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Autore: Justice Gundam    01/09/2016    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 31 - Allenamenti e rivelazioni

 

Vittoria guidò Vera e i suoi compagni attraverso una serie di corridoi lunghi e stretti, attraverso un silenzio che esprimeva bene l'atmosfera di pace e meditazione che regnava nel monastero. Anche semplicemente stare là dentro, in quella calmante penombra, in quel semplice ma suggestivo edificio dal pavimento in legno levigato, aveva quasi il potere di far dimenticare che non molto più in là si trovava Reborn City, con tutto il suo squallore e il suo marciume. Vera aveva davvero l'impressione che quel posto fosse una specie di oasi su cui il Team Meteora non aveva ancora allungato le sue grinfie, e dove finalmente avrebbero potuto appoggiare la testa su un cuscino senza paura che qualcuno gliela facesse saltare.

"Non immaginavo che venissi da un posto così bello, Vittoria." disse Vera, stando vicino alla sua compagna più grande. "E' stata la tua sensei a fondarlo... o era già qui da un po'?"

Vittoria fece un sorriso, ma per un attimo, Vera ebbe l'impressione che ci fosse un po' di amarezza. "Beh, la sensei Kiki è sicuramente una donna molto forte e capace... ma temo di no, che non sia stata lei a fondare quest'accademia. Il monastero Apofillide è stato costruito diversi secoli fa da un gruppo di monaci buddisti, e la scuola di arti marziali e meditazione zen che ospita è stata fondata allora. E' una tradizione che noi di Reborn abbiamo onorato per molto tempo, anche se purtroppo, in questi ultimi tempi si sta perdendo..."

"Sì, questo lo si era notato." commentò Max, ripensando amaramente alla grande e claustrofobica città che si erano lasciati alle spalle. "E devo dire che questo cambio di scenario mi piace..."

"Io... non lo so, non che a Reborn mi trovassi proprio bene..." commentò Ortilla, che del gruppo era quella che sembrava più spaesata in quel luogo, così diverso da qualsiasi altra cosa fosse abituata a vedere. Alty svolazzava tranquillamente accanto a lei, cercando se non altro di darle un punto di riferimento in un ambiente a lei sconosciuto. "Però... ecco... mi sento un po' strana qui, in questo posto. Immagino... che sia questione di abituarmi, è vero. Però mi sento come... disorientata, mi spiego?"

"Non posso darti torto. Non è esattamente il luogo in cui pensavo che mi sarei mai trovata." commentò Hitomi, fermandosi di colpo quando Vittoria smise di avanzare, indicando un paio di porte scorrevoli in legno decorato nel muro alla loro destra.

"Ecco... questi saranno i vostri alloggi, almeno per il tempo che passerete qui all'Accademia..." disse Vittoria, raggiungendo le porte e aprendole man mano, in modo da dare accesso a due stanze dall'aspetto estremamente semplice e funzionale, qualcuno avrebbe potuto dire anche spartano. Ciascuna stanza era praticamente spoglia di ogni arredamento tranne che di alcuni sacchi a pelo cuciti in maniera rozza - tre in ciascuna stanza, per essere precisi -, e in ciascuna si trovava un piccolo armadio il cui scaffale superiore era occupato da alcuni libri dall'aspetto vissuto, mentre l'anta inferiore era lasciata vuota in modo che gli allievi potessero mettere i loro effetti personali. "Uno per le ragazze, e uno per i ragazzi. Mi rendo conto che non sono esattamente il massimo dell'eleganza..."

"Non fa niente, noi siamo persone che sanno adattarsi." rispose Vera, entrando nella stanza con tre posti letto quando Vittoria le fece cenno di accomodarsi.

"Non siamo venuti qui immaginando di alloggiare in un hotel a quattro stelle." continuò Hitomi, appoggiando il suo zaino vicino al sacco a pelo di mezzo come per contrassegnarlo come il suo posto. Cain, Drew e Max entrarono a loro volta nella loro camera, appoggiando i loro zaini e sgranchendosi un po' la schiena.

"E poi, è già una buona cosa il fatto che siamo in più persone in una stanza." commentò Cain, non resistendo alla tentazione di fare una delle sue battute un po' osè. "Nel tempo libero che abbiamo, ci possiamo tenere compagnia, no?"

"Preferisco non pensare al senso che tu dai all'espressione, Cain..." ridacchiò Vittoria. Grata per aver trovato delle persone adattabili e comprensive, e per il fatto che le battute del suo amico riuscissero sempre a strapparle un sorriso, la giovane esperta di aikido fece un inchino, tenendosi fuori dalle stanze mentre iniziava a spiegare loro alcune delle regole dell'ordine. "La cena sarà nella sala comune alle sette e mezza. Avete più o meno un'oretta di tempo pe mettervi comodi e riposarvi un po'. Se volete, potete anche lasciar liberi i vostri Pokemon, purchè restino all'interno del monastero e non facciano danni. Dopo cena, se volete, potete usare le docce e unirvi al resto dei discepoli fino al coprifuoco, che sarà alle nove e mezza. Mi raccomando di rispettarlo. So che è una regola molto rigida, ma ci vogliono anche quelle. E... riposatevi bene, mi raccomando. Domattina gli allenamenti cominceranno alle prime luci dell'alba, subito dopo la colazione."

"Certamente. Saremo puntuali e pronti." disse Drew con decisione. "In fondo, se vogliamo diventare abbastanza forti da affrontare Lord Solaris e permettere al Blaziken di Vera di raggiungere la Mega Evoluzione... non possiamo certo prendercela comoda."

"Altaria..." affermò Alty, forse un po' preoccupata ma decisa a fare tutto quello che poteva. Ortilla, seduta a gambe incrociate sul suo sacco a pelo, la accarezzò sulla testa.

"Lo so che non sarà facile, Alty." disse la bambina dai capelli turchini. "Ci aspetta un periodo di addestramento che... immagino sarà parecchio arduo. Ma dobbiamo farlo, e dobbiamo tutti cercare di migliorare il più possibile. Se non altro... sarà un modo di rinforzarci, no?"

La graziosa Altaria non potè che dirsi d'accordo. "Alty!" cinguettò, muovendo la testa per dire di sì.

"Va bene... questo è tutto, per adesso." concluse Vittoria, una volta che tutti ebbero preso posto nelle loro stanze. "Ci vediamo tra un'ora nella sala comune. Mi raccomando, cercate di essere puntuali, okay?"

"Va bene, Vittoria! Grazie di tutto... e a presto!" rispose Vera. Vittoria fece un inchino e si allontanò lentamente, lasciando i suoi compagni a riposarsi.

"Bene... e adesso siamo qui ad Apofillide." disse Max, togliendosi gli occhiali giusto il tempo che gli serviva per pulirseli con un lembo della sua maglietta. "Spero che agli altri sia andata bene... l'idea che si ritrovino con il Dr. Connal e il Team Meteora alle calcagna mentre noi siamo qui, non mi fa certo piacere."

"Non c'era molta scelta, ma capisco cosa vuoi dire." rispose Drew. "Comunque, non ti preoccupare. Abbiamo visto che sanno cavarsela, e comunque... in ogni caso hanno Miss Saphira e Amaria dalla loro parte. Non credo che nessuno del Team Meteora vorrà avere a che fare con loro."

"Tranne Lord Solaris." volle ricordargli Vera.

