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Autore: blu992    29/08/2016    12 recensioni
Dalla storia:
Lydia Martin e Stiles Stilinski sono lieti di invitarvi alla loro festa di fidanzamento che si terrà nella casa della famiglia Martin il giorno 26 Maggio
[Sterek-All the way.] [Parte Text!fic]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Spero veramente non ci siano ORRORI madornali, ma l'ho riletto velocemente, altrimenti avrei aggiornato giovedì.
Gli eventi di questo capitolo sono stati inconsapevolmente ispirati da ScoSt1124, grazie bab, Acata è anche musa :'D


Buona lettura! 






Sette Giugno. Era 
ancora il sette Giugno e Stiles stava già cercando di arginare una crisi isterica della  sua fidanzata. Erano andati al centro commerciale perché “I piatti per la casa nuova non si compreranno da soli” e Stiles era stato anche felice di andarci perché si era svegliato quella mattina sudato da capo a piedi: se l'estate era iniziata così, non sarebbe arrivato vivo alla fine del matrimonio con addosso camicia, panciotto e giacca. Lydia l'aveva trascinato in giro per almeno due ore, per fortuna si erano fermati a mangiare anche qualcosa, e alla fine oltre i piatti avevano preso anche uno strano dipinto che Stiles riusciva a stento a capire cosa fosse. Arrivati all'uscita dell'edificio, però, non avevano creduto ai loro occhi: Il cielo si era fatto così scuro che tendeva al nero e tirava un vento così forte che gli alberi quasi si piegavano in due. Ed era quello il motivo per cui Lydia aveva cominciato a perdere la testa. 

“Sposatevi in estate, le giornate sono belle. Un cazzo! Guarda che tempo!” 

Stiles davvero voleva calmarla, ma aveva imparato che una Lydia in quelle condizioni andava lasciata sfogare. 

E non dirmi che manca un mese perché sappiamo cosa significa questo cielo!” 

Si, tutti gli abitanti di Beacon Hills e della California lo sapevano: la stagione dei tornado era ufficialmente cominciata. Solo un imminente uragano poteva far cambiare così drasticamente le condizioni meteo, perciò Stiles, cellulare alla mano, aveva controllato le notizie più recenti e aveva confermato la loro teoria. Da lì ad un giorno sarebbe passato un uragano proprio sulla loro cittadina, non avrebbe fatto gravi danni, era grande nelle norma, ma sarebbe stato preceduto da un forte temporale che aveva tutta l'aria di star arrivando. 

“Lyds, dai, andiamo alla macchina prima che cominci a piovere. Ho lasciato anche le finestre aperte a casa” 

 

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“Sta davvero per arrivare un uragano? Un vero uragano? Non vedo l'ora!” 

 

Per sua fortuna Thomas era un lupo mannaro, altrimenti, dopo quella affermazione, Derek l'avrebbe lasciato fuori durante il tornado per fargli vedere quanto fosse davvero bello.  

Già da quella mattina tutti in casa avevano cominciato ad avvertire che qualcosa stava cambiando, nonostante la giornata sembrasse perfettamente estiva i sensi da lupo erano allertati. Derek sapeva perfettamente cos'era quella sensazione, Cora la ricordava un po' meno, e l'aveva spiegata agli altri. Raven aveva alzato semplicemente le spalle e aveva continuato a preparare la colazione, Thomas…lui l'aveva presa diversamente.  

“Secondo voi passerà di qui? Cioè intendo proprio vicino casa!” 

“Idiota! Se passa vicino questa casa, dopo dovremmo alzare rami dal giardino, magari anche qualche albero, potrebbe danneggiarsi il tetto e anche quella specie di casa sull'albero che stai costruendo” 

Per fortuna Cora l'aveva anticipato e gli aveva anche rubato dalle mani un perfetto scappellotto che Thomas aveva ricevuto con estrema dignità. 

“Vuoi rompermi il collo?! E la mia casa è molto resistente!” 

 

Thomas aveva iniziato il suo nuovo hobby solo due giorni prima. Derek era uscito in giardino perché aveva sentito strani rumori e l'aveva visto trasportare delle travi in legno dal capanno degli attrezzi fino all'albero più grande sulla destra della casa. Non gli aveva chiesto subito cosa avesse intenzione di fare, ma l'aveva osservato e l'aveva sentito fischiettare fino a quando il ragazzo non si era accorto di lui. 

“Capo! Faccio una casa sull'albero!” 

Derek l'aveva semplicemente lasciato fare e gli aveva portato un succo di frutta due ore dopo, poi si era seduto sulle scale del portico a leggere un libro mentre ogni tanto dava un'occhiata all'opera in via di costruzione.  

