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Autore: Fjorleif    08/09/2016    9 recensioni
STORIA INTERATTIVA// posti ancora disponibili //. I fatti sono ambientati durante la guerra dell'Anello e la trama investe talvolta le vicende di personaggi minori, pur mantenendo i punti salienti della storia.
Dal primo capitolo:
Che cosa rimaneva della pace che un tempo regnava in quelle terre verdeggianti e altere? Che cosa della superba magnificenza delle sconfinate praterie e delle immense distese d'erba?
Eppure Éomer ricordava un tempo non troppo remoto in cui qualsiasi Eorlingas poteva attraversare in sicurezza le terre del Mark, senza avvertire la minaccia degli Uruk proveniente da Ovest, o la presenza inquietante del Male che cresceva ad Est.
Dal quarto capitolo:
Ma ciò che più sarebbe mancato al suo cuore sarebbe stato il mare, instancabile moto delle sue passioni e infallibile rimedio per ogni male che affliggeva il suo animo. Dove avrebbe trovato la forza di prendere importanti decisioni e a chi avrebbe confidato ogni sua preoccupazione? Per tutta la vita si era rivolta ai profondi flutti blu ponendo loro i suoi interrogativi e ogni volta aveva ricevuto una risposta, sussurrata dal fragore delle onde, sagge consigliere e complici amiche.
-Namaarie.- Disse in un sussurro. -Il mio cuore dormirà finché non ti rivedrà ancora.-
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Legolas, Lothirìel
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Questa fiction vuole essere un esperimento "interattivo" per coinvolgere più possibile tutti quegli ammiratori dell'Universo di Tolkien che vorrebbero vedere sé stessi o un proprio personaggio inserito nella Terra di Mezzo e che interagisce con i personaggi presenti. Da lettrice, mi è sempre capitato di volermi immergere nel mondo di cui stavo leggendo e che mi appassionava e penso che ciascuno di noi debba avere la possibilità di far parte di ciò che gli piace. 
Il progetto funziona così:
1) Chi fosse interessato a far parte della storia deve scrivermi un messaggino privato, dove mi specifica il nome e una piccola descrizione del personaggio che vorrebbe inserire nella storia (ad esempio: che ruolo ricopre, di quale razza fa parte, se ha famiglia, se vorrebbe essere accoppiato o imparentato con uno dei personaggi già esistenti, una piccola descrizione fisica, come vorrebbe interagire nella storia, ecc...)
2)Piccola regolina: prima di inviarmi un eventuale messaggio privato, lasciate una piccola recensione al capitolo, per farmi capire cosa ne pensate della storia e per farvi conoscere e riconoscere.
3)Purtroppo potrebbe capitare che un personaggio con cui desiderate interagire sia già stato "preso". In tal caso ci si può accordare e trovare un compromesso, ma ahimè, vige la regola del "primo arrivato". In ogni caso io cercherò di fare il possibile per accontentarvi :)
4)Anche se la trama è ambientata durante la guerra dell'Anello, questo non vi impedisce di avere un personaggio che ha a che fare anche con altri periodi storici dell'Universo di Tolkien. Per nostra fortuna, il professore ha creato razze immortali e razze longeve, quindi se, ad esempio, siete particolarmente appassionati de potete inventarvi un personaggio che ci sia stato allora e che ci sia anche durante la trama corrente. Potremo poi rivedere scene del suo passato tramite flashback, narrazioni, ecc...



Carissimi lettori, sono finalmente tornata dopo una imperdonabile, lunghissima assenza. Purtroppo, come avevo preannunciato, nei mesi trascorsi in Cina non ho avuto la possibilità di collegarmi a EFP (problemi di VPN) e, una volta tornata in patria, un simpaticissimo trasloco mi ha tenuta impegnata e senza internet. MA...ora rieccomi qua! Capisco che la mia assenza è stata interminabile e capisco che molti i voi potrebbero non aver voglia di riprendere la lettura e MAGARI vi siete anche dimenticati la trama dei capitoli letti in precedenza. Per ovviare al problema, quindi, scrivo un brevissssimo riassuntino, di modo che i più smemorini  ( <3 ) possano rinfrescarsi la memoria. Per chi di voi, invece, ha una memoria di acciaio (sappiate che vi invidio), il riassuntino non serve a un'emerita cippa e può proseguire direttamente nella lettura del capitolo.

