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Autore: Altair13Sirio    07/09/2016    5 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Riley sospirò dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua. Non sapeva perché, ma quel panino che aveva preparato in fretta e furia Andy l’aveva saziata anche troppo. << Dovrò insegnarti a cucinare qualcosa di vero, la prossima volta… >> Commentò alzando un dito verso il ragazzo, che se ne stava seduto di fronte a lei, nella sua stessa posizione.
Andy non sembrava essere soddisfatto da quel pasto che avevano fatto, ma la presenza di Riley in casa sua dovette rendere tutto quanto migliore, perché da quando lei aveva deciso di rimanere a mangiare con lui, il ragazzo non aveva smesso di sorridere. << Voglio proprio vedere… >> Mormorò sarcastico, cercando di tirare fuori quella sua audacia che Riley voleva proprio vedere.
Lei ghignò divertita e rispose a tono. << Se dovessi chiederti come hai fatto ad andare avanti così per tutto questo tempo, probabilmente non avresti nemmeno le energie per dirmelo! >>
Andy rise sarcastico alzandosi da tavola e prendendo i bicchieri per portarli nel lavandino e lavarli. Riley rimase ferma qualche minuto, in attesa che il ragazzo finisse il lavoro e tornasse a tavola; dopo aver messo ad asciugare quei due bicchieri, Andy tornò indietro e raccolse in un fagotto la tovaglia per buttare via le briciole. << Che servizio… >> Commentò ridendo la ragazza mentre Andy le girava intorno per raggiungere il balcone.
Lui tornò indietro riponendo la tovaglia spiegazzata sul tavolo e le porse una mano mimando un inchino. << Madame… >> Disse aspettando che la ragazza gliela prendesse.
Riley rise e accettò con delicatezza la sua mano, lasciando che il ragazzo la aiutasse ad alzarsi dalla sedia. Era strano come si fossero rapidamente aperti l’uno all’altra e si comportassero come due vecchi amici, scherzando e ridendo in modo stupido ma divertente… A Riley non era mai capitato prima, e nonostante Andy dicesse di non essere familiare a queste situazioni, sembrava sentirsi molto a suo agio… << Allora… >> Cominciò mettendosi a camminare in cerchio senza mai staccare gli occhi da lui. << Cominciamo con qualche regola di base. >>
Andy annuì attendendo che Riley cominciasse a parlare, ma in realtà la ragazza non aveva idea di cosa potesse dire. Lei non aveva dovuto imparare a comportarsi a quel modo: era sempre stata espansiva con la gente, e il fatto di ritrovarsi da sola in una città sconosciuta l’aveva costretta ad adattarsi e a tirare fuori tutte le sue abilità per cavarsela. Sapeva che se non avesse fatto le cose da sé, non ci sarebbe stato nessun altro a farle; quindi sotto quel punto di vista, la ragazza era stata avvantaggiata. Andy però non era solo come lei… Lui aveva uno zio che, anche se stava fuori casa spesso, lo manteneva e gli dava tutto quello di cui aveva bisogno; lui non aveva bisogno di rubare, quindi cosa poteva insegnargli per davvero?
<< Sai dare i pugni? >> Chiese fingendo un tono di chi aveva la situazione sotto controllo. Non poteva mostrarsi insicura proprio ora.
<< Che cosa? >> Chiese lui sorpreso da quella domanda.
Riley ripeté la domanda. << I pugni. >> Disse con calma. Mosse il mento in direzione di Andy. << Sai darli? >>
Andy si guardò intorno senza sapere bene cosa rispondere. << Non ho… Mai fatto a botte con qualcuno, se è questo che vuoi sapere… >> Strinse le spalle unendo le mani con un rapido schiocco.
Figurarsi! Fece una voce nella testa di Riley. La ragazza non si spazientì, sapendo di dover attendere per ottenere risultati promettenti. << Quando mi hai tirata fuori dai guai, l'altro giorno, non hai messo in conto l'eventualità che saresti potuto venire alle mani con quei teppisti? >> Chiese sbattendo le ciglia per punzecchiare il ragazzo.
