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Autore: Erina91    03/09/2016    6 recensioni
-Yukihira.. che facciamo davanti alla porta del tuo appartamento?- chiese lei con la voce impastata a causa della sbronza.
-non lo so Nakiri. Sei tu che mi hai tirato per la maglietta e mi hai chiesto di accompagnarti a casa.- biascicò lui, brillo quanto lei.
-e perché sono davanti casa tua e non al mio appartamento di lusso?- bofonchiò singhiozzando. Le guance rosse per colpa dell'alcol. Si sorreggevano a vicenda dato che barcollavano in modo imbarazzante e Soma stava cercando di tirare fuori dalla tasca dei pataloni le chiavi del suo appartamento, riscontrando diverse difficoltà.
-il tuo appartamento è troppo distante per accompagnarti, accontentati del mio Nakiri.- farfugliò lui, sghignazzando senza motivo. Sempre colpa dell'alcol.
-immagino di non avere altra scelta, allora.- accosentì lei, -ho un mal di testa assurdo.- si portò una mano sulla fronte.
Soma la fissò quando furono entrati nell'appartamento preso in affitto..
Pairing: SomaxErina e altre..
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erina Nakiri, Nuovo personaggio, Souma Yukihira, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Doloroso distacco..


Era arrivato a casa e aveva aperto la porta con le chiavi pensando che Megumi si fosse addormentata, stancata di aspettarlo per gran parte della giornata. Però, quando entrò in cucina per prendere da bere, la notò seduta sulla sedia.
Era molto preoccupata e lui si sentì ancora più miserabile.
-Soma-kun..- sussurrò alzandosi di scatto dalla sedia.  -cos'è successo? Perché non hai risposto ai miei messaggi?-
-mi dispiace Megumi, non ho avuto molto tempo per controllare il cellulare e pensavo fossi a lavoro.
Mi sono accorto solo da poco dei tuoi messaggi.- era una mezza verità, ma si sentì comunque meschino e lo sarebbe stato ancora di più quando le avrebbe mentito su con chi era.
-ok, non preoccuparti di quello. Nemmeno io sapevo che avrei finito prima di lavorare.- rispose lei, -dove sei stato?-
Distolse lo sguardo timorosa della risposta. Era arrivato il momento di mentirle ancora e, mentre cercava di formulare la risposta da darle, tutti i ricordi di quello che era successo con Nakiri poco fa tornarono a farsi persistenti travolgendolo di sensi di colpa. -sono stato ad una cena con dei colleghi di lavoro.- alla fine disse. Il petto gli faceva male.
Avvertiva la gola bruciargli come a volerlo punire per averle detto l'ennesima cavolata sulla sua compagnia della giornata e l'espressione del volto si fece cupa. -scusa Megumi, ti ho fatto agitare non rispondendo ai tuoi messaggi.- aggiunse amareggiato. Lei sospirò silenziosamente.
-l'importante è che tu stia bene, Soma-kun.- dichiarò, -però non farmi più preoccupare così. Sono stata male.-
Lui annuì consapevole. -sì, perdonami.-
Megumi gli sorrise. -come hai intenzione di farti perdonare?-
Lui ricambiò il suo sorriso con dolcezza:
-che ne diresti di dormire da me? Ti può andare bene?-
-d'accordo.- accettò lei, avvicinandosi lentamente a lui per accarezzarlo sulla guancia.
Lui posò la sua sopra quello di lei e la baciò.
Finirono in camera sua, nudi, a fare l'amore e mentre lei si prendeva cura del suo corpo con la sua innocente delicatezza, lui sperò di dimenticare il desiderio con cui aveva toccato Erina solo un'ora fa unendosi alla sua attuale ragazza.
Per un po' i pensieri su Nakiri furono sostituiti dalle carezze di Megumi, ma quando quest'ultima si portò sopra di lui per guidare l'amplesso lei al suo posto, ecco che il volto di ella fu sovrapposto a quello di Nakiri che aveva preso la stessa iniziativa l'unica notte che avevano fatto l'amore..

Era finalmente entrato dentro di lei dopo un scambio di sguardi complici e la sensazione era bellissima, complementare, affine, calda e travolgente.. si muoveva dentro di lei con passione: prima lentamente e poi sempre più rapidamente, alternando via via le spinte come più lo aggradava, cercando anche di ascoltare le esigenze di Nakiri che, a sua volta, si stringeva a lui con forza. Le gambe avvolte strettamente alla sua vita, le mani che lo vezzeggiavano mentre si adeguava ai suoi movimenti, in un tumulto di emozioni reciproche e potenti capaci di farlo andare fuori di testa.
Erano sbronzi, ma in quel momento era come se non lo fossero da quanto le sensazioni dell'attimo erano tangibili e profonde. Erina poi, cogliendolo di sorpresa per via della lucidità del gesto, con un agile scatto delle gambe ribaltò le posizioni ottenendo il dominio dell'amplesso al posto di Soma. Si scosse i capelli a cavalcioni sopra di lui, facendo crollare la voluttuosa massa lungo la schiena in una manovra sensuale quanto incantatrice, e lo fissò dritto negli occhi, dall'alto, per poi iniziare a guidare lei l'atto sessuale affondando le mani tra i suoi ciuffi rossi e muovendosi dentro di lui intanto che lui la sosteneva per le cosce talmente lisce da fargli quasi da scivolo mentre le carezzava con piccante audacia..

