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Autore: LaMicheCoria    30/04/2009    3 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 1° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori. Può un cuore di Cristallo provare sentimenti? La Leggenda. L'Oscurità. La Luce. I Custodi saranno chiamati ancora una volta a difesa dei mondi. Una nuova missione li attende. Malefica ha trovato il modo per togliere loro i Keyblade e dominare così su tutti i mondi senza poter essere contrastata. Un nuovo personaggio condurrà Sora e gli altri nel suo mondo, dove, millenni prima, era stata creata l'arma leggendaria. Riusciranno a fermare le tenebre, o rischieranno di perdere tutto, persino la vita, per salvare la luce?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kairi, Re Topolino, Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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cap38

Nuovo capitolo, ragazzi! Prima di passare ai ringraziamenti, vorrei avvertirvi che, molto probabilmente, per le prossimo tre settimane niente capitoli. Purtroppo il mese di Maggio è il peggiore dei mesi scolastici, ergo verifiche ed interrogazioni reclamano la mia testa!

Comunque! Pensiamo a qualcosa di positivo! Ringrazio Silentisky per il suo enorme aiuto! 

Ringrazio inoltre: Giangie, Nancy92 , AryYuna e *rullo di tamburi*  la nuova lettrice Xion92 (teoricamente vorrei aggiornare una volta a settimana, ma quella cosa maledetta chiamata scuola me lo impedisce la maggior parte delle volte! >.<) per le recensioni!

Buona Lettura!

Capitolo 38
La Via Sbagliata

(Final Fantasy IX Original Soundtrack – Memories of That Day)
La porta si chiuse, sbattendo alle sue spalle.
Kelya chiuse gli occhi, inspirando a fondo. Stava facendo la scelta giusta, ne era sicura, le opinioni di Sirial e Micarya non le importavano affatto.
Aprì la finestra e fissò il giardino sottostante.
Sul ramo di un albero, un corvo la scrutava, aprendo con fare pigro le ali nere gracchiando sommessamente.
-Di’ alla tua padrona che sono pronta. Che venga qui al Castello-
L’uccello spiegò le ali e si alzò in volo.
La guerriera chiuse la finestra e si diresse lentamente verso l’armadio; aprì le ante e prese un vestito dorato.
Era lungo, con le maniche che si aprivano all’altezza dell’incavo del gomito; alla base del collo, due nastri bianchi erano tenuti fermi da un rubino, da cui pendevano altre piccole pietre rossastre. La vita era stretta da una fascia del colore dell’avorio, percorsa da sinuosi motivi ricamati con il filo argentato; l’orlo era ornato con candido pizzo e ad ogni passo, il suo movimento ricordava il lento incresparsi delle onde sul mare.
Posò l’abito sul letto e si svestì senza fretta, assaporando ogni istante, quasi si stesse preparando per un ballo a lungo atteso.
Si cosparse il corpo con oli profumati, indossò una leggere sottoveste di batista bianca e sopra di essa il prezioso abito.
Prese una spazzola e cominciò a pettinarsi i capelli neri, fino a renderli completamente lisci. Trovò un nastro di raso bianco e li sistemò in una stretta crocchia, che chiuse con tre spilloni dorati da cui pendevano piccole sfere lucenti di lapislazzulo.
Si avvicinò ad un portagioie di velluto blu e perle. Lo aprì e prese un girocollo dorato, con una goccia di madreperla; lo indossò e poi si mise ai lobi delle orecchie un paio di foglie perlacee.
Passò un lieve tocco di carminio sulle labbra e del bianco gesso sul volto; infine assottigliò il contorno dell’occhio del Kajal nero.
Sospirò e fissò la sua immagine allo specchio infranto.
Avvolta in quello splendido abito, adorna di gioielli, sembrava la stessa persona di mille anni prima, circondata dalla stessa aura di maestosità e grandezza.
Quella figura però, che si rifletteva nei frammenti di specchio, sembrava offuscata, appannata.
L’oro del vestito era spento, i gioielli resi opachi dal tempo, il rosso delle labbra appariva smorto, privo di luce e il bianco gesso faceva somigliare il suo volto a quello di un cadavere.
Per quanto cercasse di nascondersi dietro pietre preziose e polveri colorate, tutto il suo essere sembrava intriso di oscurità,dentro cui solo un debole bagliore riusciva ancora a palpitare, come una fiamma scossa dal vento.
Non era davvero lei, lo sapeva, ma non poteva comunque fermarsi. Il passato era passato, vivere nel rimorso non sarebbe servito a nulla, continuare a compatirsi, a rimpiangere ciò che non poteva avere, avrebbe condotto tutti alla distruzione.
Alzò il mento con fare orgoglioso, socchiudendo appena le palpebre.
-Questa volta non commetterò errori- disse –La Luce e la Tenebra sono giunte al loro ultimo scontro-
Si avviò lenta alla porta e la aprì.
Davanti a lei stava Re Topolino, la mano chiusa a pugno, con l’intenzione di bussare.
Gli angoli della bocca le si sollevarono in vago sorriso e, con grazia, indicò il corridoio alla loro destra
-Volete seguirmi, Maestà? Avrei molte cose su cui discutere con voi- sussurrò
Il Sovrano chinò il capo
-Come desiderate, mia signora- fu la sua risposta
-Dunque venite con me-
Kelya si avviò con passo lento, prestando la massima attenzione ad ogni passo, al minimo oscillare dei lapislazzuli dei fermagli e del distendersi del pizzo sul pavimento.
Non era più la ragazza impaurita e dubbiosa che era arrivata al Castello del Disney. Era la sovrana, la regina di quel mondo, l’Essere primigenio di Kingdom Hearts, una divinità.

