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Autore: blu992    07/09/2016    8 recensioni
Dalla storia:
Lydia Martin e Stiles Stilinski sono lieti di invitarvi alla loro festa di fidanzamento che si terrà nella casa della famiglia Martin il giorno 26 Maggio
[Sterek-All the way.] [Parte Text!fic]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ripubblico ancora una volta questo capitolo per i problemi che sta avendo il sito da un po' di giorni. Forse questa è la volta buona, lo spero. 
Purtroppo non riesco a rispondere alle recensioni che avete lasciato prima, il capitolo mi è sparito e vedo solo quelle di alcuni di voi. Se provo a rispondere, va in tilt. Magari ci riesco in questi giorni, nel frattempo vi ringrazio! 

Vi linko una storia che ho aiutato a scrivere, questa è sicuramente visibile: Touch- Line, mia e di Pampu che mi ha aiutata anche a sbloccarmi per finire questo capitolo. 





Il risveglio arrivò per Stiles come una cannonata precisa nel cervello. Probabilmente aveva chiuso gli occhi per pochissimo perché i tuoni erano ancora forti, così come il rumore del vento, ma non era stato quello a svegliarlo. Si era addormentato in una posizione fin troppo scomoda e il dolore al collo gli mandava fitte a cadenza regolare che scendevano per tutta la colonna vertebrale, in più aveva freddo. Per fortuna la torcia che avevano messo sul primo gradino davanti alla porta era ancora accesa e illuminava gran parte della stanza. Cora, al suo fianco, sembrava profondamente addormentata, così come Thomas ancora acciambellato sul pavimento. Lui forse stava sognando perché muoveva ad intermittenza un piede come se stesse cercando di scacciare qualcosa di fastidioso. Spostando lo sguardo verso il divano, dove ricordava fosse Raven e ai piedi del quale aveva lasciato Derek a leggere, Stiles vide che lì invece la situazione era cambiata. Raven era ancora sul divano, ma, sdraiato alle sue spalle c'era anche Derek. Erano abbracciati nella posizione che la testa di Stiles definì “a cucchiaio” ed erano entrambi con il corpo rivolto verso la stanza, quindi i loro volti erano ben visibili. Raven aveva le sopracciglia corrucciate in un'espressione quasi sofferente, ma dormiva, Stiles ne era sicuro. Derek, invece, aveva il volto disteso, nessuna espressione a parte la calma e muoveva il braccio che teneva intorno alla vita della sua beta. La sua mano stava compiendo leggeri cerchi sul braccio di lei, probabilmente per farle sentire la sua presenza e calmarla ancora di più. Stiles era quasi sicuro che Derek fosse sveglio, perché, nonostante gli occhi chiusi, dava l'impressione di avere comunque tutti i sensi allerta. Il ragazzo si perse ad osservare quella scena così intima e improvvisamente desiderò solo potersi alzare e andare via, era come se fosse un intruso in quella intimità che non lo riguardava per niente, tra persone che non conosceva. Si strinse un po' di più nella coperta che qualcuno gli aveva poggiato addosso tirandosi le ginocchia al petto e chiudendo di nuovo gli occhi.
 

 

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Era su quel divano da almeno un'ora, Derek, e aveva sentito Raven addormentarsi solo venti minuti prima, anche se la sentiva ancora molto agitata anche nel sonno.  

Sapeva che non avrebbe dormito, doveva ascoltare i rumori per capire cosa stesse succedendo, ma era comunque rilassato, tutti stavano riposando e l'atmosfera era abbastanza calma. Mentre stava cercando di capire che ore fossero, però, era stato distratto da un leggero movimento di Stiles: probabilmente doveva essere scomodo sul pavimento duro, ma non c'erano cuscini lì sotto. Il ragazzo sembrava essersi svegliato, ma Derek decise di continuare a far finta di dormire, si sarebbe riaddormentato a breve, era sicuramente ancora notte fonda. Quello che però il lupo non si sarebbe aspettato era si sentire un forte odore di tristezza, provenire sempre da quel punto della stanza. Stiles aveva preso ad agitarsi ancora di più, probabilmente si sarebbe alzato a breve, per quanto fosse cambiato, era sempre iperattivo, di questo Derek ne era certo, e starsene seduto nello stesso posto per molto tempo non era una cosa che avrebbe fatto.  

