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Autore: Ink Voice    31/08/2016    1 recensioni
Niente sarà più come prima. Forse è meglio così, pensa Eleonora, mentre si chiede esasperata quale sia il prossimo compito da portare a termine. È una domanda retorica che si pone solo per rispondersi subito dopo: “Salvare il mondo”. Una frase da supereroe, da film, che invece le tocca pronunciare per autoconvincersi che il momento è giunto e che lei, fino a qualche anno prima una ragazzina normale che non conosceva la realtà in cui è improvvisamente finita, è una delle più importanti pedine nel triste gioco della guerra.
Dalla parte di chi schierarsi e perché, quando ogni fazione ha numerosi difetti, che rendono l’una indistinguibile dall’altra? Troverà mai dei motivi che la spingeranno a non chiudersi in sé stessa e a non tirarsi indietro? Perché dover rischiare la propria vita per una causa che non si conosce davvero e per una verità svelata sempre poco per volta?
Queste domande l’accompagneranno mentre cercherà la forza per non arrendersi. È l’ultima parte di Not the same story.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Not the same story'
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XVIII
Occhio per occhio

L’ultimo turno di guardia spetterebbe a Ilenia, ma intorno alle sei, a metà del suo compito, siamo tutti in piedi e vigili, qualcuno anche piuttosto teso. Dopo una notte segnata dalla pressione e dall’atmosfera spiacevole, è arrivato il momento di rimettersi in marcia, con la speranza di non incontrare ostacoli, in modo tale da arrivare alla Fossa Gigante entro questa mattina stessa. Ci scambiamo occhiate più volte senza sapere da che parte cominciare: nessuno propone una linea da seguire per i prossimi spostamenti, né fa domande. Camille rompe il silenzio prendendo in mano la situazione, come è solita fare.
«La Fossa Gigante è praticamente tutta a nord di Città Nera, ed è vicinissima a Fortebrezza.» Yue fa un cenno affermativo con la testa. «Sarebbe meglio evitare i percorsi principali, che portano a Spiraria e poi a Fortebrezza.»
«Potremmo teletrasportarci a brevi distanze, sempre in gruppi» interviene Ilenia, «e di volta in volta incontrarci e darci di nuovo appuntamento. Siamo in quattro a poterci teletrasportare» e intanto indica sé stessa, me, Camille e Daniel, «quindi possiamo andare in coppie.»
«Va bene» acconsente Camille. «George ed io vi apriremo la strada. È meglio che noi due non ci separiamo, dato che i nostri poteri, quando siamo insieme, sono molto più forti. Sarebbe lo stesso per te ed Eleonora, ma voi potete entrambe teletrasportarvi insieme a qualcun altro. A quanto ho capito, Eleonora ha meno esperienza di te e anche di Daniel.» Annuisco, sapendo, mio malgrado, che le cose stanno così. «Allora Ilenia e Daniel si muoveranno l’uno con Zhao, l’altra con Yue. O viceversa. Eleonora e Luke, voi chiuderete la fila: se ci sarà qualche problema ci coprirete le spalle. Manteniamoci in contatto: noi vi diremo di non proseguire se succede qualcosa, Eleonora e Luke ci avviseranno di muoverci più in fretta e tratterranno eventuali aggressori. Raggiungeteci soltanto quando avete sistemato le cose.»
Forse i miei poteri, che vengono da un Leggendario estremamente potente come Ho-Oh, sono più forti di quelli che Luke ha ricevuto dal Legame con Raikou, ma lui ha avuto quasi un anno per fare pratica, mentre io mi sono allenata con i miei elementi per poco più di un mese. Le coppie costituite sono giuste per ogni compito e ben equilibrate: Ilenia e Daniel accompagneranno e proteggeranno i due Legati meno esperti e avranno la strada spianata da Camille e George e le spalle coperte da me e Luke. Temo che Daniel non sia molto contento a vedermi con il ragazzo a cui pare che io piaccia tanto, ma non c’è organizzazione migliore di questa.
Il primo spostamento da fare è uscire da Città Nera, sempre a coppie per evitare di essere notati: Daniel ha abbandonato l’idea di cambiarsi i vestiti, perché il teletrasporto lo farà tornare immediatamente negli abiti della Forma di Mezzo. Dovremo essere veloci: Camille e George aspetteranno Ilenia e Yue - la Legata di Reshiram ha insistito per andare con quella di Lugia, le si è affezionata nel giro di una sola serata - prima di spostarsi di nuovo, le due ragazze a loro volta attenderanno l’arrivo di Daniel e Zhao prima di raggiungere Camille e George, che le avviseranno quando sarà il momento di raggiungerli. E così via fino ad arrivare a me e Luke.
Mi chiedo se non faremmo prima a materializzarci direttamente nei pressi di Fortebrezza, ma la risposta me la do da sola: questi brevi, rapidi spostamenti, anche se numerosi, non comportano un grande dispendio di forze. Uno solo e diretto, compiuto da otto persone tutte insieme, non solo ci stancherebbe di colpo ma, ancora peggio, libererebbe talmente tanta energia - soprattutto se fossimo aiutati dai Leggendari per cambiare di posizione - che l’aria e la terra tremerebbero, seppur leggermente, per le ondate di potere emanate dal nostro gruppo. I Victory ci metterebbero un attimo, sotto la guida dei Comandanti e dei Generali, a mettersi sulle nostre tracce e ad attaccarci.
Camille e George si teletrasportano ai cancelli di Città Nera che introducono alla Foresta Bianca, gli stessi che un anno fa varcai in senso contrario insieme ad Anemone e Melisse. Mezzo minuto dopo, il tempo necessario per la Legata di Xerneas - anzi, per Xerneas stessa a contattare Lugia, li raggiungono Ilenia e Yue. A intervalli più o meno regolari li seguiamo noi quattro rimasti nell’appartamento di Enigma. Prima di abbandonare l’abitazione del grande agente segreto, le dedico una lunga occhiata carica di nostalgia, non potendo fare a meno di chiedermi dove sia finito l’uomo e se mai avrò il piacere di incontrarlo di nuovo in futuro.
«Tutto bene?» mi domanda Luke.
«Sì, sì.» Rispondo come se mi avesse risvegliata di colpo da fantasticherie ad occhi aperti. «Possiamo andare?»
Lui annuisce e io gli porgo la mano;, attivo il potere della Vita e, in neanche un secondo, tant’è breve lo spostamento, ci materializzamo a pochi metri di distanza da Daniel e Zhao. A parte quest’ultimo che non ha attivato alcun potere, siamo tutti nelle nostre Forme di Mezzo. La Foresta Bianca è irrorata appena dalle luci dell’alba: soltanto le chiome degli alberi sono adesso degne del soprannome “Foresta di luce”, perché il resto del paesaggio è un teatro di ombre.
I due devono raggiungere Ilenia e Yue; Daniel ci dice: «Sono all’uscita della Foresta.» Subito dopo Zhao mette una mano sulla sua spalla e i due entrano in un portale, creato dal Legato di Dialga fendendo l’aria con una mano. Ho-Oh poco dopo viene contattato dal Leggendario del Tempo e mi dice che possiamo spostarci anche noi.
Le tappe successive sembrano tutte uguali tra loro e penserei che non ci stiamo muovendo di un metro, ma che ci teletrasportiamo sempre nello stesso punto, se non ci ritrovassimo di volta in volta con gli altri due ragazzi. Il territorio infatti è montuoso, e ci muoviamo sempre sul medesimo lato dei monti che si stagliano a ovest di Spiraria. Grazie all’altezza a cui ci troviamo, in lontananza si riesce a vedere il mare. Ai piedi della catena scorre il fiume di Unima che passa anche sotto il Ponte Meraviglie.
