Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Alys93    01/09/2016    3 recensioni
Mentre mi esaurivo nel cercare un sequel per "Al di là del Pozzo" mi è sorta spontanea una domanda. Come sarà stata la vita di Masaru e Fumiyo, prima della nascita dell'esuberante Kaori e di tutte le avventure che sono seguite? Automaticamente, ho preso il portatile ed ho iniziato a scrivere e... beh, questo è risultato. Spero che possa piacervi e che questa FanFiction possa aiutarvi a conoscere meglio questi due personaggi che sono rimasti un po' in ombra nella precedente storia, attraverso la loro infanzia ed adolescenza.
P.S. Oltre i due protagonisti, compariranno altri personaggi a loro legati, che, in qualche caso, si re-incontrano anche in "Al di là del pozzo". Inoltre, una volta tanto, nelle mie storie, i personaggi parlano in prima persona. Spero che vi piacerà
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti, ragazzi. Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto, ma queste vacanze si sono rivelate più incasinate del periodo dei corsi all'uni, il che.. è inquietante. quasi quanto il mondo in cui i nostri poveri lupetti sono finiti... Secondo voi, cosa li aspetta? cosa può ideare (ancora) per loro la folle mente di questa scrittrice in erba? ^-^ tutto a tempo debito.Anche se sono un po' lenta, non dimentico di avere una ppuntamento con voi, che mis eguire con tanta pazienza e un affetto che non so come ricambiare. Ancora uan volta, i miei più sentiti grazie sono per _Cramisi_, LittleDreamer90 e Arthas_95, a cui il grazie è doppio, per la gentilezza con cui mi ha tolto da un impiccio non da poco Grazie, grazie di cuore per quanto fate per me. Spero che questo capitolo possa farvi sorridere. Avrà un risvolto.. un po' bruciante XD

Capitolo 20: Vita nel futuro

Pov Masaru
La foresta è sparita. Non ci sono alberi, ma solo costruzioni dalle forme strane, fatte di pietra con buchi di forma regolare che scintillano sotto il sole, come se fosse rivestite di ghiaccio…
Larghi sentieri di terra battuta sembrano diramarsi ovunque e centinaia di persone li percorrono su carri di legno ed altri.. che non saprei neanche definire per la loro stranezza.
E, a peggiorare il tutto, l'aria puzza di qualcosa d'indefinibile che esce da sotto di essi in nuvole di fumo nerastro.
"Questo posto è assurdo!" esclamo, non riuscendo a distogliere gli occhi da quello che ho davanti "Ma cosa diavolo è successo alla foresta? Il villaggio… che accidenti di posto è questo?".
Al mio fianco, Fumiyo sembra sconvolta tanto quanto me "Non ne ho idea.. Per l'amor dei Kami, ma dove ci ha spedito mia nonna?".
"Chiediglielo, nel caso ti visitasse in sogno" ringhio, prendendola per mano ed inoltrandomi tra gli alberi superstiti alle spalle del tempio "Magari così capiremo qualcosa!".
Non so dove accidenti siamo finiti, so solo che questa situazione non mi piace. Questo mondo è assurdo come nient'altro! Come faremo a restare qui senza che qualcun altro inizi a gridare "Demone!" da tutte le parti? Come potremo tornare a casa?
Dannazione, Nazuna! Che cosa ti è saltato in mente?.
Domande a cui non so se troverò mai una risposta, ma che in questo momento mi irritano come spine nel cervello.
Ma perché condurci in un posto tanto diverso dal nostro? Cosa vuole ottenere? Perché infilarci in un luogo tanto diverso dal nostro?
Mai come in questo momento, le vorrei rifilare uno scrollone tale da farle tornare un po' di sale in zucca.
Se non fosse già morta da secoli…
Borbottando senza sosta, m'inoltre tra la vegetazione in cerca di qualcosa di più comune ai miei occhi, ma sono pochi gli alberi che hanno qualcosa dai familiare.
Non ritrovo neanche i segni lasciati dai miei artigli su quelli che ho scalato per individuare il villaggio di Musashi!
"Non mi piace, non mi piace per niente!" esclamo, fermandomi davanti a un piccolo ruscello per bagnarmi la testa e schiarirmi le idee "Non riesco ad orientarmi in questo posto!".