Se però si fosse alzato, avrebbe cominciato a gironzolare per la stanza e probabilmente avrebbe svegliato gli altri tre, quindi Derek fece la prima cosa che gli venne in mente. Aprì piano gli occhi per poter rivolgersi al ragazzo, ma le parole gli si fermarono in gola. Stiles era ancora sdraiato per terra, una mano appoggiata sotto al viso che gli faceva tenere la bocca un po' socchiusa, gli occhi chiusi e la coperta tirata fino al collo. 

I battiti del cuore del ragazzo stavano rallentando, forse stava per addormentarsi di nuovo, ma Derek capì che probabilmente stava sentendo molto freddo, dalla posizione in cui era. Raven si sarebbe di sicuro svegliata, ma Derek aveva sentito il bisogno di alzarsi e sciolse quindi le braccia dalla sua vita scavalcando il suo corpo per poter scendere dal divano. La ragazza si era svegliata, ma l'aveva lasciato fare, così si era diretto verso le altre coperte ammucchiate in un angolo e ne aveva presa una. Stiles era ancora tranquillo quando gli si avvicinò, gli occhi ancora chiusi e ancora quell'odore di quel sentimento così strano su di lui. Derek, dopo essersi accovacciato al suo fianco, gli aveva appoggiato l'altra coperta sulle spalle, alzando anche quella fino al collo.  

Ancora una volta il lupo agì per sé spingendo il mannaro a fare un gesto prima ancora di pensarci. Leggera, una sua mano si appoggiò sui capelli di Stiles, le dita immerse in quel disordine scompigliato per poco più di cinque secondi, fino a quando un rumore non lo distrasse.  

Stiles era ancora sveglio, il suo cuore accelerato parlava chiaro, ma teneva ancora gli occhi chiusi e la stessa espressione sul volto. Derek si alzò di scatto ritornando a sedersi di fianco a Raven che probabilmente aveva osservato tutta la scena. La ragazza gli prese solo la mano tra le proprie, senza parlare, consapevole che non erano gli unici ad essere svegli, e poggiò la testa su una sua spalla tesa.  

 

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Stiles aveva fatto finta di dormire per non rompere l'atmosfera che sembrava essersi creata. Aveva fatto finta di dormire anche quando aveva sentito qualcuno alzarsi dal divano e quando aveva sentito una coperta posarsi sulle sue spalle riscaldandolo all'istante. Aveva finto anche quando aveva sentito una mano sulla propria testa, come una leggera carezza, ma non era riuscito a frenare il proprio cuore quando aveva capito a chi apparteneva quella mano. Il suo odore lo ricordava bene.  

Quando a scuola, da piccolo, gli avevano spiegato come lavorasse il cuore non ci aveva creduto. Non riusciva a concepire come qualcosa del suo corpo potesse muoversi senza che fosse lui a comandarlo e crescendo quella convinzione ce l'aveva ancora. Era consapevole della parte scientifica, della storia del muscolo involontario eccetera, ma era sicuro che, con la pratica, il cuore non avrebbe reagito da solo alle emozioni che avrebbe provato. Qualche volta ci era pure riuscito: Come quella in cui doveva tirare in porta durante una partita di lacrosse ed era riuscito, stranamente, a regolarizzare i propri battiti e a tirare con concentrazione e calma. O come la volta in cui era seduto in una sala d'attesa in ospedale e aveva quasi azzerato ogni emozione riuscendo a sentire solo il battito regolare del proprio cuore.  

Sarà stato il temporale, il gesto improvviso, ma quella notte era andata diversamente e Stiles sapeva benissimo che Derek l'aveva sentito. Non sapeva, però, cosa avrebbe potuto pensare il lupo, dato che nemmeno lui aveva le idee chiare a riguardo. Quasi sicuramente era stato a causa del gesto inaspettato, sentirsi toccare senza preavviso avrebbe agitato chiunque. Probabilmente aveva qualche insetto tra i capelli. Erano pur sempre in una cantina.  

