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Autore: ForeverDream2015    31/08/2016    5 recensioni
Dopo la sconfitta di Galaxia, Usagi, si ritrova senza Mamoru: il suo seme di stella è stato distrutto da Galaxia durante la battaglia.
Michiru, Haruka e Hotaru tornano a New York.
Setsuna torna nel 30° secolo.
Taiki e Yaten rientrano a Kinmoto senza Seiya che decide di restare accanto ad Usagi.
Ami, Minako, Makoto e Rei si ritroveranno ad affrontare un compito difficile: cercare di non far morire Usagi.
Un nuovo nemico alle porte costringerà le nostre guerriere a riunirsi ancora una volta.
Un solo nome: Chaos. E la forma che deciderà di assumere sarà più famigliare del previsto
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inner Senshi, Nuovo personaggio, Outer Senshi, Starlights | Coppie: Haruka/Michiru, Mamoru/Usagi, Seiya/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Before the End'
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Usagi rientra in casa. Non c’è nessuno ad aspettarla. E’ contenta, non ha voglia di dover inventare delle scuse. Si dirige subito in camera sua. Dove trova Luna.
“Usagi!”
Lei non risponde, si sdraia sul letto a pancia in su. Fissa il soffitto.
“Tutto ok con il nemico?”
“Mh mh”
Luna, perplessa, non capisce il comportamento della sua protetta.
“Vuoi parlare?”
“Luna non è stato proprio un bel pomeriggio”
“Tenerti dentro le cose non serve”
“Io…voglio solo pace. Sono stanca. Troppo stanca di tutto.”
Luna sospira, comprendendola. Cerca di coccolarla facendole le fusa.
“Vorrei solo essere Usagi Tsukino”
“Purtroppo non lo sei”
“Ho pianto abbastanza per continuare a farlo”
“Usa, nessuno ti sta chiedendo di piangere”
“Il mio cuore sì”
Usagi chiude gli occhi. Due lacrime le iniziano a segnare il viso.
“Che è successo?”
Usagi prende fiato. Racconta del mostro, racconta della battaglia. Una battaglia come tante affrontate, ma dal sapore amaro. Più amaro del solito. Racconta di Mamoru, racconta del fatto che non ha avuto il coraggio di guardarlo perdendo un’ occasione unica. Racconta di come Haruka, Michiru, Setsuna e Seiya non siano più dalla loro parte. Racconta del male fatto a Seiya. Racconta senza riuscire a fermare né le parole né le lacrime.
“Non l’ho guardato. Non ho avuto la forza. Avrei dovuto voltarmi e rincorrerlo. Invece le gambe non mi hanno ascoltato. Non mi hanno portato dove dovevano. Mi hanno lasciata lì a chiedere scusa a Seiya, a chiedere il perché alle mie guerriere. Non doveva andare così. Non doveva andare così Luna!”
“Anche se l’avessi ricorso non avresti potuto cambiare la situazione”
“Forse. O forse no”
Usagi sente il campanello di casa suonare. Si affaccia dalla finestra della sua camera. Sospira, si asciuga il viso.
“Concludiamo la giornata in bellezza. Luna per favore puoi restare qui?”


Usagi fa entrare Haruka. La fa accomodare in salotto. Porta due bicchieri, dell’acqua e del thè freddo.
“Sono qui a nome anche di Michiru, Setsuna e, ahimè, di Seiya”
Usagi annuisce.
“Non prenderemo parte ai prossimi allenamenti. E nemmeno alle prossime battaglia. Se il presupposto è salvare Mamoru a discapito del pianeta Terra e dell’intero universo noi non ci stiamo”
Usagi guarda Haruka negli occhi, senza abbassare mai lo sguardo.
“La prossima volta che Chaos si presenterà non saremo buone come oggi. Né con lui, né con voi.”
Usagi annuisce nuovamente.
“Se questo è quello che volete va bene. Non posso costringervi a stare dalla mia parte. Ma se la prossima volta che Chaos si presenterà non sarete buone come oggi, non lo saremo nemmeno noi. Salveremo Mamoru e sconfiggeremo il nemico, con voi o contro di voi”
“Non metterti contro di noi. Lo sai bene che siamo più forti”
“Non ho dubbi. Ma sono convinta che non avrete mai il coraggio di uccidermi”
“Ucciderti?”
“Io lo proteggerò con tutta me stessa. E prima di arrivare a lui..dovrete uccidere me”
“Lo faremo se sarà necessario.”
“Benissimo Haruka. Prenderò in considerazione le tua parole. Ora, sei pregata di uscire da questa casa”
“Un’ultima cosa Usagi prima di andare via”
“Dimmi”
“Se succede qualcosa ad Hotaru io…”
“…io non permetterò che le succeda qualcosa”