Al mio fianco, Fumiyo si rannicchia su stessa, gli occhi fissi sul bracciale come se quel monile potesse fornirci le risposte che cerchiamo.
"Non capisco nemmeno io, Masaru" sussurra fioca "Quand'ero piccola, mi raccontava spesso la leggenda che il posso mangia - ossa collegasse due mondi diversi, ma nessuno aveva mai attraversato la barriera…".
Evito di farle notare l'ovvio, ovvero che noi l'abbiamo attraversata eccome questa cavolo di barriera, ma i miei occhi parlano al posto mio, dato che lei sorride mesta.
"Lo so, è frustrante anche per me. Soprattutto perché il pozzo è l'unico modo per tornare indietro, ma se il passaggio è chiuso…".
"Dobbiamo trovare un modo per tornare dalla tribù" sbotto, rialzandomi in piedi "O almeno capire dove siamo. Non possiamo restare qui a chiederci il come o il perché in eterno…".
Senza contare che ho il timore che la foresta sia più frequentata di una volta.
Sento molti odori provenire dalle piante e dal terreno, odori che posso collegare solo ai ningen.
E l'idea che possano trovarci in un momento simile non mi attira per niente.
"Ci riposeremo un po', poi inizieremo a cercare tracce degli altri. A costo di camminare per settimane!", con un balzo, porto me e Fumiyo su un grosso ramo e, una volta assicuratomi che non vi sono rischi, permetto alla stanchezza di sopraffarmi.
Un rumore di passi sotto di noi mi strappa al torpore in cui sono caduto e, attento a non svegliare la mia compagna, mi sporgo per capire chi si stia avvicinando. I miei occhi scorgono quello che ha tutta l'aria di essere un ningen, seppur vestito in modo diverso da quelli a cui sono abituato.
Sono le sue pesanti calzature, nere sotto il fango che le sporca, a provocare tutto questo rumore, ma neanche lui è il massimo del silenzio, dato che sbuffa e si lamenta a più riprese.
Sulle spalle, ha una stranissima gerla di tela di un rosso acceso, piena fino all'inverosimile e dalla quale pendono oggetti davvero insoliti.
Si fa luce con una lanterna che però sempre priva di fiamma, eppure emana una luce tale che sono costretto a schermarmi gli occhi per qualche istante.
"Accidenti a me! Ma chi me l'ha fatto fare di offrirmi volontario e portare le provviste al capanno? È una faticaccia assurda!" esclama di colpo, appoggiandosi ad un albero con la mano libera "Senza contare che ormai è notte fonda! Chissà quali bestiacce ci sono qui in giro!".
Oh, credo davvero che tu non ne abbia idea, stolto umano commento tra me, rivolgendo a Fumiyo un cenno affinché resti qui e faccia silenzio.
Questa può essere una buona occasione per capire dove accidenti siamo finiti e chi, meglio di un ningen, può dirmi ciò che voglio sapere?
Scivolando giù dal tronco, mi paro davanti all'umano e mi concedo un sorriso quando lo vedo impallidire, una volta che la sua strana lanterna svela la mia presenza tra le ombre.
Istintivamente, lo vedo allontanarsi, tenendo alta quella cosa come se fosse un'arma, ma i suoi occhi sono colmi di paura "Ch-che co-cosa accidenti sei? U-uno spirito.. della montagna?".
Con uno scatto fulmineo, lo afferro per il bavero di quei suoi strani abiti, sollevandolo senza difficoltà nonostante tutto quello che sulla schiena "Un po' troppo corporeo per essere uno spirito, non credi anche tu, ningen?".
Non voglio ucciderlo, i morti non parlano… ma di certo sono tentato, quando quell'imbecille inizia a scalciare come un indemoniato.
"Ni-ningen? Che cavolo di parola è?" chiede, stringendomi il polso nel tentativo di allentare la mia stretta. Povero sciocco…
"E poi, che accidenti hai addosso? Ma-mai vista.. una cosa simile!" aggiunge, fissandomi come se fossi qualcosa di assurdo eppure curioso assieme.
