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Autore: ErZa_chan    06/09/2016    1 recensioni
Lancio un altro grido, mentre percepisco il dolore che attraversa il mio corpo, sempre più forte.
Tengo gli occhi chiusi, il buio mi sommerge completamente: tutto quello che sento è l'orribile squarciarsi della mia pelle e lo scricchiolio disumano delle mie ossa. [...] Il cuore mi batte all'impazzata e perdo totalmente la concezione della realtà: il mondo intorno a me diventa solo un ammasso indistinto di suoni e odori e sento di poter cedere da un momento all'altro.
No.
Devo resistere al dolore.
Non voglio morire.
Non posso morire.
Io voglio vivere.
________
Due ragazze francesi, prive di memoria, vengono ritrovate in un bunker sotterraneo durante una missione dello S.H.I.E.L.D. Non ci vuole molto perché scoprano di essere state vittime di orribili sperimenti e, affiancate dai migliori agenti del paese, cominceranno a scoprire che, nascosto nel loro passato, c'è qualcosa di molto più temibile di quanto pensino.
[Post-Avengers, Pre Capitan America TWS]
[OC(s)xAvenger(s)]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due

I'm waking up to ash and dust
I wipe my brow and I sweat my rust
I'm breathing in the chemicals


Radioactive- Imagine Dragons

 

 

La donna fa scattare la porta dietro di sé e si dirige verso di noi.
Istintivamente indietreggio, urtando lievemente la ragazza accanto a me, che mi guarda perplessa.
Lei non capisce il perché della mia reazione: la crede amica, forse addirittura una nostra salvatrice, ma io ho visto cos'ha fatto in quella cella, ho visto i suoi occhi freddi mentre mi sparava senza esitazione a quell'uomo che voleva aiutarmi.

La rossa ci fissa un attimo, prima di iniziare a parlare, in una lingua che però non conosciamo.
La donna sbuffa irritata davanti alle nostre facce perplesse.

"Se parlo francese mi capite?" domanda poi, cambiando lingua. Ha un accento perfetto e non posso che rimanerne sorpresa.

Annuiamo, insieme.

"Ottimo. Siete state prelevate dallo S.H.I.E.L.D, dal bunker francese in cui eravate rinchiuse. Non avete molto da temere, sempre che mi diciate quello che sapete. Come vi chiamate?"

"Anaëlle." risponde la ragazza al mio fianco, in un sussurro.

Io ci penso un attimo, cercando di concentrarmi:
"Non lo so." rispondo poi, alla fine.

La mia voce è come un sibilo ed è strano sentirla, sembra quasi la prima volta.
Non riesco a ricordare nulla al di fuori del dolore provato e degli spari.
Tutto pare come sfuocato, non riesco a mettere a fuoco nulla del mio passato.

La rossa sbuffa, come seccata.
"Io sono l'agente Romanoff. Sapete quello che vi è successo? Sapete cosa hanno fatto su di voi?"

"No." le rispondo freddamente.

E se anche avessi saputo qualcosa, certo non l'avrei detto a te.

"Io invece qualcosa ricordo..."- dice Anaëlle - "Ricordo un lettino, bianco e un signore con una siringa che mi sussurrava di stare calma, che forse sarei sopravvissuta perché ormai erano quasi riusciti a stabilizzare i soggetti precedenti. C'era una gran confusione, non capivo quello che stava dicendo e poi..Ricordo solo dolore." conclude, fissando il vuoto.

La donna annuisce: "Forse per voi sarà dura da accettare, ma siete state usate come cavie, non sappiamo per che genere di esperimenti." - il suo sguardo sembra rabbuiarsi per un secondo, poi riprende- "L'unico ostaggio che avevamo preso è morto stanotte, pertanto non abbiamo informazioni attendibili. Se sapete qualcosa, non esitate a dircelo o saremo costretti a estrarvelo con la forza." conclude.