Per due o tre teletrasporti non si presenta nessun problema: ci spostiamo mano a mano di diverse centinaia di metri. Sento chiaramente l’aiuto di Ho-Oh che fa sì che io non faccia finire me e Luke in uno strapiombo, magari materializzandomi a qualche metro di distanza dal terreno. Ma prima che un nuovo spostamento ci porti da Daniel e Zhao, la fenice mi blocca: “Aspettate prima di andare.”
«Che succede?» Lo chiedo ad alta voce e Luke mi guarda perplesso.
“Camille e George hanno trovato un ostacolo. Gli altri quattro sono insieme e stanno aspettando, nascosti. È meglio che anche voi due vi troviate un nascondiglio e aspettiate che vi dica quando potete proseguire.”
«Dobbiamo cercare un luogo nascosto in cui aspettare» riferisco a Luke. «Camille e George hanno avuto qualche problema che non so… Ilenia e gli altri sono insieme.»
Il ragazzo annuisce e, come me, si mette in cerca di un posto riparato in cui sia impossibile che ci trovino. Nelle vicinanze però non c’è neanche una spaccatura nella parete di roccia in cui possiamo infilarci: c’è solo la stradina in terra battuta, leggermente in salita, su cui ci troviamo e che corre lungo il fianco del monte. L’unica possibilità che ci rimane è che io controlli ripetutamente la zona con il potere della Vita per accertarmi che nessuno arrivi.
Sbuffo mentre mi appoggio con la schiena al muro e porto le braccia al petto. Chiudo gli occhi e attivo il potere della Vita: mi ci vogliono pochi secondi per sapere che non c’è anima viva nel raggio di chilometri, se non gli altri Legati che sprigionano un’energia inconfondibile. Apro le palpebre di scatto, preoccupata: quei quattro insieme liberano talmente tanta forza che averli a centinaia di metri o un paio di chilometri di distanza non è molto diverso da parlarci faccia a faccia. A questo punto già tre Legati che si muovono insieme possono lasciare tracce spaventosamente evidenti: è meglio ridurre i tempi di attesa per ogni teletrasporto, non possiamo concederci neanche un minuto da fermi.
«Perché quella faccia?»
La voce di Luke mi riporta con la mente a noi due. Scuoto la testa. «Noi Legati siamo delle… enormi sorgenti di energia. Forse procedendo in coppie non è così brutta, la situazione, ma se i Comandanti dei Victory sono nelle vicinanze, anche non immediate, e se hanno dei poteri grandi come credo, allora non ci metterebbero molto a individuare un continuo, come dire… flusso di energia che si sposta in modo regolare. In questo caso in linea quasi retta, lungo una fila di montagne. È questo che mi preoccupa.»
«Pensi che sarebbe meglio materializzarsi da una parte all’altra per confondere le idee?»
«Penso che sarebbe stato meglio tentare il tutto per tutto e andare direttamente alla Fossa Gigante. Non so se ci saremmo potuti teletrasportare tanto vicino quanto ci serviva, e a quel punto scommetto che i Comandanti ci sarebbero finiti addosso in un attimo. In qualche modo si sarebbero accorti di un’esplosione di energia, derivata da quattro teletrasporti simultanei e otto Legami vicinissimi tra loro… e avrebbero interrotto qualsiasi occupazione per attaccarci. Ci avrebbero individuati abbastanza precisamente da potersi correggere subito, perché in ogni caso si sarebbero avvicinati a sufficienza alla Fossa Gigante.»
Luke riflette per qualche secondo; si mette spalle al muro e porta una mano alla nuca. «Non so come fai ad esserne così convinta» dice. «Non ho idea di che poteri abbiano i Comandanti, a quanto ho capito li avete visti solo tu e Daniel. Ma mi sembra ai limiti dell’impossibile che abbiano i mezzi per rintracciarci anche se fossero all’altro capo del mondo. Forse ti sei talmente spaventata quando li hai incontrati che hai esagerato le loro possibilità.»
«Nike, una dei due gemelli, è abbastanza forte da opporsi al fuoco di Ho-Oh, che non dovrebbe essere soggetto al comando di nessun altro, se non mio. Invece lei ha deviato il colpo e spento le fiamme come se fossero normali, quando la avevo attaccata. Anche il fuoco di Reshiram e degli altri Leggendari con quest’elemento non può essere manipolato da nessuno, è diverso da quello dei normali Pokémon Fuoco, ma a questo punto non credo che avrebbe avuto problemi se si fosse trovata un altro Legato davanti.» Luke non è convinto: le sue sopracciglia sono un po’ corrugate ed è sul punto di ribattere qualcosa. «Se attaccassi Yue con una vampata, lei non potrebbe portare il fuoco dalla sua parte, sarebbe un tentativo inutile e verrebbe bruciata. Lo stesso toccherebbe a me. Se volessi evitare una fiammata di Reshiram dovrei direttamente spostarmi, oppure dovrei contrastarla in un altro modo: una tromba d’aria o un’altra vampata..»
Il ragazzo ha capito e già dal suo sguardo vedo che mi crede. «Forse è comunque un po’ esagerata la tua visione, ma comunque quei due rimangono le persone più pericolose, per noi. Soprattutto se riescono a piegare i nostri poteri personali come se li avessero anche loro.» Annuisco senza rispondere; lui riprende: «Secondo te da dove provengono le loro facoltà? Che Legame possono avere per…»
«Dubito che anche uno di loro abbia un Legame» lo interrompo. «Avranno dei Leggendari dalla loro parte, e che lo vogliano o no gli prestano i loro poteri. Che riesca a utilizzare il fuoco di un altro Leggendario come fosse suo è un problema che io non so risolvere… e Ho-Oh è ben deciso a non parlare di questo genere di cose.»
«Anche Raikou» mormora lui. «Voglio dire, non chiacchiera tanto e quando lo fa non è di grande compagnia. Ogni tentativo di migliorare il nostro rapporto va sempre a vuoto.»
«Anche Daniel parla così di Dialga» dico, soprappensiero. Luke non sa come ribattere; da lui mi aspetto la peggiore delle risposte.
«Tra te e Daniel c’è qualcosa?»
La sua domanda non mi ha affatto delusa. «No.» Apro bocca per continuare ma non trovo niente da aggiungere; mi concentro sul terreno sotto i miei piedi, che può essere affrontato solo con un paio adatto di scarponi, non certo con i sandali di legno che mi ritrovo io o a piedi nudi come Luke. In qualche modo è riuscito a muovere qualche passo senza riportare danni, senza lamentarsi.
«Ma a te piace molto.»
Espiro rumorosamente. «Come fai a dirlo?»
«È palese, Eleonora.» Così come è palese che tu sia cotto di me senza un motivo apparente? «Lo nomini di continuo, è la persona a cui stai più attenta e quella con cui passi più tempo. O meglio, con cui vuoi passare più tempo. E credo proprio che lui ricambi, fa di tutto per stare con te.» Luke fa un sorrisetto e arrossisce. Approfitto del fatto che non mi stia guardando proprio per rifilargli una lunga occhiata, che diventa un po’ triste vedendo lui così abbattuto.
«Ti assicuro che non è così. Lo so» mormoro. Basta sicuramente il mio tono a confermargli che sono innamorata di Daniel. «Ma non deve esserci nulla tra nessun Legato» proseguo, «perché sarebbe soltanto una distrazione dai nostri compiti. Dobbiamo pensare a combattere. Quando sarà tutto finito…» Mi chiedo se sia possibile arrivare a mentire così senza pentirsene pur di tenere a distanza qualcuno. Sono ancora divisa tra due fuochi, anche se non bruciano con uguale intensità: da una parte c’è Daniel, dall’altra Oxygen, di cui sento la mancanza sempre di più ogni giorno che passa. Non provo niente per Luke e non mi capacito del fatto che lui si sia affezionato così tanto a me, quando ci saremo visti nel complesso per due o tre settimane in tutta la nostra vita.
«Sì» sussurra Luke. «Anche Raikou mi ha detto che non posso avvicinarmi a te.»