Troppo tardi. Deluso da se stesso per aver anteposto il sinuoso volto di Nakiri a quello di Megumi mentre facevano l'amore ma troppo stanco per pensarci, si addormentò immediatamente.

 

****


Megumi lo osservò dormire tranquillo e con dolcezza iniziò ad accarezzargli i capelli, felice di aver chiarito con lui.
Non sapeva chi erano questi colleghi con cui era stato a cena, ma aveva deciso di fidarsi di lui e di credere nei suoi sinceri sentimenti perché lei amava davvero Soma. Sorrise. Peccato che, quando scese verso la sua fronte per lasciargli un dolce bacio, lo sentì_fra il sonno_ pronunciare il nome di una ragazza che non era lei e tale ragazza la conosceva più che bene:
-Nakiri..- aveva farfugliato. Perché Soma aveva pronunciato il nome di Nakiri?
Era consapevole che forse era solamente uno stupido sogno in cui poteva essere presente Nakiri, ma sentirgli dire il cognome/nome di una ragazza che non era lei le aveva fatto male e tutti i dubbi che la assillavano da quando Soma aveva iniziato a lavorare all'Adashino C.B tornarono a farsi ragionevoli.
Lui non le aveva mai parlato del suo lavoro e neanche dei nuovi colleghi.
Aveva pensato che il suo essere pensieroso e distratto fosse dovuto al fatto che non si trovava bene nel nuovo posto di lavoro, con i colleghi, ma Soma era una persona molto socievole e amichevole e difficilmente faticava ad inserirsi nei posti dove metteva piede. Subito suscitava interesse, fiducia e simpatia e, se veramente quella sera aveva cenato con i colleghi, allora voleva solo dire che il problema non era quello perché le relazioni sul posto di lavoro andavano bene.
Che fosse Nakiri, allora, il problema? Pensò.
In effetti aveva sempre considerato il loro rapporto strano fin da quando andavano a liceo e si era spesso chiesta cosa entrambi provassero l'uno per l'altra, ma siccome_da quello che sapeva_tra loro non era mai successo nulla, si era convinta che il loro legame fosse unicamente competitivo sull'aspetto professionale e non si era più preoccupa di sapere cosa li univa. Però non aveva nemmeno mai pensato di chiederlo, un po' per mancanza di coraggio e un po' perché non voleva risultare invadente e dimostrarsi troppo appiccicosa, ma adesso voleva saperlo.
Ci mise parecchio ad addormentarsi perché era agitata un'altra volta, alla fine stravolta dalla stanchezza si addormentò anche lei accovacciandosi accanto a Soma e con due sole domande in testa:
Cosa le nascondeva? Perché si era fatto improvvisamente introverso?


 
****


Avevano appena ottenuto un ingaggio per un catering/banqueting in Francia, a Parigi, per delle elezioni politiche. Sarebbero partiti fra tre settimane. Erina, tuttavia, non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo con Yukihira la sera prima e a tutto ciò che stare con lui, toccarsi a vicenda, interagirci le scatenava. Aveva quasi tradito Rokuro da quanto era rimasta ammaliata dalla giornata di ieri, da quello che aveva comportato, e ancora non se ne capacitava. Aveva faticato a fermarsi quando avevano iniziato a sfiorarsi e anche se alla fine c'era riuscita non sapeva perdonarselo.
Se Rokuro l'avesse scoperto si sarebbe infuriato come non mai e questo, oltre a renderla ancora più consapevole della pericolosità della situazione con Yukihira, la spaventava fortemente. Lei e Yukihira dovevano prendere in qualche modo le distanze per evitare altri rischiosi incidenti di percorso, o per meglio dire.. scatti di disastrosa irrazionalità causati dall'attrazione, per proteggere il rapporto che condividevano con le persone più vicine a loro in quel momento.
Comunque, era costretta a bussare al suo ufficio per avvisarlo del nuovo contratto dell'Adashino C.B a Parigi.
Avrebbe colto anche l'occasione per puntualizzare che da lì in poi si sarebbero allontanati il più possibile in modo da non trovarsi in situazioni emotivamente distruttive ed istintive.
Presa tale decisione, uscì dal suo studio per fare tappa a quello di Soma.
Nel frattempo che attraversava il corridoio che portava alla stanza di Yukihira, vide entrare dentro essa una ragazza dai capelli blu, che scendevano lisci lungo la schiena, e dalla figura magra e minuta. In mano aveva quello che sembrava un cestino di bento e, avendola vista di spalle, non capì chi era; poteva dire con certezza, però, che non lavorava all'Adashino C.B, anche se le sembrava fisicamente familiare, almeno da dietro. Si meravigliò.
Pensò subito fosse la ragazza di Yukihira venuta a trovarlo sul posto di lavoro e cercò di ignorare il moto di fastidio che la invase di fronte a quel pensiero. Non si preoccupò più di tanto della situazione o di lasciar loro un po' di intimità tra “fidanzatini” e con aria seccata spalancò la porta dell'ufficio di Yukihira senza essere minimamente invitata, quando inaspettatamente li beccò a baciarsi con trasporto uniti uno stretto abbraccio: lui la stringeva per i fianchi, lei aveva le mani avvolte dietro il collo e a quel punto non ci vide più dal fastidio, che prese il sopravvento sotto forma di rimprovero professionale. -Yukihira!- tuonò rabbiosa, infatti, -questo non mi sembra il posto ideale per fare i piccioncini e dovresti lavorare seriamente.-
Lui e la ragazza si staccarono e quando quest'ultima si girò verso di lei, finalmente la riconobbe: Megumi Todokoro.
-Nakiri-san..?- fiatò lei, altamente sconvolta.
-Todokoro Megumi?- si fissarono per un tempo indefinito.
Erina portò gli occhi su Soma e per la prima volta lo vide preoccupato.
Tra i tre si creò un'atmosfera di sgomento e tensione. Comprese subito l'agitazione di Yukihira, quando Megumi si girò verso di lui e con gli occhi vitrei gli rivolse un'occhiata delusa e risentita:
-Soma-kun.. perché non mi hai detto che lavori con Nakiri-san?-
Lui si fece assai dispiaciuto, ma lei anticipò la sua risposta:
-gli ho chiesto io di non coinvolgere troppo la vita personale con il lavoro.-
Soma rimase spiazzato quando udì che lei lo aveva protetto.
Perché aveva preso le sue difese nonostante la rabbia provata dopo averlo visto avvinghiato a Todokoro?
Semplicemente le era venuto spontaneo.
Comunque, Todokoro sembrava ancora ferita e cercava di trattenere le lacrime.
-ho bisogno di stare un po' da sola, Soma-kun.- asserì lei.
-Nakiri-san.- lanciò un'altra occhiata in sua direzione, triste, poggiò il bento sopra la scrivania di Yukihira e corse via dallo studio.


