a fianco a James con il bazuca, per dargli manforte >>, annunciò Oliver, mentre tutti ridacchiavano.
 
 
 << Chissà cosa pensa… cosa prova… >>, borbottò James, guardando la sua bambina.
 
 
 << Chi lo sa. È bella paffuta comunque >>, sorrise Oliver.
 
 
 << Ho partorito un piccolo tacchino >>, fece Xx distratta, facendoli ridere tutti.
 
 
 << Il nostro tacchino sembra abbia preso il tuo naso >>, osservò James.
 
 
 << Si… e prima, quando aveva gli occhi aperti, sembrava il tuo colore degli occhi. Speravo tanto lo prendesse… è così bello… mi auguro lo mantenga, e guarda quanti capelli… anche io ce li avevo così chiari da piccola >>, affermò, osservandola rapita.
 
 
 << La perfetta metà di te e di me… >>, le sorrise James, baciandola.
 
 
 << Oh… ma, James! Lei è una bambina italo- inglese… non ci avevo mai pensato! Cosa dovremmo insegnarle prima? Quale cultura? E… se le tradizioni italiane e inglesi non coincidessero? Come… cosa… a quale dovremmo dare maggior peso? Come facciamo con la cultura inglese e quella italiana? Le nostre famiglie si offenderebbero? Oddio… non ci avevo mai pensato, che stupida! >>, Xx si agitò improvvisamente.
 
 
 << Amore, calmati! >>, fece James, quasi spaventato da quell’improvviso cambio di rotta di Xx.
 
 
 << Come faccio a calmarmi! Abbiamo avuto nove mesi, e ci è venuto in mente solo ora! >>, esclamò di nuovo lei.
 
 
 << Xx… tranquilla. Tu e Jay convivete da tanto tempo, e rispettate le tradizioni reciproche. Fate lo stesso con Amelia ed andrà tutto bene >>, rispose saggiamente Oliver.
 
 
 << Ha ragione il mio gemello brutto… andrà bene, vedrai >>, le sorrise James.
 
 
 << Ehi! Non ti picchio solo perché hai una bambina in braccio! >>, protestò Oliver, ma sia lui che il fratello ridacchiarono.
 
 
 
 
 
Da fuori sentivano qualcuno chiedere come andava.
 
 
 << Stiamo bene tutti e quattro >>, disse Oliver, e da fuori Susan, il signor Phelps e Katy tirarono un sospiro di sollievo, abbracciandosi.
 
 
 << Molto bene. Sono il tecnico. Noi siamo pronti per aprire le porte. Ci siete? >>.
 
 
 << Si, aspetti solo un secondo >>, disse James, e raccolsero le cose, mettendo da parte, come aveva detto Elisa, le cose usate per il parto, aiutando Xx a tirarsi in piedi.
 
 
 << Ok signori. La nuova famiglia è pronta per uscire. I neo genitori sono pronti… lasciate spazio, così può passare la barella >>, fece il direttore del centro commerciale alla piccola folla che si era radunata lì fuori.
 
 
Le porte si aprirono e scoppiò un applauso.
 
 
Arrivarono i sanitari dell’ambulanza, e stesero subito Xx sulla barella, controllando che stesse bene, poi si occuparono della bambina.
 
 
Si avvicinò il direttore del centro commerciale.
 
 
 << Siamo felici che sia andato tutto bene, e ci dispiace enormemente per l’accaduto. Faremo in modo che lei abbia tutto quello che le serve… qualsiasi cosa le serva qui in negozio è sua >>, fece gentile.
 
 << La ringrazio molto >>, fece Xx, e James annuì.
 
 
 << Lui è il mio fidanzato e il papà della mia bambina >>, disse Xx rivolta al commesso che li aveva accompagnati al piano prima: sembrava una vita fa.
 
 
James la guardò incuriosito, e anche Katy.
 
 
 << Il signore lì credeva che Oliver fosse mio marito, e non era affatto convinto che fosse mio cognato, come gli avevo detto >>, spiegò loro Xx.
 