Non gli rispondo, perché non c’è niente di appropriato da dire. Qualsiasi cosa sarebbe un coltello nella piaga per il ragazzo, che pare davvero sconfortato, completamente arreso al suo Leggendario e a me, che non riesco a capire né ricambiare i suoi sentimenti. Non credo ci sia un modo per consolarlo, perciò non posso fare altro che tacere e sperare che i prossimi discorsi, se ci saranno, vertano su argomenti più felici.
Grazie al cielo sento la voce di Ho-Oh: “Ora potete proseguire.” Il suo tono è più serio di quanto dovrebbe: non nasconde di essere un po’ contrariato, come se volesse impedire a Luke di provare certe cose.
«Possiamo andare» dico al ragazzo, tendendogli la mano. Lui la tocca appena con le dita e nel giro di un paio di secondi, dopo aver attraversato un varco luminoso e sgargiante, ci ritroviamo con Daniel e Zhao, che a malapena reagiscono alla nostra apparizione alle loro spalle. Il più piccolo ci squadra con la sua classica aria sospettosa, che ci augura il bentornati dopo ogni teletrasporto. Daniel ci dà le spalle, con le mani in tasca.
«Sapete cos’è successo?» domando.
Zhao nega con il capo e Daniel scrolla le spalle. «Non ne ho idea. Figurati se Camille perde tempo a dare spiegazioni.» Dopo alcuni secondi di silenzio si riscuote: «Andiamo!» E prende la mano all’altro per smaterializzarsi. Incrocio le braccia al petto e faccio qualche passo avanti e indietro, tenendomi a una certa distanza da Luke.
«Eleonora…»
Alzo la testa con una faccia interrogativa e le sopracciglia aggrottate. Non mi aspettavo che il ragazzo trovasse qualcos’altro da dire, con un tono eloquente tanto quanto le sue guance tinte di rosa, dopo impacciati momenti di imbarazzo come quelli di prima. Non riesce nemmeno a guardarmi, eppure la sua voce è ferma, in qualche modo.
«Prima non hai finito la frase. «Quando sarà tutto finito»… cosa farai quando sarà finita, la guerra?»
Aggrotto le sopracciglia. «Non ci ho mai pensato, non ne ho idea. Sono troppo occupata con quello che succede al momento, come tutti, immagino.»
«Non come me» ribatte, mettendosi a scrutare, o a fingere di farlo, l’orizzonte. «Quando hai iniziato quella frase non ho potuto… ho avuto un po’ di speranza per qualche momento, penso. Forse quando non ci sarà più questa guerra e avremo tempo per pensare, a noi stessi e agli altri, quando cercheremo di rimettere ordine alle nostre vite, o dovremo ricostruirle da zero… andremo in cerca di qualcuno da amare. Io lo farei fin da subito, tu sei così vicina, e sono certo che se fosse possibile stare con te, tutto andrebbe per il meglio, o almeno lo affronterei sapendo che ci sei tu a sostenermi da qualche parte… io sono innamorato di te, Eleonora.»
Il colorito delle sue guance è tornato normale e sembra che Luke abbia trovato il coraggio, ora che si è dichiarato, di mantenere senza paura un contatto visivo con me. La sincerità nelle sue iridi grigie quasi mi fa male, perché so che non posso far altro che deludere le speranze del ragazzo. Ha scelto uno dei momenti più sbagliati e mi ha messa in difficoltà, proprio quando dobbiamo concentrarci sui nostri spostamenti - e da me dipende ogni teletrasporto. D’altronde non ci siamo mai ritrovati veramente soli come adesso; forse avrebbe ammesso i suoi sentimenti anche prima, ma non ne ha avuto modo, soprattutto con Daniel sempre in mezzo. Una parte di me ringrazia il Legato di Dialga, l’altra continua a provare una certa pena per Luke.
«Andiamo» bisbiglio infine, dopo essere stata avvisata da Ho-Oh con una specie di impulso nella mia mente, in seguito a una lunga pausa con cui ho illuso Luke di aver preparato una vera risposta.
«Eleonora…»
«Luke, ti prego, basta così.» Fingo indifferenza di fronte ai suoi occhi molto espressivi, e distolgo lo sguardo per fargli capire che non è il caso di continuare, perché sarebbe inutile. Gli tendo la mano e lui ci mette un po’ a prendermela; quando lo fa me la stringe quasi con forza, ma a parte un minimo di sorpresa iniziale continuo imperterrita a far finta di niente. Attivo il teletrasporto con il potere della vita e in un attimo siamo di nuovo insieme a Daniel e Zhao.
Per fortuna Daniel continua ostinatamente a darci le spalle, altrimenti se vedesse le facce di noi due capirebbe che qualcosa non va, e già immagino come si rivolgerebbe a Luke in quel caso. Gli basterebbe attivare il potere del Tempo per vedere cos’è successo, ma sembra molto interessato a contemplare le pendici della montagna davanti a noi, lungo le quali corre il sentiero che stiamo attraversando a furia di teletrasporti.
Senza dire nulla e continuando a non far caso a noialtri, Daniel si gira verso Zhao e, una volta che ha la sua mano su una spalla, sparisce in un battere di ciglia. Poco dopo Ho-Oh mi dice che anche noi possiamo proseguire, e stavolta anziché offrire la mano a Luke gli tocco una spalla; quasi senza che lui se ne renda conto, ci smaterializziamo per ricomparire qualche centinaio di metri più avanti, sempre quasi addosso agli altri due.
«Ma quanto manca ancora?» sbuffo, rivolta a nessuno in particolare.
«Altri due o tre teletrasporti, se vogliamo coprire distanze maggiori. Altrimenti anche sette o otto, vista la lunghezza della catena montuosa» risponde Daniel. «Perché, sei stanca?»
«No, no. Era una domanda così» borbotto, riprendendo ad esaminare il terreno. Se c’è qualcosa di cui sono stanca, è del senso quasi di oppressione che mi trasmette Luke, forse neanche volontariamente.
“Qualcosa non va.”
Scatto all’erta appena sento le parole di Ho-Oh, e la mia immaginazione ci mette poco a pensare a cosa possa esserci che non va. Rialzo la testa; la mia faccia tesa e guardinga attira l’attenzione di Luke e Daniel, e anche Zhao si accorge che mi sono messa in guardia. Non c’è nessuno nel raggio di chilometri, a parte i quattro Legati che ci precedono, stando a quanto mi dicono sia i miei occhi che il potere della Vita stesso.
«Cosa c’è?» domando mentalmente al Leggendario.
Lui ci mette un po’ a rispondere: “Non lo so. Non capisco bene… forse me lo sono solo immaginato. È intermittente. Ma com’è possibile?…”
Sono troppo perplessa anche solo per ribattere qualcosa. La confusione di Ho-Oh mi stupisce, non perché lo ritenga infallibile ed onnisciente ma perché il suo tono pieno di insicurezza mi turba. Cosa è intermittente e cosa non è possibile?
«Zhao» chiama Daniel, «noi andiamo. Voi due, raggiungeteci appena possibile, se c’è davvero qualcosa che non va» dice a me e Luke. Il Legato di Zekrom fa qualche passo verso di lui, già con la mano tesa per posarsi su una sua spalla.
«Dov’è che ve ne volete andare?»
Il mio cuore salta un battito, per poi darsi a una corsa sfrenata, al suono di una voce femminile; mi volto di scatto, anche se la voce non proviene da dietro di me, per rivedere la solita parete di roccia. Gli altri tre si sono girati in direzioni completamente diverse l’una dall’altra: da tutte è comunque improbabile che sia venuta la voce, come dal cielo bianco di nuvole, o da dietro di me, o ancora da sotto di noi, dalle pendici scoscese della montagna. Ho già sentito questa voce.
«Ho-Oh…!»
“Prendi Luke!”
