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Autore: Immortal Lady    04/09/2016    1 recensioni
Questa storia ha tutti gli elementi per essere definita una leggenda dei tempi antichi, meno un particolare.
Essa non è mai stata narrata, perché nessuno ancora in vita la conosce.
È il momento che venga raccontata, perché è giusto che non si perda.
Che non si perdano i passi, le azioni, le parole e i sentimenti dei protagonisti.
Che possiate rimanere ammaliati da questi immortali sentimenti che ancora una volta prevalgono,
perfino sul tempo.
L'onniscente dittatore che decide quando qualcosa deve finire.
***
Seconda stesura di Progenie Infernale, riscritta e rielaborata in maniera differente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurosaki Isshin, Kurosaki Karin, Kurosaki Yuzu, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Terza parte

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Erano leggere quelle piccole gocce di pioggia, quasi impercettibili nel panorama opaco del cimitero, ma c'erano e battevano le mattonelle di pietra levigata del sentiero con dei lievi plik.
Benché fossero un fattore secondario, tutto ciò che si trovava sotto la funesta nuvola grigia era già irrimediabilmente impregnato di quelle particelle d'acqua.
 
Gli usurati gradoni di pietra erano diventati ancor più scivolosi.
Il muschio cresciuto tra le crepe di uno era proliferato fino a rendere impossibile distinguere ciò che c'era precedentemente sotto, minacciando chi peccava di distrazione di cadere e ruzzolare senza troppe cerimonie.
Fatto che sarebbe potuto accadere anche ad un uomo grande grosso e notoriamente distratto quale era Isshin, ma grazie alla sua discreta conoscenza del luogo, soprattutto le gambe lunghe, oltrepassò il muschio pregno d’acqua incolume.
 
Chissà come ha fatto quella cosina di Kiku a superare tranquillamente questa neo palude. Quell'impermeabile bianco lo vedo male.
Fu la volta delle pozzanghere larghe come laghi che occupavano la strada e, dulcis in fundo, il terreno flaccido di pioggia.
Il terreno solido è ormai un lontano ricordo...
Fu un percorso ad ostacoli quello che attraversò Isshin per arrivare al fondo della strada maledetta, e quando ci arrivò non se ne accorse nemmeno tanto era concentrato a non far diventare il proprio soprabito un quadro astratto di macchie di fango.
 
In cima all’ultima, ovviamente scivolosa, rampa di scale che il sentiero gli aveva posto davanti, Isshin iniziò a percepire un suono basso e raschiante. Inconsciamente decise di trovare la fonte di quel suono e ciò lo portò ad avanzare ancora, fino a individuare, mezzo nascosto sotto alcuni rami bassi, l’impermeabile bianco di Kiku.
Si avvicinò con calma notando come la bambina fosse rannicchiata con la schiena contro il tronco dell’albero e le ginocchia vicine al petto, tra le dita teneva una matita che incessante disegnava qualcosa su un blocco da disegno (che precedentemente Isshin era sicuro non avesse), ben riparato tra il corpo e le gambe.
《Kiku》
La bambina fece scattare la testa verso Isshin, gli occhi oscurati per metà dall’ingombrante cappuccio riflettevano nuovamente quella luce antica che tanto stonava su quel viso dai tratti ancora infantili.
Il battito di ciglia dopo la presenza oppressiva si chetò.
 
《Isshin-san!》
Esclamò candida Kiku alzandosi in piedi, stringendo al petto il blocco da disegno.
《Scusa se ci ho messo tanto, sarei arrivato anche prima ma con il pantano che ci circonda...》
In risposta la bambina scosse la testa decisa.
《Sei stato più veloce di quanto immaginassi Isshin-san》
《Ecco il tuo accendino, grazie mille per avermelo prestato》
《Figurati》
Dalle tasche, l’uomo trae fuori l’oggettino e lo porge alla bambina che di rimando allunga una mano per riprenderlo. La voce di Isshin blocca le sottili dita di Kiku quando stavano per sfiorare il metallo.

