Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Virgo_no_Cinzia98    02/09/2016    1 recensioni
Post Hades e post Soul of Gold, Atena è riuscita a riportare in vita i Cavalieri d'Oro, ma la pace che regna sovrana al Grande Tempio viene ben presto spezzata: il Cavaliere di Artemide giunge al Santuario portando con sé la notizia di una guerra incombente. L'Oracolo di Apollo ha previsto un nuovo conflitto tra divinità, ma resta ancora un'incognita: chi sarà il nemico che Atena e i suoi Cavalieri saranno chiamati ad affrontare? Un altro dubbio però affligge i nostri paladini, l'ambigua Artemide è veramente dalla loro parte come ha dichiarato o cerca solo di sfruttare la loro alleanza? Sta ai nostri valorosi Saint stabilire di chi fidarsi e di chi dubitare. Quale divinità uscirà vincitrice di questo gioco degli Dei?
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 12 – Dio in trappola


- Ho detto che sto bene, Daphne. Puoi andare-
Sua sorella non sembrò convinta, ma sollevò le mani in segno di resa – Come vuoi-
Girò sui tacchi e se andò dall’Undicesima Casa lasciando ondeggiare dietro di sé il mantello dorato.
Camus sospirò. Si era pentito per come aveva trattato Milo poco prima. Era ancora arrabbiato con lui perché non aveva seguito il suo piano, questo è vero, ma quando lo aveva allontanato da sé in quel modo lo aveva ferito, lo aveva visto nei suoi occhi. Sarebbe volentieri tornato indietro nel tempo per modificare le cose, detestava far stare male Milo. Ma in quel momento aveva perso la calma. Se c’era una cosa che Camus dell’Acquario non sopportava era mostrarsi debole agli altri. Già il fatto di essere rimasto ferito lo irritava non poco, poi si era reso conto che per colpa di quella ferita non riusciva nemmeno a reggersi in piedi e a camminare da solo. Quando Milo si era fatto avanti per aiutarlo, una parte di lui si sarebbe fatta sorreggere volentieri dalle sue braccia forti, un’altra parte avrebbe preferito ucciderlo seduta stante. Il Signore delle Energie fredde non aveva bisogno dell’aiuto di nessuno, tantomeno di chi aveva rovinato il suo piano.
“Sei proprio uno stupido” si rimproverò “Tutti hanno bisogno di qualcuno e tutti, prima o poi, se ne accorgono”
In quel momento Milo fece il suo ingresso nella camera di Camus. Teneva la testa bassa, come un bambino quando viene sgridato. Camminò piano e raggiunse il letto del francese, sedendovisi.
- Come va la ferita?-
Camus avrebbe preferito inondarlo di scuse per come l’aveva trattato, ma le parole si fermarono in gola. Rispose allora alla sua domanda - Aiolia l’ha medicata. Per fortuna sulla lancia non c’era alcun tipo di veleno-
- Ti fa male?- chiese, sempre tenendo lo sguardo basso
- Un po’- ammise Camus, con lui poteva essere sincero
Finalmente Milo sollevò gli occhi azzurri, rossi di pianto, e li puntò in quelli nocciola di Camus - Cam, ti giuro, mi dispiace. Non volevo combinare tutto questo casino. Ho sottovalutato i nostri nemici e mi sono lanciato nella mischia… Peraltro non ho nemmeno ucciso il mio avversario. Sono proprio un disastro-
- Milo, anch’io ti devo chiedere scusa. Ti ho trattato male prima, non volevo. Detesto mostrarmi debole agli occhi degli altri… Solo con te posso lasciar libere le mie debolezze. Scusa- riuscì a farfugliare il francese
Milo accennò un sorriso – Io seguo i tuoi piani e tu non mi allontani più così, che ne dici?-
Camus rispose al sorriso – Direi che può andare-
Tentò di sporgersi per baciarlo, ma una fitta di dolore gli attraversò il petto. Istintivamente portò una mano sulla benda che fasciava la ferita.
- Tutto a posto?- chiese apprensivo il greco
Camus non fece in tempo a rispondere perché Hyoga piombò nella stanza. Shun e Shyriu tentarono invano di trattenerlo, ma il russo si liberò dalla stretta e corse ad abbracciare il maestro.
- Hyoga, sto bene. Puoi calmarti- lo tranquillizzò Camus
- Quel cretino di Deathmask è arrivato alla Tredicesima Casa e dicendo che eri in fin di vita- spiegò il giovane staccandosi
- E tu gli credi pure?- sbuffò Milo
- È quello che gli ho detto io- mugugnò Shyriu
- Mi sono fatto prendere dal panico- si giustificò Hyoga a voce bassissima – Ma adesso lo vado a cercare e…-
Un’occhiata di Camus fu sufficiente a far desistere il ragazzo.
