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Autore: slytherin_sev    30/08/2016    0 recensioni
Hogwarts si era sicuramente ravvivata con l'arrivo di Durmstrang, per i gusti di alcuni anche troppo. Forse sarebbe stato meglio se ognuno avesse camminato da solo sulle sue gambe, ma così non è andata e la verità troverà sempre una via, che sia il verità Serum, sogni rivelatori o per via di bocche forse poco sagge.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton, Viktor Krum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era Novembre e come al solito la sala grande era gremita, soliti volti solita noia, raggiunse le sue amiche al tavolo dei Serpeverde e la prima cosa che fece fu guardare a sinistra verso il tavolo dei professori. Era dal primo anno che lo faceva, e lui dal primo anno era sempre là, seduto in corrispondenza del loro tavolo, Severus Piton il suo insegnate di pozioni nonché capocasa. Era dal primo anno che ne era attratta, le erano sempre piaciuti i suoi occhi neri, quei capelli lunghi che incorniciavano il suo viso tagliente, le piaceva anche la sua voce così calda, era come se ľabbracciasse mentre parlava. Nonostante fosse già il suo settimo anno arrossiva ancora involontariamente durante le sue lezioni ma non si illudeva, sapeva che il suo nome era dimenticato non appena avesse letto il successivo durante ľappello. Guardò per un secondo il suo volto sorrise impercettibilmente per poi voltarsi e tornare a parlare con le sue amiche che tutt'ora la prendevano in giro per quella strana cotta
Nonostante all'apparenza questa fosse una sera come tutte le altre così non era, ľaria in sala era frizzante e tutti erano voltati verso ľentrata, era un anno speciale. Il ministero della magia aveva scelto di riportare in vita il torneo tre maghi, a lei non sembrava una buona idea visto ľalto numero di morti che si portava dietro ma, contenti loro. Presto avrebbero fatto il loro ingresso i ragazzi di Durmstrang e quelli di Beauxbaton, un coro di trombe fece calare il silenzio in sala ed arrivano i ragazzi francesi per primi, erano tutti bellissimi, le loro uniformi erano in tessuti preziosi, un bel azzurro intenso con i dettagli argento, sia i ragazzi che le ragazze sembravano eterei. Dopo di loro entrò la delegazione di Durmstrang, il loro vestiti erano porpora e oro, avevano lunghi mantelli con cappucci e dei colbacchi di pellicia, erano molto diversi dagli altri, erano tutti massicci, ben piantati e tra tutti loro emergeva Viktor Krum, campione di Quidditch conosciuto a livello internazionale. Era bellissimo, lo avrebbe mangiato con gli occhi ma poi si ricordò che tanto tutti gli sarebbero sempre stati appiccicati e gli passò la voglia anche solo di immaginarlo, Silente presentò brevemente le due scuole e le fece accomodare, la delegazione francese andò al tavolo dei Corvonero mentre i bulgari si sedettero proprio al tavolo dei Serpeverde. Poteva vedere Krum che parlava disinteressatamente a Malfoy qualche posto più a sinistra rispetto a lei, aveva un viso stupendo, la mascella squadrata, spalle larghe e occhi nerissimi, quanto era bello.
La serata continuò ma lei non si sentiva a suo agio, troppe persone, troppo rumore, troppo tutto, si alzò e si diresse alľuscita. Mano a mano che si allontanava dalla sala ľaria era più fresca e respirabile, le luci soffuse e i rumori ovattati. Andò al lago e lo sfiorò, subito ne uscì un tentacolo enorme, lei lo accarezzò chinata sull'acqua per qualche minuto fino a che quest'ultimo non si ritrasse tornando nelle profondità. Lei si alzò e girandosi vide che non era più sola, c'era qualcuno davanti all'entrata, era controluce e non capiva chi fosse ma a giudicare dalla dimensioni doveva essere un uomo. Lei andò a sedersi nelle panchine che davano sulla foresta e poco dopo lui le si sedette vicino, la cosa la infastidì, era uscita per cercare la tranquillità e con tutti i posti del mondo questo tizio proprio vicino a lei doveva mettersi?! Passarono qualche minuto in silenzio quando lui parlò.
Lei non capì quasi nulla, di sicuro era un ragazzo straniero, aveva un forte accento e, a giudicare dai colori, doveva essere di Durmstrang. "Come?" disse lei distrattamente "dicevo, certo che avete molta confusione qua", lei stava giocherellando con i suoi capelli "a dire il vero di solito è piuttosto tranquillo, sta sera è un evento eccezionale. Da domani tutti i riflettori saranno su Krum e i comuni mortali come me torneranno alla solita routine", lui si tolse il cappuccio del mantello dalla testa "speriamo che anche lui possa vivere normalmente". Le sembrava una risposta strana così si girò a guardarlo meglio, neanche a dirlo aveva davanti proprio Viktor Krum in persona che le stava sorridendo, le sue guance arrossirono in un istante, iniziò a fissarsi le ginocchia come se fossero la cosa più interessante che avesse mai visto. Dopo qualche attimo di imbarazzo iniziarono a parlare e a rompere il ghiaccio, lo trovava simpatico, gentile, alla mano, lo aveva immaginato diverso. Mentre parlarono lei gli descrisse com'era la loro sala comune e quando ebbe finito "sembra bellissima, vorrei tanto vederla" disse Viktor alzandosi "prima o poi chiederò a Draco di portarmi quando sarà tranquilla". Lei si alzò in piedi a sua volta "perché prima o poi? Perché non sta sera?", gli allungò un mantello che aveva con sé, lui la guardò perplesso senza prenderlo "ho già il mio, grazie", lei gli sorrise "questo è un mantello speciale, fidati". Viktor indossò il mantello e scomparve dal collo in giù "hai capito ora?" disse lei mentre ancora sorrideva, lui si strinse sotto il mantello, quando fu pronto partirono insieme verso i sotterranei.