Ora della casa mancava solo il tetto, ma anche Derek era convinto che fosse resistente dato che aveva visto il suo beta aggirarsi in casa addirittura con in mano progetti degni di un architetto.  

Dato che Cora aveva preso a ridere e la discussione non sarebbe finita presto, Derek decise di darci un taglio e spiegare a tutti come si sarebbero comportati quando sarebbe arrivato il tornado.  

Statemi a sentire. Appena arriverà, scenderemo in cantina, è fatta in cemento e non sentiremo nemmeno troppo forte i tuoni e il vento. Probabilmente durerà al massimo mezz'ora e poi torneremo tutti a fare quello che stavamo facendo, però dobbiamo mettere delle travi alle finestre, sta già arrivando il temporale e non voglio dover riparare tutti i vetri. Collaborerete tutti, anche tu Raven” 

La beta dai capelli rossi, però, non sembrava per niente d'accordo. 

“No. Non mi piacciono i temporali e se sta arrivando, non voglio vederlo” 

“Se facciano presto, in un'ora avremmo finito e potrai fare quello che vuoi. Lo so che non ti piacciono, ma dobbiamo dare una mano tutti e quattro. Thomas ed io prendiamo le travi, voi due prendete i chiodi e i martelli, faremo presto” 

Vedere Raven così spaventata era sempre brutto, ma Derek sapeva che essere di aiuto avrebbe a sua volta aiutato lei a distrarsi dai tuoni. Per questo, prima di andare fuori, le era passato di fianco e le aveva accarezzato la testa per rassicurarla e per distrarla dai suoi pensieri. 

“Capo! Cosa sono questi gesti di affetto?! Così mi sconvolgi!” 

 

.                         ------ 

 

Purtroppo Stiles era sempre stato sfigato e sempre lo sarebbe stato. Aveva accompagnato Lydia a casa nell'esatto momento in cui un tuono più forte degli altri aveva squarciato il cielo e aveva iniziato a piovere. Il tragitto verso casa sua non era mai stato così trafficato e la Jeep non aveva mai fatto così tanti capricci, ma alla fine era riuscito ad arrivare sano e salvo. Salvo non come la finestra di camera sua e quella della cucina che erano rimaste aperte, come ricordava, e che purtroppo a causa del vento avevano probabilmente sbattuto così forte da frantumarsi completamente e ricoprire i pavimenti di vetro rotto.  

Stiles, imprecando, aveva cercato invano di arginare il danno, ma l'acqua continuava ad entrare dai vetri rotti e suo padre non rispondeva al telefono. Sicuramente lo sceriffo aveva molto da fare, sulla strada aveva visto almeno due incidenti, quindi la seconda alternativa era Scott.  

(Ore 15:03) Amico, mi sto allagando, corri. SS 

(Ore 15:04) Sei a casa? SM 

(Ore 15:05) Certo che sono a casa! Porta delle buste, delle travi, qualsiasi cosa. Si sono rotte due finestre. SS 

(Ore 15:07) Porto anche Isaac. SM 

(Ore 15:09) Credi sia adatto per essere attaccato alle finestre rotte? SS 

(Ore 15:10) Dice di non essere così spiritoso o ti rompe anche le altre. SM 

 

Scott ed Isaac erano arrivati dopo poco meno di dieci minuti, bagnati fino ai calzini. 

Avete fatto una doccia vestiti prima di venire?” 

“Stilinski, tutta la città è bloccata, ringrazia il cielo che siamo lupi e non ci ammaliamo se camminiamo sotto i temporali” 

Forse era meglio non far arrabbiare il biondino, quindi Stiles si era fatto da parte, li aveva fatti entrare e li aveva anche aiutati a chiudere le due finestre con dei teli di plastica abbastanza resistenti che Scott aveva trovato nel suo garage. Dopo aver pulito anche i pavimenti da tutto il vetro ed essersi asciugati, si erano seduti sul divano. Stiles era distrutto.  

“Non pensavo che la pioggia fosse così faticosa, grazie ragazzi” 

Scott gli aveva battuto una pacca sulla spalla, ma lo stava guardando preoccupato. 

“Cosa c'è, Scottie?” 

“Dove andrete durante il tornado?” 

Stiles non ci aveva pensato, ma la risposta non era difficile.  

