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Autore: Fajander    03/09/2016    0 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'allarme dal suono acuto risuonava nelle orecchie di un impotente Igin, che, centimetro dopo centimetro, tentava di avvicinarsi verso la porta.
"Ragiona Igin, ragiona! L'aumento di gravità deve scaturire da un dispositivo, un macchinario, qualcosa del genere! Potrei disattivarlo in qualche modo, se solo scoprissi dove si trova" riflettè l'uomo, guardandosi attorno con estrema fatica, mentre le gocce di sudore scorrevano copiose lungo il suo viso.
A parte la camera criogenica, che occupava il centro della stanza, e qualche cavo collegata ad essa, questa era sostanzialmente vuota.
La ricerca disperata del capitano venne interrotta da un avviso proveniente dal suo scouter, che rilevava diverse forze combattive in avvicinamento.
Se non avesse trovato una soluzione al più presto sarebbe stato sicuramente catturato.
"Al diavolo il dispositivo di gravità, non potrò muovermi ma se scaglio un'onda di energia contro quella porta dovrei potermene andare! Il saiyan lo recupererò più tardi!" decise infine, accumulando gran parte della sua aura nel palmo della sua mano.
Muovendo appena il braccio il soldato lanciò la sfera contro la porta, causando un'esplosione la cui onda d'urto lo fece schiantare contro la parete della stanza.
"Ce l'ho fatta!" pensò sorridendo, mentre il fumo inondava ogni sua via respiratoria, facendolo tossire.
Quando esso si diradò, però, i suoi occhi notarono che la stanza, un attimo prima vuota, ora era completamente piena: un'armata di una ventina di persone che gli puntavano il proprio fucile energetico l'avevano riempita.
«Dannazione... Perchè non risentono della gravità? Eppure la loro forza combattiva è misera!» mormorò Igin, mentre i soldati semplici lo ammenettavano e lo trascinavano via, fuori dalla stanza.
Mentre compivano tale gesto il Delta capì perchè potessero muoversi agilmente in quella stanza: un dispositivo rettangolare collegato alla propria armatura probabilmente ne annullava gli effetti.
Ma ormai questo non aveva più importanza, quegli idioti lo stavano portando fuori dalla stanza, dove la gravità era normale.
A quel punto li avrebbe stesi uno dopo l'altro, gli avrebbe rubato quel dispositivo e una volta recuperato il saiyan se ne sarebbe andato.
Un sorriso si delineò sul volto del capitano, che aspettava pazientemente l'attuarsi del suo piano.
I soldati, varcata la porta, scagliarono a terra il loro prigioniero, che, incredulo, continuava a non potersi muovere.
«Ecco mia signora, costui è l'uomo che ha fatto irruzione nella nostra astronave» lo presentò uno dei soldati, mettendosi sull'attenti dinanzi alla presenza di una ragazza. Igin, confuso e tremendamente sconfortato, riuscì appena ad alzare lo sguardo e ad osservare le gambe che dovevano appartenere ad una donna, poichè una gravità anche più opprimente della precedente incatenava al suolo ogni fibra del suo corpo.
«Che cosa guardi? Guarda che sono quassù!» disse divertita Meyra, notando l'estrema fatica con cui l'uomo tentava di divincolarsi.
«Che succede? Forse non puoi muoverti come vorresti? Lascia che ti dia una mano!» aggiunse in seguito, accompagnando quanto detto con un gesto dell'arto rivolto verso l'alto.
Improvvisamente, il corpo di Igin prese a levitare, pur rimanendo sempre paralizzato, finchè non si trovò in piedi e quindi faccia a faccia con quella straordinaria ragazza. Gli occhi del soldato Delta, di un nero assoluto, ne incontrarono degli altri di un castano dorato che lo squadravano con severità.
Ciò che lo colpì maggiormente, oltre alla facilità con cui utilizzava quegli strani quanto incredibili poteri, era il rispetto e il timore che la sua armata aveva nei suoi confronti.
Questo voleva forse dire che oltre alle sue abilità ella disponesse anche di una non indifferente forza?