Milo si schiarì la voce – Potreste lasciarci soli un minuto?-
Hyoga arrossì – Ehm, sì certo-
Raggiunse i compagni d’arme e lasciò la stanza.
“Grazie al cielo” pensò Camus
Sospirò e si abbandonò sul letto con un lamento. La ferita bruciava ancora, ma non solo dal punto di vista fisico. Si era lasciato quasi sconfiggere da un guerriero nettamente inferiore a lui. Poco importa che alcuni dei soldati di Zeto fossero intervenuti per aiutare il loro comandante.
“Un Cavaliere d’Oro come si deve li avrebbe battuti ad occhi chiusi”
Niente da fare, era rimasto deluso da se stesso.
Milo lo osservò con aria pensierosa - Potrei chiedere a Mu, o a Dohko- disse all’improvviso
Il rosso inarcò un sopracciglio – Per cosa?-
- Magari hanno qualcosa per aiutarti a guarire prima-
Camus accennò un sorriso – No. Grazie Milo, ma non importa-
- Oh, okay. Allora… magari è meglio se ti lascio riposare- disse alzandosi
- Aspetta- lo fermò Camus – Dove vai?-
- Credevo che tu volessi stare un po’ da solo… Per i tuoi standard oggi hai interagito anche troppo con gli esseri umani-
- Ma tu non sei un essere umano qualsiasi-
- Ah no?-
Camus gli fece cenno di stendersi accanto a lui. Milo non se lo fece ripetere due volte e in pochi secondi fu sotto le coperte.
- Amore?- lo chiamò lo Scorpione
- Che c’è?-
- Posso usarti come peluche stanotte?-
Senza aspettare risposta, Milo lasciò scivolare un braccio lungo la vita di Camus, sotto la ferita, poi poggiò la testa sulla sua spalla.
- Buonanotte- sussurrò
Camus abbassò il volto e posò un bacio sulla testa di Milo – Bonne nuit, mon amour-
***
 
Artemide spalancò le porte della Sala dei Dodici. Il trono del Signore del Cielo occupava il centro della stanza, su di esso sedeva Zeus.
- Perché mi hai chiamata sull’Olimpo, padre?- chiese la Dea senza preamboli. Ovviamente sapeva già la risposta, ma non era il caso di darlo a vedere.
Un uomo era inginocchiato ai piedi di Zeus. Probabilmente era uno dei pochi guerrieri, se non l’unico, ad essere sopravvissuto al tentato assalto del Santuario.
“Una spedizione a dir poco deprimente, nemmeno un caduto tra i guerrieri di Atena. Mio padre non è mai stato un ottimo stratega, dichiarare guerra alla Dea della saggezza e della strategia militare non è stata una delle sue idee migliori”
Suo padre le fece cenno di avvicinarsi –Artemide, figlia mia, questo mio soldato mi ha riferito tutto ciò che ha visto al Grande Tempio di Atene-
- Quindi?- domandò, ostentando la sua solita e indistruttibile sicurezza. Se non voleva destare alcun sospetto era meglio mostrarsi sicura di sé, come sempre.
- Pare che a combattere tra le fila di Atena ci fosse anche il tuo Cavaliere-
“Daphne! Le avevo detto che nessuno avrebbe dovuto vederla o rimanere vivo per raccontarlo... Vabbè, era prevedibile che almeno uno le sfuggisse. Risolverò questa cosa senza problemi”
La Dea incrociò le braccia al petto e inarcò un sopracciglio con aria scettica - Ti assicuro che ciò non è vero-
- Lacedemone dell’Egida è sicuro di ciò che dice- ribatté convinto suo padre
“Uff, com’è fastidioso questo mortale. Me ne occuperò di persona” - Metti la mia parola contro quella di un mortale?- chiese oltraggiata la Dea sollevando il mento
Zeus si agitò un po’ sul trono – Quindi neghi che il tuo Cavaliere si trovasse in Grecia?-
- Non ho detto questo. Ti posso confermare che il mio Cavaliere durante l’attacco si trovava, e anche ora continua a trovarsi, al Grande Tempio. Tuttavia posso assicurarti che non ha preso parte al conflitto. Le ho comandato di andare lì solo per studiare i Saint di Atena, nonché quella Saori Kido. Dubitavi forse della mia fedeltà, padre?-
Il Signore del Cielo si sistemò meglio sul seggio – Certo che no, Artemide- le rispose accennando un sorriso - Sai che non dubiterei mai di te-
Artemide rispose al sorriso anche se per un motivo ben diverso da quello di suo padre - Allora perché mi hai chiamata?- chiese lei, fingendosi poi confusa.