《Chi ti ha dato questo accendino Kiku?》
Un vago rossore traditore si propagò sotto gli occhi della bambina, capita l’antifona prese svelta l’oggetto prima che le dita di Isshin potessero impedirglielo.
《Me lo ha prestato un mio conoscente》
L’uomo non poté che stringere gli occhi sospettoso a quel comportamento. Desideroso di approfondire l’argomento le si fece più vicino abbassandosi sui talloni.
《Kiku-》
《Ti ricorda qualcuno Isshin-san?》
Il blocco da disegno, prima ben stretto al petto di Kiku, venne piazzato repentinamente tra i due visi facendo inarcare indietro di riflesso l'uomo. Decidendo di accantonare, per il momento, la storia dell’accendino, Isshin prese a fissare il foglio con la fronte corrugata.
《Posso?》
Con un leggero cenno affermativo Kiku lasciò la presa, attenta che niente si rovinasse.
 
Col blocco da disegno tra le mani Isshin prese ad analizzare lo schizzo sull'ultima pagina. Benché fosse stato disegnato da una bambina piccola, il volto stilizzato che era impresso su quel foglio risultava accurato in certi particolari dei lineamenti, in altri invece era più generico; non ebbe dubbi però che il soggetto fosse una donna.
《Non penso di aver mai incontrato questa donna, anche se mi sembrano familiari i-》
《Lineamenti》
Gli rubò le parole di bocca Kiku con un sorriso strano.
《Esatto》
《Chi è?》
Chiese Isshin curioso restituendo il disegno alla proprietaria.
Con il blocco di nuovo tra le mani, Kiku prese a fissare la donna ritratta per un paio di secondi prima di rispondere.
《Non lo so》
《Cosa intendi? Non ti sei basata su un volto che conosci per questo ritratto?》
《In un certo senso... potrei dire si ma, insomma, voglio dire...》
Con una mano che stringeva la frangia, Kiku spostò il peso da un piede all’altro abbassando gli occhi.
《... Non è così semplice》
 
Gli ultimi ticchettii di pioggia sfiorarono le foglie degli alberi e le forme delle tombe, prima di scivolare in una delle tante pozzanghere che si erano create. Solo quando l’ultima goccia d’acqua cadde, il cielo tacque per la prima volta dopo settimane.
 
《Mi è sembrato di sentire una voce, prima che tu mi raggiungessi qui. Era una voce  femminile, ne sono sicura e sono anche certa di averla già sentita anche se... non ricordo dove e quando. Così... ho provato a disegnarne il volto seguendo le sensazioni che mi aveva provocato》
《Quindi questa donna non esiste veramente?》
《Non posso dirlo con certezza, ma è l’immagine più... nitida che ho in questo momento》
《Quindi potrebbe essere qualcuno che conosci》
《Si》
 
Alcuni piccoli spiragli di luce riuscirono a oltrepassare la coltre di nuvole e umidità che avvolgeva ancora la terra. Il profumo di pioggia e terreno bagnato arrivò fino ai due nascosti sotto le fronde dell’albero.
 
《Il tempo si è calmato》
Commentò Isshin allungando il braccio oltre il confine protettivo dell’albero, sentendo un raggio di sole scaldargli la mano.
《... Ora che ci penso, perché sei qui Kiku?》
La domanda prese un po’ di sprovvista la diretta interessata che non rispose subito, con passi brevi e silenziosi ella uscì da sotto l’albero venendo colpita dal sole che tanto si era fatto aspettare in quei giorni.
《Sono qui per incontrare per la prima volta una persona. Sai, me ne ha parlato molto mio fratello》
《Era tuo fratello quindi il ragazzo che ti ha accompagnato qui, ma dov’è ora?》
《Non troppo lontano》
Rispose tranquilla Kiku prima di incamminarsi in una direzione precisa, fermandosi incerta dopo due passi.
《Isshin-san... dato che siamo amici, ehm mi chiedevo se ti va di accompagnarmi a incontrare quella persona?》
《Se lo desideri, mi farebbe piacere.》
Con le labbra piegate in un sorriso rilassato, Isshin affiancò Kiku e, guidato da quest'ultima, iniziarono a incamminarsi lungo la strada fangosa. Affiancarono e vennero circondati da alti abeti dalle ampie fronde, le piccole gocce rimaste su di esse, sentendo la gravità, piovvero sulle loro teste, anche se con più leggerezza della pioggia che era caduta poco prima.
Uscirono dalla via alberata finendo in un piccolo prato incolto; a segnare l’erba alta c’era solo uno stretto sentiero di pietre chiare che portava ad un alto arco di legno inciso. Passarono sotto l’arco, salendo l’ultima rampa di scale.
 
