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Autore: slytherin_sev    31/08/2016    0 recensioni
Hogwarts si era sicuramente ravvivata con l'arrivo di Durmstrang, per i gusti di alcuni anche troppo. Forse sarebbe stato meglio se ognuno avesse camminato da solo sulle sue gambe, ma così non è andata e la verità troverà sempre una via, che sia il verità Serum, sogni rivelatori o per via di bocche forse poco sagge.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton, Viktor Krum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La stanza nei sotterranei Era notte inoltrata quando Viktor si svegliò guardandosi intorno confuso, alla sua destra c'era una vetrata che dava sulle acqua scure del lago, una pesante tenda verde smeraldo con i drappi argento lasciava solo intravedere le profondità, davanti a lui vide che c'era una scrivania con una sedia e andò là a risistemarsi gli abiti. Prima di andare prese un pezzo di pergamena, lo incantò lasciandolo in bella mostra sul tavolo in modo che fosse la prima cosa che potesse vedere al mattino. Quando ebbe finito uscì silenziosamente diretto al veliero di Durmstrang, era sotto al mantello quando si fermò un attimo a osservare meglio la sala comune. C'erano due divani in pelle scura posti uno di fronte alľaltro vicino al camino con un tavolo rotondo poco distante, c'erano sottili colonne con rilievi scolpiti finemente, la luce era di un verde freddo data dalľacqua scura, tutto ľambiene in generale era raffinato ed elegante, ma freddo, come se fosse fatto più per adulti che per ragazzi.
Si svegliò che era mattina e il vociare da fuori era forte, si rigiró nel letto allungando il braccio per toccare Viktor ma lui non c'era, e le venne un tuffo al cuore, ok sicuramente non lo aveva sognato ma dov'era finito? Guardò ľora e non aveva tempo di pensare, corse alla scrivania per ficcare nello zaino più libri possibili quando vide la pergamena che le aveva lasciato e la mise nello zaino frettolosamente insieme alle altre. E si diresse in sala comune a fare colazione, si sedette insieme alle sue amiche e le sentì parlare degli ultimi pettegolezzi riguardo Viktor Krum lo avevano visto scendere la scale al mattino, lei si fermò a riflettere? Come scendere, al massimo salire no? Forse si erano confuse? Ma no, avevano ragione loro, entrò infatti affiancato da Hermione parlandoci amabilmente, lo guardò infastidita, quindi? Che stava succedendo? Ma non poteva di certo stare lì a spaccarsi la testa per due parole dette la sera prima. Finì di mangiare in silenzio e poi andò con le sue amiche a finire di parlattore in corridoio prima di andare a lezione, quando vide Viktor uscire e venire verso di lei insieme ai suoi amici. Istintivamente drizzò la schiena e sorrise pronta a parlarci ma lui le passò oltre senza nemmeno guardarla, lei girò la testa seguendolo con lo sguardo quando vide un piccolo pacchetto vicino ai suoi piedi e lo raccolse, era il mantello. Quindi lui le aveva usato per andare in giro insieme ad altre ragazze mentre a lei aveva lasciato una pergamena? Fantastico, disse ironicamente tra sé e sé, ma non aveva tempo di pensare a queste cose, la prima lezione del giorno era, manco a dirlo, pozioni e non poteva categoricamente fare ritardo.
Si era seduta al suo solito posto a metà aula insieme alle sue amiche quando entrò Piton sbattendo le porte, era una pessima giornata, fece ľappello frettolosamente sperando che mancasse il più alto numero di studenti possibili, quando di rimando a un cognome sentì la voce della sera precedente, alzò lo sguardo e la ragazza aveva alzato distrattamente la mano. Ľirritazione tornò prepotentemente in lui che dwcise che non gli avrebbe fatto fare lezione, avrebbero dovuto consegnare una pergamena di almeno trenta centimetri sulle piante che popolavano il sottobosco bretone e i loro utilizzi in pozioni. Lei prese la prima pergamena che le capitó sotto mano e iniziò a prendere appunti quando vide comparire sul foglio, oltre la sua calligrafia, ne comparve un'altra, sconosciuta. Strinse gli occhi e la sollevò cercando di capire cosa stesse succedendo poi si ricordò che quella era la pergamena di Viktor, quella mattina non era il caso di perdere tempo per delle sciocchezze così la mise via e ne tirò fuori un'altra e ricominciò da capo.
