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Autore: EllynPhilips    02/09/2016    1 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente era lunedì, il giorno in cui in cui sarebbero andati a scuola. Prima di scendere dalla macchina Frits diede loro i documenti che aveva fatto fare da dei suoi conoscenti.
Guardò il suo. C'era scritto Sommer Keller .
- Dove hai preso la foto? - chiese curiosa. - Me l'ha data tuo cugino. - disse porgendo a Constant il suo documento. - Ahren Keller, figlio del fratello del tuo defunto padre. Tua madre Sommer, è morta con lui in un incidente d'auto, mentre la tua è scappata quando eri ancora piccolo. Tuo padre viaggia per lavoro, e voi state spesso soli. -
- Perfetto. - disse Constant.
- Se qualcuno vi chiede qualcosa, voi siete di qui, della Germania. Venite da una città al confine, e tuo padre, Ahren, vi ha permesso di trasferirvi qua. Soprattutto perchè c'è qui il ragazzo di Sommer, con cui lei sta da ben due anni. - concluse soddisfatto della sua storia.
- E chi sarebbe il mio ragazzo? - chiese diffidente.
Purtroppo, era sicura di conoscere già la risposta. - Ma io, naturalmente. - disse Frits.
Come volevasi dimostrare...
- Ma perchè proprio io? Non poteva essere Constant? -
- Non sono gay, lo sanno tutti. -
- Poteva essere il ragazzo di Rey, ad esempio. -
- Nah. E' meglio così. -
- E perchè? -
- Perchè ho avuto la mia ultima ragazza 2 anni fa, e quando l'ho lasciata le ho detto che mi ero innamorato di un altra. -
- Ed era vero? -
- No, era solo una ragazza falsa. Non la volevo più nella mia vita. -
- Non avrai avuto un altra ragazza fissa, ma qualcuna ne avrai pur baciata. Non voglio passare per "Sommer la ragazza cornuta di Frits" -
- Anche qui non c'è problema. Non ho avuto ne una ragazza, e nemmeno ne ho baciato una. In effetti sono stati due anni un po noiosetti. Comunque il mio piano è perfetto. Quando ti vedranno nessuno avrà niente da dire, e i miei amici che mi credevano diventato gay penseranno "Ecco perchè". E forse, finalmente, la mia ex smetterà di perseguitarmi. -
- Ti ama ancora dopo due anni? -
- Quello non è amare. Non sopporta che qualcuno l'abbia lasciata. E' lei che vuole lasciare. -
- Come fai ad esserne sicuro? -
- Perchè la conosco. Ho scoperto anche che si è scopata il mio migliore amico il giorno dopo che ci siamo lasciati. -
- Che cosa?!? Stai scherzando spero! -
- Affatto. Credo anche che ci sia stato qualcosa mentre stavamo insieme, ma non ne sono sicuro. -
- Spero tu abbia dato una lezione al tuo migliore amico. - intervenne Constant.
- Oh, certo che l'ho fatto. - disse lui sorridendo. - Se ne ricorda ancora. -
- E' ancora il tuo migliore amico? - chiese Prisca.
- Non proprio...-
- Se è andato con la tua ragazza quando stavate insieme, e dopo, non è degno di essere chiamato amico. -
Lui alzò le spalle. - Mi sono arrabbiato, ma non così tanto. La ragazza non ne valeva la pena, per quanto riguarda il mio amico...non è più come prima. Ci salutiamo quando ci incontriamo, ma niente di più. -
- Poi in questi due anni ha continuato a vedersi con altri, mentre continuava a dirmi che voleva me.-
- Quindi a te non importa più di lei. -
- Affatto. Sono felice di essermela tolta di torno. All'inizio non era così, faceva la dolce, la simpatica. Si insomma, sai come sono le relazioni all'inizio. -
No, non lo sapeva. Lei non aveva mai avuto un ragazzo. - Però poi ho capito che tipo di persona era, e per fortuna è successo prima che mi innamorassi di lei.-
- Come si chiama? - chiese Constant.
- Blanda Maier. -
- Già dal nome non mi piace. - disse lui.
- Dal vivo è ancora peggio. -
Quando uscì dalla macchina e si guardò intorno, notò che Rey aveva ragione. Gran parte delle ragazza indossavano vestiti attillati, calze, gonne. Scarpe col tacco o stivali.