 
I Maghi Bianchi rimasero allibiti.
-Spostare i feriti? Alcuni di loro non sono ancora fuori pericolo, se li spostiamo rischiano di morire!- cercò di protestare uno di loro.
Micarya strinse la mano destra a pugno, sentendo le unghie affondare nella carne.
-Ne siamo consapevoli- disse, cercando di controllare il tono di voce –Ma questo è un ordine datoci direttamente dal Cuore-
Gli allievi di Seshenhej si fissarono, mormorando qualcosa a mezza voce, mentre gli altri Maghi strinsero le labbra: se era un ordine di Kelya non potevano rifiutarsi.
Mentre venivano date le disposizioni per trasportare i feriti dalla sala alle tende dei due eserciti, il gran generale del Nord osservò Sirial.
All’apparenza poteva sembrare calma e controllata, intenta a sorvegliare l’opera dei Maghi Bianchi e degli altri soldati, ma gli occhi socchiusi, le labbra strette e le unghie affondate nelle braccia conserte erano un chiaro segnale della sua rabbia.
Micarya chiuse gli occhi.
La voce di Kelya era un eco nella sua testa

-Il vostro dovere non è pensare, ma eseguire gli ordini che vi vengono dati-
-Il nostro dovere- aveva replicato il gran generale del Sud –E’ anche occuparci dei nostri uomini! Se spostati, i feriti più gravi potrebbero morire, lo capite? Come potremo affrontare Malefica e i suoi Heartless se le nostre fila diminuiscono ogni giorno di più?-
-Malefica non è più un vostro problema-
-Non è più un nostro problema?- aveva domandato, incredula
-E quale sarebbe il nostro vero problema, allora?- le aveva fatto eco Sirial
-Dovete difendere il Castello, niente di più. Oltre a me, all’interno non dovrà esserci nessun altro-

Il gran generale del Nord sospirò, portandosi una mano alla tempia.
Che cosa aveva intenzione di fare Kelya?

 

