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Autore: mxrlynians    06/09/2016    3 recensioni
Arthur aveva visto solo un paio di volte il ragazzo magro dal piano di sopra, ma lui lo sente piangere a tarda notte attraverso lo sfiato che attraversa le loro stanze. A volte, l'unica cosa che sente prima dei singhiozzi, sono le parole che il patrigno rivolge al bambino magro e buffo, dei colpi secchi e poi il silenzio.
Il padre di Arthur gli dice di farsi gli affari suoi, ma Arthur non può stare con le mani in mano, così una sera, quando lo sente piangere, Arthur si avvicina alla bocca dell'aria e con un sussurro gli rivolge la parola, e la prima cosa che dice è; “Hai bisogno di aiuto?”
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Igraine, Merlino, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessuna stagione
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La stanza sopra alla mia

 Capitolo III

Quando Igraine aprì la porta della camera, Arthur aveva pregato che non si accorgesse di nulla, la madre guardò all'interno della camera, e, in silenzio, dopo qualche minuto, uscì.

Arthur sentì i passi di sua madre mentre si allontanava, aspettò di sentire la porta chiudersi, e poi scattò giù dal letto e si riavvicinò alla bocca.

“Merlin?” sussurrò con calma, passarono diversi minuti, Arthur aggrottò la fronte, chiedendosi se Merlin non fosse già andato a dormire.
Ma quando si stava ormai facendo troppo tardi per lui, la voce di Merlin riempì la stanza.

“Hai ancora voglia di parlare....?” chiese con fare stanco, Arthur notò la differenza di tono, e per questo si ritrasse, per poi inginocchiarsi davanti alla bocca, batté due volte su di essa, e aspettò la risposta.

“Buona notte” disse alzandosi, si sdraiò sul letto, e prima di addormentarsi giurò di aver sentito la sua, melodiosa voce, intonare le parole; “buona notte”


-


Il sole stava splendendo alto nel cielo, faceva caldo, e l'unica cosa che Arthur voleva fare era arrivare a casa e buttarsi letteralmente nel frigorifero.
Il termometro della classe segnava 36º, e lui era il povero malcapitato, che si trovava a pochi centimetri dalla finestra.
Merlin gli offrì di scambiarsi di posto con lui, ma appena vide il volto pallido del ragazzo, rifiutò l'offerta, non voleva che lui si scottasse perché Arthur Pendragon, si stava comportando da femminuccia!

Wow, è finita finalmente! Voglio un gelato... Chissà se….
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti da un urlo, il sangue si gelò nelle vene come se fosse la prima volta che lo sentiva.
Corse a perdi fiato verso la voce, si fermò di colpo davanti allo spettacolo a cui stava assistendo.

Merlin.

Merlin era per terra, e tre ragazzi, che avranno avuto si e no tredici anni, lo stavano picchiando.
Il sangue di Arthur cominciò a ribollirgli nelle vene, la rabbia prese il sopravento sul suo corpo, e in men che non si dica, era davanti a Merlin, gli occhi azzurri puntati in quelli verdi dell'altro.

“E tu chi saresti moccioso!?” sbraitò il più basso fra i tre, aveva i capelli marroni, lunghi e due occhi verdi da mozzare il fiato.

“Sono la persona che ti darà una lezione se non sparisci dal mio campo visivo entro cinque secondi” disse con calma Arthur, il suo sguardo fece ritrarre un po’ il moro, che per sua risposta si voltò e sputò per terra, vicino a Merlin.

“Andiamocene! Sono sicuro che quelle orecchie troverai lavoro al circo!” urlò, e subito gli altri due scoppiarono a ridere, l'ira che Arthur stava provando in quel momento, divenne un fuoco che ardeva nel suo più fragile essere.
Come stavano solo osando parlare così a Merlin?
Fece un passo, ma una mano gli prese il polso.
Era piccola e pallida e tremava leggermente, l'avrebbe riconosciuta ovunque, anche tra un milione di coppie, Arthur avrebbe sicuramente trovato la mano di Merlin.

Si voltò, e quello che scorse in quei pochi attimi di ira funesta, gli calmarono i bollenti spiriti.
Merlin gli stava sorridendo, un bellissimo sorriso che sapeva di sangue.
Dalla bocca di Merlin usciva un po’ del liquido cremisi, che andò a mischiare al rosso del foulard che portava sempre al collo.

Arthur lo aiutò ad alzarsi, e lo fece sedere su una panchina, quando vide che il moro non poteva rimanere in piedi.

“P-posso vedere?” chiese mentre allunga il braccio dell'altro.
Era ricoperto di graffi, cicatrici, ustioni di sigaretta di botte e di troppi lividi.
Non tutti quelli sfregi erano colpa di quello che era appena successo, certe ferite erano anche più vecchie, si parla di cinque sei anni.
Merlin teneva lo sguardo basso, quando vide il volto di Arthur, voleva raccontargli tutto, sapeva che di lui ci si poteva fidare, ma il pensiero di quello che gli avrebbe fatto quell'uomo lo fece tremare.

“Che diavolo è successo?!” chiese con la voce piena di stupore e di paura, alzò gli occhi, il volto di Merlin era pieno di graffi, sotto ai ciuffi corvini, si poteva scorgere una piccola cicatrice, proprio sopra al sopracciglio sinistro.

“Nulla, quei ragazzi volevano i miei soldi per il pranzo ma io no glielo dati...” disse ritraendo il braccio dalle mani calde del biondo.
Quelle mani, agli occhi di Merlin, erano perfette. Come i capelli, colore del sole, o del grano che presto avrò dor splendore, gialli come il più bel sole, nel mese del sol Leone*, il mese in cui era nato Arthur.
I suoi occhi erano l'unico cielo che Merlin voleva vedere, poteva rimanere tutto il giorno a fissarli, a inventare parole che li descrissero al meglio, ma, che quando era davanti ad Arthur, non riusciva a dire.

“Sei stato coraggioso!” disse balzando in piedi, e come sempre, gli porse quella mano, tanto perfetta, “un po’ stupido ma pur sempre coraggioso!” gli sorrise, come solo Arthur poteva fare, quel sorriso era il suo sole.

Anche Merlin sorrise, ed Arthur per un attimo indugiò.
Era fragile come una farfalla quel ragazzo, una piccola e indifesa farfalla in balia del mondo pazzo e veloce, che avrebbe rischiato di rompere le sue flebili ali.
Ma nel sorriso di Merlin, trovava tutto quello che lui non manifestava a nessuno.
Calma, semplicità e purezza.
Il sorriso di Merlin era la sua luce lunare, le sue stelle.

“È un altro lato del mio fascino” disse spocchioso stringendo la mano di Arthur, e, insieme si diressero a prendere il tanto bramato gelato.
Se lo erano meritato no?


Sol Leone= Mese di Luglio




Buco dell'autrice....
Hey! Ciao! Allora ringrazio tutti per il supporto, comunicazione di servizio, non posterò tanto in questo mese, perché comincia la scuola yeeee!

Mi raccomando leggete anche il prossimo capitolo;
Grazie veramente tanto! Vi amo!
Lasciate una recensione! Grazie!

Come sempre sono gradite; pensieri, consigli e critiche costruttive!

Grazie per aver letto! (*-*)


Arcobaly_739

   
 
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