RIASSUNTINO (INOINOINO)
Anno 3018 della Terza Era, a Rohan le cose non vanno benissimo: gli orchi saccheggiano e fanno macello a destra e a manca ed il principe Theodred non riesce più a tenere la situazione a bada. Torna in patria col cugino dopo una lunga campagna e scopre che la sua amata si è recata nel suo villaggio nativo per motivi misteriosi. Desideroso di saperne di più e, ovviamente, di rivederla, parte con Eomer (sì, lo so, ha l'accento sulla E, ma non ho voglia di cercarlo) ed Eowyn e si dirige verso il paesello della sua amata (Per gli smemorini, si chiama Brihtfyr).
Cambiamo aria: Dol Amroth. Lothiriel (altro accento mancante) riceve la visita dei cugini Boromir e Faramir e del simpaticissimo (?) zio Denethor (per gli amici, Mortimer il Pessimo), che vuole farla sposare con il suo primogenito. Peccato che nè lei nè Boromir vogliano sposarsi (tra l'altro, quest'ultimo ha perso la testa per Marian, la bibliotecaria, e proprio non ne vuole sapere di avere un'altra). Così, zitto zitto, aiuta Lotty a scappare, ma nel farlo si fa male ad una gamba (SFIGATO!).
Nel corso della fuga, Lothiriel incontra Talyon, che la accompagna per un pezzo di strada, e poi la pianta misteriosamente in asso. Lei si ritrova, indovinate un po'? A Rohan, ovviamente! E chi incontra? Eomer, ovviamente (insieme a Theodred, Eowyn e la ritrovata Brihtfyr). Alla fine, lei se ne va a Edoras con loro e tanti saluti.
Nel frattempo, a Minas Tirith, Denethor è incazzato nero e manda un ambasciatore PROPRIO a Edoras (si chiama Earnil) e, in tutto ciò, fa qualche sfollata tipica del suo carattere mite e simpatico.
Anche i fratelli di Lotty sono sulle sue tracce e, mentre la cercano, incontrano un'elfa di nome Aredhel.
Bene...più o meno era andata così. Buon proseguimento :-)
Ps: ho assolutamente dimenticato il font e la dimensione del carattere che avevo usato per gli scorsi capitoli, quindi confido che chiuderete un occhio su queste piccolezze! ;-)



10.Edoras in Festa




Diverse settimane erano trascorse da quando Lothíriel era giunta a Edoras e ora un piacevole profumo di primavera invadeva l'aria fresca. Il sole caldo e limpido illuminava le immense distese d'erba, donando alla vista un panorama incantevole e suggestivo, dove il verde dei teneri germogli si stagliava sino all'orizzonte, incontrando un cielo azzurro e privo di nubi. La natura era finalmente rinata, benedicendo la terra coi suoi frutti: i rami degli alberi erano carichi di foglie e fiori e i porticati di Meduseld erano cosparsi di petali che dipingevano il cortile di un rosa pallido.
Anche Théoden sembrava trarre giovamento dall'arrivo della bella stagione: ora la sera si concedeva lunghe passeggiate all'interno dei giardini di palazzo e, complice il tepore pomeridiano, si tratteneva sino all'imbrunire.
Un altro lieto evento aveva fatto gioire gli abitanti della capitale: il principe Théodred aveva annunciato di volersi unire in matrimonio con dama Brihtfyr ed ora i sudditi attendevano con trepidazione la data delle nozze. A tale proposito, era stata organizzata una grande festa di paese, che avrebbe avuto luogo di lì a pochi giorni, e alla quale sarebbe stato ammesso chiunque avesse avuto desiderio di parteciparvi. 
Lothíriel si sentiva eccitata al pensiero di una fiera di paese: a causa della sua appartenenza ad un rango elevato, non aveva mai partecipato ad un tale evento e ciò lo rendeva ancora più elettrizzante ai suoi occhi.