Mentre passarono davanti alla sala grande uscì Piton, lei capiva che qualcosa non andava dal suo sguardo, le si fermò davanti con le braccia conserte. "Mi dica, lei sa per caso che ore sono? Perché se non lo sa la avviso che lei è fuori tempo sul coprifuoco di ben oltre un ora, spero che abbia un ottimo motivo per esserlo", era stata colta alla sprovvista, erano rimasti fuori a parlare e lei non aveva controllato che ore fossino "ehm si scusi, non avevo ľorologio", lui la guardò storto "e immagino che quello della torre non le bastasse vero? Si muova, vada nel suo dormitorio prima che le dia una punizione", lei arrossì leggermente, abbassò il capo e andò dritta al dormitorio. Piton la seguiva con lo sguardo assicurandosi che andasse verso i sotterranei quando vide qualcosa, non sapeva cosa fosse ma, per un momento, gli era sembrato che ci fosse qualcuno con lei, come nascosto, la cosa gli puzzava e decise di seguirla. Lasciò della distanza tra loro ma sembrava tutto normale, andò nella sala comune e si sistemò vicino alle scale quando vide poco dopo di lei Piton entrare, non diede peso alla cosa quando notò però che si guardava intorno, come se stesse cercando qualcosa fuori posto, si mise anche lei a farlo. Vide poco dopo, per un solo attimo un piede materializzarsi dal nulla vicino al fuoco e si girò meccanicamente verso ľinsegnante, anche lui era voltato verso il caminetto ma non era sicura che potesse aver visto qualcosa, così si diresse dove poco prima aveva visto il piede, si chinò colpendo, cercando di non farsi notare, ľaria alla sua sinistra lui sussurrò qualcosa di impercettibile e lei gli disse di seguirla. Si diresse alle scale ma trovo Severus a bloccarle il passaggio e capì che doveva distrarlo, voleva fare un'impressione positiva ma sapeva che non avrebbe funzionato così decise di puntare sul suo odio verso i ragazzini. Lo guardò con supponenza "sa dovrei salire, è a questo che servono le scale", lui le diede un'occhiata di fuoco "ma davvero?" disse in tono mellifluo "grazie per questa sua lezione, lasci che gliene dia io un'altra. Mi porti alla sua stanza", lei tremava, era terrorizzata, aveva capito? Aveva visto? Quando arrivarono davanti alla porta lui gliela fece aprire. Entrò e la perquisì palmo a palmo ma non trovò nulla, sapeva che aveva aveva capito, che anche se non ľaveva visto aveva fiutato qualcosa ma per fortuna non sapeva dove fosse Viktor. Quando ebbe finito lei gli sorrise, era evidente che si stesse prendendo gioco di lui. "Bene, se ha finito di fare il cane da guardia vorrei riprendere possesso della mia stanza. Certo che deve essere proprio interessante la sua vita se il venerdì sera non ha niente di meglio da fare che perquisire alloggi. Si trovi qualche passatempo, lo dico per il suo bene", fece per chiudere la porta quando Piton la fermò con una mano, le si avvicinò fino a sibilarle nell'orecchio "crede veramente che io non sappia che ha fatto entrare qualcuno? Al mento non ho le prove, ma non si preoccupi, le farò pagare cara questa sua mancanza di rispetto" e se ne andò sbattendo la porta. Lei si sedette sul letto e tirò un sospiro di solievo, un secondo dopo vicino alla porta ricomparve Krum che indicò alle sue spalle con il pollice "simpatico ľamico, chi era?", lei stese la schiena sul letto "ah nessuno è solo Piton, insegna pozioni, e a volte prende un po' troppo sul serio il suo ruolo"
Lui si sedette vicino a lei, le stava accarezzando un braccio quando lei si rialzò di colpo, sembrava quasi avesse una molla al suo interno "mi sa che ho sbagliato a farti entrare così, se vuoi ti faccio entrare normalmente", lui si sdraiò indicandole di mettersi al suo fianco "non ti preoccupare, ho bisogno di qualche minuto per me poi torno al veliero, ti spiace se prendo il mantello e te lo riporto domani?", "figurati" disse lei mettendosi al suo fianco, parlarono parecchie ore fino a che si addormentarono involontariamente vicini.
Se nella stanza della ragazza ľambiente era rilassato, tranquillo quattro porte più in là, alla fine del corridoio, non si poteva dire lo stesso, quella era l'alloggio di Severus e la regnavano rabbia e sdegno. Già non poteva sopportare i ragazzini di altre case che gli mancavano di rispetto ma perfino quelli della sua ora gli si rivoltavano contro?! Non sapeva bene chi era lei, sapeva che esistesse ma non riusciva a ricordarla nitidamente, il che significava che di sicuro non era una cima nella sua classe. Come osava quella ragazzina mancargli di rispetto in questo modo? E per cosa poi? Chissà chi aveva fatto sgattaiolare dentro, che vita scoccia e che spreco di tempo, ma non sarebbe finita qui, gliel'avrebbe fatta pagare.
   
 
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