Dopo due minuti, Stiles, ancora non dormiva, quindi riaprì chi occhi spostando ancora lo sguardo nella stanza. Derek non era più sdraiato, segno che non si era sbagliato prima, ma nemmeno Raven lo era. Si tenevano le mani, intrecciando le dita, ma avevano entrambi la testa poggiata allo schienale e gli occhi chiusi. Stiles stava per girarsi dall'altra parte quando sentì la ragazza parlare.  

“Non riesci a dormire nemmeno tu, Stiles?” 

“Non più, ci sono troppi rumori e sto scomodo” 

“Vieni qui, ci stiamo in tre” 

Raven aveva parlato tenendo gli occhi chiusi, ma Derek li aveva aperti. Stiles decise di accettare l'invito e, trascinandosi dietro le due coperte, si sedette di fianco alla ragazza, piegandosi di lato fino ad appoggiare la testa sul bracciolo del divano. 

“La mia schiena è felice” 

Dopo cinque minuti si era già riaddormentato.  

 

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Sapendo Raven sveglia, Derek aveva deciso di appisolarsi per qualche minuto, ma quando si svegliò erano sicuramente passate delle ore. Raven non era più tra lui e Stiles, che ora aveva anche i piedi sul divano ed era rannicchiato su un fianco mentre dormiva ancora. In fatto che la ragazza si fosse alzata, probabilmente gli aveva permesso di stendersi, ma aveva anche permesso a Derek di muoversi. Si era svegliato sentendo un proprio braccio a coprirgli gli occhi e sentendo qualcosa nell'altra mano. Abbassando gli occhi, Derek si rese conto di cosa fosse: stringeva, seppur delicatamente, una caviglia del ragazzo che gli dormiva di fianco, la mano infilata sotto al jeans, al contatto con la sua pelle.  

Come se si fosse scottato, spostò la mano, passandola insieme all'altra sugli occhi e tra i capelli tenendosi la testa con i gomiti poggiati sulle ginocchia. Una voce gli fece alzare lo sguardo.  

“L'hai fatto appena mi sono alzata e ti ho lasciato la mano” 

Raven era in seduta sugli scalini davanti alla porta, un sorriso di scherno sul volto. 

“Che ore sono?” 

Ma Derek non aveva nessuna voglia di cominciare quel discorso in quel momento. 

“Hai dormito un bel po', è mezzogiorno e sento solo una leggera pioggia, credo possiamo uscire a controllare i danni” 

“Ok. Cora, Thomas, so che siete svegli. Alzatevi e controllate la casa all'interno, io e Raven vediamo com'è la situazione fuori” 

“E lui?” 

Thomas aveva indicato Stiles con un cenno del capo. 

“Lui resta qui” 

 

 

La casa aveva resistito, c'erano solo delle regole staccate e un gran caos nel giardino. Derek, aiutato dalla sua beta, aveva solo spostato i rami più grandi che erano volati verso il portico, al resto ci avrebbero pensato, data la pioggia che era ancora abbastanza fitta. Cora e Thomas avevano anche tolto le travi dalle finestre, nessun vetro rotto per fortuna. 

Mentre le due ragazze preparavano da mangiare, Derek si fece un caffè per poi dirigersi verso la doccia. Si sentiva abbastanza spossato, nonostante il sonno, e aveva bisogno di rilassarsi.  

 

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“Stiles?” 

“Stiles, sveglia, ho fatto il caffè” 

Chiedendosi perché suo padre avesse una voce da donna, Stiles aprì un occhio per volta. Ok, quello non era suo padre.  

“Cora?” 

“Sveglia, bell’addormentato! L'uragano è andato via e sta per smettere anche di piovere, è l'una di pomeriggio. Non hai fame? Ah, ho avvisato Scott per dirgli che stavamo tutti bene, anche lui sta bene” 

Stiles scattò a sedere ricordando dove fosse e perché fosse lì. 