Ma i vestiti comodi e le t-shirt erano morte? Era finita in un mondo pieno di ragazze facili, se così si potevano definire...E ora, grazie a Rey, lo era diventata anche lei.
Il giorno prima l'aveva costretta ad andare con lei a comprare due vestiti da indossare a scuola. Aveva detto che i suoi erano poco adatti.
I suoi Jeans non erano abbastanza aderenti, il colore dei suoi leggins non era quello giusto...Per lei il nero non andava bene. Voleva appiopparle dei leggins rossi, ROSSI.
Come si poteva indossare dei leggins fosforescenti? Sui leggins Prisca fu irremovibile. O neri o niente. Per fortuna Rey non insistette molto, ma la obbligò a comprare dei jeans a sigaretta.
Ovviamente fu Prisca a scegliere il colore. Jeans grigi o blu scuro. Invece sulle scarpe....non poté fare nulla. E ora si trovava su delle scarpe che l'alzavano di 7 centimetri rispetto al normale...Evidentemente 1 metro e 80 di altezza era troppo poco per Rey e tutte le altre ragazza del pianeta.
- Menomale che sei più alto di me anche con i tacchi. - disse a Frits. - Sarebbe stato imbarazzante essere più alta del proprio ragazzo. -
Lui la squadrò da capo a piedi. - Rey ha un po esagerato. -
- Tu dici? -
- Certo! Non voglio che i miei amici ti saltino addosso subito il primo giorno! -
- Smettila di prendermi in giro. O ti lascio subito! -
- Io non... - ma fu interrotto.
- Ragazzi! - urlò una voce.
I tre ragazzi si girarono all'unisona. Rey stava camminando verso di loro. - Finalmente vi ho trovato! - poi prese Constant per il braccio. - Dai Ahren, andiamo, ti accompagno in segreteria a prendere l'orario e poi ti accompagno in classe. Lo riporto io a casa! - Detto questo, se lo portò via.
Vide Constant girarsi indietro più volte con lo sguardo preoccupato. Prisca rise sotto i baffi. Sperò che il ragazzo dopo scuola tornasse vivo e vegeto.
- Allora, - disse Frits guardandola. - Pronta? -
- Per niente. -
Attraversando il cortile Prisca restò dietro a Frits, fino a quando lui non si fermò.
- Frits, tesoro! - cinguettò una voce fastidiosa.
Prisca allungò lo sguardo oltre Frits e vide una ragazza bionda andargli incontro. Era alta su per giù un metro e settanta...tacchi di 10 centimetri inclusi. Indossava dei jeans rosa e una maglietta bianca, il tutto era accoppiato con una bella borsa di pelle...anche quella rosa. Gli mancavano le unghie rosa ed era apposto. Quando la ragazza alzò la mano e la posò sulla spalla di Frits vide che anche quelle erano rosa.
Ma che sorpresa...
Frits fece un passo indietro, e il braccio della barbie si riabbassò lungo il fianco. Non si diede per vinta. - Come stai? Non ti ho visto nel week-end! -
- Ho avuto da fare. - disse lui alzando le spalle. - A questo proposito, vorrei presentarti una persona. - Accennò verso di lei con la testa. - Lei è Sommer. - disse sorridendole.
- Lei chi è? - disse la ragazza stizzita, guardandola da dietro le spalle di Frits. Le venne stranamente naturale. Facendo ticchettare i tacchi sul ghiaino si avvicinò a Frits e, prendendolo per mano lo spinse dietro di lei, con fare possessivo, guardando male la ragazza.
- Io sono la sua ragazza. Tu piuttosto, chi sei? - disse calcando l'accendo sulla terzultima parola. I suo gesto suscitò la reazione voluta. Negli occhi della ragazza passò un lampo di sorpresa, poi uno di rabbia.
- Io sono....- iniziò. Ma Prisca alzò una mano per interromperla.
- Non mi interessa il tuo nome. Non provare più ad abbracciare il mio ragazzo. -
- Scusami? -
- Hai sentito bene. -
- Io abbraccio chi mi pare e piace. -
- Dopo quello che gli hai fatto due anni fa, non meriteresti nemmeno che lui ti salutasse. Quindi gira a largo. -
- Altrimenti? - la sfidò.
