Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: after all    01/05/2009    21 recensioni
Il mondo di Kodocha che tanto amiamo non esiste. O meglio, esiste, ma senza Sana. Akito è un ragazzo solitario e problematico, senza una vera famiglia, l'unica persona che ha al mondo è il suo migliore amico Tsuyoshi. Così la sua vita scorre senza un vero motivo fino all'età di 20 anni, quando Tsuyoshi gli presenta la sua nuova ragazza: Sana Kurata! Infatti, in questa sorta di mondo parallelo Sana è solo arrivata in ritardo, sconvolgendo tutto. Perchè due caratteri come i loro, in qualsiasi situazione tu li metta, non possono passarsi accanto come se niente fosse.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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"La solitudine è il campo da gioco di Satana."
Vladimir Nabokov

Non mi è mai pesato stare da solo.
Ho sempre pensato che tanto, anche se fossi una delle cosiddette persone socievoli, non troverei compagno migliore di me stesso. La maggior parte della gente la teme più della morte, ma è solo una questione di abitudine. Ed è qui che sta la maledetta fregatura. Basta un attimo, un solo attimo di distrazione che ti ci ritrovi qualcuno infilato dentro. Ma le persone non le puoi controllare e gestire a tuo piacimento, e per quanto tu ti possa impegnare a trovare compromessi non puoi impedire loro di sgattaiolare via furtivamente come sono arrivate. E dopo, anche la tua solitudine non è più la stessa, senti sempre un pezzo mancante. Di conseguenza, non mi resta che aspettare, aspettare che pian piano i tasselli tornino tutti al loro posto, e al diavolo chi li ha scombinati. Hai capito, Sana? Ovunque tu sia in questo momento, al diavolo!
Al diavolo, al diavolo, al diavolo, al diavolo.
Prendo il telefono dalla tasca e lo sbatto con forza contro il muro,  provando una certa soddisfazione nel vederlo poi aperto in due sul pavimento, con la batteria e la scheda sparse poco lontano. Spero anche che si sia rotto, quel maledetto. Completo il tutto con un calcio alla porta, purtroppo non abbastanza forte da scardinarla. Ecco, adesso sto molto meglio. Ok, non è vero, ma faccio finta di crederci.
Sto giusto pensando a come tirare giù una mensola quando vengo interrotto dal suono del citofono. Ma non l'avevo smontato? Qui c'è lo zampino della signora Hiroki. Apro la porta senza nemmeno chiedere chi è, tanto si tratta di una visita indesiderata.
Oh porca puttana.
 Molto, molto più indesiderata del previsto.
- Akito, dimmi che non è vero. -
Non ho bisogno di domandare di cosa si tratta, la figura che mi trovo davanti parla da sola.
Tsuyoshi ha i capelli spettinati, la fronte sudata, le nocche insanguinate e gli occhi rossi. Non profuma nemmeno di acqua di colonia, il che considerando le sue dosi abituali significa che non si lava da giorni. Sono tentato di richiudergli la porta in faccia, ma ho già avuto la mia buona dose di vigliaccheria. Vai e muori da uomo, Akito, come uno dei personaggi che da bambino leggevi nei fumetti. Certo, loro erano degli eroi, ma ho sempre pensato che anche i cattivi avessero una certa dignità dopotutto. Anche se così meschini? No, quelli come me non ne hanno. Di fronte al mio silenzio alza la voce e continua.
- Dimmelo! Guardami negli occhi e dimmi che Sana si è inventata tutto, dimmi che non è vero che il mio migliore amico si è scopato la mia ragazza! -
Ha pianto, Tsuyoshi, e giuro che in quindici anni non l'ho mai visto piangere.
- Parla, maledizione! Giuro che crederò a qualsiasi cosa tu dica. -
-Tsu, lascia che ti spieghi, mi dispia -
Non faccio in tempo a finire la frase che mi ritrovo a terra con un labbro spaccato. E come alzo gli occhi Tsu è sopra di me, e un suo sinistro mi raggiunge il sopracciglio.
- Cazzo..-
- Mi fai schifo. Tu lo sapevi! Dannazione, lo sapevi! -
- Quanto lei contasse per te? Sì, lo sapevo. -
- No, Akito, quanto tu contassi per me! -
Fa per andarsene lasciandomi il tempo di alzarmi, ma poi si volta di nuovo verso di me.
- Sai cos'è che mi fa rabbia? Che se lei non me l'avesse confessato tu mi avresti permesso di sposarla, pur sapendo che non mi amava. -
Adesso si è tranquillizzato, ma il suo respiro è ancora affannoso.
-  Ma no, non è così. E' stato solo un errore di percorso. -
E mentre lo dico vorrei davvero che fosse la verità.
- Oh certo, mi piacerebbe. -
Così dicendo se ne va, lasciandomi solo con il mio fardello che non si è alleggerito nemmeno di un grammo.
E anche in un momento come questo l'unica cosa a cui riesco a pensare è lei. Se Tsu non l'ha ancora perdonata, dove sarà lei in questo momento?
Non so come mai, ma ho la sensazione che solo una persona abbia la risposta.

