IN MY MIND
Hermione stava seduta all’ombra della quercia del parco della
scuola; nell’aria si sentiva distintamente il profumo primaverile che
annunciava l’arrivo di belle giornate da poter passare all’aperto, liberi di
correre.
Indossava abiti leggeri, come tutti gli altri studenti, ansiosi
più che mai di poter mettere nell’armadio i pesanti maglioni invernali.
Il lago rifletteva come tante scintille i raggi di sole, che
andavano a colpire gli scuri occhi della ragazza, creando in essi delicate
sfumature ambrate.
Quell’atmosfera calma e tranquilla faceva assopire, come quando si
è esposti per troppo tempo ad un caldo rovente.
Hermione sospirò.
Osservare quell’ambiente così perfetto, che ai suoi occhi pareva
talmente bello e infinito, le aveva per un attimo fatto dimenticare i problemi
che da parecchio tempo le tenevano compagnia; l’accompagnavano dal mattino,
quando si svegliava, fino alla sera, quando stanca, tornava nel suo dormitorio
e sperava di dimenticarsi della sua vita di adolescente.
“Disturbare durante le lezioni non era mai
stato nei suoi piani da studentessa modello, ma quel giorno non aveva potuto
redimersi dal non dare man forte ai suoi compagni.
Durante quella lezione si
discuteva solo dei maghi che mille anni prima avevano schiavizzato gli elfi
domestici e della grandezza e importanza del loro gesto.
Nessuno, alle parole
dell’insegnante, aveva alzato la mano per controbattere, così lei si era
ribellata mettendosi a giocherellare, insieme agli annoiatissimi compagni, con
i nuovi scherzi collaudati dai gemelli Weasley.
Forse Ruf aveva affinato il
suo udito o semplicemente era riuscito e mantenere il controllo degli studenti
che aveva in classe, cosa alquanto rara durante le sue lezioni, ma il fatto fu
che quando li trovò così distratti diede loro una pesante punizione da
scontare.”
Hermione rimembrando quel ricordo, non poté trattenere un
sorrisetto: quanto erano stati ingenui l’anno prima…
Sfogliò con le lunghe dita affusolate il libro di Trasfigurazione;
l’inchiostro scuro inciso sulle candide pagine del volume, si confondeva alla
vista annebbiata della ragazza, tanto che fu costretta a rinunciare a fare i
suoi compiti.
Quel giorno non aveva proprio voglia di studiare, avrebbe
preferito andare a fare una bella passeggiata ad Hogsmeade, magari facendo
acquisti e prendendo un buon gelato.
Girò il capo alla sua destra: Blaise stava riposando tranquilla.
Il suo respiro era regolare, mentre un leggero soffio di aria
fresca le scompigliava un ciuffo ribelle della sua testa.
Dio solo sapeva se Hermione non aveva bisogno di quell’amica, che
da un anno a questa parte era diventata
fondamentale nella sua vita.
Ma soprattutto, Dio solo sapeva se non ci fosse stata la punizione
di Ruf, come avrebbero mai potuto incontrarsi?
“-Bene ragazzi- disse Vitius
con la sua vocetta stridula –Siete qui tutti e sei- continuò guardandoli
–perché durante l’orario scolastico vi siete comportati in modo alquanto
scorretto, e pertanto siete stai giudicati punibili dagli insegnanti. Dunque,
il vostro compito sarà…- s’interruppe un attimo per dare un occhiata alla lunga
pergamena ingiallita che portava in mano –Sistemare in ordine alfabetico tutti
i libri dell’ala est della biblioteca- annunciò, mentre dodici occhi
strabuzzati e spaventati insieme lo guardavano attoniti, come se si
aspettassero che dicesse che era tutto
un brutto scherzo.
-Avrete sei ore di tempo,
praticamente l’equivalente di una giornata scolastica. Naturalmente questo
lavoro avrebbe potuto farlo tranquillamente Madama Prince, ma voi siete così
giovani…-aggiunse l’insegnante sorridendo bonariamente –Vi consiglio una
cosa, se vi disporrete in coppie
impiegherete meno tempo…-
-Bene- rispose Ron, che non
appena il professore aveva annunciato la loro punizione era stato in procinto
di svenire.
-Io e Harry lavoriamo
insieme!- aveva poi esclamato.
