Nuovo capitolo, ragazzi! Prima di passare ai ringraziamenti, vorrei avvertirvi che, molto probabilmente, per le prossimo tre settimane niente capitoli. Purtroppo il mese di Maggio è il peggiore dei mesi scolastici, ergo verifiche ed interrogazioni reclamano la mia testa!
Comunque! Pensiamo a qualcosa di positivo! Ringrazio Silentisky per il suo enorme aiuto!
Ringrazio inoltre: Giangie, Nancy92 , AryYuna e *rullo di tamburi* la nuova lettrice Xion92 (teoricamente
vorrei aggiornare una volta a settimana, ma quella cosa maledetta
chiamata scuola me lo impedisce la maggior parte delle volte!
>.<) per le recensioni!
Buona Lettura!
Capitolo 38
La Via Sbagliata
(Final Fantasy IX
Original Soundtrack – Memories of That Day)
La
porta si chiuse, sbattendo alle sue spalle.
Kelya
chiuse gli occhi, inspirando a fondo. Stava facendo la scelta giusta, ne era
sicura, le opinioni di Sirial e Micarya non le importavano affatto.
Aprì
la finestra e fissò il giardino sottostante.
Sul
ramo di un albero, un corvo la scrutava, aprendo con fare pigro le ali nere
gracchiando sommessamente.
-Di’
alla tua padrona che sono pronta. Che venga qui al Castello-
L’uccello
spiegò le ali e si alzò in volo.
La
guerriera chiuse la finestra e si diresse lentamente verso l’armadio; aprì le
ante e prese un vestito dorato.
Era
lungo, con le maniche che si aprivano all’altezza dell’incavo del gomito; alla
base del collo, due nastri bianchi erano tenuti fermi da un rubino, da cui
pendevano altre piccole pietre rossastre. La vita era stretta da una fascia del
colore dell’avorio, percorsa da sinuosi motivi ricamati con il filo argentato;
l’orlo era ornato con candido pizzo e ad ogni passo, il suo movimento ricordava
il lento incresparsi delle onde sul mare.
Posò
l’abito sul letto e si svestì senza fretta, assaporando ogni istante, quasi si
stesse preparando per un ballo a lungo atteso.
Si
cosparse il corpo con oli profumati, indossò una leggere sottoveste di batista
bianca e sopra di essa il prezioso abito.
Prese
una spazzola e cominciò a pettinarsi i capelli neri, fino a renderli
completamente lisci. Trovò un nastro di raso bianco e li sistemò in una stretta
crocchia, che chiuse con tre spilloni dorati da cui pendevano piccole sfere
lucenti di lapislazzulo.
Si
avvicinò ad un portagioie di velluto blu e perle. Lo aprì e prese un girocollo
dorato, con una goccia di madreperla; lo indossò e poi si mise ai lobi delle
orecchie un paio di foglie perlacee.
Passò
un lieve tocco di carminio sulle labbra e del bianco gesso sul volto; infine
assottigliò il contorno dell’occhio del Kajal nero.
Sospirò
e fissò la sua immagine allo specchio infranto.
Avvolta
in quello splendido abito, adorna di gioielli, sembrava la stessa persona di
mille anni prima, circondata dalla stessa aura di maestosità e grandezza.
Quella
figura però, che si rifletteva nei frammenti di specchio, sembrava offuscata,
appannata.
L’oro
del vestito era spento, i gioielli resi opachi dal tempo, il rosso delle labbra
appariva smorto, privo di luce e il bianco gesso faceva somigliare il suo volto
a quello di un cadavere.
Per
quanto cercasse di nascondersi dietro pietre preziose e polveri colorate, tutto
il suo essere sembrava intriso di oscurità,dentro cui solo un debole bagliore
riusciva ancora a palpitare, come una fiamma scossa dal vento.
Non
era davvero lei, lo sapeva, ma non poteva comunque fermarsi. Il passato era
passato, vivere nel rimorso non sarebbe servito a nulla, continuare a
compatirsi, a rimpiangere ciò che non poteva avere, avrebbe condotto tutti alla
distruzione.
Alzò
il mento con fare orgoglioso, socchiudendo appena le palpebre.