Afferro il polso del ragazzo accanto a me, mentre Daniel fa lo stesso con Zhao. Entrambi Ho-Oh e Dialga ci teletrasportano via e ci fanno ricomparire in un altipiano della montagna. Il cielo è completamente coperto, poco in contrasto con il territorio sepolto di neve e ghiaccio: il suolo montano riemerge qua e là grazie a un po’ di muschio. Chiunque fosse, se ci fosse vicino, si dovrebbe vedere facilmente; invece sembriamo completamente soli.
«Chi era?» chiede subito Daniel, allarmato, le gambe e le braccia in tensione. Zhao e Luke studiano il cielo nuvoloso, ormai convinti che la voce provenisse dall’alto. Io scruto i dintorni, ma sembra non esserci niente e nessuno a parte la neve, la roccia e i muschi. Nessuno si prende la briga di rispondere a Daniel, come se qualcuno fosse in grado di dire a chi apparteneva la voce.
«Non ti ricordi di me?»
«Dannazione» borbotto a denti stretti, mentre all’angoscia si aggiungono la frustrazione e la rabbia di non vedere ancora nessuno, né di percepirlo con il potere della Vita. Ho-Oh si è zittito ma il suo stato d’animo me lo fa sentire chiaramente: è ancora più preoccupato e alterato di me. Non riesco a ricollegare a nessuno questa voce, perché devo averla sentita al massimo una volta…
«Eppure tu ed Eleonora, caro Daniel, dovreste avermi riconosciuta subito!»
Il Legato di Dialga guarda verso di me e spalanca le palpebre dal terrore, ma quel che vede è oltre di me; mi giro temendo il peggio, preoccupata dal viso di Daniel che non sono abituata a vedere in condizioni come questa, di spavento e vulnerabilità.
Lui deve aver già riconosciuto la voce della sua proprietaria prima che lei si mostri, perché io inizialmente non vedo nessuno. Ma in un attimo, con uno scintillio che quasi si confonde con il bianco del cielo e della neve, compare il Leggendario Cobalion che, dopo essere atterrato con grazia sul terreno, ci corre incontro a gran velocità con un ruggito intimidatorio. Anziché spostarmi gli lancio contro dardi di fuoco arcobaleno; Luke mi aiuta con delle saette, accecanti e velocissime, che scocca come frecce dalla punta delle dita. Cobalion si blocca, vedendosi attaccato, ma ringhia come a volerci dire che non gli abbiamo fatto niente. Anche Zhao vuole avere la sua parte: appena sferra un pugno verso il Pokémon, da cui parte un fulmine molto più grande e potente delle frecce di Luke, passa nella Forma di Mezzo. I suoi capelli crescono e si tingono di bianco, rasati ai lati del capo, e vengono legati in una coda da un nastro nero. La pelle è ancora più scura di prima e i suoi occhi sono diventati come quelli di Zekrom: l’iride bianca e il resto rosso. Indossa una specie di armatura che ricorda chiaramente il corpo del Leggendario, e dalla schiena gli spunta una replica in miniatura delle sue ali.
Cobalion non si risparmia un gemito ma resta fieramente dritto sulle sue zampe. Si mette di profilo e anche a una decina di metri di distanza riconosco la terribile, bellissima Nike, che ci sorride amabilmente, sorniona. Nessuno dei nostri mezzi l’ha lontanamente sfiorata: la sua chioma mossa dal vento di capelli biondi, ricciuti e splendenti, è perfetta come se nemmeno avesse corso sul Pokémon o si fosse dovuta confrontare con una serie di saette di fuoco e fulmini. Indossa l’aderente divisa dei Comandanti e cavalca Cobalion senza sella né briglie; la mano destra è appena poggiata sul collo del Pokémon, l’altra è sull’elsa di una spada appesa alla cintura. Dà un colpetto con il tacco dello stivale al fianco del suo destriero che si avvicina ulteriormente a noi, ma piano, posizionandosi di nuovo lateralmente quando si ferma.
Una goccia di sudore freddo mi scivola lungo la tempia con lentezza esasperante. Mentre Daniel è impaurito come mai prima d’ora, io aggrotto le sopracciglia per non mostrare alcuna debolezza e affronto la donna con aria aggressiva. Aspetto che sia lei a fare la prima mossa e cerco di capire se sia da sola o no: il potere della Vita mi dice che qualcun altro sta arrivando, anche se è ancora distante. Spero non siano troppi, non avremmo speranze noi quattro da soli - non so come ce la caveremmo anche con un intervento dei Leggendari.
«Allora?» Nike continua a sorridere, sicura di sé. «Siete diretti alla Fossa Gigante?» Non le arriva risposta; dopo qualche secondo ride leggermente, mentre ci osserva uno per volta. «Come siete taciturni! Ma la direzione dei vostri spostamenti è inequivocabile. Temo di non poter lasciare che proseguiate.»
Mentre si sistema seduta all’amazzone su Cobalion, ne approfitto per sferrare una vampata che, purtroppo l’avevo immaginato anch’io, la donna scosta con un unico, piccolo gesto della mano. Zhao e Luke scagliano contemporaneamente due saette, quella del primo illuminata di luce blu, l’altra dorata; anche il loro tentativo viene neutralizzato, quando lei devia il percorso dei fulmini con un movimento noncurante simile a quello di prima. «Andiamo, ragazzi» ridacchia ancora, «non attaccatemi mentre ho abbassato la guardia.»
All’improvviso comanda contro di noi una ventata d’aria gelida, più precisamente contro Daniel che è rimasto in disparte, non avendo mai provato ad attaccare. Il ragazzo si difende quasi istintivamente, sparendo in un portale temporale un momento prima di essere investito dalla corrente, e ricompare più vicino a noi. Forse solo il suo potere del Tempo potrebbe mettere in difficoltà la donna, ingannandola, ma il ragazzo non ha il coraggio nemmeno per intimidirla. È sempre più spaventato, e nessuno di noi capisce perché. Ma quando guardo Nike, appena noto la sua espressione, mi rendo conto che lei sa perché lui sia così angosciato.
«Cosa sta succedendo?» chiedo a Ho-Oh.
“Dialga” risponde semplicemente lui, confondendomi così ancora di più. Qual è il problema creato da Dialga, e che ne sa Nike? “Dobbiamo trovare un modo per fuggire” continua il Leggendario. “Non possiamo affrontarla, e stanno arrivando troppi rinforzi.”
Non so dove siano gli altri Victory, quando si decideranno a mostrarsi, e soprattutto non capisco perché Ho-Oh non voglia assolutamente usare una mossa offensiva sulla Comandante.
«Non fatemi usare la forza per farvi venire con me, ragazzi miei» prosegue Nike, scendendo dalla groppa di Cobalion. Ciononostante sguaina la spada con un movimento elegante accompagnato da un sibilo minaccioso. «Vorrei vedervi collaborare, non rischiare in ogni momento di essere ferita da voi. È la scelta più giusta che possiate fare.»
«Perché mai dovremmo?» La mia voce suona forte e sicura.
Le labbra di Nike si curvano ancora di più. «Perché insieme a noi è il posto che vi spetta.»
«Non ti capisco» mormoro lentamente. Nelle mie mani nascono fiamme arcobaleno che formano due ventagli, e li afferro saldamente.
«Tutto vi sarà spiegato a tempo debito, cara Eleonora, e cari Legati!» Nike apre le braccia, poi le lascia ricadere lungo i fianchi. La sua espressione cambia: solo un angolo della bocca ora è arricciato, ci guarda quasi di sottecchi, provocatoria. Alza il braccio armato di spada verso di noi, puntandocela contro: mi sembra che miri a me in particolare. «Ma devo chiedervi di liberarvi del giogo delle Forze del Bene prima di accettare il mio invito.»
«Allora pretendi troppo» sibilo, per poi evocare una fiammata spalancando i ventagli, più grande e veemente di tutte quelle esibite finora.