 
****


Soma non la fermò perché sapeva che in quel momento sarebbe stato inutile.
Nakiri aveva preso le sue difese inventandosi una motivazione per lui, ma era chiaro che non sarebbe bastato: aveva deluso Megumi e si faceva sempre più schifo. Se l'era cercata. Odiava come si stava comportando e non si era mai sentito in difficoltà come si sentiva adesso. Era calato il silenzio nella stanza e anche Nakiri sembrava motivata a rispettarlo senza guardarlo negli occhi. Anche lei in qualche modo appariva delusa da lui.
La seguì portare la mano sulla maniglia della porta, il volto rivolto in basso, e pronta ad uscire da lì.
Istintivamente la fermò ancora e lei si girò irritata verso di lui:
-Yukihira! Lasciami!- ordinò gelida. -a differenza tua io devo lavorare.-
-non dovevi vedere quello che hai visto.- affermò lui.
-no, infatti. Sarebbe stato meglio di no.- concordò lei piatta. -cosa fai ancora qui? Todokoro ti sta aspettando, la ami no?-
La amava? Probabilmente no. Allora perché non riusciva a lasciarla?
-tu che avresti fatto al mio posto, Nakiri?- riprese lui. -avresti detto a Suzuki-san che lavoravi con una persona per cui avevi provato qualcosa di forte in passato?-
-non ho mai provato qualcosa di forte per te.- replicò lei, dura. -non parlare al plurale.-
-non hai risposto alla mia domanda, Nakiri.- insisté lui.
-non hai bisogno di sapere la risposta, Yukihira.-
-invece sì, perché sono sicuro che la nostra situazione non sia troppo diversa.-
-è molto diversa invece..- continuò lei -..non puoi paragonarle perché non ho mai provato per te quello che sostieni.-
-so quando menti, Nakiri, e ora lo stai facendo.-
-poco importa. Non voglio più rischiare di tradire Rokuro e voglio che tu sappia che da adesso in poi avremo un rapporto esclusivamente professionale.- precisò -..e tu dovresti andare da Todokoro, invece di stare a discutere con me.
Tra noi non potrà mai esserci niente, Yukihira.- ribadì ancora.
-allora perché hai preso le mie difese? Potevi tranquillamente evitarlo.-
Lei arrossì. Perché invece di correre da Megumi stava a battibeccarsi con Nakiri?
La stava usando come valvola di sfogo, ecco perché, e serviva.
-non lo so perché l'ho fatto.- sbottò impacciata. -era meglio se non lo facevo.-
-grazie per averlo fatto, Nakiri.- infine lui disse, spostandole le ciocche davanti e poggiando la fronte dietro la sua nuca.
-questo non significa niente, Yukihira.- borbottò. -ora vattene da lei e lasciami andare a lavorare.- in seguito aggiunse, allontanandosi dal contatto con lui, per guardarlo negli occhi in un'espressione risoluta:
-sarà la prima ed ultima volta che ti salvo il sedere, chiaro?-
Lui finalmente si aprì in uno dei suoi bellissimi e dolci sorrisi.
-chiaro.- alzò il pollice. -ora devo correre da Megumi e scusarmi con lei.
Prendo un paio di ore libere perché per me è troppo importante.-
Lei annuì, ma lui notò uno taglio di tristezza nelle iridi lilla che gli confermò ancora una volta che anche per lei era difficile negare di aver provato una sorta di sentimenti per lui quella notte. Solo che adesso non poteva pensare a questo, poiché doveva immediatamente chiarire il fraintendimento con Megumi.
-scusa Nakiri!- esclamò sbrigativo e corse via dell'ufficio all'inseguimento di Megumi.
Non sentì la risposta di Nakiri:
-non è con me che ti devi scusare, idiota.- borbottò fra sé e sé.