 
James guardò di nuovo il commesso: << Si, sono io il fidanzato di questa bellissima ragazza e il papà di questa bella bambina >>, confermò orgoglioso.
 
 
 << E io sono sua moglie >>, fece Katy indicando Oliver, stringendolo a sé, mostrandogli la fede.
 
 
 << Oh… ehm… si, congratulazioni! >>, balbettò il commesso, imbarazzato.
 
 
 
 
 
 
Si avvicinarono i genitori di James e Katy, consegnando la borsa dell’ospedale a James.
 
 
Katy abbracciò Oliver: << Sei stato bravissimo >>, gli disse con amore.
 
 
 << Si, siete stati bravissimi tutti e tre! >>, fece la signora Phelps abbracciandoli, e il signor Phelps fece lo stesso.
 
 
 << La mia bambina è nata anche grazie a me, e non sono svenuto! >> gongolò James.
 
 
 << Sei stato molto bravo >>, gli sorrise Xx accarezzandogli la mano.
 
 
Tutti e tre guardavano la bambina.
 
 
 << It’s a girl. She names is Amelia Hollie Susan Phelps. Abbiamo deciso che le sta a pennello… abbiamo voluto omaggiare chi ci ha aiutato >>, fece James, guardandoli.
 
 
Susan arrossì, e Katy guardò Oliver con orgoglio.
 
 
 << Ha un nome bellissimo >>, fece il padre, e Katy confermò.
 
 
 << Grazie >>, disse Susan commossa, guardandoli, e poi guardando la nipote.
 
 
 << Signorina, ora dovremmo portarla all’ospedale >>, fece uno dei sanitari.
 
 
 << Certo. Può… venire anche il mio fidanzato? >>, domandò.
 
 
 << Certamente, ci segua >>, rispose l’altro.
 
 
 << Ok… vi aspettiamo dopo in ospedale! >>, fece James alla sua famiglia, che annuì.
 
 
 
 << Ti ho massacrato la spalla e le dita delle mani prima… mi dispiace molto, non mi rendevo conto di scaricare tutta quella forza… >>, gli disse Xx, con in braccio la bambina, mentre erano in ambulanza.
 
 
 << Mi hai massacrato, è vero, ma lo rifarei ancora e ancora, se è questo il risultato finale >>, disse sorridendo alla figlia, gli occhi pieni di amore.
 
 
 
 
 << Amore, ti raggiungo subito, devo andare al bagno >>, fece James a Xx, una volta scesi dall’ambulanza ed entrati in ospedale.
 
 
 << D’accordo >>, annuì lei, mentre i sanitari la portavano verso il reparto.
 
 
Non appena Xx si fu allontanata, corse al bagno più vicino e vomitò… solo per metà dentro al water: tutta la tensione, la paura, il nervosismo, l’angoscia, il sollievo e tutte le mille sensazioni che aveva provato erano uscite insieme: in più vedere nascere la sua bambina gli aveva dato il colpo di grazia… troppe emozioni in poco tempo.
 
 
Aveva cercato di resistere anche per tutto il viaggio in ambulanza, ma sbiancava sempre di più.
 
 
SI lavò la faccia con acqua fresca e si sciacquò la bocca, andò dalle infermiere a chiedere un secchio con dell’acqua e un mocio per pulire, scusandosi per cosa aveva combinato.
 
 
Un’infermiera lo riconobbe: << Ma lei è il papà dell’ascensore! Congratulazioni davvero. Coraggio, vada dalla sua bambina e dalla sua fidanzata, sistemiamo noi in bagno, non si preoccupi >>, sorrise la ragazza, dandogli una pacca sul braccio.
 
 
 << G- grazie >>, sorrise, e si avviò, chiedendo dove le avevano portate.
 
 
 
Quando lo vide, ancora pallido, Xx capì subito cosa era successo.
 
 
 << Come stai Jay? Mi dispiace per tutto quello che è successo. Per averti fatto preoccupare… per il parto difficile… e tutto il resto. Ho obbligato io Oliver a portarmi in quel centro commerciale >>, si scusò.
 
