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Autore: Naoya    02/09/2016    1 recensioni
I Nex sono un popolo alieno pacifico, tecnologicamente molto avanzato e con una mentalità aperta. Vivono su un pianeta due volte e mezzo più grande della Terra e nonostante la vastità delle loro terre ed etnie presenti, sono un popolo unito. Ma poi, tutto cambiò quando uno scienziato pazzo attaccò i Nex per vendetta; un traditore che aveva dissertato il suo stesso popolo per ben due volte. Ora i Nex sono in fuga e in cerca di speranza, viaggiando di pianeta in pianeta aiutando e ricevendo aiuto dalle popolazioni presenti nell'universo; ma un popolo in particolare attira la loro attenzione: il genere umano.
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Dopo aver consegnato la spada, i ricercatori si misero a studiarla e visto che si trattata di un oggetto  unico e particolare in pochi avevano avuto l'occasione di maneggiare.
Durante un esperimento nei laboratori entrò la professoressa Lilac che si avvicinò al suo leader con una cartellina in mano dicendo «Master Zero, ho qui il rapporto riguardo il comportamento ed il progresso dei guardiani».
«Eccellente, allora come stanno procedendo?»
Master Zero prese la cartellina e cominciò a sfogliarla e la professoressa rispose «Stanno facendo tutti dei progressi, l'unica che sembra essere rimasta indietro sembrerebbe essere Lexiax».
«Capisco… e tuo fratello?»
«Io è rimasto il solito inespressivo di sempre, anche se da quando è passato quell'evento… come si chiamava? Natale se non sbaglio, comunque, sembra essere cambiato in qualche modo».
«Che intendi dire?»
«Sembra più... sereno»
«Meglio così. Trovo straordinario come il fatto che tu ed Io siete fratelli, siete così diversi eppure...»
«Non siamo fratelli, non di sangue per lo meno».
«Ma ciò non toglie che gli vuoi bene, proprio come una sorella. Vero?»
La Nex abbassò lo sguardo rimanendo in silenzio, Master Zero fu raggiunto da uno scienziato che disse «Signore, è tutto pronto».
«Bene, diamo il via al test».
«Ricevuto».
Lo scienziato si allontanò e diede l'ordine di iniziare l'esperimento, Lilac incuriosita chiese «Cosa intende fare con l'Exaled?»
«La stiamo analizzando, ho idea che Helios possa padroneggiare questa spada meglio di chiunque altro».
«Se ben ricordo il padre del ragazzo non ce l'ha fatta proprio a causa di quella spada».
«Vero, ma è altrettanto vero che suo padre è stato l'unico in grado di tenerla sotto controllo. E credo di aver scoperto il motivo».
«Davvero?»
«Si, il duca ha cercato di proteggere la sua famiglia ed i suoi servitori. Ci era riuscito portandoli in salvo in una navicella ma fatto ciò l'unica cosa che gli rimaneva da proteggere era se stesso, cosa che gli risultò impossibile visto che la rabbia e l'odio invasero il suo cuore rendendo instabile la spada».
«Proteggere qualcuno per amore rende la spada stabile, è questo il segreto?»
«La risposta che hai dato è inesatta. Sappiamo per certo che la spada assorbe l'energia dell'universo ma reagisce ai sentimenti di chi la impugna, quindi... la chiave di tutto credo sia l'amore indiscusso, un'emozione così forte che possa unire popoli e culture indipendente dalla loro origine. Ho toccato la lama di quella spada a mani nude sentendo dentro di me questo sentimento ed il risultato è stato eccezionale: la spada si era stabilizzata quasi completamente».
«Hmmm, questo si che è un risultato interessante. Mi chiedo perché non la usa lei più tosto che affidarla ad Helios».
«Per quanti permessi hai, queste sono informazioni riservate. Quindi, per il bene di entrambi sarebbe meglio se evitassi di fare domande simili».
«Ho capito, ho capito. Ora la smetta di fare così, mi sta mettendo inquietudine».
Master Zero sorrise, poi si udì il rumore dei macchinari e l'esperimento ebbe finalmente inizio.