“Papà lavorerà di sicuro, io starò qui come sempre. Magari in camera di papà che ha la finestra intatta 

“Ho sentito che sarà abbastanza forte, non puoi andare in qualche rifugio? Mamma ed io andiamo dai signori Gilly, però ci va mezzo quartiere, posso chiedere se puoi venire, sei solo tu” 

“Scottie, sono sempre stato qui, tranquillo” 

“Va da Lydia almeno 

“Non potrei, dato che suo padre e sua madre non ci sono, l'hanno praticamente costretta ad andare da dei parenti qui vicino. Mi ha anche chiesto di andare, ma uno dei loro figli mi odia e una volta mi ha messo gli spilli su una sedia” 

Stiles aveva finito la frase con una smorfia di dolore, ma Isaac l'aveva interrotto. 

“Vuoi venire da Argent? Ha una specie di rifugio atomico sotto casa” 

“Ragazzi, davvero, non c'è pericolo, questa casa è resistente e io non ho paura di un uragano. Siamo in California, ce ne sono un sacco ogni anno. Ora andate, prima che rischiate di beccarvi un fulmine. Mi andate bene da lupi, non voglio anche due Flash, su!” 

 

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Le finestre erano state sprangate giusto in tempo, i primi goccioloni stavano già bagnando il terreno quando Thomas aveva messo l'ultimo chiodo. Derek, dopo il primo tuono più forte degli altri, aveva deciso che era arrivato il momento di scendere in cantina, quindi aveva preso qualche provvista, qualche candela e alcuni libri, insieme a cellulare e pc, e aveva spinto gli altri tre giù per la scala. I rumori erano molto attutiti, ma per le orecchie di un lupo erano comunque troppo forti, soprattutto per quelle di Raven che si era accoccolata su un divano messo contro la parete sul fondo.  

A New York non c'erano quasi mai temporali così forti, ma appena l'odore di pioggia si faceva più intenso, Derek sapeva che da lì a breve avrebbero suonato alla sua porta. I primi tempi, quando erano solo in due, Raven entrava in casa senza parlare e si accoccolava sul divano come in quel momento. Con l'arrivo di Thomas anche il ragazzo li raggiungeva perché “Siamo un branco e sento che qualcosa non va”. La prima volta in cui Raven aveva parlato, era stata solo tre anni prima mentre era sempre sullo stesso divano, con Thomas che guardava la TV e Derek che osservava la pioggia dalle finestre.  

Quando sono stata morsa pioveva. Stavo tornando a casa dagli allenamenti di pallavolo e correvo a testa bassa per non farmi entrare l'acqua negli occhi, ma era inutile dato che ero zuppa dalla testa ai piedi. Avevo diciassette anni 

Derek aveva continuato a guardare fuori mentre ascoltava quella storia di cui conosceva solo pochi dettagli; Thomas aveva impostato la televisione su Muto.  

“Non era ancora buio, quindi decisi di prendere la scorciatoia per arrivare a casa presto, ma non avrei dovuto. Non appena girai nel vicolo stretto che portava poi al retro di casa mia, qualcuno mi afferrò per un braccio così forte che probabilmente si ruppe e allo stesso tempo sentii un dolore ancora più forte su una spalla. Pensai che mi avessero sparato, mica ad un morso di un mannaro Alpha, ma due secondi dopo ero già svenuta. Mi risvegliai sentendo ancora i tuoni, fortissimi, come se fossero nella mia testa e annusando l'odore della pioggia. La prima cosa che vidi fu la sua faccia, di Robert, il mio Alpha. Stava seduto per terra di fianco a me e sorrideva mentre mi accarezzava i capelli. Mi disse che per qualche strano segno del destino, la pioggia gli faceva sempre bei regali, ma io ero stata il migliore. Girando lo sguardo verso la stanza che lui osservava, notai altre due ragazze sedute per terra che si tenevano per mano, avevano gli occhi gialli. Una di loro, era Debby, gli urlò di lasciarmi andare, ma lui le disse che era troppo tardi, ma che io non sarei stata come loro, io ero più preziosa. Ancora oggi non so spiegare perché su di me non ha mai alzato un dito, già ne abbiamo parlato di questo, Der, non so perché picchiasse loro due e le altre che sono arrivate dopo di me, ma a le non ha mai fatto del male. Diceva solo che quel pomeriggio la pioggia gli aveva regalato di nuovo il fuoco, immagino si riferisse ai miei capelli” 

Derek ricorda perfettamente la figura di Raven che si alza dal divano, che abbraccia Thomas e che poi lo raggiunge e gli dice “Tu invece mi hai salvata quando in cielo non c'era nemmeno una nuvola, sapevo di aver trovato quello giusto, quello che lo avrebbe ucciso” 

 

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Se i tornado erano noiosi perché ti costringevano in casa, questo per Stiles stava superando ogni soglia di sopportazione perché lo costringeva a starsene anche da solo. Aveva visto qualche puntata di uno stupido telefilm alla tv, prima che questa decidesse di non trasmettere più nulla e ora se ne stava sul letto dello sceriffo a guardare il soffitto. Magari Lydia gli avrebbe tenuto compagnia.  