(Final Fantasy X Original Soundtrack – Song of Prayer –Valefor-)
-Maestro..-
Laxiel si lasciò scivolare sul terreno, la luce del sole che entrava pallida e polverosa dalla trama della tenda, scivolando leggere sul corpo di Hitam Jiwa, steso su di una branda, il avvolto nel freddo abbraccio della morte.
Si strinse nelle spalle, i capelli che ricadevano scomposti a terra e la schiena percorsa da brividi.
Se ne era andato, in silenzio, senza una parola, con un ultimo, lieve sospiro.
Aveva aperto solo un poco gli occhi grigi e li aveva rivolti accanto a sé, verso uno squarcio nella tela da cui ancora si poteva vedere il cielo.
Era rimasto così, lo sguardo perso nell’azzurro, la bocca socchiusa e la mano, che prima aveva alzato lenta verso l’esterno della tenda, abbandonata, lasciata cadere nel vuoto.
Il Nessuno alzò lo sguardo verso il suo vecchio Maestro e allungò il braccio verso di lui, fino a sfiorare quelle dita gelide.
Si avvicinò tremante, senza perdere la presa, per poi posare le labbra sulle nocche, sul dorso, mormorando uno spezzato: “Maestro”
Posò la fronte sul suo petto, quasi a voler sentire il cuore battere ancora, dandole la prova che era ancora vivo, che la fiamma non si era ancora spenta.
Passò le dita sul suo collo, sfiorando le guance incavate e i riccioli argentati, senza mai smettere di chiamarlo, di sussurrare tremante il suo nome.
Si abbandonò sul suo braccio, ancora mormorando e pregando che si svegliasse.
Alzò lo sguardo verso il suo viso.
Lo sguardo grigio era ormai coperto da un velo opaco, privo della scintilla che vi dimorava.
Allungò tremante le dita verso il suo volto e gli chiuse gli occhi con rispetto, in silenzio.
La sua voce ormai non poteva più raggiungerlo.
Si mise in piedi e lo guardò ancora una volta, incrociandogli le braccia sul ventre.
Sfiorò appena le dita di Hitam Jiwa e lasciò la tenda.
-Mia signora..?- uno degli allievi del Mago Nero le si avvicinò, le labbra tremanti.
Laxiel abbassò lo sguardo
-Il Maestro Hitam Jiwa..- si bloccò, non avendo la forza di continuare.
Chiuse gli occhi
-Il Maestro Hitam Jiwa se ne è andato.  La sua fiamma si è spenta per sempre- sussurrò infine.
L’allievo cadde ai suoi piedi, piangendo e gridando, mettendosi le mani fra i capelli.
I suoi compagni lo raggiunsero e si inginocchiarono accanto a lui, ma, appresa la notizia, cominciarono anche loro a piangere e a gemere, battendosi il petto o graffiandosi il volto.
Il Nessuno si allontanò, mentre uno di quei ragazzi mormorava
-Ma lei era davvero l’allieva prediletta del Venerabile Maestro? Guardate, nemmeno piange per la sua morte-

 

(Final Fantasy IX Original Soundtrack – Passing Sorrow)
Si appoggiò alla corteccia di un albero, alzando lo sguardo verso il cielo.
No, lei non piangeva per la morte del suo Maestro.
Lei era un Nessuno.
Non poteva piangere.
Odio, amore, tristezza, gioia, dolore.. tutto ciò non erano che pallidi riflessi, l’effetto che i ricordi di Lathiel avevano su di lei. Niente di quello che sentiva era vero. Era solo una finzione, un eterno ingannare se stessa.
Sorrise
-Esattamente come Kelya..- mormorò
Avrebbe voluto prendersela con lei, darle la colpa per la morte di Hitam Jiwa, ma sapeva che in realtà lei non c’entrava nulla: il suo Maestro sarebbe morto comunque quel giorno, non era importante se tra le lenzuola di lino del Castello o nella tenda dell’Esercito del Sud.
-Laxiel..-
Il Nessuno si voltò.
Kaze veniva verso di lei, Kuroi che emetteva piccoli stridii davanti a lui, per guidarlo.
-Kaze, cosa ci fai qui?-
-Ho sentito del Venerabile Hitam Jiwa. Mi dispiace-
Il Nessuno spostò la schiena dalla corteccia
-Forse è meglio per lui essere morto qui, ora, che durante una battaglia, ucciso dagli Heartless- mormorò passandosi una mano fra i capelli –Ma in fondo, cosa dovrebbe mai importare a me? Era il Maestro di Lathiel, non il mio-
Il Guardiano dell’Aria non disse nulla, ma si limitò ad avvicinarsi a lei, posando una mano sulla corteccia dell’albero.
-E’ che..sento..- le parole le morirono in gola –Non..non posso credere che sia morto- mormorò
Kaze la circondò con le braccia, cullandola dolcemente.
-Non può essere morto..- mormorò ancora chiudendo gli occhi e stringendosi al Guardiano
Avrebbe voluto piangere, ma lei era un Nessuno.
I Nessuno non possono piangere.
Non hanno lacrime da versare.
Non hanno un cuore per versarle.