 
 << Ero solo teso, non preoccuparti. E non è certo colpa tua se l’ascensore si è bloccato, e sei stata molto brava, sono fiero di te, lo sai? Te l’ho detto anche prima… fare tutto senza un aiuto qualificato, senza anestesia, in un posto come quello… sei stata forte >>, le sorrise James.
 
 
 << Grazie. Scusa se non ti ho badato molto >>, gli disse baciandolo.
 
 
 << Eri occupata a far nascere la nostra bambina. Dov’è? >>, domandò.
 
 
 << La stanno visitando e lavando per bene, e poi la portano qui. Hanno detto, le infermiere del reparto, che ci insegneranno a farle i massaggi rilassanti, il bagnetto, e molte altre cose! >>, gli disse entusiasta.
 
 
 << A proposito: James, Andrew Eric Phelps, sei stato un incosciente ad entrare, prima! Se l’ascensore ripartiva? Ci hai pensato?? Cosa avresti fatto? E noi?? >>, gli domandò arrabbiata.
 
 
 << Avevo detto al tecnico che gli avrei fatto un cenno quando fossi arrivato, così poteva riprendere a sistemare. Non è successo niente… ero troppo in ansia per te e Amelia, non potevo stare lì furi come uno scemo sapendo che eravate così vicine >>, le disse.
 
 
 << Va bene, ma non farlo più. Mai più >>.
 
 
 << Tu non partorire più in un ascensore >>, le sorrise.
 
 
 << Promesso >>, lo baciò.
 
 
 << Ti hanno visitata? >>, le domandò.
 
 
 << Si, e sto bene. Non ho contratto nessuna infezione o altro. Mi hanno dovuto mettere dei punti… beh… lì, ma è una cosa normale >>, gli sorrise.
 
 
 << Ti ha fatto male? >>, le domandò.
 
 
 << Un pochino, ma dopo aver provato i dolori del parto, non credo che mi lamenterò più per queste cose >>, ridacchiò, e anche James seguì il suo esempio.
 
 
 << Ecco qui la vostra bambina >>, fece l’infermiera, entrando.
 
 
 << Sta molto bene, non ha niente che non vada, è in ottima salute. L’indice di Apgar è di otto, quindi molto buono, anche se avremmo dovuto farlo appena nata, ma non preoccupatevi. La piccoletta ha fame però, è arrivato il momento. Allora, appoggi la schiena ai cuscini… ecco così… se la tenga vicino… esatto, e ora vediamo se si attacca… oh, sì! Molto bene! Si è attaccata subito e correttamente. Vede: se è attaccata nel modo corretto, si sentirà sfiorare dal nasino. E deciderà lei quanto mangiare, d’accordo? Se sente che non tira più, provi a cambiare seno, ma se ancora sente che non tira, sappia che i bambini si autoregolano in questo senso >>, approvò l’infermiera, sotto gli occhi di un meravigliato James.
 
 
 << Posso restare? >>, domandò lui, che non riusciva a fare a meno di guardare quello spettacolo.
 
 
 << Certo, si sieda lì vicino. Passo tra un po' a vedere come sta andando, e poi ho un compito anche per lei >>, fece rivolta a James, che annuì entusiasta.
 
 
 << Posso farti una foto? >>, le chiese James, completamente rapito.
 
 
 << Si, la metteremo nel suo album. L’album di Amelia… fa strano non chiamarla miniPhelps, non credi? >>, gli sorrise.
 
 
 << Un po' si in effetti >>, rispose: non riusciva a staccare gli occhi dalla bambina.
 
 
 << Ci pensi? Abbiamo una bambina! Quello che era un puntino appena nove mesi fa, ora è una bambina perfetta… >>, continuò James.
 
 
 << Si… ora è reale. E mi sento terrorizzata, ma anche molto felice >>, sorrise: non poteva farne a meno.
 
 
 << Siamo in due… ma insieme saremo meno terrorizzati ogni giorno >>, disse fiducioso.
 
 
 << Assolutamente >>.
 