In realtà sapeva benissimo perché lui l’aveva convocata lì. Aveva capito che non poteva vincere quella guerra contando solo sulle sue forze. Aveva anche quelle di Ares ed Era dalla sua parte, certo. Ma il Dio della Guerra era uno di quei tipi tanto fumo e niente arrosto, mentre la sua matrigna… beh, era stupida. Non c’era altro modo per definirla.
“Forza, dillo” pensò
- Lasciaci, Lacedemone- ordinò suo padre al soldato – E non osare mai più riportarmi false informazioni-
Lacedemone chinò il capo talmente in basso che per poco non si baciò le scarpe.
- Padre- intervenne Artemide – Non prendetevela a male con questo tuo soldato, lui vi ha riferito solamente ciò che il mio Cavaliere doveva mostrare. Se perfino il vostro guerriero è caduto nella mia trappola vuol dire che tengo in scacco sia Atena che i suoi Saint. Loro credono il mio Cavaliere un loro amico, nemmeno immaginano che potrebbe rivelarsi il contrario-
Zeus lasciò oscillare il capo – Sì, in effetti hai ragione…-
- Mio Signore, se posso permettermi di…- prese parola Lacedemone
- Sparisci, dobbiamo parlare di cose importanti-
Lacedemone si alzò e s’inchinò – Come volete, mio Signore- disse, avviandosi verso l’uscita
Una volta che il guerriero ebbe lasciato la stanza, Zeus parlò – Artemide, forse sai già perché ti ho chiamata…-
“Infatti”
- Non posso vincere questa guerra così. Tu sei l’unica di cui mi posso fidare ciecamente… Ho bisogno del tuo aiuto, figlia mia-
“È stato fin troppo semplice farlo cadere nella trappola” pensò Artemide
- Ditemi di cosa avete bisogno, padre. Potete fidarvi di me-
***
- Quindi c’è stato un solo sopravvissuto a quest’attacco- commentò Kanon, seduto sul tavolo della cucina della Terza Casa
- Sì- confermò Saga – Milo ha detto che si chiama Lacedemone-
- Lacedemone dell’Egida?- chiese Daphne
- Proprio lui- rispose il Grande Sacerdote – Lo conosci?-
Lei alzò le spalle – Lo incontrai una volta sull’Olimpo in occasione di una seduta dei Dodici Dei. Io avevo accompagnato Artemide e mentre aspettavo che il summit degli Olimpi finisse quel cretino ci provò con me-
Saga drizzò la schiena – Come scusa?-
- Credeva di fare il figo a raccontarmi tutte le sue eroiche, a detta sua, imprese. In pratica ho passato la maggior parte del tempo a sbadigliare- spiegò la ragazza
Kanon ridacchiò – Potevi anche dirgli che su di te fa colpo il ragazzo gentile e un po’ complessato- accennò a Saga – No?-
Il gemello maggiore lo guardò di sbieco – Sta di fatto che io ho la ragazza e tu no-
- Non mi interessa avere una ragazza-
- Ah scusa, preferisci un ragazzo?- lo stuzzicò Saga – Negli Inferi Rhadamantys sembrava nutrire un certo interesse per te…-
Il minore lo fulminò con lo sguardo – Ma no!-
- Ho solo chiesto- disse l’altro sollevando le mani
- Cambiando discorso… - disse Daphne - …la nostra difesa sembra aver sortito gli effetti sperati-
I gemelli la guardarono interrogativi
- Artemide è stata convocata da Zeus sull’Olimpo-
Kanon sogghignò – Zeus è caduto nella trappola?-
- Di testa- confermò Daphne
Saga si sistemò meglio sulla sua sedia prediletta, quella a capotavola, da dove poteva tenere sotto controllo l’ambiente – E allora? Che cosa le ha rivelato?-
- Questo dovrei dirlo in una riunione ufficiale- li tenne sulle spine il Cavaliere d’Artemide
Kanon sbuffò, poi fu colto da un’illuminazione - Saga, tu sei il Grande Sacerdote. Tira Saori giù dal letto e convoca gli altri Gold Saint-
- Non ne ho proprio voglia. Ci sono state più riunioni ufficiali da quando siamo tornati in vita che in tutto il tempo in cui sono stato Grande Sacerdote… cioè, prima di ora… avete capito, su-
- Sì, sì- lo tranquillizzò Kanon – Però dovrei precisare che non ce n’è stata nemmeno una quando avevi la congiuntivite… somigliava molto a una dittatura-
- Per certe cose funzionava anche meglio- borbottò Saga
- Come scusa?- chiese il gemello minore mettendo una mano intorno all’orecchio – Ho sentito bene?-
Saga prese la prima cosa che gli capitò a portata di mano e gliela tirò addosso
- Ehi!- si lamentò l’altro scansandosi – Questo è maltrattamento-
- Vabbè- intervenne Daphne – Sembra che quello che Zeus ha detto ad Artemide non vi interessi più-
- No, aspetta- dissero in coro i gemelli in perfetto stile Fred e George Weasley.