(Ore 18:09) Che fai? SS 

(Ore 18:12) Mio zio racconta per l'ennesima volta il suo viaggio in Africa e di quando ha accarezzato un leone. Potrei morire di noia. Tu? LM 

(Ore 18:14) Credo di essere già morto per lo stesso motivo. SS 

(Ore 18:15) Sei ancora in tempo per andare da Scott, magari sei più sicuro e ti annoi pure meno. LM 

(Ore 18:16) Non mi cadrà il tetto sulla testa! Ora mi faccio un panino, ho pure fame. SS 

(Ore 18:17) Come vuoi. Qui siamo passati alla passeggiata sull'elefante… LM 

 

Farsi un panino sarebbe stata un'azione piuttosto semplice, se non fosse saltata la corrente nel momento in cui Stiles stava cercando i pomodori nel frigo. Alla fine ci aveva rinunciato e aveva mangiato uno schifo di sandwich con una fetta di prosciutto e una di formaggio, ma almeno aveva saziato un po’ la fame. Mentre cercava la torcia elettrica facendosi luce con il flash del cellulare, però, questo gli cadde dalle mani quando dalla cucina sentì una specie di scoppio.  

Il telo sulla finestra rotta, spinto dal vento esterno, si era gonfiato fino a strapparsi e a fare rumore e probabilmente il rumore che aveva sentito dalla propria camera era il segnale che anche l'altro avesse ceduto. Purtroppo, però, non era solo il vento, ma anche una pioggia fittissima che aveva già allagato, di nuovo, metà cucina. Quella poteva essere definita solo sfiga. Colossale sfiga.  

Rinunciando a tentare di riparare lo squarcio, Stiles si era diretto di nuovo in camera di suo padre, ma lì lo scenario forse era anche peggiore: L'acqua stava entrando con una tale violenza dalla finestra spalancata che il letto era già zuppo. Doveva arrendersi.  

(Ore 18:34) Scottie, hai presente l'invito che mi hai fatto? Che ne dici di usare il tuo essere lupetto per venirmi a prendere? Casa mia non sta reggendo benissimo. SS 

(Ore 18:35) Arrivo subito. SM 

(Ore 18:37) Mamma ha detto che non mi devo muovere da qui. E anche la signora Gilly. Ti mando qualcuno tranquillo, mettiti al sicuro sotto qualcosa. SM 

(Ore 18:38) Di ad Isaac di entrare dal retro, la porta di ingresso è sbarrata. SS 

 

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“Derek, mi sto rompendo le palle, facciamo qualcosa” 

Cora: Sempre molto schietta. Solo che Derek davvero non sapeva come accontentarla. Aveva portato solo qualche libro, prevalentemente per sé, e l’iPod di Thomas aveva già riprodotto quasi tutte le canzoni.  

“Vi va di fare un gioco? Io dico una parola e voi mi dite un avvenimento che vi viene in mente sentendola. Dai, Thomas, la prima parola è carota!” 

Il beta si era alzato dal pavimento e si era affiancato a Cora, seduta su degli scatoloni. 

“Mh…carote…Ah, si, questa è facile! Quando Raven mi ha fatto diventare arancione per dodici ore qualche giorno fa!” 

“Uffa, è vero. Dai, tocca a te” 

“Rav? Giochi?” 

Derek, che preoccupato si era girato verso la ragazza, aveva tirato un sospiro di sollievo nel vederla mettersi seduta sul divano e annuire verso il suo compagno di branco. 

“Bene! La parola è piede” 

“Facile anche questa. La prima volta che abbiamo combattuto ti ho rotto il piede sinistro in tre punti solo saltandoci sopra” 

“Non farmelo ricordare! Sento ancora il dolore!” 

Derek non aveva potuto fare a meno di sorridere. Thomas quel pomeriggio aveva quasi pianto dal dolore e dalla vergogna. Stava quasi per infierire ricordandoglielo, quando Raven lo interruppe.  

“Capo! La tua parola è…mh…piscina!” 

Derek ci aveva pensato su, ma al momento gli veniva in mente solo una volta in cui aveva messo piede in una piscina. 

“Mentre ero paralizzato a causa di un kanima” 

La reazione dei due beta era stata quasi simultanea. Ma Thomas era stato più veloce a parlare. 