«Tu...Chi...diavolo sei?» riuscì a dire Igin, attonito.
«Chi sono io, chiedi? Non credi che forse dovrei essere io a porti questa domanda? Ti infiltri nella mia nave, uccidi i miei uomini, tenti di rubare il mio prigioniero e ti permetti di chiedermi chi diavolo sono?!» tuonò Meyra, schiaffeggiando con il dorso della mano l'intruso, che non potè fare altro che subirne i colpi.
«Io sono il capitano della squadra Delta... Sono un guerriero d'èlite dell'Imperatore Freezer!» esclamò con fierezza l'uomo, quasi digrignando i denti di fronte alla propria nemica. Quest'ultima sorrise, fermando la propria mano a mezz'aria, soddisfatta di avere finalmente chiaro chi fosse il mandante.
«Ah, quindi il caro Freezer vuole il mio saiyan? Beh, dopotutto era prevedibile, l'ho sottratto da sotto il naso ai suoi scagnozzi mentre era impegnato a fare chissà che cosa sulla Terra! Ad ogni modo, credo proprio che non possa restituirglielo: quel bambino fa già parte di un progetto più grande!» disse la ragazza, mettendosi con le braccia conserte.
Igin la scrutò con odio, dato che la missione, che doveva concludersi con una sua vittoria che lo avrebbe fatto risplendere sotto una nuova luce agli occhi del suo sovrano, si stava rapidamente tramutando nella sua più terribile disfatta.
E tutta la colpa era di quella donna e dei suoi poteri: senza di lei, sarebbe riuscito a fuggire dalla stanza a gravità aumentata e, una volta fuori, avrebbe ucciso tutti quei miseri soldati.
Pian piano, nella mente dell'uomo di Freezer affiorò un pensiero: e se la squadra fosse stata al completo, come sarebbero andate le cose? Forse avrebbe dovuto aspettare gli altri, quel suo gesto egoista ora stava compromettendo l'intera missione.
Era dunque questa la dura verità? Senza i suoi fidati compagni, il capitano non valeva nulla?
«Tu... Stupida donna! Che cosa hai intenzione di fare con quel saiyan? Che significa che "fa già parte di un progetto più grande"? Non ti permetterò di essere l'artefice del mio fallimento! Quel bambino verrà via con me!» sbottò carico d'ira Igin, divincolandosi a destra e a sinistra con tutta la forza che aveva in corpo.
Tale mossa fu però inutile poichè la gravità gli impediva ogni movimento. Meyra, udendo quelle parole, non potè fare a meno di scoppiare a ridere, cercando però di trattenersi coprendosi la bocca con la mano.
«Fammi capire: tu vorresti andartene con il mio prigioniero? Non credo proprio! Ecco invece cosa accadrà: adesso i miei uomini ti inseriranno in una camera criogenica in cui resterai per almeno un centinaio di anni, in modo tale che ogni essere che possa essere tuo amico sarà morto al tuo risveglio, dopodichè ti lanceremo nello spazio e, se sopravvivrai, tornerai cosciente chissà dove! Che ne dici?» lo provocò Meyra, avvicinando il suo volto a quello del nemico, come se lo stesse invitando a farsi colpire.
Il membro della squadra Delta iniziò a mutare il colore del proprio viso dal classico arancione a un rosso acceso, sintomo che la sua rabbia fosse davvero al limite. «MALEDETTA! Senza questi tuoi stupidi poteri non saresti un granchè! Ti ucciderei in un batter d'occhio!» sbraitò, mentre i suoi occhi manifestavano tutta la collera che stava provando in quel momento. La donna, incuriosita da quest'ultima affermazione, decise di fare un passo indietro e, con un gesto della mano, rimosse la forza opprimente che attanagliava il corpo del guerriero.
«Ne sei davvero convinto? Dimostramelo immediatamente, vediamo che sa fare il "capitano della squadra Delta"» lo schernì la giovane, rimanendo con le braccia conserte e continuandolo ad osservarlo con il suo sorrisetto beffardo pieno di sicurezza.