Nel frattempo, nella struttura principale di New Hope, Lexiax si trovava davanti alla porta della stanza di Rin; aveva i capelli sciolti ed indossava una maglia bianca con sopra una felpa celeste, jeans blu scuro, un paio scarpe da ginnastica e piccoli orecchini a forma di stella marina. Senza pensarci troppo suonò il campanello, il ragazzo aprì e vedendo la Nex le disse «Hey, Ciao Lexy. Sono le 7 di mattina, che ci fai qua?».
«Ciao Rin, volevo chiederti se avevi da fare oggi».
«No, perché?»
«Ti va di uscire ora?»
«Eh, adesso?»
«Non hai voglia?» Disse l'aliena con un'espressione triste.
«Ah, no non è questo. Ero solo sorpreso, tutto qua. Dammi momento che mi preparo».
«Ok, fatti bello mi raccomando!»
Poco dopo Rin uscì dalla stanza indossando una felpa arancione e grigia a collo alto, un paio di pantaloni verde scuro e le sue sneakers preferite, la Nex lo guardò e disse «Hmm, non male. Promosso!»
«Di che parli?»
«Ah non preoccuparti, andiamo ora!»
Lexiax prese la mano destra del ragazzo ed i due si incamminarono, raggiunsero una piccola navicella ed una volta saliti a bordo Rin chiese incuriosito «Dove stiamo andando?»
«In un posto che abbiamo ricostruito da poco».
«Ci sono tante cose che avete ricostruito, dammi un indizio almeno».
«È un luogo pieno di creature marine. Ti basta come indizio?
«Hmm, si tratta di un acquario?»
«Bingo!»
«L'idea non mi dispiace visto che vado matto per gli acquari».
«Bene, allora si parte!»
Dopo qualche minuto di viaggio i due giunsero a Valencia e una volta scesi si avviarono verso il parco oceanografico, Rin era un po' frastornato per via del jet-lag ma ormai ci aveva fatto l'abitudine visto che era diventata una routine viaggiare in questa maniera. Lexiax si avvicinò al ragazzo dicendo «Lo abbiamo finito di ricostruire qualche ora fa, abbiamo inserito i pesci ed è tutto pronto per l'inaugurazione che avverrà domani».
«E perché mi ci hai portato oggi?»
«Perché oggi voglio mostrarti una cosa speciale».
«Cosa?»
«Basta domande, altrimenti rovini la sorpresa!»
I due entrarono nell'acquario e rimasero entrambi stupefatti dalla biodiversità presente all'interno delle vasche, attraversarono il tunnel sottomarino ed il ragazzo meravigliato disse «Wow, sembra quasi di essere sott'acqua».
«Già… vieni ti mostro la sorpresa».
«Ok».
Il ragazzo seguì l'aliena fino ad una gigantesca vasca, la più grande di tutta la struttura, si potevano vedere squali, tartarughe ed altre creature marine, poi lei disse «Aspetta qui, non ti muovere mi raccomando».
Lexiax entrò in una stanza la quale, sulla sua porta, era appeso il cartello “vietato l'accesso” e poco dopo si sentì un forte tonfo, quasi come se qualcosa fosse caduto in acqua. Rin non capiva cosa stesse succedendo fino a quando non vide l'aliena che si era immersa indossando soltanto un bikini azzurro, i suoi capelli fluttuavano nell'acqua e a causa del loro colore le punte si confondevano con l'azzurro dell'acquario. I pesci e le altre creature marine sembravano giocare con lei quasi come se tra gli animali e l'aliena ci fosse una sorta di telepatia e Rin rimase incredulo da tutto ciò che lei era in grado di fare.
Poco dopo uscì dalla vasca e dopo essersi asciugata tornò dal ragazzo dicendogli «Allora, ti è piaciuto il mio spettacolo?»
«È stato magnifico, sei stata straordinaria».
L'aliena arrossì e con imbarazzo disse «G-grazie… sono felice che pensi questo».
«Hey, so che voi guardiani potete trasformarvi. Mi piacerebbe vederti anche quando fai questa magia».
«Eh? Ne sei sicuro?»
«Certo, voglio vedere la tua trasformazione».
L'aliena sorrise e disse sferzante di gioia «Ok, se è questo quello che desideri, ti darò un piccolo assaggio».
