Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: La Setta Aster    02/09/2016    2 recensioni
Su un pianeta dove la legge è dettata dalla mano più veloce ad estrarre un revolver laser... Un gruppo di coraggiosi eroi affronta il deserto marziano in cerca di vendetta, denaro, donne, denaro, dinamite termica, denaro, e per finire: DENARO! Scopriranno loro stessi cavalcando cavalli elettrici dalla regione di Cydonia alla città di Ma'Adim, facendo esplodere tutto ciò che non gli va a genio.
La Krypteia productions è orgogliosa di presentare...
...John Malkovich, Shia LaBeuf, Zoe Saldana...
C'ERA UNA VOLTA SU MARTE
Genere: Azione, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cobra affrontava le prime luci di un’alba fresca e gradevole. Rosemary e Chloe erano tornate insieme nelle due fondine. Camminando da solo, fuori dalle mura, verso una normale moto gravitazionale, indegna di un cavaliere come lui, sentiva la mancanza della sua amata Dakota, che ancora lo attendeva ai piedi del rifugio dove furono catturati dai marziani. Fino a quel momento non aveva avuto l’occasione di andare a riprenderla, si sarà sentita sola e abbandonata. Salì in groppa al mezzo senz’anima, accese il motore tramite una goccia di sangue, prelevata da un meccanismo simile a quello dei crediti, e si preparò a schizzare via in una nuvola rossa. Ma una voce lo trattenne. Se quella voce l’avesse chiamato un paio di decadi prima, Cobra Jack non si sarebbe mai voltato, nemmeno avrebbe udito parole distinte, ma solo l’ululare insensato di un vento vuoto. Ma ora, come sapeva che il vento parla come gli occhi di una donna, concesse a quella voce il lusso di fermarlo.

“Cobra!” urlò Blacky.

“Cobra, dove credi di andare?” domandò Mat.

“dovunque non siano affari vostri” rispose scostante.

“non fare finta che non ti sia divertito, a collaborare con noi” Mat pesò bene le parole: una sola che fosse troppo sdolcinata, e Cobra Jack avrebbe accelerato, fuggendo via da quei sentimenti.

“non è solo questo, non è vero? Non si tratta di divertimento, credi che non lo abbia capito?” Blacky alzò la voce, pareva infuriata. Sapeva bene che Cobra teneva a loro, ma ogni volta che tentava di provare affetto per loro, si ricordava di sua figlia, del bene che le voleva e del dolore provato. Mat le sussurrò che non doveva essere troppo sentimentale con lui, o lo avrebbero perso, ma lei nemmeno lo ascoltò.

Si avvicinò a Cobra, fintanto che potesse sentirlo anche se moderò il tono di voce, che si fece quasi mesto.

“qual era il nome di tua figlia?”

Quella domanda di Blacky colpì Cobra più in profondità di quando avrebbe fatto uno dei suoi raggi. Rimase fermo qualche istante, con gli occhi persi nel vuoto, che vagavano in ricordi lontani e tormentosi. Senza dare una risposta, mise in moto, riempiendo Blacky e Mat di sabbia rossa. La ragazza tossì e si strofinò gli occhi, poi urlò alle sue spalle:
“qual era il nome di tua figlia, Cobra?”

Mat le si avvicinò, e fece per metterle una mano sulla spalla, ma dovette ammettere a se stesso che toccarle la pelle in quel momento sarebbe significato quasi certamente la perdita della mano, quindi si limitò a parlarle.

“lascialo andare, Blacky” disse “io punto la taglia di Stirling che torna”

La ragazza non rispose, ma si voltò e si incamminò verso la locanda dove alloggiavano. Ma non vi fece ritorno: si fermò davanti alle mura della città, si appoggiò al muro, e si lasciò cadere a terra, con la schiena poggiata ai mattoni di argilla, resi gelidi dalla fredda notte. Guardò Mat, mentre si sedeva accanto a lei, mantenendo una distanza di sicurezza troppo ridotta, ma non gl’importava.