- Anch’io e Cho sistemeremo
questa dannata biblioteca in coppia- disse Michael Corner; effettivamente Harry
non avrebbe mai voluto ritrovarselo trai piedi, ma non è un caso se ci si
ritrova sempre qualcuno di spiacevole a ronzarci intorno…
-Questo vorrebbe dire…-
esclamò Malfoy -… che io dovrei stare con la Granger?-
-In realtà ci sarei anch’io
Draco, se la cosa non ti reca alcun disturbo- esclamò una ragazza bionda, molto
bella, che era arrivata appena in tempo per sentire la punizione sentenziata
dei professori e per parteciparvi.
-Oh Zabini… La mia compagna
di casa preferita! Come mai sei finita in punizione, ragazza?-
-Come Malfoy non ricordi? È
merito tuo e dei tuoi due scagnozzi privi di qualunque genere di cervello se mi
ritrovo in questa situazione!-
-Ma davvero? Sono proprio
desolato- le rispose lui, freddo come una folata di vento in pieno inverno,
duro come una pugnalata in pieno petto.
-Noto con mio immenso disappunto che oggi non potrò
divertirmi come avevo progettato- aggiunse infine glaciale.”
Aveva provato molte volte a farsi dire cosa era successo con
Malfoy, il motivo di quella punizione, ma lei era sempre stata molto vaga
quando si toccava questo argomento; sapeva molto bene che Blaise era un’amica
preziosa, ma in contemporanea aveva un comportamento alquanto superiore; perché
mai sarebbe finita a Serpeverde sennò?
In lontananza Hermione notò due persone, che non riuscì a
distinguere a causa della vista ancora offuscata dalla luce del sole; vide solo
che si stavano scambiando qualcosa di nascosto e che si allontanarono molto
velocemente.
-Blaise, Blaise? Svegliati!-le disse sottovoce, come se avesse
paura che a quella distanza i due riuscissero a sentirla.
-Cosa vuoi Granger, sono due notti che non chiudo occhio- rispose
scocciata la ragazza, svegliandosi dal giaciglio momentaneo che si era creata
sotto l’albero.
-Secondo te, chi sono quei due? Ho visto che si stavano scambiando
qualcosa sotto i mantelli!-
-E allora? Saranno le soluzioni ai test degli esami!- le rispose
sempre più irata.
-Mh…- fece Hermione dubbiosa. Sapere che circolavano certi
imbrogli per superare le prove di fine anno, l’aveva praticamente sconcertata.
-Ma che bisogno c’era di scambiarseli al parco, non potevano farlo
di nascosto nei sotterranei? Poi non sono nemmeno credibili, con questo caldo
indossare i mantelli….- aggiunse pensierosa.
-In effetti…-ammise Blaise. –Se mi informerò sulla merce che
circola liberamente ad Hogwarts come contrabbando, mi lascerai in pace?-
-Vedremo…- le disse Hermione scherzando.
-Bene!-
“La luce penetrava dalla
grande vetrata della biblioteca e proiettava lunghe ombre sulle pareti.
I ragazzi stavano sudando e
mancavano ancora diverse ore prima di poter finire quell’estenuante lavoro.
Hermione e Blaise avevano
gli occhi arrossati, mentre osservavano i titoli dei libri e li riordinavano
sugli scaffali.
…novecento…
-E così tu sei la migliore
amica di Harry Potter- aveva domandato la bionda interrompendo il silenzio.
-Così dicono- aveva risposto
Hermione vaga. Preferiva mantenere le distante dai Serpeverde, anche se quella
pareva essere una delle poche dotate di un briciolo di intelligenza.
-Deve essere triste avere
solo amici maschi, senza nessuna ragazza con cui potersi confidare- intervenne
Blaise con aria provocatoria.
…ottocentonovantanove…
-Non molto, infondo non
avere amiche petulanti che girovagano intorno e te tentando di convincerti ad
usare una pozione d’amore non è male.- le disse con un mezzo sorriso.
-Credi?-
-No, ne sono convinta!- le
rispose convinta.
…ottocentonovantotto….
-A volte….- iniziò Blaise -
… accettare la realtà è dura, non trovi?