 
 
 << Come sta andando? >>, domandò l’infermiera circa mezz’ora dopo.
 
 
 << Credo bene… ha appena finito, non tirava più niente… >>, fece Xx.
 
 
 << Ok… ora momento ruttino. Sappiate fin da subito che i bambini si dividono in principini… o principesse in questo caso, e camionisti >>, fece l’infermiera, una ragazza sulla trentina: i due risero.
 
 
 << E che questo nome deriva dal fatto che non tutti fanno il ruttino… ma ci vorrà qualche settimana per capire la vostra a quale categoria appartiene. Ora, signor papà, a lei l’onore del primo ruttino. Si metta un asciugamano sulla spalla… o qualcosa, insomma, e appoggi la bambina… ecco si, le tenga la testa. Provi a darle dei leggeri colpetti, e a dondolare un po'… così >>, fece l’infermiera.
 
 
 << Domani vedremo il primo bagnetto e i massaggi per rilassarla… per oggi la signorina ne ha già passate tante. Ora, se fa il ruttino, ma anche se non lo fa, venite al nido, faremo il cambio pannolino, e poi probabilmente si addormenterà, anche se prima che si addormenti, se facciamo a tempo, altrimenti lo faremo più tardi, vorrei che lei, signor papà, facesse anche un’altra cosa importante, ma le spiego dopo. Vi lascio soli, a più tardi >>, disse l’infermiera.
 
 
 
 << Jay, come procede? >>, domandò Xx dopo qualche minuto.
 
 
 << Sai, devo dire che mi piace tenerla in braccio e occuparmi di lei… anche se al momento l’unica cosa che ho fatto è tentare di farle fare il ruttino >>.
 
 
Xx gli stava facendo la foto, sempre per l’album dei ricordi: lui sembrava molto felice di quel compito… felice in generale.
 
 
 
 << Oh, l’ha fatto! L’ho sentita! >>, si entusiasmò, dopo un’altra decina di minuti.
 
 
 << Eh sì, l’ho sentita… andiamo al nido allora, ci aspetta la prova pannolino >>, gli disse X, mettendogli un braccio intorno la vita >>.
 
 
James intanto stava cullando Amelia, che se ne stava pacifica tra le sue braccia.
 
 
 << Vuoi tenerla tu? >>, le domandò.
 
 
 << Siamo arrivati, la tengo dopo >>, gli sorrise.
 
 
 << Eccovi qui! Signor papà, ha fatto il ruttino la bambina? >>, domandò la giovane infermiera.
 
 
 << Si >>, rispose orgoglioso.
 
 
 << Molto bene. Primo pannolino, lasciamo cimentare la mamma? Poi ho un’altra cosa da farle fare con sua figlia, che la sua fidanzata ha già fatto >>.
 
 
 << Va bene! Avrò occasioni per cambiarle il pannolino, intanto osservo >>, rispose James, mettendo la bambina sul fasciatoio.
 
 
 
Dieci minuti dopo, la bambina era pulita e profumata… e ancora vispa.
 
 
 << Ecco. Ora lei, signor papà, si sieda li nella poltrona, starà bene, c’è il riscaldamento. Vedo che ha la camicia, dovrebbe sbottonarsi qualche bottone, e tenere la sua bambina per un po', bastano anche dieci minuti, pelle contro pelle con lei. Vi aiuterà a stabilire un legame, con il tempo. Ed è anche un gesto molto dolce, intimo e profondo, che la farà sentire più partecipe. Inoltre questo contatto fa molto bene al bambino, lo rilassa e lo fa sentire protetto. Se volete a questo momento potete aggiungere qualche seduta di massaggio infantile, che vi insegnerò domani. Per oggi potete limitarvi a qualche carezza. Se eravate soliti leggergli una favola o fargli ascoltare musica, potete farlo >>, li incitò l’infermiera.
 
 
 << Va bene, molto gentile >>, sorrise Xx.
 
 
 << Mangerà ogni tre ore circa, ok? Se avete dubbi o domande chiedete a me o a qualche collega >>.
 