“mi sento persa, Mat” decise di aprire il suo cuore “e quel che è peggio è che mi viene voglia di dare fiducia, ora! Ora che è stata tradita!”

“la verità è che la nostra vita finora è stata uno stupido scherzo” disse Mat “ci hanno detto di vivere solo per poter uccidere. Ma ora? Ora che l’uomo che abbiamo desiderato di uccidere per tutta la vita è stato per noi più simile ad un amico di quanto non lo fosse stato chiunque altro”

“cosa faremo ora? Non abbiamo più niente! Quello che ci teneva in vita era la sete di vendetta” si alzò, e si tirò indietro i lunghi capelli bruni “per questo mi sento persa. Per la prima volta, questo deserto mi sembra troppo grande, infinitamente grande, e io non so nemmeno da che parte andare”

“abbiamo ancora una taglia da incassare, ricordi?” Mat tentava di tenere un tono leggero, amichevole e sereno. Infatti, Blacky ridacchiò. “se non la sete di vendetta, sarà quella di denaro a tenerci in vita! Che, al contrario della sua sorella violenta, questa non si estingue mai!” Mat le aveva fatto tornare il sorriso, e, ancor più importante, la voglia di sperare; o, meglio, di sparare.

*

Stirling era nella sua stanza, all’Albergo della Torre, proprio la stanza che, in linea d’aria, era di fronte quella di Blacky e Mat, a meno di trenta metri di distanza. Le due camere erano praticamente identiche l’una all’altra, l’architetto dei due edifici doveva essere lo stesso, e anche pessimo. L’unico particolare per cui differivano era la porta del bagno: all’Albergo della Torre possedeva delle normali porte di ferro a scorrimento, che insonorizzavano il bagno ed evitavano che le flatulenze giungessero, con l’odore e col rumore, alla camera da letto, patria di riposo e passione amorosa. Stirling attendeva sul letto, con indosso solo un paio di calzoni da notte bianchi. Robin era in bagno, e probabilmente si stava preparando per il sesso con un abbigliamento provocante. L’attesa fu interrotta da uno stivale di Blacky, che prima sfondò la porta d’ingrasso – stavolta di legno – e poi andò a posarsi con un calcio sul petto di Stirling, costringendolo a sdraiarsi sul letto. Il tacco dello stivale era premuto sullo sterno, mentre un revolver di Blacky gli solleticava la punta del naso.

“vogliamo i soldi della tua taglia, bastardello” disse Blacky.

In quello stesso momento, Robin uscì dal bagno, vestita con un lingerie translucido rosso che copriva solo i seni con della stoffa bordeaux, e un paio di mutandine di pizzo del medesimo colore.

“il mio eroe è pronto a…” si interruppe quando vide la scena, e, emettendo un urletto – come se volesse nascondere di essersi fatta prendere dal panico per un momento –, corse a prendere la sua pistola, rimasta nella fondina, a terra insieme ai pantaloni accartocciati.

“lascialo andare!” minacciò. 

Senza nemmeno degnarla di uno sguardo, le rispose con calma “non lo farei se fossi in te, Mat ti sta tenendo sotto tiro dalla nostra stanza, dall’altra parte della strada: un passo falso e sei morta”

Robin andò a nascondersi dietro al muro, di fianco alla finestra.

“non ti salverà, il suo fucile può vedere la tua sagoma attraverso i muri; l’ho costruito io stessa”

Quasi quelle parole fossero profetiche, un proiettile laser si fece strada nel muro e passò in mezzo alle gambe di Robin, a pochi millimetri dall’inguine, tanto che lei poté sentire il calore attraverso il pizzo. Atterrita, rimase immobile.

“c’è un altro modo” disse Stirling a Blacky, tremando.