“Mi serve il mio cellulare. Devo chiamare papà e poi Lydia e poi devo andare a casa per contare i danni” 

“Tranquillo, ti accompagniamo Thomas ed io” 

Raven aveva parlato dalla porta della cantina, Stiles nemmeno si era accorto che era lì, ma fece un cenno di assenso cercando il cellulare in tasca. 

“Mi date un carica batterie?” 

“Si, andiamo di sopra” 

 

~Chiamata in corso da Stiles a Lydia 

 

“Si, ho anche dormito un po'. Quindi torni domani?” 

“Si, mi raggiunge mamma e torniamo a casa. Tuo padre?” 

“Sta bene, deve fare solio gli ultimi sopralluoghi. Dice che è passato da casa e per fortuna oltre alle tre finestre, è intatta” 

“Meno male. Ho chiamato la signora Riggs, dice che anche la nostra bella casetta è intera!” 

“Bene, altrimenti non avremmo avuto dove mettere i piatti nuovi!” 

“Già. Ora cosa fai?” 

“Vado a casa, ho chiesto a Scott di raggiungermi per farmi aiutare col caos. Cora mi ha preparato un sandwich” 

“Loro stanno tutti bene?” 

 “Si, immagino di si” 

“Immagini? Non sono con te?” 

“Derek non l'ho visto, ma se fosse morto Thomas non starebbe cantando” 

“Oh, bene. Cci sentiamo più tardi, allora?” 

“Certo. Ah, Lyds?” 

“Dimmi” 

“Mi manchi, un sacco” 

“Mi manchi anche tu, Stiles” 

 

Stiles aveva mangiato veloce il suo panino e aveva salutato i tre ragazzi ringraziandoli per l'ospitalità. Arrivato alla Jeep, che sembrava tutta intera, aveva notato Derek, con solo i pantaloni addosso, che spostava rami caduti nel confine della sua proprietà.  Non gli si avvicinò, però, gli fece un cenno quando Derek dopo averlo sentito si girò nella sua direzione, poi salì in auto e se ne andò. 

 

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Il dodici giugno Derek era al supermercato con Thomas quando ricevette un messaggio da parte di Scott. 

(Ore 12:03) Ehi, amico, scusa se te lo dico solo ora, anzi, avvisa anche Thomas. Da testimone dello sposo, ti invito all'addio al celibato di Stiles…stasera. Lo so, faccio schifo come testimone, ma mi sono davvero scordato di avvisare tutti. Ho prenotato il locale dieci giorni fa, però! Comunque alle 22 al RedGlobe, vestitevi bene. SM 

Thomas doveva essersi accorto del repentino cambio di umore del suo Alpha perché si era sporto per leggere il messaggio. 

“Wow, non sono mai stato ad un addio al celibato. Cioè mi ci imbucavo, ma non conoscevo mai lo sposo. Ci andiamo, vero?” 

Derek aveva posato il cellulare e gli rispose continuando a spingere il carrello. 

“Non lo so” 

“Mh. Io non sono bravo con queste…cose, ma se siamo qui ufficialmente per questo matrimonio, non sarebbe da maleducati? Possiamo anche stare per poco, giusto farci vedere e andare via” 

Thomas forse aveva ragione, ma Derek non solo non aveva voglia di andarci, dal giorno dell'uragano non aveva visto né Stiles né Scott né qualsiasi altro membro del loro branco. A parte Lydia: L'aveva intravista mentre un giorno era in macchina e lei era appena uscita da un negozio di abiti da sposa. Lei gli aveva impercettibilmente sorriso, lui aveva solo mosso il capo in segno di saluto ed aveva continuato a guidare. 

Si sentiva vulnerabile, Derek, quando era con loro. Raven gli aveva schiettamente detto “È perché hai paura di tornare ad essere quello di prima”, ma poi aveva aggiunto “Cosa che non succederà, Derek. Le persone vanno avanti e la vita le cambia, prima avevi un'altra vita ed eri un Derek un po' diverso”. Non che quelle parole lo avessero confortato, ma non ci aveva pensato per due giorni. Fino a quel momento.  

Derek aveva continuato a camminare tra le corsie mettendo qualche verdura nel carrello, Cora doveva smetterla di friggere patatine, ma una domanda di Thomas lo riscosse dai suoi pensieri. Tra l'altro non gli aveva nemmeno dato una risposta.  