Il suo sguardo è indirizzato verso di me e non esito a ricambiarlo.
I suoi occhi verdi mi fissano glaciale, quasi con una nota disprezzo.
Dopo qualche attimo si gira ed esce, scrollando la chioma rossa, senza aggiungere neanche una parola.

Simpatica quanto un calcio negli stinchi, non c'è che dire.

***
"Natasha tutto bene?" le domanda preoccupato Clint, vedendola scura in volto.

"Si."- ringhia lei- "Non ho ottenuto nessun tipo di informazioni: Anaëlle, quella ragazza piagnucolosa, non sa nulla. Al contrario l'altra...quella senza nome, secondo me ci nasconde qualcosa."

"Non sarà solo che ti sta antipatica?" cerca di scherzare Barton, ma viene fulminato da uno sguardo glaciale.

"Non c'è niente da ridere, lo sai bene. Possiamo lavorare su di lei, sento che sappia più del dovuto. Che non lo ricordi o che non voglia dircelo non fa importanza: avremo le informazioni che ci servono."

Clint annuisce, torvo. L'estrema professionalità di Natasha lo spiazza sempre, nonostante ormai lavori con lei da anni.
"Parleremo ancora alle ragazze, ma adesso lasciale riposare per un po'. Non abbiamo idea del dolore che hanno provato.." cerca di calmarla.

Natasha sbuffa seccamente, tirandogli un'occhiataccia, che lo spiazza. Clint non può capire quanto, in quel momento, la donna si senta disorientata e, sebbene non lo ammetterebbe mai, persino turbata.
"Penso che prenderò la cloche. Comunque non manca molto all'arrivo." sbuffa, cercando di scrollarsi di dosso quella spiacevole sensazione di disagio crescente.

"C'è già l'agente May nella cabina di pilotaggio..." le fa notare Clint, perplesso.

"Almeno lei sa stare zitta." le risponde semplicemente Natasha, mentre sale le scalette dell'aereo e si allontana lasciandolo basito.

**

Cammino in tondo per la stanza, innervosita.
Anaëlle si è seduta al piccolo tavolino e tiene il capo appoggiato ad una delle sue braccine esili. Sembra stranamente calma, quasi fosse stordita.

Io invece non riesco minimamente a stare ferma: non ricordare assolutamente nulla mi fa arrabbiare davvero tanto.
Mi fermo di botto, sforzandomi di ripensare a quello che ha detto Anaëlle: un uomo, delle siringhe, dei lettini..perché a me tutto questo non dice nulla?
Eppure so che c'è qualcosa! Sento che i miei ricordi sono lì, annebbiati e come se potessi percepirli, ma non riesco a raggiungerli e questa cosa mi fa davvero incazzare.
Sibilo di rabbia e di frustrazione. Vorrei aver qualcosa da prendere a pugni, ma non credo sarebbe una buona idea. Non ci tengo a finire con qualche dito spezzato, ci mancherebbe solo quello.

"Perché sei arrabbiata?" domanda piano Anaëlle, girando lievemente la testa verso di me.
I suoi occhi azzurri mi fissano, anche se so che non mi possono vedere.
Credo che abbia un udito molto sviluppato: è stata la prima a percepire i passi nel corridoio e oltre a questo riesce a capire dove mi trovo pur non potendo vedermi.

"Come fai a sapere che lo sono?" domando poi, stupidamente.

Lei fa un gesto vago con la mano.

"Lo percepisco, non chiedermi come. Sento quello che mi succede intorno, riesco a vedere tutto, nonostante credo di essere diventata cieca." mi spiega, sempre col suo tono calmo.

"Si , sono arrabbiata."- le concedo alla fine-" Perché non riesco a ricordare nulla." dico, anticipando la sua domanda.

"Neanche io e quelle poche immagini che si formano nella mia mente non sono esattamente piacevoli..Fossi in te mi riterrei fortunata."