Sentiva continuamente il rumore dei suoi passi tra i banchi, quasi ľaiutava a concentrarsi, ci mise un po' a capire che il silenzio ora era totale quindi doveva essersi fermato. Alzò lo sguardo per cercarlo ma non lo vide da nessuna parte quando da dietro di lei sentì, "sta cercando qualcosa? Magari che so, la sua voglia di studiare?", lei abbassò la testa continuando a scrivere "no, quella so perfettamente dov'è, insieme alle materie che valgono la pena di essere studiate". Sgranò gli occhi e si portò le mani alla bocca, aveva inserito il pilota automatico e aveva risposto senza pensare a chi stesse effettivamente parlando, non aveva il coraggio di girarsi anche perché le risatine dai banchi circostanti non mancarono, "FUORI, FUORI DA QUA SUBITO!". Capí di averla fatta grossa, raccolse velocemente le sue cose, raggiunse la porta, aveva già una mano sulla maniglia quando Piton sentenziò "visto che tutta questa voglia di divertirsi questa sera dopo cena verrà da me, si divertirà un mondo a pulire i vermicoli a mani nude", uscì inferocita, più con se stessa in realtà, non erano queste il genere di attenzioni che avrebbe voluto da Piton. Tirò fuori la pergamena e vide che Viktor ľaveva invitata nel suo veliero quella sera, questo le risollevò immediatamente la giornata per poi ricordarsi che aveva avuto la brillante idea di farsi mettere in punizione, non ci sarebbe potuta andare con Viktor. Stava per dirglielo quando ci riflettè su, aveva fatto trenta tanto valeva fare trentuno e uscire di soppiatto, tanto Piton ľavrebbe comunque punita il giorno dopo, prese la penna e rispose affermativamente all'invito di Viktor.
Arrivò a cena che sembrava uno straccio, più pallida del solito, con pesanti occhiaie a segnarle il viso, era anche calda, fece in modo di farsi vedere da tutti e finse di tornare in camera ma, appena girò ľangolo, si mise sotto il mantello aspettando che Viktor uscisse. Lui mangiò insieme ai suoi compagni quando ebbe finito si girò per cercarla ma lei non c'era già più, così uscì insieme ai suoi amici, si fermò sulla porta per dare un altro sguardo alla sala quando si sentì afferrare il braccio ma girandosi non c'era nessuno così capì, si diresse in solitaria verso la sua camera. Entrando lasciò la porta aperta che poco dopo si richiuse da sola e ricomparve la testa della ragazza, la guardò, era pallida con il viso segnato "sei sicura di stare bene?", lei lo guardò cercando di capire "ah ti riferisci a questo?" si pulì il viso tornando normale "ero in punizione e dovevo trovare una scusa per uscire", le sorrise. Il tempo volò tra poche parole e molte carezze, in breve lei si accorse che era ben oltre la mezzanotte e ben oltre ľorario in cui era possibile tornare senza essere notata anche con il mantello ma prima o poi sarebbe comunque dovuta tornare. Mise ľargomento lì a languire mentre lo guardava "ora dovrei andare, è già tardissimo", lui la guardò confuso "devi andare? Pensavo rimanessi a dormire, ti avevo preparato il pigiama" e indicò una porta. Lei ľaprí e si trovò in un piccolo bagno. Il pigiama le piaceva anche se era parecchio più grande rispetto a lei, era rosso con ricami dorati e a lato della gamba c'erano le sue iniziali VK sempre dorate. Tornò nel letto insieme a lui, rimasero tutta la notte vicini, abbracciati, labbra contro labbra e così si addormentarono, il mattino la colse di sorpresa, aprì gli occhi e questa volta lui era ancora lì così lo strinse a se e sorrise. Erano la cinque e a quest'ora le porte del castello erano aperte, uscì da veliero e andò nella sua stanza con ancora il pigiama indosso, fece una doccia e si preparò ad andare nella sala comune. Stava facendo colazione e parlando amabilmente con le sue compagne quando si sentì sollevare per il colletto della camicia, si girò arrabbiata per quello stupido scherzo quando si ritrovò davanti un Piton ancora più adirato di lei "sa vero che alla mia età mi so alzare da sola?" Gli disse, lui la trascinò via dal tavolo e si fece seguire fino al suo ufficio.
   
 
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