“Derek, ricordo quando ci hai raccontato la storia, ma ho un dubbio. Dicesti che quando lui…beh si dichiarò, a te non piaceva, no?” 

Derek tacque, Thomas doveva finire di parlare. 

“Ecco, mi chiedevo… Quando poi ti sei reso conto del contrario, perché non glielo hai detto?” 

Derek aveva risposto già a quella domanda una volta. Gliel'aveva posta Raven due anni prima, proprio durante un temporale. Thomas quella sera non c'era, lui aveva raccontato la storia di Stiles solo due giorni prima, ma l'unica reazione che aveva avuto era quella di Raven che aveva esclamato “Cazzo! Questa si che era una dichiarazione!”.  

Decise di dare al suo beta, la stessa risposta che aveva dato alla ragazza. 

“Perché ero un idiota” 

Mentre la pronunciava, si rese conto di aver cambiato qualcosa però. Due anni prima il verbo usato era al presente. Anche Thomas se ne rese conto, anche se non conosceva la versione precedente. 

“Eri? Vuol dire che farai qualcosa?” 

“Non sono più un idiota, ma non sono nemmeno meschino. Poi si sta per sposare” 

E la conversazione era finita lì.  

 

.                                    ---------- 

 

Stiles era stato in ansia per tutto il giorno. Alle otto costrinse addirittura Scott a raggiungerlo a casa. Non sapeva cosa gli stava mettendo tutta quell'agitazione, stava solo per festeggiare la sua “ultima” notte da single con i suoi amici, nulla di tragico. Aveva indossato giacca e camicia già dalle sei e stava anche cominciando a sudare. 

Alle ventuno e trenta precise uscirono insieme ad Isaac che li aveva raggiunto da poco, per andare da Liam e prendere anche lui. Lo sceriffo si era rifiutato di unirsi a loro “Giovani e incoscienti”.  

Il locale, quando vi misero piede, era immerso in una luce rossa, l'arredamento però era totalmente bianco e un ampio bancone bar era giusto al centro. Dietro di esso c'era la pista da ballo su cui già si stavano esibendo delle ragazze.  

Stiles si guardò intorno, Scott lo trascinò verso un privè e lui lo seguì ancora un po' intontito per luci e musica. Ordinarono qualcosa da bere e cominciarono a guardarsi intorno. Scott era entusiasta quasi oltre i limiti del consentito, quasi saltellava sul divanetto e Stiles sentiva, pur essendo umano, l'aura di entusiasmo che emanava.  

Dietro al cameriere con le prime bibite, nel privè entrarono altre due persone. Scott scattò per abbracciare Thomas e dare due pacche amichevoli sulle spalle di Derek, che si guardava intorno stranito. Stiles vide anche Isaac e Liam alzarsi per salutare i due nuovi arrivati, quindi pensò di dover fare lo stesso. Appena si alzò, Thomas lo coinvolse in un abbraccio totalmente inaspettato. 

“Stiles! Non ci vediamo da un sacco!” 

“Ehm, si, ciao Thomas. Grazie per essere venuto” 

“Ma figurati! Sarà divertente!” 

Stiles aveva notato dalla prima volta che si erano incontrati quanto fosse espansivo il ragazzo. Sembrava quasi lui, qualche anno prima, solo un po' più ingenuo. Staccatosi dall'abbraccio, Stiles si rivolse a Derek, che aveva appena rivolto un mezzo sorriso ad Isaac. 

“Ciao, Stiles” 

“Ehi. Grazie anche a te per essere venuto, non me lo sarei aspettato” 

“Perché?” 

Ecco, perché? Stiles aveva solo parlato senza pensare, giusto per riempire il silenzio. Ma riuscì a trovare una mezza pezza da mettere.  

“Perché c'è la musica, ai lupi dà fastidio la musica” 

“Credo tu sia l'unico umano tra noi” 

Stiles si chiese da quando Derek Hale gli rispondeva quasi a tono, una vocina nella sua testa gli ricordò che era sempre stato così. 