-Questa
volta non commetterò errori- disse –La Luce e la Tenebra sono giunte al loro
ultimo scontro-
Si
avviò lenta alla porta e la aprì.
Davanti
a lei stava Re Topolino, la mano chiusa a pugno, con l’intenzione di bussare.
Gli
angoli della bocca le si sollevarono in vago sorriso e, con grazia, indicò il
corridoio alla loro destra
-Volete
seguirmi, Maestà? Avrei molte cose su cui discutere con voi- sussurrò
Il
Sovrano chinò il capo
-Come
desiderate, mia signora- fu la sua risposta
-Dunque
venite con me-
Kelya
si avviò con passo lento, prestando la massima attenzione ad ogni passo, al
minimo oscillare dei lapislazzuli dei fermagli e del distendersi del pizzo sul
pavimento.
Non
era più la ragazza impaurita e dubbiosa che era arrivata al Castello del
Disney. Era la sovrana, la regina di quel mondo, l’Essere primigenio di Kingdom
Hearts, una divinità.
I
Maghi Bianchi rimasero allibiti.
-Spostare
i feriti? Alcuni di loro non sono ancora fuori pericolo, se li spostiamo
rischiano di morire!- cercò di protestare uno di loro.
Micarya
strinse la mano destra a pugno, sentendo le unghie affondare nella carne.
-Ne
siamo consapevoli- disse, cercando di controllare il tono di voce –Ma questo è
un ordine datoci direttamente dal Cuore-
Gli
allievi di Seshenhej si fissarono, mormorando qualcosa a mezza voce, mentre gli
altri Maghi strinsero le labbra: se era un ordine di Kelya non potevano
rifiutarsi.
Mentre
venivano date le disposizioni per trasportare i feriti dalla sala alle tende
dei due eserciti, il gran generale del Nord osservò Sirial.
All’apparenza
poteva sembrare calma e controllata, intenta a sorvegliare l’opera dei Maghi
Bianchi e degli altri soldati, ma gli occhi socchiusi, le labbra strette e le
unghie affondate nelle braccia conserte erano un chiaro segnale della sua
rabbia.
Micarya
chiuse gli occhi.
La
voce di Kelya era un eco nella sua testa
-Il vostro dovere non
è pensare, ma eseguire gli ordini che vi vengono dati-
-Il nostro dovere-
aveva replicato il gran generale del Sud –E’ anche occuparci dei nostri uomini!
Se spostati, i feriti più gravi potrebbero morire, lo capite? Come potremo
affrontare Malefica e i suoi Heartless se le nostre fila diminuiscono ogni
giorno di più?-
-Malefica non è più
un vostro problema-
-Non è più un nostro
problema?- aveva domandato, incredula
-E quale sarebbe il
nostro vero problema, allora?- le aveva fatto eco Sirial
-Dovete difendere il
Castello, niente di più. Oltre a me, all’interno non dovrà esserci nessun
altro-
Il
gran generale del Nord sospirò, portandosi una mano alla tempia.
Che
cosa aveva intenzione di fare Kelya?
(Final Fantasy X Original Soundtrack – Song of Prayer –Valefor-)
-Maestro..-
Laxiel
si lasciò scivolare sul terreno, la luce del sole che entrava pallida e
polverosa dalla trama della tenda, scivolando leggere sul corpo di Hitam Jiwa,
steso su di una branda, il avvolto nel freddo abbraccio della morte.
Si
strinse nelle spalle, i capelli che ricadevano scomposti a terra e la schiena
percorsa da brividi.
Se
ne era andato, in silenzio, senza una parola, con un ultimo, lieve sospiro.
Aveva
aperto solo un poco gli occhi grigi e li aveva rivolti accanto a sé, verso uno
squarcio nella tela da cui ancora si poteva vedere il cielo.
Era
rimasto così, lo sguardo perso nell’azzurro, la bocca socchiusa e la mano, che
prima aveva alzato lenta verso l’esterno della tenda, abbandonata, lasciata
cadere nel vuoto.
Il
Nessuno alzò lo sguardo verso il suo vecchio Maestro e allungò il braccio verso
di lui, fino a sfiorare quelle dita gelide.