Lui scosse la testa inespressivo. Sembrava che quell'idea non gli fosse passata minimamente per la testa, e in effetti tutto quello che aveva fatto dopo aver tirato il mattone in testa al capo, era stato rimanere a guardare mentre Riley finiva il lavoro.
<< Fammi vedere come colpisci una persona. >> Disse con un mezzo sorrisetto, più curiosa di sapere come lo facesse, piuttosto che interessata ad aiutarlo.
Il ragazzo sembrò colto alla sprovvista ed esitò alcuni secondi prima di alzare i pugni di fronte al viso e cominciare a molleggiarsi piano sulle gambe. Sembrò voler rivolgere un’espressione minacciosa a Riley, ma la ragazza non ne fu molto colpita.
Sorrise. << Va bene… Ora prova a colpirmi. >> Lo spiazzò con quella frase.
<< No! >> Esclamò subito rifiutandosi di farlo. Come immaginava, non avrebbe afferrato il senso di quella richiesta così in fretta. << Non posso colpirti! >>
<< Ti ho detto di provarci, non di farlo… >> Cercò di coglierlo alla sprovvista lei, ma il ragazzo ribatté con forza.
<< E’ la stessa cosa! >> Disse contrariato.
Riley attese qualche secondo per poter riprendere a parlare. << Perché non vuoi colpirmi? >> Chiese mascherando un certo fastidio dietro a un sorrisetto intrigato.
<< Perché… >> Non gli lasciò neanche il tempo di spiegarsi.
<< Perché sono una femmina? >> Chiese con tono leggermente aggressivo. Andy arrossì. << Quindi, non importa quale sarebbe il motivo, non colpiresti una ragazza? >> Chiese con più forza puntando un dito alla finestra. Andy stava per annuire, ma Riley tirò fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni il coltellino che aveva fregato a quei teppisti di strada e ne indirizzò la punta verso il viso di Andy. << E se una ragazza ti stesse puntando contro un coltello, cosa faresti? La lasceresti fare, perché è una “femmina”? >> Piegò le labbra in un sorrisetto vittorioso.
Andy sentì un brivido vedendosi la lama puntata contro, ma quando capì che era solo un esempio per fargli capire, comprese che quella distinzione che stesse facendo fosse solo superflua e deleteria; forse comprese anche cosa volesse dirgli Riley: non doveva picchiare chiunque vedesse, non c’era bisogno di essere così drastico, ma essere in grado di difendersi in qualsiasi situazione, contro chiunque, era necessario, per lo meno in piccola parte. Doveva imparare a distinguere il bene e il male nei visi delle persone e non lasciarsi ingannare dalle apparenze. << Capito. >> Disse semplicemente annuendo un po’ imbarazzato per averla già fatta arrabbiare.
Riley sorrise compiaciuta e ripose il coltellino nella tasca. Non si era arrabbiata, ma voleva che Andy capisse bene il senso di quella sorta di “allenamento”. << Allora dai, colpiscimi… >> Lo incitò saltellando piano sul posto, ansiosa di vedere Andy in azione.
Andy la fissò con nervosismo, indeciso su come attaccare per fare meno male possibile alla ragazza. Ci vollero alcuni secondi perché si decidesse, ma alla fine allungò il braccio destro verso il viso di Riley e la colpì in pieno.
La ragazza sembrò colta alla sprovvista e cadde all’indietro lamentandosi e coprendosi il viso. << Ma che cavolo fai? >> Chiese irritata contorcendosi sul pavimento. In un attimo Andy si rese conto di cosa fosse successo e si sentì terribilmente in colpa.
<< Oh mio Dio, Riley… Scusami… >> Cominciò inginocchiandosi accanto a lei. La ragazza lo guardò nascondendo il proprio viso dietro alle mani, prima di sferrargli un pugno trattenuto nello stomaco, facendolo sdraiare accanto a lei. Quella si mise a sedere ridendo e contemplando la scena dall’alto.
