Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Fajander    10/09/2016    0 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Devo trattenerlo finchè non arrivano gli altri! Solo così potrò sconfiggerlo senza danneggiare l'astronave." meditò Meyra, ponendo le proprie braccia davanti a sè per creare una barriera energetica.
Essa riuscì a sopportare l'impatto con il massoso corpo dell'avversario, seppur esplose pochi istanti dopo, scaraventando entrambi al suolo.
La prima ad alzarsi fu la donna, che, decisa a prendere tempo, si allontanò facendo delle piccole e rapide capriole all'indietro che le fecero percorrere a ritroso il lungo corridoio.
Il mostro, intuendo il suo piano, cominciò a correre e a lanciare sfere di energia dalla bocca, in preda alla furia più totale.
Uno dei difetti principali di quella trasformazione era che si perdesse sempre più lucidità, sostituita dalla follia pura, con il passare del tempo.
I colpi della bestia, sebbene mancassero clamorosamente il proprio obiettivo, impattarono ripetutamente con le pareti del corridoio, danneggiandone così la struttura. Meyra non potè permettere ciò, così decise di fermarsi e procedere con l'attacco.
Caricò due sfere di energia in entrambe le mani e le lanciò contro il nemico, che le scanzò facilmente.
«Dove stai mirando? Guarda che sono qui!» si compiacquero i gemelli, ignari del piano dell'avversario.
Infatti, la guerriera, con un movimento delle braccia, fece tornare indietro le due sfere, che si schiantarono sulla schiena dell'altro, che venne spinto in avanti.
La donna approfittò di quel momento per concludere la sua strategia colpendo con una gomitata la parte molle del collo immediatamente sopra le clavicole e facendo trasalire il nemico, che si afflosciò di colpo al suolo.

Meyra tirò un sospiro di sollievo, era finalmente riuscita ad abbatterlo senza danneggiare ulteriormente il maestoso veicolo.

Si guardò intorno: il corridoio, originariamente di un bianco puro e completamente illuminato, era semibuio, annerito dai numerosi colpi energetici e con le pareti sfondate e crollate in diversi punti, da cui fuoriuscivano dei cavi scoperti scoppiettanti di scosse elettriche.
«Però! Ti sei rivelato più resistente del previsto, ma alla fine ti ho sconfitto, eh, bestia? Le guardie presto saranno qui e ti lanceranno via nell'oblio dello spazio...» disse, asciungandosi il sudore della fronte con il dorso della mano.
Successivamente, chiuse gli occhi e si concentrò: i suoi capelli argentei, fino a un attimo fa completamente scompigliati e arruffati, presero vita e tornarono ad assumere una piega perfetta.
"Così va meglio, non voglio che le mie truppe mi trovino in questo stato pietoso" pensò.
Le sue abilità psichiche erano quasi del tutto inutilizzabili a causa dell'enorme sforzo a cui era stata sottoposta, ma quella mossa richiedeva una frazione minima della sua energia. La ragazza diede le spalle al nemico per attendere l'arrivo della squadra di Cream, il capitano dell'èlite dell'equipaggio.
Ma quanto ci stava mettendo? Lo aveva chiamato diversi minuti fa, se avesse recepito il messaggio sarebbe dovuto arrivare a momenti. Forse stava dormendo? Era una possibilità, data la sua pigrizia.
La struttura dell'immensa astronave era organizzata in settori, e ognuno di essi aveva un proprio numero di soldati dei più vari livelli combattivi. Quello in cui erano accaduti gli ultimi eventi non era lo stesso in cui Cream e la sua squadra risiedeva, cioè il settore 0, il quartier generale. Per tale motivo, poichè l'intruso (Igin) era stato catturato e la situazione si era risolta in tempi brevi, non vi era stata alcuna ragione di far intervenire altri soldati.
Improvvisamente sentì una morsa alla caviglia destra, una presa serrata che la stringeva con tutta la propria energia.