"Parli tu, con questi strani abiti" replico seccato, prima di assestargli uno scrollone e farlo smettere di agitarsi "Ningen è il nome che quelli della mia razza usano per definire la tua, umano. Fossi in te, la smetterei di dimenarmi come un pesce appena pescato e inizierei a parlare. O perderò la pazienza".
Il tipo impallidisce come un cencio nel ritrovarsi i miei artigli puntati contro la gola e s'immobilizza, strappandomi un sorriso che va a scoprire le zanne.
A quella vista, gli sfugge un rantolo terrorizzato e si stringe con più forza al mio braccio, come se temesse di cadere chissà dove da un momento all'altro.
"Che.. che cosa sei?" chiede senza fiato, osservandomi in volto con un misto di panico e sorpresa.
"Buffo che tu non riconosca un demone quando lo vedi. Molti tuoi simili scappano non appena incrociano il nostro sguardo" dico, squadrandolo da capo a piedi "Quindi mi chiedo.. sei davvero così ignorante, o sei solo stupido?".
Sentendosi insultato, il ningen stringe la mascella in una smorfia furiosa "Che razza di scherzo è questo? I demoni non esistono! Sono solo mostri delle leggende che si raccontavano i vecchi al tempo dei samurai, secoli e secoli fa! E io non sono un idiota che crede in queste scemenze medievali!".
Prima che io possa incamerare queste assurde notizie, riprende a divincolarsi con rinnovato vigore "Ammettilo, sei un ladro che si diverte a fare scherzi di cattivo gusto alla gente!".
Agitandosi peggio di Aiko durante gli allenamenti, porta le mani dietro la schiena come se volesse afferrare qualcosa dalla sua cesta di tela, ma sono troppo distratto dalle sue parole assurde per farci caso "Spiacente, ma non ho soldi! La guerra sarà anche finita da qualche anno, ma io sono ancora al verde! Ti toccherà spennare un altro pollo, idiota".
Ma di che accidenti sta parlando questo deficiente? Da quando noi demoni siamo solo leggende?
Come osa dire che non esistono, quando io lo tengo sospeso a mezz'aria per il collo?
Come potrei non essere reale, se sono sul punto di strozzarlo?
"Che diamine dovrei farmene dei tuoi soldi, idiota di un ningen?" sbotto irritato, serrando la presa sul colletto del suo strano kimono "E di quale guerra stai parlando?".
Ma l'unica risposta che ottengo è una grossa manciata di polvere rossa che mi finisce dritta in faccia, infilandosi negli occhi, nel naso e nella blocca.
È come se un incendio mi fosse appena scoppiato in ogni punto colpito e mi sfugge un grido, mentre mi porto le mani al viso.
Gli occhi bruciano da morire ed anche il naso arde come se avessi inspirato una fiammata rovente.
Senza rendermene conto, cado a terra, cercando disperatamente di lenire quel dolore atroce e sento appena il grido di Fumiyo al di sopra delle mia urla.
 
Pov Fumiyo
"Masaru! Masaru, no!", con il cuore che mi batte a mille mi lascio cadere giù dal ramo e gli corro vicino, storcendo il naso nel percepire l'odore pungente della polvere l'ha colpito.
Poco distante, il ningen è malamente atterrato sulla schiena e sta disperatamente cercando di rimettersi dritto, ma non fa che dibattersi come una tartaruga a causa della grossa gerla che ha dietro le spalle.
Dannato idiota! Aspetta solo che capisca cos'hai fatto al mio compagno e giuro che te ne farò rimpiangere amaramente! sibilo furiosa.
Un nuovo grido di dolore mi fa tremare dentro e stringo a me Masaru, cercando di aiutarlo, ma vedo che ogni punto colpito da quella polvere urticante è arrossato, soprattutto gli occhi.
Vedere il suo sguardo iniettato di sangue e di lacrime mi causa una stretta al cuore, ma mi sforzo di rassicurarlo con una lieve carezza "Non preoccuparti, amore. Troverò il modo di aiutarti".
Dopo avergli bagnato il viso con un po' d'acqua, gli metto in mano la zucca ancora mezza piena e un sibilo mi fuoriesce dai denti serrati nel voltarmi verso il ningen, che ancora cerca di tornare dritto.
