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Autore: Darth Ploly    07/09/2016    1 recensioni
Per Ponyville è un periodo di quiete: la vita scorre serena dopo che, qualche mese prima, una furia omicida si era scatenata contro gli inermi cittadini. Tutto è però tornato alla normalità e adesso ci si prepara per il grande evento: le elezioni che decreteranno chi sarà il nuovo sindaco. Ma qualcosa sta per cambiare: una pony che tutti speravano di aver dimenticato sta per tornare a Ponyville. Quale sarà il suo scopo? Cosa succederà alla città? E quale sarà la reazione di Octavia di fronte alla pony che le ha cambiato la vita?
Tornano le avventure della Melodia della Giustizia, disillusa detective che indaga lungo le strade di una Ponyville cupa ed egoista. Diretto seguito di "Melodia di Giustizia-A trip into madness", si consiglia vivamente di non iniziare questa lettura senza aver terminato la precedente.
Allontanandosi dal giallo tradizionale, questo racconto narra una vicenda più ampia in cui nuovi e vecchi personaggi troveranno maggior spazio e si verranno a instaurare o a sviluppare maggiori rapporti tra ogni protagonista e gli altri pony o la città stessa.
Mi auguro possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Spike, Trixie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Hey, Fluttershy! Dai un’occhiata a questo!”
Il commissario mi chiama dal suo ufficio, dove se ne sta seduta alla scrivania a leggere il giornale. La raggiungo e mi mostra l’articolo in prima pagina chiedendomi: “Cosa ne pensi?”
Filthy Rich ha annunciato un comizio che si terrà fra tre giorni nella piazza centrale della città. In seguito alle numerose preoccupazioni espresse dai cittadini in merito alla questione Trixie, il candidato sindaco sembra voler rispondere direttamente a ogni domanda e fugare ogni dubbio senza la mediazione di giornalisti o forze dell’ordine, così da stabilire un rapporto più stretto con gli elettori.
In effetti, nonostante alcuni arresti compiuti, la popolarità di Trixie è rimasta molto bassa non solo perché le sue azioni sono controllate e gestite da noi della polizia, ma soprattutto perché la gente continua a essere impaurita.
“Sembra che Rich sia in difficoltà” Rispondo al commissario “I sondaggi preliminari cosa dicono?”
“Si mantengono stabili, forse Rich è calato leggermente. È debole, Fluttershy, ma sono sicura che non si arrenderà facilmente”
“Ha dei dubbi su questo comizio?”
“Beh, sì. Insomma, mi sembra strano: sembra quasi che sia costretto a giocare sulla difensiva”
“In effetti è così, commissario: vorrà mostrare di avere ragione su Trixie. Non è la prima volta che tiene un comizio però: cosa avrebbe questo di diverso?”
“È questo il punto, Fluttershy: non lo so” Risponde alzandosi. Camminando per tutto lo studio, continua: “È un comizio come gli altri ma, nello stesso tempo, è diverso: è troppo teatrale e non mi piace. Pensi che mi sbagli?”
“Ecco, io … io non lo so” Rispondo titubante “Credo che lei si stia preoccupando di troppe cose al momento”
“Cosa intendi dire?”
“La minaccia più grande ora è Trixie. È potente e ricopre un ruolo importante, senza contare che dobbiamo tenere d’occhio anche Octavia. Non possiamo evitare a Rich di parlare alla città, quindi è nostra priorità lavorare affinché non succeda nulla di grave”
Il commissario rimane silenziosa poggiata alla scrivania. Riguarda un’altra volta il giornale e mi dice: “Hai ragione, Fluttershy. Continuiamo per la nostra strada ma non abbassiamo la guardia”
“Nossignora!”
Sto per uscire dallo studio quando mi chiede: “Sul pony che ha sfidato Octavia ci sono novità?”
“No, commissario” Chiunque sia, sa come non lasciare tracce. È bravo.
“In caso di novità, corri ad avvisarmi. Diamine, si può sapere perché questa città attira i pazzi?”

Scosto la tenda del palco da dietro le quinte per dare un’occhiata all’esterno. La piazza di Ponyville, illuminata dal sole, è gremita di pony di ogni età, ce ne sono molti più di quanto mi aspettassi. La giornata è davvero calda e alcuni cercano riparo come possono, in un gelato o in una bibita fresca.