“Stiles! Facciamo un brindisi” 

Per fortuna ci pensò Scott a cambiare discorso.  

 

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Derek si sentiva davvero fuori posto. Aveva avuto ragione Stiles: Alle sue orecchie di lupo non giovava quella musica, non capiva come potessero sopportarlo gli altri. Stava bevendo il suo secondo Martini, quando entrò qualcuno nella piccola saletta che a quanto pare Scott aveva prenotato per loro. Derek rouscì a vedere, nonostante il buio, che si trattava di due ragazze, una vestita da poliziotta, l'altra da infermiera. Anche se vestite era un parolone. Una di loro si fece avanti e Derek potè sentire un'ondatra di odore di eccitazione infrangersi nell'ambiente. 

“Sappiamo che tra di voi c'è un piccolo sposino che ha bisogno di cure immediate, chi è?” 

Derek sentì, nonostante la musica, Stiles deglutire e lo vide alzare timido una mano. La ragazza gli si avvicinò e gli sussurrò qualcosa abbassandosi fino al suo orecchio, ignara che gli altri avrebbero sentito lo stesso. 

“Sei carino, sarò tanto buona con te. La mia amica intratterrà i tuoi ospiti” 

Alla seconda affermazione, Derek vide chiaramente Thomas scalpitare, ma la seconda ragazza parlò. 

“Io mi prendo quello lì, quello con la barba” 

 

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Stiles si sentiva davvero, davvero in imbarazzo. Non gli era mai successo di trovarsi in una situazione simile, quindi all'inizio, quando la ragazza cominciò a ballare di spalle strusciando il sedere sulle sue cosce, fu sicuro di essere diventato della stessa tonalità delle luci. Per fortuna le altre consumazioni arrivarono in fretta e ad intervalli quasi regolari e anche se sugli altri l'alcool non aveva nessun effetto, lui si senti molto più rilassato. 

Per qualche secondo la sexy infermiera si staccò da lui, ora non aveva più il camice, e Stiles si guardò intorno. Aveva la vista annebbiata, ma vide la sexy poliziotta prendere delle manette dalla divisa e allontanarsi da Scott che era piacevolmente sconvolto. 

“Ora vorrei tanto ricominciare il giro daccapo, dal bestione triste. Posso ammanettarti?” 

Stiles vide Derek alzarsi e avvicinarsi alla porta, ma sentì anche se stesso parlare, riuscendo a stento ad articolare una frase. 

“Fermo li! Devi partecipare alla mia cosa…alla mia…festa. È una festa” 

 

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Derek riuscì a stento a girarsi dopo aver sentito Stiles bloccarlo, che si sentì anche afferrare un braccio dal ragazzo che lo trascinò di nuovo su uno dei divanetti. Era stato preso troppo alla sprovvista, quindi Stiles riuscì a spingerlo a sedersi senza che lui opponesse resistenza. Derek pensò per mezzo secondo al fatto che il suo lupo non avesse reagito, perché quello mezzo dopo Stiles gli si era messo davanti poggiando le mani ai lati della sua testa, sullo schienale, e si era piegato in avanti. 

Alle orecchie di Derek arrivarono distinti mormorii. 

“Ma che cazzo” Scott. 

“Dobbiamo staccarglielo di dosso? Derek lo ucciderà” Liam. 

“Oh, questa si che è inaspettata” Isaac. 

“Oh” Thomas. 

“Ma è un matrimonio gay?” La poliziotta, probabilmente.  

Derek notò quanto puzzasse Stiles di alcool, l'aveva visto bere sei bicchieri pieni di strani cocktail, quindi gli afferrò le braccia per liberarsi, ma il ragazzo non sembrava d'accordo. 

“Devo ammanettarti io per tenerti qui? Qui con me?” 

A quelle parole Derek smise di fare forza, ma mantenne lo stesso le mani intorno ai polsi di Stiles. Stiles che lo guardava con gli occhi annebbiati e arrossati. 

“Stiles, sei ubriaco, esci a prendere aria” 

Derek si vide rivolgere uno sguardo di puro scherno, prima che Stiles parlasse. 

