Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Fajander    17/09/2016    0 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Igin correva quanto più veloce poteva lungo i corridoi dell'astronave, diretto verso la camera in cui risiedeva il saiyan che doveva recuperare per conto di Lord Freezer. Tenendo il braccio destro piegato per tenere sott'occhio il display del dispotivo che gli stava indicando la strada da percorrere e lasciando penzolare il sinistro, che era rotto, avanzava sempre di più verso la propria meta, eliminando di tanto in tanto gli scarsi soldati che gli si paravano davanti.
In effetti, la resistenza che questi stavano dimostrando era molto debole, questo perchè tutte le unità rimaste di quel settore stavano convergendo verso il mostro contro cui combattevano Cream e gli altri, ben più pericoloso del ferito Igin.
Finalmente, svoltato l'ennesimo angolo a destra, si ritrovò di fronte l'entrata per la stanza che stava cercando, la cui porta, gettata per terra, era stata distrutta dallo stesso qualche ora fa.
«Eccoci qua, piccolo saiyan. Stavolta niente potrà impedirmi di prenderti!» mormorò il guerriero, pregustando la propria vittoria.
Passo dopo passo, egli varcò la soglia, constatando che l'aggeggio anti gravità funzionava ancora.
"Dunque, se non posso aprire quest'affare, dovrò per forza di cose portarlo così com'è. Sembra che il signor Freezer dovrà aspettare un mese per la sua esecuzione!" riflettè, scollegando i cavi rimasti della vasca.
Come si aspettava, il solito allarme iniziò a suonare e a colorare di rosso la luce della stanza, ma stavolta non vi badò. Il soldato si soffermò a guardare il bambino che dormiva soavemente all'interno della camera criogenica.
"Sei così piccolo... Come hai fatto a sfuggire al mio sovrano? I saiyan sono così spaventosi come dicono? Mi domando quanta forza tu abbia..." meditò, scuotendo la testa come per cancellare quei pensieri superflui. Si caricò sulle spalle il macchinario, grande circa quanto un frigorifero terrestre, ed abbandonò l'area.

Luogo: quartier generale, settore 0
Epoca: mentre Igin scappa con Gohan e Cream combatte contro i gemelli

«Sta... sta fuggendo con il nostro prigioniero!» balbettò furioso l'anziano comandante dell'astronave, battendo un pugno sulla pulsantiera del computer.
«Questo non doveva succedere! Da un lato abbiamo un gorilla impazzito uscito fuori da chissà dove che ha fatto a pezzi metà del settore 09 e dall'altro vi è quell'uomo che sta portando via il carico che con tanta fatica abbiamo recuperato. L'intera struttura è compromessa! Tutto questo per colpa di Meyra!» si sfogò, abbandonandosi sulla sedia e respirando profondamente per cercare di calmarsi.
Un suo sottoposto si fece avanti per parlare con lui.

«Signore, col suo permesso intendo contattare tutti i soldati più forti degli altri settori per farli convergere nel 9, in modo tale da risolvere entrambe le questioni.»
«Pensi che non ci abbia pensato? Tuttavia, come capitano di questa astronave, non posso farlo. Non conosciamo i piani del nemico, per quanto ne sappiamo potrebbero esserci altri attacchi da zone diverse, che sarebbero totalmente scoperte se seguissi il tuo piano avventato. Ecco come procederemo: coinvolgi i settori 06,07,08 e 10 e manda tutte le unità più forti a dare manforte alla squadra èlite che sta combattendo contro il mostro. Per quanto riguarda l'altro intruso, manda i soldati delle stesse aree con un livello combattivo medio. Dovrebbe bastare, date le sue ferite e il precedente scontro con Meyra. Inoltre, fai rilasciare nuovamente la "Tartaruga", in modo che possa proteggerci da eventuali incursioni o dalla fuga del prigioniero, e metti al suo interno delle persone capaci e sufficientemente potenti. Vai, ora!» sentenziò l'anziano con tono stanco. Quella doveva essere la sua ultima missione, e si stava trasformando nel fallimento più totale.

Luogo: spazio vuoto, nelle vicinanze dell'astronave di Meyra
Epoca: mentre Igin scappa con Gohan

Ollie, terzo membro più forte della squadra Delta, si stava avvicinando verso il luogo in cui si trovavano il proprio capitano e altri due membri del team.
Con fare pensieroso, rifletteva su quale strategia adottare per far breccia nelle difese del nemico.
L'astronave che gli si parava davanti era infatti immensa, e i cannoni laser che lentamente si stavano volgendo verso di lui erano numerosi.