Lexiax si portò la mano destra sul petto e la chiuse a pugno per poi dire «Aqua Munda!»
Cominciò a sgorgare acqua dal pavimento che poi esplose proprio come un geyser, il corpo dell'aliena sparì in quella montagna d'acqua che assunse ben presto la forma di una crisalide per poi congelarsi, quando fu completamente congelata tra i riflessi del ghiaccio si videro due occhi luminosi che si aprirono e la scultura che si era creata si frantumò in mille pezzi quasi come se fosse neve. Rin vide l'aliena con la sua armatura di colore azzurro: era idrodinamica e dalle linee molto sensuali, sulla vita aveva due idro-propulsori che arrivavano a metà dello stinco, sui polsi e sulle caviglie erano presenti delle pinne mentre il suo casco ricordava una pettinatura a caschetto, dove dalla nuca scendeva una sorta di timone.
Rin era stupefatto, sapeva che i Nex avevano un alto livello tecnologico ma questo, sfuggiva da ogni sua comprensione. Lexiax vedendo lo stupore del ragazzo gli disse «Che ti prende? Il gatto ti ha mangiato la lingua?»
«Eh?! Ah… no ecco… sono solo stupito».
«Lo avevo capito sai?! Comunque, cosa ne pensi?».
«Fantastico, è stato pazzesco tutto quello che ho visto oggi».
«Ti ringrazio».
Lexiax si voltò guardandosi la schiena «Certo che questa armatura mi fa il sedere grosso, non trovi anche tu?» Disse mettendosi in una posa provocante facendo l'occhiolino.
«S-smettila di stuzzicarmi così». Disse il ragazzo arrossendo.
«Quanto sei carino quando fai il timido».
Rin sospirò e vedendo la Nex con il sorriso sulle labbra decise di perdonarla, l'aliena si tolse l'armatura e nel momento in cui la disattivò tutte le sue componenti scivolarono via come l'acqua, ricordando al ragazzo il ghiaccio che si scioglie «Bene, che dici di tornare? Da dove veniamo sarà ora di pranzo». Disse Lexiax guardando l'ora.
«Ok, andiamo».
I due si diressero sulla navicella e tornarono a New Hope. 
Una volta arrivati andarono a mettere qualcosa sotto i denti per poi passare insieme il resto della giornata girando per i negozi e per le attrazioni che si erano create con il passare del tempo su tutta l'isola, ormai, divenuta una vera e propria città in continua espansione.
Al tramonto l'aliena accompagnò Rin alla porta della sua stanza, lei si avvicinò e disse «Mi sono divertita oggi».
«Io lo stesso. E-ecco... eri davvero bella mentre eri immersa con tutti quei pesci che giocavano con te».
«Davvero?»
«Si...»
L'aliena sorrise timidamente ed i due rimasero per qualche secondo in silenzio, poi, il ragazzo disse aprendo la porta «Meglio che vada, ho alcune faccende da sbrigare prima di cena».
«Aspetta!»
Lei lo tirò dalla manica della sua felpa ed il ragazzo si fermò, l'aliena accorciò ulteriormente le distanze per poi abbracciarlo, stringendolo tra le sue braccia. Lui pensando che gli fosse successo qualcosa l'abbracciò rimanendo in silenzio ma lei gli sussurrò qualcosa che il ragazzo non fu in grado di capire, lei si allontanò con il volto pieno di rossore e Rin le disse «Hai usato la lingua del tuo pianeta per dirmi qualcosa?»
Lei annuì timidamente e disse «S-se vuoi capire cosa ho detto… cerca nel vocabolario». Per poi fuggire via. 
«A-aspetta».
Disse il ragazzo ma ormai lei era già andata via, Rin entrò nella sua stanza e prese il device che conteneva al suo interno tutti i strumenti per lo studio, inserì ciò che era riuscito a capire ma i risultati erano tutti privi di senso, poi notò una voce che gli sembrava ricordare ciò che disse l'aliena, controllò e sul traduttore gli apparve la scritta... “Ti amo”
L'emozione fece sussultare il ragazzo quasi come se per un momento gli mancasse il respiro, ed insicuro, decise di ascoltare la pronuncia nella lingua originale scoprendo che ciò che aveva detto l'aliena e la pronuncia del traduttore coincidevano alla perfezione. Spense il device ed uscì dalla stanza in fretta e furia cercandola ma senza riuscirci, andò perfino nella sua stanza ma di lei nessuna traccia. Arrivati a questo punto l'unico posto che gli mancava da controllare era il loro posto un cui erano soliti incontrarsi, chiamò l'ascensore premendo ripetutamente più volte il tasto ma vedendo che non arrivava decise di prendere scale ed una volta arrivato vide l'aliena immersa nei suoi pensieri «Ti ho trovata... finalmente...».