Robin puntò il revolver verso la ragazza, ma questa le fece saltare via dalle mani l’arma con un preciso raggio.

“cosa dicevi, prima che questa cagna ci interrompesse?” domandò con estrema goduria per l’insulto rivolto alla donna rossa.

“questo pomeriggio arriverà qui una navetta degli Earthlings per prendermi: aiutate me e i miei uomini a proteggerci, anche il paese è dalla mia parte!

“abbiamo ucciso dei ranger di questa città, dubito che vorranno il nostro aiuto”

“tutti i ranger, in ogni città, giungono da Ma’Adim, e sono scelti dal partito filo terrestre, è una delle iniziative del governo degli Earthlings, una legge entrata in vigore un anno fa” poi fissò Blacky nelle pupille scure “Vi pagherò!” disse con occhi languidi.

Blacky fece un verso con la bocca che esprimeva dubbio, dubbio che si mostrò anche in uno sguardo a punto di domanda sul viso della ragazza.

“saremmo i tuoi mercenari” disse, per sentire se suonava bene. “vogliamo i soldi in anticipo”

“metà ora e metà a lavoro finito, come si fa coi mercenari” intervenne Robin.

Gli occhi ridotti a fessure di Blacky la trafissero come raggi laser. Però doveva ammettere che era una soluzione equa.

“accetto” come parlò, fece un segnale con la mano a Mat, e in due minuti fu nella stanza, col fiatone.

“che mi sono perso?” domandò.

*

Il sole ardeva furente, nel mezzogiorno marziano, ma Cobra sentiva solo il vento sferzargli il volto. Quella domanda, quella di Blacky, gli si rigirava nella testa come una lama arroventata in una ferita. Non poteva negare di aver temuto che Blacky e Mat fossero morti, dopo lo schianto. Giunse in vista del relitto della nave schiavista, e tornò alla sua mente la paura che gli attanagliò quel suo vecchio cuore raggelato quando vide Blacky a terra, priva di vita. Una parte di lui voleva dimenticarsene, ma un’altra pensava che se c’era stato un momento della sua vita, dopo da morte di sua moglie e di sua figlia, in cui aveva desiderato che qualcuno vivesse, quel momento lo stava tormentando in quel preciso momento. Avrebbe voluto vedere Mat diventare il più grande tiratore di tutti i tempi, e Blacky trovare l’amore, magari proprio con quel ragazzo. Nella mente del vecchio pistolero si faceva strada un’immagine, un affresco: quei due giovani con un ranch, e un mucchio di bestiole, sia animali che portate in grembo da Blacky. E vedeva lui stesso, ormai alla fine delle sue sabbie, passare a trovarli ed essere felice per loro, ma non fermarsi troppo a lungo per timore di essere un disturbo, e per lasciarli liberi di sfornare un altro paio di marmocchi. Ma poi si corresse: solo i terrestri fanno una marea di figli, e nella sua visione prese piede solo un figlio, anzi, una figlia: identica alla sua bambina.

*

Stirling teneva in mano un dischetto lucido, dal quale si alzava un ologramma che rappresentava la città di Yakhim. L’ologramma mostrava dei soldati stilizzati di colore blu per indicare i ‘buoni’, e in rosso per indicare i ‘cattivi’.

“gli Earthlings giungeranno da quella parte” disse Stirling, indicando sull’ologramma le porte della città. Tutt’un tratto, l’immagine iniziò e tremolare, e poi sgranò. “dannazione!” imprecò, picchiettando il dischetto.

“ma per favore, Stirling! Sei incapace e maldestro, non ti affiderei neanche una pistola giocattolo scarica!” così dicendo, Mat invitò gli uomini a seguirlo.