 

(Gackt – Lust for Blood)

Kelya si avvicinò alla finestra, osservando sotto di essa i soldati di entrambi gli eserciti fremere ed estrarre le armi.
Gli Heartless erano appena apparsi davanti al Castello, pronti ad attaccarlo.
Chiuse gli occhi, con un sospiro.

 
Entrarono nella sala dove erano stati portati i feriti dopo la battaglia, pronti a risvegliare Bahamut.
Alzarono lo sguardo: non c’era nessuno, la stanza era vuota  tranne per Van Haltier, fermo, al centro.
Sora si avvicinò
-Van Haltier, cosa succede?- chiese
Il generale di divisione sembrò riscuotersi dal suo stato di torpore.
-Kelya ha ordinato..-
Non fece in tempo a finire la frase che il grido di battaglia degli Eserciti del Nord e del Sud si  levò e il cielo venne illuminato dai lampi della Magia Sacra.
Uscirono di corsa dal Castello e videro, con orrore, la piana davanti a loro brulicante di Soldati e Shadow.
-Presto!- gridò Topolino trafiggendo uno Shadow con Catena Nobile -Dobbiamo impedire loro di raggiungere la Gummiship!-
I tre ragazzi estrassero i Keyblade, mentre il Cuore, da lontano, voltava loro le spalle.

 

 Sfiorò con la punta delle dita uno dei fermaglio.
Lo afferrò con forza e poi lo scagliò a terra.

 

Sirial si abbassò per evitare l’attacco di un Soldato e diresse un calcio verso la sua caviglia, facendogli perdere l’equilibrio.
Il gran generale si alzò in piedi di scattò e con un fendente della doppia katana trapassò il corpo dell’Heartless.
Si voltò subito, sventando all’ultimo istante il tentativo di uno Shadow di prenderla alle spalle.

 

Afferrò anche il secondo fermaglio e lo gettò a terra.
I lapislazzuli rotolarono via con un tintinnio.

 

Micarya si allontanò dall’avversario con un balzo, i pugnali ben stretti tra le mani.
Non appena il piede destro toccò il terreno, il gran generale si diede la spinta in avanti, mormorando un Incantesimo Blizzard.
Affondò le due lame nel corpo del Soldato, che venne imprigionato in una prigione di ghiaccio.

 

Afferrò l’ultimo fermaglio e lo scagliò in terra con più vigore dei precedenti, lasciando che i capelli neri danzassero sciolti sulla schiena.

 

-Quake!-
Asuka allargò le braccia, avvolte in un bagliore di smeraldo.
Il terreno davanti a lei cominciò a tremare, fino a squarciarsi completamente e inghiottire i suoi avversari.
Si passò il dorso della mano sulla fronte, cercando di normalizzare il respiro.
-Asuka, attenta!-
La Guardiana si voltò di scatto e alzò le mani sopra la testa.
L’Heartless credette di averla colta di sorpresa, ma il colpo subito dal Bo della ragazza.

 

Si strappò il girocollo dorato e lanciò contro lo specchio.

 

-Asuka, attenta!-
Yanu fece per correrle in aiuto, ma un Soldato gli comparve davanti all’improvviso.
Si piegò all’indietro per evitare il calcio dell’avversario, per poi trapassargli la zampa con la sciabola.

 

Si tolse gli orecchini di madreperla e li strinse nel pugno, fino a sentire i loro bordi seghettati penetrarle la pelle.
Riaprì la mano e li lasciò cadere a terra, macchiati di sangue.

 
-Maestà, quanto dista la Gummiship?- domandò Riku, affiancandosi al sovrano
-Non è lontana- rispose quello -Stando alle indicazioni del Cuore dovrebbe esserci una via qui vicino-
Svoltarono a destra, prendendo un sentiero che scendeva dritto nel folto della foresta.
Un gruppo di Shadow li circondò, impedendo loro di avanzare.
Sora fece apparire Catena Regale e si scagliò contro gli Heartless, seguito da Kairi, Riku e il Re.
In pochi colpi, dei nemici non era rimasta che una nebbia nera.
C’era qualcosa che non andava in quell’attacco.
Gli Heartless attaccavano senza una strategia precisa e non sembravano fare il minimo sforzo per bloccarli. Non combattevano per davvero, sembravano solo darne l’impressione.
-Non vi sembrano troppo deboli?- chiese il Custode dell’Alba mentre riprendevano la corsa
-Anche a te hanno dato questa impressione, Riku?-
-Sì-
Kairi non disse nulla, ma osservò per un istante il volto del re, divenuto d’un tratto scuro e quasi colpevole.