La mia rabbia è tale che quasi gli strappo parte degli abiti quando lo sollevo, la presa così stretta che lo vedo sbiancare per mancanza d'aria.
"Curalo! Subito!" sbraito furiosa, scuotendolo come se pesasse meno di niente "Curalo, o giuro che ti farò a pezzi nel modo più doloroso possibile!".
Lo sento rantolare qualcosa del tipo "Ma quanti pazzi ci sono in questo posto?" prima che gli rifili un altro scrollone, strozzandolo quasi.
Seppur a fatica, alza le mani in segno di resa ed io allento la presa quanto basta per farlo parlare.
"Dimmi cosa gli hai fatto e come guarirlo, umano, o giuro sui Kami che ti ridurrò a carne per vermi" lo minaccio e lui assume un pallore spettrale.
"È.. è solo po-polvere di pe-peperoncino" tartaglia, lanciando uno sguardo in tralice a Masaru, che continua a versarsi acqua sul viso per lenire il bruciore.
Anche se si sforza di trattenerli, riesco a percepire ugualmente i suoi gemiti sommessi e un ringhio mi scuote il petto quando mi volto nuovamente verso l'umano.
"Pol-polvere di peperoncino" ripete quello, fissandomi come se dovessi capire di cosa stia parlando "Brucia gli occhi, ma.. no-non è mica un veleno! Quel matto.. sta-starà bene tra poco. Non c'è bisogno che…".
"No, tu lo curi subito!" esclamo, puntandogli gli artigli contro la guancia, pericolosamente vicina agli occhi "Non conosco la polvere di cui parli, quindi sta a te guarirlo".
E sappi che io terrò d'occhio ogni tuo singolo movimento aggiungo tra me, lottando per trattenere il ringhio ferino che mi vibra dentro. Nessuno può azzardarsi a ferire mio marito e sperare di andarsene illeso.
Il mio avvertimento risulta cristallino, perché il ningen deglutisce a fatica "Co-con l'acqua non farà granché. I-il latte.. il latte lenisce le bruciature".
"Allora vai e procuratelo!", "E da dove vado a pescarla una mucca, qui nella foresta?" replica incredulo "Ti rendi conto che è notte fonda?".
"Non m'interessa come farai, ma procurati del latte e cura il mio compagno" esclamo furiosa "Guai a te se fai passi falsi, ningen, o non avrai modo per pentirtene".
 
"Ripetimi ancora una volta perché non dovrei ammazzarlo", sarà la quinta volta che mi fa la stessa domanda, ma di nuovo io scuoto la testa, tenendogli una mano sulla spalla per non farlo alzare.
"Masaru… Quel ningen ci serve vivo" ripeto, anche se ormai sono stanca morta "Solo lui può dirci dove siamo. O vuoi affrontare qualche altro umano armato di quella dannata polvere?".
L'unica risposta che ottengo è un grugnito seccato mentre si riappoggia sulle mie gambe e ne approfitto per bagnare nuovamente la pezzuola nel latte e passargliela sugli occhi, ancora arrossati.
Non so dove l'umano se lo sia procurato, ma non m'importa. Ciò che conta è che ora Masaru stia bene.
"Non ho capito molto di quello che gli hai detto" mormora il mio compagno, scostando la pezzuola per guardarmi "Ma l'hai letteralmente terrorizzato. L'odore della sua paura è così forte che mi stupisco non se la sia fatta addosso".
A quell'eventualità, fatico a trattenere una risatina sommessa e mi chino su di lui per baciarlo "Mai sfidare una mezza-lupa arrabbiata".
Il sorriso orgoglioso di Masaru mi libera come per incanto della tensione che m'irrigidiva i muscoli e sospiro, lanciando poi uno sguardo al ningen, che ci osserva dall'altro angolo della capanna dove ci ha portato.
Rispetto a quella in cui ho abitato nei primi anni della mia vita, è molto diversa.
Più grande e ariosa, contiene oggetti ai quali non so neanche attribuire un nome, compresa la struttura metallica dalla quale scaturiscono piccole fiamme rosse e bluastre.
L'odore che ne proviene mi fa arricciare il naso, ma almeno scalda l'ambiente e la cosa non mi dispiace.