- Daphne, ti ricordo che devi ancora farti perdonare per oggi- prese parola il maggiore alzandosi per raccogliere l’oggetto, un portapenne, precedentemente lanciato contro il fratello
La ragazza drizzò la schiena - A proposito, perché te la sei presa? Volevo solo aiutare Camus-
Saga si voltò - Perché io…- iniziò abbassando lo sguardo – Ecco… La scorsa volta che hai combattuto… con Aiolos, contro quelle manticore…-
Daphne iniziò a capire. L’ultima volta che Saga l’aveva vista ingaggiare battaglia lei era morta. Non era stata certo colpa del Cavaliere dei Gemelli, ma lui non la pensava allo stesso modo. Gliel’aveva detto la prima volta che si erano parlati dopo tutti quegli anni: “non sono riuscito a salvare te”. Saga non aveva voluto che lei andasse da Camus perché temeva per lei.
-… avevo paura che potesse succedere di nuovo. Non volevo e non voglio trovarmi troppo lontano per aiutarti una seconda volta- riuscì a finire
Daphne lo raggiunse e gli prese una mano tra le sue – Non è stata colpa tua quella volta, ma della mia scarsa esperienza in battaglia. Smettila di tormentarti-
Lui l’abbracciò - Tormentarmi è una delle cose che mi riesce meglio- commentò
- Sì, me ne rendo conto- ridacchiò la ragazza poggiando il volto contro il suo petto – Forse dovresti cercare di smetterla-
- Ma se mi tormento per te va bene?-
- Beh, diciamo che in quel caso potrebbe andare- concesse Daphne, sfiorando con le labbra quelle di Saga in un dolce bacio
- Qui si va sul sentimentale- borbottò Kanon scendendo dal tavolo – Raccontamelo domattina quello che Zeus ha rivelato alla tua Dea-
- È inutile che tu faccia tanto il superiore alle faccende di cuore, Kanon- lo riprese Saga – Tanto prima o poi ci cascherai anche tu-
- Io? Innamorarmi? Questa è bella fratello-
- Quando succederà sarò pronto a dirti “te l’avevo detto”-
- Allora aspetta e spera. Buonanotte piccioncini- li salutò Kanon mentre si avviava in camera sua
Saga fissò il profilo del gemello che spariva oltre l’angolo - Giuro che quando troverà qualcuno che gli piace…- iniziò, ma il resto non poté dirlo visto che Daphne aveva catturato nuovamente le sue labbra. Era un ottimo metodo per zittirlo.
Quando si staccarono per mancanza di ossigeno Saga si sedette sulla sua solita sedia e la fissò attentamente – Adesso mi dici che cosa sa Artemide che ci permetterà di vincere la guerra-
- Caspita, sei proprio ossessionato da quest’idea del vincere!- si sedette anche lei – Hai in mente come è stata imbrigliata l’essenza di Poseidone?-
- Intendi in quella specie di vaso col sigillo di Atena?-
- Esattamente. Beh… adesso sappiamo anche come farlo con Zeus-
***
 
- Siamo finalmente in possesso dell’informazione che ci permetterà di sconfiggere Zeus?- chiese Atena seduta sul suo scranno della Tredicesima Casa
- Esattamente- confermò Daphne
Quella mattina tutti i Cavalieri d’Oro erano stati convocati d’urgenza. Milo avrebbe preferito restare a dormire, ma Camus non aveva voluto sentire storie. Nemmeno il fatto che non fosse ancora guarito del tutto era riuscito a tenerlo fermo all’Undicesima Casa.