“Nah, non mi va. Vorrei fare altro” 

Derek non voleva davvero sapere cosa avrebbe voluto fare Stiles. Guardò alle spalle del ragazzo e vide come gli altri li stessero guardando come se si aspettassero che esplodessero entrambi: Sembravano quasi spaventati. Le due ragazze non c'erano più. 

“Lo sai cosa vorrei fare, Sourwolf?” 

“Stiles, ti pentirai di qualsiasi cosa tu stia per dire” 

“Credo di essere abbastanza ubriaco da dimenticarmene domani” 

Ed  sorprese di nuovo Derek. Tenendo sempre le mani sul morbido divano, Stiles si fece ancora più avanti alzando le gambe sul divano ai suoi lati. Gli si mise praticamente a cavalcioni e Derek, mentre lui si abbassava verso il suo orecchio destro, gli strinse ancora di più i polsi, solo che non fece nessun movimento per scacciarlo via. Ci sarebbe riuscito in meno di tre secondi a spostarselo di dosso, ma Stiles aveva ormai ripreso a parlare, a sussurrare questa volta, anche se era inutile date le capacità uditive dei presenti.  

“Vorrei fare sesso con un uomo prima di sposarmi. E sono quasi convinto che stasera sia la mia ultima possibilità. Cosa ne pensi?” 

Derek, nello stesso momento in cui quelle parole gli si infransero contro l'orecchio, sentì un ringhio basso nella propria gola che sembrò preoccupare Scott.  

“Dai, Stiles, lascia in pace Derek, ok? Vuoi che andiamo a casa?” 

Scott gliel'aveva tolto di dosso mentre Thomas si era avvicinato a lui. 

“Tutto a posto, capo?” 

Derek semplicemente annuì, poi si alzò e uscì dal locale. A breve distanza poteva sentire i passi del proprio beta che cercava di raggiungerlo. La serata era ufficialmente finita.  

 

Dopo un interrogatorio da parte di Raven e Cora, Derek era riuscito ad entrare nella propria camera. Sua sorella gli aveva semplicemente schioccato un bacio su una guancia, Raven aveva sentenziato “Se questo matrimonio non è una farsa o non nasconde qualcosa, io in realtà sono un pesce palla mannaro”, poi gli aveva stretto le braccia intorno alla vita staccandosi subito. Erano rari i momenti in cui la ragazza si lasciava prendere da queste dimostrazioni di affetto, il più delle volte lo dimostrava con frecciatine e commenti sarcastici.  

Derek si ritrovò nel proprio letto, quindi, alle tre di notte passate, senza un briciolo di sonno e con le scene di poco prima a passargli davanti agli occhi aperti. Per fortuna qualcosa lo distrasse. 

(Ore 03:18) Derek, scusa per Stiles, era praticamente andato. Forse avrei dovuto controllare di più le sue ordinazioni. Le cose che ha detto saranno state frutto di una qualche sorta di delirio etilico, credo. SM 

(Ore 03:19) Siete a casa? DH 

(Ore 03:21) Si! Ho portato Stiles a casa sua con l'aiuto di Isaac e Liam e l'abbiamo messo a letto. In realtà.. Continuava a chiedere perché te ne fossi andato. Ma domani si sarà dimenticato tutto. Buonanotte, Derek! SM 

(Ore 03:23) Già. Notte. DH 

 

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La mattina successiva, beh alle dodici era quasi il pomeriggio successivo, Stiles si alzò stiracchiandosi e richiudendo in fretta gli occhi per la troppa luce che entrava dalla finestra che gli mandava fitte alla testa sempre maggiori. Dopo un po' riuscì ad afferrare il cellulare per controllare l’ora. 

(Ore 10:31) Quando ti svegli chiamami. SM 

(Ore 10:48) Ricordi qualcosa? SM 

(Ore 10:49) Vabbè chiamami lo stesso. SM 

 

(Ore 11:01) Ehi, com'è andata ieri? Divertito? LM 

 

Stiles, dopo aver letto i messaggi, si infilò di nuovo sotto le coperte, con la testa nascosta sotto il cuscino. Un unico pensiero nella testa. 

“Devo assolutamente parlare con Derek”. 

   
 
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