Igin, appena ripresosi dall'intorpedimento dei propri muscoli che la gravità gli aveva causato, iniziò ad agitare le braccia avanti e indietro e a fare dei saltelli, per prepararsi al combattimento.
"Vedrai...Vedrai di cosa sono capace! Ti farò pentire di tutto ciò che mi hai appena fatto passare!" pensò l'uomo, mentre la propria avversaria ordinò ai propri soldati di allontanarsi velocemente, perchè molto probabilmente non sarebbero sopravvissuti alla battaglia.
«Si comincia!» gridò lo skahriano, flettendo le cosce e lanciandosi a tutta velocità contro la nemica, che però, al contrario di quanto ci si possa aspettare, rimase con le braccia conserte e socchiuse addirittura gli occhi.
Questo atteggiamento fece imbestialire ancora di più il guerriero, che, giunto a un passo da lei, iniziò ad attaccarla con calci e pugni in modo del tutto animalesco, privo di qualsiasi stile di combattimento.
Ella evitò ogni singolo colpo, ondeggiando talvolta a destra, talvolta a sinistra, mentre un sorriso cominciava a delinearsi sul proprio volto.
"Come immaginavo, non è minimamente al mio livello. E pensare che lo batterò senza sfruttare i miei poteri!" realizzava la giovane, che decise finalmente di aprire gli occhi.
L'espressione di quest'ultima non venne però ignorata da Igin, che, ancora più infuriato, aumentò il ritmo dei suoi attacchi, ma senza risultato. Dopo qualche secondo, sfinito, decise di fermarsi e allontanarsi con un balzo di qualche metro, per riprendere fiato.
«Hai già concluso la tua offensiva? Che delusione...Se sono questi, come li chiami tu, i "guerrieri d'èlite dell'Imperatore Freezer", allora non ho nulla da temere! Voi e il vostro sovrano siete un gruppo di rammolliti, e prima o poi vi schiaccerò ad uno ad uno!» esclamò Meyra, mettendosi per la prima volta in posizione di combattimento e saltando in avanti verso il proprio nemico.
Data l'elevata velocità, il capitano non la vide nemmeno arrivare, ricevendo una ginocchiata in pieno addome che lo fece piegare in avanti. Dopodichè, afferrò il suo braccio sinistro ed applicò una pressione tale sul gomito, con la propria mano, che glielo ruppe facendo urlare di dolore lo skahriano, che stramazzò al suolo.
Non aveva mai subito una sconfitta così umiliante, da una donna per giunta. Certo, sapeva di non essere uno dei guerrieri più forti dell'armata imperiale, ma questo era stato soltanto uno stimolo che lo portava ad allenarsi sempre di più, migliorandosi costantemente.
Mai però aveva incontrato un tale individuo, esterno all'impero e alle squadre speciali, capace di ridurlo all'impotenza in così poco tempo. Pensando a tutto questo, e maledicendo sè stesso e la propria avversaria, Igin perse conoscenza, con la guancia schiacciata contro la superficie fredda del pavimento.
«Bene! Direi che qui abbiamo finito. Soldati, tornate immediatamente qui e portate questo pezzo di carne all'interno di una camera criogenica, dopodichè lanciatelo nello spazio.» disse la vincitrice dello scontro, voltando le spalle al proprio avversario per tornare nella propria stanza, mentre decine di soldati la raggiungevano per eseguire i suoi ordini.

Luogo: corridoio dell'astronave, vicino la stanza di Meyra

Epoca: dieci minuti più tardi lo scontro tra Meyra e Igin, mentre i soldati lo stanno per ibernare

Meyra era quasi arrivata alla propria stanza.
Camminando lungo il corridoio, notò una luce azzurognola, riflessa nelle pareti, farsi sempre più brillante.
Vide arrivare improvvisamente una corposa massa energetica dalla sua direzione.
«Che cosa?!» urlò, colta di sorpresa, parandosi con le braccia.