Un brivido lungo la schiena la fece trasalire, ma quella fu l'unica reazione che ella ebbe poichè non ci fu neanche il tempo di voltarsi che il mostro, nuovamente in piedi, la scaraventò con tutta la forza che aveva in corpo sulla parete, senza però lasciarla andare.
La povera vittima sbattè la testa, e tutto ciò che vide fu una figura sfocata arancione che rideva sadicamente, mentre si accingeva a sferrare la sua prossima mossa. Poggiò una mano sull'addome della nemica e dopodichè lanciò un colpo energetico che trafisse la guerriera, che non riuscì neanche a gridare, di quanto era stordita. Mentre il suo sangue ricadeva schizzando sul suolo, l'energumeno la scagliò per terra, infierendo sulla ferita con una piedata, che le fece spalancare gli occhi e le fece emettere un flebile suono stroncato sul nascere.
Con il corpo ridotto a un insieme di ossa rotte e di organi spappolati e con i vestiti totalmente ricoperti da una macchia rossastra, immersa in una pozzanghera colorata dello stesso colore Meyra perdeva conoscenza, espirando debolmente e fissando con uno sguardo vacuo il suo carnefice.
La follia insaziabile e crescente di quest'ultimo era sempre più evidente, e presto avrebbe potuto prendere il sopravvento sugli obiettivi reali della missione.
«Come ti senti ora, sporca mocciosa? CREDEVI DI ESSERMI SUPERIORE, INUTILE FECCIA?! VI ANNIENTERò TUTTI! E ora, pensiamo al capitano: lo libererò, e poi... lo ucciderò... lentamente, con le mie mani...» disse l'essere, passando dalle urla più rimbombanti a quasi un sibilo riferito più che altro a sè stesso, mentre un sorriso sadico e altrettanto inquietante ne deformava il volto.
Una volta constatato di aver ucciso la propria avversaria, il gigante iniziò a correre ferocemente verso il luogo in cui il proprio dispositivo di localizzazione legato al suo braccio gli indicava la posizione di Igin. I membri della squadra Delta possedevano infatti un chip sottocutaneo in grado di informare gli altri della loro ubicazione.

Luogo: corridoio dell'astronave

Epoca: mentre Meyra perde conoscenza

«Sì, direi che qui va bene. Posizionatelo all'interno della numero quattro.» disse un soldato, indicando agli altri due in quale camera criogenica inserire il prigioniero. Quest'ultimo era ancora svenuto, per cui non aveva opposto alcuna resistenza.
Un altro membro dell'equipaggio si avviò verso una porta con sopra inciso il numero indicatogli, premette la pulsantiera a destra di questa, che si aprì, rivelando al suo interno la camera in cui avrebbero dovuto inserire il capitano.
Nel frattempo, l'uomo che aveva dato pocanzi l'ordine, ricevette un messaggio sul suo scouter, che, attraverso un suono acuto, attirò la sua attenzione.
Sul piccolo schermo verde del dispositivo comparve uno strano essere, simile a un grosso calamaro, che agitava in preda al panico tutti i suoi tentacoli: «Qui centrale di comando del settore 09, ascoltate attentamente quanto ho da dirvi: un intruso altamente potente si sta avvicinando a gran velocità alla vostra posizione, sbarazzatevi immediatamente del prigioniero e abbandonate l'area! Ripeto: ABBANDONATE L'AREA! Il soggetto è instabile e pericoloso, presto arriverà in soccorso la squadra d'èlite dell'astronave. Chiudo.» questa era la comunicazione riportata dallo strumento del soldato, che, preoccupato per quanto udito, iniziò a sudare freddo.
«CHE COSA? Hanno chiamato la squadra di èlite? Ma... ma... L'ultima volta è stata chiamata per quel ragazzino che ha distrutto quasi un intero settore... C'È UN ALTRO INTRUSO TANTO FORTE?» sbraitò allarmato uno degli uomini lì presenti, dato che tutti avevano ascoltato quelle parole.