<< Sei davvero troppo buono… Devi imparare a riconoscere chi mente e a stargli lontano. >> Gli spiegò mentre aspettava che il ragazzo si ricomponesse. << E poi picchi come una femminuccia… >> Rise di gusto della sua affermazione.
Andy si tirò su con la schiena guardandola incredulo. << Ma… >> Alzò le mani e la spinse arrabbiato. << Stupida! Pensavo di averti fatto male seriamente! >> Riley non riuscì a trattenere una fragorosa risata e lasciò che la spinta di Andy la ributtasse a terra. << E poi che vorresti dire con “picchi come una femminuccia”? E’ una cosa buona o cattiva? >> Chiese rialzandosi goffamente. Il ragazzo era visibilmente confuso, dopo la sua prima lezione: Riley gli aveva detto di non sottovalutare le ragazze, nonostante sembrassero innocue, e questo gli stava mettendo qualche dubbio in testa.
Riley attese di poter riprendere a respirare con regolarità per spiegarsi. << Intendo che non faresti male a un neonato! >> Esalò prima di rimettersi a ridere, rotolandosi per terra.
Andy girò lo sguardo da un’altra parte. << Non è divertente… >> Bofonchiò offeso. Riley si avvicinò a lui incurvando la schiena come per osservare un bambino piccolo.
<< Ma sì, invece… Devi solo imparare a riderci sopra! >> Gli spiegò con voce comprensiva la ragazza, mentre Andy cercava di trovare un buon modo per ribattere. << La bontà è necessaria, ma non bisogna mostrarla, se vuoi essere ammirato! >>
<< Io non voglio essere ammirato! >> Protestò il ragazzo, non riuscendo a capire come potesse essere possibile che la bontà debilitasse la sua reputazione. << E poi, perché dovrei rimanere impassibile di fronte a una ragazza che si è fatta male? >>
Riley sorrise alzando gli occhi al cielo. << In effetti, ad alcune piace quel genere di ragazzo… >> Commentò pensierosa ignorando gli occhi stupiti di Andy. << Ma molti ti ignoreranno, se rimani così pacato. >> Lo avvertì, facendogli intendere che se non fosse cambiato, non avrebbero fatto progressi.
<< Io… Non capisco… >> Mormorò abbattuto tastandosi il petto come per cercare di capire cosa non andasse con lui. << Perché la gente non può accettarmi per quello che sono? >>
<< Essere te stesso non ti farà andare lontano… >> Disse freddamente Riley, bloccandosi per un attimo a pensare. Era una cosa che aveva provato sulla propria pelle, appena arrivata lì: era sola, spaventata e incapace di cavarsela, ma mostrare agli altri gentilezza o bontà non l’avrebbe aiutata; la gente passava rapidamente ignorandola e trattandola come spazzatura, – non che fosse diverso adesso – ma ora Riley era popolare, le ragazze più piccole stravedevano per lei, tutti i ragazzi le giravano attorno, e la gente non storceva più il naso quando la vedeva acquattata in un angolo della strada. Ovviamente a lei non interessava la popolarità, non le importava niente della loro stima, poiché sapesse quanto fosse effimera; a lei importava sopravvivere, non dover essere costretta a dormire per strada, da sola e al freddo. Era in grado di sopravvivere ora, grazie a ciò che aveva imparato, e questa sua capacità le aveva fatto guadagnare la sua posizione di “ribelle”, ammirata e invidiata da tutti…
<< Riley…? >> La chiamò Andy vedendo che non sembrasse volersi risvegliare dai propri pensieri. La ragazza scosse la testa per scacciare quelle idee e sbatté le palpebre più volte, così da mettere a fuoco il ragazzo di fronte a lei.