Drew si fece serio, annuendo lentamente. "Già... tranne Lord Solaris, questo è vero." affermò. "Sinceramente, spero che non decida di nuovo di scendere in campo di persona. E' lui il nostro avversario più pericoloso."

"Tranquilli, se conosco Pietro come penso, allora lui riuscirà, in un modo o nell'altro, a portare i ragazzi alla salvezza." li volle rassicurare Cain. "Piuttosto, per adesso credo che sia il caso di seguire i consigli di Vittoria, e riposarci un po'. Domani e nei prossimi giorni, ci attende un bel po' di duro lavoro."

"Aspettate." disse Vera, tirando fuori una alla volta le sue Pokeball. "Okay, ragazzi, potete uscire. Sgranchitevi un po' le ossa... ed esplorate quanto volete! Credo che qui ci staremmo per un po' di tempo."

Una alla volta, Vera aprì le sue Pokeball, e i suoi Pokemon apparvero davanti a lei, stiracchiandosi con evidente sollievo - Blaziken, con la sua Megapietra ancora appesa al collo; Venusaur, Wartortle, Glaceon, Beautifly e il piccolo Skitty. Vera si fece un appunto mentale di riprendere in squadra anche il suo Munchlax, se c'era un PC dove andarlo a ritirare da quelle parti.

"Warrrrrtortle!" esclamò Wartortle, chiaramente contento di poter uscire da lì. Skitty si stiracchiò e cominciò quasi subito ad inseguirsi la coda, prima che Glaceon, con quello che poteva sembrare un sospiro, lo fermasse mettendogli una zampetta sulla fronte!

"Skitty, skitty, skitty!" esclamò il gattino rosa in segno di rotesta, facendo scuotere la testa al grazioso Pokemon Ghiaccio.

"Eon..."

Vera fu alquanto rallegrata di vedere che i suoi Pokemon, nonostante tutte le prove che già avevano superato in un luogo oscuro e difficile come Reborn, erano ancora in forma e pieni di energia. "Siamo arrivati ad Apofillide, ragazzi." disse la ragazzina castana, avvicinandosi alla sua Venusaur e mettendole una mano sulla testa. "Ci aspetta un periodo di lavoro intenso, quindi... tenetevi pronti. Intanto, forse è meglio se andate a dare un'occhiata in giro, e vi ambientate un po'. Dovremo stare per diversi giorni in questo monastero. State solo attenti a non disturbare, okay?"

"Venusaur..." rispose la Pokemon Erba/Veleno, voltandosi poi verso Blaziken come se volesse sentire anche il suo parere. Il maestoso Pokemon Fuoco/Lotta incrociò le braccia sul petto e annuì con decisione, mentre Beautifly svolazzava tranquillamente per il corridoio, cercando di familiarizzare con quel posto così nuovo e per lei sorprendente.

"Facciamo uscire anche i nostri Pokemon, ragazzi." propose Drew, tirando fuori a sua volta le sue Pokeball, dalle quali emersero uno alla volta Flygon, Absol, Roserade, Masquerain e Butterfree...

 

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Julia picchiettò annoiata sul tavolo con un dito, guardando il soffitto sopra di loro. Era già da un po' che non avevano più notizie di Vera, di Saphira e del resto del gruppo... e la graziosa cheerleader dai capelli verdi cominciava ad essere preoccupata.

Nella stanza del covo della resistenza regnava un teso silenzio. E Julia non amava il silenzio. Ogni volta che non sentiva parlottare attorno a sè, aveva l'impressione che la tensione stesse salendo. E poi non era divertente stare in mezzo a tante persone - beh, soltanto tre in quel momento, ma chi va a fare il pignolo su questi dettagli insignificanti? - e non dire nulla. Doveva trovare un modo di fare conversazione, ma Fern sembrava pensare agli affari suoi, Amaria era impegnata a scrivere una lettera (probabilmente per chiedere un appuntamento romantico ad una certa focosa bellezza dai capelli rossi di sua conoscenza, Julia ci avrebbe scommesso i lacci delle scarpe) e Florinia... beh, cosa ci si poteva aspettare da Florinia?

"Il soggetto Julia dimostra sintomi di ansia psicologica." la voce tersa di Florinia ruppe il silenzio. Come non detto.

"Oh, ma guarda un po'. La nostra cara Flo ha vinto la timidezza, finalmente!" disse Julia, ridacchiando compiaciuta. "Questo è un evento da celebrare! Amy, ti sei ricordata di portare i salatini e le bevande?"

"Julia!" la rimbeccò Amaria, alzando gli occhi dal foglio che aveva davanti a sè. "Insomma, non è carino prendere in giro la nostra Flo!"

La cheerleader dai capelli verdi rise di nuovo, facendo un gesto pacificatore con la mano. "Eddai, Amy, la mia era solo una battuta tra amiche! Sono sicura che la nostra Flo non se l'è presa a male, vero, amica mia? A questo proposito, Flo, com'è che tutt'a un tratto ti viene in mente che la sottoscritta Julia, la ragazza che ha sempre l'argento vivo addosso, possa essere in qualche modo preoccupata?"

"Ma tu come li fai i conti, eh?" chiese Fern con fare disinteressato. "Bah, che gallina..."

Ignorando il poco gentile commento del fratello minore, a cui ormai era da tempo abituata, Florinia si aggiustò gli occhiali. "Sono trascorsi esattamente 3 minuti primi, 23 secondi e 7 decimi da quando il soggetto Julia ha per l'ultima volta comunicato. Una raccolta di statistiche dimostra che l'intervallo medio tra le vocalizzazioni del soggetto è di soli 4 secondi. La durata prolungata del silenzio è indice di un malfunzionamento."

"Ooooh, proprio degno del nostro piccolo genio Florinia!" esclamò Julia, arruffando i capelli alla sua amica di vecchia data, che non ebbe nessuna reazione. "Però... sì, in effetti un po' preoccupata lo sono. E' da un po' che non abbiamo notizie di Vera e degli altri... e ora che hanno attaccato l'orfanotrofio di quel folgorato di Connal, si saranno attirati dietro tutto il Team Meteora."

"Vera e i suoi compagni sono ragazzi in gamba." disse Amaria, cercando di mostrarsi ottimista... cosa che in realtà non poteva dire di condividere al cento per cento. "Vedrai che avranno avuto qualche contrattempo e saranno in procinto di arrivare. E poi, mi sembra di aver capito che Vittoria voleva portare Vera, Max e i loro amici al monastero di Apofillide, dove la maestra di Vittoria avrebbe potuto addestrarli ad usare quella strana pietra che il signor Elisio gli ha donato."

"Heh. E tu ci credi davvero? Tutte buffonate." affermò Fern, alzando le spalle mentre sedeva a gambe accavallate su un divano un po' consunto. "Prima di tutto... questa Mega Evoluzione, o qualsiasi cosa sia di cui parlava Vittoria... è soltanto una leggenda. Una diceria da vecchie comari. E poi, credete davvero che quel branco di mocciosi abbia delle possibilità contro il Team Meteora? Nel caso non ve ne siate accorte, il Team Meteora finora ci è stato sempre qualche passo avanti, e nessuno di noi è abbastanza forte da affrontare quel Lord Solaris e i suoi Pokemon."

"Non per essere sfacciata, Fern, ma... dimentichi che l'ho tenuto a bada." reagì Amaria, con calma ma con fermezza.