 
 << Ok. Posso chiederle… questi massaggi infantili… qual è la loro funzione? >>, domandò James interessato.
 
 
 << Certo. Con questa tecnica stabilirete una sorta di tipo di comunicazione con il bambino, rafforzerà il processo di attaccamento reciproco e la conoscenza tra voi. Vi renderete familiari a lei, e conquisterete la sua fiducia… ascolterà il vostro battito o il vostro respiro, e vi inizierà a conoscere. Alcuni studi dimostrano anche come abbiano effetti benefici sulla maturazione e sviluppo del bambino… aiutino a proteggere e stimolare la sua crescita e il suo sviluppo. I bambini piccoli elaborano più facilmente gli stimoli sensoriali, che contribuiscono nello sviluppo cerebrale. Il contatto pelle a pelle favorisce la maturazione dell’area limbica, dove ha sede l’autostima, e facoltà emotive… capacità di sentirsi amati ed apprezzati. Migliora la qualità del suo sonno, e a essere consapevole, e liberarsi, delle tensioni del corpo… inoltre promuove la conoscenza delle varie parti del corpo, acquisendo una equilibrata immagine di sé e della propria consapevolezza. Percepisce così di essere sostenuta e amata, anche perché questo vi aiuterà a leggere tutti i segnali che vi manderà e a capirli meglio. Inoltre può aiutare a prevenire e dare sollievo alle coliche gassose. Stimola, regolarizza e fortifica il sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, immunitario e gastrointestinale >>.
 
 
 << Wow >>, fecero Xx e James.
 
 
 << Si… scusate. È che ho fatto la tesi di laurea su questo… è un tema che mi appassiona! >>, si scusò.
 
 
 << Beh… è stato molto utile e istruttivo, non sapevo tutte queste cose! Domani la aspettiamo a insegnarci il massaggio infantile >>, le disse grata Xx.
 
 
 << Certo. Ora vi lascio soli >>, disse, e chiuse la porta alle sue spalle.
 
 
James prese la bambina e la mise appoggiata al suo petto, pelle contro pelle come aveva detto l’infermiera, - Xx appoggiò sopra di loro una copertina - e la sensazione fu… meravigliosa.  Si sentì sommerso di amore e di calore, e sentiva che per la sua bambina… per Amelia, era lo stesso… glielo diceva il suo istinto.
 
 
Cominciò a canticchiarle qualcosa senza neanche rendersene conto, una di quelle canzoni sue che le cantava quando ancora non era nata, mentre Xx li guardava, innamorata e felice.
 
 
 << I love you, Amelia >>, sussurrò all’orecchio della bambina James.
 
 
 << I love you anche a te >>, le disse James.
 
 
 << Ti amo Jay… e ti amo, Amelia… >>, sorrise a entrambi, la testa appoggiata alla spalla del ragazzo.
 
 
 
 
 << Ehi… vi aspettavamo ieri >>, fece James, accogliendo la sua famiglia, quella di Xx e alcuni loro amici il giorno dopo, quando andarono a trovarli all’ospedale.
 
 
 << Si, ma abbiamo pensato che magari preferivate passare un po’ di tempo voi tre da soli ieri, il primo giorno della vostra famiglia. Come sta Amelia? >>, sorrise Katy.
 
 
 << Amelia Hollie Susan Phelps, nata il diciotto maggio alle quindici e cinquantatre sta benissimo! È perfettamente sana, nonostante il parto avvenuto in condizioni non ottimali. Non ha contratto nessuna infezione, niente di niente. Tre chili e novecentonovanta grammi di dolcezza racchiusi in quarantatrè centimetri >>, fece orgogliosa Xx.
 
 
 << E come è andata la prima notte in tre? >>, domandò Oliver.
 
 
 << Oh, direi bene. Ho corrotto un’infermiera perché potesse restare almeno per la scorsa notte, anche se non è stato difficile, lo adorano. L’hanno soprannominato il papà dell’ascensore. L’abbiamo cambiata tre volte a testa, James ha voluto provare. E poi il bagnetto… è stato un bel momento, e stasera vuole provare a farlo lui… ogni cosa è una scoperta, una novità… >>, rispose Xx entusiasta.
 