Il giorno tanto atteso, infine, giunse e la fanciulla si levò di buon'ora per recarsi alle scuderie. Era ormai ben avvezza alla vita nel Palazzo d'oro e, già da qualche giorno, riusciva a percorrere tutti i corridoi di Meduseld senza perdersi. Superò agilmente la sala del trono, resa buia, come sempre, dallo spessore delle tende perennemente tirate a coprire le alte finestre arciformi, quindi spalancò con forza il portone dorato. Una ventata di aria fresca la investì in pieno viso e la luce accecante del sole le fece stringere gli occhi brillanti. Sorrise felice, sentendo il cuore farsi improvvisamente leggero, e si accorse soltanto dopo alcuni istanti di una sagoma che la fissava qualche gradino più in basso.
Sbatté le ciglia sorpresa nel riconoscere Léod nella figura stante.
-Quale incantevole visione già di prima mattina!- Esclamò il giovane cavaliere con un sorriso irriverente dipinto sulle labbra carnose. La prestanza del corpo e la bellezza tipica della gioventù lo rendevano piacente agli occhi di molte fanciulle Rohirric e ciò conferiva al cavaliere una certa sicurezza nei modi e un ardire inconsueto, che spesso lo faceva apparire fin troppo sfrontato.
Lothíriel lo fissò senza dire nulla, mentre le guance si velavano di rosso imbarazzo, sino a tingersi di vermiglio. Mai nessuno aveva osato tanto al suo cospetto, e con una tale insolenza, poi!
Ciò nonostante, doveva ammettere che il commento sincero e spontaneo non soltanto non l'aveva offesa, ma addirittura aveva scatenato in lei un moto di segreto piacere mai provato prima.
-Che succede? Vi ho colta di sorpresa, Earfinde?- Scherzò il giovane facendosi innanzi alla fanciulla. I biondi e lunghi capelli leggermente ondulati brillarono al sole del mattino, lucenti come l'oro del portone.
-Non direi.- Rispose lei, fingendosi stizzita. -Ma dovreste attenervi al vostro compito di sorvegliare il Palazzo, invece di magnificarvi al cospetto delle giovani dame.-
Léod non poté trattenere una risata divertita.
-Perdonatemi, mia signora, ma non siete molto credibile nel fingere di fare la sostenuta.-
L'iniziale sorpresa di Lothíriel si trasformò ben presto in curiosità. Da quando era giunta a Edoras aveva avuto modo di incontrare saltuariamente il bel cavaliere, ma non avevano mai scambiato più di qualche convenevole; cos'era, dunque, ora tutta questa intraprendenza?
-Ad ogni modo mi sto recando alle scuderie, quindi se non avete altro da dirmi...-
-In verità, ci sarebbe qualcosa.- La voce di Léod si fece più lieve e incerta. -Mi piacerebbe essere il vostro accompagnatore alla festa di stasera.-
Nell'udire tali parole, la dama di Dol Amroth spalancò le palpebre mostrando le iridi, simili nel colore a due olive. Doveva ammetterlo: l'aveva colta impreparata.
-Ritengo che non ci sia nulla di male.- Rispose un po' impacciata, lo sguardo chino a terra.
-Meraviglioso!- Esclamò il suo interlocutore, mentre le labbra si aprivano in un gioioso sorriso. -Vi incontrerò stasera, dunque.- E ciò detto, dopo aver rapidamente chinato il capo in direzione di Lothíriel, raggiunse l'entrata del palazzo e sparì dietro l'ingresso dorato.
Dopo un breve momento di esitazione, la fanciulla si diresse a passo svelto verso la meta prefissata, con l'intento di prendere in prestito un destriero ed allontanare le preoccupazioni dalla giovane mente con una cavalcata.