- Oh Signore, cosa ti hanno fatto? -
Lo sapevo, avrei dovuto rendermi più presentabile prima di venire qui.
- Lasci stare, dov'è Sana? -
- Se ne è andata, ma non lascio stare un bel niente. Ti sei guardato allo specchio? Sei uno stato pietoso. -
- Come se n'è andata? E' andata dove? -
- E' tornata a Osaka. Almeno, così mi ha detto. E adesso vieni qui che vado a prendere del disinfettante. -
- Le ha detto..? Quando l'ha vista? -
- E' venuta qui qualche sera fa. Non dico che era conciata come te, ma quasi. -
- L'hanno picchiata? -
- Ma no, sciocchino, parlavo del morale. E stai fermo che non riesco a vedere le ferite! -
Mentre parliamo mi tampona delicatamente il labbro e il taglio sul sopracciglio.
- Ah, già.. Mandare all'aria un matrimonio non è mai bello. -
- Specialmente quando sei convinta che la persona che vuoi non ti voglia. -
Rido nervosamente. Io che non voglio lei! La situazione si fa davvero paradossale. A un certo punto mi si accende una lampadina.
- A Osaka? Certo, adesso che Tsuyoshi l'ha lasciata se ne torna a casa. Era la scelta più facile, chi le darebbe torto?-
- Quale scelta facile Akito? Non esisteva un'opzione indolore, in ogni caso. -
- Avrebbe potuto non dire niente! Era compito mio. Comunque gli passerà, ci tiene troppo a lei. -
- Il fatto è che credo sia stata Sana a lasciare Tsuyoshi, non il contrario. -
Inizio a tossire convulsamente, credo che il disinfettante mi sia entrato in bocca.
- Crede o lo sa? - chiedo sputacchiando qua e la per togliermi quest'orrido sapore dalla lingua.
- Lo so, me l'ha confessato lei. Ma che differenza fa? -
E per un attimo mi si fermano la circolazione, il cuore e tutti gli organi vitali. E capisco che c'è una cosa che devo assolutamente fare.
- La ringrazio, mi è stata molto utile.  -
Non aspetto neanche che mi risponda e mi catapulto nel mio appartamento.