Si posò davanti alle porte della città, aprendo le braccia. “da qui entrerà il furgone, diretto verso la torre” spiegò “staranno a bassa quota; questo paese ha pochi punti di atterraggio, nemmeno la strada centrale è abbastanza larga da creare un comodo approdo, solo la piazzola davanti alla torre, e questo per noi è un vantaggio:” indicò le case alla sua destra e alla sua sinistra, che, strette tra di loro, creavano vicoli angusti e bui “questi vicoli sono perfetti per nascondersi e tendere un’imboscata!”

“E altri si posizioneranno nelle case vicino alla torre, i paesani vi consentiranno di usare le loro abitazioni” aggiunse Blacky.

“e i cecchini potranno posizionarsi sulla torre” concluse Mat.

“Ma prima di far scattare la trappola, aspettate che il furgone sia giunto alla torre, a quel punto, al segnale delle vedette, uscite allo scoperto, e accerchiate gli Earthlings, e se non si arrenderanno, fateli a pezzi!” Robin caricò quegli uomini come giocattoli a molla, e, presi dal furore, iniziarono a prepararsi: mancavano due ore all’arrivo degli Earthlings.

Il sole avrebbe potuto cuocere una bistecca di facocero unicorno sul cofano di una navetta. L’aria pareva tremolare, l’ossigeno sembrava prendere fuoco appena entrato in bocca. E l’attesa del nemico rendeva quel caldo rovente ancora più insopportabile. Non vi era persona che non avesse gli indumenti fradici di sudore. Tutto era immobile: sarebbe stato facile credere che di essere già morti nella battaglia. A risvegliare gli animi e le menti fu un annuncio dai cecchini appostati: “arrivano!”

A quella voce, tutti ripresero conoscenza dal torpore dell’attesa.

“sei furgoni!” urlò la vedetta.

Il cuore dei soldati saltò in gola per tentare di uscire e abbandonare la nave. Blacky guardò Mat, che tentava di infonderle coraggio “ce n’è abbastanza per entrambi, piazziamo le scommesse”.

“no, dieci! Dieci furgoni degli Earthlings!” fu il conteggio finale.

“non ce la faremo mai” si lamentò Stirling.

“ecco, così sì che si vincono le guerre” lo schernì Blacky.

Robin gli si avvicinò e lo baciò teneramente “ce la faremo, e stasera festeggeremo la nostra vittoria sull’oppressore con la più infuocata notte di sesso della nostra vita, gioendo di essere vivi!”.

Blacky pensò che era patetico, per un condottiero quale Stirling si definiva, farsi dare coraggio in quel modo, con il premio alla fine della battaglia.

Mat decise che era il momento di portarsi in mezzo alla strada, per far sì che tutti gli uomini lo vedessero.

“uomini! Ascoltatemi!” catturò la loro attenzione “questa sarà la battaglia che darà inizio alla rivolta o vedrà la sua fine! Se volete la libertà, prendetevela! Sappiate che se falliamo noi, oggi, i vostri figli ne pagheranno le conseguenze, quindi levatevi la coda dalle gambe e rimettete le palle a posto, siete un popolo fiero, strappate ai tiranni la vostra libertà!”

Tra le urla esaltate, si fece avanti un dissidente “loro sono molti più di noi, e meglio armati! Non possiamo vincere! Dobbiamo fuggire, finché ancora c’è tempo!”

Mat lo fulminò con lo sguardo. “certo, chi combatte può morire, chi fugge resta vivo; almeno per un po’” puntò il fucile verso ogni membro di quel manipolo di combattenti “agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso, siete sicuri che non vorrete barattare ogni istante vissuto a partire da adesso” il popolo lo guardava, e i cuori iniziavano a prendere fuoco “per avere un’occasione, solo un’altra occasione, di tornare qui sul campo, a gridare ai nostri nemici che potranno toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai” prese fiato, e si preparò alla parola chiave “la libertà!” urlò finché ebbe fiato.

Tutti gli uomini urlarono insieme a lui, tanto forte che rischiarono di farsi udire dai furgoni in avvicinamento. Ritrovarono il coraggio in quelle parole, e presero a bere avidamente ognuno dalla propria fiaschetta di whiskey.