«Quelle armi sono potenti ma lente, aggirarle non sarà un problema. Una volta dentro, potrò conoscere l'esatta posizione del capitano e degli altri. Bene, diamoci da fare!» si disse, passando in modalità manuale per pilotare direttamente il mezzo.
Purtroppo per lui però, proprio in quel momento una parte del veivolo si staccò e andò proprio nella sua direzione.
Quella che i membri dell'equipaggio chiamavano "Tartaruga" si era appena attivata.
Il mezzo del Delta, sfrecciando in tutte le direzioni per evitare i laser nemici, sussultò violentemente quando un attacco proveniente dalla Tartaruga stessa lo colpì lateralmente.

«Merda! E quella da dove è saltata fuori?!» esclamò sorpreso Ollie, tentando di compensare con le proprie manovre lo sbandamento del veicolo.
Lo scanner dell'IA gli mostrò come l'arma da fuoco lo avesse colpito di striscio, unico motivo per cui era ancora vivo.

«Analisi dei danni: la struttura è compromessa al 68%; rapida perdita di ossigeno in corso. Apprestarsi a un atterraggio di emergenza.» gracchiò la consueta voce del computer, impassibile come sempre.
Il soldato sudò freddo, non sapendo cosa fare. Se avesse provato un atterraggio probabilmente sarebbe stato ucciso, e se fosse rimasto lì l'astronave nemica lo avrebbe fatto a pezzi.
All'improvviso avvenne una cosa che non si sarebbe aspettato: lo sportello della navicella più piccola si spalancò e, come un magnete, lo attirò a sè.

«Che cosa?! Vogliono prendermi come ostaggio forse? Maledetti!» sbraitò Ollie, mentre gli attacchi nemici si erano placati del tutto: era evidente come i due mezzi fossero coordinati dalla stessa mente.
Una volta catturata, la navicella monoposto dell'uomo spense automaticamente i motori e aprì il proprio sportello.
Sorpreso da quell'azione e socchiudendo gli occhi per l'accecante luce, il guerriero si sentì afferrare da diverse mani, che lo tirarono fuori e lo scaraventarono per terra.
«Chi sei? Sei in combutta con gli altri uomini che sono venuti qui? Parla in fretta o morirai qui e ora!» lo intimò un uomo calvo dalla pelle viola e dal lungo pizzetto dello stesso colore.
Dal suo orecchio sinistro pendeva un orecchino circolare dorato, che luccicava grazie alla luce riflessa dell'enorme stanza.
Il palmo della sua mano premeva contro la testa dell'uomo appena catturato, pronto a rilasciare l'energia necessaria a farlo fuori.
Ollie, capendo che non vi era altra scelta, disse la verità, anche perchè il simbolo delta sulla sua armatura dava poco spazio alle menzogne.
Prima di parlare si guardò intorno e vide che era circondato da molti uomini, alcuni dei quali avevano un piccolo computer in mano: quelle persone dovevano aver hackerato la sua navicella, questa era l'unica spiegazione per cui i motori si erano spenti anomalamente e per cui essa era stata attratta lì.

«Sì... faccio parte della squadra Delta, come gli altri che sono venuti da voi. Che intenzioni avete nei miei confronti?!» chiese guardingo, fissando con aria di sfida l'uomo viola.
Quest'ultimo, dopo aver tolto la mano dalla sua testa, sorrise:
«Come pensavamo. Il tuo capitano ha preso una cosa di inestimabile valore per noi e sta cercando di fuggire approfittando di una situazione sgradevole. Tu farai da intermediario e lo convincerai a restituirci ciò che è nostro, oppure vi uccideremo entrambi. Semplice.» concluse l'alieno, facendo segno agli altri soldati di ammanettare il prigioniero.
«Credete veramente che vi aiuterò? Il saiyan verrà con noi, non importa come!» tuonò Ollie, saltando in aria di un paio di metri per poi riatterrare alle spalle dei nemici, che furono inevitabilmente presi alla sprovvista.
Il Delta li attaccò rapidamente in modo tale che non ebbero possibilità di difendersi, ma l'uomo con l'orecchino riuscì a schivare i suoi colpi e lo placcò, buttandolo a terra.
Bloccati polsi e gambe, egli lo colpì più volte con delle testate che fecero svenire lo skahriano. Quel breve scontro fu sufficiente a mettere ulteriormente in guardia i soldati, che da quel momento tennero sotto stretto controllo il loro prigioniero, legandolo e puntandogli diversi fucili contro.