"Sì, certo, come no. Ho visto come hai tenuto a bada quel suo Tyranitar, lì alla centrale." ribattè Fern. "Non penso che neanche Saphira o Titania potrebbero sconfiggere quel Solaris, se facesse sul serio."

Julia strizzò un occhio e mosse un dito come per dire di no. "Tsk, tsk, tsk... uomo di poca fede, perchè dubiti? Vedrai che quando meno te lo aspetti, Vera e i suoi compagni torneranno, e saranno Solaris e i suoi uomini a dover scappare da loro, questa volta!" affermò. "Insomma, il dovere di una cheerleader è essere positiva ed incoraggiare, no? E allora, forza, diciamolo tutti assieme! Scuola Onice siamo noi! Tipi tosti e veri eroi!"

Julia si produsse in un breve numero di danza, agitando un paio di pon-pon che aveva tirato fuori dal nulla... e Amaria si mise una mano davanti alla bocca e rise educatamente, anche se doveva ammettere che provava un pizzico di invidia per Julia. Lei sì che andava bene come capitano delle cheerleader... lei sì che sapeva veramente dare fiducia agli altri e trasmettere speranza ed allegria... era in momenti come questo che Amaria era convinta di aver fatto la cosa giusta, lasciando a lei quel posto di capitano...

"Olè! Olè! Olè!" Julia continuò ad esultare, tra l'indifferenza di Florinia e del fratello minore...

Amaria stava per dire qualcosa, cercando di aiutare Julia a sollevare un po' l'atmosfera di attesa e tensione... quando sentì un suono provenire dall'ingresso del covo, e scattò in piedi con un'espressione vagamente allarmata sul viso. Era sicura che il Team Meteora, o eventuali altri importuni, non sarebbero riusciti a trovare il loro nascondiglio tanto facilmente... ma nella situazone in cui si trovavano, non si poteva mai essere troppo sicuri.

"Chi è là! Identificatevi!" esclamò Amaria, tenendo già pronta una Pokeball nel caso ci fosse stato qualche pericolo. Florinia e Fern erano già pronti a loro volta... ma si rilassarono quando videro che si trattava di Pietro e del suo Sudowoodo. Il giovane musicista e il suo Pokemon ingannatore entrarono nella sala principale, alzando le mani per dire che non c'era motivo di allarmarsi.

"Tutto... tutto okay, Amaria! Sono il buon vecchio Pietro, con il suo amico Sudowoodo!" esclamò Pietro. "Scusate il disturbo... immagino che non mi aspettaste che io tornassi così presto."

"Ah, è solo la testa di pietra." disse Fern con il suo classico tono antipatico. "Nulla di importante."

"Nulla di importante, tu dici?" lo interruppe immediatamente la voce di Saphira, che fece ulteriormente drizzare le orecchie ai quattro membri della resistenza! La comandante della resistenza entrò nella stanza con il suo fare altero ed elegante, accompagnata a breve distanza da Laura, che salutò facendo una serie di inchini, e dalla sua Lilligant. "Bene. Immagino che questo voglia dire che una visita da parte della vostra comandante non sia motivo di allarme."

"Ah! Saphira! Laura! Che cosa succede?" esclamò Amaria con un po' di allarme, alzandosi di scatto in piedi.

"Siamo contenti di vederti, Saphy... anche tu, Lauretta!" esclamò Julia. "Ma... immagino che questo non voglia dire buone notizie, vero? Se siete venute voi di persona ad accompagnare Pietro..."

"Probabilità di sviluppi positivi. Estremamente bassa. Quasi inesistente." sentenziò Florinia.

Laura si sfregò il mento imbarazzata, quasi temendo il momento di dare la brutta notizia... ma Saphira la tolse rapidamente da quel dilemma. "Mi spiace dovervelo dire, ma è così. Non tutto è andato storto, ma... molti nostri compagni sono finiti nelle mani del Team Meteora. Il dr. Connal ha chiamato i rinforzi... e molti di loro si sono trovati di fronte Sirius proprio quando erano a pochi passi dalla salvezza." affermò. A giudicare dalle espressioni dei suoi compagni, la domatrice di draghi capì che già si erano resi conto di quanto difficile fosse la situazione. "Noi due abbiamo incontrato quel maledetto proprio quando stavamo per unirci al gruppo di fuggitivi, e lui ci ha messefuori combattimento con uno dei suoi trucchetti da vigliacco."

"Mi dispiace... è tutta colpa mia." si accusò Laura. " Se solo fossi stata un po' più rapida, o un po' meno vigliacca... forse saremmo riuscite a sopraffarlo."

"Inutile piangere sulle bistecche cadute, Lauretta." disse Julia - e Florinia mormorò tra sè che l'espressione giusta avrebbe dovuto essere tutt'altra... - "Quello che dobbiamo fare adesso è organizzare una bella spedizione di salvataggio! Allora... che ne dite, sappiamo dove quei delinquenti tengono i nostri compagni?"

"Credo... che li abbiano portati alla vecchia sede della Yureyu Corporations..." disse Saphira, ancora un po' frastornata dalla scarica elettrica che aveva ricevuto poco prima. "Ascoltatemi... è una situazione critica, questo è vero, ma possiamo ancora uscirne bene, se agiamo con rapidità e decisione. Intanto, vi basti sapere che Cain, Vittoria e i nostri compagni di Hoenn sono riusciti a raggiungere l'isola di Apofillide, quindi almeno questo è un punto a nostro favore."

"Come mai la vecchia sede centrale della Yureyu Corporation?" chiese Amaria corrugando la fronte. "Non mi sembra esattamente un luogo dove passerebbero inosservati."

"Si sentono talmente sicuri di sè, che credono di avere già la vittoria in pugno. Ma noi gli mostreremo il contrario!" rispose bruscamente Saphira, sbattendosi un pugno sulla mano. "Ascoltatemi, dobbiamo fare in fretta, prima che quei dannati riescano ad estorcere loro delle informazioni su dove teniamo l'Anellorubino, la Collanasmeraldo e il Braccialezaffiro. E salvare anche gli ostaggi, finchè siamo in tempo."

"E come possiamo fare, Saphy?" chiese Julia. "Voglio dire... anch'io sono ansiosa di far saltare in aria il Team Meteora e il dottorastro, ma non credo che sarà tanto facile attaccarli e coglierli di sorpresa. Anche se si sentono sicuri di sè, non ci renderanno certo il compito facile."

"Ci stiamo già pensando..." disse Pietro, passeggiando nervosamente per la sala sfregandosi la fronte con una mano...

"Hah! Il nostro amico Pietro sta pensando! Questo sì che è un evento da ricordare!" esclamò con feroce sarcasmo Fern. Anche il fatto che i suoi compagni fossero in una situazone così difficile faceva ben poco per smorzare il suo caratteraccio.

Pietro gli gettò un'occhiataccia. "Al contrario di certe persone, il sottoscritto ha altro da fare che fare battute cattive sui suoi compagni quando altri sono in pericolo!" esclamò. "Comunque... Miss Saphira, ha già un'idea di cosa fare? Non possiamo certo caricare a testa bassa!"

"Certo che possiamo, se ci portiamo dietro un vagone pieno di Voltorb ed Electrode!" esclamò Julia. "Andiamo là da quelle carogne del Team Meteora e... BOOM! Facciamo saltare tutto in aria!"