 

Lasciò che il vestito scivolasse con dolcezza a terra, insieme alla sottoveste di batista.
Uno spiffero gelido penetrò nella stanza, facendola rabbrividire.
Si avvicinò all’armadio e lo aprì.
Sorrise.

 
-Dobbiamo aprire le porte!- gridò Sora mentre cercava di tenere lontani altri Shadow
-Ci penso io!- disse il re -Voi occupatevi di loro!-
Il sovrano puntò Catena Nobile verso il lucchetto; un raggio di luce partì dalla punta dell’arma per infrangersi  contro le porte.
La catena si sciolse e cadde a terra tintinnando.
Il sovrano osservò il buio davanti a sé, stringendo l’impugnatura del Keyblade.
Chiuse gli occhi e scosse la testa. Non era il momento di esitare.
-Sbrigatevi! Non devono attaccare la Gummiship!-

 

Evocò Silenzio del Tramonto e lo fissò, lasciando scorrere il dito sul filo della lama.
La girò più volte, osservando la luce del sole scivolare sull’arma.
Fendette l’aria più volte, per poi sorridere, soddisfatta.
Si avvicinò alla porta e l’aprì, uscendo dalla stanza.

 

-Ma quanti sono?- esclamò Kairi respingendo per un soffio il colpo di un Heartless
-.Maestà! La Gummiship!- gridò Sora indicando il portellone aperto.
Il sovrano entrò nella nave, seguito dai tre.
Il Custode di Catena Regale si guardò intorno
-Fortunatamente non sono ancora entrati!- esclamò, facendo per uscire.
Il pavimento della navicella cominciò a tremare e i motori parvero mettersi in funzione.
Sora cadde all’indietro, battendo la testa.
-Ma cosa..?- mormorò
-Il portellone!- urlò Kairi indicandolo -Si sta chiudendo!-

 

Kelya si voltò e sorrise
-E’ un piacere averti al Castello, Malefica-

 

-Cosa?-
Riku si lanciò in avanti, ma arrivò troppo tardi.
La loro unica via di fuga era chiusa e la Gummiship si era completamente sollevata da terra.
Gli Heartless osservarono per qualche istante la navicella per ritirarsi completamente nelle ombre.
Il loro obbiettivo non era attaccare la nave. Il loro obbiettivo era far sì che i Custodi ci arrivassero.
Era una trappola..
Malefica non avrebbe mai fatto una cosa del genere, il suo unico desiderio era vendicarsi dei ragazzi uccidendoli con le proprie mani, ma allora..
Sora si voltò verso la zona comandi
-Non è possibile..-
Con la testa bassa e il dito appena spostato dal tasto di accensione, stava Re Topolino.
-Voi..- sussurrò Riku incredulo -Siete stato voi..-

 

