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Autore: Lady_Cassandra    02/09/2016    0 recensioni
Annalisa, originaria di una piccola cittadina del Lazio, abita a Roma, sull'Ostiense, insieme ai due coinquilini: Giusy, una sua amica d'infanzia, e Fabio, un vecchio collega dell'università.
Laureata in Marketing, è alle prese con il suo primo impiego presso una rinomata azienda di beni di prima necessità, ovvero carta igienica e rotoli di carta assorbente. Nulla di troppo entusiasmante, insomma.
Ed è così che la ragazza definirebbe la sua vita. Sempre alla ricerca di quello giusto e paragonata a Ted Mosby, la vita di Anna trascorre senza grandi novità finché..
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2 – Annalisa in “Una panchina per farli conoscere”
 
Di ritorno in ufficio, la nostra manager alle prime armi non faceva che fantasticare sullo sconosciuto del parco.
Lavora lì vicino? Era capitato nel parco per caso? O forse lo aveva sempre frequentato e lei non se n’era mai accorta?
No, non era possibile uno così lo avrebbe sicuramente notato. Forse aveva iniziato a lavorare lì da poco!
Erano queste alcune delle domande che affollavano la testa della giovane mentre leggeva distrattamente le mail che aveva ricevuto nel frattempo.
“Hai letto la mail di Paolini?” le domandò Luca fermandosi in piedi alle sue spalle. Paolini era il loro capo “virtuale”, residente nella cara vecchia Londra, a cui rispondevano di alcune iniziative che si svolgevano a livello di gruppo. Era una figura importante ma Annalisa lo aveva sentito solo parlare finora e Luca forse lo aveva visto in tutto tre volte.
Annalisa alzò lo sguardo verso di lui e si grattò la nuca, non ricordava minimamente quello che aveva letto anche se aveva appena visto l’email.
“Ha scritto che entro domani possibilmente dobbiamo inviargli il report della campagna online fatta il mese scorso su New Born” le ricordò lui mordicchiandosi il labbro per la preoccupazione.  
New Born era una nuova linea di pannolini eco-friendly lanciata di recente sul mercato. Il business dei rotoloni di carta assorbente da cucina era in leggero declino e data l’expertise dell’azienda e la possibilità di conversione di alcuni impianti si era pensato di immettere sul mercato un nuovo prodotto.
Essendo una linea da far conoscere al mondo delle mamme, l’investimento era stato piuttosto ingente e ora era il momento di verificare i risultati.
“Ci stai lavorando tu?” domandò poi il collega andando verso il proprio posto.
La ragazza annuì e recuperò al volo il file. Aveva iniziato a compilarlo con alcuni dati ma il report era ancora molto lontano da una conclusione degna di essere presentata ai piani alti.
“Mmm.. sì ma c’è parecchio da fare!” lo avvertì preferendo essere completamente sincera. “Avevo iniziato ma poi tremila cose da fare ed è rimasto in secondo piano. Non pensavo che avremmo dovuto presentarlo addirittura domani” provò a discolparsi, sapeva che Luca non gli avrebbe mai rimproverato nulla, anche perché non era prevista una consegna del report così repentina, ma le dispiaceva quando non riusciva a portare a termine il lavoro nel modo più soddisfacente possibile per tutti ma soprattutto rispettando i suoi standard, che tutto potevano essere considerati tranne che dalle poche pretese.
Come previsto, Luca non la rimproverò minimamente per quell’inconveniente, anzi si rese disponibile per aiutarla. “Ci mettiamo al lavoro insieme. Dividiamoci che facciamo prima poi assembliamo”
Il “poi assembliamo” significava che Annalisa avrebbe dovuto amalgamare tutta la presentazione perché sì, Luca a compilare tabelle di dati era bravo ma a renderle leggibili al resto della popolazione un po’ meno, invece Annalisa era in grado di semplificare i concetti, anche di una certa complessità, rendendoli comprensibili a chiunque.
Lavorarono in modalità no stop per il resto del pomeriggio separatamente e solo verso le sei si unirono per assemblare il tutto riuscendo a dargli una forma decente solo verso le sette di sera.
“Senti, Anna, lasciamo così! Abbiamo fatto pure troppo” la pregò l’altro dando un’occhiata veloce all’orologio.
“Sei in ritardo per gli allenamenti, eh?” gli chiese inarcando un sopracciglio divertita. Non era da lui lasciare un lavoro senza che quello rasentasse la perfezione, che come gli standard di Annalisa non era così facile da raggiungere.
“Esatto e comunque va bene, abbiamo riportato tutti i dati possibili quindi direi che è più completo” sentenziò con un tono così deciso che non lasciava spazio ad ulteriori repliche e dopotutto il capo era lui quindi perché mai controbattere?
La giovane fece spallucce e salvò in via definitiva il file nelle cartelle condivise. “Fatto” esclamò chiudendo la cartella, dopodiché diede un’occhiata sommaria alle mail che avrebbe visto il giorno dopo, così come anche Luca, e avviarono l’arresto del PC senza altri indugi.
 