"Con il risultato che gli ostaggi rischieranno di rimanere coinvolti." affermò Florinia.

Julia reagì mettendo le mani dietro la nuca e mostrando la lingua con fare sbarazzino. "Buuu. Sei una guastafeste, Flo." commentò. "Ma hai ragione, scherzi a parte. Credo che questo sia il momento di essere seri... e di concentrarci su come fare a far saltare in aria quei tipacci!"

Laura cominciò a pensare, decisa a fare qualcosa per rimediare alla magra figura che a suo dire aveva fatto in precedenza. "Hmm... forse ho un'idea. Se riuscissimo ad avere anche una piantina della ex-sede centrale della Yureyu, allora forse... avremmo una possibilità di coglierli di sorpresa!"

Florinia si aggiustò gli occhiali, senza cambiare espressione. "Istruzioni ricevute e aggiunte al registro. Esecuzione immediata." affermò con il suo ormai solito tono piatto. Poi, si diresse verso il suo laptop, ancora aperto ed acceso su un tavolo vicino. Amaria diede un'occhiata alla ragazza con gli occhiali, e sospitò, tornando con la mente ai loro giorni all'Accademia Onice... quando ancora sembrava che il legame tra le quattro amiche sarebbe rimasto solido per sempre...

Saphira tirò un piccolo sospiro tra sè. Almeno potevano contare su Florinia, che per quanto non fosse esattamente la persona più socievole del mondo, almeno sapeva dove cercare...

 

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La vecchia sede centrale della Yureyu Corporations era una volta un luogo di un certo livello... quello che ci si poteva aspettare dalla sede di un'importante compagnia specializzata in tecnologie avanzate e ricerche in vari campi della scienza. Si trattava di un palazzo su vari piani, ognuno dei quali era popolato di uffici, laboratori e corridoi eleganti, e frequentato da lavoratori, ufficiali e personale addetto che si avvicendava in quel luogo così all'avanguardia. Era lì che a Reborn venivano sviluppate nuove tecnologie e nuove invenzioni... ma ora, grazie ai cataclismi che si erano abbattuti sulla grande metropoli, di essa non era rimasto che un palazzo vuoto e decadente, che si stagliava in maniera quasi macabra contro il cielo grigio piombo di Reborn City...

E in quel momento, all'interno delle sale abbandonate del grande edificio, il Team Meteora, guidato da Sirius e dal Dr. Connal, stava facendo la guardia ai prigionieri che avevano catturato nella loro spedizione nei sotterranei di Reborn City. Molti di loro erano stati rinchiusi in alcune celle, ottenute riadattando alcune stanze abbandonate... e in quel momento, numerosi dei bambini e dei ragazzi dell'orfanotrofio erano seduti sul pavimento della stanza, in mezzo a polvere e stracci, in un cupo silenzio interrotto soltanto dai lamenti e dai pianti di qualche bambino più piccolo.

"Non è giusto..." mormorò Anna, disegnando dei cerchietti sul pavimento con il dito indice. La bambina dai capelli neri teneva sotto un braccio il suo Jirachi di peluche, come se fosse il suo salvagente in mezzo ad una tempesta. "Eravamo appena riusciti a fuggire da quel postaccio, e invece eccoci qui, di nuovo in gabbia... anche Nostra dice che è molto dispiacuto..."

Noel, il fratello gemello di Anna, restò seduto sul materasso sdrucito che il Team Meteora aveva messo sul terreno come giaciglio improvvisato, tenendo accanto a sè il suo Clefairy di peluche. Il bambino dai capelli neri non sembrava interessato ad esprimere la sua opinione su quanto stava accadendo, ma anche lui era privatamente molto preoccupato per quello che stava succedendo, e si chiedeva se mai la resistenza sarebbe riuscita ad organizzare un tentativo di salvataggio... tanto più che non sapevano neanche dove il Team Meteora aveva portato Charlotte, Heather e Shelly. Aveva comunque il brutto presentimento che le sue amiche fossero state portate dal Dr. Connal, e che adesso stessero ricevendo le sue famigerate cure di elettroshock. L'atmosfera che regnava in ciò che restava della sede centrale della Yureyu Corporation poteva solo essere definita tetra...

"Noel... hey, Noel, fratellino, tu e Nomos cosa pensate?" chiese Anna, scuotendo la spalla a Noel per scuoterlo dai suoi pensieri. "Che cosa ci faranno quelli del Team Meteora? Verranno i nostri amici a salvarci prima che questo accada, vero?"

"Non lo so, Anna... non so se riusciranno ad introdursi in questo posto e sconfiggere il Team Meteora, con quel Sirius in giro." disse Noel. Anna storse il naso, apparentemente indecisa su cosa pensare... poi, senza un motivo apparente, la bambina sfoderò un sorriso smagliante e accarezzò il Cleffa di peluche sulla testa.

"Nomos ha ragione! Verranno di sicuro a salvarci! Io... comincio già a vederli che si avvicinano! Non vedi anche tu il drago che si avvicina per mangiarsi quelli del Team Meteora?" esclamò allegramente, nella sua solita maniera un po' stravagante... e una volta di più, Noel cominciò a chiedersi se forse sua sorella non aveva davvero bisogno di qualche cura di elettroshock in più... Certo, se non altro, adesso era un po' più facile capire di chi stesse parlando. Il drago si riferiva molto probabilmente a Saphira, la leader della resistenza...

"Io non vedo nessun drago, sorellina... ma come vuoi tu." affermò Noel, permettendosi un piccolo sorriso, che riuscì perqualche attimo a dare un po' di leggerezza ad una situazione così opprimente. Sentì alcuni dei bambini più piccoli che strillavano e si lamentavano... e una delle reclute del Team Meteora che gridava loro dietro per farli stare zitti.

"Speriamo solo che arrivino in tempo..." disse tra sè Noel, stringendo a sè Nomos. "Non oso pensare aquello che Heather, Shelly e Charlotte stanno passando in questo momento..."

 

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Se avesse potuto salire le scale e raggiungere il piano superiore, Noel si sarebbe reso conto di quanto terribile fosse la realtà dei fatti - senza i loro Pokemon, Heather e Shelly non potevano fare altro che cercare come potevano di resistere... e il dottore aveva deciso che, in un modo o nell'altro, sarebbe riuscito a vincere la loro resistenza.

"Ugh... lasciami andare immediatamente, dannato! Cosa vuoi farmi? Vuoi darmi di nuovo qualche scarica elettrica, eh, razza di sadico?" esclamò Heather, cercando di divincolarsi mentre veniva trascinata verso un tavolo posto al centro di quella che fino a pochi mesi prima sarebbe dovuta essere una sala riunioni... e non c'era bisogno di una gran fantasia per immaginare cosa aveva intenzione di fare lo psichiatra criminale...

"Sto facendo quello che è più giusto per te, Heather." rispose con terribile convinzione il Dr. Connal, fissando il suo sguardo d'acciaio sulla bambina dai capelli fucsia. Il suo Lanturn e il suo Raichu stavano tenendo d'occhio Shelly, impedendole di andare ad aiutare la sua amichetta - e anche se avesse potuto, la piccola esperta di Pokemon Coleottero non avrebbe potuto fare granchè ora che le erano state sequestrate le Pokeball. "Tu ti ostini a negarlo, ma il tuo passato ha fatto in modo che tu subissi un trauma emotivo... e questo ti rende un pericolo per te stessa, e anche per gli altri. E' mio dovere fare in modo che le tue turbe psichiche vengano tenute sotto controllo, in modo che tu possa rinserirti nella società e avere un avvenire sicuro."