“Paralizzato? E come hai fatto a non affogare?”  

“C'era anche Stiles 

“Ti ha tenuto a galla?” 

“Si, c'ero solo io a poterlo difendere da quella bestia quando mi sarei ripreso” 

Raven l'aveva guardato con un’aria troppo scettica, però. 

“O semplicemente voleva tenerti in vita, no?” 

Per fortuna ad interrompere la conversazione ci pensò lo squillo del cellulare di Derek. Vedere il nome di Scott sullo schermo lo face preoccupare non poco.  

“Scott?” 

“Derek? Derek mi senti?” 

La voce di Scott era abbastanza disturbata, probabilmente a causa del forte temporale. 

“Si. Che succede?” 

“Io sono bloccato qui e Isaac non può uscire di casa. Liam è fuori e nin voglio chiedere a Kira” 

Scott McCall e la chiarezza: due cose distinte. 

“Scott, cosa succede? Non puoi uscire per andare dove?” 

“A casa di Stiles, sta praticamente cadendo a pezzi. Entra dal retro. Devo andare, fammi sapere se sta bene!” 

E aveva messo giù. Derek era ancora con il cellulare accostato all'orecchio quando Raven gli diede un calcio in un fianco dal divano dove era seduta.  

“Capo! Tu non esci!” 

Derek capiva la paura della sua beta, e il tempo fuori sembrava essere davvero peggiorato in pochi minuti, ma non aveva scelta.  

“Appena esco, sbarrate di nuovo la porta. Thomas, apri solo quando busserò e non uscite per nessun motivo. Cora, ti mando un messaggio quando arrivo da Stiles, tranquilla. Raven?” 

“Che vuoi?” 

Derek si era abbassato fino a guardarla fisso negli occhi, illuminando i suoi di rosso. 

“Esci da questa cantina e sei fuori dal branco, hai l'ordine di mettere k.o. anche loro due se ci provano” 

“BASTARDO! MI HAI DATO UN ORDINE ALPHA!” 

Ma Derek era già metà fuori dalla porta con un ghigno soddisfatto sul volto.  

 

La situazione all'esterno era degna di un film. L’esterno della villa era vittima del caos più totale: Gli alberi quasi spezzati dal vento, i rami rotti che volavano in ogni direzione. Le strade in città, invece, erano già deserte, il vento così forte da spostare quasi le poche auto parcheggiate. Derek aveva deciso di non prendere la sua e di correre il più veloce possibile, nonostante il tempo. Sapeva che Stiles non era proprio in pericolo, almeno non ancora, era comunque in casa ed era abbastanza intelligente da decidere di ripararsi almeno sotto al letto.  

Arrivato a casa Stilinski, Derek aveva deciso di seguire le indicazioni di Scott e di entrare dalla porta sul retro. Non era sbarrata, ma per fortuna era ancora intatta data la posizione più protetta, la stessa cosa non si poteva dire per tutte le finestre del piano di sopraSi potevano vedere le travi di legno strappate via dal vento.  

Entrato in casa, non fu difficile trovare Stiles grazie al suo odore. Doveva essere al piano di sopra, in camera dello sceriffo ed emanava solo paura.  

 

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 Stiles aveva messo in atto tutte le sue conoscenze su come comportarsi in quei casi. Si era infilato sotto il letto di suo padre, si era portato dietro anche un cuscino poco bagnato nel caso fosse dovuto rimanere lì a lungo e anche una merendina. Beh, era la prima cosa commestibile che aveva trovato di fianco alla bottiglia di acqua. Il cellulare era morto dopo l'ultimo messaggio di Scott per la batteria scarica, quindi stava ingannando la boia contando i tuoni. Era arrivano a trentatré quando un altro rumore lo fece spaventare così tanto da fargli battere la testa contro la rete del letto facendogli vedere le stelle. Doveva essere la porta sul retro e doveva essere Isaac che l'aveva sfondata perché chiusa a chiave.  

“ISAAC! SOBO DI SOPRA!” 

“Lo so che sei lì sotto, ti sento. Dai, esci fuori” 

Quello non era Isaac. A meno che tutti quei tuoni non avevano compromesso il suo udito, quello non era decisamente Isaac.  

“Derek?” 

“Si, genio. Esci prima che fuori peggiori e non possiamo spostarci 

Stiles spostò lentamente il cuscino e strisciò fuori dal nascondiglio di fortuna mettendosi in piedi di fronte al lupo. 

“Perché ci sei tu e non Isaac?” 