«Sei stato lento… pensavo che ci mettevi dimeno...»
«Scherzi? Mi sono fatto cinque piani di scale... solo per venire da te… e questo è tutto quello che hai da dire?»
Lei rimase in silenzio per qualche secondo poi disse «Non stavo scherzando… quello che ho detto prima… ciò che provo per te… è tutto vero…» guardò il suolo nascondendo il suo volto per poi sussurare «Ti amo...»
Si voltò verso il ragazzo e con le lacrime agli occhi lo abbracciò, dicendogli ad alta voce «Fai sempre il finto tonto, non vuoi capire ciò che provo per te e questo mi far star male… smettila di fare così...»
«Lexy...»
«Quando ti vidi per la prima volta provai subito interesse nei tuoi confronti, ero incuriosita dal fatto che eri riuscito a sopravvivere a tutte quelle ferite che ti erano state fatte, ma conoscendoti meglio scoprii che quell'interesse si era trasformato in amore e soltanto amandoti capii che le ferite che ti porti dentro stanno ancora “sanguinando”. Voglio starti vicino, forse non potrò guarirti ma se posso alleviarti almeno un po di dolore io...»
Rin abbracciò l'aliena e le disse «Non ce n'è bisogno, quando sto con te… il dolore che porto se ne va… e mi sento libero. Mi dispiace di averti fatto soffrire, non volevo, è solo che nel gruppo si è creato un rapporto così equilibrato e non me la sentivo di rovinarlo per questioni amorose… per la verità, sono stato male anche io perché reprimevo i miei sentimenti e… quante volte avrei voluto dirtelo ma... non ci riuscivo...»
«Dirmi cosa?»
«Ti amo Lexy… da quando sono qui ti sei sempre presa cura di me, mi sei stata vicino e ti trovavo carina, divertente, affettuosa, gentile e delle volte anche un po' provocante e lo ammetto, tu mi sei piaciuta sin dalla prima volta che ti ho visto».
«D-davvero?»
«Se non lo fosse ora non farei questo».
Il ragazzo guardò Lexiax nei suoi occhi color azzurro marino, gli mise una mano sulla guancia e la fece scivolare facendogli una carezza fino a toccargli l'orecchio, si avvicinò a lei finché le loro labbra non si sfiorarono facendo sospirare leggermente l'aliena e a quella piccola reazione Rin decise di baciarla seguendo ciò che gli sussurrava il suo cuore. Entrambi sentirono un brivido correre lungo le loro schiene e l'aliena fu invasa da un oceano di emozioni che sembrava risvegliare in lei un'energia sopita da tempo.
Quando il bacio si concluse Rin notò la presenza di una persona dietro a Lexiax e guardando si accorse che si trattava di Elisa che corse via piangendo subito dopo, lui sapeva che stava soffrendo per causa sua ma sapeva anche che ormai ciò che era stato fatto non poteva essere cambiato.
Elisa corse più veloce che poteva finché non andò a sbattere contro qualcuno, cadde a terra e cercò di capire chi era riconoscendo una sagoma famigliare ma la sua vista era troppo sfocata dalle lacrime per capire chi fosse realmente, così, senza dire niente abbracciò l'individuo «Rin… Rin...»
Continuava a ripetere, il ragazzo misterioso abbracciò la ragazza e disse con un tono malinconico «Mi spiace… sono soltanto io...»
Sentendo la voce di Io lei strinse ancora più forte il ragazzo alieno, quest'ultimo abbracciò Elisa pur sentendo dentro di se una sensazione di vuoto e tristezza che fecero capire al Nex quanto realmente può essere fragile il cuore di un individuo: umano o Nex che sia.
   
 
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