~~MARY ARCHER
Da bambina s’era costretta a pensare che il tempo potesse guarire ogni ferita e se l’era ripetuto di continuo durante le lunghe notti di pianto.
Da ragazza aveva smesso di crederlo e aveva ingoiato ognuna di quelle infinite, amare lacrime arrendendosi all’evidenza: il dolore e l’odio erano tutto ciò che le restava.
Adesso che era donna le notti le portavano ancora tormento. Si svegliava di colpo, talvolta urlando.
“Cosa c’è, amore mio?” le diceva Baltus
“Nulla, Baltus, nulla …” rispondeva lei. Nascondeva il volto, si mordeva le labbra per non lasciarsi sfuggire un singhiozzo e lacrime che bruciavano come fuoco tornavano a bagnare il suo cuscino.
No, l’odio non guariva col tempo.