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Autore: egypta    01/05/2009    9 recensioni
"Ormai erano ore che camminavo per il bosco, con gli occhi consumati della lacrime che ancora adesso continuano a scendere, solcandomi le guance ormai arrossate e scheletriche.
Non mangiavo, non bevevo, mi limitavo solo a continuare a esistere, sperando che l’angelo della morte si accorga di quest’anima in pena e la porti con se, in un mondo fatto di felicità e spensieratezza, dove mi auguro possa essere più felice.
Ma ormai anche la felicità è voltata via, con il nome di Edward Cullen, che se l’è portata via con se. La mia vita, si è portato via con se. E ormai non c’è modo di riprendermela."
Una Bella consumata dalla perdita di Edward, si ritroverà nel filo di una parentela di vampiri molto speciali, che perfino i vampiri stessi credevano fossero leggenda, o solo un altro modo per identificare i Volturi... Ma forse le cose stavano diversamente...
Mia seconda ficcy su Twilight... Spero che vi possa piacere^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hunters



Quando la campana della mensa suonò, io e i miei fratelli ci radunammo tutti davanti all'entrata della mia classe, ben felici che le stressanti e noiose lezioni degli umani fossero - per il momento - terminate.
Quando varcammo l'entrata della mensa, l'insistente brusio di sottofondo che animava la sala, d'improvviso tacque.
Ignorammo le facce veneratorie degli umani, e con passo felpato, avanzammo due a due fino al tavolo del giorno precedente.
Primi di tutti, andarono Jason e Rose, poi Alicia e Kell, ed infine io, da sola.
Era nausenante avere tutti quegli occhi puntati addosso, mi davano un certo fastidio.
Cercai comunque di ignorarli, concentrandomi nel tenere un passo umano, e arrivare al nostro tavolo.

Non molto lontano da me, qualcuno fischiò.
Non mi voltai a vedere chi era, mi limitai solo a sorridere leggermente, sinceramente divertita.
Mi accorsi, però, che oltre al fischio, qualcun'altro aveva dato voce ai suoi pensieri.
Avevo sentito un piccolo ringhio, quasi impercettibile a orecchio umano.
Mi ci volle nemmeno un secondo per capire da dove proveniva.
La persona in questione, era a due tavoli da quello che occupavamo noi, e se ne stava con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, le mani una stretta all'altra, con il chiaro intento di concentrarsi, e con la faccia che non esprimeva nulla di buono, gli occhi neri come la pece.
Edward Cullen pareva molto infastidito dall'attenzioni a me ricevute da parte del umano, degli umani. Il suo viso era una maschera d'odio.
Le lanciai un'occhiata veloce, quasi intimorita di rivedere di nuovo la ragazza, Biancaneve.

Distolsi lo sguardo da lui, e lo puntai sul mio tavolo.
Bene, Alicia mi aveva preso anche a me del cibo: un trancio di pizza e una lattina di Coca.
Non ero molto in vena di mangiare, ma nella copertura da liceali umani faceva parte anche quello.
E visto anche che qualche umano aveva dei dubbi si di noi, che noi fossimo umani, - l'avevo sento per caso mentre attraversavo il corridoio per la seconda ora di lezione -, dovevamo far credere anche a questa gente molto fantasiosa che avevano torto.

Quando arrivai al tavolo, spostai la sedia facendola drusciare per terra, e messo lo zaino in modo impeccabile nello schienale, mi potetti sedere.
Spostai il vassoio con il cibo davanti a me, e morzicai il trancio di pizza, masticando lentamente.
Il mio sguardo pareva pensoso, perso nel vuoto, mentre invece avevo la testa sgombra da qualsiasi pensiero.
Ma, mio malgrado, c'era qualcosa che premeva nella mia mente.
Era insistente, e molto fastidioso, e più cercavo di scacciarlo, più premeva.
Era asfissiante.