Tutti gli altri iniziarono a entrare in uno stato di fibrillazione e ad abbandonare le loro postazioni, correndo avanti e indietro come dei bambini spaventati.
I due che tenevano in custodia Igin lasciarono per terra quest'ultimo per seguire gli altri, che nel frattempo si erano allontanati dalla zona percorrendo il corridoio, urlando.
«CHE DIAVOLO STATE FACENDO? MANTENETE LA CALMA! TORNATE SUBITO QUI!» gridò uno dei loro colleghi, forse l'unico ad aver mantenuto i nervi saldi. Tuttavia le sue parole non servirono a niente, poichè egli udì il suono di un'esplosione esattamente nella stessa direzione in cui erano scappati gli altri.
Il fumo raggiunse l'unico soldato rimasto, colui che aveva ricevuto il messaggio, che, tossendo, si fece carico di Igin e con coraggio iniziò a camminare dall'altro lato del corridoio.
Presto sarebbero arrivati Cream e il resto della squadra e forse avrebbe avuto una possibilità di salvezza, ma fino a quel momento era suo dovere portare quel prigioniero lontano da lì.
Era evidente, infatti, che i due intrusi fossero collegati in qualche modo e che quello che si stava avvicinando a lui voleva recuperarlo, o ucciderlo.
Sentì dei passi prorompenti farsi sempre più vicini, ma il guerriero solitario non volle voltarsi a guardare, non ne aveva il coraggio.
Ancora qualche metro e avrebbe raggiunto l'ascensore che lo avrebbe portato al settore successivo, che sicuramente era stato fornito di numerose truppe pronte a fronteggiare il nemico.
Sì, poteva farcela. Il corpo dell'uomo che portava sulle spalle si faceva sempre più pesante, eppure egli non aveva avuto alcun segno di tentennamento, di indecisione.
I passi si facevano sentire sempre di più, con un ritmo accelerato. Il soldato giunse finalmente all'ascensore e, cliccando sul pulsante, ne aprì le porte.
Felice di avercela fatta vi inserì prima il prigioniero, appoggiandolo lentamente sulla parete.
«Infine ti ho raggiunto, capitano.» bisbigliò come se parlasse a sè stesso qualcuno alle sue spalle. Era chi temeva? Il mostro lo aveva raggiunto? Non fece in tempo a voltarsi che un arto, non riuscì a distinguere quale fosse, gli aveva perforato lo stomaco. Dopo averlo chiamato "moscerino" l'essere lo lanciò a debita distanza, mentre il povero soldato, sul freddo suolo dell'astronave, si spegneva lentamente, maledicendo sè stesso per aver pensato altruisticamente a quel prigioniero, che ora sarebbe stato ugualmente ucciso o recuperato, ma a giudicare dal tono sadico e sprezzante del mostro sicuramente avrebbe optato per la prima scelta.
Beh, in realtà anche i suoi colleghi erano morti, ma da codardi, mentre lui aveva fatto il proprio dovere fino all'ultimo.
Mentre osservava il gigantesco scimmione arancione trascinare via Igin, il soldato chiudeva i propri occhi, esalando l'ultimo respiro.
«Siamo alla resa dei conti, eh?» dissero i due gemelli, ridendo in modo del tutto incontrollato. Poi, constatando che la propria vittima non li stesse ascoltando, persero nuovamente il controllo.
«Mi devi ascoltare quando ti parlo!» urlò l'essere, sollevando con un braccio l'uomo per poi colpirlo con una testata, che lo fece svegliare dal dolore.
Igin aprì gli occhi lentamente, ampiamente frastornato, quando vide una bestia che riconobbe come l'unione dei due gemelli, quella trasformazione di cui aveva sentito parlare nel suo pianeta natale ma che non aveva mai visto di persona.