Nike sferza con la spada la vampata, facendola dissolvere, e con un movimento simile ma rivolto verso il basso fa emergere dal terreno spuntoni di roccia via via più grandi. La terra che si alza crea una fontana di neve che nasconde la donna alla nostra vista, ma siamo troppo occupati a evitare di essere feriti dalle rocce. Io e Zhao riusciamo ad elevarci sopra la nube, Daniel e Luke riescono solo a scansarsi; ma noi due non vediamo la donna da nessuna parte. Scambio un’occhiata eloquente con Zhao, che si sta facendo la mia stessa domanda: perché Nike non è andata in alto, per colpirci più facilmente?
Un secondo dopo, prima di tornare a terra, tiro una ventata d’aria sotto di me per diradare la neve e il ghiaccio ancora in sospensione, appena in tempo per vedere Daniel teletraspostarsi quasi per miracolo via dalla portata di Nike e rimaterializzarsi a qualche metro di distanza: ancora non riesce a tentare un attacco. La donna cambia obbiettivo e punta Luke a sorpresa, quando ancora non avrebbe dovuto vederlo, visto che gli dava le spalle mentre era concentrata su Daniel. Il ragazzo, dopo un “Ooh!” di sorpresa scansando un colpo di taglio che gli avrebbe squarciato il petto, riesce istintivamente a lanciare un fulmine contro Nike, che repentinamente si sposta gettando via la spada: il ferro attira a sé tutta l’elettricità. Luke spera di averla scampata, ma la donna solleva l’arma a distanza, muovendo il braccio e la mano, e la comanda contro il Legato di Raikou.
La traiettoria della spada viene bruscamente deviata e la punta della lama si conficca a terra, nella neve, a un passo dai piedi scalzi di Luke. Nike alza lo sguardo, neanche lei ha capito chi sia intervenuto; un sorriso le incurva le labbra quando individua Daniel, ancora le mani avanti in una posizione che parla chiaro, ansimante. È stato lui a dominare il metallo, e sembra il più incredulo tra di noi per quel che ha fatto.
«Hai ricevuto il permesso di muoverti, Danielino?» esclama Nike, attirando a sé la spada non più carica di elettricità. «Mi ero quasi dimenticata di te.» Senza neanche voltarsi neutralizza l’ennesimo mio tentativo di ustionarla; solo dopo si gira a squadrarmi, con aria quasi scocciata. «Mi hai interrotta mentre stavo parlando… Sei diventata una maleducata.»
«Non mi provocare con le tue battute, Nike!» strillo. «Parla chiaro, se vuoi convincerci a venire con te!»
«Ma tu hai già preso le tue decisioni» replica lei, avvicinandomisi. Solo pochi passi ci separano. «Forse è meglio che ti faccia fuori per prima.»
Farmi fuori?
Nike scatta, silenziosa, veloce e agile come un felino, la spada tesa verso di me. Con la coda dell’occhio, mentre salto in alto per evitarla, vedo Luke tentare di piegare o spezzare il metallo della spada, ma è esterrefatto vedendo che non riesce a interagire con l’arma della Comandante. La donna mi aspetta a terra; prima di scendere vedo i fulmini di Zhao e Luke fallire. Devo usare il potere della Vita e farla finita una volta per tutte.
“Non puoi!”
Ho-Oh mi distrae con il suo grido mentre torno con i piedi per terra. Se non fosse per Zhao e Luke che continuano a cercare di attaccarla, Nike mi avrebbe già trapassata da parte a parte.
«Pe-perché?» balbetto.
“Non funzionerebbe! Non puoi toglierle la fiamma della Vita dal corpo. Dalle fuoco a distanza, è l’unica cosa che puoi fare!”
Vorrei chiedere di nuovo perché, capire il motivo per cui il potere della Vita non avrebbe effetto, ma non posso fare altro che concentrarmi sulla mossa che mi ha consigliato Ho-Oh. Guardo Nike negli occhi mentre procede verso di me e il tempo sembra rallentare: nella mia testa la vedo strillare di dolore per una fiamma piombatale all’improvviso addosso. Un attimo dopo la vedo nella realtà materiale, e soprattutto la sentono le mie orecchie: un grido acuto che si libera dai suoi polmoni, mentre la mano destra molla la spada e va a tentare soffocare il fuoco arcobaleno che copre l’altro avambraccio. È un momento di distrazione sufficiente per sferrare un attacco d’aria e sbatterla contro la parete di roccia che prima lei stessa ha innalzato.
Luke prende la spada che giace a terra, una mano sull’elsa e l’altra sulla lama, e cerca nuovamente di spezzarla, ma invano. Nel frattempo io, lui e Zhao chiudiamo alla donna ogni via di fuga, mentre Daniel, ancora in preda della confusione, se ne sta in disparte ad assistere alla scena, incredulo e spaventato.
Il fiato di Nike è pesante, ma è riuscita a far sparire il fuoco. I bordi bruciacchiati della divisa mutilata sfrigolano, e la pelle è tutta rossa, bruciata. «Non ti bastava aver scottato i palmi al povero Theo? Te la sei voluta prendere anche con me, con le tue dannate fiamme… questo ti costerà la vita, Eleonora.»
«Da quando in qua i Victory hanno intenzione di uccidere i Legati, anziché tenerli in vita dalla loro parte?» È strano che la mia voce suoni tanto ferma, perché sto cominciando a tremare di paura. «Perché prima ci dici che il nostro posto è insieme a voi, se dopo volete ucciderci?»
Nike mi scruta bieca, gelidamente arrabbiata, e sembra assai desiderosa di ridurmi in cenere con la sola forza dello sguardo. «Facciamo quel che è necessario con i Legati disobbedienti.»
«Disobbedienti a chi?» sbotto, esasperata dalle sue parole criptiche.
Sobbalzo quando sento Ho-Oh stesso trasalire dentro di me, orrendamente sconvolto da quel che ha detto Nike: il sangue mi si gela nelle vene, all’unisono con quello del Leggendario. La donna approfitta di questo momento di distrazione, mentre anche Luke e Zhao si sono concentrati su di me quando sono stata percossa da quel fremito. Stacca la mano destra dall’avambraccio, ancora fumante, e la tende davanti a sé: la spada vola via dalle mani di Luke. Insieme alle ultime falangi del mignolo e dell’anulare della mano sinistra, che si trovava proprio sulla lama affilatissima.
Le mie palpebre spalancate si aprono ancora di più alla vista delle dita che vengono mozzate, del sangue che sgorga e macchia la neve, l’erba e i piedi di Luke, e soprattutto dell’espressione incredula del ragazzo. Libera tutto il fiato che ha nei polmoni con un grido appena si rende conto di cosa gli è successo; porta la mano ferita al petto e si piega in due, gettandosi ginocchioni a terra e iniziando a singhiozzare. Nike si scaglia contro di lui e io reagisco in ritardo, riscuotendomi solo quando lei gli è quasi addosso; ma Zhao è riuscito a muoversi anche prima che la Comandante si fosse messa in piedi. Le lancia un fulmine che lei blocca con difficoltà, indietreggiando di nuovo addosso alla parete di roccia, regalando al Legato di Zekrom il tempo per portare Luke in salvo, passando un braccio del ragazzo intorno alle sue spalle e balzando via. Prima che io torni a fare attenzione a Nike, urlo a Daniel, la cui espressione terrorizzata non è cambiata di una virgola: «Vuoi darti una mossa o no?!»
Lui ovviamente non reagisce. Nike ride forte: sta barcollando come se fosse ubriaca, si deve appoggiare alla roccia e poi usa la spada come un bastone, ma si rimette a posto mentre le sue risa si spengono lentamente. «Lascia stare, Eleonora! Non vedi come sta? Non è neanche colpa sua, poverino… dovresti pensare a te stessa, semmai.»
Neanche finisce la frase che mi sta già caricando. Mi scanso e lacero l’aria con i ventagli, ma Nike in qualche modo, mettendo una mano avanti, annulla il mio attacco stringendo il pugno. Sono poi costretta a stare sulla difensiva, a fare un salto indietro, e a spostarmi ancora lateralmente quando lei prova ancora a ferirmi. Incrocio le braccia per preparare un colpo a forma di X contro di lei, ma vengo distratta da forti rumori alle mie spalle e da Nike stessa che si ferma. Mi azzardo a voltarmi, sperando che lei non ne approfitti per tagliarmi la gola.