Il mattino arriva in fretta. Usagi entra in classe. Ci sono già Minako, Ami e Makoto. Si guarda intorno. Anche Taiki e Yaten sono al loro posto. Manca solo Seiya. Lei sospira. Dopo le parole di Haruka del giorno prima se lo aspettava. Si siede al suo posto. Ami si avvicina a lei.
“Che succede Usa? Stai bene?”
Usagi annuisce distrattamente.
Il professore entra in classe. Ed Ami non riesce più a chiedere nulla.
Le ore passano, le ragazze continuano a guardare Usagi, sempre più sofferente, al limite del pianto.
“Pssss”
“Cosa c’è Mina?”
“Usa..”
“La vedo…”
“Dobbiamo fare qualcosa Mako…”
L’intervallo suona. Yaten si alza di scatto e prende Usagi per un braccio.
“Ma cosa…”
“Vieni con me. Ora!” poi si rivolge alle ragazze. “Io e lei soli!”
Lui la trascina fuori dall’aula. Si ferma di fronte alla finestre.
“Non fare la vittima. E’ solo colpa tua”
Usagi non risponde.
“Io gliel’avevo detto che l’avresti solo preso in giro. Non so cosa pensare Usagi. Fai tanto l’amica, la piccola depressa e poi?Ti approfitti di lui! E lo sapevo che sarebbe successo!”
“Yaten. Posso parlare?”
“Sei solo una…”
“Una?”
Minako ferma Yaten, appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Non provarci nemmeno a dirlo. E’ solo grazie a lei che il vostro pianeta esiste ancora è chiaro? Seiya era consapevole che si sarebbe fatto male. Quindi non avvicinarti mai più a lei se non in nostra presenza ok?”
“E lei non dovrà avvicinarsi a Seiya mai più se non in nostra presenza chiaro?”
Usagi si intromette.
“L’avete già fatto una volta. Non è servito a niente”
“Seiya sta malissimo”
“Anche io Yaten. Cosa pensi che io non ci abbia mai messo il cuore in tutto quello che è successo?”
“Credo che tu abbia usato Seiya come tappabuchi in attesa di Mamoru! Guardati. Stai meglio ora no? Almeno un paio di kili li hai rimessi no?”
Minako lo guarda. Yaten non abbassa lo sguardo.
“Da cosa nasce tutta questa cattiveria!”
“Da quello che lei le ha fatto, Minako!”
Usagi alza lo sguardo. Guarda Yaten negli occhi.
“Sono stanca. Sono stanca di tutti voi che credete che io e Seiya non siamo abbastanza adulti da affrontare la situazione. Statene fuori tutti quanti. E concentratevi solo sulla battaglia che tra poco più di 6 mesi dovremo affrontare. Ora basta giocare!”
“Nessuno sta giocando qui Usagi!”
“Nemmeno io! E a questo punto se il tuo pensiero nei miei confronti è quello, siete pregati, tu e anche Taiki, di unirvi ad Haruka contro di me”
“E’ quello che faremo”
“Perfetto. Ora basta. Non tollero più nulla”
Usagi se ne va lasciando di stucco Minako che continua a guardare Yaten.
“Non ho capito”
“Saremo nemici Mina..”
“Oh. Ecco.”

 “Alleniamoci!”
“Credo che prima dovresti un attimo spiegare la situazione anche alle altre Usa”
Minako cerca di rivolgersi il più dolcemente possibile ad Usagi.
“Bene. Ecco il punto. Ami, Makoto, Hotaru, Rei. Siamo rimaste solo noi sei. Le altre hanno deciso di non combattere più con noi. Punto. Fine. Possiamo allenarci ora?”

