Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |       
Autore: momoallaseconda    31/08/2016    2 recensioni
Di come potrebbe finire One Piece ne hanno parlato in tanti. A me piace pensare possa finire così.
---
Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con il futuro e si preparò a vuotare il sacco.
-È finita, capitano.- Sorrideva serafica, come solo lei sapeva essere, anche in quel momento.
RufyxRobin SanjixViolet SaboxKoala
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il leggero venticello che si era alzato in quella tiepida mattina, gli scompigliava la nera capigliatura afro.
Senz’altro, una manna dal cielo per le sue ossa stanche e doloranti.
Era bello starsene lì, seduto con i piedi a ciondoloni, sulla rupe più alta dell’isola.
Sotto di lui, il panorama era spettacolare e terrificante insieme. La valle, un tempo verdeggiante, la piccola cittadina semi diroccata, il fumo nero che si diradava nel vento, la baia, il porto fino allo sconfinato mare azzurro che si perdeva a vista d’occhio oltre l’orizzonte. La Sunny ormeggiata poco lontano. Il sole accecante brillava sopra di lui, preannunciando una splendida giornata. La mente sgombra da ogni pensiero.
Che delizia.
Non se la immaginava così, Raftel.
Credo che nessuno dei suoi compagni se la immaginasse così.
A dire il vero, non aveva mai pensato a come sarebbe stata… sapevano solo che ci dovevano arrivare, punto.
Era la tappa finale del loro viaggio.
Già, la tappa finale.
Sollevò lo sguardo, guardando un piccolo stormo di uccellini passargli sopra la testa, andare a posarsi sui rami più alti di un’enorme quercia poco distante da lui. Unico albero rimasto in piedi in quella zona boschiva. Un vero peccato…
Li osservò per qualche secondo, cinguettare allegramente.
Fa-Re-Sol-Fa-Re-Sol… aggrottò le sopracciglia (che non aveva Yohohoho), mentre una nuova melodia si faceva strada nella sua mente. Appena tornato sulla nave doveva ricordarsi di trascriverla.
Lo sguardo tornò sull’orizzonte.
Era finita.
Era finita davvero.
Il suo cervello cercava ancora di assimilare tutto quello che era accaduto nelle ultime due settimane (anche se lui, il cervello, non lo aveva più, Yohohoho).
La flotta dei sette…
I rivoluzionari…
La marina…
Raftel era stata testimone degli scontri più epici a cui avesse mai assistito, a cui chiunque, avesse mai assistito.
Quattro giorni di battaglia… era passata quasi una settimana da allora, e ancora si chiedeva come avessero fatto tutti a scamparla.
Beh… non proprio tutti tutti… ma era inevitabile…
Il respiro profondo che uscì spontaneo non attenuò minimamente il nodo alla gola che lo tormentava, silente, da giorni.
Non si può sostenere una battaglia di tali dimensioni e sperare di uscirne indenni; questo lo avevano messo in conto fin dall’inizio. L’isola ne aveva pagato le conseguenze, come ognuno di loro.
E faceva così male. E il panorama restava lo stesso bellissimo.
Law…
Ivankov…
Kinemon…
Hancock…
Marco…
Penguin…
Cavendish…
Caesar…
Bonnie…
…Garp… Jimbe…
Amici, fratelli, compagni. Morti.
Morti per un’ideale, per sapere la verità, per salvare qualcun altro, per la propria libertà… ma pur sempre morti.
Una lacrima, solitaria, stoica.
Incrociò le braccia, lasciando penzolare le gambe nel vuoto.
Cosa avrebbero fatto, ora? Come sarebbero tornati il gruppo spensierato di prima?
Il capitano contava su di loro. Dovevano essere forti per lui.
Un’altra lacrima. Due… ci può stare.
Sarebbero mancati per sempre a tutti.
Ma lui, Rufy, aveva perso troppo. Compagni, alleati fidati, il nonno che, nonostante tutto, adorava…
Una terza lacrima, per bagnare quel terreno arso sotto di lui, era altruismo.
Un altro sospiro, un nuovo nodo che si aggiunse alla bocca dello stomaco.
Un’altra lacrima, poteva permetterselo, era un musicista romantico.