Quando Mat tornò al riparo, in un vicolo, Blacky lo guardò con ammirazione, e fu quello il grido di battaglia del ragazzo.

“quelle cose le pensavi davvero?” gli domandò.

Mat rise “certo che no, se vinceremo sarà solo perché agli Earthlings non è concesso bere alcool!”

Blacky dovette ammettere che il compagno non aveva tutti i torti.

“se solo ci fosse quella sbobba marrone di Cobra!” la ragazza ricordò l’effetto che lo Xocohatl aveva.

La nuvola rossa oltrepassò le porte della città, portando con sé tempesta. I ribelli se ne stavano nascosti nei loro nascondigli, sulla torre i cecchini erano travestiti da ranger. Il primo furgone della carovana si fermò ai piedi della prigione, e ve ne uscì un ufficiale, con divisa bianca non ancora sporcata dalla rossa sabbia marziana e un cappello intonso del medesimo colore. Diverse stelle e medaglie erano fissate sul petto dell’uomo dal volto severo.

“che significa, dov’è Stirling?” ringhiò.

Quella voce così feroce fece rabbrividire i rivoluzionari: nessuno di loro aveva il coraggio di attaccare, e dalle vedette sulla torre non giungeva alcun segnale.

“non mi farò prendere in giro ancora a lungo, consegnate il ribelle o raderò al suolo la città!” ruggì ancora.

Mat e Blacky si guardarono, e annuirono l’uno all’altra. Fecero per sparare, dando così inizio alla battaglia, ma prima ancora che potessero uscire dal loro nascondiglio, Robin era già uscita dalla casa dov’era nascosta, imbracciando una pesante mitragliatrice laser, di quelle che esplodono se non viene cambiata in fretta la batteria di raffreddamento, l’equivalente delle munizioni per le antiche armi da fuoco. A quel punto, uscirono allo scoperto anche i due ragazzi, urlando e mostrando i denti, come leoni. L’intero esercito di ribelli fece lo stesso, attaccando battaglia. Nella opprimente luce del mezzogiorno i laser erano difficili da veder balenare a destra e a manca. Uscire allo scoperto era stata una buona idea, da parte di Robin, Blacky e Mat, per ispirare le truppe, ma tornarono immediatamente al riparo in un vicolo. Molti uomini non furono così furbi, e andarono in contro agli Earthlings come se volessero ingaggiare uno scontro corpo a corpo. Ma, non essendo nel medioevo, i soldati terrestri non gli offrirono la cortesia di posare l’arma laser per iniziare un incontro di pugilato. Così, ben presto il numero dei ribelli fu dimezzato. Ma bisogna riconoscere che anche gli Earthlings erano bravi a diminuire di numero.

“dannazione, chi me l’ha fatto fare di non andare sulla torre?” imprecò Mat.

“hai detto che non ti saresti mai messo uno di quei ridicoli vestiti da ranger, e che preferivi morire quaggiù col tuo cappello che vincere lassù con quella roba addosso” Blacky gli ricordò le sue esatte parole.

“giusto, grazie per avermelo ricordato, ora ho un motivo per essere fiero di me!” 

Robin combatteva furiosamente, dimostrando una grande forza fisica per portare quella pesante arma. Stirling ogni tanto metteva il naso fuori da una finestra per sparare un colpo a casaccio con un revolver di piccolo calibro. I colpi della mitragliatrice si concentrarono su un furgone, fino a farlo esplodere, portando con sé qualunque Earthling fosse nelle vicinanze.

“però ci sa fare!” constatò Mat, ammirato.

Blacky, schifata, gli fece una smorfia. Per redimere il suo orgoglio, Blacky caricò un colpo in grado si sciogliere una porta anti laser. Rilasciò la carica in un fascio laser che percorse l’intera carovana, facendo esplodere tutti i nove furgoni rimasti, uno dopo l’altro. Questo pareggiò i conti: non erano più inferiori di numero.