Di ritorno a casa, i pensieri di Annalisa tornarono fissi sullo sconosciuto del parco. L’aveva colpita come non le succedeva da tempo. Ok, a voler essere sinceri, come non le succedeva da qualche mese.
“Chissà se lo rivedrò..” si domandava immaginando gli scenari dei loro prossimi incontri.
Mentre entrava in ascensore diretta verso il settimo piano fece un lungo sbadiglio, era stanchissima, quel report last minute l’aveva sfinita. Sperava che si sarebbe un po’ di pace in completa solitudine ma al solito qualcosa doveva rovinare i piani.
Non appena mise piede sul pianerottolo la musica a tutto volume colpì le sue orecchie svegliandola brutalmente.
“Eh no, eh! Anche oggi no” affermò infastidita. Non le importava nulla di chi fosse con Fabio ma oggi non esisteva che la disturbasse nel modo più assoluto.
Entrò in casa e buttò un urlo annunciando il suo arrivo. Fabio spense subito la musica e comparve nel corridoio lasciando la nostra protagonista perplessa: era vestito.
“Oi, sei tornata tardi..” osservò raggiungendola in soggiorno.
“Sì, sono stata impegnata fino a tardi con un report” spiegò velocemente e si buttò sul divano.
“Siamo da soli?” lo incalzò senza molti giri di parole e il suo coinquilino annuì ridendo.
“Oggi pausa” aggiunse con tono ammiccante. “Tu invece? Che mi dici?” le chiese poi.
Annalisa lo guardò per qualche secondo, socchiuse la bocca senza emettere alcun suono. Non aveva proprio nulla da raccontargli.
“Fa’ scusami” esordì infine. “Viviamo insieme, ti sembra che stia uscendo con qualcuno?”
Lui rise ancora e scosse la testa, come sospettava d’altronde. “Speravo che mi fosse sfuggito qualcosa”
“Speravi?” chiese leggermente stupita. Non pensava che la sua vita sentimentale e sessuale gli stessero a cuore.
L’altro fece spallucce. “Sì, insomma è da un po’ che ti vedo chiusa a casa. Dovresti uscire, Anna! Fare qualcosa…” continuò mentre si accendeva una sigaretta.
“Tipo?” domandò. Era così disperata che si era aperta pure ai suoi suggerimenti.
“Non lo so! Esci, bevi, perdi un po’ il controllo. Prova a scioglierti un po’, ecco. Magari scollati anche” concluse convinto di aver appena rivelato la soluzione ad ogni problema.
Annalisa inarcò un sopracciglio e sospirò a lungo. Era stata alquanto stupida a sperare in un consiglio decente. “Già, vedrò cosa posso fare” rispose e si alzò dalla poltrona, dopodiché diede la buonanotte al suo coinquilino e si chiuse in camera decidendo di vedere un film al PC in santa pace.
 
Al mattino si alzò stranamente di ottimo umore e prese a canticchiare Sofia di Alvaro Soler in uno spagnolo del tutto inventato mentre preparava la caffettiera.
Si sentiva positiva, cosa che non le succedeva molto spesso ma ogni tanto il buonumore le tornava e le si attaccava addosso rivelandosi anche contagioso. Un po’ come il raffreddore.
A dimostrazione dell’elevato livello di contagio arrivò Fabio che si unì alla coinquilina improvvisando una sorta di balletto.
“Stamattina che tieni?” le chiese assumendo un’espressione incuriosita quando smisero di cantare.
Annalisa ridacchiò facendo spallucce. “Non lo so ma secondo me oggi succede qualcosa di bello!” esclamò fiduciosa.
L’altro scosse la testa e le diede una pacca sulla spalla. “Stai ufficialmente uscendo fuori di testa” concluse.
Annalisa gli fece la linguaccia ricordandogli che fra i due non se ne salvava nessuno e a quel punto raccolse le sue cose e lo salutò.
Era arrivato il momento di andare a lavoro e oggi aveva un motivo in più per farlo: lo sconosciuto del parco.
 