“Io ne avrei approfittato per dormire fino a mezzogiorno” ammise con sé stesso lo Scorpione
Nascose uno sbadiglio e riportò l’attenzione al presente. Tutti i Gold Saint erano schierati ai lati del trono di Atena, Saga, in qualità di Grande Sacerdote, stava alla destra della Dea. Daphne si trovava di fronte allo scranno di Saori, la schiena dritta e il mento alto. Milo non poté fare a meno di notare quanto lei e Camus si somigliassero. Stesso portamento elegante, stessa grazia, stessi capelli setosi rosso fuoco… Si ritrovò a fissare Camus senza accorgersene. Lasciò scivolare lo sguardo dalle sopracciglia biforcate al piccolo naso leggermente all’insù. Studiò attentamente i lineamenti delicati degli zigomi e del mento e quelle labbra sottili che non chiedevano altro che essere baciate. Camus si accorse degli occhi di Milo puntati su di sé e arrossì leggermente. La voce di Daphne riportò il greco al presente, costringendolo a distogliere lo sguardo dalla visione idilliaca del suo ragazzo.
- Come voi saprete visto che l’avete già fatto con Poseidone, esiste un modo per sigillare l’essenza stessa di un Dio in modo che non costituisca più una minaccia-
- E Artemide ha scoperto come fare la stessa cosa con Zeus- ipotizzò Saori
Daphne annuì – Possiamo intrappolare il cosmo di Zeus sfruttando un sigillo che il Dio stesso ha da sempre cercato di nascondere e proteggere-
- Cos’è questo sigillo?- chiese Dohko
- Non sappiamo cosa è. Ma sappiamo dove è- rispose il Cavaliere di Artemide
“Meglio che niente” pensò Milo
- Per raggiungere il luogo dove è custodito questo sigillo, bisogna usare un passaggio situato nel Tempio di Zeus Olimpio ad Atene-
- Un passaggio?- domandò Mu – Dove conduce?-
Daphne sembrò cercare le parole adatte – Come si può dire? È un po’ come l’Olimpo. Esiste, ma al tempo stesso non si trova sulla Terra, ma nemmeno nel regno dei morti… è una specie di altra dimensione. Ebbene questo sigillo si trova in questa dimensione intermedia che non è né Terra né Inferi. La stessa delle fucine di Efesto potremmo dire. Sono dei luoghi generalmente riservati agli Dei in cui i mortali non dovrebbero mettere piede-
- Okay- intervenne Aiolos – Una volta che riusciamo a raggiungere questo posto, cosa ci aspetta?-
- Zeus è il “capo”, diciamo, di tutti gli Dei. Il sigillo che permette di imbrigliare la sua anima è protetto come nessun altro. Dovremo superare delle prove, ciascuna legata agli altri undici dei dell’Olimpo più Ade ed Estia. Artemide è stata incaricata dal Signore del Cielo di controllare che gli altri Dei adempiano il loro dovere, sottoponendo le prove che più ritengono adatte a chi tenterà di impadronirsi del sigillo-
- Quindi sarebbero tredici prove da superare- riassunse Aiolia
- Sì. Ma dobbiamo levare Atena, Artemide, che è dalla nostra parte, Ade, che è stato sconfitto nei Campi Elisi, e Poseidone, che è ancora troppo debole- fece chiarezza Kanon
- Quindi resterebbero Era, Demetra, Ares, Apollo, Afrodite, Efesto, Estia, Dionisio ed Ermes- notò Saga
- Di questi sappiamo che Era e Ares sono sicuramente dalla parte di Zeus, e quasi sicuramente anche Demetra- commentò Aldebaran
“Contare quanti dei ci sono contro non serve a niente però” pensò Milo “Sarebbe meglio sapere che tipo di prove dovremo affrontare”
Anche Aphrodite ebbe il suo stesso pensiero – Ma che genere di prove ci troveremo ad affrontare?-
Daphne scosse la testa – Non lo so. Dipende dal Dio, da qual è il suo campo, se intende ostacolarci o meno-
- Quindi non sappiamo cosa aspettarci- commentò Camus
Sua sorella annuì – Esattamente. Ma riuscire a imprigionare Zeus è l’unico modo che abbiamo per sconfiggerlo… Quindi dobbiamo rischiare-
Milo era d’accordo con la francese: il gioco valeva la candela.