La piazza è assediata da forze dell’ordine pronte a intervenire per qualunque evenienza. Sono sul palco, sotto, in mezzo alla folla, ovunque! Dash avrà detto che sono una protezione necessaria ma non ho mai visto tanti poliziotti ad un comizio: non sono qui per proteggere Rich ma per controllare me. Chissà lui cosa ne pensa! Eccolo lì mentre si fa dare un’ultima sistemata dalla truccatrice. Arrogante, tronfio e vanesio! Sono sicura che goda al pensiero che tutti i pony qui fuori siano venuti per lui: il suo egocentrismo è sconfinato. Oh, eccolo che arriva!
“Oggi è più elegante che mai, signor Rich”
“Grazie mille, Trixie, anche tu sei radiosa. Dobbiamo dare il meglio di noi davanti a quella gente: voglio che tutti si convincano che io e te siamo davvero il meglio che possa capitare a questa città”
“Eppure continuo a chiedermi se non sarebbe stato meglio attendere il confronto con gli altri candidati”
“Questo perché tu non sei esperta di politica. Quest’oggi discuterò del tema più scottante della mia campagna elettorale senza poter essere interrotto o infastidito in alcun modo. Mostrerò a tutti quanto abbiamo ragione. Fidati, è una buona idea” Termina con un disgustoso occhiolino.
Oh, certo! Tu continua a parlare come se fosse davvero un’idea tua. È così facile ingannare quelli come lui che quasi non mi diverto.
“Pronti!”
Un pony poco distante ci fa un cenno invitandoci ad andare. Il primo a mostrarsi è naturalmente Rich che raccoglie dei cordiali applausi di incoraggiamento. Già con le sue prime parole dimostra una grande conoscenza delle regole dello spettacolo e di essere un abile oratore. Ha inizio un discorso introduttivo vivace, tagliente e un po’ volgare che il pubblico sembra gradire.
Dopo dieci minuti di show vengo finalmente invitata a raggiungerla, ma stavolta la reazione è più fredda. Non è importante, anzi era prevedibile. Scruto con attenzione la folla preparandomi per quel che sta per accadere. Sunburst è posizionato al lato destro della folla opportunamente camuffato. Sembra molto tranquillo: la sua idea deve aver funzionato.
“Vuoi aggiungere qualcosa, Trixie?” Domanda Rich offrendomi il microfono.
Ha inizio così il mio show. Ne avrei fatto volentieri a meno ma secondo Rich è importante che io dia un messaggio alla città intera. Dannazione, io odio i monologhi! Cosa credono che sia, il cattivo di un fumetto?
“Il tuo discorso è stato straordinario, Rich, eppure sì, c’è qualcosa che vorrei dire” Recito la frase iniziale del mio discorso accordato come se fossi una puledrina alla sua prima recita scolastica.
Ed è allora che la vedo. Lì, proprio davanti a me, in una delle prime file: Octavia Melody. I suoi occhi sono fissi su di me, il suo sguardo è privo di espressione ma riesco lo stesso a sentire la sua rabbia e il suo odio.
Era da anni che non stavo così bene.
“Io … io avevo preparato un discorso. Avrei voluto parlarvi dei due anni passati ad Arkhay, quell’orribile, orribile posto; avrei voluto raccontarvi dei medici che, nonostante la mia fama, non hanno mai voluto arrendersi con me; avrei voluto spiegarvi i miei propositi, come intenda ripagare questa città per quello che ho fatto … ma ho cambiato idea. Voi tutti pensate di essere venuti qui per me ma vi sbagliate: sono io a essere qui per voi. Oggi sono su questo palco per due motivi. Prima di tutto vorrei ringraziare chi mi ha permesso di parlare a tutti voi oggi e mi ha affidato l’incarico di aiutare la polizia nel suo lavoro. La ringrazio per la fiducia, sovrintendente Nandermane.
E, a proposito di fiducia, non posso non ringraziare proprio Filthy Rich, il primo ad aver creduto in me e nella mia riabilitazione. Ora ho un futuro davanti e lo devo solo a lui.