«Il piano andrà avanti comunque. Portiamolo alla base e mostriamolo al suo capitano: se ci tiene ai membri della sua squadra dovrebbe esserci utile anche da svenuto.» disse l'alieno viola, rimettendosi in piedi e accarezzandosi il pizzetto.

Luogo: corridoio dell'astronave di Meyra
Epoca: poco dopo che Ollie viene catturato

«Ancora 250 metri... e sarò arrivato: manca... pochissimo!» ansimò Igin, che aveva il fiatone per via dell'enorme carico che doveva sostenere con un braccio solo dato che l'altro era rotto.
La sua marcia era rallentata di tanto in tanto da gruppi di soldati che lo costringevano a posare la vasca per terra, mettere il braccio ancora funzionante dietro la testa e piegarsi in ginocchio.
Puntualmente però, il capitano con dei movimenti felini li uccideva quanto più in fretta poteva, senza che avessero l'opportunità di reagire.
Nell'ultimo scontro però, non era riuscito ad eliminare tutti i nemici contemporaneamente poichè uno di essi era rimasto diversi metri indietro, per sicurezza.
Così facendo egli ebbe l'oppurtunità di colpire l'intruso con un colpo energetico che lo ferì alla gamba.
Se Igin avesse incontrato altri uomini non avrebbe potuto utilizzare più la sua rapidità per farla franca.
Proprio come se qualche divinità maligna e dispettosa lo stesse osservando, raggiunta le navicelle dei gemelli, affondate nelle pareti del corridoio, una truppa di soldati dell'equipaggio lo stava aspettando.

«Fermo! Sappiamo che hai ucciso molti dei nostri, ma la tua fuga termina qui! Consegnaci il saiyan o morirai!» intimò uno di essi, che insieme al resto del gruppo avanzò lentamente verso il capitano, ferito e visibilmente stanco.
"Dannazione, non ho le forze per affrontarli tutti quanti, saranno almeno una decina! Devo arrendermi temporaneamente ed escogitare un nuovo piano... Potrei lasciargli il bambino, scappare e recuperarlo in seguito." riflettè il Delta, consapevole di non avere scelta.

«Molto bene, avete vinto. Contenti?» ammise con tono provocatorio, scaraventando sul pavimento il carico pesante e sorridendo in modo forzato.
Come se non bastasse, dall'altra parte del corridoio alle sue spalle giunse un altro gruppo di soldati.

«E tanti cari saluti alla mia fuga!» mormorò Igin, sapendo che stavolta era totalmente spacciato. Con un po' di fortuna lo avrebbero mantenuto in vita per interrogarlo, nel peggiore dei casi invece lo avrebbero ucciso dopo averlo torturato abbondantemente per aver massacrato metà equipaggio di quella maledetta astronave. Ancora una volta si chiese come aveva potuto pensare di affrontare tutta la missione senza il supporto dei suoi compagni, tre dei quali, grazie a lui, erano stati uccisi.
Era infatti abbastanza certo che i due gemelli fossero stati eliminati dalla squadra èlite.
Osservando l'altro drappello avvicinarsi sempre di più, notò un qualcosa che lo fece sobbalzare.
"Ollie? Che diavolo ci fa qui? Quando è arrivato? Accidenti... si è fatto catturare anche lui.". Il soldato viola intuì i suoi pensieri e così sorrise, divertito, facendogli l'occhiolino.

«Ma come? Siamo arrivati tardi?» domando quest'ultimo all'altra truppa.
Uno di essi rispose con un tono abbastanza fiero:
« Già, tu e la tua inutile banda potete benissimo andarvene, abbiamo tutto sotto controllo. Lo abbiamo preso noi, per cui spetta a noi la ricompensa. Fuori dai piedi!» sbraitò questi.
L'altro, per tutta risposta, afferrò il membro svenuto della squadra Delta e lo scagliò per terra, accanto ad Igin.