«Cosa...siete voi? Wammer? Vet? Che diavolo fate?!» esclamò il capitano, che, confuso, iniziò a divincolarsi tentando di liberarsi da quella presa che gli stringeva la caviglia. Il soldato Delta, chinando il capo in segno di rispetto, lo lasciò inaspettatamente andare, inginocchiandosi di fronte al suo cospetto.
Ulteriormente intontito da quell'atteggiamento, Igin notò il cadavere di un uomo, probabilmente un membro dell'equipaggio dell'astronave, disteso qualche metro più in là, con l'addome perforato e le interiora maciullate sparpagliate lungo il pavimento.
Orribilmente sconvolto da quella visione, distolse lo sguardo, alla ricerca di altre persone nei dintorni.
Dopo aver utilizzato invano il proprio scouter per rilevare possibili forze combattive, intuì la verità: era opera dei gemelli. A confermare ciò era stato il fatto che i due, adoperando quella trasformazione che li aveva portati alla follia, lo avevano colpito con una testata quando potevano semplicemente svegliarlo. Quel mostro voleva dunque ucciderlo? Era davvero pazzo? Sventrare in quel modo un semplice soldato quando poteva limitarsi a calciarlo via? Cos'avrebbe fatto a lui? Utilizzò nuovamente il suo scouter per visualizzarne il livello combattivo, facendolo rimanere sbalordito.
Una tale forza, superiore alla sua, avrebbe potuto farlo fuori senza troppe difficoltà, anche perchè, dopo che quella maledetta donna gli aveva rotto il braccio il suo potere era nettamente diminuito.
A proposito, dov'era ora che ve n'era bisogno? Per rispondere a questa domanda e per prendere tempo, decise di chiederlo al gorilla, che continuava a starsene chinato, come se fosse in attesa di qualcosa.
«Ehi, dimmi una cosa: hai incontrato una giovane donna straordinariamente forte venendo qui?» chiese, deglutendo. L'animale, respirando in modo sempre più affannoso, alzò il capo per fissarlo dritto negli occhi, dopodichè, senza preavviso, si alzò e sferrò un montante sinistro allo skahriano, che rovinò al suolo gemendo per il dolore, causatogli sia dal colpo appena subito che dal braccio rotto.
«Ahahahahah! Piccolo ometto, stai per essere schiacciato!» tuonò il gigantesco guerriero Delta, saltando per poi tentare di atterrare sul corpo del collega, che però riuscì a rotolare lateralmente di qualche centimetro sufficiente a salvargli la vita.
«Sei impazzito! Controllati, siamo dalla stessa parte!» esclamò Igin, provando a farlo ragionare.
La risposta dell'altro fu quella di battersi i pugni sul petto imitando un verso scimmiesco, per poi generare una sfera di energia che lanciò senza pensarci due volte. Preso nuovamente alla sprovvista, il capitano si protesse attraverso l'impiego di una barriera, che resse a malapena.
Le sue forze non erano ancora tornate del tutto, per cui non aveva speranze.
Tuttavia, qualcosa attirò la sua attenzione: il suo scouter gli aveva appena notificato l'arrivo di diverse forze combattive medio-alte in rapido avvicinamento. Una possibilità di fuggire, prendere il saiyan e lasciare quel posto?
«Vuoi sapere se ho incontrato quella donna? Uh uh uh!» mormorò la bestia, lanciando un'altra sfera di energia che venne parata con le medesime circostanze di prima.
«L'ho affrontata, l'ho uccisa fracassando le sue ossa, e poi sono venuto qui, uh uh uh! Uh uh uh! Uh uh uh!» continuò, sferrando colpi energetici in tutte le direzioni.