"Diamo il via all'interrogatorio?" mi chiede mio marito, seguendo il mio sguardo "Mi sono stufato di brancolare nel buio. E di sentire il tanfo del suo terrore".
Capendo che ha bisogno di riaffermare la propria forza, annuisco e mi alzo a mia volta, strappando all'umano un singulto quando ci avviciniamo.
"T-ti ho procurato quello.. che volevi. Ora lasciatemi andare!" esclama, la voce resa più acuta dalla paura.
"Non prima che tu ci abbia dato delle risposte, ningen" ribatte Masaru, accovacciandosi sui talloni per essere alla sua stessa altezza "Se ti comporterai a dovere, ti lasceremo andare senza farti del male, ma mi aspetto che le tue spiegazioni siano chiare e concise".
"I-io non so niente. So-sono solo un onesto cittadino.. che commercia per vivere" pigola l'altro, cercando di farsi quanto più piccolo possibile "Non.. non ho niente a che vedere con la Yakuza!".
L'ultima parola ci lascia alquanto perplessi e ci scambiamo uno sguardo, prima che io incroci le braccia sotto il seno "Temo proprio che sarà una lunga notte".
 
Con un nuovo tramonto ad illuminare la foresta, alzo lo sguardo per ammirare i riflessi fiammeggianti che il vetro proietta sul pavimento.
Ancora non riesco a credere a quanto abbiamo saputo, né a ciò che ci circonda.
Gli oggetti che mi ritrovo tra le mani sono così insoliti, così diversi da quelli che ero solita usare…  Mi sembra tutto così assurdo.
"Secondo te è vero?" domando a mezza voce, cercando di capire come sfruttare il fuoco portatile del ningen "Siamo davvero finiti in un'altra epoca… cinquecento anni dopo il nostro mondo?".
Con uno sbuffo che tradisce la sua incredulità, Masaru smette per un istante di camminare avanti e indietro, ma il suo volto non è tranquillo "Non lo so.. Non lo so davvero, Fumiyo. Mi sembra così assurdo! Com'è possibile che non ci siano più demoni, che i ningen ci abbiano relegato a storielle per spaventare i bambini?".
Frustrato, si passa una mano tra i capelli, sciogliendo la sottile treccia in cui tiene raccolte le ciocche più lunghe "Non riesco a capacitarmene… Noi demoni viviamo secoli! Mio nonno è riuscito a superare di molto gli ottocento anni! Com'è possibile che siano tutti spariti da un momento all'altro?".
Vorrei poterlo calmare, dargli le risposte che cerca, ma anch'io brancolo nel buio. Non so davvero cosa pensare, cosa fare…
So solo che mia nonna ci ha spediti in quest'epoca nuova, moderna per un motivo che ancora mi sfugge.
"Vorrei capirci qualcosa in più" ammetto, rifilando un calcio stizzito a un pezzo di legno "Eppure quel ningen era troppo spaventato per mentire. Ha visto cosa sappiamo fare, non sarebbe stato così idiota".
"Ciò non toglie che ne sono successe di cose, a quanto ci ha detto" borbotta il mio compagno, sedendosi su un tatami colorato "Addirittura popoli lontanissimi che si combattono… e, come l'ha chiamata? Bomi.. no. Bomba. Bomba atomica, eh? Un oggetto capace di uccidere migliaia di persone in un colpo solo".
Un verso non ben comprensibile gli sfugge di bocca "Neanche la spada di Inuken poteva tanto. Tessaiga era potente, sì, ma.. decine di migliaia di morti in un unico istante!".
La sola idea ci fa rabbrividire e ringrazio i Kami per non aver mai visto una simile strage.
Anche se non riesco a capire come gli umani possano essere tanto folli e crudeli da ideare una simile arma di distruzione.
Non che noi demoni siamo meglio, ma… abbiamo sempre avuto i nostri motivi per lottare, non esclusivamente la brama di potere o la mania di conquista.
"Dobbiamo tornare a casa", non è la prima volta che Masaru borbotta questa frase, ma sentirla.. mi causa una stretta al petto.
Che fine avranno fatto i nostri compagni? Dove saranno finiti in quest'epoca tanto assurda?