 
 << Confermo. Anche io sono molto, molto felice! Non mi stanco mai di guardarla… e cerco di aiutare come posso, mi sono messo a cambiare pannolini! A proposito, Oliver, ce l’ho fatta al primo tentativo >>, disse al fratello, che capì che si stava riferendo a una loro conversazione, e alzò i pollici in segno di vittoria.
 
 
 << Visto? Te l’avevo detto! >>, gli sorrise.
 
 
 << Avevi ragione. Io… io mi sono perdutamente innamorato della mia bambina da quando è nata… da quando mi ha stretto il mignolo poco dopo il parto con la sua manina, quando eravamo ancora in ascensore… e quando stanotte ho tenuto il suo fragile corpicino per un po' pelle contro pelle sul mio petto… le infermiere ci hanno spiegato tutti i benefici che questo contatto porta… e lei aveva una manina aperta sopra il mio cuore, mentre con l’altra stringeva un dito di Xx… è incredibile, amore puro… ho sentito da subito il bisogno di proteggerla… io… le ho donato il mio cuore. Ora appartiene a lei… e alla sua mamma >>, fece James orgoglioso, guardando entrambe.
 
 
 << Oh… James, sono delle parole bellissime! >>, fece Xx, baciandolo e abbracciandolo con un braccio, mentre con l’altro teneva Amelia.
 
 
 << Fermi così, vi faccio una foto! >>, fece Oliver.
 
 
 << Hai ragione Xx… sono proprio delle belle parole. Oh… il mio bambino si è fatto grande ed è diventato papà… >>, si commosse la signora Phelps.
 
 
 << Oh, mummy… >>, fece James andando ad abbracciarla.
 
 
 << Ehi, Oliver… vuoi tenere in braccio tua nipote? >>, fece Xx: Oliver si era avvicinato per dare un bacio sulla testolina di Amelia.
 
 
 << Oh, yes… volentieri >>, fece emozionato.
 
 
Xx le passò la bambina tra le braccia, e lui la prese, facendole un gran sorriso, e Katy scattò una foto.
 
 
 << Per l’album dei ricordi >>, sorrise.
 
 
 << Hi sweet niece. I’m uncle Oliver. Sai, sei la bambina più dolce e carina del mondo >>, le sussurrava Oliver.
 
 
 << Sapete? Il direttore del centro commerciale è passato oggi pomeriggio per vedere se stavamo bene, e mi ha portato una scatola di cioccolatini. Ed è passata anche Elisa, l’infermiera del centodiciotto che è stata con noi al telefono e ci guidava. Ti saluta, Oliver, dice che sei stato in gamba… ha detto che è molto contenta che sia andato tutto bene >>, raccontò loro Xx, mentre guardava la bambina in braccio allo zio.
 
 
 << Si, sono stati molto gentili a voler passare. Comunque oggi ci hanno insegnato molte altre cose le infermiere, da come fare i massaggi, come rendere speciale il momento del bagnetto, come riconoscere i suoi pianti, e capire quali sono i suoi bisogni… e tante altre cose, è stato davvero interessante >>, continuò James.
 
 
 << Oliver, you’re monopolizing Amelia, let her also to grandparents >>, fece la signora Phelps, prendendo in braccio la bambina.
 
 
 << Oh, sei un toro, piccola di nonna >>, la signora Phelps era al settimo cielo.
 
 
 << James, Xx, io e Oliver da stasera andiamo in albergo. Domani Xx torna a casa con Amelia, quindi vogliamo lasciarvi un po' di spazio e di tranquillità per gestire la nuova arrivata… comunque staremo qui qualche altro giorno, se doveste avere bisogno di una mano >>, fece Katy ai due neogenitori.
 
 
 << Si, anche io e tua madre staremo in albergo qualche altro giorno, così da lasciarvi spazio e un po' di privacy >>, fece il signor Phelps, mentre guardava la sua nuova nipotina tutto orgoglioso.
 