- Spera di non doverlo mai scoprire. - disse.
Quando si girò vide che molti ragazzi si erano radunati intorno a loro, osservando la scena. La gente ormai non si faceva proprio più gli affari suoi... Volevano qualcosa di cui parlare? Sarebbe stato semplice dare a tutti i ragazzi che si erano radunati li qualcosa da ricordare, ma non avrebbe baciato Frits solo per il loro piacere. Litigare il primo giorno con la ragazza, forse considerata la più carina della scuola, era già troppo.
Sentì il braccio di Frits cingerle le spalle, così, lanciò un ultimo sguardo alla barbie, e, circondando i fianchi del suo finto ragazzo con il braccio destro, lo portò verso l'entrata della scuola.
- Sei stata grande. - gli disse sottovoce. Quando furono all'interno della struttura, Prisca lo lasciò andare.
- Lo so. - disse buttandosi i capelli all'indietro, con fare teatrale. - Potrei fare l'attrice. -
- Sto dicendo sul serio. - disse guardandola negli occhi. - L'hai vista la sua faccia? -
- Sembrava un po sconvolta. - ammise.
- Altroché! Nessuno le aveva mai risposto così, soprattutto davanti a tutta la scuola. -
- Ho fatto una stronzata! Era meglio passare inosservata. - disse coprendosi le faccia con le mani.
- Non dire cavolate. - le rispose togliendole le mani dal viso, poi la trascinò per un braccio attraverso il corridoio momentaneamente deserto. - Dai vieni, ti accompagno in segreteria a prendere l'orario prima che suoni la campanella. -
"Blanda è un vampiro." gli inviò. Più che una domanda era una mezza affermazione.
"Si."
"Anche gli altri tuoi amici lo sono?"
"Alcuni."
Frits voltò parecchi angoli prima di arrivare davanti a una stanza con scritto "Segreteria" . Al balcone c'era una vecchia signora che salutò il suo accompagnatore con entusiasmo. - Signorino Werner! Che piacere rivederla! - esclamò.
- Adhelle. - le sorrise. - Tutto bene? -
- Si grazie, lei come sta? -
- Adesso a meraviglia. - disse stringendo Prisca. - La mia ragazza si è trasferita qui, non è magnifico? -
- Assolutamente! Sono felice per voi due. -
- Lei deve essere la signorina Keller, giusto? -
- Si. - rispose.
- Suo cugino è passato a prendere il suo orario prima, questo è il suo. - e le porse un foglio. Prisca sgranò gli occhi. Erano tutti corsi avanzati!
- Mi hai messo in tutti i corsi avanzati? Sei impazzito? - gli chiese una volta nel corridoio.
- Certo che no! L'ho fatto così almeno avremo la maggior parte delle lezioni insieme. -
- Che dolce. - gli disse accarezzandogli la guancia. - Davvero? - chiese lui un po stupito.
- No. - disse tornando seria e abbassando la mano.
Lui le fece la linguaccia.
- Dai ti accompagno in classe, la prima ora mi dispiace dirtelo, ma sei da sola. Sei nell'aula 22, con il professor Hoffman.-
Salirono le scale, e Frits si fermò davanti all'aula. - E' il professore di storia, vedrai ti piacerà. Tutte le ragazze ne vanno matte. -
- Mmm....- disse poco convinta.
- Vuoi che ti accompagni dentro? - disse accarezzandoli la testa e guardandola come se fosse una bambina il primo giorno delle elementari.
- Ah. Ah. Ah. No grazie, credo di potercela fare. -
- Ci vediamo a chimica! -
Bussò alla porta, e dopo aver ricevuto un "Avanti" come risposta, la spinse.
Si ritrovò in una stanza grande e luminosa. Le teste di almeno ventre ragazzi si alzarono dal foglio sul banco a la fissarono. Alcuni le rivolsero uno sguardo veloce, gli altri si soffermarono più del necessario a fissarla con curiosità.
- Lei deve essere la signorina Keller. - disse una voce.
Prisca si girò verso quello che doveva essere il professore, e sgranò gli occhi. Quello non era un professore! Avrà avuto si e no trent'anni! E poi era troppo carino per essere un professore. Aveva dei capelli biondo scuro, che si arricciolavano sotto le orecchie, e grandi occhi marroni. A un solo guardo capì che era umano.