Ma dove cazzo ho lasciato il cellulare? Saranno dieci minuti buoni che lo cerco. Sto per guardare sotto il divano quando noto un oggetto grigio molto simile a una batteria vicino alla porta, e allora tutti i miei dubbi si chiariscono. Poco più in là giace quello che resta del mio povero telefonino, irrimediabilmente compromesso dal volo che gli ho fatto fare stamattina durante uno dei  miei ultimamente piuttosto frequenti scatti d'ira. Cazzo, non pensavo di averlo rotto.
Mi dispererei sull'enorme scocciatura del doverne comprare uno nuovo se al momento non avessi una cosa più importante a cui pensare. Dove sarà il telefono fisso? Da qualche parte dovrò pur averne uno. Lo trovo su un ripiano della cucina - posto piuttosto insolito in effetti - e inizio velocemente a comporre il numero, sorprendendomi di averlo imparato a memoria senza nemmeno accorgermene.
Suona libero, grazie al cielo. Ma perchè tarda tanto a rispondere? A ogni tuuu il cuore mi batte più velocemente, nonostante non faccia altro che intimargli di fermarsi una buona volta, prima che finisca per ingoiarlo. Eventualità che, tra l'altro, si verifica non appena sento la sua voce rispondere al telefono.
- Pronto? - Non avevo pensato a quanto fosse conveniente non usare il cellulare impedendole così di riconoscere il numero.
- ... -
E' che il suo tono è così rilassato.. e sono terrorizzato che chiuda la chiamata non appena pronuncerò una sillaba. Andiamo, non è tempo per queste sciocchezze.
- Sana, sono io. -
Non ho bisogni di specificare, mi accorgo che ha capito perfettamente da come sento il suo respiro improvvisamente accelerato dall'altro capo del telefono. Chissà se riesce a sentire quanto va veloce il mio.
- Ciao Akito. -
Lascio andare un sospiro. Non si può dire che sia la stessa voce serena che ha risposto al telefono, ma se non altro è ancora in linea.
- Come stai? -
- Mi sembra una domanda stupida da parte tua, non credi? - effettivamente non posso darle torto. - comunque sono ancora viva se è questo che intendi. Pare che per ora tu non debba avere nessuna ragazza disperata sulla coscienza. - aggiunge ironica. Mi aspetto quasi che mi chieda come sto io - per educazione se non per altro - ma quando mi rendo conto che non ha nessuna intenzione di farlo decido di procedere e addio ai convenevoli.
- Che cosa ti è saltato in mente di lasciare Tsuyoshi? -
Il mio tono è arrabbiato, anche se in realtà non vorrei.
- Quello che decido di fare nella mia vita non è affar tuo, Hayama. -
- Siamo tornati a questo punto, Kurata? Siamo sempre fermi a questo punto? -
- Non capisco a cosa tu ti stia riferendo, a me sembra che abbiamo fatto degli enormi passi avanti. -
- Però alla fine il succo è sempre lo stesso. Io cerco di capire e tu mi chiudi fuori. -
- Se ben ricordo sei stato tu a chiudere fuori me, e neanche troppo delicatamente. - commenta, sempre con una certa ironia. Le sembra il momento di fare dell'umorismo?
- Lo sai che non mi riferivo a questo. E sai anche che Tsuyoshi ti avrebbe perdonato. -
- Ma non ti è passato neanche per l'anticamera del cervello che io potessi non volere più Tsuyoshi? -
- Hai sempre detto che era perfetto per te. -
- E lo era! Infatti sono io quella difettosa. -
- Sì, lo sei! Perchè devi complicare sempre tutto? -
Mi accorgo di essere un perfetto idiota non appena ho finito di pronunciare la frase. Come se dare la colpa a lei fosse la soluzione di tutto.
- Ascolta, non volevo dire questo.. -
- Sì che volevi. E sai cosa ti dico? Hai ragione. Hai perfettamente ragione. -
Singhiozza, e nonostante i chilometri che ci dividono sento le sue lacrime sulla pelle come se fosse qui. Oh, quanto vorrei che lei fosse davvero qui, quanto vorrei poterla toccare, poterla sentire. Poterle dire quelle parole che mi si sono depositate sullo stomaco e se ne stanno lì, ad intasarlo come fa il calcare con gli ingranaggi della lavatrice. Potrei farlo, eppure non ci riesco.
- Io.. -
- Dimmi solo una cosa, ok? - La sua voce è quasi un bisbiglio. - Hai mai.. hai mai pensato che forse.. forse se le cose tra di noi fossero state diverse.. se io non fossi me e tu non fossi te, se io non fossi la ragazza di Tsuyoshi e tu non fossi il suo migliore amico.. hai mai pensato che forse potresti.. avresti potuto.. - non dirlo, cazzo - ..amarmi? -
L'ha detto. E sono improvvisamente contento che lei non possa vedermi. Che non possa vedere la mia insicurezza e non possa leggermi negli occhi il migliaio di volte che mi sono posto la stessa dannata domanda. E che sono arrivato alla stessa dannatissima risposta. 
Risposta che è qui, sulla punta della mia lingua, ma non ne vuole sapere di uscire.
- Sana, io.. -
E' questione di un attimo, riesco persino a immaginarla mentre deglutisce il groppo che le si è formato in gola, strizza gli occhi e rimette la maschera col sorriso.
- Lascia stare, fingi che non ti abbia detto nulla. Stammi bene, Akito. -
Non posso dire niente perchè la sua voce è sostituita da una sequenza di tu tu tu che non mi è mai sembrata così irritante e fastidiosa. E io rimango lì, come il perfetto idiota quale sono, con un labbro scorticato, un sopracciglio di nuovo sanguinante e il cuore spaccato a metà.
E nello spazio di una frazione di secondo quella domanda che non ha ricevuto risposta torna prepotentemente a farsi strada nella mia mente. Se io non fossi stato Akito Hayama e lei non fosse stata Sana Kurata.. se ci fossimo incontrati in un altro tempo, in un altro spazio, in un altro mondo.. chissà.. avremmo potuto amarci?
- . -
E' un sibilo che ricaccio violentemente da dov'è venuto. Perchè noi siamo in questo tempo, in questo spazio, in questo mondo. E qui non c'è spazio per un amore che non avrebbe dovuto esistere, per un amore che non può essere raccontato perchè, a differenza delle storie travagliate descritte nei libri, di eroico non ha proprio nulla. E se le persone sapessero guarderebbero da fuori, qualcuno con aria schifata, con compatimento per lo più, quei due poveracci che si sono incontrati nel momento sbagliato, nel posto sbagliato e hanno fatto le scelte sbagliate, finendo per autodistruggersi senza via d'uscita.
Cazzo, in questa storia è tutto così dannatamente sbagliato.