<< Scusa. >> Disse senza specificare per cosa si stesse scusando. << Non è giusto, ma per essere rispettati dagli altri dobbiamo spesso diventare ciò che non siamo… Prendi le tue compagne, per esempio! >>
<< Chi? Alex, Abbie e Liz? >> Chiese lui sconfortato, sapendo che quei nomi non avrebbero portato nulla di buono.
<< Allora le conosci! >> Lo prese in giro lei. Andy sbuffò girando lo sguardo dall’altra parte mentre Riley scaricava il suo sorriso. << Ti sembra che fossero così, prima che conoscessero me? >>
Andy non aveva idea di cosa intendesse la ragazza, ma cercò di indovinare. << Tre anni fa non indossavano vestiti così scuri e non si truccavano a quel modo appariscente… >> Riley allargò le braccia sorridendo. << Ma eravamo bambini! >> Effettivamente, aveva ragione. Andy era più piccolo di lei, e quelle ragazze avevano la sua età; quando Riley era arrivata in città, le ragazzine erano poco più che bambine, non potevano avere i gusti che mostravano adesso. A un tratto Andy sembrò rendersi conto di qualcosa di sorprendente:<< Aspetta: tu vivi qui da tre anni? >> Chiese puntandole un dito contro.
Riley cercò di evitare di rispondere, preferendo non parlare troppo di sé a quel ragazzo. << Più o meno, ma non mi va di parlarne ora… >> Lo liquidò con queste parole. Andy non sembrò molto soddisfatto, e Riley si chiese come mai la sua natura da impiccione non avesse avuto la meglio. << Comunque, quelle tre si sono trasformate non appena hanno conosciuto me, e a poco a poco sono diventate sempre più insolenti e ribelli, vero? >>
Andy annuì stringendo le spalle, come se non avesse idea di cosa stesse dicendo. A causa di quel fatto di essere stata una figura da emulare per quelle ragazze, Riley si sentiva un po’ in colpa per la situazione del ragazzo; se non fosse arrivata lei a “lanciare una nuova moda” in città, forse le ragazzine sarebbero rimaste pure e ingenue, sarebbero cresciute diversamente da come le aveva tirate su lei, e Andy avrebbe avuto qualche possibilità in più di integrarsi.
Non che sia stata un gran bell’esempio… Pensò disfattista riguardo a sé stessa, dimenticandosi per un attimo di non poter mostrare simili ripensamenti. Se avesse detto cose simili a voce alta, qualcuno avrebbe potuto credere che quella indossata da lei fosse una maschera, e trasformarla così in una ragazzina musona e depressa…
<< Quindi cosa faccio per poter parlare con loro? >> Chiese Andy, ridestando nuovamente Riley dai suoi pensieri. La ragazza lo guardò con occhi sgranati.
<< Non puoi semplicemente imparare due o tre cose che ti dico io e pensare che la gente ti aprirà tutte le porte. >> Gli disse con tono duro. << La vita è fatta di rischi e occasioni! Se non ti butti, non otterrai niente. >>
<< Quindi? >> Chiese Andy confuso.
Riley strinse un pugno e ghignò con piacere rivolta al ragazzo. << Devi buttarti! Avvicinati alla gente quando parlano, prova a intrometterti nei discorsi e a dire la tua, offriti di accompagnare qualche ragazza con l’ombrello, se piove; fai vedere che esisti! >> Esclamò mettendo molta enfasi nell’ultima frase. << Tu sei un impiccione per natura, sono sicura che non avrai problemi, una volta superato quel muro che ti tiene lontano dalla gente! >>
Andy sembrò afferrare il concetto, ma non aveva idea di come mettere in pratica quelle idee. Diceva di non essere in grado di attirare l’attenzione degli altri e di non sapere come superare la sua timidezza.
<< E’ per questo che ti sto insegnando queste cose: sii più cattivo, stai sull’offensiva e tieniti sempre pronto per cogliere la palla al balzo!>> Riley cercò di spiegarsi il più possibile, ma evidentemente non ci riuscì. << Se riesci a tirare fuori il lato incosciente di te stesso e ti lasci andare, potrai farti tanti amici! >>
Andy sembrò trattenere una risata. << Quale lato incosciente? >> Chiese guardandosi intorno.