Per un attimo la sua risposta mi fa adirare ancora di più ma poi realizzo che non ha tutti i torti.
Mi lascio cadere pesantemente sulla sedia di fronte a lei, fissando il soffitto.

"Si potrebbe essere vero quello che dici, ma non sappiamo nulla di quello che sta succedendo, né di dove siamo. Non ti spaventa tutto questo?"

La ragazza si stringe nelle spalle:
"Un po' si, ma staremo a vedere cosa succede. Le cose non possono peggiorare, no?"

"No... Almeno credo."

Anaëlle mi fa un piccolo sorriso ed è allora che decido che mi sta simpatica.

**
Non so quanto tempo dopo, quando siamo ormai mezze assopite, sentiamo arrivare gli ennesimi passi dal corridoio e drizziamo la testa.
I passi sono più pesanti di prima, segno che non è la donna rossa.
Infatti apre la porta un uomo, poco più che un ragazzo, coi capelli biondi e vestito con una ridicola tuta blu aderente. Porta agganciato sulla schiena uno strano scudo a strisce, colorato di blu e rosso.
Ci lancia un'occhiata compassionevole, quasi si sentisse dispiaciuto per noi.
Scuoto la testa, infastidita e poi sibilo tagliente.

"Cosa c'è ancora? Vi abbiamo già detto tutto quel poco che sapevamo."
Lui, contro di ogni mia aspettativa, mi sorride gentilmente

"Non sono qui per questo. Siamo arrivati a destinazione: ho il compito di scortarvi all'esterno. " spiega, estraendo due sacchi di tela. Ha un accento  francese molto marcato, ma sa farsi capire.

"E di preciso cosa intendi per destinazione?" domando, incalzante, alla disperata ricerca di qualche informazione.

"Non posso risponderti mi dispiace. "-si limita a dirci- "Ora per favore state ferme che devo bendarvi."

Sbuffo irritata e penso che tirare un'altra rispostaccia potrebbe essere una buona soluzione, quando ho un'idea.

"Non c'è bisogno che bendi entrambe: Anaëlle è cieca." butto lì, sperando che la ragazza capisca cosa intendo fare e mi regga il gioco.

Anaëlle sorride imbarazzata e si gira verso il ragazzo, sgranando volutamente gli occhi vitrei. Lui esita un istante, ma si convince quando la vede alzarsi e inciampare malamente sulla gamba del tavolo.
La prendo al volo un attimo prima che cada, con una velocità che sorprende persino me.
Geniale: se non l'avessi vista poco prima percepire gli oggetti intorno a sé con sicurezza sconcertante giurerei che sia davvero totalmente incapace di vedere.
È proprio su questo che conto: magari riuscirà a capire cosa ci circonda e, senza un sacco in testa, lo farà di certo meglio.
Il ragazzo mi aiuta a rialzarla, dopodiché mi benda e mi afferra per una spalla, con gentilezza; con l'altra mano invece conduce Anaëlle, che finge di inciampare ogni due per tre.
Poi pian piano ci porta fuori: non vedo nulla ma percepisco le vibrazioni dei nostri passi scoordinati sul terreno e riesco a indovinare più o meno il tragitto che stiamo percorrendo.

"Steve dov'eri finito? Dobbiamo sbrigaci, Fury vuole un rapporto a breve!"

Questa voce odiosa la riconosco, anche se non capisco quello che dice: è il tono della rossa, la Romanoff.

"Scusa Nat, ci abbiamo messo un po'." risponde il ragazzo che ci accompagna.

La sento sbuffare nervosa. Ma come fanno i suoi compagni di squadra a sopportarla?

"Benda anche l'altra ragazza. Non è affatto cieca, stanno cercando di prenderci per il culo." aggiunge, in francese, perché anche noi capiamo.

Sibilo arrabbiata da dentro il mio sacco.
Questa donna è davvero insopportabile.

"Fammi indovinare, è stato il tuo infallibile spirito d'osservazione? Oppure la tua incredibile intelligenza?" le domando, ironica.