- Miei Cavalieri- prese parola Atena – Per noi è di vitale importanza sigillare l’essenza del dio del tuono, ma al tempo stesso il Grande Tempio non può essere lasciato senza difese. Come proponete di agire?-
Saga si massaggiò una tempia – Affrontare queste prove è necessario e prima riusciamo a entrare in possesso di quel sigillo, prima saremo in grado di vincere. Non dobbiamo però dimenticarci che Zeus dispone ancora di gran parte del suo esercito, più le forze di Ares ed Era. Potrebbe scegliere di attarci in qualsiasi momento-
- Infatti- concordò Kanon – L’unica scelta è dividersi-
- Dividersi?- domandò un Aiolia un po’ sconcertato – Ma così dimezzeremo le nostre forze per difendere Lady Saori e il Santuario-
- È vero- concesse il Grande Sacerdote – Ma cosa è meglio? Aspettare che Zeus ci attacchi con il suo esercito e rischiare di essere sconfitti senza essere in grado di fermare il Signore del Cielo una volta per tutte o limitare il numero di Cavalieri qui schierati per trovare la chiave in grado di farci vincere?-
Calò un silenzio carico di tensione nella Tredicesima Casa durante il quale tutti pensavano a quale potesse essere la strategia migliore. Fu Aiolos a rompere il mutismo dei Cavalieri
- Anche se non mi piace come idea, dividersi resta la scelta migliore-
- Sì- convenne Dohko – Prima riusciamo a bloccare Zeus, prima metteremo fine a questa guerra. Coloro che rimarranno qui a difendere il Tempio dovranno resistere il più possibile per dare più tempo agli altri di superare le prove e imprigionare Zeus-
- Mmh…- Kanon si massaggiò il mento con aria pensierosa – Daphne, sai di quante unità si compone l’esercito di Zeus?-
Lei sollevò le spalle – Non ne ho idea. Comunque sono molti, tranquillamente più di noi. Per organizzare il suo esercito Zeus ha bisogno di almeno un giorno-
- Già. Se quella che hanno mandato ieri era solo l’avanguardia…- commentò Milo pensando alla moltitudine di nemici che si erano trovati ad affrontare non molte ore prima
- Quindi suggerite di inviare alcuni di voi al tempio di Zeus Olimpo ad Atene per entrare in possesso di questo sigillo- riassunse Atena
I Cavalieri d’Oro annuirono.
- Allora dobbiamo decidere chi andrà ad affrontare le prove degli altri Dei- continuò Saori – Qualcuno si offre volontario?-
Kanon si fece avanti – Permettetemi di andare, mia Signora-
Saga non rimase indietro – Anch’io, lady Saori-
Milo avrebbe giurato di aver visto il Grande Sacerdote e Atena scambiarsi uno sguardo d’intesa. Che si fossero già accordati prima della riunione?
Anche lo Scorpione si sarebbe offerto volentieri per la missione, però… Sapeva che non era un pensiero da Gold Saint, ma lui sarebbe stato al fianco di Camus. L’aveva già perso una volta e non aveva intenzione di lasciare che ciò accadesse di nuovo. Non gli importava molto di rimare vivo o morire, ormai le cose non gli sembravano poi così diverse. Bastava poter rimanere accanto a Camus. Si sentiva un po’ egoista a pensarlo, ma era la pura verità che dettava il suo cuore.
“Probabilmente Camus non si offrirà visto che non è ancora guarito dalla ferita…” pensò, ma fu smentito poco dopo
- Lasciate che vada anch’io- disse il rosso rivolto alla sua Dea
“Appunto”
- Mi offro anch’io- lo seguì lo Scorpione
Atena si rivolse allora a Daphne – Artemide cosa intende fare?-
- Accompagnerà i Cavalieri fino al sigillo. Anch’io sarò con loro- rispose la ragazza
- E quando ritiene opportuno partire?- chiese Saori
- La notte porta consiglio. Preferirebbe recarsi al tempio di Zeus all’alba di domani mattina, cosicché abbiamo anche il tempo di organizzare la difesa del Grande Tempio prima che ci dividiamo-
- Concordo- Atena si alzò – Domani mattina al levarsi del sole Saga, Kanon, Milo e Camus , voi vi recherete ad affrontare le prove per impadronirvi del sigillo-
Si avviò verso la tenda posta sul retro della sala, poi si voltò – Dato che l’esercito di Zeus è molto numeroso e quindi mio padre necessita di molto tempo per organizzarlo, discuteremo della difesa del Santuario questo pomeriggio. Per ora…- sospirò – Godetevi quest’ultima mattina di pace-
Detto questo, lasciò la sala. Anche i Cavalieri la imitarono. Milo cercò Camus con lo sguardo e lo vide appoggiarsi ad una colonna. In pochi secondi fu accanto a lui
- Ti fa ancora male la ferita, vero?-
Camus lo fissò per un istante, poi abbandonò il sostegno della colonna e si diresse a passo sicuro verso le doppie porte della Tredicesima Casa.