È il Generale Milas, con al seguito un’intera squadra di reclute; ci sono anche Atena e Archer, tutti come lui in capo a truppe di almeno trenta ragazzi ciascuna. Sento i sensi mancarmi; scuoto la testa con un’espressione quasi implorante, che supplica di essere risvegliata da questo incubo. Non so se è peggio affrontare Nike da sola o questo piccolo esercito che la donna ha chiamato.
La sento ridere: ora ha preso le distanze, forse per un po’ vorrà godersi lo spettacolo di quattro Legati che lottano per non essere uccisi. «Adesso come la mettiamo?» mi fa. «Intendi dar fuoco con il pensiero a tutte le mie squadre?»
Potrei davvero, ma sarei talmente lenta e mi stancherei così velocemente che poi Nike ci metterebbe un attimo a piombare su di me e a farmi volar via la testa. La donna tiene gli occhi incollati a me. «Dimmi la verità, Nike. Cosa volete da noi? Cosa ci guadagnate con la nostra alleanza, e cosa con la nostra morte? Chi è che vi comanda?»
«Sei troppo innamorata delle Forze del Bene per poter ricevere una risposta ad una qualsiasi delle tue domande.»
«Alla base segreta nel Monte Corona…»
«Lì eri in crisi, Eleonora» mi interrompe. «Non sapevi se ti trovassi dalla parte giusta o da quella sbagliata, né se volessi davvero schierarti con una qualsiasi delle fazioni. Adesso non possiamo fare altro che eliminarti.»
«Ma così dovreste rinunciare al potere di Ho-Oh, che è uno dei Leggendari più ricercati.»
Un angolo della bocca di Nike si stira. «Oh, Eleonora. Tra poco vedrai come si prende il potere di un Legame e come muore un Legato.»
Sgrano le palpebre, preparandomi al peggio; ma Nike, dopo avermi dato l’impressione di essersi lanciata contro di me, scompare come un’ombra. Guardo a destra e a manca più volte, in preda al panico, aspettandomi di vederla riapparire all’improvviso e di essere io la dimostrazione pratica di come si uccide un Legato. Ma passano lunghi secondi e nulla accade; quando mi giro completamente mi ritrovo faccia a faccia con Milas, e con le sue trenta e più giovani reclute, che alle sue spalle sono sull’attenti come bravi soldatini.
«Così tu sei Eleonora?» chiede, tutto ghignante e beffardo. «Ho sentito molto parlare di te…»
Qualsiasi cosa dica dopo, non lo sento: mi bastano pochi secondi per appiccare fiamme arcobaleno a tutti e quattro i suoi arti. Appena crolla a terra e tenta invano di spegnere il fuoco, i suoi uomini si mettono a correre verso di me; scaglio una potente ventata che travolge le prime file, circa metà delle reclute, ma quelle nelle retrovie e alcune altre riescono a far erigere ai loro Pokémon una Protezione. Di nuovo faccio un colpo d’aria, ma su quelli ancora a terra, che, sollevati dal suolo, vanno a sbattere la schiena o la testa sulle barriere: molti perdono i sensi. Nel frattempo gli scudi sono calati, ma le reclute preferiscono attaccare a distanza, ora che hanno capito con chi si sono ritrovati ad avere a che fare. Arrivano contro di me mosse Pokémon di ogni tipo, da quelle di fuoco ad altre di ghiaccio e acqua. Riesco a neutralizzarne gran parte, ma non posso sostenere la furia di quasi venti Pokémon pienamente evoluti ed allenati; mi teletrasporto alle spalle della truppa e, spalancando i ventagli, creo un’onda di fuoco che ustiona in modo grave la maggior parte dei ragazzi rimasti. Non percepisco alcun moto di pietà, non esito quando metto a rischio le loro vite: è come quando ho ucciso quella solitaria recluta Victory, l’ho fatto perché era necessario.
Intanto Milas, aiutato dai sottoposti e dai loro Pokémon d’Acqua, ha spento le fiamme sulle braccia e sulle gambe, ma è orrendamente ustionato. Dopo avermi lanciato uno sguardo omicida che ricambio con uno totalmente distaccato e indifferente, perde i sensi; una recluta ancora incolume e il suo Alakazam si teletrasportano via con lui, per trarlo in salvo. Cerco Nike nei dintorni, ma vedo soltanto scenari di battaglia confusi; allora torno a fare attenzione alla squadra che Nike e Milas hanno scatenato contro di me, ma l’ho decimata. Chi può, si volatilizza con l’aiuto dei Teletrasporti dei propri Pokémon; chi è ancora privo di ustioni e lesioni, corre ad unirsi agli altri due gruppi. Con un po’ di aerocinesi faccio finire con il muso per terra un gruppetto folto di reclute, poi mi metto a studiare con più cura i dintorni.
Daniel sembra essersi risvegliato dai suoi peggiori incubi e sta dando il meglio di sé, violento come una furia, con la squadra che si è mobilitata contro di lui. Fa sparire degli uomini in varchi temporali che si spalancano sotto i loro piedi, contro alcuni usa attacchi di Dialga come Dragopulsar e Cannonflash, altri li tramortisce sfruttando il metallo delle loro armi, sfilandogliele a distanza dalle cinture e facendo sì che colpiscano i proprietari sul setto nasale, sulle tempie o sulla nuca. Deve desiderare ardentemente di rimediare alla figura fatta al cospetto di Nike, così tanto che appena il Generale Archer gli si avvicina, convinto che i pensieri del Legato di Dialga siano tutti rivolti alle reclute, il ragazzo gli fa stringere attorno al collo l’orlo metallico della sua tuta, e lo lascia steso a terra quand’è abbastanza, senza aumentare la stretta, aspettando che l’uomo muoia per conto suo. Alcune reclute si danno alla fuga, altre superano le paure e i tentennamenti e riprovano invano a fronteggiare il loro nemico.
Sembra che niente possa fermare Daniel, se non l’apparizione improvvisa di Nike a due o tre passi da lui. Stava caricando un Dragopulsar, ma il fiato gli si mozza in gola e rischia di perdere l’equilibrio sui suoi stessi piedi; la sfera d’energia si dissolve miseramente, mentre lui indietreggia in tutta fretta, di nuovo con quegli occhi pieni di terrore. La Comandante gli sorride, provocante, e d’un tratto scompare proprio come aveva fatto con me. Le reclute, ritrovato il coraggio, caricano il Legato, ancora sconvolto dall’apparizione improvvisa di Nike; mi teletrasporto accanto a lui e gli procuro il tempo necessario a riprendersi, tagliando l’aria per creare una corrente. Senza voltarmi a vedere in che condizioni è il ragazzo, corro verso Zhao e Luke.
Mi paralizzo dalla testa ai piedi appena Zekrom stesso si materializza sul campo di battaglia. Il drago lancia un ruggito terrificante e scatena una tempesta di fulmini che fa quasi del tutto piazza pulita della squadra di reclute e del suo Generale che avevano preso di mira i due Legati. Zhao ha fatto il possibile per difendere Luke e allo stesso tempo combattere, ma rischiava di essere sopraffatto: il suo Leggendario è accorso ad aiutarlo. Il ragazzo è tutto sudato e ansimante, e prima di unirsi a Zekrom per continuare il lavoro dà un ultimo sguardo a Luke. Mi precipito verso il biondo, impaurita per lui e impietosita dalle sue condizioni.