Ma oggi voglio anche fare i conti con il mio passato. Quel mostro, quell’animale che ero prima ha fatto tante cose imperdonabili e infatti non sono venuta sperando che voi dimentichiate. Molti pony sono morti, altri hanno sofferto o hanno visto amici soffrire …
Non pretendo che mi perdoniate, ma spero almeno di far nascere una nuova opinione di me grazie al mio lavoro. E nel frattempo … io vi chiedo scusa. È soltanto una parola, ma è sincera. Scusatemi, abitanti di Ponyville!”
Inchino. Sipario. Attesa.
Il silenzio viene spezzato da Rich, il primo ad applaudire. Lo seguono collaboratori e sostenitori, poi Nandermane e la sua giunta e infine anche il resto della folla si lascia andare. Non tutti, certo, ma la maggior parte. La polizia rimane in silenzio, alcuni pony lanciano dei fischi e Octavia rimane impassibile. I nostri sguardi si incontrano e mi sembra di essere di nuovo in tribunale, l’ultimo giorno del processo.
Questo applauso è per te, Octavia, assaporalo fino all’ultimo istante. Prego affinché tu possa ricordarlo per sempre.
“Bene! Qualcuno ha domande?” Rich invita il pubblico a partecipare: è il segnale.
Non so bene cosa dovrebbe succedere, Sunburst non ha potuto spiegarmi i dettagli. Mi toccherà improvvisare.
L’attesa non è lunga: mentre Rich risponde a una domanda, dal lato opposto a Sunburst arrivano alcuni schiamazzi.
“Che cazzo fai, eh? Volevi rubarmi il portafogli?”
Dalle parole si passa ai fatti e due pony iniziano a colpirsi provocando scompiglio tra la folla e costringendo alcuni poliziotti a intervenire. La mia attenzione viene però richiamata da Sunburst con una lama di luce: un pony di terra dal suo lato approfitta della confusione per estrarre una pistola e puntarla contro Rich. È in seconda fila, di fronte al miliardario: non può mancarlo.
“Attento!” Mi lancio davanti a Rich ed evoco una barriera mentre l’attentatore fa fuoco. Tutti i colpi sparati vengono intercettati, ma la pistola è ancora carica e lui ne approfitta per prendere in ostaggio una giovane pegaso della fila davanti.
“State indietro o la ammazzo! Fatemi uscire!”
Gli agenti di Dash sono costretti a fermarsi e io colgo l’occasione per chiudere la partita: un’esplosione di luce verde e mi ritrovo alle spalle dell’attentatore, uno stupido che pensava di minacciarmi con una pistola. Lo colpisco con un incantesimo prima che possa premere il grilletto; non si sveglierà prima di quattro ore.
Per un istante che dura un secolo la folla rimane in silenzio, poi tutto accade in fretta: la pegaso cade in ginocchio piangente, la piazza va in delirio e tutti urlano sciogliendo la tensione. Mi giro verso Dash che osserva la scena a bocca spalancata. Le faccio un occhiolino e lei si riscuote.
“Circondate la piazza!” Ordina a voce alta “Che nessuno esca da qui!”
Ma è tardi: Sunburst è già sparito.

“Una pistola! Quel bastardo aveva una pistola! Non vi avevo detto di controllare che ogni pony fosse disarmato prima di entrare in quella piazza? Non l’avevo forse detto? E allora qualcuno mi sa spiegare perché quel dannato bastardo aveva con sé una fottuta pistola?” Urlo fino a diventar paonazza, finché non ho più fiato nei polmoni. Fluttershy, Flim, Flam e gli altri agenti riuniti quasi non riescono a guardarmi negli occhi, sconvolti e imbarazzati come sono. Li ho convocati nel mio ufficio appena rientrati dalla piazza.
“Come è potuto succedere? Come?”
“Ecco … e se fosse riuscito a superare la sorveglianza laterale di nascosto?”
“Impossibile! Io, Flam e tutta la Squadra 2 siamo stati bene attenti: nessuno è entrato evitando i controlli preliminari”
“E se avesse ricevuto l’arma una volta dopo essersi seduto?”
“In quel caso avrebbe dovuto usare la magia” Risponde Flam “Forse aveva un unicorno complice”
“Questo è impossibile, fratello: il teletrasporto di oggetti richiede una grande quantità di energia magica e nessun unicorno che non sia un esperto potrebbe farlo passare inosservato”
“Esperto in che senso?” Domando.