“Lo prendo per un sì”
Milo respirò profondamente prima di seguirlo. Quel francese sapeva essere un ottimo testardo - Se ti dà ancora fastidio, perché ti sei offerto per recarti ad affrontare le prove degli Dei?- chiese il biondo affiancandolo
- Perché non ho intenzione di perdere di vista Artemide nemmeno per un secondo. Hai forse dimenticato che non possiamo fidarci di lei?-
- Come facevi ad essere sicuro che anche lei sarebbe venuta lì?-
Camus oltrepassò la Casa dei Pesci e raggiunse la frescura dell’Undicesima. Una volta sotto il colonnato della propria dimora si voltò verso il greco - Artemide vuole vedere Zeus sconfitto e l’unico modo per realizzare questo obiettivo è sigillare l’essenza del Signore del Cielo. Era ovvio che lei sarebbe venuta lì, deve assicurarsi che ciò avvenga-
- Quindi lei farà di tutto per permetterci di superare le prove- commentò lo Scorpione
Il rosso annuì – Si è rivolta ad Atena non perché la vuole vedere vincitrice, ma perché vuole la sconfitta di suo padre. Ecco perché sia lei che Daphne verranno con noi al tempio di Zeus. Ad Artemide non importa niente delle sorti della battaglia che avrà luogo qui al Santuario-
Camus aveva ragione, come al solito. Milo iniziava a trovarlo un po’ ripetitivo. Stava per esprimere i suoi pensieri, ma l’Acquario si piegò in due con un lamento.
- Cam!-
- Sto… bene. Non preoccuparti-
Cercò di rialzarsi, ma il movimento gli provocò un’altra fitta di dolore.
- Stai bene un corno- borbottò Milo – Vieni, ti aiuto-
Rimosse l’armatura e lo portò in camera, sollevandolo di peso.
- Milo, ho detto che sto bene-
- Sì, come no. Ora vado a chiamare Aiolia e Mu. Tu non ti muovere- gli ordinò
Si girò e scattò alla ricerca dei suoi amici. Erano i migliori guaritori fra tutti i Cavalieri. Quando finalmente li trovò, li portò quasi di peso da Camus.
- Ieri mi sembrava sulla via della guarigione- disse Aiolia, sinceramente sorpreso, una volta rimossa la fasciatura.
- Mmh- mormorò Mu – Sembra che la ferita tenti di rimarginarsi, ma senza riuscirci. Aiolia, sei sicuro che non ci fosse alcun tipo di veleno?-
- Sì- esclamò il Cavaliere del Leone – Non c’era traccia di veleno sulla pelle-
L’abitante del Jamir si grattò un sopracciglio (che non aveva) con aria pensierosa – Forse non si tratta di un veleno… Sapete di che materiale era fatta l’arma che ha provocato la ferita?-
Camus scosse la testa – Non lo so. Ma forse i soldati che hanno portato via i corpi dei guerrieri di Zeus sanno dove è la lancia…-
- Ehm ehm- si schiarì la voce Milo – Temo che la lancia sia andata distrutta-
Tutti e tre lo guardarono male, poi Mu riprese in mano la situazione – Probabilmente era fatta di un materiale che rende difficile la guarigione…-
Camus sembrava mantenere la calma anche se Milo sapeva benissimo che era scocciato da quella situazione. Se fosse stato al suo posto il greco avrebbe dato di matto.
- Ma guarirà, vero?- chiese il biondo
- Certo Milo- lo calmò Aiolia
- Nella mia Casa dovrei avere qualcosa che fa al caso nostro. Vado a prenderlo- disse Mu
- Grazie- mormorò Camus
Il Cavaliere dell’Ariete sorrise – È un piacere aiutare i miei compagni di battaglia -
Milo lo osservò scomparire nel corridoio dell’Undicesima Casa, ma un lamento di Camus lo distrasse. Lo Scorpione si voltò e si sedette accanto al padrone di casa.
- Dai Cam… vedrai che Mu troverà un rimedio e domani sarai nel pieno delle forze- lo consolò carezzandogli una guancia
- Lo spero- mugugnò lui
“Se solo gli avessi dato retta… se avessi seguito il suo piano… Niente di tutto questo sarebbe successo”
- Che c’è Milo?-
- Nulla… pensavo che… ecco, è stata colpa mia- ammise il biondo
Sentì una mano di Camus sulla sua – Quel che è successo non può essere cambiato-
- Lo so, ma… mi dispiace, Cam. Per colpa mia ti sei fatto male. Quei soldati di Zeus… possono colpirmi, ferirmi e farmi sanguinare quanto gli pare, ma non si possono permettere di fare del male al mio Camus. Gliela farò pagare-
- Li sconfiggeremo, questo è certo- replicò convinto il francese
Milo si chinò sul suo volto e lo baciò. Si era però dimenticato che non erano soli. Aiolia tossì imbarazzato
- Potreste lasciare certe effusioni a quando siete soli?-
- Perché?- chiese lo Scorpione – Tu e Marin non lo fate?-
Il Cavaliere del Leone arrossì fino alla punta delle orecchie – Noi non… non stiamo insieme-
Milo sollevò un sopracciglio, o almeno ci provò. Non era sicuro di riuscirci. Si era esercitato allo specchio, ma le poche volte che riusciva nel suo intento… beh non gli veniva mai bene come a Camus. Lui e sua sorella erano dei maestri nell’arte dell’inarcare sopracciglia con aria scettica.