"No, le telecamere di sorveglianza. Ho sentito ogni cosa che avete detto. Siete furbe, ma non abbastanza."
Sembra quasi compiaciuta.

Reprimo l'impulso di balzarle alla gola mentre il ragazzo biondo è distratto bendando Anaëlle.
Potrebbe essere una scena decisamente divertente.
Mentre cerco di non farmi prendere dalla rabbia, sento l'odiosa rossa rivolgersi a un'altra persona che sta entrando, un uomo, ipotizzo dal passo pesante.

"Clint è tutto pronto?"chiede, con tono pratico.

"Si, la May sta facendo atterrare l'aereo, andiamo alla rampa."

Veniamo spintonate e tirate per un altro paio di minuti buoni.
Vado accidentalmente addosso alla Romanoff, che mi ringhia irritata.
Finalmente ci fermiamo e sento che siamo in una stanza più grande e intorno a noi ci sono molte più persone di prima.
È una donna alla mia destra a prendere la parola.

"Allora gli studi saranno affidati al dottor Banner?" chiede, con una voce, che pare di una ragazza molto giovane.

Non capisco nemmeno lei: comincia a diventare piuttosto irritante come cosa.

"Si, Simmons. Ordini di Fury." -le risponde un uomo , sbrigativo-"Natasha, Clint, Capitano ."- dice, pronunciando l'ultimo nome quasi in maniera reverenziale- "È stato un piacere avervi a bordo. Se mai avrete nuovamente bisogno non esitate a chiedere. "

"Grazie Coulson." dice l'uomo con cui parlava prima la rossa.

"Non c'è di che! Arrivederci Barton, Capitano.." risponde questo, ignorando la Romamoff, che sento scuotere il capo il maniera rassegnata.

"Mi reputo offesa Phil, sappilo." -gli ringhia la rossa.-"Almeno cerca di nascondere la tua venerazione per Steve..."

Non so la Romanoff abbia fatto una battuta o meno ma sento l'uomo che ha parlato fin'ora balbettare qualcosa mentre tutti scoppiano a ridere, poi veniamo trascinate giù da una rampa e sento i piedi sbattere sul cemento.
Facciamo qualche metro e ci aiutano a salire su quella che credo sia un'automobile e, finalmente, mi tolgono quell'odioso sacco dalla testa.

Più esattamente siamo in un furgone blindato; c'è una grata che ci separa dai conducenti della vettura, che noto essere la Romanoff e un altro uomo, ipotizzo sempre il solito.
Guardo le sbarre di ferro e rabbrividisco al ricordo della cella di poco prima e degli spari.
Distolgo lo sguardo e lo poso si Anaëlle, intenta a fissare il vuoto, il braccio ingessato adagiato di lato.

"Dove stiamo andando?" Butto lì dopo un po'.

"Non preoccuparti, verrete condotte in una delle basi dello S.H.I.E.L.D e lì sarete al sicuro." Mi rassicura l'uomo di cui non so il nome.

"Credete seriamente che noi ci illudiamo che anche voi non sperimenterete su di noi?"
È bello vedere che anche Anaëlle ha un po' di carattere.

È la Romanoff stavolta a prendere la parola, mentre guida.

"No. Sarò sincera con voi: probabilmente vi analizzeranno per capire 'cosa' siete e non sarà piacevole. Ma non vi faranno nulla di male, almeno credo."

"Natasha forse dovresti avere un po' più di tatto." La riprende il ragazzo biondo, parlando in francese affinché capiamo

Così la rossa si chiama Natasha.
Che nome da t....

"Oh bhe almeno lei ha un nome...." mi fa notare una vocina nella mia testa ma la ignoro.

"No, lasciala dire. Non mi sembra che si faccia tanti scrupoli comunque. Almeno non a sparare alla gente, per quello che ne so."
rispondo secca.