"Lasciami! Lasciami subito, brutta testa di cavolo!" esclamò Heather. Stava cercando di sottrarsi alla presa con cui il Dr. Connal le teneva il polso, ma il medico criminale era troppo più alto e più forte di lei.

"Per... per favore, Dr. Connal, la smetta! Non si rende conto che sta facendo del male ad Heather... e a tutti questi bambini?" esclamò Shelly, anche se immaginava che se finora tutti questi richiami al buon senso non avevano avuto effetto... era difficile che lo avessero ora.

Connal si fermò, sempre tenendo stretto il polso di Heather... e la bambina dai capelli fucsia cercò di liberarsi dando un morso alla mano dello psichiatra, senza successo prima che il suo Raichu le tirasse uno schiaffo con lasua lunga coda a frusta. "Ammetto che le mie sono delle terapie d'urto. Di questo non faccio mistero." rispose. "Ma è necessario. Non posso permettere che dei bambini che ancora soffrono di traumi psichici vadano in giro per Reborn. Lo sto facendo per voi, anche se non pretendo che lo capiate. Un giorno, quando sarete più grandi e maturi, sono sicuro che rifletterete sulle terapie a cui vi ho sottoposto, e mi ringrazierete per avervi salvato la vita!"

"Vecchio pazzo! Non crederai davvero che... ci beviamo le tue fandonie, vero?" ringhiò Heather.

Shelly guardò per terra. Le dispiaceva dover giocare questa carta, ma a quel punto, tanto valeva fare un tentativo. "C'entra... c'entra per caso quella Elizabeth Connal di cui ho visto la tomba al cimitero di Reborn City?" chiese, cercando di tenersi pronta per qualsiasi risposta o reazione.

Il dottore sembrò paralizzarsi per un secondo, anche se la sua espressione dura e gelida non cambiò nemmeno per un istante. Lentamente, si voltò verso Shelly, guardando dritto negli occhi la bambina. Anche Heather, malgrado tutto, volse la sua attenzione al nome che Shelly aveva pronunciato, curiosa di sapere cosa volesse dire la sua migliore amica... e il Raichu di Connal strizzò un occhio, evidentemente sapendo qualcosa in più su cosa volesse dire quel nome per il suo allenatore.

"Come fai a sapere di Elizabeth?" chiese Connal con disarmante semplicità.

"Dove... dove hai letto questo nome, Shelly?" chiese stupita Heather.

Shelly si schiarì la voce. "Un giorno... pochi giorni fa... siamo state, ehm... al cimitero di Reborn City... e io... ehm... ho... ho visto una tomba sulla quale c'era scritto quel nome! Ho... ho subito pensato a lei, che in qualche modo potesse... potesse avere a che fare con lei..."

Connal restò in silenzio per qualche istante, e Shelly si preoccupò di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato. Poi, riprese a parlare, con solennità. "Elizabeth era mia sorella maggiore." rispose. "Quando ero piccolo, ero molto legato a lei. Era una ragazza di grande sensibilità e intelligenza... forse troppa, per il suo animo fragile. Facevamo tutto assieme... allenare i Pokemon, studiare, passeggiare per Reborn City... lei era la mia migliore amica, e sapevo che avrei sempre potuto contare su di lei."

"Raichu..." mormorò il suo Raichu, uno dei pochi ad essere a parte del segreto di Connal e di cosa per lui volesse dire rievocare il suo passato.

"Qundo avevo diciotto anni, le cose hanno cominciato a cambiare." disse Connal. "Elizabeth ha cominciato a soffrire di depressione. Lentamente ma inesorabilmente, lei perse la gioia di vivere che aveva sempre avuto, e finì per isolarsi sempre di più. Ogni nostro tentativo di riconnetterci con lei fallì, e nemmeno le cure psichiatriche a cui cercammo di farl sottoporre ebbero l'esito sperato. Rimaneva uno spiraglio... la cura all'elettroshock, che allora era ancora in fase sperimentale. Ma ci scontrammo con la burocrazia... non ci venne dato il permesso di ricorrere a questa terapia, in quanto era considerata troppo pericolosa."

Il modo di fare stoico di Connal si incrinò, e il medico strinse una mano a pugno in segno di rabbia. "Pericolosa. Hah! Hanno un bel dire, quegli scribacchini! Loro non sanno cosa vuol dire lavorare con persone malate. Tentare l'impossibile per salvare loro la vita... e poi dover dire alle loro famiglie che non ce l'hanno fatta!" ringhiò, per poi calmarsi in maniera improvvisa e quasi stridente. "Elizabeth si tolse la vita pochi giorni dopo. Tutto quello che avevamo fatto io e la mia famiglia per salvarla fu inutile. Se solo qualche idiota che pensava soltanto ad obbedire alla lettera alle sue disposizioni non si fosse messo di mezzo... allora forse lei si sarebbe potuta salvare!"

Heather era ammutolita. Non immaginava che il Dr. Connal avesse subito un'esperienza così traumatica, e pur non avendolo certo perdonato per quello che aveva fatto a lei e ai suoi amici... doveva ammettere che cominciava a provare un po' di compassione per lui.

"Così, feci un giuramento a me stesso." continuò Connal. "Giurai che non avrei mai permesso che nessun altro soffrisse come Elizabeth. Con l'uso della terapia all'elettroshock, avrei potuto salvare innumerevoli bambini e ragazzi dal destino che è toccato a lei... e avrei fatto in modo che nessuno mi impedisse di fare la cosa giusta per loro! E' stato difficile, di questo non voglio fare mistero. Ho dovuto studiare duramente per potermi finalmente laureare come psichiatra. Ma ora sono qui, alla direzione di un rinomato orfanotrofio che salva i bambini dalla strada e dalla disperazione. E tramite la mia cura all'elettroshock, potranno guarire dalle loro nevrosi e tornare ad essere felici. Il Team Meteora è un male minore e necessario, al fine di raggiungere il mio scopo di aiutare tutte quelle persone. Sono stati loro a finanziarmi e a coprire certe mie attività che avrebbero dato fastidio ai benpensanti. E grazie a loro, sarà possibile istituire un nuovo ordine - un nuovo mondo, una società più giusta dove tutti gli uomini faranno le scelte migliori per sè stessi e per l'ambiente che li circonda."

"Lanturn! Lanturn!" esclamò il Lanturn del medico, applaudendo con le sue corte pinne anteriori. Raichu restò invece tranquillo, senza sbilanciarsi, limitandosi ad annuire tristemente davanti alla spiegazione di Connal. Heather e Shelly ebbero come l'impressione che la versione evoluta di Pikachu non fosse del tutto convinta di quello che aveva detto il suo allenatore.

Shelly si portò una mano alle labbra, non del tutto sicura di cosa dire... ma sicura che per quanto potesse comprendere i sentimenti di Connal, il suo modo di fare non fosse quello giusto. "Dottore... io non posso dire di avere la sua esperienza... voglio dire, ho solo dodici anni... e certo non ho avuto una vita così difficile, se... se devo essere... onesta." affermò, inciampando su alcune parole. "Ma... ma non credo che... ecco... non credo che lei stia veramente facendo del bene... in questo modo... Lei... non sta facendo altro che... che... aiutare il Team Meteora... a raggiungere i loro scopi... Sta... facendo del male ad altre persone che... che non hanno fatto niente... Io... non credo che sua sorella... vorrebbe questo... E... e lo dico perchè... perchè anch'io ho... un fratello maggiore... a Johto, ad Azalina, dove sono nata..."