“Mettiamola così, commissario: tra i cittadini di Ponyville soltanto il Contabile e Twilight Sparkle potrebbero esserne in grado”
“E Trixie” Concludo io.
“Come dice?”
“Non prendiamoci in giro, agenti, lo pensiamo tutti. Mentre noi siamo qui a discutere, lei è lì fuori a dare la caccia ai peggiori criminali della città. Quel bastardo di Nandermane le ha affidato un incarico e le ha lasciato libertà d’azione, proprio quello che dovevamo evitare. Riuscite a immaginare quanto aumenterà la sua popolarità adesso?”
Tutti restano in silenzio. Sono consapevoli del fatto che la giornata di oggi rappresenta una grave sconfitta per la polizia e che avremo bisogno di tutta la nostra forza di volontà per risollevarci.
Improvvisamente dal corridoio giungono le urla di un pony che mi chiama infuriato. Esco dall’ufficio e vedo Albert Grifone trattenuto da due agenti che cercano di tenerlo a bada.
“Dash! Maledizione, Dash! Esci fuori! E tu levami gli zoccoli di dosso, brutto figlio di …”
“Va bene, ragazzi, lasciatelo! Non farà pazzie”
Quando i due obbediscono, Albert avanza deciso e mi fronteggia: “Mi spieghi che cazzo succede? Perché Trixie e i tuoi sbirri hanno fatto irruzione in casa mia? Perché sono qui?”
“Hanno provato a uccidere Rich durante il comizio. Abbiamo arrestato l’attentatore e la banda di cui fa parte. Sono criminali minori, vengono da Fillydelphia, ma …”
“Che? Quell’incapace ha cercato di uccidere Rich?”
“Già, ma non è questo il punto: sono stati riconosciuti in piazza pony membri delle organizzazioni dei Quattro e Trixie ha avuto l’incarico di venirvi a prendere. A breve arriveranno gli altri e sarete interrogati”
“Cosa?” Grifone è sconvolto “Che metodo è? Da quando non si indagano più quelli trovati sulla scena del crimine? È naturale che ci fossero dei nostri pony al comizio, dovevano raccogliere informazioni. Non puoi adottare misure repressive, Dash!”
“Non è stata una mia idea, Grifone!” Riesco a zittirlo urlando, poi abbasso la voce “Sono ordini del sovrintendente, non posso oppormi. La situazione non piace neanche a me, credimi”
Mi aspetto una nuova reazione adirata, ma invece Grifone si limita a pestare uno zoccolo a terra e ad abbassare lo sguardo. Respira ansimante, come se fosse preoccupato, poi dice: “Dash, io devo tornare a casa. Mio padre è gravemente malato, non so quanto tempo gli rimanga. Giuro che non scapperò ma, se non ti fidi, affidami anche a una scorta. Dash … ti prego!”
Non posso crederci: Albert Grifone sta implorando. Sta implorando me! Non posso crederci!
Che stia mentendo? No, è troppo orgoglioso e non userebbe mai una scusa del genere.
“Non ho la facoltà di fare quello che mi chiedi. Vorrei poterti aiutare. Giuro, lo vorrei davvero. Aspetta solo questa notte. Faremo in fretta, vedrai”
Lo lascio lì, frustrato e abbattuto, e rientro nello studio chiedendomi se davvero non ci sia un’altra possibilità.
Che schifo di giornata!

La vasta stanza da letto è immersa nell’oscurità della notte; non si sente altro rumore oltre al lento e irregolare respiro del vecchio che dorme. A volte tossisce; mi ricorda un grosso, anziano orso.
Mi siedo silenziosamente sulla poltrona di fronte a lui e aspetto senza fretta. Dopo alcuni minuti, il vecchio apre finalmente gli occhi, due fiochi lumi nel buio.
“E così alla fine sei venuta” Dice con voce roca.
Non rispondo. Lui si prende il suo tempo per andare avanti, forse fa fatica persino a parlare.
“Non avrai fatto del male agli altri per entrare, vero?”
“Ho solo fatto in modo che dormano profondamente. Si sveglieranno domani senza aver sentito niente. Considera la loro vita come il tuo ultimo desiderio”
“Bene, te ne sono grato” E si interrompe di nuovo. Che strana sensazione: è curioso pensare che solo pochi anni fa questo pony mi contendeva il controllo delle attività criminali della città.