Non lo so. Mi ha chiamato Scott e mi ha detto di venire qui” 

 

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Stiles era quasi completamente bagnato, l'odore di paura stava scemando con il passare dei secondi, ma quello che più aveva attirato l'attenzione di Derek erano le sue mani e il sangue su di esse. E il ragazzo doveva essersene accorto per quello che disse.  

“Mi…mi sono graffiato giù, mentre cercavo di riparare la finestra. Ci sono pezzi di vetri ovunque, non è nie-“ 

E Derek stava davvero cominciando a porsi serie domande su quel suo reagire di istinto, perché ancora una volta si era ritrovato a dieci centimetri da quel ragazzo, ma questa volta l'aveva anche toccato. In un solo movimento aveva afferrato le sue mani tra le proprie e aveva cominciato a portargli via il dolore con una, mentre con l'altra cercava di togliere tutte le piccole schegge che continuavano a farlo sanguinare. 

Se Derek era stato sorpreso dal proprio comportamento, Stiles doveva essere messo peggio se il suo cuore parlava chiaro: Aveva preso a battere ad un ritmo ai limiti del consentito e Derek sentiva chiaramente i suoi occhi puntati addosso, solo che ormai aveva fatto quella cazzata e non aveva il coraggio di spostare lo sguardo dalle loro mani. In più sentiva che Stiles era sollevato dal non sentire più dolore, quindi il suo lupo stava quasi facendo le fusaStava quasi Inspiegabilmente facendo le fusa.  

 

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“Ok, lupo, credo che dovremmo andare da qualche parte” 

Stiles aveva detto quella frase sfilando le proprie mani da quelle dell'altro. La situazione era abbastanza imbarazzante sia per il gesto di Derek che per il fatto che il mannaro sembrava stupito dalle sue stesse azioni. Non che Stiles fosse da meno; i graffi non gli facevano poi tanto male, se non muoveva le mani, era più preoccupato per la botta che aveva preso alla caviglia mentre saliva le scale, ma Derek sembrava non essersi accorto di quella. Stiles comunque, internamente, lo stava ringraziando perché i poteri lupeschi gli avevano tolto pure quel dolore.  

Ora, però, dovevano andare via di lì e per fortuna Derek sembrava essersi ripreso.  

“Non ho la macchina, prenderemo la Jeep, almeno potremmo arrivare fino alla villa attraversando la riserva. Ce la fai a scendere le scale?” 

“Cosa?” 

“La caviglia” 

Oh. Allora se ne era accorto. Ora Stiles era consapevole di essersi fermato con un'espressione simile, se non uguale, a quella che Derek aveva fino a dieci secondi prima.  

“Oh. Sto bene. Ce la faccio, si, andiamo. La Jeep 

 

Il viaggio era stato silenzioso, se non si contavano i tuoni e il vento, e Derek aveva guidato senza spostare un attimo gli occhi dalla strada e dai vati oggetti che volavano in giro. Nel breve tratto nella riserva, Stiles non ci aveva nemmeno provato ad iniziare una conversazione: Tra fossi e curve veloci non ci sarebbe riuscito a parlare normalmente. 

Arrivati alla villa, Derek gli aveva detto di correre il più veloce verso l'ingresso e Stiles aveva obbedito senza fiatare, solo che sui gradini del portico aveva quasi rischiato di inciampare e di schiantarsi con il naso sul legno, se non fosse stato afferrato da Derek per il colletto della camicia, si sarebbe sicuramente rotto almeno il naso. 

“Cazzo. Grazie!” 

“Veloce, entra” 

 

 

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“THOMAS, APRI!” 

Appena la porta si era aperta, Derek aveva spinto Stiles per i pochi gradini, sicuro che Thomas l'avrebbe afferrato, e aveva di nuovo sbarrato la strada.  

“Cora, prendi qualcosa per asciugarlo, Raven, tieni, manda un messaggio a Scott” 

Le aveva lanciato il proprio cellulare e si era seduto ai piedi del divano, bagnato dalla testa fin dentro le scarpe. Al centro della Stanza Cora stava strofinando un asciugamano sulla testa di Stiles. 

“Ehi, ehi, piccola Hale! Così i capelli me li stacchi, so fare da solo” 

“Si, ma fa presto che ti ammali. Der, tieni, asciugati anche tu almeno un po', stai gocciolando” 

Derek aveva afferrato al volo l'asciugamano e aveva iniziato ad asciugarsi il viso, quando Raven, seduta ancora sul divano, gli si era avvicinata ad un orecchio per sussurrargli qualcosa. 