Si
avvicinò tremante, senza perdere la presa, per poi posare le labbra sulle
nocche, sul dorso, mormorando uno spezzato: “Maestro”
Posò
la fronte sul suo petto, quasi a voler sentire il cuore battere ancora, dandole
la prova che era ancora vivo, che la fiamma non si era ancora spenta.
Passò
le dita sul suo collo, sfiorando le guance incavate e i riccioli argentati,
senza mai smettere di chiamarlo, di sussurrare tremante il suo nome.
Si
abbandonò sul suo braccio, ancora mormorando e pregando che si svegliasse.
Alzò
lo sguardo verso il suo viso.
Lo
sguardo grigio era ormai coperto da un velo opaco, privo della scintilla che vi
dimorava.
Allungò
tremante le dita verso il suo volto e gli chiuse gli occhi con rispetto, in
silenzio.
La
sua voce ormai non poteva più raggiungerlo.
Si
mise in piedi e lo guardò ancora una volta, incrociandogli le braccia sul
ventre.
Sfiorò
appena le dita di Hitam Jiwa e lasciò la tenda.
-Mia
signora..?- uno degli allievi del Mago Nero le si avvicinò, le labbra tremanti.
Laxiel
abbassò lo sguardo
-Il
Maestro Hitam Jiwa..- si bloccò, non avendo la forza di continuare.
Chiuse
gli occhi
-Il
Maestro Hitam Jiwa se ne è andato. La
sua fiamma si è spenta per sempre- sussurrò infine.
L’allievo
cadde ai suoi piedi, piangendo e gridando, mettendosi le mani fra i capelli.
I
suoi compagni lo raggiunsero e si inginocchiarono accanto a lui, ma, appresa la
notizia, cominciarono anche loro a piangere e a gemere, battendosi il petto o
graffiandosi il volto.
Il
Nessuno si allontanò, mentre uno di quei ragazzi mormorava
-Ma
lei era davvero l’allieva prediletta del Venerabile Maestro? Guardate, nemmeno
piange per la sua morte-
(Final Fantasy IX
Original Soundtrack – Passing Sorrow)
Si
appoggiò alla corteccia di un albero, alzando lo sguardo verso il cielo.
No,
lei non piangeva per la morte del suo Maestro.
Lei
era un Nessuno.
Non
poteva piangere.
Odio,
amore, tristezza, gioia, dolore.. tutto ciò non erano che pallidi riflessi,
l’effetto che i ricordi di Lathiel avevano su di lei. Niente di quello che
sentiva era vero. Era solo una finzione, un eterno ingannare se stessa.
Sorrise
-Esattamente
come Kelya..- mormorò
Avrebbe
voluto prendersela con lei, darle la colpa per la morte di Hitam Jiwa, ma
sapeva che in realtà lei non c’entrava nulla: il suo Maestro sarebbe morto
comunque quel giorno, non era importante se tra le lenzuola di lino del
Castello o nella tenda dell’Esercito del Sud.
-Laxiel..-
Il
Nessuno si voltò.
Kaze
veniva verso di lei, Kuroi che emetteva piccoli stridii davanti a lui, per
guidarlo.
-Kaze,
cosa ci fai qui?-
-Ho
sentito del Venerabile Hitam Jiwa. Mi dispiace-
Il
Nessuno spostò la schiena dalla corteccia
-Forse
è meglio per lui essere morto qui, ora, che durante una battaglia, ucciso dagli
Heartless- mormorò passandosi una mano fra i capelli –Ma in fondo, cosa
dovrebbe mai importare a me? Era il Maestro di Lathiel, non il mio-
Il
Guardiano dell’Aria non disse nulla, ma si limitò ad avvicinarsi a lei, posando
una mano sulla corteccia dell’albero.
-E’
che..sento..- le parole le morirono in gola –Non..non posso credere che sia
morto- mormorò
Kaze
la circondò con le braccia, cullandola dolcemente.
-Non
può essere morto..- mormorò ancora chiudendo gli occhi e stringendosi al
Guardiano
Avrebbe
voluto piangere, ma lei era un Nessuno.
I
Nessuno non possono piangere.