"Hai detto bene, piccola Shelly. Non hai la mia esperienza." affermò Connal. "E non hai passato quello che ho passato io. Il che significa che non ho nessun obbligo di ascoltare quei consigli che ingenuamente tu mi offri, credendo di capirne di più. Ti ricordo che il rapporto che c'è tra me e voi, è quello di dottore e pazienti. E i pazienti devono attenersi a quello che il dottore prescrive!"

"Cosa? Ma allora lei non... non ha capito quello che volevo..." cominciò a dire Shelly, prima che il Lanturn del Dr. Connal decidesse che la bambina dai capelli lavanda aveva parlato abbastanza. Storcendo il naso, il pesce elettrico toccò la schiena di Shelly con la sua appendice luminosa, e le trasmise una breve ma dolorosa scarica elettrica che le tolse le forze e la fece cadere a terra con un grido di dolore. La bambina si contorse a terra per un attimo, prima di restare faccia a terra con il fiato corto...

"Shelly!" esclamò Heather, facendo per correre dalla sua amica prima che il Dr. Connal le afferrasse un polso, stringendo al punto da farle quasi male. "Ah! Mollami, dottore da strapazzo! Non posso credere che fino ad un attimo fa stavo cominciando a rivalutarti! Cosa vuoi fare alla mia amica?"

"Anche lei ha bisogno di aiuto e supporto psicologico per superare i suoi problemi sociali." affermò Connal. "Anche lei sarà sottoposta alla mia speciale terapia all'elettroshock. Ma la mia priorità sei tu, Heather. Vieni, cominciamo la sessione."

"No! No! Mollami subito! Mollami..." cercò di protestare Heather, prima che il Dr. Connal la trascinasse verso il tavolo e le costringesse a sedersi su di esso.

"Ora ancorati saldamente, Heather. Perchè potrebbe farti un po' male." disse, un attimo prima di lasciare la presa... e consentire al suo Raichu di trasmetterle una dolorosa scarica elettrica!

"AAAAAH!" la bambina gridò per l'improvviso dolore e si accasciò sul tavolo, facendo qualche movimento involontario per la scarica elettrica. "M-maledetto... d-dottore... io ti... io ti..."

"Un giorno mi ringrazierai, Heather." sentenziò Connal. "Questa terapia ti impedirà di finire come Elizabeth. Continua pure, Raichu."

"Raichu..." mormorò il Pokemon Elettro, caricando di nuovo le guance prima di lanciare un'altra scarica ad Heather...

"N-no... Heather..." mormorò Shelly, cercando di trascinarsi verso la sua amica nonostante la scarica elettrica l'avesse lasciata stordita e confusa...

 

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Una serie di potenti colpi scossero il manichino da allenamento che Blaziken aveva davanti a sè - un pugno di destro, poi uno di sinistro, una doppietta di destro... e infine un devastante pugno dal basso verso l'alto che quasi staccò la testa del fantoccio dal collo! Il Pokemon Fuoco/Lotta, tirando un sospiro, si allontanò un po' dal suo bersaglio per rilassarsi, e diede una rapida occhiata a quello che stavano facendo i suoi compagni di squadra - anche loro, per fortuna, sembravano stare cavandosela bene nei loro allenamenti. La Mothim di Hitomi si stava allenando a schivare una raffica di attacchi Psicotaglio da parte dello Absol di Drew, mentre il Bibarel e lo Spinda di Ortilla stavano cercando di allenarsi con Alty stessa, evitando i suoi attacchi e cercando di risponderle con i loro attacchi più potenti. La graziosa Pokemon Drago/Volante sbatteva freneticamente le ali, cercando di incoraggiare i suoi compagni di squadra a fare del loro meglio.

"Spin, spin... Spinda!" esclamò Spinda, cominciando a volteggiare sul posto come una trottola, ed eseguendo uno stravagante quanto spettacolare passo di danza. Alty si fermò per un istante di troppo a guardarlo... e nonostante i suoi sforzi per resistere, si ritrovò confusa e disorientata!

"Altaria..." mormorò, atterrando in modo da avere maggiore stabilità e portandosi un'ala alla testa in modo da smorzare le vertigini. Quella Strampadanza era stata una mossa molto efficace... Anche se lei era più esperta di Spinda, era comunque rimasta vittima dei suoi effetti...

Sfortunatamente, lo stesso si poteva dire di Bibarel, che ora stava barcollando a fianco di Spinda, tenendosi la testa tra le zampe anteriori e spazzando l'aria dietro di sè con la sua buffa coda a paletta!

"Venusaur..." mormorò il Venusaur di Vera scuotendo la testa. Non si trattava di una mossa molto efficace da usare in battaglia, a meno che Ortilla e Spinda non trovassero un modo di farla funzionare senza colpire anche i Pokemon che stavano dalla loro parte. La Pokemon Erba/Veleno si voltò verso Blaziken, che ora stava provando un kata, sferrando una serie di pugni in aria prima di rimettersi in una posizione di meditazione. "Venusaur, venu venusaur?" chiese, rivolta allo starter di Vera.

Blaziken prese un bel respiro e si voltò verso Venusaur per rispondere alla sua domanda, guardando di sfuggita il pugno destro. "Blaz blaziken..." affermò con un cenno di assenso. Sembrava soddisfatto di quello che era riuscito a fare, almeno per il momento. Eppure, in cuor suo, aveva l'impressione che non sarebbe stato sufficiente per raggiungere quella forma Mega di cui tanto sentva parlare... e che, nonostante tutto, ancora non era sicuro di comprendere bene.

Il Pokemon simile ad un galletto fiammeggiante prese nel pugno artigliato la Megapietra che ormai da diversi giorni aveva tenuto al collo, senza mai spiegarsi come fare ad attivarla. "Blaziken... blaz blaz..." affermò, pensando a quanto fossero cambiate le cose da quando lui e Vera si limitavano a viaggiare per Hoenn assieme ad Ash, Pikachu, Max, Brock e tutti gli altri Pokemon. Allora, si trattava semplicemente di partecipare alle gare, ottenere i fiocchi che servivano per qualificarsi per il Gran Festival, ed assistere Ash nella sua ricerca. Certo... c'era stato il problema del Team Idro e del Team Magma, ma si era risolto senza problemi... invece adesso, la posta in gioco era altrettanto alta, ma il problema era molto più complesso. Ormai, Blaziken poteva dire con sicurezza che nulla era più come prima, e che anche se fossero riusciti ad avere la meglio sul Team Meteora, per loro e per i loro compagni umani sarebbe cambiato tutto.