Avanzarono entrambi in un silenzio leggero che non pesò a nessuno dei due mantenere. Arrivarono, infine, in un piccolo spiazzo illuminato dal sole e affacciato su un balcone naturale che permetteva di ammirare un paesaggio che andava ben oltre la piccola città di Karakura.
 
《È qui》
Poco lontano, ben protetta dalle intemperie grazie alle forti pareti di legno che la circondavano, stava un blocco di marmo pallido con striature giallastre. Non era alto più di un metro, ma appena gli occhi di Isshin vi si posarono sopra si fermarono, restando ammaliati dalla sua particolarità.
Non ho mai aveva visto una tomba del genere.

Laddove i tenui raggi del sole riuscivano a penetrare il fogliame e andare a colpire la pietra, essa, grazie al suo particolare colore chiaro, si schiariva fino a diventare di un bianco purissimo; riflettendo attorno a se una luce che pareva provenire dalla pietra stessa, anche se si trattava del riflesso di quella solare.

Kiku, accompagnata da Isshin, vi si diresse senza esitazione, questa volta facendo poco caso al terreno accidentato. Si fermò ad appena un metro dalla lapide, in viso un espressione di puro stupore.
《È più bella di quanto avevo immaginato quando l’aveva descritta mio fratello. O forse sono solo io che la vedo così...》
《No... è qualcosa di veramente unico. Non riesco a capire di che materiale sia fatta...》
La mano timida di Kiku si allungò a sfiorare un angolo della lapide, per poi avvicinarsi ancora di più fino a poggiare il palmo aperto sulla sommità.
 
《È tiepida》
Sussurrò stupita Kiku girandosi verso Isshin, il quale ricambia l’occhiata con un sorriso intenerito, pochi attimi dopo esso vacilla nel percepire nuovamente quel reiatsu antico.

Gli occhi di Kiku erano saturi della stessa potenza che era emersa le prime volte. L’ombra, seppur a isshin parve un eternità, non gli diede più di un secondo di attenzione, perché subito si focalizzò verso la lapide e, nello sfiorarla con una carezza, manifestò malinconia.

《Kiku》
Quella singola parola detta da Isshin fece voltare di nuovo gli occhi chiari della bambina, momentaneamente privi di qualsiasi ombra, su di sé.


《I-Isshin...san...》
La mano che prima stava poggiata sulla lapide si strinse al petto di Kiku.

《È... triste... così triste. Mi fa male...il cuore
L’espressione di incredula della bambina rimase tale anche quando due lacrime le scesero dagli angoli degli occhi, l’ultima parola risuonò nelle orecchie di Isshin come un avvertimento.
L’avvertimento un’angoscia pesante quanto...
Quanto quella che aveva provato nel perdere la sua Masaki...
Isshin di riflesso fece un passo verso di lei.

《Kiku-》
《V-Va tutto bene Isshin-san... non preoccuparti, non è la prima volta che mi capita》
La bambina, con la manica dell’impermeabile, si asciugò in fretta il viso ma Isshin si fece comunque più vicino, piegandosi sulle ginocchia, arrivando al suo livello per porgerle un fazzoletto, che aveva rapidamente preso dalla tasca del giubbotto.
《Tieni》
Con gli occhi un poco arrossati e mezzi nascosti dalla manica dell’impermeabile, Kiku fece passare lo sguardo dal fazzoletto, all’uomo che glielo stava porgendo. Il blocco da disegno, stretto al corpo di Kiku solo da una braccio, minacciava di scivolare in qualsiasi momento.
《...I-i-》
 
《Se vuoi puoi passarmi una attimo il blocco, così riesci a pulirti meglio il viso. Sarebbe un peccato che cadesse e si rovinasse, no?》
《... Grazie Isshin-san》
Si scambiarono gli oggetti che avevano tra le mani e mentre Kiku si soffiava il naso
 con una sonora pernacchia, Isshin fece vagare gli occhi sullo schizzo che
 aveva fatto la bambina. Quando il viso della bambina fu pulito, l'uomo le ridiede subito ciò che le apparteneva per poi tornare inconsciamente sui suoi passi.