"È del tutto impazzito... Come diavolo ha fatto a ucciderla? Maledizione, se continua così distruggerà tutto prima che possa andarmene!" meditò Igin, accovacciatosi a terra nella speranza di non essere raggiunto dai suoi attacchi casuali. "La sua forza combattiva però sta calando, in modo proporzionale all'aumento della sua follia, forse ho una possibilità anche senza che arrivino quegli sciocchi.". Il capitano si alzò in piedi, traballando, per avvicinarsi il più possibile al mostro, che in mezzo a tutto quel fumo e quella confusione non riusciva a vederlo. Caricò quanta rimasta della sua aura nel suo braccio destro, tramutandolo nella consueta lama di energia.
«FENDENTE DELLA MORTE!» tuonò, agitando il braccio nella coltre di fumo, sperando di arrecare qualche danno al suo nemico.
Evidentemente fu così perchè gli attacchi cessarono e un urlo di dolore rimbombò nei timpani del guerriero, che arretrò, incerto, di qualche passo. Un enorme braccio muscoloso fuoriuscì dal fumo e lo afferrò per la gola, impedendogli di respirare. La sua aura era troppo debole e pertanto il fendente non era riuscito a uccidere l'obiettivo. Pochi istanti dopo l'energumeno era nuovamente visibile: un taglio che partiva dal sopracciglio fino a giungere al petto lo aveva privato dell'occhio sinistro, mentre il destro era iniettato di sangue.
«Tu...adesso...morirai» bisbigliò.
"Merda... Il suo livello combattivo, pur essendo calato, è ancora piuttosto alto, non posso vincere. Ma non mi arrendo!" pensò Igin, sferrando una ginocchiata sul mento del gorilla, che però non lo lasciò.
"Che cosa? È insensibile ai miei attacchi o sono io che sto perdendo le forze? Maledizione, non riesco più a respirare".

La presa si faceva sempre più stretta mentre la bestia respirava sempre più forte, inferocita.
Improvvisamente venne colpita alle spalle da due uomini alla base del collo, e così fu costretta a lasciare andare il capitano della squadra Delta, che stramazzò a terra, tossendo.
Quando finalmente riuscì a riprendersi e ad alzarsi, osservò la scena che gli si parava davanti: quattro uomini, probabilmente i guerrieri che aveva captato poco prima, stavano combattendo alla pari contro il loro avversario, che si imbestialiva sempre di più, sferrando colpi a vuoto.
Igin sorrise.
La fortuna era dalla sua parte, forse si sarebbero eliminati a vicenda.
«Cream, alla tua destra!» lo avvisò uno dei soldati. Il guerriero con quel nome stava per essere colpito da un calcio del gorilla, che però venne evitato da questi. Egli appariva come un ragazzo snello, dai capelli corvini e dal viso squadrato.
Cream scivolò sotto l'avversario per colpirlo nella parte posteriore del ginocchio, facendogli perdere l'equilibrio.
In un attimo gli altri tre uomini gli furono addosso, iniziando a colpirlo violentemente. Igin avrebbe voluto soffermarsi per vedere come sarebbe finita, ma decise di darsi una mossa per lasciare quel posto definitivamente.
«Bene, la posizione del saiyan è questa, se non lo hanno spostato. Resta ancora il problema della forza di gravità, ma ho la soluzione proprio qui!» si disse, avvicinandosi al cadavere del soldato che aveva notato prima. Disgustato e nauseato, lo rivoltò per prendere dalla sua schiena il dispositivo anti gravità, che si attaccò sul petto. Fatto ciò iniziò a correre quanto più veloce poteva, anche se era certo della sua vittoria: Meyra era morta e gli unici in grado di creargli problemi erano impegnati in una lotta all'ultimo sangue con un bestione che difficilmente avrebbero sconfitto in tempi brevi. Il saiyan sarebbe stato recuperato in fretta, dopo avrebbe usato la navicella con cui era arrivato Wammer o Vet, la cui posizione gli appariva sul display del dispositivo che aveva sul braccio, e se ne sarebbe andato in tutta fretta!

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Fajander