- Si. - disse lei consegnandoli un foglio dove c'era scritto che poteva essere ammessa ufficialmente alle lezioni.
- Perfetto. E' arrivata al momento giusto. - disse guardando la classe. - Stiamo facendo un compito, prenda pure posto in quel banco in prima fila. -
Proprio quando c'era compito in classe doveva arrivare? Meglio di così non poteva andare.
Prese una penna dallo zaino e si sedette nel banco. Leggendo le domande del compito si rese conto di saperle tutte. Accennò un sorriso. Menomale che aveva una memoria di ferro e si ricordava tutto. Beh, tutti i vampiri avevano una memoria di ferro, ma a quanto pareva solo ad Azalea finivi di studiare tutto quello che c'era da sapere a quindici, sedici anni. Almeno le era andata bene.
Impugnò la penna e iniziò a scrivere.
Rialzò la testa solo dopo che ebbe finito il test, e notò che nessun altro si era ancora alzato a consegnare. Prese la tracolla, e andò dal professore, mettendo il compito sulla cattedra.
- Hai già finito? - chiese lui sgranando gli occhi.
Lei annuì.
- Signorina Keller credo poco probabile che abbia finito tutto il compito in meno di mezz'ora. E' stato programmato per essere finito in un ora, se non di più. -
- Ho finito. - ripetè. Non poteva prendere il compito e basta?
- Va bene. -
- Avrà sbagliato tutto. - sentì dire una voce femminile.
Si girò e vide una ragazza bionda, con i capelli a caschetto, fissarla, essendosi resa conto di averlo detto troppo ad alta voce. Indovinò subito il tipo.
Vestiti ordinari, capelli a posto, ma non troppo. Era al 99,9% una delle studentesse migliori di questa classe.
- Oh, sono sicura di aver preso più di te. - le disse facendole l'occhiolino. Poi tornò a guardare il professore.
- Signorina Keller, può uscire. - le disse solo.
E Prisca lo fece, solo che, dopo qualche secondo che fu uscita, sentì la porta aprirsi un altra volta.
- Signorina Keller. - disse il professore.
Prisca si girò incuriosita. Voleva forse sgridarla o metterla in punizione per come aveva risposto alla ragazza?
- Senta, mi dispiace di aver risposto male a quella ragazza, ma...-
- Non c'è bisogno che si scusi! - disse lui interrompendola. - La signorina Braun tende un po troppo ad essere competitiva nei voti. Non ero venuto a farle una ramanzina o altro. Volevo solo chiederle scusa per il suo comportamento. Non è stata per niente gentile, per di più oggi che è anche il suo primo giorno! -
- Si figuri, non le ho dato certo peso. - le disse sinceramente. Apprezzò molto il fatto che fosse venuto a scusarsi, anche se non era certo colpa sua se la ragazza aveva un carattere così.
- Ne sono felice. -
Gli sorrise e andò in perlustrazione della scuola, in cerca dell'aula 54. Ma non la trovò. Quando suonò la campanella, fermò un ragazzo a caso.
- Scusami? - gli chiese fermandolo.
Incontrò il secondo vampiro nell'arco di un ora e mezzo.
Lui si girò a fissarla. A Prisca non sfuggì il suo sguardo che, prima di incrociare i suoi occhi, la percorse dal basso verso l'altro. Poi, pensando fosse degna delle sue attenzioni, finalmente incrociò i suoi occhi, - Si? -
- Sai per caso dove si trovi l'aula 54 con il professor Peters? -
- Chimica avanzata? - le chiese con un sorriso. Era carino, ma non abbastanza da fargli passare il fatto che prima di rispondere l'avesse squadrata per bene. Che maleducato.
- Si. -
- Vieni ti accompagno, anche io sto andando li. -
- Grazie. - gli disse. Non si mostrò troppo entusiasta, non voleva dargli corda.
- Io sono Lange. - disse presentandosi.
- Sommer Keller. -
- Lo so. - disse solo.
Per arrivare all'aula 54, dovettero uscire dalla struttura principale, e andare in un'altra staccata dal resto della scuola. Quando vide la struttura alta, si chiese come avesse fatto a non notarla prima. Era parecchio grande, era difficile non vederla.