«Noi invece abbiamo preso quest'altro, che sicuramente avrebbe aiutato l'intruso a fuggire e quindi vi avrebbe certamente impedito di arrestarlo. Come la mettiamo ora?» lo provocò, e a giudicare dallo sguardo furente del soldato aveva fatto centro.
«Stai forse insinuando che quel tizio avrebbe potuto compromettere l'intera missione? Starai scherzando, spero! Al massimo ci avrebbe dato qualche intoppo, ma nulla di più! E ora, toglietevi di mezzo, questa è l'ultima volta che ve lo ripeto in tono amichevole.».
Gli animi di entrambi i gruppi si stavano scaldando, e questa non poteva che essere un'occasione d'oro per Igin, che con un po' di fortuna sarebbe sgattaiolato via. Nonostante lavorassero nella stessa astronave, l'ostilità che aleggiava nell'aria era fin troppa.
Questo perchè, durante un recente rifornimento su un pianeta, il velivolo aveva assoldato alcuni mercenari, tra cui l'uomo viola, per rinforzare ancor più il proprio equipaggio.
Nessuno dei due drappelli era deciso a cedere, fino a quando l'uomo con l'orecchino parlò:
«Bene, come vuoi. Ce ne andiamo subito.» disse, per poi voltarsi. Neppure i suoi uomini credettero a quanto udito, ma a quanto pare dovevano lasciare la zona. «Perfetto, avete capito con chi avete a che fare, IDIOTI.» rincarò la dose un membro dell'altro gruppo, facendo ben attenzione a farsi sentire.
Detto questo, l'alieno viola si girò di scatto e lanciò un colpo energetico in faccia a quell'uomo, uccidendolo.
I suoi alleati, galvanizzati da quella reazione, lo imitarono attaccando gli altri.
Igin si gettò a terra, ignorando ancora una volta il dolore del braccio, coprendosi con l'altro arto la testa.
Nei successivi trenta secondi, in cui vi fu un vero e proprio conflitto a distanza, si vide come le truppe dell'uomo viola fossero superiori. Terminato lo scontro, egli, inaspettatamente, continuò a lanciare colpi energetici, ma stavolta contro i suoi stessi alleati, fino ad eliminarli tutti.

«Bene, e ora che mi sono liberato di questi idioti andiamocene, forza!» disse questi ad Igin, che, confuso e non sapendo come interpretare tale azione rimase immobile. «Mi chiamo Drang, questo dovrebbe farti capire chi sono, no?» aggiunse l'uomo, tendendo una mano al capitano per farlo rialzare.
«Drang?! Come può essere? Ma...Sei diverso!».
«Già, si vede che mi conosci poco. Una delle mie migliori abilità è quella di mutare il mio aspetto in quello della persona che uccido.
In questo caso, di questo tizio mercenario. Sono infiltrato su questa astronave da quando ha fatto rifornimento su un pianeta semi sconosciuto, per conto di Lord Freezer, che voleva accertarsi che questa missione andasse per il verso giusto.
» spiegò Drang, con una certa fretta.
Il soldato della squadra Delta faceva fatica a metabolizzare quanto detto: quindi il suo sovrano non si era fidato pienamente delle sue capacità? Lo riteneva tanto debole da inviare il capitano della Squadra Beta in persona come ulteriore supporto? Rabbia e delusione avvolsero il suo cuore in quel momento, ma la cosa che gli faceva ben più male della poca fiducia che il Demone del Freddo nutriva nei suoi confronti era che, dopotutto, aveva ragione.
Non era stato in grado di compiere la missione con successo, e se non fosse stato per quel tipo, avrebbe perso.

«Se così stanno le cose... Perchè diavolo non sei intervenuto prima? Cos'hai fatto finora?».
«Non sono intervenuto così, nel caso ce l'avreste fatta, sarei potuto rimanere tra le fila nemiche per scoprire qualcosa in più sul loro conto. Per chi lavorano, per esempio. Dopo aver aspettato per qualche ora ho capito che non ne saresti venuto a capo da solo, quindi ho deciso di prendere in mano la situazione. Ora, per cortesia, ti prego di andarcene. Sicuramente la squadra d'èlite di Cream avrà finito con il tuo animalesco compagno di squadra e verrà qui per farci una visitina...» fece notare Drang, caricandosi sulle spalle la vasca contenente il saiyan e legandola tramite degli aggeggi circolari simili a calamite a una monoposto.
«C'è un problema però: i veicoli a nostra disposizione sono due, cioè quelli utilizzati dai gemelli per venire qui, quella di Ollie sarà in mano nemica e la mia è andata distrutta. Questo è un bel guaio...» riflettè ad alta voce Igin, passeggiando avanti e indietro.
Il soldato Beta sorrise, uscendo dalla propria tasca un piccolo cilindro di metallo verde.