Riley lo fissò alcuni secondi prima di portare le mani strette a pugni al petto e guardarlo negli occhi intensamente. << Io l’ho visto, Andy. So come sei realmente, la tua paura di mostrarlo ti bloccherà per sempre, se non la superi. >> Gli puntò un dito al petto, mentre il ragazzo la guardava incredulo, con la schiena piegata indietro per mantenere una certa distanza dal suo viso. Si lasciò sfuggire un sorrisetto sorpreso e si mise in una posa più stabile.
<< Questa non è la Riley che conosco… >> Mormorò massaggiandosi il collo, fingendo la confidenza degna del protagonista di un film di azione.
Riley lo guardò confusa, poi assunse un’espressione infastidita e tornò sulla propria posizione; sembrava adirata, ma un attimo dopo sorrise mettendosi una mano sul fianco. << E questo è l’Andy che voglio vedere. >> Ribatté con il suo stesso tono, facendolo arrossire.
Andy si voltò nascondendosi il viso con una mano, ma Riley lo bloccò tirandolo dal braccio. << Oh, andiamo! >> Fece delusa. << Tu sei così, devi solo capire che non c’è niente di male ad essere un po’ più spigliati! >>
Andy sospirò affranto. << Credi che io abbia qualche possibilità di entrare a far parte del loro gruppo? >> Chiese con espressione delusa.
Riley non aveva idea di come sarebbe andata, ma dirgli così sarebbe stato solo un motivo in più per fargli perdere le speranze; invece cercò di fare pressione sul lato positivo:<< Se riesci a piacere a me, non avrai problemi con gli altri. >>
Né Riley, né Andy capirono cosa intendesse dire la ragazza. Quelle parole uscirono dalla su bocca senza troppa cura, ma stranamente non si pentì di averle pronunciate. Andy la fissò incredulo, mentre Riley cercava di mantenere un’espressione seria, senza lasciar trasparire l’imbarazzo che era sopraggiunto in quel momento. << E io… Ti piaccio? >> Chiese il ragazzo corrucciando lo sguardo e piegando le labbra leggermente.
Riley si congelò, trattenne il respiro e puntò gli occhi sul viso del ragazzo. Cosa significava quella domanda? Perché le veniva così complicato trovare una risposta? Stavano sussurrando, nonostante non ci fosse nessuno in casa; era come si stessero confessando dei segreti e volessero tenerli nascosti da tutti. Come doveva rispondere?
Dopo alcuni secondi di silenzio, la ragazza abbassò lo sguardo ridendo e diede qualche colpo sulla spalla di Andy, che non capì cosa significasse; per un attimo, il ragazzo pensò che lei lo avesse preso in giro un’altra volta, e cominciò ad irritarsi, ma poi il sorriso di Riley gli fece cambiare idea. Quello non era un sorriso di scherno, e nemmeno di gioia, ma Riley sembrava essere sincera e contenta di essersi sentita rivolgere quella domanda. << Questo è quello di cui parlo! >> Disse puntandogli l’indice al petto. Andy si guardò dove la ragazza lo aveva indicato, ma non capì bene cosa intendesse. << Sfacciataggine, arriviamo…! >> Riley sorrise con poca convinzione per alcuni istanti, prima di rimanersene in silenzio a guardare Andy, in attesa di una qualsiasi reazione da parte del ragazzo.
Alla fine, dopo alcuni istanti di incertezza, Riley gli fece segno di seguirla. << Vieni con me. >> Disse sorridendo, dirigendosi alla porta d'ingresso. << Ti faccio fare un giro. >>
Prima di capire in cosa consistesse quel “giro” o di rispondere alla ragazza, Andy sorrise impaziente e la seguì fuori di lì senza pensare.
   
 
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