Con un pezzo di stoffa strappato dalla manica del kimono lui e Zhao sono riusciti a fasciare entrambe le dita e a rallentare il flusso del sangue. Sta ancora cercando di calmare il battito cardiaco e il respiro, con la schiena addosso ad una roccia abbastanza alta che spunta dal terreno: è tutto sudato e nemmeno si accorge del mio arrivo. Mi inginocchio accanto a lui e avvicino le mani alla sua ferita: solo adesso, fissandomi pavido, si accorge della mia presenza. Boccheggia, ma lo interrompo prima che dica qualsiasi cosa: «Forse posso fare qualcosa… Cerca di stare calmo, non avere paura! Posso usare i poteri curativi di Ho-Oh… vero?» chiedo ad alta voce al Leggendario.
“È ovvio.”
«Bene» quasi balbetto, angosciata al pensiero delle condizioni delle dita di Luke. I miei ventagli si smaterializzano, lasciandomi le mani libere. Prendo tra le mie quella ferita di Luke, che trema come una foglia e diventa sempre più pallido ogni volta che la parte offesa fa un minimo movimento. Sciolgo il bendaggio e mi impedisco di inorridire di fronte allo spettacolo offerto dalla mano di Luke; mi sbrigo a coprire i punti dolenti con delle fiamme arcobaleno. Si allungano quanto serve per restituire le ultime falangi alle due dita. Dopo qualche secondo scompaiono lasciando il posto ai suoi soliti polpastrelli.
Luke si guarda estasiato la mano, tornata tutta intera, esaminando ogni lato del mignolo e dell’anulare con un’attenzione e un affetto che non ha mai dedicato loro in vita sua. «Oh, Eleonora. Ti amo» balbetta.
«Ma brava!»
La voce di Nike, proveniente da sopra di noi, mi aggredisce le orecchie con la potenza di un tuono. Mi dedica un sorriso provocatorio quando è ancora sospesa per aria, poi piomba su di Luke come un avvoltoio: lo afferra da sotto le braccia e lo tira a sé. Allungo le mani, cerco di prendere il ragazzo e toglierglielo dalle grinfie, ma sembra che vengano risucchiati dal vento che invece spinge me indietro, rendendomi impotente di correre a riprendere il ragazzo. Lui non riesce ad attaccare la donna, neanche ad emanare una scossa elettrica quantomeno per distrarla e liberarsi.
“Raikou, dannazione!” sbotta Ho-Oh, un po’ arrabbiato un po’ angosciato.
«Cosa? Come devo…»
Non finisco la frase che il Leggendario si materializza dietro di me con un’esplosione di fiamme arcobaleno. Strilla e, sbattendo le ali, crea un vento incredibilmente forte che lascia incolume me, mentre travolge Nike e Luke. Ma prima che lei possa allentare la presa e che lui riesca a liberarsi, ci si parano davanti tutti e tre i membri del Trio dei Moschettieri. Cobalion era fino a un attimo fa occupato a tener testa a Daniel, e non so da dove siano usciti fuori Terrakion e Virizion; Ho-Oh mi deve afferrare con una zampa per la collottola per evitare che venga trafitta da parte a parte da tre Spadesolenni. Subisco con occhi sbarrati, risvegliandomi solo quando il Leggendario mi molla di colpo e sono costretta a riprendere contatto con la realtà per evitare di schiantarmi al suolo. L’atterraggio viene ammorbidito dalla neve e ho già i ventagli in mano quando Virizion mi prende di mira con il suo Fendifoglia: basta una fiammata a incenerire il suo tentativo e contemporaneamente a scottare il Leggendario, che strilla di dolore.
«Eleonora, aiutami! Aiutami!»
Mi volto di scatto verso Luke, più disperata del suo grido; Nike gli sta ammanettando i polsi.
«Sei pronta, Eleonora?»
La donna è schifosamente sorridente. Afferra i polsi di Luke con un’unica mano e l’altra la infila poco sotto la manica del suo kimono.
«No!»
Non so se sia più forte il grido mio o di Ho-Oh, che il Leggendario, finito proprio adesso di sistemare i tre Pokémon Leggendari, ha lanciato all’unisono con me. Tutto il campo di battaglia si ferma, attirato dall’urlo, mentre il silenzio improvvisamente calato è disturbato soltanto dalla potente eco che la montagna ci restituisce.
Nike tira via la mano dal polso di Luke, che sbianca come se gliel’avesse mozzata tutta intera. Richiude le dita sul bracciale che gli ha strappato, la forma materiale del Legame tra lui e Raikou. Con un gesto altrettanto repentino estrae la spada e trafigge Luke all’altezza dello stomaco.
La lama riemerge dalla stoffa della sua maglia ricoperta di sangue, che scivola a terra macchiando una lunga striscia di neve. Il ragazzo spalanca le palpebre ed emette un verso soffocato mentre altro sangue gli ostruisce la gola ed esce in una piccola cascata dalla sua bocca semiaperta. I suoi occhi iniziano a rigirarsi verso l’interno della testa prima di chiudersi, e il capo gli crolla sul collo. La spada sibila quando Nike la estrae dal corpo del Legato, che rovina a terra coprendo la striscia e la pozza scure.
La Comandante fa qualche passo avanti per mettersi di fianco a Luke, ed è l’unica in grado di muoversi. Continuo a guardare con le palpebre sbarrate, incredula, il Legato sdraiato con il viso mezzo immerso nella neve, mentre all’altezza della sua pancia si espande un’altra macchia di sangue. Non è possibile che sia successo realmente. I Victory non possono lasciare che un Legato muoia, né tantomeno possono essere loro stessi ad ucciderlo.
Nike giocherella con il bracciale di rame e argento che apparteneva a Luke, la forma materiale del suo Legame con Raikou. «Ecco come muore un Legato senza far danni, Eleonora» dice. «Basta prendere la forma materiale del Legame e ucciderlo subito dopo. Il Leggendario non fa in tempo a tornare dal suo umano e rimane intrappolato qui dentro… in balia del mondo esterno, in attesa soltanto che il suo potere venga spremuto fino alla fine…» Stringe il pugno attorno al bracciale. «Soltanto Ho-Oh, come capo e protettore delle Bestie, può liberare Raikou. E Arceus, ovviamente.»
La fenice lancia un urlo di battaglia a cui si aggiunge quello di Zekrom. Mi giro e mi copro il viso con le braccia, puntando i piedi, quando Ho-Oh spalanca le ali e sprigiona un’onda di energia. Non è né fuoco né aria: è il potere della Vita allo stato puro, e Ho-Oh lo sta utilizzando per risucchiare la fiamma della Vita di tutti i presenti. La terra trema ovunque venga toccata dall’aura, che si espande in modo circolare; e chiunque entri in contatto con la circonferenza dorata che avanza, inesorabile, cade a terra apparentemente privo di sensi. Sento il mio battito cardiaco venir meno, ma non definitivamente come quello di tutti intorno a me; porto le mani alle orecchie e strizzo le palpebre, sconvolta dall’improvvisa mancanza di Vita, che prima scompariva gradualmente man mano che un nemico veniva ucciso.
Quando riapro gli occhi e tolgo le mani dalle orecchie, cerco gli altri, tremante come mai sono stata. Soltanto noi tre Legati siamo rimasti: Daniel non è terrorizzato come avrei creduto. Sembra quasi che secondo lui sia stata io a ritirare la Vita dai corpi delle reclute Victory: l’espressione che mi rivolge ha un’ombra accusatoria. Zhao è semplicemente scandalizzato, sarà la prima volta che lo vedo esprimere con tanta chiarezza un’emozione; apre bocca per dire qualcosa ma non riesce a trovare il fiato per farlo. Scambio uno sguardo con Zekrom, a cui interessa Ho-Oh e non la sua Legata: fa un cenno affermativo con il capo alla Fenice, e scompare volatilizzandosi sotto forma di saetta. L’ultimo a cui mi rivolgo è proprio il mio Leggendario, i cui occhi rossi, dello stesso colore dei miei, sono assolutamente indecifrabili.