- Qua ci sono la maggior parte dei laboratori, l'aula 54, 55, 60, 67...Ah ecco, guarda. - Si fermò davanti alla porta che conduceva all'interno del palazzetto.
Accanto alla porta, sul lato destro, c'era un riquadro con scritte tutte le aule che c'erano li, e anche i laboratori. - Invece la, - disse indicando verso un campo, molto probabilmente da football. - C'è il campo da football. Quando arrivi li, se giri a destra, subito accanto c'è la pista di atletica. Di fronte ad essa ci sono gli spogliatoi. -
- Grazie dell'informazione. -
- Sempre qui se hai bisogno. -
Salirono insieme le scale. La stanza 54 si trovava esattamente al 5 piano. Prisca li aveva contati. Per fortuna il corso iniziava 10 minuti dopo rispetto alla fine del precedente, almeno li studenti potevano avviarsi abbastanza tranquillamente verso le aule che si trovavano li.
Entrò in classe, e notò con piacere che il professore non era ancora arrivato. Notando la borsa sulla cattedra, Prisca dedusse che fosse andato in bagno. Si guardò intorno, ma non vide Frits, così individuò un banco vuoto e posò li lo zaino. Due secondi dopo sentì due braccia cingerle i fianchi. Prisca fu sul punto di spingere via chiunque fosse, ma quando si accorse chi era, si rilassò. - Sommer. - disse Frits dandole un bacio sulla guancia.
- Ehi. - rispose girandosi verso di lui.
- Vedo che ce l'hai fatta ad arrivare quassù. -
- Si, mi ha aiutato quel ragazzo la. - disse indicando una testa mora e, con sua soresa li stava già guardando. Sentì Frits serrare le mani sui sui fianchi.
"Stai bene?" gli chiese tornando a guardarlo.
"Non esattamente"
"Lo conosci?"
"Lange? E' solo l'amico di cui ti parlavo prima, sai, quello che è andato con la mia ex"
"Oddio non lo sapevo! Nemmeno a farlo apposta!"
"Fa nulla. Ti ha infastidito?"
"Solo il suo sguardo troppo insistente. Non ha fatto altro che guardarmi da capo a piedi! Ho qualcosa che non va?"
Lui la guardò alzando un sopracciglio. "Stai scherzando, vero?"
"Affatto! Non la smettono un attimo di fissarmi. Ho per caso un cartello in fronte con scritto - Nuova arrivata, prego fissare. - ?"
"Prisca...Non hai nulla che non va. Piuttosto hai qualcosa che va troppo."
"Cioè?"
"Davvero vuoi che te lo dica?"
Allora capì. "Pensano...Pensano davvero che sia carina?"
"Carina? Bella direi. E nemmeno poco. Non te l'ha mai detto nessuno?"
Lei distolse lo sguardo. "Non qualcuno di cui mi importasse." Frits le accarezzò una guancia, poi disse : "Posso baciarti?"
"Cosa? No! Perchè?"
"Perchè Lange ci stà fissando, e voglio mettere in chiaro che non può prendermi un altra ragazza, anche se finta"
"Devi proprio?"
"Farò presto" promise sorridendole.
"Se proprio vuoi baciarmi, evita di usare queste scuse pessime, e dillo chiaramente." disse lei prendendolo in giro.
"Mi hai beccato!"
Poi chiuse gli occhi, aspettando di sentire le labbra del ragazzo toccare le sue. Solo che non successe. Il professor Peters entrò dalla porta in quell'esatto momento, dicendo : - Tutti a sedere, per favore - , e Frits si allontanò, sedendosi nel banco accanto al suo.
- Questa volta l'hai scampata. -
Lei gli fece la linguaccia. Poi volse lo sguardo al professore, cercando di stare attenta alla lezione.
Fu facile da seguire, e noiosa da ascoltare. Prisca realizzò che, per tutto il tempo che avrebbe trascorso li, le lezioni sarebbero state tutte così monotone. Il vantaggio era che non doveva preoccuparsi di studiare il pomeriggio. La cosa negativa era che il tempo che avrebbe trascorso li, si sarebbe dimostrato una noia pazzesca.



Buonasera! Volevo aggiornare prima, ma non ho avuto occasione. Spero che il capitolo vi piaccia abbastanza da perdonare la mia assenza.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio,
Ellyn.
   
 
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