In quel momento Mu fece il suo ingresso nella stanza, portava con sé una piccola anfora - Questo è un antico unguento del Jamir. Il mio maestro mi ha insegnato a fabbricarlo, è molto utile per un Cavaliere-
- Che cosa fa?- chiese Aiolia curioso
- Aiuta le cellule a riprodursi in modo da accelerare le guarigioni- disse
Svitò il tappo e spalmò un po’ di prodotto lungo i bordi della ferita di Camus.
- Applicalo anche stasera prima di addormentarti. Generalmente questo unguento cura le ferite già dopo il primo utilizzo, ma considerando che questa, molto probabilmente, non è una ferita normale è meglio raddoppiare la dose-
Posò il piccolo recipiente sul comò accanto al letto, poi si diresse verso l’uscita.
- Adesso scusate, ma credo di avere un po’ di armature da sistemare in vista della battaglia-
- Grazie, Mu- disse Milo prima che il Cavaliere d’Ariete se ne andasse
Lui sorrise – Vedete di non affaticarvi troppo in vista di domani. La nostra vittoria dipende dal successo della vostra missione-
Camus fece per alzarsi, ma Aiolia lo bloccò - Non ci provare, sai. Prima devo bendarla di nuovo-
Il rosso respirò a fondo, ma lo lasciò fare.
“Starà contando in francese per ritrovare la calma” pensò Milo “Lo fa sempre”
Quando Aiolia ebbe finito, si apprestò ad uscire. Prima di andare lasciò un’ultima raccomandazione
- Fossi in te, io eviterei di sforzarmi troppo. Domani devi essere nel pieno delle forze- disse rivolto a Camus
- Non ti preoccupare- lo tranquillizzò Milo – Lo controllo io-
- C’è da fidarsi- ridacchiò Aiolia mentre usciva
Lo Scorpione gli fece una linguaccia alle spalle, poi si voltò verso Camus
- Va un po’ meglio?-
Lui si tirò su a sedere – Un pochino. Quell’unguento di Mu sembra funzionare-
“Menomale” pensò Milo. Poi si alzò e si stiracchiò - Io ho un po’ di fame. Ti va di mangiare qualcosa?... Cam, dove vai?-
Neanche il tempo di girarsi un secondo che il rosso era già balzato in piedi.
- Aiolia e Mu ti hanno consigliato di riposare- tentò di farlo ragionare
- Domani qui infurierà una battaglia. Devo accertarmi delle condizioni di Hyoga prima di partire-
- Che vuoi dire?-
Camus poggiò una mano contro lo stipite della porta e sospirò – Voglio allenarlo un’ultima volta-
- Un’ultima volta? Cam, è una battaglia come tante altre. Vinceremo anche questa. Capito?- disse il biondo raggiungendolo
- Milo, nel caso in cui io dovessi morire… voglio essere in pace con me stesso, voglio adempiere i miei doveri di maestro fino in fondo-
Quell’allusione alla morte non piacque per niente a Milo. Credeva che non gli importasse molto di vivere o morire, ma si sbagliava. Credeva che l’unica cosa importante fosse rimanere vicino a Camus. Questo era vero, ma voleva farlo da vivo. Vedere Camus ferito aveva accresciuto la sua determinazione. Non si sarebbe accontentato di condividere la stessa sorte del Cavaliere dell’Acquario, si era stancato di viaggiare in continuazione tra vita e morte. Questa volta sarebbero sopravvissuti entrambi e avrebbero vissuto insieme i giorni che li aspettavano.
- No, amore. Tu non hai capito. Non morirai. Punto e basta- disse deciso Milo
Dopo questa guerra sarebbero stati ancora insieme e avrebbero vissuto la vita che meritavano, non aveva intenzione di rinunciare al loro futuro insieme.
Camus gli passò le braccia intorno al collo - Nemmeno tu- ordinò perentorio
Milo poggiò il volto contro la sua spalla - Promesso-
 
Nota dell’autrice: seriamente, avete notato che Mu è privo di sopracciglia?
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Virgo_no_Cinzia98