(Three Days Grace – Animal I Have Become)
-Il piacere è tutto mio- disse la strega, inchinandosi con un sorriso.
Kelya evocò Silenzio del Tramonto e si mise in posizione
-E’ giunto il momento, Malefica. Luce e Oscurità porranno fine alla loro battaglia una volta per tutte-
-Come desiderate, Cuore- rispose l’altra deridendola.
La guerriera si lanciò in avanti, tentando un fendente laterale, ma la strega la bloccò con il suo bastone.
-Devi fare di meglio se vuoi uccidermi- disse Malefica respingendo l’attacco della ragazza ed evocando dei rovi dal pavimento.
Kelya si allontanò cin un balzo, recidendo le piante con la spada; poggiò il piede destro e si diede la spinta in avanti, passando il palmo della mano sul filo della lama.
Silenzio del Tramonto venne avvolto dal ghiaccio; con un fendente laterale, la guerriera scagliò contro la strega alcune stalattiti.
Malefica alzò le braccia e uno scudo di fiamme verdi si alzò a proteggerla.
Non appena il fuoco si fu dissipato, la ragazza ripartì all’attacco, tentando di ferire l’avversaria con un colpo dall’alto.
Ancora una volta la strega riuscì a parare l’attacco e il bastone tra le sue mani divenne incandescente; il calore si trasferì all’arma di Kelya, che fu costretta ad allontanarsi di nuovo.
Roteò la lama e la fece fischiare, fissando l’avversaria con astio.
La sfera sullo scettro di Malefica cominciò a pulsare.
La guerriera riuscì a schivare per un soffio la scarica di fulmine che le era stata diretta contro.
-Non puoi uccidermi!- gridò la strega –Io sono l’Oscurità, io sono Eterna!-
La ragazza sorrise mentre la sua avversaria sgranava gli occhi e si voltava di scatto.
-L’hai avvertito anche tu, Regina di Tutti i Mali? I Custodi hanno appena lasciato questo mondo-
-Come? Perché l’hai fatto?-
Kelya passò nuovamente il palmo sul filo della lama.
-Hai ragione Malefica, tu sei l’Oscurità e come tale sei Eterna-
L’arma prese a pulsare, rivestita di ghiaccio
-E come tu sei l’Oscurità, io, il Cuore, sono la Luce-
Alzò Silenzio del Tramonto sopra la testa, roteandolo e facendolo fischiare
-La nostra battaglia, Malefica, sarà Eterna! Racchiusa in una prigione di cristallo!-
Urlò e conficcò la spada nel pavimento.
Un istante e scariche del colore del ghiaccio saettarono dalla punta dell’arma, avvolgendo ogni parete, riempiendo ogni anfratto del Castello, come un’onda.
L’intero palazzo venne avvolto da un involucro lucente e indistruttibile di cristallo.

 

(Final Fantasy VII Advent Children - Original Soundtrack - Tenrai ~Divinity I~)

Laxiel alzò la testa di scatto.
Come lunghe dita lucenti, una seconda barriera si stava sovrapponendo a quella dorata dei Custodi.
Splendeva, dura come il ghiaccio.

 

Sirial e Micarya si bloccarono mentre un secondo scudo avvolgeva il loro mondo, imprigionandoli.
Era partito dalle fondamenta stessa del Castello.
Era partito da Kelya.

 
-Sora, Riku, guardate!- urlò Kairi indicando la barriera di cristallo rinchiudere nella sua morsa il mondo sotto di loro.
-Non è possibile…- mormorò il Custode di Catena Regale –E’ stata Kelya a fare una cosa del genere?-
-Per salvare la vita a noi..ma anche a se stessa-
-Riku..-
Il ragazzo si voltò verso il sovrano
-Perché?-

 

-Che cosa hai fatto, pazza?- gridò Malefica, in preda alla rabbia.
Kelya scoppiò a ridere, estraendo Silenzio del Tramonto dal pavimento
-La nostra battaglia, Malefica! Luce contro Oscurità! Chi vorrà uscire da questa prigione potrà farlo solo da morto!-
Puntò la spada contro la strega
-Non ucciderai più nessuno, Malefica-
L’avversaria la fissò, per poi scoppiare a ridere anche lei, folle.
La guerriera la fissò, allibita.
-Credevi davvero che non avessi pensato ad un’eventualità del genere, al gesto disperato di una folle egoista? Sei tu in trappola, Cuore! Ora mille eserciti di Heartless attaccheranno e inghiottiranno altrettanti mondi!-
-No!-
-Hai decretato la loro fine, Cuore! Con la tua stoltezza, li hai condannati a morte!-

 

Pietro, da una navicella, osservò la barriera di cristallo chiudersi per sempre sotto di loro.
Si voltò verso uno Shadow.
-Attaccate-

Boh:Il bō (棒 : ぼう) è un bastone lungo circa 180 centimetri usato nel combattimento, solitamente costruito in legno o bambù. Il bō standard è talvolta chiamato rokushakubo (六尺棒). Il nome è composto dalle parole giapponesi roku (ossia "sei"), shaku (un'unità di misura giapponese) e bō (cioè "bastone"). Quindi rokushakubō indica un'asta di legno lunga sei shaku (181.8 cm). Altri tipi di bō sono di diversi materiali, leggeri, pesanti, rigidi o flessibili, da un semplice pezzo di legno raccolto per strada ad armi ornamentali decorate artisticamente. Fonte:Wikipedia
   
 
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