Non
hanno lacrime da versare.
Non
hanno un cuore per versarle.
(Gackt – Lust for
Blood)
Kelya
si avvicinò alla finestra, osservando sotto di essa i soldati di entrambi gli
eserciti fremere ed estrarre le armi.
Gli
Heartless erano appena apparsi davanti al Castello, pronti ad attaccarlo.
Chiuse
gli occhi, con un sospiro.
Entrarono
nella sala dove erano stati portati i feriti dopo la battaglia, pronti a
risvegliare Bahamut.
Alzarono
lo sguardo: non c’era nessuno, la stanza era vuota tranne per Van Haltier, fermo, al centro.
Sora
si avvicinò
-Van
Haltier, cosa succede?- chiese
Il
generale di divisione sembrò riscuotersi dal suo stato di torpore.
-Kelya
ha ordinato..-
Non
fece in tempo a finire la frase che il grido di battaglia degli Eserciti del
Nord e del Sud si levò e il cielo venne
illuminato dai lampi della Magia Sacra.
Uscirono
di corsa dal Castello e videro, con orrore, la piana davanti a loro brulicante
di Soldati e Shadow.
-Presto!-
gridò Topolino trafiggendo uno Shadow con Catena Nobile -Dobbiamo impedire loro
di raggiungere la Gummiship!-
I
tre ragazzi estrassero i Keyblade, mentre il Cuore, da lontano, voltava loro le
spalle.
Lo
afferrò con forza e poi lo scagliò a terra.
Sirial
si abbassò per evitare l’attacco di un Soldato e diresse un calcio verso la sua
caviglia, facendogli perdere l’equilibrio.
Il
gran generale si alzò in piedi di scattò e con un fendente della doppia katana
trapassò il corpo dell’Heartless.
Si
voltò subito, sventando all’ultimo istante il tentativo di uno Shadow di
prenderla alle spalle.
Afferrò
anche il secondo fermaglio e lo gettò a terra.
I
lapislazzuli rotolarono via con un tintinnio.
Micarya
si allontanò dall’avversario con un balzo, i pugnali ben stretti tra le mani.
Non
appena il piede destro toccò il terreno, il gran generale si diede la spinta in
avanti, mormorando un Incantesimo Blizzard.
Affondò
le due lame nel corpo del Soldato, che venne imprigionato in una prigione di
ghiaccio.
Afferrò
l’ultimo fermaglio e lo scagliò in terra con più vigore dei precedenti,
lasciando che i capelli neri danzassero sciolti sulla schiena.
-Quake!-
Asuka
allargò le braccia, avvolte in un bagliore di smeraldo.
Il
terreno davanti a lei cominciò a tremare, fino a squarciarsi completamente e
inghiottire i suoi avversari.
Si
passò il dorso della mano sulla fronte, cercando di normalizzare il respiro.
-Asuka,
attenta!-
La
Guardiana si voltò di scatto e alzò le mani sopra la testa.
L’Heartless
credette di averla colta di sorpresa, ma il colpo subito dal Bo della ragazza.
Si
strappò il girocollo dorato e lanciò contro lo specchio.
-Asuka,
attenta!-
Yanu
fece per correrle in aiuto, ma un Soldato gli comparve davanti all’improvviso.
Si
piegò all’indietro per evitare il calcio dell’avversario, per poi trapassargli
la zampa con la sciabola.
Si
tolse gli orecchini di madreperla e li strinse nel pugno, fino a sentire i loro
bordi seghettati penetrarle la pelle.
Riaprì
la mano e li lasciò cadere a terra, macchiati di sangue.
-Maestà,
quanto dista la Gummiship?- domandò Riku, affiancandosi al sovrano
-Non
è lontana- rispose quello -Stando alle indicazioni del Cuore dovrebbe esserci
una via qui vicino-
Svoltarono
a destra, prendendo un sentiero che scendeva dritto nel folto della foresta.
Un
gruppo di Shadow li circondò, impedendo loro di avanzare.
Sora
fece apparire Catena Regale e si scagliò contro gli Heartless, seguito da
Kairi, Riku e il Re.
In
pochi colpi, dei nemici non era rimasta che una nebbia nera.