"Ti abbiamo salvata, vi abbiamo salvate, piccola impertinente.  Dovresti solo essercene grata invece di lamentarti così.  Era uno dei tuoi aguzzini, un bastardo che aveva sperimentato sui vostri corpi e lo rimpiangi?"
Mi ringhio la Romanoff, mentre sterza bruscamente.

Scuoto il capo: "È una sensazione strana. Non ricordo nulla ma sono convinta che lo conoscessi da prima e che non fosse crudele.."

"Siete entrambe confuse ed esauste" -cerca di rassicurarmi Steve-" In quella base non c'erano che scienziati e cavie. Quando ti torneranno i ricordi saprai dirci con esattezza, ma per adesso aspetta a giudicare. "

Sbuffo seccata. Avrò anche perso la memoria, ma non sono scema.
So quello che dico e anche bene, dei consigli di quel biondino me ne faccio poco e nulla.
Mi metto a fissare anche io il vuoto e nel furgoncino cala il silenzio.
**
Passa diverso tempo, nessuno parla.
Cominciano a farsi sentire i primi morsi della fame.
Chissà quant'è che non mangio...
È una sensazione così strana non riuscire a ricordarsi nulla.. Mi sento totalmente spaesata: conosco i nomi degli oggetti, so come usarli e riesco a parlare, ma è solo l'istinto. In realtà è come se fossi appena nata e sono totalmente confusa.
Vorrei tanto reagire più brutalmente ma non ho né le forze né gli strumenti per farlo.
È una brutta sensazione essere totalmente impotenti: sia io che Anaëlle siamo alla mercé di queste persone, piombate dal nulla e assolutamente imprevedibili.

Comunque è evidentemente nella mia indole essere impulsiva... L'ho capito dalle rispostacce che ho tirato: è assurdo è come se osservassi me stessa dall'esterno, scoprendomi poco a poco.
Non dovevo essere una persona facile, per nulla...

Scuoto il capo, cercando di non addormentarmi mentre mi perdo nei miei pensieri: se crollassi chissà cosa potrebbe essere successo al mio risveglio.
Vedo però che Anaëlle sta chiudendo gli occhi, reclinando la testa di lato.
A maggior ragione devo restare sveglia almeno io...

Il ragazzo biondo ci osserva, sembra quasi intenerito e questa cosa mi fa imbestialire.

Vorrei dargliene quattro, ma la vista comincia ad annebbiarsi e rischio di assopirmi.
Mi tiro un pizzicotto e sgrano gli occhi il più possibile ma non basta. Pian piano chiudo le palpebre e l'ultima cosa che vedo è il ragazzo che si avvicina per farmi appoggiare sulla sua spalla.



chiacchiere inutili dell'autrice
Salve a tutti! Ecco qua un secondo capitolo un po' striminzito, ne sono conscia..purtroppo ancora un paio di capitoli saranno abbastanza corti, ma vi assicuro che andando avanti ce ne saranno di più lunghi e articolati (fin troppo alcuni ahaha).
Questa storia si soffermerà molto sulle sensazioni delle due protagoniste (infatti è presente l'avvertenza "introspettiva"), per questa ragione le cose procederanno abbastanza lentamente. Insomma, non ci saranno subito sparatorie e superpoteri che le rendono fantastiche. Ho cercato di renderle il più realistiche possibili, per questo ci vorrà un po' prima che si adattino e capiscano cosa sta succedendo loro e, sopratutto, che entrino veramente in azione.
Spero che la storia non vi risulti noiosa per questa ragione!
Che dire, alla prossima!
Erza

(grazie a tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo e messo la storia tra le preferite/seguite! Ve ne sono grata <3)


Ps: Il cameo di Coulson e la sua squadra era d'obbligo! Per chi se lo chiedesse, si tratta di Agents of S.H.I.E.L.D. Ho sempre voluto credere che gli Avengers, in praticolare Nat e Clint, sapessero che Coulson fosse sopravvissuto!
  
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