 

****


Megumi non riusciva a crederci: Soma le aveva mentito per due mesi interi.
Nakiri aveva detto che l'aveva fatto per il segreto professionale,  o quello che era, ma quello che faceva più male era che lui non si era fidato di lei. Pensava davvero che, se glielo avesse detto, questo avrebbe comportato un coinvolgimento attivo e quindi limitativo nel lavoro? Aveva deciso fin dall'inizio che non avrebbe interrotto il cammino verso il successo di Soma, eppure lui aveva lo stesso evitato di dirle chi erano i suoi colleghi e soprattutto che Nakiri era una di esse.
Comunque, Megumi non era convinta che si trattasse solamente di una questione professionale, il cognome che Soma aveva pronunciato mentre dormiva poteva essere una sciocchezza, ma anche no. Cosa provava lui per Nakiri?
Voleva sbagliarsi, però anche quando lei era apparsa nell'ufficio di Soma senza bussare o chiedere il permesso per entrare e loro due erano stati costretti a separarsi, aveva notato in Soma un'espressione quasi tesa.
Forse era solo preoccupato perché sapeva di non averle detto che lavorava con Nakiri, ma se invece fosse stato perché non voleva che lei li vedesse in atteggiamenti intimi per qualche motivo? Scosse la testa: non voleva credere che Soma provasse davvero qualcosa per Nakiri. Inoltre, in questi quattro anni che loro erano stati insieme, lui non le aveva quasi mai parlato di Nakiri se non con distacco e neanche le aveva accennato a qualche sentimento provato in passato per lei.
Megumi non era convinta, però, e sapeva che prima o poi gli doveva chiedere spiegazioni su di lei.
Ora era troppo delusa e frustrata per farlo e sentiva il volto rigato di lacrime e incapace di trattenerle.
Perché era andata sul suo posto di lavoro?
Sarebbe stato meglio non andarci, ma era stato più forte di lei: la curiosità di sapere con chi lavorava aveva preso il sopravvento ed ecco com'era finita. Non aveva voglia di parlare di Soma adesso, tra l'altro nemmeno l'aveva seguita per scusarsi quando era fuggita dal suo ufficio. In mezzo ad una sensazione di tristezza permanente, tuttavia, all'improvviso e senza apparente motivo comparve nella sua testa l'immagine di un sorridente Takumi.
Aveva bisogno di parlare con qualcuno e, sebbene le sembrò strano vedere che la prima persona a cui aveva pensato era stata lui, istintivamente lo chiamò per sapere se per caso era a Tokyo.
Il telefono squillò per un po' e infine, sollevata, lui rispose alla sua chiamata:
-Megumi..?- era sorpreso di sentirla. Ovvio. -tutto apposto? È strano che mi chiami.-
-scusa Takumi-kun, non volevo disturbarti.-
-nessun disturbo. Più che altro, ti senti bene? Hai la voce strozzata.-
Lei cercò di asciugarsi le lacrime finché poteva, poi rispose:
-sei a Tokyo?-
-sì, fino a stasera sì. Ho un volo domani per l'Italia.- fece una pausa.
-hai bisogno di qualcosa, Megumi?- poi chiese premuroso. -Sai di poter contare su di me.-
-sì, lo so, grazie Takumi-kun.- rispose lei, sottovoce, grata.
-sono dalle tue parti. Posso passare al tuo ristorante o ti disturbo?-
-certo! Passa pure. Il pranzo è finito da un po', siamo alle pulizie.-
-grazie. Allora arrivo.-
Detto questo attaccò lei per prima la conversazione.