“Sei pronta?”
“È una domanda che in genere si fa al condannato, non al boia”
Io sono pronto da tempo, ormai. Non mi vedi? Sono vecchio e malato, sto morendo da solo” Prova a ridere ma la tosse glielo impedisce “Sto per raggiungere gli altri boss”
“Sei stato l’unico a sfuggire alla Illusion”
“Già. Immagino che sia una delusione per te uccidermi ora che sono inerme”
Fingo indifferenza ma lui sa di aver ragione.
“Non importa. Da ora in poi ci sarò solo io”
“Davvero?”
Il mio corpo viene scosso da un brivido. I suoi occhi brillano di più, sembrano ghignare.
“Tu pensi di poter prendere il controllo di questa città come sei quasi riuscita a fare in passato. Puoi contare sulla tua forza che, se possibile, è aumentata in questi anni e sul carisma di uno come Filthy Rich. Purtroppo però i soggiorno ad Arkhay ti ha reso cieca al punto da non accorgerti delle minacce che hai intorno”
“Se qualcuno osa minacciarmi, io lo schiaccio!”
“Come stai per fare con me? Credi che siano tutti vecchi confinati a letto?”
Digrigno i denti infuriata.
“Ponyville è cambiata in questi anni: ha meno paura”
“Oh, sì, sono tutti leoni! Avresti dovuto sentirli applaudire oggi!”
“Fammi indovinare: una piazza piena di pony festanti e inneggianti il tuo nome e quello di Rich”
“Esatto”
“Bene, ora rifletti: Tra quei pony vi sono molti che sostengono Rich da prima che arrivassi tu, soci in affari, conoscenti, gente che si è arricchita grazie a lui; altri saranno stati probabilmente pagati da Rich per acclamarlo, è un vecchio trucco da politici; poi ci sono gli agenti della sorveglianza, i criminali in incognito, magari dei puledrini con le famiglie. Sembra che il numero sia diminuito”
“Di poco, vecchio. Ti stai arrampicando sugli specchi”
“E a cosa mi servirebbe? Sto per morire! Vedi, non metto in dubbio che i vostri voti ora aumenteranno, gli altri candidati sono degli inetti. Ma gli altri avversari sono temibili”
“Chi? Octavia? Rainbow Dash?”
“Loro le conosci e sai che ti odiano ma no, non parlo di loro. Parlo dei giovani. Pensa ad esempio ai ragazzi che due anni fa non avevano ancora il diritto di voto, agli studenti, ai ragazzi e alle ragazze pieni di sogni e privi di alcuna preoccupazione: per loro vigeva il coprifuoco perché c’erano criminali ad ogni vicolo. Pensa al terrore che li accompagnava ogni volta che uscivano di casa! Si sentivano intrappolati e rifiuteranno di provare di nuovo quella sensazione. O pensa a tutte le coppie che crescevano dei puledrini. Credi che si fideranno di te? Credi che affideranno la sicurezza dei loro frugoletti a chi stava per far annegare Ponyville nel sangue? Tu non hai idea di quanti giovani siano diventati poliziotti in questi anni. Quel giorno la polizia credette di aver perso quando in realtà aveva dato inizio a una sua nuova era. Lo stesso è successo nel mondo criminale. Io e gli altri boss ti sottovalutammo e combattemmo divisi, ma ora è tutto diverso: la nuova generazione ha imparato la lezione e oggi mio figlio e gli altri sono conosciuti come i Quattro. Fanno riunioni, si aiutano, si spartiscono incarichi e zone di influenza. Hanno creato un’impresa dalle enormi dimensioni che tu non potrai mai distruggere. Aspetta e vedrai”
È un discorso lungo e impiega molto tempo per finirlo, eppure ogni singola parola sembra pronunciata con la stessa forza di un tempo. Per giunta i suoi occhi sembrano scavarmi nell’anima e prendersi gioco di me.
“Vedremo se avrai ragione. Io non temo nessuno”
“È vero. Soltanto me”
È l’ultima goccia.
Il mio corno si illumina di verde mentre mi preparo a scagliare l’incantesimo.
“Non temere, non farà male. Hai delle ultime parole?”
“Prendo il volo senza rimpianti”
Addio, stupido vecchio. 
   
 
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