C’era
qualcosa che non andava in quell’attacco.
Gli
Heartless attaccavano senza una strategia precisa e non sembravano fare il
minimo sforzo per bloccarli. Non combattevano per davvero, sembravano solo
darne l’impressione.
-Non
vi sembrano troppo deboli?- chiese il Custode dell’Alba mentre riprendevano la
corsa
-Anche
a te hanno dato questa impressione, Riku?-
-Sì-
Kairi
non disse nulla, ma osservò per un istante il volto del re, divenuto d’un
tratto scuro e quasi colpevole.
Lasciò
che il vestito scivolasse con dolcezza a terra, insieme alla sottoveste di
batista.
Uno
spiffero gelido penetrò nella stanza, facendola rabbrividire.
Si
avvicinò all’armadio e lo aprì.
Sorrise.
-Dobbiamo
aprire le porte!- gridò Sora mentre cercava di tenere lontani altri Shadow
-Ci
penso io!- disse il re -Voi occupatevi di loro!-
Il
sovrano puntò Catena Nobile verso il lucchetto; un raggio di luce partì dalla
punta dell’arma per infrangersi contro
le porte.
La
catena si sciolse e cadde a terra tintinnando.
Il
sovrano osservò il buio davanti a sé, stringendo l’impugnatura del Keyblade.
Chiuse
gli occhi e scosse la testa. Non era il momento di esitare.
-Sbrigatevi!
Non devono attaccare la Gummiship!-
Evocò
Silenzio del Tramonto e lo fissò, lasciando scorrere il dito sul filo della
lama.
La
girò più volte, osservando la luce del sole scivolare sull’arma.
Fendette
l’aria più volte, per poi sorridere, soddisfatta.
Si
avvicinò alla porta e l’aprì, uscendo dalla stanza.
-Ma
quanti sono?- esclamò Kairi respingendo per un soffio il colpo di un Heartless
-.Maestà!
La Gummiship!- gridò Sora indicando il portellone aperto.
Il
sovrano entrò nella nave, seguito dai tre.
Il
Custode di Catena Regale si guardò intorno
-Fortunatamente
non sono ancora entrati!- esclamò, facendo per uscire.
Il
pavimento della navicella cominciò a tremare e i motori parvero mettersi in
funzione.
Sora
cadde all’indietro, battendo la testa.
-Ma
cosa..?- mormorò
-Il
portellone!- urlò Kairi indicandolo -Si sta chiudendo!-
Kelya
si voltò e sorrise
-E’
un piacere averti al Castello, Malefica-
-Cosa?-
Riku
si lanciò in avanti, ma arrivò troppo tardi.
La
loro unica via di fuga era chiusa e la Gummiship si era completamente sollevata
da terra.
Gli
Heartless osservarono per qualche istante la navicella per ritirarsi
completamente nelle ombre.
Il
loro obbiettivo non era attaccare la nave. Il loro obbiettivo era far sì che i
Custodi ci arrivassero.
Era
una trappola..
Malefica
non avrebbe mai fatto una cosa del genere, il suo unico desiderio era
vendicarsi dei ragazzi uccidendoli con le proprie mani, ma allora..
Sora
si voltò verso la zona comandi
-Non
è possibile..-
Con
la testa bassa e il dito appena spostato dal tasto di accensione, stava Re
Topolino.
-Voi..-
sussurrò Riku incredulo -Siete stato voi..-
(Three Days Grace – Animal I Have Become)
-Il
piacere è tutto mio- disse la strega, inchinandosi con un sorriso.
Kelya
evocò Silenzio del Tramonto e si mise in posizione
-E’
giunto il momento, Malefica. Luce e Oscurità porranno fine alla loro battaglia
una volta per tutte-
-Come
desiderate, Cuore- rispose l’altra deridendola.
La
guerriera si lanciò in avanti, tentando un fendente laterale, ma la strega la
bloccò con il suo bastone.
-Devi
fare di meglio se vuoi uccidermi- disse Malefica respingendo l’attacco della
ragazza ed evocando dei rovi dal pavimento.
Kelya
si allontanò cin un balzo, recidendo le piante con la spada; poggiò il piede
destro e si diede la spinta in avanti, passando il palmo della mano sul filo
della lama.