Fra i luoghi di Edoras, le scuderie erano senza dubbio uno dei suoi preferiti. Lothíriel, infatti, da sempre nutriva uno sconfinato amore per i cavalli e per il senso di libertà provato nel correre in groppa ad essi per la natura sconfinata. Quando era bambina, suo padre, scherzando, le domandava se in realtà non provenisse dal reame di Rohan ed ora, per ironia della sorte, si ritrovava ospite proprio nel Regno dei Cavalli. Sorrise nel constatare come il destino intrecci curiosamente il fato delle creature e con la mente tornò alla sua bianca dimora, al tepore della sua amata Dol Amroth, allo scroscio delle onde sulla scogliera, ai volti dei suoi cari fratelli, e ad ogni ricordo incorruttibile del suo cuore.
In breve giunse alle stalle e si avvicinò al suo destriero prediletto: uno splendido stallone dal pelo nero come la notte. La folta criniera, dello stesso colore, sfavillava lucente ai raggi del sole che, timidi, si insinuavano fra le fessure delle travi in legno.
-Buongiorno a te, mio bruno amico.- Disse allegramente inchinandosi di fronte al possente animale.
Quello, di tutta risposta, scalpitò con gli zoccoli e avvicinò il muso allo steccato.
Lothíriel accarezzò la solida mascella e fece scorrere le dita nella frangia corvina.
-Oggi è davvero una splendida giornata. Che ne dici di accompagnarmi fino al ruscello che scorre nei prati di Menùr?-
-Parlate coi cavalli?- Una voce ormai consueta colse la fanciulla alle spalle, la quale, con fastidio, riconobbe in essa Éomer. 
La stava schernendo, ancora una volta, e stavolta aveva ragione di farlo, dal momento che l'aveva sorpresa a parlare con un equino. Sentì l'irritazione e l'imbarazzo farsi strada nel suo petto: odiava sentirsi colta in fallo, specialmente da lui.
Lentamente si voltò, posando lo sguardo freddo sul cavaliere.
-Buongiorno a voi, sire Éomer.- Sibilò a denti stretti.
Prestandole poca attenzione, il Rohirrim seguitò nelle faccende in cui era intento. Finì di sellare Zoccofuoco con noncuranza , si avviò verso l'uscita tenendolo per le briglie e, fermatosi a pochi passi dalla soglia, lanciò un'occhiata alla bella Lothíriel, ancora immobile davanti al nero destriero.
-Lo dicevo perché è consuetudine di molti Eorlingas parlare al proprio cavallo.-
Un sentimento nuovo si insinuò nell'animo della giovane, la quale, colma di stupore, non proferì parola. Éomer le stava veramente rivolgendo la parola per dirle qualcosa di gentile?
-Peccato che quello non sia il vostro cavallo.- Sentenziò, pungente come al solito.
-Non vi smentite mai, non è così?- sbuffò indispettita.
Il biondo principe non rispose, ma si limitò ad osservarla con gli occhi attenti.
-Vostro zio, il re, mi ha dato il consenso di...- Prima che riuscisse a terminare la frase, Éomer, apparentemente privo di interesse per le sue parole, riprese a camminare con Zoccofuoco al suo fianco e uscì dalle scuderie, lasciando la fanciulla impietrita, con le labbra ancora spalancate, a fissare la sua sagoma, ormai lontana.
-Come si permette!- Ringhiò a bassa voce, stringendo con forza le dita affusolate intorno alla veste. -Quel....quel...- borbottò senza trovare un aggettivo consono all'atteggiamento, secondo il suo parere, inqualificabile dell'uomo.
La principessa di Dol Amroth fece ritorno nel pomeriggio. Si era decisa a trascorrere più tempo all'aria aperta per smaltire la rabbia e, per questo motivo, si era spinta parecchio oltre rispetto alla meta pensata inizialmente.
Non appena giunse a palazzo, stanca e con le guance arrossate per la corsa a cavallo, Eowyn le si fece incontro.
-Proprio te cercavo!- Esclamò battendo le mani. -Dove sei stata? Fra poche ore la festa avrà inizio.-
Senza saper bene cosa rispondere, Lothíriel si limitò a sorridere con aria innocente.
-E dunque?- Chiese incerta.