Con un profondo sospiro Kiku si mise difronte alla lapide e nell'osservarla, lentamente, si abbassò fino a sedersi sulle ginocchia.
Passarono minuti di completo silenzio; Kiku rimase a contemplare la pietra immersa nei suoi pensieri dando le spalle ad Isshin, il quale era indeciso se fosse giusto rimanere o no.
Inconsciamente l'uomo spostò il peso da un piede all'altro, facendo per muoversi, pronto a rispettare gli spazi della bambina, ma proprio allora la voce chiara di Kiku risuonò di nuovo nel sottobosco.
《Il suo nome era Nanami Fuuki e…》
Un piccolo sospiro spezzò la frase, Isshin mosse un piede spezzando senza volerlo dei rametti e producendo dei suoni che parvero rimbombare per alcuni secondi intorno a loro.
《E?》
La spronò gentilmente l'uomo, altri sospiri silenziosi seguirono il primo prima delle ultime parole.
《... aveva vent'anni quando morì dandomi alla luce》
Isshin si congelò sul posto sentendo, ma Kiku continuò senza dare segno di averlo notato.


《Questo é tutto quello che so di lei... e l'ho scoperto da una cartella clinica quando avevo tre anni. Ora ne ho sette e sono riuscita a scoprire solo il posto dove era sepolta, non che ne sia scontenta...Ikichi nii-chan mi ha aiutato per quanto ha potuto, ma anche lui era ancora troppo piccolo quando...》
Isshin vide la spalle di Kiku tremare mentre il piccolo capo si pretendeva verso la lapide, da li le parole non furono più forti di un sussurro.

《Ero così... ansiosa e felice... di venire qui... mi sembrava un sogno. Finalmente, dopo tanti anni che lo desideravo. Tutto grazie all'aiuto di Ikichi nii-chan... voleva farmi un regalo per il mio compleanno, qualcosa che desideravo da tanto tempo》
Kiku si voltò tenendo entrambe le mani appoggiate contro la pietra, per il movimento improvviso il cappuccio scivolò all'indietro, lasciandole il viso e i disordinati capelli biondi sotto i raggi del sole. Le guance erano arrossate e lucide di piccole lacrime ma gli occhi non erano tristi, bensì risaltavano, non nel modo in cui li faceva risaltare l'ombra opprimente del suo reiatsu, ma come specchi chiari e limpidi di una pace interiore appena trovata.

Isshin si ritrovò con fatica a fermare un principio di lacrime, dopotutto non era fatto di ferro ed era impossibile non provare empatia per quella bambina.
《Sono contento che hai potuto coronare il tuo sogno, Kiku. Sicuramente, il tuo desiderio l'ha raggiunta nel suo riposo》


Kiku sorrise grata a Isshin senza aggiungere altro; quel momento di pace rimase statico per minuti leggeri come secondi. Ancora una volta fu Kiku a spezzare il silenzio, dopo aver recuperato il blocco da disegno che aveva appoggiato a terra poco prima, voltandosi verso l'uomo più decisa e tranquilla di quanto lui potesse immaginare.
 《Penso sia arrivato il momento di farti capire a cosa mi serviva l'accendino...》



Kiku: Crisantemo
Ikichi: linfa vitale
Nanami(七海 dal giapponese 七 (nana) "sette" e 海 (mi) "mare"
Fuu(風) : vento - Ki (気): cura


Satire simboliche di una Lady

Ecco a voi il terzo passo, mi scuso per il tempo che ci ho esso a scriverlo.
La mia piccola Kiku fa passi avanti ma anche indietro, c'è chi anche non può fare a meno di saltare fuori.
Colui che, ahilui, ha poco spazio ora. Don't worry, arriverà anche il suo momento più avanti.
Ditemi che impressioni vi siete fatti su Kiku e Isshin, sono curiosa di quello che pensate.
Infine ma non meno importanti i ringraziamenti a:
- lady_eclipse per la pazienza nel recensire la mia storia.(HeyCass, mia cara, dove sei?? Mi preoccupo)
- Risa koizumi, HeyCass e lady_eclipse per aver messo la storia tra le seguite.

Ringrazio infine i lettori silenziosi.

Saluti e ossequi,
Immortal Lady
   
 
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