Silenzio
del Tramonto venne avvolto dal ghiaccio; con un fendente laterale, la guerriera
scagliò contro la strega alcune stalattiti.
Malefica
alzò le braccia e uno scudo di fiamme verdi si alzò a proteggerla.
Non
appena il fuoco si fu dissipato, la ragazza ripartì all’attacco, tentando di
ferire l’avversaria con un colpo dall’alto.
Ancora
una volta la strega riuscì a parare l’attacco e il bastone tra le sue mani
divenne incandescente; il calore si trasferì all’arma di Kelya, che fu
costretta ad allontanarsi di nuovo.
Roteò
la lama e la fece fischiare, fissando l’avversaria con astio.
La
sfera sullo scettro di Malefica cominciò a pulsare.
La
guerriera riuscì a schivare per un soffio la scarica di fulmine che le era
stata diretta contro.
-Non
puoi uccidermi!- gridò la strega –Io sono l’Oscurità, io sono Eterna!-
La
ragazza sorrise mentre la sua avversaria sgranava gli occhi e si voltava di
scatto.
-L’hai
avvertito anche tu, Regina di Tutti i Mali? I Custodi hanno appena lasciato
questo mondo-
-Come?
Perché l’hai fatto?-
Kelya
passò nuovamente il palmo sul filo della lama.
-Hai
ragione Malefica, tu sei l’Oscurità e come tale sei Eterna-
L’arma
prese a pulsare, rivestita di ghiaccio
-E
come tu sei l’Oscurità, io, il Cuore, sono la Luce-
Alzò
Silenzio del Tramonto sopra la testa, roteandolo e facendolo fischiare
-La
nostra battaglia, Malefica, sarà Eterna! Racchiusa in una prigione di cristallo!-
Urlò
e conficcò la spada nel pavimento.
Un
istante e scariche del colore del ghiaccio saettarono dalla punta dell’arma,
avvolgendo ogni parete, riempiendo ogni anfratto del Castello, come un’onda.
L’intero
palazzo venne avvolto da un involucro lucente e indistruttibile di cristallo.
(Final Fantasy VII Advent Children - Original Soundtrack - Tenrai
~Divinity I~)
Laxiel
alzò la testa di scatto.
Come
lunghe dita lucenti, una seconda barriera si stava sovrapponendo a quella
dorata dei Custodi.
Splendeva,
dura come il ghiaccio.
Sirial
e Micarya si bloccarono mentre un secondo scudo avvolgeva il loro mondo,
imprigionandoli.
Era
partito dalle fondamenta stessa del Castello.
Era
partito da Kelya.
-Sora,
Riku, guardate!- urlò Kairi indicando la barriera di cristallo rinchiudere
nella sua morsa il mondo sotto di loro.
-Non
è possibile…- mormorò il Custode di Catena Regale –E’ stata Kelya a fare una
cosa del genere?-
-Per
salvare la vita a noi..ma anche a se stessa-
-Riku..-
Il
ragazzo si voltò verso il sovrano
-Perché?-
-Che
cosa hai fatto, pazza?- gridò Malefica, in preda alla rabbia.
Kelya
scoppiò a ridere, estraendo Silenzio del Tramonto dal pavimento
-La
nostra battaglia, Malefica! Luce contro Oscurità! Chi vorrà uscire da questa
prigione potrà farlo solo da morto!-
Puntò
la spada contro la strega
-Non
ucciderai più nessuno, Malefica-
L’avversaria
la fissò, per poi scoppiare a ridere anche lei, folle.
La
guerriera la fissò, allibita.
-Credevi
davvero che non avessi pensato ad un’eventualità del genere, al gesto disperato
di una folle egoista? Sei tu in trappola, Cuore! Ora mille eserciti di Heartless
attaccheranno e inghiottiranno altrettanti mondi!-
-No!-
-Hai
decretato la loro fine, Cuore! Con la tua stoltezza, li hai condannati a
morte!-
Pietro,
da una navicella, osservò la barriera di cristallo chiudersi per sempre sotto
di loro.
Si
voltò verso uno Shadow.
-Attaccate-