 
 << Ma… >>, tentò James, la subito lo bloccarono.
 
 
 << È giusto così, non preoccupatevi >>, fece Oliver battendogli una mano sulla spalla.
 
 
 
 
Quella sera, Xx e James non erano riusciti a convincere le infermiere a lasciare lì James, anche perché nella stanza dell’ospedale erano arrivate altre due mamme, e non potevano fare un altro strappo alla regola.
 
 
 << Altri cinque minuti, poi deve uscire >>, fece un’anziana infermiera rivolta a James, che annuì mesto.
 
 
 << Non mi piace lasciarvi qui… mi mancherete a casa stasera. Ma non vedo l’ora di portarvi a casa, domani >>, le sorrise James.
 
 
 << Anche a me non piace stare lontana da te, ma è solo per questa notte, e poi domani verremo a casa >>, gli sorrise lei di rimando, Amelia in braccio.
 
 
 << Ok, sarà meglio che vada prima che torni l’infermiera. Ciao piccola mia, ci vediamo domani mattina >>, fece rivolto ad Amelia, dandole un bacio sulla testolina.
 
 
 << Ciao amore mio, a domani >>, disse rivolto a Xx, dandole un bacio sulle labbra.
 
 
 << Si, a domani. Ti amo James. Ehi, Amelia, saluta papà… >>, fece Xx che non aveva voglia di lasciarlo andare… e neanche James aveva voglia di spostarsi da dov’era.
 
 
 << È ora >>, passò l’anziana infermiera,
 
 
 
 
Il giorno seguente, nel primo pomeriggio, Xx e Amelia avevano avuto il via libera per lasciare l’ospedale, e James era entusiasta: era andato a prenderle, aveva firmato anche lui i documenti, aveva voluto ringraziare tutte le infermiere che in quei giorni li avevano aiutati e avevano insegnato loro tante cose.
 
 
Quando arrivò il momento di caricare Amelia nell’ovetto della macchina, entrambi sentirono che stava cominciando davvero una nuova vita per loro… che ora sono erano più solo James e Xx, ma erano James, Xx e Amelia: dovevano prendersi cura di lei, amarla, e sostenerla per tutta la vita: erano ora veramente responsabili di lei.
 
 
 << Let’s go home? >>, le sorrise dopo aver fissato bene l’ovetto di Amelia sul sedile dell’auto.
 
 
 << Yes, let’s go home >>, annuì, avvicinandolo per dargli un bacio.
 
 
 
 << Oh… ma è bellissimo! Garda quanti fiocchi rosa!! Hai fatto tutto tu? E quando? >>, gli domandò Xx guardando la loro casa: c’erano fiocchi rosa su tutto il cancello, sulla porta d’entrata, e dentro la cameretta di Amelia.
 
 
 << Mi hanno aiutato Oliver, Katy e i miei. Ieri sera quando sono tornato a casa >>, fece James entrando in casa con l’ovetto, appoggiandolo sul tavolo e slegando Amelia, che si stava quasi svegliando: mangiava circa ogni tre, massimo quattro ore.
 
 
 << Welcome home, Amelia >>, fece Xx prendendola in braccio, mentre facevano il giro della casa.
 
 
 << Welcome home >>, ripetè James fiero, seguendo Xx.
 
 
 << Ecco qui, questa sarà la tua cameretta Amelia, e questa la tua culla… la vogliamo provare, si? >>, fece Xx, mettendola li, osservandola con James a fianco che la teneva per i fianchi.
 
 
 << È bellissima >>, sfuggì a Xx.
 
 
 << Yes… our girl is perfect >>, confermò James.
 
 
Amelia si stava svegliando, allungando le gambe dentro la sua tutina verde chiaro, e quando aprì gli occhietti, fissava i volti dei due genitori, vicini a lei: poi James fece suonare il carillon con i pupazzi che avevano messo sopra la culla, e l’attenzione della bambina si spostò verso quel rumore. 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lolli89