"E come?" oso chiedere, con un moto di stizza che fa conficcare il mio pugnale nel pavimento "Il pozzo non funziona! Abbiamo provato più e più volte…".
"Lo so", non avevo mai percepito una simile nota di sconfitta nella voce del mio compagno e questo mi fa capire quanto sia angosciato. Siamo in un mondo che non ci appartiene, completamente soli… e incapaci di capire come tornare a casa.
Durante la giornata, siamo tornati più volte al tempio dove si trova adesso il pozzo mangia - ossa, ma ogni tentativo di attraversarlo è risultato vano.
Neanche le preghiere a mia nonna hanno sortito qualche effetto.
"Almeno cerchiamo di tornare nei luoghi dove siamo cresciuti, nella nostra terra" mormora lui, stringendomi una mano "Ho bisogno di capire… cos'è successo, cosa possiamo fare. Non sarò in pace con me stesso, finché non avrò visto tutto con i miei occhi".
Comprendo bene il suo desiderio, il bisogno di scoprire che fine ha fatto la tribù.
Lui ne è a capo, se n'è sempre preoccupato, anche quando il comando era nelle mani di Keizo.
Sono la sua famiglia, i suoi amici, i suoi compagni. E anch'io temo per la loro sorte.
"Allora andiamo", la voce mi esce più dura di quanto vorrei, ma sono stanca di arrovellarmi su domande a cui non so dare una risposta certa.
Ho bisogno di muovermi, di capire… di agire.
La luce sempre più flebile del sole sembra avere un ultimo guizzo e illumina il sorriso di Masaru, rendendolo quasi magico.
I suoi occhi catturano gli ultimi raggi come perle nere, rivelando tutto ciò che gli si agita nell'animo ed io non posso che sorridere quando mi stringe a sé, il viso affondato tra i miei capelli "Domattina partiremo all'alba. Spero solo che i Kami guidino i nostri passi".
 
"Qui, riconosco il ruscello, anche se ormai è ridotto a un rigagnolo quasi asciutto", con la mano poggiata sul terreno, Masaru fissa la parete rocciosa che si staglia a un centinaio di metri da noi.
Lì, celata tra rocce e vegetazione, c'è la grotta dove abbiamo vissuto con la tribù. O almeno, dovrebbe.
Ormai non so più che pensare, cosa immaginare.
Quest'epoca è così diversa, così caotica rispetto alla nostra.
Persino conoscendo a menadito i territori che abbiamo attraversato, abbiamo faticato a tornare a casa.
È rimasto così poco di quello che conoscevamo, pochi luoghi circondati da costruzioni sempre più grandi ed alte, dove i ningen vivono, lavorano…
Oh, nonna, ma perché ci hai mandato qui? Perché non ci permetti di tornare nel nostro mondo? mi chiedo per l'ennesima volta, avvicinandomi alla parete rocciosa. "L'ingresso è qui, da qualche parte" mormoro, lasciando scorrere le dita sulle pietre e i rami che si protendono verso di esse.
"Non mi piace.. Se gli altri fossero qui, ci avrebbero avvistati già da un pezzo" lo sento sibilare, intento ad aggirare un grosso cedro del quale non ricordavo l'esistenza.
Mi costringo a mordermi le labbra per non dire ciò che penso, ma so che anche il mio compagno è assillato dai miei stessi pensieri.
La nostra tribù non è più qui, ma noi non abbiamo la minima idea di dove possano essere andati e, più il tempo passa, più l'ansia per la loro sorte aumenta.
Le nostre ricerche durano un paio d'ore, con l'angoscia che ci attanaglia lo spirito, ma alla fine riusciamo a ritrovare l'imbocco della caverna.
Con cautela, ci addentriamo nei cunicoli, cercando un qualche segno, una traccia qualsiasi che indichi la presenza dei nostri amici.
Arriviamo a chiamarli a gran voce, uno per uno, ma nessuno ci risponde.
"Non possono essere spariti tutti! È inconcepibile" sussurro, sentendo una morsa al cuore nel ritrovare la grotta che, secoli prima, Akemi aveva preparato per noi dopo il matrimonio.