Il Butterfree di Drew e la Beautifly di Vera volteggiarono abilmente attorno alla sala, eseguendo una serie di spettacolari avvitamenti mentre si scambiavano colpi tremendi, e Blaziken distolse la sua attenzione dalla Megapietra per guardare per un attimo i due Pokemon farfalla. Ad un certo punto, durante l'avvitamento, Butterfree scagliò uno Psicoraggio che minacciò di travolgere Beautifly... ma quest'ultima schivò agilmente e rispose con un Aerasoio, chiudendo le ali davanti a sè, e poi aprendole di colpo per scagliare una raffica di vortici in miniatura che raggiunsero Butterfree facendolo barcollare e scendere di quota all'improvviso! Il Pokemon farfalla emise un'esclamazione di sorpresa e dolore, ma riuscì a restare in quota, e rispose con un attacco Ventargenteo, scagliando dalle sue ali una raffica di raggi di luce argentata che colpirono Beautifly in più punti! Non era stato un attacco molto efficace, ma la Pokemon farfalla di Vera era stata colpita in punti sensibili, e perse quota sensibilmente.

"Fly, fly!" esclamò, rimettendosi rapidamente in guardia e lanciandosi di nuovo all'attacco. Era decisa anche lei a fare del suo meglio per diventare più forte ed affrontare il Team Meteora... e anche se non avrebbe avuto la possibilità di ottenere una forma Mega come Blaziken, questo le avrebbe impedito di impegnarsi al massimo! Blaziken e Venusaur sorrisero tra sè, contenti di vedere che per Beautifly e Butterfree, tutto era molto più facile. Loro non perdevano certo tempo a complicarsi la vita con pensieri troppo complicati...

"Sceptile!" esclamò lo Sceptile di Hitomi, battendo le mani per richiamare l'attenzione. Lui e lo Swampert di Max si erano allenati tra loro per un po', e adesso si erano presi un attimo di pausa, mentre attorno a loro tutti i Pokemon di Max ed Hitomi continuavano febbrilmente ad allenarsi. "Sceptile?"

"Venus venusaur!" esclamò la Venusaur di Vera, con convinzione. Blaziken si rimise a posto la Blazikenite, e guardò in direzione di Swampert e Sceptile, per dire che era pronto a riprendere gli allenamenti. Un po' più lontano, lo Absol di Drew, che era stato impegnato ad allenare la Mothim e il Walrein di Hitomi fino a quel momento, annuì con decisione, poi guardò fuori dalla finestra della stanza dove si stavano addestrando.

Nel cortile del monastero, si trovavano i loro allenatori, vestiti con le divise degli allievi del monastero, seduti a gambe incrociate in un grande spiazzo aperto dove la sensei Kiki stava facendo la sua lezione di meditazione...

 

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"Concentratevi... e non pensate a nulla. Non pensate al mondo esterno. Cancellate ogni preoccupazione, e domate il caos che si agita all'interno di ciascuno di noi."

Vera riusciva a sentire le parole di Kiki riverberare nella sua mente, mentre la sensei del Monastero Apofillide cdava ai suoi allievi la sua ormai solita lezione. Con il suo Medicham seduto al suo fianco, e Vittoria ad affiancarla, la maestra di arti marziali stava seduta come un bonzo nel bel mezzo della grande piazza, nella classica posizione del loto.

Accanto a Vera, anche Max, Hitomi, Drew, Ortilla e Cain stavano meditando... o almeno, stavano cercando di farlo. Non era molto facile per loro entrare nella forma mentale che serviva per la meditazione... i loro pensieri andavano da altre parti, impedendo loro di raggiungere quello stato di vuoto mentale che Kiki intendeva...

"Ricordate. Non lasciate che i vostri problemi interiori complichino ulteriormente ciò che accade attorno a voi... e allo stesso tempo, non lasciate che il vostro attaccamento al mondo materiale turbi la vostra quiete interiore." affermò la sensei. Vera cercò di seguire i consigli dell'insegnante, cercando di non pensare ad altro che a quello chestava dicendo...

"Cavolo, ma è difficile..." affermò Max. "Come farà questa lezone di yoga a renderci abbastanza forti da affrontare Lord Solaris e gli altri del Team Meteora?"

Una serie di esclamazioni infastidite interruppero l'atmosfera di meditazione e contemplazione che si era da poco stabilita... e Max strinse i denti con fare imbarazzato, rimproverandosi per non essere riuscito a trattenersi. Capendo che almeno per quel tentativo, la sua concentrazione era ormai rovinata, Vera si sciolse dalla posizione del loto in cui si era messa, e tirò un sospiro, massaggiandosi la nuca.

"Grazie mille, Max. Mi ci voleva proprio, questa interruzione." affermò Hitomi, sgranchendosi un po' la schiena mentre si rimetteva in piedi. Il gruppo di amici indossava ora le divise da arti marziali dell'accademia, che consistevano in un corpetto nero con dei calzoncini attillati dello stesso colore, con sopra una corta karategi senza maniche, legata in vita da una cintura bianca. Ognuno di loro indossava inoltre un paio di scarpe nere simili a pantofole, il tutto fatto in modo da permettere a ciascuno di loro la massima libertà di movimento.

Certo, questo non aveva aiutato Max a concentrarsi...

"No, no. Così non ci siamo." disse Kiki, alzandosi dal suo posto assieme al suo Medicham, ed avvicnandosi al giovanissimo aspirante allievo. "Cosa succede, giovane Max? Mi sembra che le tue preoccupazioni e le tue ansie stiano creandoti dei problemi."

"Scusi, sensei Kiki... è vero, non sono molto concentrato." disse il ragazzino con gli occhiali. "Chiedo scusa per aver disturbato la concentrazione degli altri... è che sono preoccupato per quello che sta succedendo a Reborn. Mi chiedo che cosastia succedendo ai nostri amici."

"Se devo essere sincera, maestra Kiki... condivido l'ansia di Max." affermò Vittoria, mentre Cain faceva a Max un cenno con la testa per dirgli che non c'era bisogno di dispiacersi. "Stai tranquillo, Max, è normale, le prime volte che si prova a meditare. Non è molto facile ignorare tutto ciò che ci accade attorno. E ciò che sta accadendo ai nostri amici in questo momento. Maestra Kiki... non sa per caso com'è andata a Charlotte, Pietro e agli altri?"

Kiki e il suo Medicham strinsero gli occhi, evidentemente non approvando molto il comportamento di Vittoria... che però non si fece dissuadere, e continuò con le sue domande. "Maestra Kiki, per favore! Io devo sapere cosa è successo? Sono al sicuro? O sono caduti in qualche tranello del Team Meteora? Se... se è così, allora dobbiamo subito tornare indietro ad aiutarli!"

"Medicham!" esclamò il Pokemon di Kiki, scuotendo la testa per dire che non era quello il modo giusto di reagire. Cosa sulla quale anche Kiki era d'accordo: la sensei fissò la sua allieva con uno sguardo severo, che fece in modo che Vera e i suoi compagni tenessero per sè ogni risposta avessero in mente.

"Questo è sempre stato il tuo problema, Vittoria. Non ti ricordi quante volte te l'ho fatto notare? Ma mi sembra che tu non te ne renda ancora conto." affermò Kiki. "Non riesci a vedere l'insieme delle cose. Tu pensi semplicemente a fare del bene nell'immediato. Questo ti fa onore... ma non hai il concetto di male necessario. E in questo caso, anche se fosse davvero successo qualcosa ai nostri compagni della resistenza, il nostro compito sarebbe di stare qui, finchè Vera e i suoi compagni non sarano degni di ricevere il Megacerchio che permetterà loro di ottenere la Megaevoluzione. Senza quello, non potete sperare di vincere contro il Team Meteora."

"Ma..." cercò di obiettare Vittoria, anche se si rendeva conto che Kiki aveva la sua buona parte di ragione. "Va bene, sensei Kiki... ma io mi chiedo come possiamo salvare Reborn, se non ci muoviamo neanche per salvare i nostri amici..."