L'attacco la investì in pieno, carbonizzando completamente i tre soldati che si trovavano dietro di lei. Quando la ragazza riaprì gli occhi e il fumo si diradò, potè finalmente vedere l'artefice di quell'attacco.
La prima cosa che notò fu il simbolo delta sull'armatura del guerriero, possibile che quel tipo si fosse ripreso così in fretta e l'avesse colpita nuovamente? Tale dubbio venne però sventato in fretta, poichè l'essere che aveva di fronte era alto almeno tre metri, aveva dei lunghi capelli azzurri raccolti in una coda che gli percorreva tutta la schiena ed aveva un fisico magro ed esile.
La pelle, arancione come quella del suo precedente avversario, le suggerì che si trattasse di un altro membro della Squadra Delta.
«E tu chi saresti? Sei venuto a salvare il tuo amico? Che cosa carina!» si presentò Meyra, spolverandosi le vesti , leggermente strappate, dalla fuliggine appena depositatasi.
«Io sono Wammer, membro della gloriosa Squadra Delta nonchè soldato d'èlite dell'armata...» «Sì, sì, ho già sentito tutto questo, come siete noiosi! Cos'avete, un copione da recitare ogni volta?» lo interruppe la donna, infastidita da tutti quegli intrusi.
Wammer, irritato per non aver potuto concludere il proprio discorso, decise di passare ai fatti.
Si mise in posizione di combattimento e corse contro la propria nemica, che rimase immobile anche stavolta.
Il guerriero la colpì con un pugno in pieno volto, ma questa non sembrò subirne gli effetti, così il gigante continuò con una raffica di calci in tutte le direzioni possibili. "Sono stanca, veramente! Eliminerò anche quest'altro tizio dalla forza imbarazzante..." meditò la giovane, espandendo la propria aura e spazzando via il nemico, che perse l'equilibrio e cadde a terra.
Dopo di ciò decise di utilizzare i propri poteri psichici per scaraventarlo dapprima sulla parete, poi sul tetto, infine sul pavimento, facendolo rimbalzare più volte come se fosse una pallina da tennis.
«Ora che finalmente ti ho messo al tuo posto, parla: sei venuto anche tu per il saiyan? Quanti di voi dovrò ancora aspettare? E perchè le armi della mia astronave non ti hanno fatto fuori? Sappi che ho facilmente sconfitto il tuo capitano, per cui ti conviene parlare o ti ucciderò insieme a lui.» intimò la temibile guerriera.
Wammer, turbato profondamente da quella spaventosa potenza, decise di assecondarla, mentre si asciugava il sangue uscitogli dal naso.
«Io e il mio compagno Adrian abbiamo ricevuto per primi il messaggio del capitano, essendo i più vicini, che ci informava del suo piano. Ci siamo messi immediatamente in viaggio per tentare di raggiungerlo il più in fretta possibile, ma mentre Adrian tentava di sfondare l'astronave la sua navicella è stata colpita da un cannone laser, che l'ha fatta schiantare contro la parete dell'astronave. Essa non è stata minimamente scalfita, e al contrario il veicolo del mio compagno è andato in frantumi, provocandone la morte. Preso dallo sconforto ho iniziato a girare intorno, schivando i colpi dei cannoni e cercando una qualche breccia da cui intrufolarmi. Alla fine l'ho trovata e vi sono entrato con il mio mezzo. Ho incontrato qualche soldato che ho ucciso con facilità per impedirgli di dare l'allarme, con l'eccezione di uno di essi, che ho interrogato: egli mi ha riferito che tu sei la più potente dell'equipaggio, così ho deciso di farti fuori per rendere fiero di me il mio capitano e Lord Freezer... ma evidentemente sono stato un folle. È tutto, finiscimi se vuoi.» concluse il guerriero dai capelli azzurri, chinando la testa in segno di resa.
Come aveva potuto sottovalutare così tanto la situazione? La mania di grandezza e la ricerca di gloria lo avevano portato alla morte, infine? Tuttavia, vi era ancora una piccola possibilità di vittoria, un'ultima speranza.