Questa volta l'hai salvato tu, capo” 

Per fortuna Stiles non aveva il loro udito, perché quell'affermazione l'aveva sentita anche Thomas che si era girato a guardarli e Cora che aveva solo esclamato un “Vero!” che aveva fatto fermare Stiles dall'asciugarsi i piedi per guardarla con uno sguardo interrogativo. 

Per forza di cose, Derek aveva allungato un braccio alla cieca dietro di sé per colpire Raven. Che poi l'avesse fatto con forza  era stata solo una casualità.  

 

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Finalmente asciutto, Stiles aveva mandato un messaggio a Lydia per avvisarla di quello che era successo, lei gli aveva risposto in meno di due minuti.  

 

(Ore 19:56) La cosa importante è che sei al sicuro e intero, alla casa ci penserai quando sarà passata. Il telegiornale dice che finirà domani in tarda mattinata e che stanotte peggiorerà. Sta attento, mi raccomando. LM 

(Ore 19:58) Certo, sta attenta anche tu. Ora devo spegnere il del, che era scarico e il generatore di riserva non possiamo usarlo per ricaricare i telefoni. Se c'è qualche problema, urla! SS 

 

Dopo aver spento il proprio cellulare, Stiles si era seduto per terra, di fianco a Cora appoggiato a degli scatoloni. La ragazza sembrava essersi quasi addormentata quando si alzò all'improvviso facendolo spaventare. 

“Continuiamo il gioco! Stiles, io dico una parola e tu il primo avvenimento che ti viene in mente sentendola, ok?” 

Se quella era l'alternativa ad un silenzio noioso, ok.  

“Va bene, spara” 

“Mh…Reggiseno!” 

“Ma che parole sono! E va bene.. Allora… ah, si! Una volta Scott voleva comprare un completo intimo per Kira e siamo entrati in questo negozio. Eravamo tra le ferie corsie e Scott era indeciso tra due reggiseni quindi una commessa si è avvicinata a noi per aiutarci. Ci chiese se sapevamo la taglia e Scott le fa “Si! È grande tipo così!” e mette la mano a coppa, così. Quella ragazza probabilmente non lo scorderà più!” 

Una risata aveva invaso tutto l'ambiente, anche Raven si era messa a sedere tenendosi la pancia per il troppo ridere e Thomas si stava asciugando le lacrime. 

“Ehi! Non ne fate parola con Scott, credo sia ancora imbarazzato” 

Stiles aveva parlato spostando lo sguardo da Raven a Derek, seduto ancora per terra al suo fianco e aveva preso una decisione: Non si sarebbe mai abituato a quella nuova versione, vederlo sorridere era sempre troppo strano.  

“Ora tocca a me? Ok, Thomas la parola è borsetta” 

Thomas aveva semplicemente scrollato le spalle. 

“La storia della borsetta è famosa. Ero appoggiato ad un muro una sera, non mi ero reso conto di essere di fianco ad un bancomat, stavo semplicemente fumando una sigaretta quando mi si avvicina una signora e comincia a picchiarmi con la sua borsetta. Credeva fossi appostato lì per fare qualche rapina! Assurdo” 

Questa volta a ridere era stato solo Stiles, forse gli altri l'avevano sentita troppe volte quella storia. Toccava al beta.  

Mh..Derek, la tua parola è-“ 

Ma Raven l'aveva interrotto. 

“Posso suggerirtene una, Thomas?” 

Quella, a Stiles, era sembrata più una minaccia che una richiesta, e forse Thomas, dato che aveva solo annuito, aveva avuto la stessa sensazione. 

 

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Che quella di Raven sarebbe stata una parola scelta con cura per suoi scopi oscuri, Derek lo sapeva benissimo, ma non si sarebbe aspettato quella.  

“Bene, Capo, la tua parola è matrimonio” 

E purtroppo Raven sapeva bene dove colpire, e sicuramente aveva capito qualcosa di Derek che era sconosciuto anche al lupo stesso. Aveva raccontato alla sua beta di non essere mai andato a nessun matrimonio mentre erano in viaggio per Beacon Hills dopo che lei gli aveva raccontato di aver fatto da damigella quando era piccola a quello di una sua parente. Quindi poteva rispondere solo in un modo. 

“L'unico matrimonio che mi viene in mente è quello futuro di Stiles, quindi non ho nulla da raccontarvi, non ci sono ancora andato 

Cora gli aveva sorriso, come per dirgli che era dalla sua parte, ma dopo meno di un secondo, Derek l'aveva vista rivolgere un occhiolino a Raven. Mai fidarsi di quelle due insieme.  