Trascorse tutta la mattina a controllare in continuazione l’orario. Aveva deciso che sarebbe andata a pranzo allo stesso orario del giorno precedente.
Non voleva rischiare di non incontrare la sua ossessione perciò non appena l’orologio segnò le tredici, mandò in modalità stand-by il PC e si recò al parco.
Sbirciò subito tutte le panchine sperando di incontrarlo ma purtroppo ne restò delusa: non c’era.
Annalisa fece un sospiro e si sedette su una delle tante panchine libere. Quel giorno infatti il parco era praticamente deserto quindi c’era ampia scelta di panchine.
Aveva appena iniziato a mangiucchiare la sua insalata di pollo pensando alla presentazione che avrebbe dovuto tenere nel pomeriggio quando la stessa voce del giorno precedente la distolse dai suoi pensieri.
“E’ libera, vero?” domandò con tono cordiale il giovane rivolgendole un sorriso. Annalisa ancora scioccata dalla sua visione balbettò un “sì” e ricambiò il sorriso senza riuscire a toglierselo dalla faccia. Sembrerò un’ebete, pensò.
Lo sconosciuto afferrò il portapranzo che sporgeva leggermente dallo zaino e lo aprì. Ancora una volta aveva portato la pasta con il tonno. Non sapeva cucinare altro?
Annalisa iniziò a pregare tutti i santi che conosceva perché le rivolgesse la parola quel giorno. D’altra parte, considerando che vi erano diverse panchine libere, l’unico motivo che lo poteva spingere a sedersi sulla sua era un vago interesse.
“Oggi i nostri vicini non si fanno vedere” affermò all’improvviso mentre prendeva una forchettata di pasta.
“i nostri vicini?” domandò perplessa la ragazza.
Lui annuì e indicò con la mano la casa di riposo, dopodiché si affrettò a mandare giù le pennette e provò a spiegarsi meglio. “Solitamente i signori vengono qui a passeggiare anche perché questa è la reco del loro medico”
“La raccomandazione del loro medico? E tu che ne sai?” s’incuriosì la nostra protagonista aggrottando la fronte.
 “Perché sono io il loro medico” chiarì con tono compiaciuto. Aveva calcolato tutto per farselo domandare. “Lavoro qui momentaneamente, sostituisco con un mio collega” aggiunse.
Annalisa annuì e rimase un secondo in silenzio, non sapeva cosa dire. Nonostante avesse immaginato mille conversazione con lo sconosciuto del parco, era completamente paralizzata dall’imbarazzo.
Per fortuna, lo sconosciuto era meno in imbarazzo di lei o perlomeno così sembrava e: “Sto frequentando la facoltà di Medicina, al dire il vero, ormai sono uno specializzando” raccontò. Il tono di voce era piuttosto colloquiale, anche il suo timbro colpì la nostra Annalisa, era caldo e profondo.
“Sembra quello di uno speaker radio” pensò. “E in cosa ti stai specializzando?” gli chiese per continuare la conversazione.
“Cardiologia”. “Mi piacerebbe lavorare in cardiologia infantile” aggiunse.
“Ti piacciono i bambini qui?”. Annalisa continuava a gioire dentro, ci stava finalmente parlando. Se ancora una volta fossimo in un fumetto, avremmo visto la nuvoletta della nostra protagonista stilizzata saltellare come una bimba piccola.
“Abbastanza. Sarà che ho avuto sempre a che fare con i bambini piccoli, prima mia sorella che ha circa undici anni in meno rispetto a me, poi i cuginetti” spiegò facendo spallucce. Gli veniva abbastanza naturale, difatti, rapportarsi con i bambini, anzi forse, a volte, meglio con loro che con gli adulti.
“Quindi, diciamo, che gli anziani non sono esattamente il tuo target” commentò l’altra. Notando lo sguardo perplesso del ragazzo, chiarì subito ciò che intendeva: “il destinatario della tua offerta” provò a spiegare cercando di essere poco tecnica. Ogni tanto le capitava di introdurre qualche parola del suo linguaggio markettiano in quello comune, di tutti i giorni.
“Fammi indovinare! Sei laureata in economia” azzardò il suo interlocutore, conscio che andava a colpo sicuro.
Annalisa annuì. “In marketing” specificò toccandosi una ciocca di capelli. Quando era in imbarazzo lo faceva sempre e lo sguardo fisso di quel ragazzo su di lei le provocava uno strano effetto.
Lo sconosciuto sorrise mentre il suo occhio cadde sul cellulare che segnava le due e venti. Preso come da un lampo si alzò e raccolse il suo zaino di tutta fretta. “Scusami ma devo scappare. Si è fatto tardissimo”.
Sarebbe dovuto essere in clinica entro massimo le due e dieci.
“Comunque piacere Matteo” allungò la mano verso di lei, l’altra la strinse nella sua notando che aveva una bella stretta.
“Annalisa, piacere mio”
“Ci vediamo domani Annalisa” aggiunse pronunciando il suo nome in modo che sciolse la ragazza facendole desiderare che quel domani giungesse al più presto.

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NB: ciao a tuttii/e! Ho impiegato un po' più di tempo per farmi ma essendo tornata al mio tirocinio, il tempo scarseggia u.u comunque spero che quest'incontro vi piaccia e see u next episode :D

PS: grazie 
Eli12 e Morninglight_94 che hanno messo la storia fra le seguite e a Lau The Cugi che l'ha messa fra le preferite c:
 
  
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