Infatti, il soldato aveva celato parte della verità alla propria nemica, in modo tale da avere un asso nella manica. Se le cose fossero andate esattamente come pensava lui e nel verso giusto, allora sarebbe potuto riuscire nell'impresa e il tutto non sarebbe stato vano.
La duplice vincitrice di entrambi gli scontri con i Delta sollevò un braccio con il palmo rivolto verso il vinto, decisa a spedirlo nell'aldilà.
«Sei stato molto esauriente nella tua spiegazione, tuttavia mi hai mancato di rispetto entrando all'interno della mia astronave, cosa che non verrà tollerata. A differenza del tuo capitano, a cui ho riservato una sorte ben peggiore, ti sto per donare una morte rapida e indolore, sii grato per ciò. Addio!» sentenziò la donna, caricando una sfera di energia sufficientemente potente da ridurre a brandelli l'avversario.
Improvvisamente però, un calcio sulla schiena la destabilizzò, facendola rovinare a terra qualche metro più in là. Wammer, attirato da tale azione, sollevò lo sguardo per riconoscere nel proprio salvatore suo fratello, Vet.
L'uomo era esattamente identico a lui, eccezione fatta per i capelli non raccolti in una treccia, e lo osservava trionfante, tendendogli la mano per farlo rialzare.
«Fratello! Giusto in tempo, che tempismo! Il nemico è straordinariamente potente, ha sconfitto il capitano Igin, per cui dovremmo ricorrere alla nostra tecnica speciale per farla fuori.» disse uno dei gemelli all'altro. «Mi fido totalmente del tuo giudizio, procediamo immediatamente con l'Unione. Forza, ho temporaneamente allontanato quella tizia, muoviamoci!» aggiunse quello appena arrivato, mettendo le proprie mani sopra le spalle del fratello, che annuì, facendo lo stesso. Quella tecnica particolare era esclusiva dei due skahriani, che, condividendo gran parte del codice genetico, potevano fondersi in un unico essere acquisendo un'enorme quantità di potere.
Meyra, nel frattempo, si era rialzata praticamente illesa, ma decisamente furiosa. "Chi diavolo era quello? Non ha importanza, li finirò entrambi!" pensò, dirigendosi a tutta velocità verso quello che sembrava un gioco di luce bluastra.
Quando arrivò a destinazione non trovò traccia di un Wammer debilitato o dell'aggressore che l'aveva colpita alle spalle, ma al loro posto vi era un energumeno alto almeno tre metri e mezzo, estremamente muscoloso, a torso nudo (l'armatura semi distrutta l'aveva rimossa per intimorire maggiormente l'avversaria) e con uno sguardo decisamente più feroce. L'espressione stupita e sgomenta di Meyra fece scoppiare in una risata inquietante il mostro, che si affrettò, con un tono di voce rauco e profondo, a darle delle spiegazioni: «L'essere chiamato Wammer e suo fratello gemello Vet si sono uniti, creando me. La nostra potenza non è stata semplicemente sommata, quindi preparati a morire!» si presentò il mostro, iniziando a correre e colpendo con una spallata l'avversaria, che, presa alla sprovvista, venne colpita in pieno venendo scaraventata a terra, risentendone parecchio.
«La tua forza è aumentata immensamente, è vero, posso sentirla. Mi domando perchè voi due fratelli non restiate permanentemente in questa forma, dato che la vostra aura è ben maggiore del vostro capitano.» chiese la ragazza, rimettendosi in piedi e prendendo tempo per pensare a una controffensiva. Il suo potere era ancora superiore al nemico ma se non fosse stata attenta sarebbe potuta morire, specialmente se qualche altro membro della squadra fosse arrivato.
«Quando noi due ci trasformiamo la nostra forza aumenta a dismisura, ma il dispendio energetico di tale trasformazione è talmente alto che, se rimanessimo così, la nostra esistenza durerebbe non più di una settimana. Ora che lo sai, lascia che prenda la tua vita, così da poter liberare il capitano e recuperare il saiyan.» disse l'essere, ripartendo nuovamente alla carica.