Fortunatamente era davvero vicina al suo ristorante e quando entrò all'interno vide che era piuttosto vuoto.
Takumi era alla cassa e appena notò quanto era stravolta, le corse in contro preoccupato:
-oddio Megumi! Ma cosa ti è successo?- cercò all'interno della tasca dei pantaloni un fazzoletto di stoffa e glielo passò:
-c'entra Soma per caso?- l'espressione di Takumi si fece ruvida di fronte a quella domanda, adirato con il suo migliore amico. Dopo un attimo di silenzio, Megumi si asciugò gli occhi e annuì.
Lui sospirò, come se se lo immaginasse:
-lo sapevo che prima o poi avrebbe fatto una cazzata, che idiota.- sbottò.
-te la senti di raccontarmi cos'è successo?-
La fece accomodare su di una delle sedie e si sedette anche lui nella direzione opposta della sedia appoggiando le mani in cima allo schienale per guardarla in volto. -se non ti va, tranquilla, posso anche farti compagnia in silenzio finché non ti sarai sfogata del tutto.- le strizzò l'occhiolino affettuoso.
Megumi, davanti a quelle parole, fu riconoscente a Takumi e si calmò un po' vedendo il suo dolce e gentile sorriso.
In seguito, si fece coraggio ed iniziò a raccontargli cos'era successo tra lei e Soma.
-..Takumi-kun, tu sapevi che lui e Nakiri-san erano colleghi?-
Terminò il racconto con quell'ultima domanda titubante, nella speranza che Takumi non le mentisse sulla risposta.
Sapeva che era amico di entrambi, però voleva credere nella sua sincerità e attese.
Takumi portò gli occhi a terra, mortificato:
-sì Megumi, lo sapevo.- ammise. -mi dispiace fare la spia con lui perché è pur sempre il mio migliore amico, però penso che tu in questo momento abbia bisogno di sapere la verità e spero che anche lui ti dia una motivazione valida sul perché non te l'ha detto e che si faccia perdonare in qualche modo.-
-Nakiri-san ha detto che era stata lei a chiedergli di non coinvolgere troppo la vita privata con il lavoro, però mi sembra eccessivo come motivo. In fondo si trattava solo di dirmi che lavoravano insieme. Non ci vedo niente di male, Takumi-kun. Quindi, perché non me l'ha detto? Ne sai qualcosa?-
Lui si fece triste nuovamente. -no.. mi dispiace Megumi.-
-capisco.- adottò un sorriso di circostanza e si alzò dalla sedia.
-adesso devo proprio andare. Ti ho disturbato anche troppo. Perdonami Takumi-kun.-



 
****


Lui la fermò rapidamente per la mano prima che si alzasse completamente dalla sedia. -Megumi, dovresti parlarci. Dovresti chiedergli cosa pensa.- suggerì. -dovresti farti le tue ragioni. Dovresti essere più diretta con lui.-
Perché la stava prendendo tanto a cuore?
Perché nel vederla tanto fragile davanti a lui sentiva la necessità di stringerla a sé? Di proteggerla?

E ancora.. perché era talmente arrabbiato con Soma che, se fosse stato presente, gli avrebbe mollato un bel destro che non si sarebbe più dimenticato? Com'era già successo altre volte, si scaldava eccessivamente quando si trattava di Megumi, malgrado ciò ancora non comprendeva il motivo di tale disagio o delle sue forti reazioni. Non sopportava di vederla triste e si sentiva totalmente incapace di aiutarla. Non poteva aiutarla: se era possibile l'avrebbe fatto.
Le aveva detto la verità riguardo al sapere già che Nakiri e Soma erano colleghi poiché se lo meritava, però non poteva dirle che sapeva anche dei latenti sentimenti di Soma per lei perché questo l'avrebbe distrutta e, per quanto bramava farlo per la rabbia verso l'incivile atteggiamento del suo amico, non poteva tradire la sua fiducia.
Era convinto che doveva essere Soma a spiegare a Megumi come si sentiva verso Nakiri, questo non era compito suo farlo. La difficile situazione che si era creata era unicamente un problema tra Soma e Megumi.
Non poteva mettersi ulteriormente in mezzo, quello che lui pensava o diceva influiva solo in parte nel rapporto tra Soma e Megumi ed era chiaro che c'era qualcosa che non andava in esso. Dovevano parlarsi di persona per chiarirsi_e sicuramente nemmeno questo sarebbe bastato_ lui poteva solo suggerire loro cosa fare per soffrire il meno possibile e rendere la questione più facile da digerire. Come lui si sentiva verso Megumi, inoltre, doveva restare qualcosa di platonico ed indefinito. Niente di più. Non doveva pensarci.
-Takumi-kun.. pensi che non ci abbia provato in questi giorni che l'ho visto strano?
L'ho fatto, ma non è servito a niente: Soma-kun continua a chiudersi in se stesso e il mio intervento è totalmente inutile.-
-si vede che non ci hai provato abbastanza, Megumi, con Soma ci vuole polso ed insistenza.
Tentare e basta senza andare fino in fondo non serve.-
Lei abbassò le iridi castane di lato e si asciugò anche l'ultima lacrima.
-va bene. Allora, quando arrivo a casa, cercherò di parlarci ancora una volta.-
Lui le sorrise compiaciuto. -brava!- alzò il pollice.
-come pensi che si metterà tra noi?- chiese.
-non lo so, Megumi.-
-sai Takumi-kun..- riprese lei nostalgica -..ti confesso che sono sempre stata dubbiosa sui suoi sentimenti per me da quando stiamo insieme. È una cosa meschina da pensare, ma lui non mi ha detto “ti amo” nemmeno una volta.-
-non posso sapere con certezza cosa lui prova per te, l'unico che può risponderti è Soma. Considera che la risposta potrebbe piacerti, come no, devi essere consapevole delle conseguenze di chiederglielo.-
-hai ragione. Ho paura a chiederglielo, in effetti, sai com'è il mio carattere: sono tranquilla, insicura e pacifica, a volte anche codarda; in questo caso sono codarda. Però so che prima o poi dovrò farlo.-
Lui d'impulso poggiò una mano sulla sua spalla, per farle coraggio, poi con l'altra volò verso la sua guancia candida facendola leggermente arrossire:
-fatti coraggio Megumi!- le sorrise con dolcezza. -so che sei forte.-
Quel contatto per lui fu veramente prezioso, ma lei non doveva saperlo.
Sembrava colpita dal suo gesto ed in effetti era stato imprevedibile anche per lui.
-grazie di avermi ascoltato, Takumi-kun.-
Spostò la mano dal suo volto e tornò a guardarla negli occhi:
-conta su di me quando hai bisogno.-
Lei annuì sollevata. -troverò il modo di ripagarti, Takumi-kun.- affermò decisa.
-ora ti lascio lavorare che si sta avvicinando l'orario della cena.-
-non ti preoccupare.- sorrise lui.
-a presto Takumi-kun!- e con questo lo salutò uscendo dal ristorante e lasciandolo pensieroso.
-a presto, Megumi.- si disse fra sé e sé, lui.
Per ora aveva fatto la scelta giusta e, anche se essa non era a suo favore, era felice comunque di averla rassicurata un pochino.