Deglutisco senza perdere la faccia esterrefatta e provata che ho esibito finora: sia io e che lui sappiamo che ha completamente perso il controllo, perché, come mi aveva detto lui stesso prima, era inutile utilizzare il potere della Vita contro Nike. La cattura di Raikou e l’uccisione del suo Legato l’hanno sconvolto e fatto infuriare a tal punto. Ora la Comandante è stramazzata al suolo, e voglio tanto sperare che non si rialzi mai più, che Ho-Oh non avesse ragione prima e che il potere della Vita ha avuto effetto anche su di lei. Il pensiero che la sua morte possa essere costata la morte di quasi un centinaio di reclute, però, mi fa venire il voltastomaco.
Sento che la neve viene calpestata alle mie spalle. Immagino che sia Daniel o Zhao ad avvicinarmisi per dire qualcosa, ma i due sono balzati indietro per lo stupore e la paura, immediatamente dimentichi di quel che è successo nell’altipiano innevato. Lo stesso succede a me quando Nike si rimette in piedi. Anche se con difficoltà e con il fiato pesante, la donna è viva e non sembra che sia stata minimamente toccata da quel che è successo, se non nell’espressione: di nuovo è in preda alla collera, e mi fissa con intenzioni assassine.
Un fruscio alle mie spalle mi fa capire che Ho-Oh si è arreso, è tornato nella forma materiale del Legame, e le sue emozioni negative appena ristabilisce il pieno contatto mentale con me quasi mi piegano per quanto sono pesanti, terribili. Non sa più cosa utilizzare contro il nemico, e lascia che i sensi di colpa per aver distrutto inutilmente tante vite prendano possesso di lui, rendendolo quasi impotente. Non può abbandonarmi ora che più che mai ho bisogno del suo aiuto per cercare un’altra carta da giocare contro Nike… ma la donna è palesemente immune al potere della Vita. La speranza si affievolisce anche dentro di me.
«Zhao!»
La voce di Daniel rompe il silenzio tombale e mi volto verso di lui appena in tempo per vederlo teletrasportarsi. Zhao è confuso, perché Nike è ancora barcollante sulle sue gambe e non ha trovato il modo né il tempo di attaccarlo. Il Legato di Dialga si materializza accanto a lui e gli afferra un braccio: un momento dopo si è volatilizzato insieme al Legato di Zekrom.
Mi sembra di sprofondare. Le gambe non mi vogliono reggere più. «Daniel?! Dove…»
«È andato» sbotta Nike. Riesce a trovare la forza per fare un ghigno e rimediare al suo tono brusco. «Gli ordini di un Leggendario sono pur sempre insindacabili.»
Nike mi concede un secondo di stasi prima di aggredirmi. Siamo sole, circondate da un centinaio di cadaveri. Sento chiaramente l’intervento di Helenos e lascio che sia lui a guidarmi nel combattimento, procurandomi il tempo per far ricominciare a lavorare il cervello perché esso ristabilisca i contatti con il resto del corpo. Quando capisco di essere pronta, il primo Legato di Ho-Oh si fa da parte e mi lascia con un paio di ventagli tra le mani e l’avversaria più temibile del mondo davanti a me, mentre cerca in tutti i modi di farmi volar via la testa, infuriando con la spada. È così rapida e furiosa che non posso fare altro che stare sulla difensiva, rinunciando ad ogni tentativo di attacco. Dei colpi della spada, tra gli altri, rischiano di tagliarmi una mano: per eluderli più facilmente, abbandono i ventagli per prendere le distanze.
Non vado molto lontana che mi ritrovo con le spalle al muro. Mi volgo di lato e riconosco uno degli spuntoni di roccia che Nike ha innalzato prima; il tempo di girarmi di nuovo verso la mia nemica che sento la punta della spada pizzicarmi la pelle sotto la mascella, e un pezzo troppo generoso della lama leggermente poggiato sul collo fino alla giugulare. Il volto di Nike è tremendamente vicino, ma non quanto lo fu al nostro primo incontro, quando le punte dei nostri nasi quasi si sfioravano. Riesco a guardarla negli occhi senza che i miei si incrocino: ha un’espressione seria e micidiale. Non posso morire così. Non posso morire ora. La punta della spada è sempre più fastidiosa sulla pelle; quand’è che inizierà a diventare dolorosa?
Nike fa un passo indietro e allenta un po’ la presa, diminuendo la pressione del ferro sul mio collo. Non trovo comunque la forza di ribellarmi: mi sembra che tutti i miei poteri siano scomparsi. Non che servissero a qualcosa, contro questa macchina da guerra inarrestabile, resistente a tutto.
«Hai ragione, Eleonora. Ho-Oh è un Leggendario terribilmente prezioso» mormora. «Il potere della Vita… la Vita di entrambe le facce della medaglia. La Vita che arriva in un corpo e la Vita che se ne va via da esso. È questo che Ho-Oh riesce a fare, che lo rende diverso da Xerneas e Yveltal. Loro si sono aggiudicati una faccia ciascuno.» Fa una pausa e riesce a curvare un po’ le labbra rosse. «Purtroppo il potere di un Leggendario viene meno per qualche anno dopo la morte del suo Legato, e noi abbiamo bisogno di Ho-Oh nel pieno delle sue forze fin da subito. Possiamo rinunciare ai fulmini di Raikou, ma non al controllo sulla Vita.»
«Cosa vuoi… dove vuoi andare a parare?» balbetto.
Nike tende l’altra mano verso di me, ma al contempo la pressione della lama aumenta di nuovo. «Lo sai, Eleonora. Tu devi venire con noi, che ti piaccia o no.»
«Non puoi uccidermi, Nike. Io non tradirò mai le Forze del Bene.»
«Oh! La tua decisione è quasi dolorosa per me… ma il fatto che io non possa ammazzarti non cambia granché. Tu hai le mani nude, e io sto impugnando l’elsa di una spada, premuta sotto la piacevole linea del tuo bel faccino» sibila, inclinando la testa. «Sicura che non possa farti sentir la mancanza di un arto, di un orecchio, o di un occhio?»
La mia visuale si riempie di colori vorticanti. È il fuoco arcobaleno, che mi trasmette un calore rassicurante: lo ha evocato Ho-Oh, che sembrava completamente scomparso da qualche parte nella forma materiale del Legame. Nel giro di un attimo mi ritrovo a guardare la donna da una prospettiva laterale, sbalzata a qualche metro di distanza.
I miei piedi toccano terra nel momento stesso in cui al posto delle fiamme arcobaleno, davanti a lei, appare Ho-Oh nel suo aspetto umano. La spada di Nike gli pizzica la base del collo, anziché la sommità come faceva con me, più bassa di lui. Anche da lontano vedo lo stupore sul viso della donna e lo spettro di un sorriso che inizia a dissolversi, e la freddezza micidiale nelle iridi iniettati di sangue del Leggendario. Solo adesso mi accorgo della katana che lui stringe nella mano destra. Un gesto fulmineo, e la lama dell’arma di Ho-Oh attraversa il polso della mano tesa di Nike.
La donna sposta con spaventosa lentezza gli occhi da quelli dell’uomo al moncherino da cui zampilla sangue. Ho-Oh fa una faccia disgustata quando abbassa lo sguardo sui suoi indumenti, su cui arrivano gli schizzi, di un rosso più scuro e inquietante di quello dei vestiti di lui. Prima che Nike perda la presa sulla sua spada, una goccia del sangue di Ho-Oh fuoriesce da dove la punta dell’arma premeva.
Il Leggendario sparisce in una vampata di fiamme arcobaleno appena l’urlo disumano di Nike sferza l’aria. La donna, come Luke quando lei stessa l’aveva ferito, si piega in due e cadde in ginocchio per terra, portando al petto il moncherino su cui stringe l’altra mano. Dopo il primo grido, ne arrivano altri, che non superano la sua forza ma mi fanno venire la pelle d’oca e mi paralizzano le gambe.
Un momento dopo sento una voce femminile alle mie spalle, ma non capisco le uniche due parole che pronuncia; un suono psichedelico, mi si annebbia la vista, e tutto sprofonda nel…
  
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