Stavolta però l'altra fu pronta e riuscì a bloccare il proprio nemico con i suoi poteri psichici, e, usando il suo stesso braccio, lo fece colpire ripetutamente all'addome, provocandogli un dolore non indifferente.
Meyra ripetè quell'operazione una decina di volte, dopo dovette lasciarlo andare poichè lo sforzo, a livello cerebrale, era troppo eccessivo, di fatti il suo naso iniziò a sanguinare e le girò la testa. I due gemelli approfittarono di quel momento di sbandamento e così, con un balzo vigoroso, atterrarono dinanzi a lei e afferrarono con la loro grossa mano la testa della nemica e la scaraventarono per terra, facendola sprofondare di qualche centimetro. Quest'ultima, prima di ricevere una ginocchiata in pancia, riuscì a lanciare in faccia al mostro una sfera di energia, che lo fece arretrare di uno spazio sufficiente a farla rimettere in piedi.
«Ho trattenuto il mio potere per non distruggere l'astronave, ma evidentemente se continuo così non ho possibilità di vittoria... Sei duro a morire, eh?» disse Meyra, concedendo all'avversario un mezzo sorriso.
«Arrenditi donna, tra non molto verrai sconfitta, i tuoi poteri psichici ti destabilizzano eccessivamente se usati con qualcuno troppo forte. Inoltre, il mio cervello in realtà è doppio e quindi molto difficile da controllare. Perderai!» intimò il gigante soldato, colpendosi il petto con i pugni quasi fosse un gorilla. In effetti, il suo volto aveva perso gran parte dei tratti delicati dei gemelli e ora assomigliava parecchio a una grande scimmia dalla pelle arancione.
La giovane donna, sapendo che quanto detto dall'avversario fosse vero, tentò di contattare la squadra èlite del suo equipaggio – gli stessi che combatterono contro Gohan - con la mente, ma non ci riuscì poichè venne interrotta da una testata dello skahriano.
La ragazza si lasciò sfuggire un grido di dolore che fece sorridere sadicamente il nemico, che si leccava il suo sangue schizzatogli nei pressi delle labbra.
"Questo posto mi svantaggia fin troppo... Se libero il mio potere, la nave potrebbe realmente precipitare! Che faccio?" si chiese la giovane, in preda al panico.
Mentre fece ciò riuscì a schivare appena in tempo un affondo nemico, poi decise di passare alla controffensiva piegandosi sulle ginocchia e colpendolo nelle parti basse con un pugno, che ottenne il disastroso effetto desiderato. Il mostro si piegò in due dalla sofferrenza, e approfittando di quel momento di debolezza, Meyra saltò in aria per affondargli le dita in entrambi gli occhi, aggiungendo un altro dolore fitto all'essere, che non sapeva quali delle due parti ferite tastare per prima.
«A volte non è necessario pensare a strategie complicate quando si ha a che fare con idioti come te!» disse la guerriera, sorridendo beffarda. "E ora... Riproviamo. Cream, mi senti? Sono Meyra! Mi trovo nei pressi delle mie stanze, c'è un mostro enorme che mi sta attaccando, i sensori di questo corridoio sono completamente distrutti quindi non avrete sentito niente, porta la tua squadra qui immediatamente!" pensò, sperando che il suo soldato avesse recepito il messaggio. Se, infatti, il destinatario stesse dormendo in quel momento, il pensiero non gli sarebbe giunto. Nel frattempo, l'essere creato dall'unione dei due fratelli aveva riacquistato la vista e, furioso, stava caricando nuovamente la povera ragazza, che ormai appariva imbrattata di sangue e con i capelli arruffati.
Ce l'avrebbe fatta a resistere finchè la sua squadra d'èlite non sarebbe giunta in suo aiuto o il mostro sarebbe riuscito ad averla vinta?

Questo era il capitolo di oggi. Sono gradite recensione e/o commenti. Buon sabato a tutti!

   
 
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