“visto?” si gongolò Blacky, barcollando come se fosse ubriaca “la sfido a fare di meglio!” detto questo, cadde sulle ginocchia e svenne.

Mat accorse immediatamente, evitandole di sbattere la testa. Ben presto, il vantaggio ottenuto grazie a Blacky fu perso di nuovo, e molti ribelli furono stanati.
“certo che siete una noia, voi donne!”

Mentre era impegnato ad insultare Blacky per essere svenuta proprio sul più bello, Mat sentì cessare gli spari. Incuriosito, uscì dal vicolo per vedere: un soldato terrestre teneva in ostaggio Stirling.

“porca miseria, che idiota!” commentò tra sé e sé.

Il soldato intimava i ribelli di gettare le armi, o avrebbe giustiziato immediatamente il loro condottiero. La battaglia pareva perduta, ormai: i ribelli rimasti erano una dozzina, mentre ancora ventuno Earthlings respiravano. La disperazione prese i cuori dei ribelli, mettendoli davanti al dubbio, erano confusi: continuare a combattere, per la gloria e per la libertà, oppure arrendersi per salvare la vita dell’uomo che per primo si era mosso contro l’oppressore terrestre? La risposta giunse dal deserto: una nuova nuvola rossa si avvicinava. Mat salì sul tetto di una casa per vedere meglio, e seppe per certo di conoscere quella nuvola.

*

Circa un’ora prima, Cobra Jack correva verso Yakhim, in soccorso di Blacky e Mat. S’imbatté in un evento piuttosto singolare: una tromba d’aria, che vorticava in un turbine rosso, proprio davanti a lui. Si era formata nel giro di pochi secondi, costringendo Corba a frenare. Quando il tornado si placò, pian piano comparve, laddove prima vi era una trottola di sabbia cremisi, un luccichio. La polvere iniziò a calare, e quando l’aria fu di nuovo tersa, davanti a cobra non v’era più una tromba d’aria, ma, con sua enorme sorpresa, lo attendeva la sua amata Dakota, splendente nella sua argentea carrozzeria.

“abbiamo pensato” la voce che proveniva dalle sue spalle, fece voltare Cobra: era Caccia Demoni, con la sua intera tribù a cavallo “che un cavaliere avesse bisogno del suo scudiero, quando va in battaglia”

Cobra gli sorrise.

*

“ogni cavalcata ha la sua voce, e io questa la conosco” disse Mat, mentre dalle porte di Yakhim entrava la tribù di Caccia Demoni, con Cobra alla testa, a bordo della sua possente moto volante a forma di cavallo argentato. Il leggendario pistolero uscì dal fumo nero creato dalle esplosioni come da un sipario, e, senza nemmeno tenersi al manubrio con alcuna mano, prese a sparare in ogni direzione, colpendo sempre un bersaglio. Nessun soldato terrestre, in compenso, era in grado di colpirlo: era troppo veloce, troppo terribile da affrontare, e la sua Dakota rifletteva la luce del sole negli occhi degli avversari, impedendogli di mirare con cura. Chiunque si lasciasse dietro che fosse ancora vivo, incontrava una freccia dei marziani. Caccia Demoni stesso falciò con la sua leggendaria spada più di cinque soldati a meno di cinque secondi l’uno dall’altro. Mat guardava Cobra combattere, e non poteva che ammirarlo e rispettarlo. Avrebbe voluto divenire così, un giorno.

Ben presto, la battaglia fu vinta dai ribelli. Cobra scese dal suo scudiero con un sorriso fiero sul volto, e un sigaro donatogli dai marziani in bocca, ancora spento; ci pensò il fuoco di un furgone in fiamme a provvedere. Mentre fumava il suo meritato sigaro, Mat gli si avvicinò.