-Come sarebbe a dire? Dobbiamo prepararci.- Rispose la bionda dama, come se fosse la cosa più ovvia al mondo. -Presto, seguimi! Ho fatto cucire un abito apposta per te!-
Sorpresa per la dolcezza di quella bella giovane dall'aspetto tanto fragile, Lothíriel sorrise con più coinvolgimento e per un attimo le parve di essere tornata alla vita di corte, a cui era tanto abituata. Si ricordò dei regali di suo padre e delle sarte che cucivano lunghe vesti magnifiche soltanto per lei.
Come poteva una fanciulla di tale garbo e raffinatezza essere sorella di un essere tanto sgraziato?
-Coraggio, mi hai sentita?- La incalzò nuovamente Eowyn, prendendola per mano. -Da questa parte...-




Ben presto calò la sera e si fece buio in tutta Edoras, ad eccezione della piazza illuminata a festa, dove i preparativi erano ormai stati ultimati.
Un concitato chiacchiericcio si levava fra la musica e il rumore scalpitante degli zoccoli. La gente era felice e tornava finalmente a sorridere dopo molto tempo. Questo matrimonio aveva riportato il buonumore in tutta la capitale e ciascuno, in cuor proprio, si augurava che fosse soltanto l'inizio di una ritrovata fortuna nel Regno dei Cavalli.
Il principe Théodred aveva fatto allestire un grande palco torreggiato da un podio, dal quale i due promessi avrebbero annunciato ufficialmente le proprie imminenti nozze.
Tutto intorno si estendevano bancarelle di ogni tipo, imbandite di cibo e di ogni bene. Naturalmente, non mancavano spazi dedicati ai cavalli: vi erano banchetti che vendevano selle e briglie di ottima fattura, altri che vendevano spazzole e utensili per la cura dei destrieri e addirittura una recinzione all'interno della quale ciascuno poteva montare in sella a un cavallo della scuderia reale e provare le migliori cavalcature della Terra di Mezzo. Fra di essi, c'era anche Lohturac, lo stallone che tanto stava a cuore a Lothíriel, il quale pareva non amare l'idea di essere cavalcato da sconosciuti. Ogni volta che un cittadino si avvicinava a lui, nitriva e scalpitava fino a farlo fuggire verso un cavallo più mansueto. La docilità non era certo una delle doti di Lohturac: fiero e maestoso si lasciava avvicinare soltanto da pochi e pareva avere una sensibilità quasi umana, che gli faceva preferire taluni rispetto ad altri.
Accanto alla recinzione, era stato allestito un padiglione aperto, sotto il quale veniva servita la miglior birra di Edoras. Quivi, Léod, in compagnia di alcuni commilitoni, stava brindando in attesa che la sua bella dama giungesse.
-E dunque hai invitato la forestiera!- Esclamò uno dei compagni del giovane Rohirrim.
-La “forestiera” ha un nome e, per tua informazione, è anche molto bello. Si chiama Earfinde.- Puntualizzò sollevando il boccale in un muto brindisi.
-Se la memoria non mi inganna, Earfinde è un nome elfico.- Intervenne Eärnil, giungendo inatteso alle spalle del biondo cavaliere, il quale storse le labbra in una smorfia di fastidio.
-Tuttavia non è un'elfo.- Aggiunse il messo di Gondhor.
-Non lo è.- Sbottò seccamente Léod, fissando il suo interlocutore, ora in piedi di fronte a lui.
-E non è neppure una dama di Rohan.- Proseguì l'uomo.
Queste ultime parole fecero scattare in piedi il giovane, il quale, avvicinandosi a lui fino quasi a toccarlo, prese a fissarlo con fare minaccioso.
-Qual è il tuo problema?- Domandò inquisitorio rompendo il silenzio che era calato poco prima.
-Nessun problema.- Fu la risposta, pronunciata con tranquillità. Ora la tensione era palpabile fra i due e nessuno dei compagni di Léod osava proferire parola.
-E allora fammi il piacere di impicciarti dei tuoi affari, o di tornare a Gondor, se preferisci.- Le iridi azzurre puntate in quelle verdi dell'altro.
-Léod!- La voce di Lothíriel fece voltare di scatto il bel cavaliere e, lanciata un'ultima occhiata di sfida all'opponente, andò incontro a quella che gli parve la fanciulla più incantevole su cui i suoi occhi si fossero mai posati.
