Camille, mon amour.

Frederick ha ventotto anni, troppo pochi per le sue innumerevoli avventure passate e decisamente troppi per non aver ancora conosciuto l’amore, quello vero. Vive a Seattle, e come qualsiasi americano ha la presunzione che la sua sia la città più bella del mondo, nonostante abbia viaggiato parecchio per tutto il globo rimane della sua idea: Seattle è la città più bella del mondo. Lavora da circa tre anni nella società di pubbliche relazioni di suo padre fin subito dopo la laurea e questo lo ha reso un uomo di successo già alla sua giovane età. Abituato a brevi e superficiali relazioni per dedicarsi interamente alla sua carriera, ha elaborato una concezione dell’amore tutta sua: non è indispensabile nella vita di un uomo né tanto meno per la sua felicità. Non ha mai provato le farfalle nello stomaco, o la sensazione in cui sembra che il cuore stia per esplodere, o le gambe molli, e mai nessuna donna era stata impressa nella sua mente ininterrottamente tenendolo sveglio ore e ore la notte. Per Frederick l’amore è un astrattismo, un concetto ideale, un qualcosa di irreale: esiste però l’attrazione fisica e solitamente non dura più di una notte.
Fino a...