“Cobra!” esclamò “sapevo che saresti tornato!” era palesemente felice di vederlo, lo si capiva dal sorriso a trentadue denti che non si sforzò di nascondere.

“ora non prenderlo troppo sul personale, mi sentivo in colpa per aver lasciato due incapaci come voi nelle mani di quell’idiota di Stirling” disse. Poi, si guardò intorno, e il suo voltò s’incupì. “dov’è Blacky?”

Mat fece una smorfia “sta bene, è solo svenuta perché ha usato un raggio dalla potenza devastante per dimostrare di essere migliore di Robin, dalle qualche ora e sarà ancora in piedi a detestare quella donna”

“e come darle torto?” ridacchiò Cobra, lieto di sentire che Blacky non era stata ferita in battaglia, o peggio.

A quel punto, si appropinquò verso di loro lo stesso Stirling, insieme a Robin, mentre in tutta la città si festeggiava.

“ti porgo i miei sentiti ringraziamenti” disse a Cobra.

Il pistolero sbuffò del fumo, poi parlò “non l’ho fatto per te” disse “l’ho fatto per un pagamento”

Stirling parve deluso di non essere riuscito ad ispirare l’uomo, ma annuì “mi sembra giusto”

Robin lo guardò con disappunto.

“già, e anche io e Blacky avevamo sentito parlare di una ricompensa, ricordi?”

“ed entrambi avrete ciò che vi spetta”

“Mark! Quei soldi ci servono per la rivoluzione!” lo contraddisse Robin.

“che razza di capo sarei se non sapessi mantenere le promesse?”

Così dicendo, porse a Cobra il suo trasferitore di crediti, e lui vi posò il dito. Il solito aghetto gli bucò il polpastrello, e da quel momento nel suo sangue scorrevano cinquecento crediti in più. Lo stesso fece con Mat, pagandolo mille crediti, con la promessa solenne del ragazzo di cedere a Blacky la sua parte, quando si fosse risvegliata.

Avuto il pagamento, Mat salutò l’amico, dandogli appuntamento nella loro stanza dell’Albergo della Torre, dove avrebbe messo Blacky in un letto a riposare.

“bah, per questo pugno di crediti me ne sarei rimasto fuori!” commentò il pistolero, disgustato.

Caccia Demoni diede un’amichevole pacca sulla spalla di Cobra.

“dove andrai, adesso, marziano?” gli domandò il pistolero.

“credo che porterò la mia tribù lontano da qui, verso oriente, a Marineris”

Cobra annuì “starete bene laggiù, sono molto ospitali e per nulla belligeranti”

“vorrei chiedere a voi, illustre capo tribù marziano, di unirvi alla nostra grande lotta per liberare queste terre dalla tirannia e dall’oppressione!” Stirling prese parola.

Caccia Demoni abbassò lo sguardo, poi prese un sigaro e lo accese con un fiammifero, e ne trasse una profonda boccata. Espirando, scosse la testa.

“il governo terrestre da una parte” indicò la direzione della Terra nel cielo “quello marziano dall’altra” indicò i pochi rivoluzionari rimasti, poi scosse di nuovo la testa, senza mai incrociare lo sguardo con Stirling “troppo pericoloso”

Queste furono le sue ultime parole prima ti rimontare in groppa al suo cavallo e ripartire, seguito dalla sua tribù.

“se tutti i tuoi uomini fossero così, Stirling, la vittoria sarebbe tua” disse Cobra.  

ANGOLO DEGLI AUTORI
Eeeeee via con la caccia alle citazioni! E in questo capitolo ne abbiamo davvero tante! XD 
Questa è praticamente la secona battaglia che i nostri eroi combattono al fianco dei rivoluzionari; che dite, ci si affezioneranno o continueranno sulla strada del denaro? Nessuna delle due ipotesi si può escludere, su Marte! ;-P 
Al prossimo episodio! ;-)

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: La Setta Aster