«Come pensi che sia arrivato su quel pianeta, volando? Ho un veicolo qui dentro!» disse, agitando l'oggetto per farlo osservare meglio al proprio interlocutore.
«Questa qui ha due posti: io e il tuo amico che sta facendo un pisolino ci saliremo su, tu prenderai una delle due monoposto e il bambino sarà trainato dall'altra, che ti seguirà con il pilota automatico. Il pianeta imperiale più vicino da queste parti è Freezer 24, saremo lì tra tre settimane. Una volta arrivati, ci riposeremo un paio di giorni, riempiremo i serbatoi e poi ripartiremo verso la capitale, dove sicuramente Lord Freezer ci attenderà. Tutto chiaro?» domandò l'uomo col pizzetto, ammiccando. Il suo compagno annuì con decisione, e, fattosi serio, sistemò il corpo addormentato di Ollie così come gli era stato detto, dopodichè Drang agitò energicamente quel suo strano cilindro, che iniziò ad incrementare le proprie dimensioni fino a mutare forma e diventare identica al veicolo di Igin, ma più grande, e così entrambi si affrettarono a lasciare quel posto.
Non prima però di aver lanciato dei colpi energetici sul soffitto di entrambi i lati del corridoio, in modo tale da evitare l'arrivo di ulteriori nemici.
Lo squarcio di cui Igin e gli altri si erano serviti per salire a bordo era rimasto tale, l'equipaggio dell'astronave non aveva potuto ripararlo con tutto il trambusto che vi era stato, così si erano limitati a mettere dei dispositivi che non facessero fuoriuscire l'aria e a sorvegliarlo costantemente.
Ovviamente, quest'ultima accortezza non era servita a nulla.
Una ad una, le navicelle dei guerrieri si sollevarono a mezz'aria, lasciando la zona completamente indisturbati e inoltrandosi nello spazio più profondo.
Il capitano Delta, sorpreso dall'assenza di resistenza nemica, fece per pigiare un tasto sul monitor che gli permetteva di comunicare con i mezzi vicini, ma il suo collega lo precedette:
«Ti starai certamente chiedendo: ma come mai quegli idioti non ci hanno attaccato? Beh, la risposta è semplice, mio caro: sono stato io!» esclamò con un tono trionfante, che lasciava intendere anche un pizzico di orgoglio e soddisfazione verso l'azione svolta.
«TU? Come hai fatto? Non dirmi che hai ...» bofonchiò sopreso Igin. Quello uomo era più furbo di quanto pensasse.
«Già, ho disattivato temporaneamente tutti i sistemi di offensiva, in poche parole i cannoni laser saranno fuori uso per i prossimi... Dunque vediamo... 38 secondi! Tutto perfettamente calcolato per la nostra fuga! Non rigraziarmi, ci penserai più tardi.» e così dicendo chiuse la connessione, lasciando lo skahriano avvolto nei suoi pensieri. Era stato un bene che l'Imperatore lo aveva affiancato a quell'uomo, ma questo non lo fece sentire sollevato, ma ancora più inutile, come se fosse un peso.
Per distrarsi da quei pensieri angoscianti, il guerriero decise di avviare una conversazione con l'unico compagno di squadra rimanente, che era ancora lontano dall'astronave e che doveva essere informato della nuova destinazione.
Ciò, sebbene lo fece distrarre da quelle tristi riflessioni, ne fece sopraggiungere un'altra, ossia che aveva lasciato la bestia, unione dei due gemelli, a morire in quel posto.
Nonostante essa avesse tentato di ucciderlo, egli non riusciva a non provare compassione per quella creatura, che, un tempo costituita dai suoi compagni di squadra, aveva perso rapidamente la ragione per farsi avvolgere dalla follia più totale, non facendo altro che distruggere tutto ciò che gli capitasse a tiro. Forse, quello era l'unico modo possibile di farla finita. Convincendosi di questo, Igin chiuse gli occhi e si addormentò, stanco come non mai. Alla fine, la cosa realmente importante era che avesse compiuto con successo la missione, seppur con aiuti esterni, e la curiosità di scoprire qualcosa di più circa quel saiyan animava di sentimenti positivi il suo cuore.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Fajander