 

****


Soma era arrivato a casa, ma Megumi non era ancora tornata.
Alla fine era stata Nakiri ad avvertire il direttore della sua pomeridiana assenza e ancora lui non l'aveva ringraziata abbastanza per la gentilezza. Era agitato e si sentiva sempre più in colpa per Megumi, capiva bene se non voleva tornare a casa per quel giorno. Mezz'ora dopo, tuttavia, la sentì rientrare in casa e spontaneamente l'abbracciò stretta appena superò l'entrata dell'appartamento. -voglio spiegarti, Megumi. Ascoltami!-
Le lasciò un bacio delicato sulla testa e lei non si scansò da lui.
-se non volessi le tue spiegazioni non sarei tornata, Soma-kun.-
Sciolse l'abbraccio e raccolse un respiro profondo prima di parlare:
-grazie.- disse sollevato. -mi dispiace non averti detto di Nakiri. Ho sbagliato a tralasciare un dettaglio del genere.-
-accetto le tue scuse, Soma-kun, ma non basta.-
Sapeva che aveva ragione, era giusto che Megumi volesse delle risposte in più e si aspettava ciò che gli avrebbe chiesto.
Avrebbe cercato il più possibile di essere sincero con lei.
-cosa provi per Nakiri veramente?-
Esatto. Sapeva che la domanda sarebbe stata quella.
-perché me lo chiedi, Megumi?-
-credo più o meno alla risposta che Nakiri mi ha dato quando parlava di non coinvolgere troppo la vita privata a lavoro, ma credo anche che non sia tutto qui perché mi sembra una richiesta eccessiva.
Soma-kun.. dopo aver fatto l'amore con me ieri sera, tu fra il sonno hai pronunciato il suo nome.-
Lui sgranò gli occhi sorpreso: addirittura adesso, oltre a sovrastare l'immagine di Nakiri a quella di Megumi mentre facevano l'amore, la sognava pure? La situazione era più disperata del previsto.
-era solo un sogno, Megumi.- mentì ancora. -quanto ai miei sentimenti per Nakiri: a dirla tutta non lo so, ma so quello che voglio e cosa ho scelto. Qualsiasi cosa ci sia tra me e lei è passata..- mentì di nuovo facendosi schifo -..sto con te Megumi, non con lei, e anche Nakiri ha un compagno e questo non sono io. Abbiamo una vita nostra, e lei ha anche una figlia, ciò che ci lega è un rapporto professionale, di rispetto e di convivenza reciproca.-
Più diceva tali parole, più sapeva di mentire a se stesso e a Megumi per gran parte del discorso.
In ogni caso.. se non voleva far preoccupare per l'ennesima volta Megumi, che non c'entrava niente con la sua confusione mentale, doveva rendere veritiero ciò che sosteneva:
-mi dispiace di averti fatto stare male.
D'ora in poi cercherò di parlarti di più del mio lavoro, quindi spero che mi perdonerai.- concluse.
-grazie delle risposte, Soma-kun.- si aprì in un sorriso accennato:
-sicuramente domani starò meglio, ma per oggi preferisco dormire a casa mia perché ho bisogno di stare sola.-
Lui annuì concorde. -come preferisci, Megumi, ci vediamo domani.-
Lei si alzò sulle punte e gli lasciò un bacio a fior di labbra.
-sì, a domani.-
Lui la seguì dalla finestra incamminarsi verso la metro che l'avrebbe portata alle campagne. -perdonami Megumi..-
Comunque, nonostante tutto, era contento di averle spiegato la situazione.
Si sentiva un bastardo ad averle mentito ancora, ma era felice di aver fatto la scelta giusta e di averla raggiunta in tempo per scusarsi.