La figura snella era fasciata da un abito color vermiglio, che ne esaltava perfettamente l'incarnato di porcellana, e i capelli, ormai raccolti alla maniera Rohirric, incorniciavano un viso armonioso e lineare.
-Earfinde, che piacere vedervi!- Sussultò e, presa la dama sottobraccio, si avviò verso il palco, dove la famiglia reale era riunita per annunciare il lieto evento.
Re Théoden sedeva nel seggio situato nel mezzo del podio. Al suo fianco, vi era Théodred, bellissimo in un abito argento, ornato da intarsi d'oro. Egli teneva la mano candida di Brihtfyr, anch'ella splendida e radiosa in un abito bianco che a Lothíriel ricordò le vesti indossate dalle spose di Dol Amroth il giorno delle proprie nozze.
Alla destra di Théoden, orribile come una macchia nera che rovina la perfezione di un dipinto, Grima Vermilinguo, più disgustoso che mai, si guardava intorno con aria spaesata. Pareva un'orrida creatura che striscia fuori dalla propria tana dopo una lunga clausura e rivede la luce del sole dopo mesi di buio e solitudine. Nemmeno per l'occasione aveva abbandonato le vesti logore e scure, che rendevano la sua figura ancora più tetra e sgradevole alla vista.
Infine, appena più in disparte, Éomer ed Eowyn: l'uno con il consueto sguardo duro e intransigente, l'altra con gli occhi pieni di emozione, ma pur sempre velati da una profonda inquietudine che gravava perennemente sul suo cuore.
L'annuncio fu breve e conciso, poiché la notizia era giunta da tempo alle orecchie dei sudditi e poiché Théodred, che era un uomo saggio e comprensivo, non volle togliere tempo ai festeggiamenti, conscio del fatto che, in quel momento buio, erano proprio ciò di cui la sua gente aveva bisogno.
Lothíriel e Léod ballarono per gran parte della serata e alla fanciulla parve di non essersi mai divertita tanto, almeno non da quando era fuggita dalla sua terra. La musica era allegra, tutto intorno, i colori sgargianti animavano la piazza e il suo accompagnatore le pareva ancor più attraente del solito. Ogni cosa sembrava andare per il meglio e la festa pareva volersi prolungare per tutta la notte, quando un fulmine improvviso squarciò il cielo, seguito immediatamente da un rombo assordante. Non si fece attendere a lungo la prima goccia d'acqua, seguita dalla seconda e poi ancora dalla terza, finché, in men che non si dica, la pioggia iniziò a scrosciare violenta, allagando il palco e le bancarelle circostanti.
Passati i primi istanti di stupore, tutti i partecipanti presero a correre e schiamazzare in cerca di un riparo e la maggior parte di essi si precipitò sotto il padiglione in cui veniva dispensata la birra, l'unico abbastanza grande da offrire protezione a un gran numero di persone.
A Lothíriel, che nella confusione generale era stata separata da Léod, parve di scorgere una chioma bionda allontanarsi al tempo stesso dal palco e dal padiglione delle bevande, ormai troppo affollato, in direzione di un vecchio fienile abbandonato poco distante da lì, circondato da una fitta vegetazione, e, ritenendola una trovata davvero astuta, decise di seguire la figura che si muoveva svelta nel buio della notte.
Quando, poco dopo, giunse all'ingresso della costruzione fatiscente, era ormai fradicia. Il vestito aderiva completamente al corpo freddo e bagnato, i capelli ricadevano in ciocche disordinate, scompigliate dal vento e dalla pioggia, e le scarpe erano inzuppate, tanto da darle l'impressione di camminare a piedi scalzi nell'acqua gelida di un ruscello.
Entrò nel fienile scuro, illuminato solo dai lampi che fendevano il cielo notturno e, guardandosi intorno con cautela, cercò Léod, che momentaneamente si celava alla sua vista.
-Léod?- Mormorò incerta.
Una saetta più forte delle altre cadde con tale violenza che, per qualche istante, parve illuminare a giorno  la zona e la dama poté scorgere di fronte a sé la bionda figura che aveva seguito fin lì.