"Aspetta, Vittoria. La sensei ha ragione." la interruppe Max, mettendole una mano sulla spalla. La giovane dai capelli neri guardò stupita verso il ragazzino di Hoenn, e guardandolo dritto negli occhi, si rese conto che non stava dicendo quella cosa alla leggera - anche lui era ansioso per la sorte di loro compagni, ma si rendeva conto che in quel momento, per quanto gli dispiacesse ammetterlo, doveva pensare a qualcosa di più importante. "A volte... a volte temo che sia necessario fare un sacrificio per un bene maggiore. E poi, sono sicuro che Amaria e gli altri non abbiano bisogno di noi che gli facciamo da babysitter. Hai visto anche tu, vero, come Amaria ha affrontato Lord Solaris? Sono sicuro che se la caveranno."

Con un po' di riluttanza, incoraggiata anche dal Medicham di Kiki che le faceva cenno di non pensare troppo a queste cose, Vittoria sospirò e ritornò al suo posto. "Va bene... chiedo scusa, mi sono lasciata prendere la mano un po' troppo..." affermò.

Kiki fece un piccolo sorriso, pensando che fosse il caso di dare una buona notizia alla sua migliore allieva in modo da tirarla un po' su di morale. "Se ti può interessare... Cal è tornato dal suo viaggio, e al momento è in meditazione al Picco Apatite! Se uno di questi giorni vuoi passare a salutarlo, sono sicuro che aprezzerà molto!" affermò.

Si sentirono alcune voci di sottofondo. Evidentemente, il fatto che Vittoria provasse dei sentimenti per questo Cal non era esattamente un segreto.

"Ah... dice davvero, maestra Kiki?" esclamò Vittoria, illuminandosi in viso e al tempo stesso diventando rossa come un pomodoro. "Beh... questo... questo mi fa... molto piacere, certo! E... si tratterrà... qui a lungo? Non... non lo chiedo per una questione personale, sia ben chiaro..."

Drew alzò gli occhi al cielo e ridacchiò tra sè. Certo, come no. Lo chiedeva soltanto per curiosità. Senza dubbio.

"Tranquilla, mia giovane allieva." disse la sensei, accarezzandola sulla testa e scompigliandole i capelli. "Cal ha intenzione di restare qui abbastanza a lungo. Più che abbastanza affinchè tu possa andare a fargli visita. Anzi... suggerirei anche a Vera e agli altri di fargli visita. Sono sicura che potrebbero imparare molto da lui. Ora forza, riprendiamo la meditazione... dopo, ci saranno gli esercizi veri e propri, e quelli sì che vi faranno sudare!"

"Oh mamma..." pensò Vera, rimettendosi nella posizione in cui era poco prima. "Allora immagino che dovrò godermi questi momenti di calma finchè durano..."

Ortilla chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi e cancellare ogni pensiero dalla sua mente, augurandosi di sfuggita che Alty e gli altri suoi Pokemon stessero andando meglio di lei...

 

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Nel frattempo, in un nascondiglio del Team Meteora...

"Capisco. Ottimo lavoro, Sirius. La resistenza, a questo punto, si trova con l'acqua alla gola." disse Lord Solaris, non appena il suo sottoposto gli ebbe fatto rapporto dell'operazione e di come fosse finita. "Tienti pronto ad accoglierli quando si presenteranno. Sai bene che anch'io avrei problemi ad affrontare un'allenatrice del calibro di Saphira... e non si lascerà incantare due volte dallo stesso trucco."

"Lo so bene, Lord Solaris." rispose Sirius dallo schermo davanti al suo superiore. "Faremo in modo che cadano dritti in trappola, e che Saphira non possa più nuocere. Tolta di mezzo lei, la resistenza sarà decapitata, e non ci sarà più nessuno in grado di opporsi alla nostra missione... per quanto riguarda quei mocciosi che sono riusciti ad arrivare ad Apofillide, come ci regoliamo?"

"Tutto calcolato, Sirius. Loro credono di essere al sicuro, e noi, almeno per il momento, glielo lasceremo credere." disse Solaris con tutta calma. "Zel. Come procede il PULSE-Camerupt?"

A fianco di Lord Solaris, il misterioso scienziato dalla personalità multipla si inchinò e parlò con la voce della sua personalità maschile. "Stiamo ultimando ogni cosa, mio signore. Ci vorranno alcuni giorni, ma ogni possibile punto debole sta venendo individuato e corretto." affermò. "Non appena sarà pronto, potremo scatenare la sua potenza sul Monastero Apofillide."

"Eccellente." rispose Lord Solaris con un sottile sorriso sul suo volto segnato dalle rughe. "Hai sentito anche tu, Sirius. Tra non molto, anche Kiki e quei ragazzini di Hoenn saranno storia passata, grazie al nostro PULSE-Camerupt. Tutto quello che dovremo fare sarà evitare che la Collanasmeraldo di Ortilla venga sepolta dalla lava. E per questo, so già cosa fare. Non è così, Blake?"

"Assolutamente sì, Lord Solaris." rispose l'agente dai capelli bianco-azzurrini, che sembrava essere particolarmente soddisfatto di quanto stava per accadere. "E confesso che l'idea che abbiamo avuto per eliminare una volta per tutte quei fastidiosi insetti... mi lascia in trepidante attesa del risultato. Immagino che lei sappia già il perchè..."

"Non è una questione personale, Blake. Non renderla tale." lo avvertì severamente il suo superiore, con Zel che annuiva lentamente. Blake sghignazzò e alzò le spalle, non aggiungendo altro.

Sirius ghignò sinistramente a sua volta. "In tal caso, non dovrò fare altro che continuare a torchiare i nostri piccoli ospiti e attendere che la nostra amichetta Saphira venga a riprenderseli. Dopodichè... anche l'Anellorubino e il Braccialezaffiro saranno nelle nostre mani."

"Ci manca solo un elemento, la Tiarametista." disse Solaris. "E anche per quella, sarà solo questione di tempo. La vittoria del Team Meteora è ormai quasi un dato di fatto."

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Devo ammettere che è stato un capitolo un po' difficile da scrivere. A volte mi mancava l'ispirazione... e a complicare le cose si è messo il fatto che il mio computer si è guastato, e probabilmente dovrò comprarne uno nuovo. Se non altro, ho potuto usare il laptop di mio padre per continuare a scrivere, a fare i miei lavori, e a progettare le mie campagne di D&D e Pathfinder... XD

La parte dedicata al Dr. Connal è stata un po' critica per me. Nei forum del fangame, ho sempre avuto l'impressione che i fan del gioco lo giustifichino un po' troppo per quello che fa, quindi il mio scopo in questo capitolo era di far vedere che, per quanto abbia avuto un effettivo e comprensibile trauma nel suo passato, questo non rende meno sbagliato quello che sta facendo ai suoi piccoli pazienti. Il Dr. Connal *è* un pazzo, e cercare di fermarlo *è* la cosa giusta - il suo passato certo lo rende un personaggio più tragico, e può spiegare il motivo dei suoi comportamenti, ma certo non giustificarli.

Beh, questo è quanto, per adesso. Cercherò di aggiornare le mie storie il prima possibile... e chissà, magari adesso toccherà ad una di Digimon. A presto!

 

 

  
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