 

****


Era passato qualche giorno da quando aveva detto a Yukihira di correre da Todokoro e ancora non l'aveva avvisato che la prossima tappa sarebbe stata a Parigi. Aveva preferito aspettare che le acque si calmassero, prima di parlarci, visto quanto avevano rischiato di tradire i loro compagni. Ora mancava solo lui da avvertire e non poteva più tirarsi indietro perché il suo ruolo era di occuparsi dell'approvvigionamento delle merci, entro la data della partenza, e aveva meno di un mese per organizzarsi con i fornitori. Dunque, si alzò dalla sedia del suo studio e si diresse verso quello di Yukihira stavolta senza fare incontri strani. Davanti all'entrata, come una vigliacca, stava esitando dal bussare perché un'altra volta il contatto si sarebbe fatto pericoloso. Alla fine, facendosi forza, bussò:
-avanti.- la invitò lui, sorpreso nel vederla dentro al suo ufficio.
-Nakiri.- gli rivolse un sorriso dei suoi soliti, solare, che con disappunto convenne essergli mancato da morire in quei pochi giorni che si erano visti solo di sfuggita senza parlarsi e questo non era un bell'inizio.
-prima che tu ti faccia strane idee, Yukihira..- esordì precipitosa e distaccata -..sono qui solo per avvisarti della prossima tappa dell'Adashino C.B. L'altra volta, con tutto il casino che hai combinato, non sono riuscita a farlo.-
-tranquilla Nakiri, non c'era bisogno di precisarlo.- ridacchiò divertito. -oppure speravi che ti dicessi che credevo fossi passata per una scappatella in ufficio?- aggiunse punzecchiandola, in tono scherzoso quanto lascivo.
Lei lo fulminò seccata, arrossendo:
-sta zitto, idiota. Ti sembra il momento di fare certe battute? Sei proprio senza ritegno. Guardati! nemmeno quattro giorni e sei già tornato ad essere il solito sarcastico fuori di testa. Sei quasi spaventoso!-
Lui scoppiò a ridere di fronte a quelle parole.
-è perché ho chiarito con Megumi.- confessò sorridendo. -quindi, cosa volevi dirmi Nakiri?- chiese.
Era tornato il solito e in qualche modo le aveva fatto piacere: con quella battuta era riuscito a sciogliere la tensione creatosi tra loro e fu purtroppo costretta ad ammettere che non era stata poi così negativa come idea, almeno aveva riportato alla normalità_se così si poteva definire_quello che era il loro rapporto prima della visita all'acquario.
-fra tre settimane l'Adashino C.B parte per Parigi.-
-wow! Parigi!- esclamò eccitato. -non ci sono mai stato.
Il mio vecchio ha sempre detto che è una città meravigliosa! Non vedo l'ora! Tu ci sei stata?-
-una volta da piccola, ci sono andata con mio nonno. Non ricordo molto.-
-capisco. Però, per essere tra tre settimane, me l'hai detto in largo anticipo.-
-questo perché dovrai occuparti degli appuntamenti con i fornitori entro quel giorno. Cerca di non fare errori, Yukihira.- lo avvisò severa. -appena mi sarò informata con i clienti francesi su quale tipo di banchetto preferiscono, ti faccio sapere cosa ci serve, da lì il compito è tuo. Chiaro?-
-chiaro. Non farò errori, tranquilla, ormai mi sono abituato.-
Le strizzò l'occhiolino.
-quanto giorni sono? Dato che andiamo oltreoceano immagino che saranno più di quattro giorni, giusto?-
-sì, esatto. Staremo dieci giorni.-
-di cosa si tratta?-
-è un una festa post elezioni politiche. Per i politici francesi è molto importante.-
-perfetto!- esultò. -sarà decisamente elettrizzante!-
Lei sospirò stancamente.
-comunque, le finanze per il viaggio sono a carico unicamente dalla società. Hotel e aereo sono già prenotati.-
-grazie delle informazioni Nakiri. Vedrò di gestire gli appuntamenti con i fornitori il più velocemente possibile.-
Dopo tali parole si fece pensieroso e prima che lei se andasse le chiese:
-Ma Marika? Verrà con te? Dieci giorni sono parecchi.-
Erina sussultò davanti a quella domanda: non si aspettava che anche Yukihira le chiedesse subito di lei.
-appunto perché sono dieci giorni, troppi, dovrò portarla a Parigi con me. Non posso lasciarla a Benio né tantomeno a nonno perché deve lavorare pure lui. Quindi sì, ci sarà.- rispose, cercando di celare la sensazione di panico che l'aveva assalita all'improvviso. Ora aveva detto tutto, era meglio se fuggiva prima che la situazione tra loro degenerasse.
Si agitò ancora di più quando seguì Yukihira alzarsi da dietro la scrivania e venire in sua direzione.
Si bloccò subito, incapace di muoversi al momento che lui poggiò una mano sulla sua vita, con delicatezza, e le sussurrò nell'orecchio producendole dei brividi interiori:
-grazie per l'altro giorno, Nakiri.- era stato un gesto innocente, nulla in confronto a quello che era successo tra loro l'ultima volta a casa sua, ma nonostante questo era stato capace di renderla vulnerabile al suo leggero tocco. -non ho fatto niente, Yukihira. È un sollievo sapere che ti sei chiarito con Todokoro e che non dovrai saltare altre preziose ore di lavoro.-
Aveva portato la frase sul livello professionale perché, se lo avesse assecondato ancora quando lui la tentava, sarebbero finiti sulla scrivania facendo crollare a terra ogni ben di dio su di essa. Per fortuna anche Yukihira dopo averla ringraziata un'altra volta, sebbene in una maniera alquanto audace, si era subito staccato da lei.
-hai detto al posto mio, al direttore, che avevo bisogno del pomeriggio libero per una cosa importante.
Se non lo avessi fatto, non l'avrei passata tanto liscia. Quindi, è giusto che ti ringrazi.- le sorrise con gentilezza.
-ho anche detto che non ti avrei più aiutato.- protestò lei.