Sono l8 quando Ami, Makoto, Minako, Rei e Hotaru si incontrano da sole al Crown.
Rei gira e rigira il cucchiaino all’interno del suo caffè.
“Non ci credo che Haruka abbia detto queste cose”
“Io ci credo invece” interviene Hotaru. “La questione è veramente delicata. Haru ha paura che Usagi, di fronte a Mamoru, non faccia quello che deve fare”
“Lo farà”
“Io ne sono convinta Rei, per quello sono qui”
“Dovevate vedere Yaten” prosegue Minako “I suoi occhi erano pieni di odio”
Makoto interviene “Sì, ma il lasciarle andare in questo modo non è da Usagi”
Ami appoggia la tazza del thè sul suo piattino. Alza lo sguardo. E quel gesto mette tutte sull’attenti.
“Partiamo dall’inizio. Usagi si è trovata ad affrontare la morte di Mamoru. E’ vero, le siamo state accanto. Ma il dolore che ha provato lo sa solo lei. A livello psicologico l’ha distrutta. Improvvisamente, nel momento in cui aveva scelto di non essere più una guerriera Sailor, si è trovata catapultata in una realtà che aveva solo sognato: la venuta di Chaos. Usagi ha cercato di seppellire il dolore per Mamoru lasciandosi anche trascinare da Seiya, consapevole per altro, che non avrebbe ottenuto mai l’amore vero di Usagi. Lei, incoraggiata anche dal racconto di Setsuna, ha cercato di trovare un punto di incontro fra ciò che vorrebbe veramente e ciò che le viene offerto. Nel momento in cui Usagi trova un equilibrio ecco che qualcosa cambia: Mamoru è vivo e Chaos lo usa come pedina. Le sue poche certezze vacillano di nuovo. In più sente che non tutte noi abbiamo fiducia in lei. Usagi l’ha detto varie volte: è stanca. E parliamo di una stanchezza psicologica. Ha perso il controllo della situazione.”
“Non è tutta colpa sua” aggiunge Hotaru “Haruka, Michiru e Setsuna hanno perso il vero obiettivo: salvare il pianeta Terra. Si stanno solo concentrando su Mamoru”
“La stessa cosa che stanno facendo Yaten e Taiki. Pensando solo a Seiya” conclude Minako.
Ami riprende a parlare.
“Usagi deve separare tutto e affrontarlo in maniera singola. Punto 1. Chiarire subito come sta Seiya. Capire come sta. Se Seiya starà meglio, staranno bene anche Taiki e Yaten. Punto 2. Far capire soprattutto ad Haruka che lei farà di tutto per salvare Mamoru, ma non lascerà vincere Chaos. Ricordate contro il Dark Kingdom? Lei ha cercato di salvarlo, ma appena ha visto che stava rischiando di non sopravvivere e di non poter affrontare Queen Metaria lo ha colpito. Punto 3. Riunire tutti e puntare ad una strategia. E’ solo questo che deve fare”
“E’ veramente una brutta situazione”
“E’ nella merda!”
“Hotaru! Cosa sono queste parole??”
Makoto ridacchia.
“Ami ammettilo. Non c’è parola migliore di quella che ha usato lei!”
 
“Un biglietto. Chi mai l’avrà lasciato?”
Usagi si guarda intorno. Sulla strada non c’è nessuno. Ricontrolla il numero civico. Sì, quella è casa sua. Appoggia la cartella davanti alla porta d’ingresso ancora chiusa. Stacca il bigliettino. E’ per lei. Usagi apre la bustina che contiene il messaggio. Lo legge. Deve reggersi contro il muro di casa.
“Ok”
Entra in casa, appoggia la cartella in camera sua. Si guarda un istante allo specchio. A stento riconosce il viso che vede allo specchio. Scuote la testa, fa un gran respiro. Guarda l’orologio. Sono le 18.00. Esce.
 