Sbuffai infastidita, e chiusi gli occhi corrucciando le sopracciglia.
Ma non appena lo feci, mi apparve la ragazza che avevo visto in sogno dentro la bara di cristallo.
Era come un flash, rapido, netto, chiaro.
Riaprì di scatto gli occhi, sbattendo la schiena nello schienale della sedia.
Ci fu un altro flash, ma lì vidi la ragazza che avevo visto nel parcheggio della scuola, accanto ad Edward.
Questa volta però avevo gli occhi aperti.
Quando l'immagine sparì, sobbalzai sulla sedia, con gli occhi spalancati al massimo e la bocca nella medesima espressione.
Quelle due ragazze erano la stessa persona.
E non solo erano identiche fra loro, ma erano anche identiche a me.
Sbattei più volte le palpebre, rendendomi conto che quella era la realtà.
Chiusi la bocca e inghiottì la saliva che si era accomulata.

Voltai piano la testa vero la mia destra, e incrociai gli occhi sbigottiti dei miei fratelli.

<< Bella? Tutto bene sorellina? >>, sussurrò apprensivo Kellmett.

<< Ma che ti è preso? >>, fu la domanda ansiosa di Rose.

<< Non... Non lo so... >>, sussurrai sconcertata quanto loro.

Mi nascosi il viso fra le mani.
Ero confusa.
Chi era quella ragazza?
Cosa voleva da me?
Ma soprattutto, perchè era identica a me?

Mi lasciai sfuggire un sospiro desolato, e alzai la testa guardando di traverso i Cullen.
Li fissai bene uno per uno, per un istinto non chiaro.
Avevano tutti le sopracciglia aggrottate, visibilmente preoccupati e ansiosi.
Preoccupati per me, o per loro?

Per ultimo lasciai il giovane Cullen, Edward, e lo scrutai più attentamente degli altri.
Ripensai alla Biancaneve che vidi appoggiata al suo petto.
Quando era al nostro Castello, disse che aveva perso la ragazza che amava, questa Isabella Swan, e disse che io ero identica a lei, ogni mio movimento, ogni mio gesto.
Ogni parte di me era come quella lei.
Anche la ragazza che avevo visto accanto a lui era identica a me, e anche quella dentro la bara.
Solo che io ero vampira, anzi, una specie di vampira-strega, lei umana, umana e basta.
Però, io mi ero trasformata proprio nello stesso anno in cui Edward l'aveva lasciata...
E se...

Trattenni il respiro.
Il tatuaggio cominciò a pizzicare.
Le unghie ad allungarsi, diventando artigli neri come la morte.
I denti a crescere.
I sensi ad acutirsi.
I capelli ad allungarsi.
La pelle a tirare.
Il cuore a nascondere i suoi battiti.
I muscoli a tendersi.
I tendini a tirare.
La voce a cambiare.
Gli occhi a cambiare.
Un qualcosa mi chiedeva disperatamente di essere evocato.

Un leggero colpetto, fluido come l'aria e invisibile come la rabbia, aveva provato a infiltrarsi attraverso il mio scudo, esteso intorno alla scuola.

Voltammo all'unisono la testa verso le finestre che davano sul bosco.

<< Sono arrivati >>, sussurrammo in contemporanea io e i miei fratelli, con una voce che non ci apparteneva.



Angolino

Hola gente^^
Che dire, a distanza di pochi giorno ho aggiornato!! Eheh, le notti in bianco qualche volta servono a qualcosa, no?
Sono davvero felice che questa storia vi piaccia, davvero davvero^^
Pensavo che fosse una schifezza senza senso, e invece...
Come al solito, ringrazio le persone che recensiscono, che l'hanno messa tra i preferiti, o tra i seguiti... Thanks^-^
D'ora in poi le cose si faranno più movimentate.. Eheh.. La nostra Bella la farò sgobbare un bel po' *-*
Eppoi, tra un paio di capitoli, avrete l'onore di conoscere tutti i cugini dei Crucis, tutte le famiglie degli Stregoni Benefici... Ma mi raccomando, continuate a seguire!
P.S. Mi scuso per la cortezza del capitolo, ma mi serve solo da "Introduzione"XP.
xD
Kiss a tutti.
Egypta
  
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