“Tocca a me, no? Raven, yogurt” 

Bisognava almeno provare a contrattaccare, però. 

“Capo, sei cattivo! La storia dello yogurt non interessa a Stiles e gli altri la conoscono” 

Ma Derek sapeva che solo quella frase avrebbe scatenato la curiosità dell'umano oltre ogni limite, se ne aveva ancora fi curiosità. 

“No no no no! Ora parla, voglio assolutamente sapere!” 

A quanto pareva, ancora un po' lo conosceva, e conosceva anche Raven che ora emanava solo un odore di irritazione. 

“E va bene, in breve un giorno feci la spesa, ma miei lo yogurt in bagno al posto dello shampoo, era yogurt da bene. Non chiedermi come feci a sbagliarmi. Resta il fatto che due giorni dopo, quando mi lavai i capelli, quella roba era ormai andata a male e puzzava tantissimo. Come i miei capelli che puzzarono per due giorni. Contenti? Andiamo avan-“ 

La risata di Stiles, che aveva gli occhi lucidi e si teneva lo stomaco con una mano, mentre l'altra la batteva per terra, a Derek arrivò precisa nella pancia e, ancora una volta inspiegabilmente, sentì l'impulso di avvicinarsi a quel ragazzo che in quel momento sembrava lo stesso adolescente che non aveva salutato cinque anni prima.  

 

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Il gioco era finito dopo altri due racconti di Cora e Thomas, dopodiché era di nuovo calato il silenzio e Stiles aveva steso le gambe davanti a sé guardandosi ancora intorno.  

La stanza era quasi vuota, fatta eccezione per il divano e la pila di scatoloni ammassata ad una parete, però era pulita. Thomas si era acciambellato come un cucciolo sul pavimento e sembrava dormire, così come Cora che invece aveva la schiena appoggiata al muro. Forse anche Raven dormiva, era sdraiata sul divano, ma Stiles vedeva solo la sua schiena e il modo in cui aveva le gambe strette al petto: Sembrava avere paura.  

L'unico sicuramente sveglio era Derek che era ancora nella sua posizione di fianco alla sua beta e leggeva un libro. Stiles si perse ad osservarlo, quasi incantato. Era lo stesso di cinque anni prima, aveva solo i capelli un po' più lunghi e sembrava aver abbandonato le giacche di pelle, almeno ora che faceva caldo. Già l'aveva notato e ne aveva anche parlato con lui, ma non aveva potuto far a meno di notare, ancora una volta, quanto invece la sua espressione fosse cambiata. Era più rilassato, anche se rispondeva ancora a monosillabi, il suo viso era sereno e tutto nel suo corpo urlava che stava bene. Stiles, per un momento, mentre sentiva i propri occhi appesantirsi sempre più per il sonno, pensò che vedere Derek Hale in quel modo gli scaldava il cuore. Sapere che quell'uomo aveva finalmente una famiglia, che fosse circondato da qualcuno che davvero gli volesse bene senza secondi fini, gli fece chiudere gli occhi sentendosi davvero felice.  

 

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Derek si era sentito osservato, sapeva anche da chi, ma non aveva alzato lo sguardo dalle pagine fino a quando non era stato letteralmente investito da un odore di felicità. Aveva guardato subito Stiles, ma l'aveva visto scivolare lungo il muro, addormentato. Aveva così notato che anche Cora e Thomas si erano ormai addormentati, quindi si era alzato per prendere delle coperte per coprirli, anche se i due lupi non avrebbero sofferto il freddo.  

Si era quindi riseduto con la schiena appoggiata al divano e aveva ripreso il libro che stava cercando di leggere, ma Raven era ancora sveglia, già se ne era accorto. 

Quando ammetterai che ti piace?” 

Non c'era bisogno di mettere soggetti, Raven era così: Diretta e senza peli sulla lingua. 

“Raven, riposa” 

Ovviamente non avrebbe mollato la presa, quindi di era girata e si era avvicinata ancora di più. 

“Il tuo istinto ti spinge verso di lui, però dici che ora è diverso, ma allo stesso tempo cinque anni fa l'hai rifiutato perché non ti piaceva. Non capisco cosa c'è nella tua testa, ma capisco che per qualche strana ragione ti piace e sono solo preoccupata per te. Per voi” 

Lo so. Dai, fammi spazio, devi riposare, lo sento che stai tremando” 

Finiva sempre così durante i temporali, a dormire abbracciato a quella ragazza spaventata dai tuoni, solo che questa volta sarebbe stato diverso: avrebbe tenuto un occhio puntato anche su quel ragazzo attorcigliato in una coperta di lana.  

   
 
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