Si, sarebbero mancati sempre. Ma lui aveva uno scheletro forte e aveva imparato, a sue spese, quanto fosse pericoloso vivere nel passato.
Le lacrime erano cose strane, uscivano da sole proprio quando non le volevi.
Per lo meno Akainu non sarebbe più stato un problema.
Contava solo il presente, ora.
Un’altra ancora, solo una, per favore.
Era doloroso ma andava fatto. Dimenticare mai, andare avanti necessario.
Smise di contare le lacrime e di cercar scuse. Uscirono incontrollate assieme ai lamenti di dolore.
Da quanto tempo stava piangendo?
Troppo poco. Era stato un codardo a trattenersi finora. Essere forti per gli altri spesso non basta.
Loro meritavano ogni goccia versata, ogni pugno nel terreno, ogni graffio sulla pelle.
Tra le lacrime gli venne da ridere. Non aveva pelle da graffiare in loro onore.
I pensieri si accavallavano gli uni agli altri. Cosa potevano fare? Come avrebbero potuto salvarli? Non c’era risposta.
Con la vista ormai appannata, pensò che, nonostante tutto, aveva ancora i suoi amici. Amici fidati, che aveva protetto e che lo avevano protetto, in ogni momento di quella assurda guerra. Guerra che era, finalmente, finita.
Era vero, non potevano più fare nulla per i loro compagni deceduti, tranne dar loro una degna tomba, come avevano fatto quella stessa notte. Un funerale vichingo. Il modo migliore di andarsene, per un pirata. Nel suo mare.
Si alzò in piedi, gli occhi di nuovo sull’orizzonte sgombro di nuvole.
“Ora riposeranno in pace.” un timido sorriso si affacciò sul suo viso scheletrico, mentre si asciugava le ultime lacrime.
Forza, era ora di ritornare in sé. Di ricominciare il lavoro. C’era un paese da ricostruire.
Con un ultimo sguardo alla baia di Raftel, si incamminò verso il sentiero a pochi passi da lui, che conduceva alla cittadina.
I suoi compagni lo aspettavano. Franky era bravo ma serviva l’aiuto di tutti. Poi chi la sentiva Nami? Pensò Brook, intravedendo già i primi tetti delle case.
In lontananza si sentiva il vociare allegro dei gruppi di lavoro, all’opera. Marine, rivoluzionari e pirati insieme.
Rufy doveva averne combinata una delle sue… era Usop quello che lo inseguiva urlando con un piccone o era Sanji?
“Brook!! Ma dov’eri finito??” il piccolo medico di bordo gli si parò davanti, bloccandogli l’ingresso in paese e facendogli venire un colpo “Ti sto cercando da un’ora! Dovevi aiutarmi ad aggiustare il recinto!” col musetto imbronciato era adorabile.
“Yohohoho!! Perdonami Chopper, ho perso la cognizione del tempo!”
La piccola renna sorrise, dolce “Tranquillo, ora sei qui! Tra cinque giorni si riparte e c’è ancora molto da fare! Inoltre, dobbiamo andare a prendere la legna per la festa di questa sera… Ma Brook, va tutto bene?” chiese, vedendo l’amico pensieroso.
“Si, certo!” si affrettò a rispondere, fintanto che raggiungevano insieme i compagni, riuniti nel centro della piazza.
Era Sanji, ora lo vedeva bene, quello che cercava di uccidere il capitano con una spranga di metallo, mentre tutti intorno ridevano, gustandosi la scena.
Il Re dei pirati, terrorizzato, che scappava dal suo cuoco di bordo, imbufalito.
I marine presenti erano allibiti, gli alleati sconvolti. Ma i Mugiwara ridevano di gusto.
Brook li guardò sereno e lasciò svanire i tristi pensieri, rispondendo sinceramente alla domanda del dottore, ancora al suo fianco, che attendeva di capire cosa turbasse il sempre allegro musicista della nave.
“Davvero, Chopper. Ora va davvero tutto bene! Yohohoho!!”
Si, Lovoon. È Finita. Potrò finalmente riabbracciarti!
E con un po’ di fortuna, sarebbero riusciti a ricucire anche i loro cuori.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: momoallaseconda