-Avete sbagliato persona.- Ancora quella voce, ancora quel tono insopportabile.
Compreso immediatamente di chi si trattasse, Lothíriel si voltò di scatto e prese a camminare a grandi falcate verso l'uscita.
-Vi bagnerete ancor di più, Earfinde. Meglio se restate.- Aggiunse inaspettatamente il Terzo Maresciallo del Riddermark.
La fanciulla si bloccò, incerta sull'agire. Quel giorno, Éomer aveva già scatenato le sue ire con la sua insolenza e nulla gli impediva di infierire nuovamente. Già si aspettava l'ennesima battuta pungente, l'ennesimo segno del disprezzo che provava per la donna straniera che sapeva brandire un'arma. Tuttavia le sue previsioni vennero smentite dal silenzio prolungato che prese ad aleggiare nel vecchio granaio: il Rohirrim non pareva interessato ad iniziare un dialogo e Lothíriel, di certo, non avrebbe proferito parola.
La pioggia, intanto, non accennava a voler cessare e, anzi, i primi chicchi di grandine avevano preso a martoriare le piante e tutto ciò che si trovava nella loro traiettoria.
La fanciulla sedette in silenzio in un angolo e, solo allora, si accorse del freddo penetrante che si stava insinuando nel suo corpo. La pelle gelida era percorsa da brividi che la facevano scuotere appena. Si strinse nelle spalle, cercando di non fare rumore, e udì i passi di Éomer farsi vicini.
L'uomo si sistemò accanto a lei e, senza dire una parola, le pose il suo mantello sulle spalle.
-N-non è necessario...- Tentò di obiettare lei, ancora diffidente.
-Avete detto di venire da Sud. Immagino non siate abituata al clima rigido di Rohan.-
Un altro lampo divise il cielo a metà, illuminando i volti bagnati dei due e, per un istante, a Lothíriel parve di scorgere un'espressione indecifrabile, mai vista sul viso di Éomer.
-La mia terra è molto diversa dalla vostra, per molti aspetti.- Rispose.
-Lo immagino, se le donne possono duellare con la spada.- Osservò il principe. Inaspettatamente, nel suo tono non vi era traccia di scherno, né di rimprovero.
-Non è così.- Ammise Lothíriel. -Anche da noi è usanza inconsueta.-
-Immaginavo anche questo.- Rispose lui. -Voi siete inconsueta.-
Non sapendo se considerare le ultime parole come un complimento o una critica, la fanciulla tacque.
-Ho potuto constatare che vi piace molto Lohturac.- Aggiunse il cavaliere dopo qualche attimo di silenzio. -E voi piacete a lui.-
La giovane dama annui muta, in attesa della mossa successiva del suo interlocutore: non aveva idea di cosa aspettarsi da quel personaggio così impenetrabile ed enigmatico.
-Potete averlo, è vostro.- Concluse con voce imperturbabile, che non tradiva alcuna emozione.
Sempre più esterrefatta, Lothíriel spalancò gli occhi, sbattendo le lunghe ciglia arcuate.
-Dite sul serio?-
-Avete la mia parola.- Confermò. -Domani ne parlerò con mio zio.-
Un calore proveniente dall'antro più recondito del suo petto pervase il corpo freddo e bagnato della principessa di Dol Amroth. Sebbene non comprendesse il motivo del cambiamento repentino di Éomer, questa gentilezza inattesa non le dispiaceva affatto.
-Ve ne sono molto grata.- Sussurrò a un fil di voce, mentre le guance le si tingevano di scarlatto e, in silenzio, ringraziava la notte di nascondere il suo rossore.
-Pare che la pioggia si sia quietata.- Disse lui cambiando discorso e alzandosi in piedi. -Meglio incamminarci verso il palazzo.- E, senza aggiungere altro, mosse alcuni passi verso la soglia ed uscì in silenzio, sparendo nella scura e fredda notte.




Tadaaan! Arrivati in fondo. Vi aspetto alla prossima puntata. Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo: impressioni sulla trama, sui personaggi, sullo stile, qualunque cosa insomma!
A presto!
Fjorleif


   
 
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