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Autore: Alexiochan    05/09/2016    3 recensioni
Sin da quando ne ha memoria, Kariya Masaki vede i morti. Non è uno scherzo, non c'è nulla di divertente in questo, anzi. Gli unici ad essere a conoscenza di questa sua capacità sono i suoi genitori, ma diciamo che dopo aver conosciuto "miss fragoletta" il segreto è pericolosamente a rischio. Infatti, non sono poche le persone, vive e non, che sarebbero disposte a fare del male a Kariya scoprendo che riesce a vedere la verità oltre la morte.
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Kariya fu schiacciato contro una parete della cucina dai suoi genitori.
-Masaki, noi non li vediamo, da dove arrivano?- gli domandò Hiroto, l'urgenza nella voce. 
-Da tutte le parti!- gridò in risposta il turchese. Si voltò a guardare attorno a sè e non c'era via di salvezza o di fuga, li avevano messi all'angolo. Non poteva finire così, non dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare. Osservò i suoi genitori adottivi, pronti a fargli da scudo con i loro corpi pur di farlo vivere. Non avrebbe mai permesso che morissero in quel modo. E in quel momento capì cosa doveva fare: sì, perchè gli Esterni erano lì solo per lui. 
-Papà.- entrambi si voltarono verso di lui, le facce spaventate ma decise a proteggerlo fino all'ultimo. 
-Vi voglio tanto bene. Dovrete prendervi cura del confetto.- disse loro sorridendo mentre le lacrime solcavano il suo viso. Poi si gettò a capofitto verso le anime che avanzavano.  



Per un attimo ci fu una luce accecante che avvolse ogni cosa, poi Kariya riuscì a mettere a fuoco un campo di girasoli. Era in piedi al centro di quel giardino, scalzo e con solo un paio di pantaloni di cotone e una maglietta, entrambi bianchi. Si voltò sicuro di trovare suo nonno in mezzo ai girasoli come la volta scorsa, ma non c'era nessuno. Probabilmente si era portato qui da solo, proprio come gli aveva detto Seijirou Kira. Sospirò e abbassò le palpebre, lo stesso venticello fresco gli scompigliò i capelli turchesi quasi con tenerezza. Era morto. Questa nuova consapevolezza non lo spaventava al contrario delle sue aspettative. Suo nonno aveva detto che si può continuare a vivere nei ricordi delle persone che ti vogliono bene. Sperò solo che Midorikawa e Hiroto stessero bene; certo, la sua morte doveva essere un brutto colpo per loro, ma si amavano e l'avrebbero superata con il tempo. Aprì nuovamente gli occhi e stavolta vide un leggero movimento tra i gambi dei girasoli. Restò fermo, in attesa. Pian piano le figure degli Esterni che lo avevano aggredito uscirono fuori, tutte in cerchio con lui al centro. Erano vestiti allo stesso modo, pantaloni e maglietta bianchi, senza ferite o espressioni vuote. Sembravano vivi. 
-Tutto bene?- gli chiese una donna dalla folla, sorrideva materna nei suoi confronti. 
-Credo di sì...sono morto, vero?- chiese Kariya per esserne sicuro al cento per cento. Gli Esterni ridacchiarono senza alcuna cattiveria, sembravano inteneriti. Eppure non era nemmeno il piú piccolo perchè riusciva a scorgere benissimo dei bambini anche di cinque o sei anni in mezzo ai girasoli, pensò Kariya, punto nell'orgoglio per quel trattamento anche da morto. 
-Beh, direi di sì. Ma puoi tornare indietro.- gli rispose la donna di prima con un sorriso dolce. Kariya sgranò gli occhi.
-Davvero?- 
-Sì. Ti aiuteremo noi.- 
-Ma...perchè? Io non posso darvi niente in cambio.- 
-Ci hai donato la pace, Masaki Kariya. È piú di quanto potessimo chiedere.- la donna sorrise, asciugandosi una lacrima. 
-Ora ci ricordiamo le nostre famiglie, le nostre case, le nostre vecchie vite. Grazie a te possiamo scegliere di dimenticare per reincarnarci in un altro corpo con altre sembianze, oppure ricordare e raggiungere il Creatore.- 
Kariya era sempre piú incredulo. Non aveva fatto niente del genere, si era solo buttato addosso a tutti loro per proteggere i suoi genitori, niente di piú, niente di meno. 
-Credo vi stiate sbagliando, i-io non ho...- balbettò visibilmente agitato e a disagio, dopotutto non voleva infrangere tutte le loro speranze. 
-Invece sì. Ci hai ascoltati, Masaki Kariya. Hai cancellato il dolore della nostra esistenza, è per questo che sei morto. Ora noi ti restituiremo il favore. Torna dalla tua famiglia e vivi la tua vita al meglio.- la donna lo abbracciò lacrimando commossa e il turchese non seppe come reagire, così si limitò a carezzarle lievemente la nuca. Ben presto gli altri ex Esterni si avvicinarono e lo abbracciarono tutti assieme. Kariya fu accecato da tutto quel bianco dei vestiti, dal giallo oro del sole e dei fiori. Un'ultima frase risuonò al suo orecchio in un dolce sussurro che lo accompagnò di nuovo alla vita: "Grazie, sei il nostro eroe."



Tana del disagio 

Eeeeeehi, shiao a tutti! :) 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto (come al solito dico la stessa frase XD). Ho tentato di farvi capire il punto di vista degli Esterni, la loro sofferenza per non essere ascoltati. È questo ciò di cui hanno bisogno per poter scegliere quale strada li condurrà alla fine o ad un nuovo inizio. So che vi sembrerà sciocco, ma per me non lo è affatto e ho dovuto metterlo nella fic.
Ne approfitto per ringraziare tutti voi per il supporto enorme che mi date commentando tutti i capitoli della mia storia *commossuta (italiano scorreggiuto time)* e ovviamente leggendo. Grazie infinite! 

Alexiochan 
   
 
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