 
****


Non andava bene. Nakiri gli era mancata troppo in quei giorni che si erano ignorati a vicenda per non peggiorare ulteriormente la situazione e, come al solito, l'attrazione che nutriva per lei gli stava giocando brutti scherzi alla testa e se non si sbrigava ad uscire dal suo ufficio non l'avrebbe controllata.
Non si trattava solo di attrazione, però, perché anche il non poter parlare con lei lo faceva sentire come se gli mancasse qualcosa. Inoltre, quando si comportava in maniera tanto gentile con lui come aveva fatto quel giorno che aveva discusso con Megumi, era davvero irresistibile. Dichiarava di farlo solamente per non mettere a repentaglio il lavoro, ma lui sapeva che lo faceva perché gli importava di lui; perché si curava di lui. Teneva a lui con sincerità e lo stesso valeva per lui.
Era solo merito di Nakiri se aveva chiarito con Megumi poiché lei, oltre a proteggerlo inventandosi una “scusa”, aveva anche avvisato il capo al posto suo. Da una parte era felice di aver chiarito con Megumi, dall'altra non sopportava l'idea che Nakiri lo aveva visto baciare un'altra. Era vero che non stavano insieme, che in teoria non c'era niente tra loro e che era giusto com'erano andate a finire le cose, però avrebbe preferito lo stesso non essere visto.
Perché? Non doveva pensarci. Punto. Perché continuava pensarci?
-è vero, lo hai detto. E, se devo essere sincero, non voglio più dover ricorrere al tuo aiuto per qualcosa. Essere protetto da te Nakiri, quando dovrei essere io come uomo a farlo, è veramente frustrante.-
-in effetti è stato imbarazzante, Yukihira.- concordò lei.
-la prossima volta sarò io a farlo, Nakiri.- annunciò determinato.
-non devi farlo per ripagare ciò che ho fatto, Yukihira.-
-no, ti sbagli, non lo faccio per ripagarti.- sorrise spensierato.
-lo sai perché lo faccio, Nakiri, ma non dovremmo più entrare in questo discorso.-
-esatto, quindi evita di farlo.- lo assecondò lei, gelida.
Distolse lo sguardo da lui per guardare di lato. Sembrava malinconica.
-a Parigi dovremo interagire il meno possibile, Yukihira.- riprese schietta.
-lo so, Nakiri.- accettò lui, cercando di gestire la fitta dolorosa al petto.
-questo vuol dire che dovrai anche trattenerti dal dire frasi fuori luogo. Non so se mi sono spiegata.- lo fissò minacciosa.
Lui scoppiò a ridere. -non lo garantisco, ma ti sei spiegata.-
Si guardarono dritti negli occhi, intensamente, calò un silenzio significativo tra loro e lei fu la prima a spostare le iridi altrove. -beh.. ci vediamo, Yukihira.- farfugliò ritrosa.
-ci vediamo Nakiri.- abbozzò un sorriso, lui, cercando di resistere alla tentazione di fermarla prima che uscisse dal suo ufficio. In qualche modo ce l'aveva fatta a controllarsi. Quanto sarebbe durata?
Era stato difficile farlo anche in quel momento, come sarebbe finita se un'altra non programmata situazione, e anche piuttosto favorevole, si sarebbe presentata? Ogni volta che erano insieme, partivano "scintille di passione", e sì, era abbastanza sveglio per capire che lo stesso valeva per Nakiri.



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Angolo autrice: ciao a tutti!! ecco il nuovo cap<3. In parte l'avevo già scritto, quindi sono riuscita a completarlo^^.
Come avete visto, vi ho mostrato di più Megumi e anche Takumi ha fatto la sua parte :D. Cosa ne pensate?
Come ho gestito i PG? il chiarimento SouMegu? le scene Sorina? spero di non avervi deluso D:
dal prossimo finalmente vi presenterò anche Hayama e avrete una piccola scena AkiHisa ;D.
Perdonatemi se vi ho fatto aspettare di più per presentarvi Hayama. Ormai dal prossimo cap sarà presente anche lui.
Detto questo, ringrazio tantissimo le persone che continuano a recensirmi ogni cap. Leggere le vostre recensioni è meraviglioso *___* e il mio lavoro esce sicuramente meglio grazie a voi!^^ ringrazio anche chi ha messo la fanfic tra preferite/seguite/ricordate e soprattutto chi mi ha messo tra gli autori preferiti!! *___* sono contenta! :D

A presto!!*-* un bacione immenso a tutti!! <3 Erina91


 
  
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