Cioè, non so se avete notato l'anticipo con cui ho aggiornato!
Ok, probabilmente mi odierete comunque. Mi odierei anch'io se non fossi l'autrice di tutto questo casino. Sana se n'è andata, anche se mi sembra palese che è innamorata di Akito, e Akito non ha fatto nulla per fermarla, anche se mi sembra palese che è innamorato di Sana. Perchè nonostante tutto, non sempre l'amore vince. E io sono la prima a cercare in una fiction ciò che la realtà non è in grado di darmi, ma stavolta mi andava così. Spero abbiate capito, in caso contrario.. beh, mi dispiace di avervi deluse. Mi sembra comunque doveroso, nonché sacrosanto, ringraziare tutte le persone che mi hanno sopportata - e supportata - fino a qui.

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Deb
Fallen Star
Giuggiolina
Leuconoee
marghepepe
Soniuccia

E tutte le persone che, sebbene non possano essere ne contate né riconosciute, mi hanno fatto l'immenso favore di aprire la mia storia e darci un'occhiata, anche solo per poter dire alla fine del primo capitolo "no che schifo non mi piace" XD
Stasera sono un po' giù [non si era capito, va un po' te che razza di finale], quindi se non vi dispiace rispondo alle vostre recensioni nell'epilogo. Perchè sì, ci sarà un epilogo e sì, non mi sono ancora stufata di rompervi le scatole. Quindi non è un addio, ma solo un arrivederci, a tra poco spero =D
un bacio e un abbraccio pieno di riconoscenza,
chia
[better known as lo stupido nonchè assolutamente casuale nick  after_all]
   
 
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