Dove sei, amica mia? Dove sei finita? Soffocando un singhiozzo, mi appoggio alla parete, per poi essere richiamata da Masaru.
Qualcosa, nella sua espressione, non mi lascia ben sperare e corro al suo fianco, lasciandomi sfuggire un gemito alla vista dello scheletro rannicchiato in un cunicolo secondario.
"Oh, Kami.. no-non sarà..?" non riesco neanche a parlare, tale è il panico che mi attanaglia, ma il mio compagno dimostra tutto il suo sangue freddo, inginocchiandosi accanto ai resti di uno dei nostri amici.
"È l'unico che ho trovato" mi dice, la voce piatta per non rivelare ciò che gli si agita dentro "Ma, se quel che resta della sua armatura non m'inganna, questo è Saboru".
"Saboru?" ripeto incredula, cercando a mia volta qualche indizio che confermi l'identità di uno dei più anziani membri della tribù.
Oltre che dei più ostili nei miei confronti. "Sì, è lui" conferma Masaru, sollevando con delicatezza una fascia ingrigita dal tempo, ma che riconosco come il bottino ottenuto da quel demone dopo un attacco a un gruppo di commercianti di stoffa.
Lo sfoggiava come un vero e proprio trofeo e neanche la morte ha potuto strapparglielo.
"Non dev'essere morto da molto, se quella stoffa resiste ancora" mormoro, fissando il tessuto sfilacciato, ma perlopiù ancora integro.
"Lo credo anch'io", con un sospiro Masaru si rimette in piedi, ma io lo blocco, gli occhi fissi sulla parete di fronte allo scheletro "Guarda! Ha scritto qualcosa sulla roccia".
Cosa che mi lascia senza parole, dato che quasi nessuno, nella tribù, era capace di usare i kanji dei ningen.
"Ma… Saboru sapeva scrivere?", "Bella domanda.. ma a giudicare da queste incisioni, direi di sì" affermo, avvicinandomi per poter decifrare quel messaggio.
Fatico un po' a capirne il contenuto, dato che vi sono degli errori, ma alla fine il succo risulta comprensibile e sento una fiammella di speranza accendersi dentro di me.
"Non sono morti, Masaru" dico, con un sorriso agro-dolce in volto "Ma, quando hanno capito che i ningen diventavano più forti, che la razza dei demoni era in pericolo.. Hanno deciso di camuffarsi".
Il silenzio sembra farla da padrone per diversi istanti, prima che Masaru si lasci cadere accanto a me, gli occhi lucidi di speranza "Vuoi dire che.. hanno semplicemente deciso di fingersi umani e continuare a vivere in questo mondo tanto assurdo?".
Annuisco, leggendo le ultime righe "Sono molti i demoni che hanno preso questa strada, decisi a riprendere il loro posto quando gli umani meno se lo aspettano, ma i nostri compagni non sono morti. Sono solo andati via".
"Saboru ha preferito lasciarsi morire di stenti, piuttosto che abbassarsi a tanto" aggiungo, voltandomi a fissare le ossa di quello che è sempre stato uno dei demoni più tradizionalisti della tribù "La sua decisione non mi stupisce".
Una stretta improvvisa mi fa trasalire, ma il sorriso del mio sposo mi rasserena "Sono vivi ed è questo che conta. Possiamo trovarli".
Una scintilla di sfida gli illumina gli occhi neri "E se loro ce l'hanno fatta a vivere tra i ningen, possiamo farlo anche noi. Prima o poi, li ritroveremo, me lo sento".

 

Ecco qui, anche questo capitolo è pronto per voi. Cosa ne dite? Spero di aver reso bene il periodo post-bellico (per quanto ancora poco dettagliato) in cui sono capitati i nostri lupi. Che ora hanno ritrovato la loro casa e-.. un alquanto silenzioso inquilino O.o con il quale ho voluto dare la mia personale interpretazione della "scomparsa" dei demoni dal mondo moderno. Spero che ai vostri occhi non sia solo un ammasso di frasi sconclusionate XD e di tornare presto, anche se ormai l'inizio dei corsi è sempre pià vicino... Grazie ancora per il vostro sostegno. Baci,
vostra affezionata
Alys

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Alys93