«Sirena, eh?»
Poseidone esiste. Poseidone lo reclama a sé.
Le sirene appartengono al mare, sussurra il Danubio. Blu, come gli occhi della ragazza che è venuta a chiamarlo. 
«Coda di pesce inclusa?»
«Piano. Si fa presto a dire sirena…», dice lei, Tethys, il Caffè Mocha a scaldarle le dita. «Sai quante sirene esistono?»
«No.»
«Due tipi. Quelle come lei», dice, indicandogli il logo di Starbucks, «e quelle come lui», e poi il gabbiano che solca spavaldo il cielo.
«Un… uccello?!», chiede, mentre il Danubio scorre assonnato verso Atlantide.
«Sono gusti, Sorrento. C’è a chi la bellezza» pennuta «mediterranea piace…».


Note:
Avete avuto una prima stesura di questa storia qui. Ho reso più fluido il tutto, ma il concetto di fondo è rimasto.

La sirena mediterranea è sostanzialmente un uccellacio con volto di donna, che attira colla sua voce melodiosa i naviganti presso le rocce e gli scogli a pelo dell'acqua, per divorarli in allegria. Circe mette in guardia Odisseo, visto che passerà proprio di fronte alla loro tana (ad un tiro di schioppo da Scilla e Cariddi. Posticino delizioso, vero?), e la storia la conoscete tutti, quindi non vi tedierò.

Le sirene del nord sono le mermaids, le fanciulle del mare, simili alle ondine, con la parte inferiore del corpo ricoperta da squame di pesce (le hanno le gambe; almeno all'inizio). Anche loro, come le parenti mediterranee, attirano gli uomini con le loro voci meravigliose, per poi trascinarseli sott'acqua. Sembra che, a differenza delle sirene classiche, le sirenette vogliano amare i marinai. Peccato solo che questi non sappiano respirare sott'acqua (ma tu guarda che gente!).

E lo so che la battuta funziona solo in italiano, dove non c'è differenza tra l'una e l'altra sirena; ma potevo lasciar fuori dal Bestiarium simili creature?!