Si ferma davanti alla Tokyo Tower. La giornata, abbastanza fredda, ha scoraggiato molti turisti. La gente presente è poca e la fila per entrare procede molto veloce. Usagi prende l’ascensore per l’osservatorio principale, per poi prendere l’ascensore per l’osservatorio speciale, il punto concordato per l’appuntamento.
Arrivata, si guarda intorno. Non c’è nessuno. Lei appoggia le mani alla recinzione. Si lascia accarezzare dall’aria fredda e pungente. Si stringe nel suo piumino bianco. Non è pronta. Ma deve farlo.
“Credo che tu sia puntuale per la prima volta nella tua vita”
La sua voce. Una carezza calda, dolce, che la avvolge. Deve appoggiarsi con tutto il peso del suo corpo a una colonna. Non ha ancora il coraggio di voltarsi. Il cuore batte all’impazzata. Usagi perde il controllo del suo respiro. Le gira leggermente la testa. Un attacco di panico.
“Hai bisogno che faccia qualcosa per te?”
“Sì. Resta fermo dove sei”
Usagi mette in pratica ciò che ha imparato in questi mesi. Fa lunghi respiri, conta mentalmente al contrario, aspetta che tutto passi. Ad occhi chiusi. Appena riprende il controllo del suo corpo prende coraggio. Si stacca dalla recinzione. Pianta il piede destro per terra ed usa quello sinistro come perno per girare lentamente su se stessa. E’ voltata. Lo sguardo ancora basso.
Respiri profondi e regolari.
“Usagi”
“No. Lasciami i miei tempi almeno”
Lentamente alza il viso. Le scarpe, i pantaloni, la maglietta. Il viso. I suoi occhi. Usagi non regge.
Si porta una mano sulla bocca per reprimere le lacrime. Indietreggia. Il suo respiro inizia a spezzarsi.
“No no no. Non posso”
“Cosa non puoi?”
“Piangere”
“Da quando sono in questo corpo ho imparato a conoscerti molto bene. E sì piangi spesso”
Le lacrime non la ascoltano. Scendono sul suo viso.
“Come…come devo chiamarti?”
“Oh come vuoi Usagi. Puoi anche non chiamarmi”
Lei annuisce. Apre la sua borsa. Prende la bottiglietta dell’acqua e, con mani tremanti, ne beve un sorso. Si schiarisce la voce.
“Come sta?”
“Bene. Lo vedi anche tu”
“Voglio…parlarci un attimo”
“Lui sta ascoltando”
“Prima dimmi, come mai hai voluto vedermi?”
“Volevo metterti a conoscenza dei miei piani”
Lo sguardo di Usagi si espande
“Che senso ha?”
“Usagi ascoltami bene. A me non interessano le altre guerriere Sailor chiaro?”
“E allora non coinvolgerle. Rapisci me e basta. Non creare quello che mi hai fatto vedere!”
Lui scuote la testa.
“Devo tenerle occupate”
“Non ce ne sarà bisogno! Cambiamo giorno. Cambiamo giorno e prendi me. Loro non lo scopriranno”
Lui storce la bocca. Ci sta pensando.
“Ti assicuro che non avviserò nessuno. Continuerò a far credere loro che la battaglia finale sarà il 3 agosto.”
“Chi mi assicura che non dirai nulla?”
Usagi sorride tristemente,abbassando lo sguardo.
“Sei dentro il corpo dell’unico uomo che io abbia mai amato. Credo che come assicurazione basti”
Chaos si avvicina a lei. Le prende una mano. Il calore si propaga immediatamente dentro Usagi.
“Lui ha ancora il controllo sulle tue emozioni vedo”
“Lui è l’unica cosa che mi fa respirare”
“Lo vedo dai tuoi occhi”
Le gambe di Usagi tremano. Sta per svenire. Le forze iniziano a mancarle.
“Dammi un giorno”
“Un mese”
“Il 27 Febbraio?”
Usagi annuisce.
“Devi dire altro al tuo Mamoru?”
Lei, con le ultime forze rimaste prende di nuovo fiato.
“Che lo amo. E che lo salverò. In un modo o nell’altro”
 
   
 
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