Hermione si mordicchiò le
labbra; era un vizio involontario, che aveva avuto fin da bambina: la mamma le
faceva una domanda a proposito di qualche sua monelleria e lei si mordicchiava
le labbra. Era un chiaro segno per ammettere che quello di cui veniva accusata
non era solo un’ipotesi, ma bensì la verità.
In effetti era da un po’ di
tempo che il rapporto con i suoi amici si era incrinato, specialmente con
Harry, con il quale non aveva più quel dialogo aperto come un tempo.
Quasi certamente il problema
era dato dal fatto che lei era una ragazza e loro due maschi, lei aveva i suoi
problemi, loro due i loro, insomma per certi versi non erano sulla stessa
lunghezza d’onda, su due mondi paralleli che faticavano a convergere.
Si sentiva usata,
soprattutto da Harry, non sopportava la sua vicinanza, non riusciva neanche lei
a capirlo, era come un’allergia che le era magicamente apparsa; sapeva solo che
ultimamente preferiva la compagnia di uno Schiopodo Sparacoda al suo migliore
amico.
Il fatto poi che la prima
serpeverde, incontrata per caso durante una punizione, aveva capito ed
elaborato i suoi pensieri dando loro voce, la rendeva estremamente irritata.”
-Blaise grazie!- disse Hermione improvvisamente.
La bionda si girò verso di lei; i suoi magnifici occhi azzurri
riflettevano la luce del sole e apparivano più chiari di quanto già non
fossero.
-Avrei fatto questo ed altro per un’amica- le rispose con un
sorriso.
Hermione non avrebbe mai capito come facesse quella ragazza a
leggere i suoi pensieri; se li leggeva poi…
*******
Durante quella domenica pomeriggio si fece vivo Ron.
-Hermione, potresti andare in biblioteca ad aiutare Harry? Mi ha
chiesto di dirtelo, ma se tu non volessi, nessuno ti obbliga ovviamente!-
-Non preoccuparti Ron, vado, anche perché inizio ad avere freddo
qua fuori!-
Il rosso la guardo preoccupato: alcuni ragazzi stavano
chiacchierando allegramente con i piedi immersi nell’acqua del lago, alcuni,
come le due ragazze, si erano riparati all’ombra di alberi, mentre piccole
goccioline di sudore scendevano sulla fronte del ragazzo descrivendo sentieri
tortuosi. E lei affermava di avere freddo?
Alzandosi Hermione fece un occhiolino di intesa a Ron e il ragazzo
capì al volo e contemporaneamente aumentò anche la sua paura.
-Allora a più tardi ragazzi!- esclamò lei andandosene.
-Ciao- le rispose Ron.
Blaise stette in silenzio. Stava osservando qualcosa di
indefinibile davanti a sé, con gli occhi ridotti a due fessure.
-Ehm… Buon pomeriggio Blaise!- esclamò Ron.
La ragazza gli fece un cenno con la mano, ma non disse niente.
Il rosso non aveva intenzione di voltarsi per vedere cosa di così
interessante stesse rimirando lei per ignorarlo così deliberatamente.
Si limitò quindi a studiarla: indossava una leggera magliettina
azzurra abbinata ad un semplice paio di jeans; anche vestita così era
bellissima.
I tratti del suo viso, in quel momento corrugato in un’espressione
concentrata, spiccavano nitidi più che mai, mentre i morbidi capelli biondi
andavano a nozze con gli occhi azzurri di Blaise.
Ron, incantato da quell’angelo che gli si parava davanti agli
occhi, non si accorse nemmeno della semplice domanda che lei gli pose.
-Ron? Ma ci sei?- quasi gli urlò Blaise, visto che lui sembrava
essere caduto in trance.
-Eh..? si! Dimmi Blaise, cosa c’è?- le domandò arrossendo
furiosamente.
Lei inarcò un sopraciglio osservandolo con uno sguardo
esaminatore.
-Ho detto… Potter e la Granger hanno litigato?-
-Ah… non so, ho solo notato che tra loro c’è qualche piccola
incomprensione, ma nulla di più, perché?-
Ancora una volta la biondina sembrava essere immersa nei suoi
pensieri, perché non rispose, si limitò a fare un piccolo sbuffo di
disapprovazione
-Forse ho trovato!- esclamò infine, riportando il suo sguardo al
parco –Ron, vieni con me- disse, prendendolo per mano e trascinandolo con sé
attraverso un immensa distesa di prati verdi.
******